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Autore: _SimoErato_    11/08/2017    2 recensioni
(Dal testo)
Ran era a terra,e si teneva una gamba da cui usciva un rivolo di sangue mentre Gin,tornato ad avere il coltello dalla parte del manico,le puntava la pistola alla fronte pronto a finirla.
“Peccato,Sherry. Ci saresti riuscita se non avessi dimenticato chi hai di fronte e,soprattutto,che se sbagli paghi. E i vigliacchi,tesoro,pagano sempre. Ma sta tranquilla,non appena avrò finito con lei ne avrò anche per te,sono mesi che sogno questo momento”.
La karateka sbarrò gli occhi,pronta alla fine,e il ghigno sul volto di Gin si allargò a dismisura. Adorava vincere,e lui vinceva sempre.
(Prequel di "You're so much bigger than the world I've made").
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I don't wanna fight alone anymore '
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Caught in the lies of the enemy


C’era stato un momento,solo un momento,in cui aveva davvero creduto che la sua vita sarebbe finita con quella caduta nel vuoto e in quell’attimo,malgrado tutto,non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto la sua esistenza fosse stata assurda.
Unica superstite della sua famiglia,scappata da una camera a gas grazie ad un antidoto da lei stessa creato che le aveva rimpicciolito il corpo di 10 anni e con la più potente organizzazione mafiosa giapponese alle calcagna Ai Haibara (o Shiho Miyano,che dir si voglia) stava per mettere fine a tutto dopo una caduta accidentale nel vuoto all’interno di una ruota panoramica.
Gran bella mossa,Shiho.
Poi,all’improvviso,una mano l’aveva afferrata e tirata su.
Aveva alzato lo sguardo sollevata prima di rendersi conto dell’identità del suo salvatore,o meglio dire salvatrice: Curacao,nonché uno dei membri più importanti dell’organizzazione che da un po’ di tempo a quella parte avrebbe particolarmente gioito nel vederla morta.
A quel punto il lancio nel vuoto non era sembrato più così tremendo agli occhi della piccola ramata.
“Hai intenzione di portarmi da loro?” Aveva domandato,stizzita.
L’altra l’aveva guardata stupita e inizialmente senza capire,poi nei suoi occhi era balenato un lampo di comprensione. “Non sarai Sherry,la traditrice?”
A quanto pareva Shiho Miyano aveva appena dato la prima spalata alla sua stessa buca.
Sempre meglio,insomma.
“Ti conviene andar via” aveva continuato poi,inaspettatamente,la donna. Ai l’aveva guardata senza comprendere appieno cosa stesse succedendo.
Curacao l’aveva fissata dritta negli occhi ed aveva lanciato la sua bomba: “Gin sta arrivando,credo che tu capisca da sola ciò che questo comporti”.
La schiena di Ai era stata attraversata da un brivido freddo e i suoi arti si erano paralizzati per qualche secondo nell’udire il nome in codice di colui che l’aveva privata di una vita normale,di qualsiasi tipo di affetto e infine anche di sua sorella e che dalla sua fuga era ben intenzionato a scovarla e a conficcarle una pallottola dritta nella fronte. Curacao,intanto,l’aveva tirata balaustra e si era accovacciata davanti a lei.
“Sherry,devo chiederti un favore importante”.
La bambina non aveva risposto ma l’aveva guardata in attesa,e la donna l’aveva preso come uno spunto a continuare
“Ci sono pochissime possibilità che io riesca a vedere la luce di domani. Hanno capito che li ho traditi e non si fermeranno fino a che non mi avranno uccisa. Se dovessero scoprire che anche tu sei qui farebbero lo stesso con te e poi toccherebbe a tutti coloro che hanno avuto a che fare con te in questo periodo.
Non so cosa tu conti di fare ma ti prego,non mettere in pericolo quei bambini. Loro hanno ancora una possibilità,quella che noi non abbiamo mai avuto,e cioè non essere contaminati dal nero che ci circonda. Per favore,non lasciare che le loro anime innocenti paghino per qualcosa per cui non hanno colpa”.
La ramata aveva sospirato e poi ribattuto “Non ho intenzione di metterli in pericolo ma al tempo stesso non so come salvarli da questa situazione.”
Appurato che Curacao non stava riuscendo a seguirla,Ai aveva continuato “Sono in questa ruota e sono troppo piccoli per riuscire ad uscire dalla cabina,ed io in questo corpo posso aiutarli ben poco. Stavo cercando Conan-kun e gli agenti dell’FBI per trovare una soluzione,ma in questo pandemonio posso a malapena spostarmi”.
La donna aveva assunto un colorito sempre più cadaverico,poi aveva guardato fuori un momento e aveva annuito tra sé e sé. “A loro ci penso io,tu corri ad aiutare i bambini. Sai cosa fare,Sherry-san”.
Detto ciò Curacao si era sollevata e,dopo averle lanciato un’ultima occhiata supplichevole,si era girata ed aveva iniziato a correre. Dopo qualche secondo Ai aveva sentito gli spari riprendere a non molta distanza da lei,segno che la donna doveva aver creato un diversivo.
Si era alzata e nascosta mentre pensava a cosa fosse meglio fare per far uscire i ragazzi incolumi da quella situazione. Aveva tastato la tasca dei suoi pantaloni e ne aveva tirato fuori una pillolina completamente candida che aveva ultimato solo il pomeriggio precedente e che andava ancora sperimentata. Era perfettamente a conoscenza di quanto fossero alti i rischi e quante probabilità di fallimento ci fossero,ma d’altro canto aveva ritenuto che tutto fosse meglio che farsi scoprire nelle sembianze di una bambina e mettere in pericolo tutte le belle persone con cui aveva avuto la possibilità di avere a che fare in quel breve periodo. Anche se l’avessero beccata assieme ai bambini difficilmente sarebbero riusciti a cogliere il vero legame tra di loro,probabilmente avrebbero pensato che il loro salvataggio fosse una sua buona azione,ma niente più. Non sarebbero mai risaliti ad Ai Haibara,e questa constatazione era stata abbastanza da convincerla.
Aveva aperto uno sportello della centralina elettrica nella speranza di trovare qualcosa con cui vestirsi una volta che i suoi vestiti sarebbero stati fuori gioco,e come aveva immaginato aveva trovato una tuta bordeaux ad uso degli operai della ruota.
Bingo.




