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Autore: channy_the_loner    11/08/2017    0 recensioni
Ogni storia d’Amore degna di essere raccontata comincia con il fiabesco C’era una volta.
Ma se vi parlassi di vampiri, spiriti, guerra, salvezza, maledizioni, sacrifici, tentazioni e paura, l’Amore sarebbe ancora così puro?
Loro non sono affatto innocenti fanciulle in attesa del principe azzurro; una giovane giornalista, una sorella protettiva, un’atleta ottimista, una superstiziosa combattente, una tenera fifona e una silenziosa malinconica, nient’altro che sei normali ragazze appartenenti a mondi totalmente diversi, ma accomunate dallo stesso Destino. Saranno costrette ad affrontare un viaggio attraverso l’Inconcepibile, dove tutto è permesso, per scoprire la loro vera identità; oltre il Normale, le certezze crollano e s’innalzano i dubbi, muri e muri di fragilità, ma dietro l’angolo ci sono anche motivi per abbatterli.
Si può davvero vivere per sempre felici e contenti, quando l’esistenza non è altro che un accumulo di dolore e lacrime? Quanto deve essere forte, l’Amore, per far nascere un sorriso nonostante tutto il resto? E infine, la Vita è un libro già scritto, o è il suo protagonista a prendere le redini del gioco?
-IN REVISIONE-
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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<< Prima che perda definitivamente la pazienza, puoi degnarti di spiegarmi perché questo sgorbio è in casa nostra? >>

<< Subaru, calmati. >>

<< Tu prima parla, poi decido se calmarmi o no. >>

Reiji sospirò pesantemente e si passò una mano sulla fronte, scostandosi una ciocca di capelli che gli ricadeva davanti al viso. La serata, per i suoi gusti, aveva preso una piega tutt’altro che piacevole, andando al di là di ogni suo calcolo e previsione; non avrebbe di certo potuto immaginare di ritrovarsi a correre dietro a delle ragazze fin troppo energiche e ficcanaso, alimentate dal fuoco del mistero, per poi ritrovarsi faccia a faccia con colui che credeva – sperava! – si trovasse oltreoceano.

<< L’ho incontrato all’obitorio per pura casualità. >> spiegò il secondogenito, accavallando elegantemente le gambe. << Ho deciso di condurlo fin qui per evitare di creare scandali dovuti alle cose che abbiamo da dirci. Ti basta o vorresti una descrizione più accurata dell’accaduto? >>

Subaru grugnì e, attraversando il salotto, andò ad appoggiarsi al camino, restando con le braccia conserte e l’espressione infuriata. Aveva appena fatto ritorno alla villa, dopo aver accompagnato Kin vicino a casa sua – era letteralmente stato costretto da quest’ultima, che aveva troppa paura di andare in giro da sola per via dell’orario –, e aveva trovato uno dei suoi fratelli maggiori in compagnia di un ospite totalmente indesiderato.

<< Sta’ zitto. Non voglio neanche sapere perché eri in un obitorio… >>

<< L’omicidio del sindaco ti dice qualcosa? Ah, giusto. Dimenticavo che eri troppo impegnato a farti la tua fidanzata per capire cosa stava succedendo. >>

<< TACI, HENTAI! >>

Laito rise, divertito, tenendosi il cappello con una mano e con l’altra premersi lo stomaco per evitare di piegarsi in due; era davvero esilarante, per i suoi gusti, vedere l’albino andare su tutte le furie per nascondere altri sentimenti!

<< Laito, non comportarti in questo modo orribilmente infantile, per cortesia. >>

<< Ma, Reiji-kun, io ho solo detto come sono andate le cose. Che cosa hai fatto per tutto il tempo, Subaru-kun? >>

L’ultimogenito sbuffò, mormorando di non immischiarsi nei suoi affari, per poi andarsene da lì; quel clima lo stava soffocando fin troppo, ne aveva abbastanza delle chiacchiere inutili dei suoi fratelli. Perché non erano amanti del silenzio? Perché non lo rispettavano mai? L’albino si ripromise di farla pagare a tutti; essere i più piccoli non significava essere i più deboli.

Azusa, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, soffocò una risata con una mano; possibile che i Sakamaki fossero stati sempre così buffi? Rivolse un’occhiata a Reiji.

