Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=bABmeigD8SA.
Cap.21 Alle porte della città
John
controllò che il suo viso fosse celato dal
cappuccio davanti e si allontanò dal resto del gruppo,
mettendosi davanti a
loro.
“Non
mi è piaciuto il fatto che ci siamo dovuti
separare” si lamentò Bra. Goten, al suo fianco,
alzò il capo e fece un basso
fischio.
“Le
mura di cinta di questa città sono immense e di un
metallo che sembra indistruttibile, come quello dei film”
mormorò.
Trunks
si mise una mano sul fianco.
“I
cancelli saranno ugualmente giganteschi, ma
sembrano antichi. Non so, non sono di legno e oro? Forse sono
magici” disse,
indicando davanti a sé.
“Vedrete
che la città è un misto tra futuristico, per
voi anche alieno, e antico. Però, quando saremo dentro, non
nominate ‘mai’ la
magia. Ufficialmente è bandita” spiegò
Nappa.
<
Quante volte ho difeso quei torrioni. Se mio
padre sapesse che cosa sto facendo, per un saiyan considerato traditore
come
mio fratello, non mi vorrebbe sicuramente più tra i suoi
uomini > pensò
Kamhara, rabbrividendo.
Radish
si grattò un sopracciglio.
“Ed
è meglio che i saiyan che vengono da qui non
parlino. Diamine, se mia moglie scopre che sono qui, dopo essere
scappato di
nascosto, senza avvisare né lei, né nostro
figlio, mi uccide” bisbigliò.
Turles
nascose la bocca con la mano, ridacchiando.
Crilin
vide Vegeta correre e raggiungere il fratello.
Vetrunks
si affiancò alla madre e indicò le massicce
guardie al cancello, la loro stazza era il doppio di quella di Nappa e,
alcuni,
avevano delle profonde cicatrici su tutto il corpo.
“Ci
faranno passare?” domandò con voce tremante.
“Certo,
bambino mio” lo rassicurò Pan, controllando
che il figlio fosse ben nascosto da mantello e cappuccio.
John
si voltò verso una delle guardie.
“Vorremmo
entrare” spiegò, modificando la voce con i
poteri demoniaci.
La
guardia più grossa gli si mise davanti, stringendo
un fucile laser con entrambe le mani, indossava solo una casacca
marrone mezza
lacera, stretta in vita da una corda.
“Qui
passano solo saiyan e coloro che hanno il
permesso del re” ringhiò.
John
sentì un rivolo di sudore scendergli lungo il
collo.
<
Se anche non ci fanno passare, possiamo sempre
utilizzare il passaggio segreto. Però preferirei evitare.
Abbiamo abbastanza
occhi non amichevoli addosso, non vorrei agevolare i nostri nemici,
chiunque
essi siano, facendogli scoprire un punto debole della cittadella saiyan
>
rifletté.
“Siamo
la nuova servitù che era stata richiesta dal re
in persona” mentì.
<
Questo è realistico. A palazzo hanno sempre
bisogno di manovalanza, servi e mezzosangue. Soprattutto visto che non
ci sono
‘schiavi’.
Il
nome falso che mi sono dato rispecchia la realtà,
sarò servo nel palazzo in cui dovrei essere re >
pensò Vegeta.
“Dovete
essere mezzosangue. Perciò, nome, classe e
mansione come servitù” ordinò.
“Abbiamo
due cameriere, tre giullari di corte di cui
uno di sesso femminile, uno sguattero, un giardiniere, un piccolo
traduttore,
due cuochi, un addetto alla biblioteca e un inventore”.
Improvvisò John.
<
Non so cosa scegliere per mio fratello >
pensò.
“Io
sono un medico” disse Vegeta, rendendo più roca la
voce.
Le
guardie scoppiarono a ridere e quella davanti a lui
si abbassò, puntandogli contro il fucile.
“Dimostramelo”
ordinò.
John
impallidì ed indietreggiò.
<
Perché proprio medico? I medici saiyan sono
rarissimi persino tra i purosangue e quegli alieni non vengono chiamati
così,
ma sempre infermieri o guaritori > pensò.
“Io,
Pigeta Borkod, sono una terza classe di infimo
livello, non un guerriero, non c’è bisogno di
minacciarmi” disse atono Vegeta,
continuando a falsificare la voce.
La
guardia caricò l’arma, mentre le altre smettevano
di ridere.
“Dimostramelo”
gli intimò nuovamente il colosso.
<
Il saggio maestro Aedon mi ha insegnato bene >
pensò Vegeta. Levitò, mantenendo al minimo
l’aura e avvicinò il viso, nascosto
dal cappuccio, all’orecchio dell’interlocutore.
“Dalle
macchie che ti butterano il volto, posso dire
che da piccolo hai contratto la ‘varicella saiyan’.
Non è per niente comune ed
è difficile sopravvivere, ma lascia segni indelebili per
tutta la vita. Perciò,
anche se il tuo scouter è di seconda classe, la tua potenza
è alla stregua di
una terza. Ecco perché hai quel fucile, sei molto meno forte
dei tuoi uomini.
Ora, o ci fai passare, o potrei dire tutto questo ad alta voce.
Perderesti il
rispetto degli altri e alla prima rissa, e lo sappiamo che ci
sarà in qualche
bar, ci sono sempre, ti uccideranno. Vuoi finire i tuoi giorni in un
vicolo
lurido?” bisbigliò.
L’uomo
indietreggiò, rabbrividendo e sparò in aria.
“Muovetevi
ad aprire, hanno detto sicuramente la
verità!” sbraitò. Le altre guardie
scattarono, iniziando ad aprire le porte.
John
guardò il viso sudato del colosso e si voltò
verso il fratello, che gli atterrò accanto.
“Sei
incredibile” bisbigliò.
“Aprono!”
udirono gridare Goten.
“Allontanati”
ordinò Vegeta a John che ubbidì,
avvertendo una fitta al cuore.
<
Pensavo iniziasse ad accettarmi > pensò.
Vegeta
vide il pugno della guardia arrivargli contro a
rallentatore, irrigidì i muscoli del diaframma e
incassò il capo. Si lasciò
spazzare via dal colpo, controllando che il cappuccio non gli ricadesse
all’indietro e precipitò al suolo, fingendo un
grido di dolore.
“Ed
io che pensavo che non sapesse più fingere una
scena madre, ed invece” bisbigliò Radish.
“Alla
fine il nostro bambino non cambierà mai”
mormorò
Nappa con voce inudibile.