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Autore: benzodiazepunk    12/08/2017    2 recensioni
QUESTA STORIA E' IL SECONDO VOLUME DI UNA TRILOGIA, LA PRIMA PARTE LA TROVATE SUL MIO PROFILO AL NOME DI "SCAR"
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"Sorridi"
"Come?" Chiese Gerard senza capire cosa intendesse.
"Ti prego, sorridi, fammi un sorriso, uno di quelli veri" ripeté Frank appoggiandogli le mani sui fianchi.
"Come faccio a sorridere, così a comando..."
"Gee, tu mi piaci. Mi piaci veramente" affermò Frank in modo deciso. Ed ecco che Gerard al suono di quelle parole, si aprì in un largo sorriso, luminoso.
"Grazie" disse piano Frank.
"E di cosa?" Chiese Gerard mettendogli entrambe le mani tra i capelli dietro alla nuca.
"Per aver sorriso. Sai... io credo che non si possa conoscere veramente il volto di una persona finché non si vede il suo sorriso. Il suo sorriso vero, quello che esprime tutto in una frazione di secondo, quello largo e luminoso, quando puoi vedere tutti i denti. È quella l'espressione che determina il volto di una persona, il suo vero volto"
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Secondo capitolo della saga "SCAR".
Dopo aver lasciato Frank e Gerard in lite e sull'orlo dell'arruolamento... cosa accadrà?
!!! Storia NON mia, ma dell'utente MCRmichi di Wattpad !!!
Genere: Guerra, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'SCAR'
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SCAR 2 - WAR



 
"Sorridi"
"Come?"
"Ti prego, sorridi, fammi un sorriso, uno di quelli veri"


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CAPITOLO PRIMO


Frank aveva firmato il modulo per entrare nell'esercito col fiato sospeso. Dopo quei pochi secondi di apnea aveva preso velocemente la divisa che la donna gli aveva consegnato, il foglio con il materiale da procurarsi e si era allontanato dalla caserma rifugiandosi sul marciapiede della strada di fronte.

Si sedette appoggiando tutte le cose accanto a sé e si prese la testa tra le mani. Gli sembrava di vivere un sogno, anzi più che altro un incubo. Non si sentiva per niente lucido e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che aveva fatto una stronzata.

L'esercito, la guerra, la morte. Ma ci aveva davvero pensato bene? Non era forse stata una decisione stupida e frettolosa? Forse. Ma poi ripensò a quella che sarebbe stata la sua vita se non si fosse arruolato. Passare le giornate a svaligiare supermercati e a dormire su panchine non era proprio il suo sogno nel cassetto.

Allora forse aveva fatto bene. Forse.

Poi ripensò a Gerard. Di certo non avrebbe mantenuto la promessa. Figurarsi se quel figlio di papà avrebbe lasciato carriera e ragazza per arruolarsi. E perché mai avrebbe dovuto in fondo? Non gli doveva niente, e dopotutto Frank non avrebbe nemmeno voluto averlo ancora tra le scatole.

Questo era quello di cui cercava di convincersi.

La verità, anche se Frank non lo ammetteva, e forse neanche lo sapeva, era che Gerard era l'unica persona che gli fosse stata davvero vicina nell'ultimo periodo. Quando era con lui in un certo senso sentiva di essere a casa. Certo poteva sembrare stupido, ma era davvero così. Nonostante praticamente si odiassero, Gerard era la cosa più vicina ad un amico che Frank avesse. E averlo attorno lo faceva sentire bene, quasi al sicuro.

Ma tutto questo era nel subconscio del ragazzo, perché la sua parte cosciente era ancora scettica nei suoi confronti e non era pronto a fidarsi completamente di lui. Almeno non abbastanza da credere che si sarebbe davvero arruolato solo per seguirlo.

Poi ripensò anche al loro ultimo dialogo. Un po' gli dispiaceva per come aveva trattato Gerard. Dopotutto lo stronzo era lui: Frank aveva infranto il loro 'patto' rubandogli in casa. Gerard invece si era fidato di lui, e lui lo aveva deluso.