“Akai-san,se continuano così è finita!” Urlò Conan mentre cercava di ripararsi dai colpi che i cecchini dell’organizzazione continuavano a sparare a raffica.
“Non vedo nulla ragazzino,non posso mirare,dannazione!” Imprecò Shuichi Akai mentre pensava a come poter uscire incolumi da quella situazione.
Un pensiero sfiorò la mente del giovane agente,un pensiero su una bambina ramata in mezzo a quella pioggia di pallottole.
Lo ricacciò immediatamente. No,lei era al sicuro a casa con i suoi amici,ne era certo.
Non sarebbe potuto essere altrimenti. Non sarebbe dovuto essere altrimenti.
Non le succederà nulla, Akemi. Lo giuro su tutto ciò che ho.
Alla sua destra,irraggiungibile a causa del crollo del pavimento,c’era Amuro accucciato per cercare di lenire il dolore causato dai colpi che lo avevano colpito. Era buio pesto,ma Shuichi poteva vedere perfettamente il sangue che macchiava in più punti la maglia bianca del ragazzo e quella visione lo tormentava ancora di più.
Sapeva di dover fare qualcosa e alla svelta,ma cosa?
“Shuichi! Conan! Dove siete?” Si sentì gridare da sotto di loro. I due si sporsero in tempo per vedere la figura snella di Jodie accucciarsi per terra,con le spalle coperte da un muro,mentre con la mano destra sorreggeva la spalla sinistra,segno che doveva essere stata colpita.
“Jodie-san siamo qui!” Urlò il ragazzino preoccupato per le sue condizioni.
Lui e Akai saltarono sulla rampa inferiore e raggiunsero la donna molto velocemente. Appena le fu di fronte Akai le spostò la mano dalla spalla per rendersi conto dell’entità del danno. Dalla ferita usciva molto sangue ma fortunatamente era un taglio superficiale,quindi nulla di mortale.
Tirò fuori un fazzoletto e,dopo aver aiutato Jodie a togliere la giacca,lo arrotolò e lo strinse attorno alla spalla lasciata scoperta dal maglioncino smanicato della donna.
“Così dovrebbe andare” Concluse alla fine. Jodie lo guardò e sorrise “Grazie,Shu”.
Il suo sorriso,però,presto si tramutò in una smorfia contrariata quando il suo sguardo saettò fuori all’elicottero che continuava imperterrito il suo attacco.
“Come possiamo fermarli? Se continuano così di questo posto,a breve,non rimarrà più nulla”.
Shuichi scosse la testa “Non lo so,è troppo buio e non riesco a mirare. Non ho idea di come fermarli” affermò maledicendosi dentro di sé.
Avrebbe davvero lasciato carta bianca a quegli uomini?
D’improvviso si sentirono gli spari cambiare direzione e dirigersi molto più in basso rispetto a dove loro si trovavano.
“Che succede?” Domandò Jodie,rimessasi in piedi.
“Hanno creato un diversivo” le rispose Conan mentre pensava a chi avesse potuto compiere un’azione del genere.
Shuichi parve leggergli nel pensiero “Tu pensi che sia..”
“Curacao,certo. Deve aver recuperato la memoria” completò il bambino.
Se da un lato il diversivo creato dalla donna era stato un bene perché adesso loro si sarebbero potuti spostare in relativa tranquillità,dall’altro lato Shinichi Kudo non poteva che essere preoccupato. Era chiaro che la donna fosse una traditrice, e tutti sapevano bene il destino che quegli uomini riservavano ai loro traditori. Quanto ci avrebbero messo a colpirla e mandarla all’altro mondo?
“Akai-san,io scendo ad aiutarla. Tu intanto trova una fonte di luce per colpirli” affermò il bambino e,senza dare agli altri alcuna possibilità di replica,si lanciò verso le rampe inferiori.
“CONAN-KUN,NO!” Gridò Jodie cercando di fermare il bambino. Poi,una volta visto che lui non aveva alcuna intenzione di tornare indietro ed era già troppo lontano per essere raggiunto,sbuffò spazientita “Perché deve sempre fare l’eroe?”.
“Non pensarci adesso,cerchiamo piuttosto un modo per fermarli,altrimenti a breve di tutto questo rimarrà ben poco” la rimbeccò Akai,sorreggendola da un fianco.
“Non puoi colpire l’elicottero?” Gli domandò allora la donna.
“No,è troppo buio e mi serve una fonte di luce,altrimenti rischierei di sbagliare mira e a quel punto per noi sarebbe la fine”. “Akai! Ho trovato una soluzione!” Esclamò a quel punto Amuro dal pieno superiore,mostrandogli la borsa. 



Ancora con l’affanno dovuto alla trasformazione Shiho,dopo essersi coperta la testa con il cappuccio della tuta,riuscì ad arrivare al cubicolo che ospitava i bambini.
Si calò senza difficoltà dal cunicolo che lo collegava all’interno della ruota e lì trovò i tre bambini rannicchiati in un angolo in preda alle lacrime. Ayumi fu la prima ad alzare lo sguardo e a vederla
“Ma lei…lei è..”
“la ragazza del bosco” concluse ammaliato Mitsuhiko.
Quelle frasi fecero sorridere la ragazza che rimaneva sempre più stupita dall’ingenuità di quei bambini,ingenuità che lei non aveva mai avuto modo di provare.
“Svelti,devo portarvi fuori di qui” Affermò subito dopo,determinata a farli uscire incolumi da quel cubicolo mortale.
“Non sappiamo come fare,abbiamo provato ad entrare nel cunicolo ma è troppo grande anche per me” Borbottò Genta incrociando le braccia.
“Vi porterò io uno ad uno” Ribadì la giovane prendendo in braccio Ayumi. Si arrampicò nel cunicolo con la bambina allacciata al collo e la mise a sedere su una rampa riparata dai colpi. Fatto ciò ripetette la stessa azione portando in salvo Genta e poi scese nuovamente a prendere Mitsuhiko.
Mentre risaliva con lui in braccio,tuttavia,lo sentì sospirare.Una volta che lo ebbe poggiato sulla rampa,il bambino le allacciò nuovamente le braccia al collo e le lasciò un bacio sulla guancia per poi dire “Grazie,Ai-chan” ed allontanarsi per raggiungere i suoi amici.
A quelle parole Shiho rimase di sasso. Come diavolo aveva fatto a riconoscerla? Tuttavia decise di non pensarci per il momento,e dette la priorità alla salvezza dei bambini.
“Bambini non muovetevi di qui per nessun motivo al mondo. Riparatevi dietro il muro e aspettate in silenzio i soccorsi,sono stata chiara?” Affermò guardandoli severamente.
“Chiarissima” risposero loro in coro.
Shiho fece per allontanarsi quando sentì la voce di Ayumi chiederle di fermarsi e poi domandare “Possiamo sapere il suo nome?”
La ramata si voltò verso di loro e sorrise. “Mi chiamo Shiho” concluse,prima di sparire nel buio.