<< Non ti scusi per il… comportamento… dei tuoi fratelli… come fai di solito? >>

<< È vero, i miei fratelli sono indisciplinati, tuttavia non ho niente di cui scusarmi con te. Anzi, ti pregherei di non essere così sfacciato nei miei confronti. >>

Azusa ghignò. << Non sei cambiato per niente… >>

<< Direi di non perderci in chiacchiere. Perché sei rimasto in Giappone? >>

Laito, nel frattempo, si mise comodo, sul divano, per godere al massimo la conversazione dei due.

<< Sono tornato da pochi anni, in realtà. Sono stato alla Corte del Re come mi era stato ordinato… Ma poi sono stato spedito da lui stesso in altre nazioni… >> spiegò Azusa, mentre con la mente ripercorreva gli avvenimenti degli ultimi venticinque anni. << Ci sono state delle complicazioni per il progetto che lui aveva in mente… Mi ha chiesto di tornare qui solo qualche anno fa, proprio per rimettermi in contatto con voi… >>

<< Perché non ci hai contattato subito? >> chiese Laito, sorreggendo il viso con una mano, il gomito puntato sul bracciolo del divano dove era accomodato.

<< Non mi avreste mai permesso di tornare da voi… senza un motivo preciso… Avevo deciso di stabilirmi per un po’, inserendomi nel giornale del posto… Vi avrei fatto visita approfittando della scoperta della vostra villa, ma poi la stesura dell’articolo è stata affidata a Yui-san… >>

Reiji si alzò dalla poltrona, dove era seduto, e fece qualche passo per avvicinarsi ad una delle enormi finestre che caratterizzavano il salotto. << Che progetto ha in mente Karlheinz? >>

Azusa restò qualche attimo in silenzio.

<< Il progetto riguarda due questioni importanti: la rivalità con il Mondo Parallelo e la successione al trono. >>

Reiji si voltò velocemente verso Azusa.

<< Il Mondo Parallelo? >> chiese Laito mentre il suo caratteristico sorriso malizioso lasciava spazio ad un’espressione seria.

L’altro annuì. << Sono decenni che il Mondo Parallelo e il Mondo dei Vampiri sono in contrasto… Ma negli ultimi anni le tensioni sono diventate più forti. Basterebbe una sciocchezza per far scoppiare una guerra di sterminio… >>

<< Questa sì che è una cattiva notizia. >> commentò il rosso, mettendo il broncio. << Reiji-kun, dici che dovremmo andare subito a corte? >>

Il secondogenito, però, rimase in silenzio. La situazione era molto più contorta di quanto ricordasse; avrebbe dovuto fare qualcosa al più presto e, per quanto odiasse ammetterlo, avrebbe avuto bisogno dei suoi fratelli.

<< Credo che sia giunto il momento di fare una riunione di famiglia. >>


***


Un forte odore d’incenso invase le narici di Yui e degli altri presenti alla funzione funebre; suo padre, Seiji, nelle proprie vesti da sacerdote, stava agitando lentamente il turibolo ai piedi della lapide, come per salutare definitivamente il defunto e augurargli un buon viaggio nell’Aldilà. Attorno a lui, alcuni familiari piangevano, altri restavano fermi, immobili, abbracciati, come per sorreggersi l’un con l’altro; altri ancora erano in ginocchio, con le mani giunte, pregando per il deceduto, mentre quelli più indietro rimanevano a fissare la scena, non lasciando trasparire nessuna espressione sui propri visi.

La bionda strinse maggiormente le spalle di Aya, che le stava accanto, per confortarla; non aveva aperto bocca durante tutta la funzione e aveva gli occhi gonfi e arrossati.

<< Puoi piangere. >> le sussurrò nell’orecchio.

<< Ho finito le lacrime. >> rispose Aya, facendo spallucce. In volto aveva un sorriso spento; i suoi occhi non avevano smesso per un secondo di osservare la foto a colori di suo padre, che spiccava sul marmo bianco della lapide.

Yui annuì, per poi fare il segno della croce appena vide due uomini iniziare a sotterrare la bara color mogano; di fianco a lei, per soffocare i singhiozzi, la madre di Aya e vedova del sindaco si premette sulla bocca il proprio fazzoletto di cotone bianco, decorato con alcuni disegni che richiamavano alla mente delle ortensie blu.