E poco prima Gerard si era offerto di ricominciare con lui, gli aveva addirittura teso la mano affinché lui la stringesse per ricominciare da capo la loro amicizia, ma lui non l'aveva stretta. Che stronzo. Era proprio uno stronzo. Frank si maledisse mentalmente almeno una decina di volte per il suo comportamento infantile.

Poi decise di scacciare questi pensieri, afferrò il figlio con le istruzioni e si mise a leggerlo. Questo era ciò che c'era scritto:

COSE DA PORTARE:

- Biancheria per 30 giorni
- Due paia di pantaloni 
- Due camicie 
- Cibo a lunga conservazione per emergenze ( 7 pasti - 1×G )
- Strumenti per l'igiene ( rasoio e forbici )
- Scarpe di ricambio

COSE FORNITE DALL'ESERCITO DEGLI STATI UNITI D'AMERICA:

- Due divise ordinarie + una divisa ufficiale
- Anfibi
- Gavetta 
- Sacco a pelo
- Attrezzatura di emergenza
- Attrezzatura da battaglia (specifica a seconda della destinazione del soldato)


Fantastico, pensò Frank. Di certo non sarebbe riuscito a procurarsi tutto. Intanto voleva vedere chi aveva davvero la biancheria per un cazzo di mese. E poi dove si comprava il cibo a lunga conservazione? E che diavolo era poi? Mangime per canarini?

Mentre pensava a queste cose una voce lo fece sobbalzare.

"Cosa ti manca dell'elenco?"

L'inconfondibile voce di Gerard gli fece immediatamente alzare lo sguardo.

"E poi che cavolo è il cibo a lunga conservazione, mangime per conigli?" Continuò Gerard.

A quest'ultima battuta Frank non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.

Gerard si stupì della risata di Frank, ma ne fu sollevato. Forse non era più arrabbiato come prima.

"Di certo non ho la biancheria per un mese" disse Frank tra le risate e alzandosi in piedi.

Ma poi realizzò una cosa. Cosa ci faceva lì Gerard? E come faceva a sapere il contenuto dell'elenco? Frank lo guardò e solo in quel momento si rese conto che il ragazzo teneva in mano una divisa e il suo stesso foglio.

"Ma che, sei scemo?!" Urlò Frank. "L'hai fatto! Ti sei arruolato davvero!"

"Allora non mi hai creduto. Pensavi che non ne sarei stato capace vero?" Domandò Gerard fingendo irritazione.

"Sinceramente non avevo il minimo dubbio che te ne saresti tornato alla tua vita. Tu sei tutto scemo" ripeté Frank squadrandolo ancora.

"Spero tu non ti sia arrabbiato troppo per questo" Gerard accennò alla divisa che teneva in mano.

"No, certo. Mi dispiace per te, solo questo Gerard" rispose Frank.

"D'accordo, ora basta con questi discorsi. Entrambi siamo adulti e abbiamo preso una decisione quindi non parliamone più ok? Piuttosto pensiamo a come procurarci questa roba" Riprese Gerard.

"Bè sono d'accordo" rispose Frank. Così raccolte le sue cose e allungò la mano verso Gerard, come per scusarsi del suo comportamento di prima. Gerard la scrutò per un attimo, poi la strinse forte. Aveva proprio una bella presa, pensò Frank.

Si sentiva entusiasta della nuova esperienza che stava per affrontare. 
Se poco prima era stato assalito dai dubbi, ora che Gerard lo aveva affiancato non aveva più nessuna esitazione. Forse aveva solo bisogno di un consenso e di una spalla su cui potersi appoggiare, ma ancora una volta questo era ciò che sapeva solo il subconscio di Frank.

"Allora, da dove cominciamo?" Chiese Frank allegro.

L'atmosfera ora era decisamente più rilassata. Nessuno dei due ragazzi sapeva spiegarne il motivo, forse era tutto merito di quella stretta di mano che aveva sancito un nuovo inizio, questa volta senza rancori.

Gerard sfoderò un grande sorriso alla reazione positiva di Frank, e a Frank la cosa piacque. Insomma, fino ad ora non avevano fatto altro che litigare e tra di loro c'era sempre stata tensione. Un po' per la maniera in cui si erano conosciuti, e un po' perché Frank era sempre stato ostile a causa della differenza che c'era tra di loro.