Conan correva a perdifiato senza smettere di cercare con il radar negli occhiali la figura di Curacao. Sapeva di essere sempre più vicino dal momento che la raffica di colpi si faceva sempre più opprimente,ma al tempo stesso si rammaricava di non riuscire ad individuare neanche l’ombra della donna per poter intervenire e proteggerla.
Dopo un po’ fu costretto a fermarsi poiché tutti i suoi arti reclamavano pietà e nei suoi polmoni sembrava non essere rimasto neanche un filo d’aria. Appoggiò la fronte alla parete nel tentativo di avere un po’ di sollievo e fece per chiudere gli occhi quando notò,con la coda dell’occhio destro,un movimento sotto di lui.
Si scostò con uno scatto e finalmente riuscì ad individuare la figura della donna dai capelli argentei che correva sulla rampa proprio sotto di lui mentre i colpi di quelli che dovevano essere Chianti e Korn sembravano non avere alcuna intenzione di darle tregua. Iniziò a correre anche lui fino ad essere sicuro di aver superato la donna,poi scese di sotto,ben attento a non farsi vedere,e quando lei gli fu arrivata davanti la prese per mano e si lanciò con lei nella rampa sottostante. Curacao era livida,ferita in più punti e visibilmente stanca e Conan dubitava fortemente avrebbe resistito ancora per molto. “Cosa ci fai qui,ragazzino?” gli domandò la donna con la poca voce che aveva,sorpresa di vederlo lì.
“Cerco di salvarti la pelle,o preferisci che loro ti prendano?” ribattè Conan cercando una via di uscita da quella pioggia infuocata. Gli uomini dell’organizzazione sembravano averla persa di vista,ma sapeva che non ci sarebbe voluto molto tempo prima che la individuassero di nuovo sul radar.
La donna sorrise,quasi intenerita,poi lo afferrò all’improvviso e si lanciò di sotto con lui. Caddero per parecchi metri e Conan temette davvero che quel salto nel vuoto non avrebbe avuto una fine,fino a che la donna non si fermò su una balaustra quasi distrutta ma abbastanza riparata.
“Rimani qui nascosto e non ti daranno fastidio” affermò lei dopo essersi appoggiata contro la parete per riprendere fiato. “Ma io non voglio restare nascosto,voglio aiutarti! Anche se sei stata una di loro non sei malvagia,non meriti che ti venga fatto ciò che loro vogliono farti. Permettimi di aiutarti” la pregò il bambino.
Curacao rimase colpita da quelle parole,poi un lampo di comprensione le balenò negli occhi e sul suo viso si formò un sorriso malinconico.
“Mi dispiace,piccolo. Non posso permettertelo”.
Poi il suo sguardo cambiò e diventò mortalmente serio.
“Sta attento a non farti prendere,non devono scoprire chi sei”continuò,e sul volto del bambino si formò un’espressione di puro stupore. Possibile che?
Curacao rise di gusto davanti a quella faccia,poi si abbassò al suo livello e gli bisbigliò nell’orecchio: “ Buona fortuna,Shinichi Kudo”.
Detto ciò si sollevò e si lanciò nuovamente nel vuoto,e Conan Edogawa sentì dentro di sé che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista. “NO,CURACAO!”
Il bambino era ancora piegato sulla balaustra per chiamare la donna quando sentì questa cedere,tuttavia non riuscì a trovare nulla a cui aggrapparsi e sentì i suoi piedi rimanere privi di appoggio. Chiuse gli occhi,preparandosi al peggio,quando improvvisamente sentì una mano afferrarlo e,immediatamente dopo,una base sotto di sé.
Aprì quindi gli occhi,stupito,ma appena vide il volto del suo salvatore e la sua espressione sorniona non riuscì ad intrattenere la sua incredulità e,al tempo stesso,anche la sua rabbia. “CHE DIAVOLO CI FAI TU QUI?” 



“Pensate che sia finita?” Domandò Ayumi non sentendo più colpi provenire dall’esterno.
“Spero di si,voglio uscire di qui alla svelta. Il mio stomaco brontola da ore” si lamentò Genta con una mano a massaggiarsi lo stomaco.
La ragazzina alzò gli occhi al cielo ed esclamò “Oh,Genta! E’ mai possibile che tu pensi solo a mangiare?”. Il bambino in questione,sentendosi preso in contropiede, si grattò la nuca con fare colpevole.
Nel frattempo Mitsuhiko era rannicchiato in un angolino e rifletteva tra sé e sé. Possibile che quella ragazza fosse davvero Ai-chan? Ne aveva avuto il sospetto da quella volta in cui era comparsa a salvarli nel bosco,ma si era detto che non era possibile. Poco prima invece,tra le sue braccia,ne aveva avuto quasi la conferma per l’odore di rosa che gli aveva invaso le narici,e poi lei era parsa sorpresa quando lui l’aveva chiamata con quel nome.
Che fosse davvero così? Certo,l’ipotesi rasentava il paradossale,ma d’altro canto quando mai Ai-chan si era pienamente comportata come una bambina normale? Sempre un passo davanti a loro,distaccata e restia a mostrare affetto come se conservasse dentro un grande dolore che nessuno ad 8 dovrebbe neanche lontanamente immaginare.
Eppure lui sapeva che c’era dell’altro che lei nascondeva con cura,dei sentimenti profondi nei confronti di coloro che la circondavano che raramente dimostrava. In fondo ciò che più gli piaceva di quella bambina era forse l’impossibilità di capire appieno ciò che le frullasse nella testa.
In ogni caso tutto ciò non era importante in quel momento,poiché quella ragazza,a prescindere dalla sua identità,era in quel pandemonio a rischiare la vita e questo lo agitava non poco.
“Mitshuhiko? Stai bene?” Gli chiese Ayumi interrompendo lo scorrere dei suoi pensieri.
“Certo,non preoccuparti.” Le rispose lui,sorridendo per tranquillizzarla.
Detto ciò il ragazzino si alzò ed esclamò “Io non intendo restare qui un minuto di più”per poi iniziare ad incamminarsi.
Gli altri due bambini si guardarono senza capire,poi dopo aver visto che le intenzioni del bambino erano serie,Genta lo richiamò ed urlò “Cosa credi di fare?”.
Mistuhiko senza neanche fermarsi o voltarsi,rispose “Semplice,vado a cercarla”.
“Ma lei ci ha ordinato di rimanere qui” obiettò Ayumi,spaventata.
“Rimani pure qui,se preferisci. Io non intendo lasciarla sola in quel putiferio” concluse il ragazzino,stizzito.
Ayumi e Genta tornarono a guardarsi,per poi alzarsi ed inseguire l’amico urlando “Aspettaci,veniamo con te!” 



