Film > Captain America
Segui la storia  |       
Autore: MackenziePhoenix94    12/08/2017    0 recensioni
SECONDO LIBRO.
Sono trascorsi due anni dall'ormai ribattezzata Civil War.
Bucky Barnes, Steven Rogers, Sam Wilson, Clint Barton, Sharon Carter, Scott Lang e Wanda Maximoff sono scomparsi senza lasciare alcuna traccia.
Charlotte Bennetts si è trasferita nell'attico di Tony dopo che il suo appartamento è stato distrutto.
Nick Fury è semplicemente furioso perché, usando parole sue, il progetto Avengers è andato a farsi fottere.
L'Hydra sembra essere, ancora una volta, solo apparentemente sconfitta.
E poi c'è James, che di normale ha solo l'aspetto fisico.
Sarà proprio una decisione impulsiva del ragazzo a scatenare una serie di eventi catastrofici...
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brock Rumlow, James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Tony Stark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La vita alla Stark Tower riprese ad essere normale, almeno fino al giorno in cui James prese posto in una delle sedie in cucina, davanti alla madre ed allo zio.

“Voglio diventare un Agente dello S.H.I.E.L.D” disse in tono serio, per dimostrare che il suo non era affatto uno scherzo; Tony reagì sollevando il sopracciglio destro mentre a Charlie per poco non scivolò a terra la tazza che aveva in mano.

“Perché ti è venuta in mente questa idea?”

“Perché ci ho pensato ed è l’unica cosa che voglio fare nella mia vita. Non voglio continuare ad andare a scuola, voglio solo dedicarmi a questo”

“Non me ne hai mai parlato!” esclamò Charlotte, appoggiò la tazza sopra al bancone ed incrociò le braccia nel petto, preparandosi a quello che sarebbe stato un duro litigio con il figlio; Tony avrebbe voluto sottrarsi volentieri a quella tortura, ma sapeva che sarebbe stato subito bloccato.

“Perché non sapevo come dirtelo. Ho voluto aspettare l’occasione giusta per parlarne con te e con lo zio”

“Ma sei stato tu quello che ha insistito tanto per andare alla scuola pubblica. Non hai pensato a Peter? Ci resterà malissimo per questa scelta così egoista”

“No, non è vero! Non è una scelta egoista. Voi tutti sapete che non sono come gli altri, che cosa posso fare? Un lavoro normale? Io voglio essere un Agente, voglio servire il mio Paese nel modo migliore”

“Non se ne parla nemmeno. È troppo pericoloso”

“Voglio fare questo. O divento un Agente od entro a far parte dell’esercito. A te la scelta”

“Allora entra nell’esercito”

“Ma io non voglio entrare nell’esercito!” ribatté il ragazzo, vedendo che la propria arma gli si era rivoltata contro.

“Allora non farai nessuna delle due cose, perché far parte dello S.H.I.E.L.D non è una passeggiata. Molta gente che lavorava per la nostra organizzazione ha perso la vita, ed io stessa ho rischiato la pelle più volte. Non è come nei fumetti che leggi, non è come nei film che guardi in TV. Questa è la realtà e non è scontato che gli eroi vincano sempre. Adesso vai in camera tua. Per oggi mi hai fatto arrabbiare abbastanza”

“Ma…”

“James! Basta!”.

Jamie lanciò uno sguardo seccato alla madre, poi uscì dalla cucina ed andò nella sua camera da letto sbattendo con forza la porta, per far capire agli altri due quanto fosse furioso; Charlie, in tutta risposta, si limitò a scuotere la testa perché si aspettava che un giorno avrebbe affrontato un discorso simile con il figlio.

Sapeva sempre quello che passava per la sua testa, non era difficile capire che lui voleva solo percorrere la sua stessa strada.

Stark si schiarì la gola per porre fine al silenzio imbarazzante, domandandosi dove fosse Visione in momenti come quello, in era richiesta la sua presenza.

“Non sei stata troppo dura con lui?”

“Direi di no. Non voglio che faccia parte di questo mondo”

“Ma lui ne fa parte dallo stesso momento in cui lo hai concepito, Charlotte. Te lo ha detto lui stesso. James non è un ragazzo normale, non puoi pretendere che desideri fare l’avvocato od il meccanico. È sempre stato a contatto con gente diversa e con le organizzazioni segrete. Se un figlio ha i genitori medici vorrà fare il medico. Se un figlio ha la madre e lo zio adottivo che sono membri di un’organizzazione segreta e supereroi vorrà essere anche lui un Agente ed un supereroe” iniziò l’uomo mentre si occupava di aprire due bottiglie di birra ghiacciata, porgendo poi la prima all’amica “puoi tenerlo lontano adesso, ma non riuscirai nel tuo intento per sempre. Se continui a negargli quello che vuole se lo prenderà con la forza. E sarà peggio. Credimi”

“Non voglio perderlo”

“Non lo perderai, fidati, ma dagli in parte quello che vuole”

“Cioè?”

“Fa in modo che sia una parte marginale dello S.H.I.E.L.D. Chiedi a Natasha se lo può allenare come ha fatto con te quando eri solo una ragazzina. Dopotutto è sempre meglio che James sappia difendersi. Per il momento gli basterà questo”

“Sei sicuro? E quando arriverà il momento in cui vorrà di più?”

