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Autore: Alison92    11/08/2017    1 recensioni
Fra le tante attrattive della scuola privata Thomas Dreier, i cinque giorni di vacanza offerti ai migliori quindici studenti della scuola sono certamente un richiamo per tutti i giovani allievi.
Lyvia Sommers fa parte di quei quindici eletti scelti per partire verso la splendida isola di Everdove, dalle acque limpide e dal cielo cristallino.
Un'antica leggenda però si nasconde fra quelle coste, insidiandosi nelle vite serene e felici dei giovani.
La storia oscura della famiglia Rosenburg, seminata di odio e terrore, conduce Lyvia e gli altri studenti verso differenti orizzonti, verso una casa maledetta che cela un passato grondante di sangue e vendetta.
Genere: Drammatico, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo tutti immobili, incapaci di fare qualsiasi cosa. La zolla di terra sulla quale ci trovavamo continuava a navigare lontano dall’isola di Everdove, verso la seconda isola. Nessuno di noi riusciva a comprendere cosa stesse accadendo, eravamo troppo sconvolti anche per proferire parola. L’acqua torbida c’investiva, infradiciando i nostri vestiti. Mi aggrappai a Lucy che era rannicchiata per terra. Macabri suoni provenivano dal fazzoletto di terra che si era staccato dall’isola ed io non potei che restare lì ad ascoltarli, troppo impaurita. Poi la terra si fermò, lasciandoci senza fiato sulla seconda isola, dove non mi sarei mai aspettata di mettere piede. Tremanti ci ritrovammo sulla costa, buia e priva di vita.
-Cosa diavolo è successo?
Urlò Michael raggiungendo la nostra professoressa. Costatai che Camille non era con noi, eravamo noi sedici e la Taller. Dopo che Michael parlò, tutti noi cominciammo a discutere di ciò che era successo, spaventati e infreddoliti.
-Non serve a nulla farsi prendere dal panico. Qualsiasi cosa sia successa non importa, almeno siamo tutti vivi e presto qualcuno giungerà per noi!
Disse la professoressa, poi vedendo che Derek aveva tirato fuori prontamente il telefono sospirò.
-Dubito che i vostri aggeggi funzionino qui.
In effetti nessun cellulare ci fu d’aiuto, era come se quella zona fosse isolata dal mondo intero.
-Non possiamo restare qui fuori, entriamo nella casa.
-Entrare lì? Non ci penso proprio!
Per la prima volta ero d’accordo con Amy, neanche io avrei voluto entrare dentro quell’orrida casa vecchia di cent’anni. Non potevamo sapere cosa avremmo trovato.
-Volete rimanere a congelare qui?
Quella notte c’era effettivamente un insolito gelo e i nostri vestiti fradici non facevano che peggiorare la situazione. Alla fine ci accordammo tutti per passare la notte nella casa di quella che era stata la famiglia Rosenburg. La maestosa casa si trovava a pochi metri dalla costa e le sue pareti sembravano aver risentito solo in parte del tempo. Lentamente avanzammo verso la grande porta in legno e con nostra grande sorpresa, la trovammo aperta. Ci bastò afferrare la maniglia in ottone e spingere la porta, per trovarci all’interno della casa. Se esternamente la casa era affascinante e intrigante, all’interno era decisamente di più. La sala principale si diramava in tre direzioni e al centro si trovava una scala in legno imponente.
-Credete che ci sia ancora la luce?
Chiese Trevor, osservando la casa avvolta dal buio.
-Credi davvero che dopo tanti anni ci sia ancora la…?
Il grosso lampadario di cristallo si accese di colpo e tutti sussultammo.
-Evidentemente si.
Disse la Taller, mostrandoci l’interruttore che aveva trovato. Notai osservando bene l’enorme salone un semplice dettaglio inquietante: non un solo granello di polvere si trovava nella casa. Ogni singola cosa si era perfettamente conservata, dai tessuti delicati dei divani, ai pesanti mobili intarsiati in legno.
-Sembra che qualcuno abiti qui, è tutto troppo perfetto.
Disse Dary, notando anche lei ciò che avevo notato io.
-Non essere sciocca, nessuno mette piede qui da decenni!
Alle parole della Taller nessuno aggiunse altro, preferivamo convincerci che era tutto nella norma. Salimmo di sopra, consapevoli che avremmo trovato delle stanze confortevoli per dormire. I corridoi illuminati sembravano meno inquietanti e per un attimo la calma tornò fra di noi. Eravamo tutti stravolti, sporchi di sabbia e con gli occhi rossi sull’orlo delle lacrime. Come avevo immaginato, c’erano le sedici stanza dei figli dei Rosenburg, una per ognuno di noi.
-Una camera ciascuno, nessuna eccezione.
Disse la Taller fermandosi in mezzo al corridoio.
-Cerchiamo di non perdere la testa. Per lo meno questa strana coincidenza ci tornerà utile. Scegliete una stanza e andare a dormire, domani penseremo più lucidamente. Cercheremo di andarcene via, sempre se non ci verranno a prendere.  
Ognuno di noi decise di trovare una camera, la stanchezza si stava insediando in noi. Scelsi una porta qualsiasi, non m’interessava molto in che stanza avrei passato la notte. La mia stanza era incantevole. Dipinta di bianco, con i mobili in legno chiari, un grande armadio, una scrivania con sopra un vaso di margherite profumate, un letto dall’aria confortevole e…beh, sarebbe stata la camera perfetta per me, solo che c’era un elemento che stonava con l’aspetto idilliaco della stanza. Rosso. Rosso sangue sulle pareti chiare. Lettere rosse erano state tracciate nel muro candido sopra il mio letto. LYVIA. Era il mio nome scritto con il sangue. Sentii Lucy urlare e mi precipitai da lei. Sedici nomi erano stati tracciati nelle sedici stanze. I nostri nomi.  
  
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