“Colpita e affondata!” Gioì Chianti dall’interno dell’elicottero dopo aver visto Curacao cadere dalla balaustra colpita dalla loro pioggia di colpi. Vodka ghignò soddisfatto,imitato da Korn. Gin,intanto,sembrava pensieroso.
“Un momento,che diavolo è quella roba?” Esclamò la donna un attimo prima che qualcosa colpisse il mezzo con forza.
Gin si voltò di scatto ed adocchiò un cecchino che si nascondeva dietro un muro.
Fortunatamente per loro il colpo non sembrava aver fatto grandi danni al mezzo che Chianti riuscì a ristabilizzare dopo poco.
“Capo,possiamo tornare alla base?”Domandò poi Vodka rivolto a quest’ultimo.
A quel punto l’uomo dai capelli d’argento sollevò lo sguardo e mostrò un sorriso inquietante. “Non ancora,Vodka. Adesso i giochi si spostano sulla ruota. Korn,Chianti occupatevi voi dell’atterraggio”.
Il suo compagno lo guardava perlpesso.
“Capo,non capisco. Abbiamo portato a termine il nostro piano,Curacao è morta. Perché adesso dobbiamo scendere sulla ruota? E poi questo posto è pieno di sbirri,non sarà rischioso esporsi?”.
“Infatti sarò solo io a scendere,voi monitorerete la situazione da qui” Rispose Gin,aprendo lo sportello dopo il cenno di assenso ricevuto da parte di Chianti.
“Capo io ancora non capisco,cosa ci vai a fare sulla ruota?” Chiese ancora una volta Vodka che non riusciva davvero a comprendere le strane intenzioni del suo capo. D’altronde era sempre stato chiaro a tutti che la sua prerogativa non fosse l’arguzia.
Gin ghignò nuovamente prima di affermare “Vado a spiegare a quei ragazzini di non immischiarsi in cose più grandi di loro” per poi saltare ed atterrare direttamente sulla ruota.
Vi è piaciuto giocare con il fuoco?



 “Cosa sta succedendo?” Bisbigliò Jodie all’orecchio di Shuichi.
“Il nostro colpo non sembra aver dato l’effetto desiderato e adesso Gin sta venendo a compiere una spedizione punitiva. Un classico” rispose lui,senza perdere d’occhio il suo acerrimo rivale.
“Che crede di fare da solo contro di noi?” Domandò scettica la donna,vedendo l’elicottero avvicinarsi sempre più alla ruota. Akai ghignò,ancora una volta stupito dell’innocenza di Jodie
“Ma lui non è affatto solo. Se qualcosa dovesse andare storto i suoi amichetti lì non ci impiegherebbero più di un secondo a riprendere con la loro pioggia di colpi,questa volta in maniera ancora più mirata,e a quel punto ciao ciao pianeta Terra. D’altro canto credo di avergli danneggiato il sensore,quindi per un po’ non dovrebbero essere in grado di individuarci. Non che questa sia una consolazione,ovviamente”.
Si voltò verso la donna e quasi gli venne da ridere a guardare la sua espressione orripilata,poi però guardò oltre,intercettando lo sguardo di Amuro,e a quel punto si ricordò di qualcosa di importante.
“Per quanto io non veda l’ora di conficcargli una pallottola sulla fronte dovrò rimandare,non può trovarci qui adesso. Non è il momento giusto per fargli scoprire che sono ancora vivo e che ruolo gioca Amuro,siamo già abbastanza svantaggiati”. Detto ciò si avvicinò al ragazzo e,sotto il suo sguardo sorpreso,lo sollevò reggendolo da un fianco,poi si voltò verso Jodie e le domandò:“ Credi di farcela da sola?” .
Al cenno di assenso della donna si mise il ragazzo in spalla,incurante delle sue proteste stizzite.
“Allora svelta,scendiamo”,disse prima di correre e lanciarsi verso la rampa inferiore e dirigersi verso l’uscita più vicina. Avremo modo di divertirci un’altra volta,Gin. Stanne certo.