Seiji recitò alcuni versi della Bibbia, per poi chiudere il Libro Sacro e metterlo sotto braccio. << Kami-sama, accogli nel tuo abbraccio il nostro amico ormai defunto, Sakamoto Akihito, e fallo riposare nella pace eterna che solo Tu sai donare. Amen. >>

Tutti i presenti risposero con un “amen”, per poi fare l’ennesimo segno della croce. Poco a poco tutti se ne andarono, lasciando le condoglianze ai familiari del morto.

<< Vuoi venire a casa mia? >> chiese Yui ad Aya, la quale, dopo essere rimasta alcuni secondi in silenzio, per pensare, annuì.

Entrambe s’incamminarono verso la casa della bionda, per poi essere raggiunte da Selena e Tara. Il clima, quel giorno, sembrava essere in perfetta sintonia con i sentimenti e le emozioni dei cittadini di quel paese: le vaste nuvole che coprivano il cielo stavano per piangere, forse per tristezza, forse per sfogo, forse per consolare tutti coloro che erano in lutto; in lontananza non si sentiva nessun uccellino cinguettare né gente parlare. Era come se tutto si fosse improvvisamente fermato, forse per far memorizzare alla perfezione quei momenti ad ogni singolo cittadino.

Yui aprì la porta di casa sua e, togliendosi le scarpe, invitò le altre ragazze ad entrare, conducendole in salotto e facendole sedere sul divano, per poi rintanarsi in cucina con l’intenzione di preparare del tè. Odiava essere triste, era qualcosa che non le si addiceva per niente.

<< Come ti senti? >> chiese Tara ad Aya, per poi rendersi conto della stupidità della propria domanda.

La mora abbracciò uno dei cuscini presenti sul divano. << Manca da neanche ventiquattro ore, eppure mi manca già. >>

<< Ti capisco. >> disse Selena, venendo pervasa da un senso di malinconia.

Capiva, lei capiva benissimo. Non avrebbe mai potuto dimenticare quella sensazione straziante e angosciante che aveva percepito su tutto il proprio corpo anni addietro, quando la cruda verità era venuta a galla. Ingiustizie e bugie, solo quello aveva sentito dalle autorità; come avrebbe potuto fidarsi più delle forze dell’ordine e di coloro che avevano reso la legalità motivo per cui combattere? Dopo anni era giunta alla propria conclusione: la verità si comprava con i soldi, e più questi ne erano, più chi era di dovere avrebbe fatto il proprio lavoro. Altro che legalità, era solo una scusa per fare soldi, solo una giustificazione; percepiva il voltastomaco e una forte voglia di urlare quando ci ripensava.

A distrarla dai pensieri fu Yui che, rientrando nel salotto, aveva poggiato sul tavolino in legno il vassoio con quattro tazze di porcellana, una teiera fumante e una piccola ciotola contenente dello zucchero.

<< Come mai avete organizzato il funerale così in fretta? >> chiese Selena, per poi ringraziare Yui che, gentilmente, stava versando il tè nelle tazze.

Aya prese la tazza che le spettava, per poi soffiare sul liquido bollente. << Gli esperti sono stati veloci a fare l’autopsia e gli investigatori hanno lavorato tutta la notte per cercare indizi. Abbiamo voluto seppellire il corpo di mio padre così presto per potergli donare pace in fretta. >>

Le altre tre ragazze annuirono, comprensive.

<< Però ora è in un posto migliore, ne? >> disse Yui, tentando di mostrare alla mora un sorriso convincente.

<< Non lo so. >> rispose Aya. << Mio padre era strano. Passava le giornate nel suo ufficio e la sera rincasava molto tardi, tanto da dover riscaldare la cena. Questo suo comportamento stava mandando in frantumi il matrimonio con mia madre, eppure lui continuava a ripeterle di amarla. Non l’ho mai capito. >>

<< Non biasimarlo, era il sindaco. >> disse Tara. << Aveva dei compiti molto importanti da svolgere. >>

Aya sospirò. << Questo sicuramente, ma continuava ad essere così misterioso… >> Bevve un sorso di tè. << Una volta ho sbirciato in alcuni suoi documenti. Su alcuni di quei fogli veniva nominato un tizio, ma non ho idea di chi possa essere. Un certo Karlheinz. >>

Mentre Tara si rovesciò adesso un po’ del proprio tè – imprecando, poi, per essersi scottata –, Selena sputò tutto il sorso che aveva in bocca e Yui iniziò a tossire.