In ogni caso ora le cose sembravano cambiate. E in meglio.

Gerard si guardò intorno e Frank ipotizzò che stesse cercando un taxi.

"No no. Niente taxi. Si va a piedi!" Disse in modo risoluto e avviandosi verso il centro città.

"Dove vuoi andare per prima cosa?" Chiese Gerard un po' timidamente dopo averlo raggiunto correndogli dietro.

Frank ci pensò su un attimo per poi dire "Be suppongo che sarai tu a pagare..." e dicendo così arrossì leggermente. Nonostante fingesse sempre di essere così estroverso e a suo agio, in realtà si vergognava molto di doversi far pagare le cose da Gerard. Era umiliante.

"...quindi decidi tu" concluse guardando l'asfalto.

"D'accordo, allora che ne dici di risolvere la storia della biancheria?" 
Frank si girò per cercare lo sguardo dell'altro e vide che Gerard stava trattenendo una risata.

Che faceva? Lo prendeva in giro perché non aveva tante cazzo di mutande?

"Tranquillo! Nemmeno io ho così tanta roba" Riprese Gerard vedendo che Frank pensava che lo stesse deridendo.

I due camminarono in silenzio per un po', poi Gerard tirò fuori un pacchetto di sigarette, ne prese una e allungò il pacchetto verso Frank.

Cazzo. Lui non aveva mai fumato. Non aveva mai nemmeno provato. Non aveva mai avuto abbastanza soldi da potersi permettere di buttarne via comprandosi un costoso pacchetto di sigarette. Però avrebbe fatto una figuraccia se avesse rifiutato. Insomma, già Gerard era più grande di lui, quindi non poteva sembrare ancora più stupido e ingenuo.

Mentre Frank pensava a queste cose Gerard aveva continuato a tenere teso il pacchetto nella sua direzione, e i secondi stavano passando. Che fottuto idiota! Frank si maledisse altre cento volte. Ma che razza di coglione. Perché diavolo non aveva ancora preso quella dannata sigaretta?

Finalmente la sua mano si decise a muoversi e ad afferrarla.

A quel punto Gerard mise via il pacchetto e frugò nella tasca della giacca in cerca dell'accendino. Poi si infilò la sigaretta tra le labbra e se la accese, mentre con la sinistra riparava la fiamma dal vento.

Frank aveva osservato tutta la scena molto attentamente, cercando di ricordarsi ogni mossa per poi riprodurla. Almeno per cercare di non sembrare un completo idiota.

Gerard gli passò l'accendino e Frank notò che lo guardava con uno sguardo un po' interrogativo. Cercò di fare tutto come Gerard, ma per ben due volte la sigaretta rischiò di cadergli dalle labbra. 

Alla fine Frank riuscì ad accendere quel dannato coso. Gerard intanto stava inspirando ed espirando fumo dal naso mentre camminava tranquillamente. Frank tentò di respirare il fumo, ma come aveva previsto scoppiò in un attacco di tosse che sembrava non voler finire più.

"Cazzo!" Imprecò tra i colpi di tosse.

Gerard tirò un paio d'occhiate a Frank un po' in imbarazzo. Non voleva dirgli niente o fare battute: sembrava già abbastanza a disagio per conto suo.

Frank continuò a tossire per altri due minuti, e alla fine scagliò a terra la sigaretta e continuò a camminare tutto arrabbiato.

Non si parlarono più per il resto del tragitto, perché Frank era scontroso e Gerard non sapeva cosa dirgli per alleggerire l'atmosfera. Non era mai stato bravo con le parole.

"Guarda che non fa niente se non hai mai fumato" disse il più grande dopo qualche minuto, proprio mentre stavano per raggiungere il primo negozio.

"Già..." rispose Frank continuando a guardare il pavimento. Cazzo, quella era una delle peggiori figure di merda che avesse mai fatto.

Gerard varcò la soglia del negozio, e Frank lo seguì.

"Salve, posso aiutarvi?" Chiese una donna sulla sessantina tutta sorridente.