“Mitsuhiko-kun,fermiamoci per favore” Esclamò Genta allo stremo delle forze mentre cercava di seguire il passo del suo amico che non sembrava assolutamente propenso a sentire le sue parole.
“Neanche per sogno” Rispose di fatti lui,aumentando addirittura il passo.
Ayumi lo guardò contrariata “Mitsuhiko, Genta ha ragione. Dovremmo fermarci”.
Quando vide che questa ipotesi non era neanche lontanamente contemplata nella mente dell’altro piantò i piedi per terra e le mani sui fianchi con fare minaccioso.
“Mitsuhiko fermiamoci. Quello che stiamo facendo non ha senso! Camminiamo da un’infinità di tempo senza una meta specifica,al buio e con dei pazzi che potrebbero riprendere a sparare da un secondo all’altro. Shiho-san ci aveva fatto promettere che non ci saremmo mossi e invece noi l’abbiamo fatto. Non hai pensato che così facendo potremmo cacciarci in qualche guaio e metterla in pericolo?”.
Mitsuhiko si fermò,ma non dava segno di cedimento. Era determinato a trovare quella ragazza e a metterla in salvo,nonostante tutto. Non appena si fu fermato,tuttavia,notò un rumore di passi.
Spense immediatamente la luce dell’orologio,tese le orecchie e si acquattò contro il muro.
“Insomma vuoi rispondermi?Sto parlando con te!” Esclamò Ayumi dopo aver notato che il suo interlocutore non stava prestando alcuna attenzione alle sue parole. Questo,d’altro canto,si voltò di stacco e le fece segno di tacere e poi incitò i suoi amici ad imitarlo. Tutti e 3 si sistemarono contro il muro,in silenzio,con le orecchie ben aperte.
Erano giunti ad una specie di bivio ed intorno a loro era tutto sempre meno buio poiché all’esterno erano state accese nuovamente le luci ed i muri attorno a loro erano sempre più squarciati man mano che proseguivano i metri,segno che si stavano avvicinando al luogo dello scontro. I passi sembravano arrivare dalla strada alla loro destra.Erano pesanti e lenti,come se qualcuno stesse camminando con circospezione.
Ad un tratto sentirono un telefono squillare,i passi fermarsi ed una voce cupa e fin troppo vicina rispondere.
“Si? Si sono io. No,qui non c’è nessuno,se la saranno dati a gambe non appena avranno visto l’elicottero avvicinarsi. Che delusione,pensavo di avere a che fare con qualcuno di più intraprendente ma a quanto pare mi sbagliavo.”
Ci fu qualche attimo di silenzio e poi l’uomo riprese “Ah si? Il radar è fuori uso? Poco male,tanto qui dubito sia rimasto qualcuno. Sistematevi all’esterno,sto arrivando”.
Mentre diceva queste parole,tuttavia,Gin sentì un movimento provenire dalle spalle,quindi si voltò,fece un paio di lunghe falcate ed illuminò la fonte di quel rumore. Subito un ghigno si formò sulle sue labbra.
“Vodka,dammi qualche minuto in più. A quanto pare qui qualcuno c’è ancora” affermò a telefono mentre sotto la sua torcia tre bambini si stringevano tra loro terrorizzati.
L’uomo chiuse la chiamata senza togliersi dal volto il suo sorrisetto inquietante,poi affermò: “Bene,bene. Cosa abbiamo qui? Dei mocciosetti che si sono infilati in qualcosa più grande di loro. Vediamo un po’,cosa dovrei farne di voi?”.
Fu Mitsuhiko a riuscire a reagire e porsi a difesa dei suoi amici.
Scattò in avanti e urlò “Non avvicinarti e lasciaci andare!”.
Gin rimase sorpreso da tale coraggio,quindi si abbassò al suo livello per guardarlo dritto negli occhi. “Però,ne hai di fegato. Pensavo saresti scoppiato a piangere come la tua amichetta” disse,alludendo ad Ayumi che nascondeva il volto rigato dalle lacrime dietro la spalla di Genta.
“Peccato però” continuò l’uomo uscendo una pistola e puntandola alla fronte del bambino “che questo non sia abbastanza da salvarti la pelle. Mi spiace moccioso,nulla di personale. Ci si vede all’altro mon-“. Prima di concludere la frase sentì qualcosa alle sue spalle e si voltò improvvisamente giusto in tempo per ricevere un calcio in pieno viso e poi un pugno sullo stomaco da una ragazza dai capelli castani sbucata dal nulla.
“RAN!” Esclamarono felici i bambini nel vederla.
“Ran! Stai bene?” Chiese un’altra ragazza arrivando dalle spalle dei bambini e ponendosi tra loro e l’assassino biondo. Gin,che si era trovato per terra,approfittò di quella situazione per sollevarsi di scatto,dare una gomitata nello stomaco a Ran e,nel mentre,puntare l’arma verso Kazuha che era alle sue spalle,nella traiettoria dei bambini.
“Non un solo passo,o li ammazzo tutti.” Affermò poi,rivolto alla ragazza per terra che cercava di rialzarsi a fatica.



Ran si trovava con Sonoko all’interno dell’acquario e guardava,sgomenta,la ruota panoramica buia e presa d’assalto da una raffica infinita di colpi lanciata da un elicottero.
“Ti prego fa che i bambini non siano lì dentro” Aveva pregato l’erede Suzuki pensando ai 3 ragazzini che avevano insistito tanto per tornare su quella ruota.
“RAAAN!” Le due ragazze si erano voltate in contemporanea dopo aver sentito tale urlo e si erano trovate davanti una Kazuha ansante che doveva aver corso molto prima di raggiungerle.
“Kazuha,che ci fai qui?” Le aveva domandato stupita una volta che furono una di fronte all’altra.
L’altra l’aveva guardata spaventata e aveva spiegato:“ Ero qui per un appuntamento con Heiji. Eravamo proprio qui fuori quando è scattato l’allarme e le guardie ci hanno detto di entrare qui perché saremmo stati al sicuro,lui però ha visto Conan entrare dentro la ruota e,dopo avermi fatta entrare qui,l’ha seguito”.
“Che cosa?Conan è lì dentro?”Aveva quindi chiesto Ran con il terrore negli occhi,voltandosi verso la ruota che era ancora sotto assedio. Dopo un momento di silenzio aveva fatto un cenno d’assenso fra sé e sé ed aveva iniziato a correre verso l’uscita.
“Vado a salvarlo,non lo lascio solo lì dentro!”Aveva gridato verso le sue amiche. Subito però aveva visto Kazuha iniziare a correre nella sua direzione e poi raggiungerla. Si erano guardate complici ed avevano raggiunto velocemente l’uscita 




“COSA DIAMINE CI FAI TU QUI?” Gridò Conan contro uno strafottende Heiji Hattori.
“Beh? È questo il modo di ringraziare qualcuno che ti ha appena salvato la pelle?” Rispose quest’ultimo,visibilmente seccato dal comportamento dell’altro che,però,non sembrava essere dello stesso avviso.
”Questo non ha importanza,voglio sapere come sei finito qui! Io ti credevo ad Osaka!”.
“Beh si dà il caso che io sappia come rendere felice la mia bella,al contrario di qualcun altro” iniziò il ragazzo del Kansai,beccandosi un’occhiata truce dal suo interlocutore “e che quindi l’abbia portata qui per l’inaugurazione di questo parco. Certo,i miei piani non prevedevano sicuramente il doverla abbandonare all’acquario per inseguirti all’interno di questa ruota e poi trovarmi sotto una pioggia di colpi,ma dato che ci sono voglio aiutarti”.
Conan ci pensò su,poi lo guardò e affermò “Qualsiasi cosa io dica tu farai comunque di testa tua,vero?”
L’altro,in tutta risposta,sorrise a 36 denti e il ragazzino alzò gli occhi al cielo.
“Bene,quindi,ti racconto tutto mentre torniamo dagli altri.”