<< Ragazze, state bene? >>

<< Sei proprio sicura che il nome che hai letto sia Karlheinz? >>

Aya piegò appena la testa di lato. << Sì. Lo conoscete? >>

Yui fece per parlare, ma Tara la precedette. << È il nome di un personaggio di una fiction che trasmettono in televisione! >>

<< Sì, esatto! >> esclamò Selena. << Non perdo neanche una puntata! >>

Aya le guardò con in volto un’espressione confusa, ma poi si lasciò sfuggire una risata divertita. << Va bene, farò finta di credervi. >>

Yui fece una risata nervosa. << Scusaci tanto, ma è un segreto. >>

<< Tuttavia… >> fece Selena, per poi finire di bere, in un solo sorso, il contenuto della tazza che teneva tra le mani. << Dobbiamo scoprire perché Sakamoto conosceva Karlheinz. >>

<< Cosa hai intenzione di fare? >> le chiese Tara, mentre continuava a strofinarsi un fazzoletto umido sopra la maglietta macchiata di tè.

<< Ovviamente voglio indagare a fondo in questa faccenda. >> rispose la blu. << Aya, ti ricordi dove hai trovato quei documenti? >>

La mora sorrise appena. << Certo. >>


***


<< Erano in uno di questi. >>

Aya poggiò sulla scrivania dell’ufficio del sindaco una decina di raccoglitori, tre per volta, per poi asciugarsi il leggero strato di sudore che le aveva imperlato la fronte. Successivamente, prese uno degli schedari e lo aprì. << Inizio a controllare questo, voi prendetene degli altri. >>

Le altre tre annuirono e presero alcuni dei raccoglitori, cominciando subito a sfogliarli. Ogni singola pagina era piena di ideogrammi neri e piccoli, alternati da sigle in romaji o in inglese; in fondo ai fogli c’era quasi sempre una firma, se non due, e qualche stampo blu di un timbro. Contratti, fatture, attestati e campagne promozionali, ecco cos’erano.

<< Questi sono tutti documenti normalissimi. >> disse Selena, sospirando.

<< Eppure sono sicura di aver letto quel nome tra questi fogli… >> mormorò Aya, per poi riporre alcune fatture in un raccoglitore.

<< Ho trovato qualcosa! >>

Le ragazze si girarono in direzione di Tara che, con un enorme sorriso in volto, stava sventolando in aria alcuni fogli.

<< Cosa c’è scritto? >> chiese Yui, avvicinandosi alla rosa.

L’altra estrasse dal proprio marsupio una custodia per occhiali, per poi aprirla e indossare le sottili lenti da lettura.

<< Cavolo, è scritto in hentaigana. Però non è come il carattere originale, è più complesso… >> disse Tara. << Non capisco niente, a parte il nome “Karlheinz” al posto del mittente. Quindi è una lettera? >>

<< Non sai leggere l’hentaigana? Andiamo, come facevi ad avere una buona media a scuola? >>

<< Scusami tanto se non riesco a leggere una forma di scrittura del Novecento, per di più dialettale. >> sibilò la rosa, gonfiando le guance.

<< Però dovresti saper gestire gli hentaigana… >> mormorò Selena, con un sorriso malizioso in viso.

<< … Non sei divertente. >>

Yui scoppiò a ridere, cogliendo l’allusione fatta dalla ragazza dai capelli blu, per poi essere fulminata da un’occhiata omicida della rosa; Aya restò in silenzio, non capendo a cosa si riferisse Selena.

Sentirono bussare alla porta, che venne aperta senza che loro dessero il permesso per entrare; a fare capolino fu Azusa, seguito da Reiji.

<< Oh, ragazze, che ci fate qui? >> chiese loro, con il suo solito tono pacato.

<< Ricerche. Voi, piuttosto? >> rispose Selena, tentando di non mostrarsi stupita dalla presenza del secondogenito Sakamaki.

<< Abbiamo bisogno di consultare alcune carte. >> rispose Reiji.

Tara strinse con più forza i fogli che teneva tra le mani. << Ci siete solo voi due? >>

Reiji rise appena. << Non è il caso che ti preoccupi. Laito è rimasto a casa. >>

La rosa tirò un sospiro di sollievo e sorrise serenamente.

<< Azusa-kun, come fai a conoscere Reiji-san? >> chiese Yui, avvicinandosi di qualche passo ai due.