Gerard fu il primo a parlare, e anche l'unico visto che Frank era ancora imbronciato.

"Sì, avremmo entrambi bisogno di biancheria nuova per 30 giorni" rispose il ragazzo sorridendo. 

"Anche voi nell'esercito eh? Bè siete venuti nel posto giusto!" Riprese la donna avviandosi verso uno degli stretti corridoi del negozio.

Frank si sentiva un po' fuori luogo, non era mai stato in un negozio tanto lussuoso. Tutto l'arredamento era in mogano scuro, elegantissimo, che contrastava con il bianco delle lenzuola e delle stoffe pulite, e l'aria profumava di sapone Marsiglia.

Si guardò intorno, fece qualche passo nel negozio e alla fine tornò dietro Gerard.

Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, finalmente la donna tornò con una montagna di roba accuratamente posizionata sulle braccia per evitare che cadesse.

"Ecco qui cari. C'è tutto ciò di cui avrete bisogno. Mutande, calze e canottiere per 30 giorni esatti. Uno dei due set è bianco mentre l'altro è grigio chiaro, così non confonderete le vostre cose" disse allegramente. "Sapete... nel caso in cui doveste... condividere il bagaglio" concluse la donna visibilmente a disagio.

Frank lanciò uno sguardo interrogativo a Gerard, il quale lo guardò nello stesso modo.

Poi Frank capì.

"Oh no no no! No, assolutamente no! No! Noi non condivideremo... e noi non siamo... insomma... " Che idiota! Stava balbettando come un fottuto ragazzino.

"Oh no no! Noi non stiamo... insomma non stiamo insieme!" Affermò Gerard appena ebbe capito cosa aveva pensato la commessa.

"Cazzo ma la gente è malata!" Sussurrò Frank dopo che la donna ebbe alzato le mani in segno di resa. Gerard sgranò gli occhi. Poi la donna girò intorno al bancone e li fece pagare. Infine i due ragazzi presero i due sacchetti stracolmi e uscirono dal negozio.

Quando furono fuori Gerard lanciò uno sguardo a Frank, che era praticamente sconvolto.

"Ma che cazzo! Quella ci ha presi per due finocchi?" Frank scoppiò a ridere, perché la cosa gli sembrava più che assurda. Quella donna doveva avere dei seri problemi. Ma Gerard non sembrava essere molto a suo agio.

"Assurdo eh?" Continuò Frank.

"Già, pensa cosa direbbe mio padre se sapesse che qualcuno mi crede frocio" rispose Gerard.

"Ma che ti frega di quello che pensa tuo padre? Io l'ho trovato divertente. Insomma, non mi era mai successo" rispose Frank che era decisamente divertito.

"Hai ragione, e poi perché avremmo dovuto essere gay, solo perché siamo andati a comprare mutande insieme?" rispose Gerard in tono scherzoso. I due risero insieme, e Frank aveva già dimenticato la storia della sigaretta.

Passarono il pomeriggio in giro per negozi a comprare prima le cose che mancavano a entrambi, e poi quelle che mancavano a Frank, perché Gerard aveva insistito affinché potesse comprargli qualche vestito nuovo, almeno per sostituire quelli più malandati.

Alla fine si ritrovarono strapieni di sacchetti, ma almeno avevano tutto.

"Direi che siamo a posto" affermò Frank quando furono usciti dall'ultimo negozio. "Io ti restituirò i soldi... sai, col primo stipendio..." Continuò un po' in imbarazzo.

"Sì certo, non c'è problema" tagliò corto Gerard mentre camminavano verso casa sua.

"Grazie per l'aiuto, e ci vediamo... dopodomani dovrebbe essere il giorno della recluta" affermò Frank controllando sul foglio quando ebbero raggiunto il solito viale alberato.

"Bè, ma tu resti qui?" Chiese Gerard guardandosi intorno.

"Questa era l'idea, insomma, e dove altro?"

Cavolo, stava di nuovo facendo la figura del cretino. Sembrava che gli stesse chiedendo di invitarlo a casa sua. Si sentiva estremamente patetico.