“Ecco,così dovrebbe andare bene. Non è una soluzione definitiva,ma almeno per adesso dovrebbe bloccare la fuoriuscita di sangue” affermò Akai osservando le fasciature che aveva creato per tamponare le ferite di Jodie ed Amuro.
Aveva dovuto sacrificare interamente la giacca della donna per farle dal momento che non disponevano di altro,ma pur essendo rudimentali sembravano essere molto funzionali dato che entrambi stavano ricominciando a muoversi abbastanza liberamente.
“Adesso però voi dovete andar via di qui,non siete in grado di affrontare uno scontro nelle vostre condizioni” disse l’uomo,dopo averli osservati attentamente ed essersi messo in piedi.
“Non ci pensare nemmeno,Shu! Non puoi andar lì ad affrontarli da solo,anche perché hai detto tu stesso che non è il caso che ti vedano adesso!” Sbottò Jodie,a cui le intenzioni dell’uomo non piacevano affatto.
Shuichi la guardò con volto inespressivo,e poi ribattè “So di averlo detto,ma purtroppo scappare non è nella mia indole. Prima la mia prerogativa era quella di portarvi in salvo,ma adesso siete entrambi al sicuro e molto vicini all’uscita della ruota. Non c’è motivo che mi spinga a nascondermi ancora,l’ho già fatto per troppo tempo” concluse,con fare malinconico. Jodie lo guardò e in quel momento fu sicura che i pensieri dell’uomo davanti a lei fossero rivolti ad altro,a qualcun altro per l’esattezza.
Qualcun altro che non era lei.
Questa consapevolezza le attanagliò lo stomaco.
“Non penserai che io ti lasci far tutto da solo per permetterti di essere osannato nuovamente come l’eroe che non sei” Affermò Amuro stizzito,che fino a quel momento era stato in disparte ad osservare la scena.
Iniziò ad avanzare verso Akai e continuò “Ci sono dentro quanto te in questa storia,non ci sto ad essere lasciato indietro”. Akai lo guardò furioso e gli mollò un ceffone in pieno volto che fece rimanere il biondo sconvolto.
“Perché devi sempre ragionare come un fottuto ragazzino? Sei un agente sottocopertura e prendi il tuo lavoro come se fosse una gara,un gioco per ottenere fama e rispetto,non è così? Beh,notizia del giorno: questo non è un gioco ed in palio qui ci sono delle vite. Non solo la mia o la tua,ma anche quelle delle migliaia di persone qui fuori e dovresti saperlo tanto quanto me. Se ti fai scoprire adesso tutta la tua copertura salta,e con essa parte delle possibilità che abbiamo di sbattere quei bastardi in gattabuglia. Più tempo rimangono in libertà,più aumenta il numero delle loro vittime. Ci arrivi,Rei,o hai bisogno di un disegno?”L'altro sbarrò gli occhi nel sentire il suo vero nome e si ritrovò incapace di dire anche una sola parola davanti a quel fiume che era uscito dalla bocca dell’agente dell’FBI che continuava a fissarlo in cagnesco. Dopo aver visto che le sue parole avevano ottenuto l’effetto sperato,Shuichi sistemò il fucile a tracolla sulla spalla ed iniziò ad avanzare verso l’interno della ruota.
“E comunque non posso permettere che un altro agente sotto copertura perda la vita per essere stato avventato,non me lo perdonerei” Affermò con tono leggermente malinconico,mentre camminava.
Il ragazzo che rispondeva al nome di Rei Furuya alzò nuovamente lo sguardo sull’agente,cogliendo appieno il riferimento all’uomo che quell’essere davanti a lui aveva brutalmente ucciso.
“Non è stato lui ad essere avventato,ma tu ad essere stato uno sporco assassino. Hai capito,Akai? Uno sporco assassino e ti assicuro che quando tutto questo sarà finito pagherai per ciò che hai fatto” Gridò rivolto alle spalle dell’altro,che nel frattempo si era fermato.
Si voltò verso di lui,lo guardò intensamente per qualche secondo e poi riprese a dargli le spalle e a camminare,incurante delle sue proteste.
“Assicurati che non faccia cazzate” sussurrò non appena fu accanto a Jodie,per poi sparire del tutto nell’oscurità. 