Azusa sorrise appena, abbassando la testa. << Scusami se non ti ho mai detto niente… Non volevo ti spaventassi… Però, poi, Reiji mi ha spiegato tutto… >> Fece una pausa e portò una mano su una spalla della bionda. << Sono un parente dei Sakamaki. Sono un loro cugino. >>

Yui, Selena e Tara spalancarono gli occhi, sconcertate da quella rivelazione; per tutto quel tempo avevano condiviso le loro giornate con un vampiro, senza rendersene conto?

<< M-Ma… Azusa-kun, tu non hai i… >>

<< Invece sì. Non ve ne siete mai rese conto? >>

<< Di cosa state parlando? >> s’intromise Aya, estranea a quella storia.

Reiji si schiarì la voce. << Non credo che questo sia il momento e il luogo giusto per parlarne. Affronteremo questo argomento questa sera. >> Poi si rivolse alla mora. << Vorrei fossi presente anche tu. >>

Selena camminò verso il secondogenito Sakamaki e gli si parò davanti. Puntò le mani sui fianchi. << Lei non c’entra niente, non fa parte di questa storia. Lasciala in pace. >>

<< Mi dispiace contraddirti, Milady, ma lei c’entra eccome. >> disse Reiji, mostrandole un ghigno.

<< Cosa vuol dire? >>

<< Il decesso del sindaco Sakamoto non è stato una morte qualsiasi. >> disse Azusa, rivolgendo uno sguardo ad Aya. << L’autopsia ha rivelato qualcosa di… anomalo. >>

Yui si portò una mano al mento. << Era già privo di vita quando gli hanno sparato. È questo che ci hanno detto stanotte? >>

<< Esatto. >>

<< Vuol dire che è stato avvelenato? >> chiese Tara, spostando gli occhi da Reiji ad Azusa.

Il vampiro con gli occhiali scosse la testa. << È morto sotto il colpo di un’arma da fuoco. >>

Aya sentì gli occhi pizzicarle, tuttavia da questi non uscì niente, neanche una lacrima. << Dove volete arrivare? >>

<< I proiettili erano d’argento. >> disse Reiji, con un’espressione impassibile.

Nella stanza calò il silenzio; un leggero vento caldo fece ondeggiare le tende della finestra, lasciata appositamente aperta.

<< Sakamoto Akihito era un vampiro e l’assassino lo sapeva. >>

 

 

 

Angoletto dell’Autrice!!

Finalmente ho ultimato questo capitolo! Che dire? *mangia un biscotto al cioccolato* Spero vi sia piaciuto.

Ayato: *fa finta di vomitare*

Come sei simpatico! *lo prende a padellate, ma non per finta* Che ne pensate? Siete rimasti sorpresi dalle rivelazioni presenti in questo capitolo? Fatemelo sapere con una recensione, e fatemi anche notare se ho fatto degli errori ;D

Ayato: Care lettrici, nelle recensioni avviate una campagna di protesta verso questo capitolo, mi raccomando.

E perché, scusa?

Ayato: Ovviamente perché il magnifico Ore-sama non fa neanche una comparsa u.u

… Sub-senpai, potresti prestarmi il tuo pugnale?

Subaru: Che ci devi fare?

Devo procurare dolore ad Ayato.

Subaru: Allora va bene *le dà il pugnale*

Grazie xD

Ayato: Un momento, non potete farmi questo! Sono più grande di voi due messi insieme.

E ‘sti cavoli?

Ayato: Reiji, lo stecchino occhialuto mi vuole accoltellare!

Reiji: *beve un sorso di tè* Gradirei non mi sporcaste la moquette nuova. Channy, ti dispiacerebbe pugnalare Ayato in giardino?

Okay, nessun problema ^^

Ayato: FUCK YOU, TABLE-WARE OTAKU! *scappa*

Reiji: Come mi ha chiamato?

TORNA QUI, OREO-SAMA! *lo rincorre*

Ayato: LAITO AIUTAMI, PORCO RICHTER!!

Laito: Scusami, Ayato-kun, ma non potrei mai mettermi contro la mia ragazza u.u

Ayato: KANATO!!

Kanato: Muori :D

Ayato: *piange e continua a correre*

L’Angoletto dell’Autrice si chiude qui a causa della mancanza d’intelligenza e serietà.

  
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