"Qui fuori? No, puoi venire a casa mia!" Affermò Gerard forse con un po' troppo entusiasmo, quindi si affrettò ad aggiungere: "...se vuoi, ovviamente" un po' imbarazzato.

Frank si guardava la punta delle scarpe. Ma perché era sempre così difficile? Digli di sì e basta, si disse mentalmente, tanto cosa poteva esserci di male? Sarebbero stati solo due giorni, non sarebbe stato questo debito enorme nei suoi confronti.

"Bè sì, ma non vorrei... cioè... creare problemi... o altro" rispose Frank guardando un punto dietro la spalla di Gerard.

"No, certo che no. E poi sarà più facile dire ai miei che mi arruolo se ci sei anche tu, almeno mio padre non potrà urlare come un pazzo" concluse Gerard.

Frank sospirò.

"D'accordo, va bene, ma poi quando mi daranno il primo stipendio..."

"Oh Frank! Ma perché pensi sempre con questa mentalità?" Lo interruppe Gerard con decisamente più violenza di quanto non avrebbe voluto. "Lascia perdere! Non è che ogni volta che faccio qualcosa tu mi devi ripagare. Tanto i soldi non mi interessano. Non pensare di essere sempre in debito con le persone"

Frank ci pensò su per un attimo.

"Va bene, come vuoi. Sei sempre così ostinato!" Rispose in modo scherzoso e dando uno spintone a Gerard. Non l'aveva previsto, l'aveva fatto e basta, ed era certamente fuori luogo. Cazzo se era fuori luogo! Ma perché non riusciva a comportarsi in modo normale quel giorno?

L'unica volta in cui entrambi si erano comportati così era stata quella serata al bar, da cui erano tornati ubriachi fradici. Nessuno dei due ricordava molto di quella serata, ma entrambi ricordavano bene gli spintoni che si erano dati.

Ma Gerard si mise a ridere, salvando Frank dall'imbarazzo.

"D'accordo, ora andiamo. E sarà meglio che io cominci a pensare a come dire di tutta questa storia a mio padre" concluse Gerard appoggiandosi alla spalla di Frank per raccogliere i sacchetti che gli erano caduti con l'impatto.

I due percorsero l'ultimo tratto di strada parlando del padre di Gerard, di  quanto fosse autoritario e di quanto lo avesse sottomesso quando era bambino.

"Entra semplicemente in casa e dì 'ciao papà, questo è Frank. Sai, oggi abbiamo deciso di arruolarci' e fine della storia. Insomma, è la tua vita, non la sua!" Suggerì.

"Bè non è così semplice..." cominciò Gerard con sguardo preoccupato. Ma poi ci ripensò: "No, hai ragione. È la mia vita e non gli devo nessuna spiegazione!"

I due si guardarono sorridendo, soddisfatti.

Dopo pochi minuti arrivarono davanti alla villa della famiglia Way.

Gerard tirò fuori dalla tasca le chiavi di casa, fece un lungo sospiro e aprì il cancelletto.

Frank poteva notare che era molto nervoso, e sperava solo di non uscire da quella casa con un' altra ferita, questa volta procuratagli dal Signor Way, che dai discorsi di Gerard sembrava un tipo piuttosto irascibile.

Percorsero il vialetto. Arrivarono davanti alla porta. Gerard suonò il campanello. Si guardarono preoccupati, e alla fine la porta si aprì. 

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"Note Autrice:

Eccoci qui con l'inizio della seconda parte! 
Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la pazienza di arrivare fino a qui e spero che vi andrà di continuare a leggere :)
Forse la relazione tra Gerard e Frank sembra non voler migliorare mai, ma ormai sta per succedere qualcosa di grosso, quindi stay tuned :)"


Note-di-(Billy): Dato che, come ho scritto fin dal primo capitolo di questa saga, la storia NON è mia ma dell'utente MCRmichi di Wattpad, ho deciso che condividerò a fine capitolo le sue note, non intervenendo in prima persona a meno che non debba dire qualcosa di importante. Dopotutto lei stessa ha commentato durante la pubblicazione i suoi capitoli, perciò perché non rendervi partecipi delle sue parole a riguardo? :)
A presto, grazie di essere qui e un bacio a tutti!
(Billy)
  
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