Ran,appena rimessasi in piedi,guardava con orrore la scena attorno a lei,mentre quell’uomo inquietante dai capelli biondi continuava a tenere sotto tiro sia Kazuha che i bambini. Aveva un aspetto tetro ma al tempo stesso conosciuto,era sicura di averlo già visto da qualche parte.
“A quanto pare quella di impicciarsi in qualcosa troppo grande è un’abitudine comune nei ragazzini di tutte le età” Affermò quest’ultimo,sorridendo in maniera sadica per poi avvicinarsi pericolosamente ai bambini.
Kazuha cercò di fare loro da scudo,mentre Ran fece uno scatto in avanti,ma Gin sollevò nuovamente l’arma e affermò “Un solo movimento,ricordate?”.
Le due giovani karateke furono quindi costrette ad osservare la scena inermi mentre l’uomo si poneva davanti a Mitshuiko,lasciandosi le due ragazze alle spalle e il corridoio da cui era uscito alla sua destra. Nonostante la posizione in apparenza strategica le due giovani avevano capito che quell’uomo faceva sul serio,e che qualunque tentativo per disarmarlo sarebbe stato molto rischioso per l’incolumità dei bambini che in quel momento erano sotto tiro.
Il biondo pose nuovamente la pistola sulla fronte di Mitsuhiko che,intanto,allontanava Genta e Ayumi con le sue braccia nel tentativo di farli rimanere alle sue spalle.
A quella vista l’uomo ghignò.
“Non preoccupatevi,bambini,il vostro amico sarà solo il primo. Lo sto premiando perché ha avuto il coraggio di tenermi in testa nonostante fosse solo un moccioso e in pochi ne sono capaci,ed è proprio per questo che lui avrà l’onore di non vedervi morire. Tu,invece,ragazzina troppo audace”affermò rivolto a Ran,senza neanche voltarsi “sarai l’ultima e li vedrai cadere uno ad uno per colpa del tuo gesto. E sta tranquilla che non sarà una morte indolore” concluse,con il suo ghigno inquietante a deformargli completamente il volto.
D’altro canto Ran era impallidita alle parole dell’uomo ed aveva cercato lo sguardo di Kazuha che era quasi in lacrime e che,come lei,stava sicuramente sperando che un miracolo arrivasse a salvarli.
Shinichi,dove sei? Salvaci prima che sia troppo tardi,ti prego.
Gin afferrò il bambino da un braccio e quest’ultimo iniziò a divincolarsi nel vano tentativo di fuggire alla sua presa. “Ragazzino,mi deludi. Pensavo avessi fegato ma sei più femminuccia della tua amica che piagnucola là dietro. Non pensare di sfuggirmi,io non sbaglio mai”.
A quella frase gli tornò in mente,senza motivo,la notte in cui aveva trovato Sherry all’Haido City Hotel e in cui non era riuscito a farla fuori,a discapito di quanto appena detto. Sorrise maligno.
“In realtà no,una volta ho sbagliato e mi sono fatto scappare dalle mani qualcuno di molto importante. Ma non commetterò di nuovo lo stesso errore,anche perché stavolta ho così tanti colpi da potervi fare fuori tutti e 5 almeno una decina di volte”. Improvvisamente però sentì qualcosa di freddo posarsi sulla sua tempia destra,e subito dopo una voce dire: “Io non ne ho così tanti,ma ti assicuro che per levarti dalla circolazione una volta per tutte sono più che sufficienti”.
Nonostante fosse in netto svantaggio il biondo si ritrovò a sorridere,maligno.
“Quanto tempo,Sherry”.



“Quindi quella di impicciarsi in questioni non proprie è una prerogativa di tutti i detective liceali,non un unicum del ragazzino con gli occhiali” Affermò Shuichi,ossevando con occhio critico le figure di Heiji Hattori e di Conan Edogawa che aveva trovato per caso durante il suo percorso all’interno della ruota panoramica.
I due ragazzi si guardarono,e poi il detective del Kansai intervenne. “Fino a prova contraria di detective liceale qui ci sono solo io”.
Akai rimase impassibile,mostrando la sua perplessità sulla veridicità di quelle parole semplicemente sollevando un sopracciglio. “Ci sei solo tu,certo” Disse,guardandoli con lo sguardo di chi,in realtà,la sapeva molto lunga.
I giovani investigatori,colti in fallo,abbassarono entrambi gli occhi sul pavimento imbarazzati,pensando ad un improbabile modo di rispondere per poter portare avanti la messinscena un altro po’.
Non ebbero tuttavia né tempo né modo per poter formulare una giustificazione plausibile,poiché delle voci concitate provenienti da uno dei corridoi della struttura catturarono completamente la loro attenzione.
Tutti e tre si voltarono di scatto verso il punto d’origine di quelle urla,che si facevano sempre più vicine e l’agente dell’FBI,dopo aver intimato ai ragazzi di non seguirlo per nessun motivo al mondo,si avvicinò al corridoio incriminato con passo spedito,caricando il fucile.
Ancora una volta però non gli fu dato il tempo di agire dal momento che,prima ancora che potesse puntare al possibile membro dell’organizzazione,le figure dei detective Boys e di Kazuha sbucarono dal buio e lo travolsero completamente,gridando ancora più forte alla vista dei tre che li guardavano allibiti.
“Ma cos..”Iniziò l’uomo,per poi venire brutalmente interrotto da Heiji che,furioso,si avvicinò alla ragazza e la strattonò senza alcuna delicatezza.
“Si può sapere che diamine ci fai qui dentro,idiota? Ti avevo raccomandato di rimanere al sicuro all’Acquario!” Le gridò contro,senza però riuscire ad incontrare il suo sguardo che era fisso sul pavimento.
Kazuha rimase immobile a sopportare improperi vari riguardo la sua sconsideratezza e avventatezza a testa bassa per qualche minuto,ma più il tempo passava e più la sua rabbia cresceva.
All’ennesimo idiota fuoriuscito dalla bocca del suo amico d’infanzia non ci vide più e,puntando gli occhi fissi nei suoi,rispose con altrettanta rabbia.
“Idiota sarai tu! Sono venuta qui dentro perché Ran era preoccupata per Conan,ma probabilmente ci sarei venuta comunque sapendo che tu eri in pericolo perché non ce l’avrei fatta a rimanere lì fuori mentre tu,con il tuo maledettissimo egoismo,ti facevi uccidere! Possibile che tu non lo capisca?”.
Il ragazzo del Kansai rimase senza parole,del tutto incapace di rispondere al contrario di Conan che,spostandosi tra i due,chiese con voce isterica: “Che cosa? Ran è qui dentro?”.
“Sì,e prima che questo decelebrato mi interrompesse stavo giusto per dire che dobbiamo correre ad aiutarla,perché in questo momento è tenuta sotto tiro” Spiegò la ragazza,già orientata a tornare indietro per aiutare la sua amica ora che i bambini erano in buone mani.
“Sotto tiro? E da chi?” Chiese Heiji,notando il pallore cadaverico che si stava facendo strada sul volto del bambino che sembrava non aver ancora assimilato del tutto quelle parole.
“Da un pazzo con i capelli platinati”.
Gin pensarono con terrore Conan e Shuichi,ma fu ciò che la karateka del Kansai aggiunse subito dopo che fece loro accapponare la pelle e li spinse a correre a perdifiato lungo i corridoi della ruota.
“In realtà teneva sotto tiro tutti noi,poi però è intervenuta una ragazza ramata che gli ha puntato una pistola alla tempia e Ran,approfittando della sua distrazione,mi ha ordinato di portare i bambini al sicuro”. 



“Avevo quasi dimenticato la tua faccia,Sherry. Sono contento che tu abbia deciso di farti viva proprio ora” Affermò Gin alla volta della ramata,sebbene la canna della pistola di lei avesse intensificato la presa sulla sua tempia.
“Taci Gin. Non ho tempo da perdere,lascia andare la ragazza” Ribattè Shiho,tenendo ben d’occhio l’arma dell’uomo in nero che era ancora puntata contro la karateka.
Nonostante avesse il coltello dalla parte del manico,sapeva perfettamente che Ran era ancora in pericolo poiché il platinato sarebbe stato in grado di sparare un colpo perfettamente centrato anche un attimo prima di morire.
“Mi piacerebbe accontentarti,tesoro,ma vedi io e questa ragazzina qui abbiamo un conto in sospeso. Mi ha aggredito alle spalle,come i peggiori dei vigliacchi,e lo sai cosa penso dei vigliacchi,Sherry”.
“Non è stata lei ad essere vigliacca,ma tu ad aver avuto i riflessi lenti. Che c’è, Gin? Inizi ad invecchaire anche tu? E dire che pensavo che questo concetto non vi fosse propriamente familiare.” Ironizzò la ramata,con un sorrisetto beffardo ad incorniciarle il volto.
“Vedo che non hai perso il tuo proverbiale senso dell’umorismo. D’altronde è sempre stata una delle cose che più mi piacevano di te”.
Shiho perse il sorriso e indurì la mascella.
“Adesso basta con questa pagliacciata. Te lo ripeto per l’ultima volta,lascia andare la ragazza”.
Il platinato rimase in silenzio per qualche secondo,e la scienziata per un fugace momento pensò davvero di essere riuscita a convincerlo. Mai errore fu più grave.
Quella flebile speranza infatti le fece distogliere per un secondo lo sguardo dall’arma dell’uomo per spostarlo verso Ran che,in tutto quel tempo,era rimasta immobile nella sua posizione ad ascoltare il loro scambio di battute.
Successe tutto in un attimo.
Vide la ragazza spostare gli occhi verso di lei con un’espressione di terrore e la sentì gridare “ATTENTA!”.
Si girò nuovamente verso Gin e a quel punto sentì un dolore fortissimo prima al volto e poi allo stomaco che la fece accasciare al suolo,segno che l’uomo aveva approfittato di quel momento di distrazione per colpirla con un calcio,seguito poi dal rumore di uno sparo.
Passato qualche minuto,non avvertendo la familiare sensazione di bruciore sulla pelle,comprese che quella pallottola non era destinata a lei e questa consapevolezza le fece spalancare gli occhi nonostante il dolore.
La scena che le si parò davanti agli occhi le fece accapponare la pelle.
Ran era a terra,e si teneva una gamba da cui usciva un rivolo di sangue mentre Gin,tornato ad avere il coltello dalla parte del manico,le puntava la pistola alla fronte pronto a finirla.
“Peccato,Sherry. Ci saresti riuscita se non avessi dimenticato chi hai di fronte e ,soprattutto, che se sbagli paghi. E i vigliacchi,tesoro,pagano sempre. Ma sta tranquilla,non appena avrò finito con lei ne avrò anche per te,sono mesi che sogno questo momento”.
La karateka sbarrò gli occhi,pronta alla fine,e il ghigno sul volto di Gin si allargò a dismisura.
Adorava vincere,e lui vinceva sempre.
Non vedeva l’ora di farla finita con quell’inutile ragazzina per potersi dedicare completamente alla sua adorata Sherry. L’aveva cercata per mesi senza sosta,battendo il Giappone palmo a palmo e sentendo la sua ira aumentare sempre più ad ogni buco nell’acqua,ragion per cui non riusciva ancora a credere che lei fosse uscita allo scoperto spontaneamente quando lui si era quasi arreso all’evidenza di averla persa.
Già si pregustava il momento in cui sarebbero stati soli e avrebbe sfogato sulla pelle pallida della ramata tutta la sua frustrazione di quei mesi,facendola soffrire lentamente per essere scappata da lui tanto da farle implorare pietà,prima di ucciderla.
Inebriato da questa prospettiva avvicinò maggiormente il dito al grilletto,guardò un’ultima volta la mora davanti a lui che continuava ad avere gli occhi chiusi,e sparò.
Un improvviso spostamento d’aria accanto a lui gli fece perdere un attimo la concentrazione e,quando guardò nuovamente dritto davanti a sé,al posto del cadavere della ragazzina trovò la figura della sua Sherry che,colpita allo stomaco,si accasciava lentamente al suolo.
Non ebbe tuttavia il tempo di comprendere come la situazione fosse arrivata a quel punto,come ci fosse finita Sherry lì,che sentì una scarica di colpi abbattersi sulla sua schiena,costringendolo a cadere al suolo inerte per la prima volta nella sua vita.
“Tieni gli occhi aperti,adesso chiamo l’ambulanza!” Diceva Ran piangendo nel frattempo,cercando di catturare l’attenzione sfuggente di Shiho la quale,dal canto suo,sentiva sempre più le forze venirle meno.
Vide a malapena le figure di Conan ed Heiji che si fiondavano a raggiungerla mentre Ran,ancora china su di lei,la incitava a tenere gli occhi aperti e a rimanere con lei.
Ad un certo punto credeva anche di essersi sentita chiamare Ai-chan,ma non era disposta a metterci la mano sul fuoco. Nonostante il dolore allo stomaco si trovò ad essere contenta di com’erano andate le cose; aveva passato la vita a creare farmaci fatti per uccidere ed era stato bello,per una volta,fare la parte dell’eroe,di quello che,al contrario,le vite le salva.
Le sembrò quasi di sentire la voce di Akemi che,felice,le diceva :”Sono così fiera di te,sorellina”.
Sorrise,e chiuse gli occhi.


Angolo Autrice
Hola gente! Come state? Non ci si vede da un po',in effetti.
Che dire,avevo questa shot in sospeso da quasi un anno,da ancora prima di "You're so much bigger.."(continuo a dare nomi troppo lunghi alle ff)e mi stava tormentando,quindi oggi ho deciso di finirale una volta per tutte. Spero vi piaccia!
Chi ha letto la long lo sa già,ma lo dico comunque per chi è nuovo: Shiho non è morta,è viva e vegeta quindi mettete da parte quei forconi,ahahah.
Scherzi a parte spero vi sia piaciuta.
A presto
Baci
Simo
  
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