“A quello ci penseremo quando arriverà, no? Perché farci problemi in anticipo?”.

Charlie mandò giù l’ultimo sorso della sua birra, poi si passò una mano sugli occhi stanchi, il miliardario l’abbracciò senza dire una parola, capendo che in quel momento lei aveva bisogno solo di quello; la giovane ricambiò lo slancio affettuoso a sua volta, lasciandosi accarezzare i capelli castani.

L’uomo appoggiò il viso nella chioma ed ispirò a fondo il profumo dolce, un misto di pesca e frutti tropicali; sollevò il volto di Charlie per cercare il suo sguardo e quando lo trovò le sorrise.

“Io saprei renderti felice. Per te cambierei. Ti sarei sempre fedele”

“Io non voglio che cambi per me” mormorò la ragazza, sciogliendo l’abbraccio, incredula del fatto che Tony approfittasse di ogni momento per provarci; lui sollevò le mani, facendosi indietro, poi se le portò ai fianchi.

“Allora…Che cosa hai scoperto qualche settimana fa? Quando sei andata dal tuo migliore amico?” domandò Stark, fino a quel momento aveva sempre evitato di esigere delle spiegazioni dall’amica, ma ora voleva sapere almeno qualcosa.

“Non ho scoperto nulla. Ho parlato un po’ con Steve e basta. Tutto qui”

“Sicura?”

“Si, Tony. E comunque, lui non è con Steve. Non mi ha voluto dire dove si trova. È tutto finito” rispose Charlie voltando le spalle all’altro; doveva mettercela tutta e chiudere quella porta del passato.

Perché Bucky, ormai, era solo il passato.

Il futuro le riservava ben altro.



 
James attese con impazienza che la notte calasse, poi uscì dalla camera dopo aver avuto la certezza che più nessuno fosse sveglio ed andò nel garage della Stark Tower.

Tolse il telone bianco dalla moto che suo zio gli aveva regalato, ci salì sopra e girò la chiave, subito si sentì il rombo simile al ruggito di un leone affamato.

Sfrecciò fuori dalla struttura ad una velocità che già sfiorava il limite del consentito, ma non gl’importava.

Aveva bisogno di un modo per sfogare la rabbia che aveva ancora nel petto e quello era l’unico modo che conosceva: sentire il vento che gli scompigliava i capelli gli dava un senso di pace che mai aveva provato prima, nemmeno quando ascoltava la musica a tutto volume nelle sue amate cuffie; guidò mantenendo sempre quella velocità, con la speranza di non incontrare nessun poliziotto, si fermò solo quando si trovò in cima ad una piccola collinetta, da cui era possibile avere una vista dell’intera New York.

James sistemò il cavalletto della moto e rimase in silenzio a guardare la città in cui era nato, con il mento appoggiato al palmo della mano destra.

La conversazione con la madre lo aveva amareggiato profondamente, perché credeva di trovare sostegno da parte sua e da parte di Tony, ma quello non era accaduto ed ora si sentiva costretto a lottare contro tutto e tutti; ma non si sarebbe arreso, era testardo come un mulo e non si sarebbe arreso facilmente.

Gli dispiaceva la prospettiva che la sua decisione avrebbe comportato l’abbandono dalla scuola, solo perché ciò significava lasciare Peter, ma sapeva comunque che quello non avrebbe segnato la fine della loro amicizia.

Il giovane abbassò lo sguardo sull’orologio che portava al polso sinistro e si rese conto che era già arrivato il momento di far ritorno a casa, prima che qualcuno potesse rendersi conto della sua strana assenza.

Una volta rientrato nel garage della Stark Tower sistemò con cura il suo amato mezzo a due ruote e lo coprì con il telo che aveva abbandonato nel pavimento; quando le porte dell’ascensore si aprirono sull’attico di Tony, il ragazzo venne subito accolto dall’immagine della madre che lo stava attendendo.

“Mamma, che ci fai ancora sveglia?”

“Ti stavo aspettando. Dove sei stato?”

“Ho fatto qualche passo. Non avevo sonno”

“Io e Tony abbiamo parlato. Forse c’è un punto d’incontro a cui possiamo arrivare. Però non ti prometto nulla perché prima devo discuterne con Fury”

“Oh, davvero?” domandò Jamie, sbattendo le palpebre, non si aspettava un repertino cambio di idee ma aveva poca importanza, perché tutto quello andava solo a suo vantaggio.



 
 
 
Nicholas J. Fury era un uomo profondamente diffidente e gli eventi di Washington non avevano fatto altro che convincerlo ancora di più del fatto che non poteva dare la sua fiducia a nessuno, perché le persone erano sempre pronte a pugnalare alle spalle: ne aveva avuto la concreta conferma quando ci aveva quasi rimesso la pelle ed aveva perso la sua Base operativa dello S.H.I.E.L.D.

Fury, però, era un uomo anche molto paziente; uno di quelli pronti ad aspettare anche anni pur di ottenere il risultato che si erano prefissati.

Il suo più grande risultato era stato quello di creare la squadra degli Avengers, soprattutto di fare in modo che una persona egoista ed egocentrica come Tony Stark collaborasse con altre persone; di conseguenza quando era venuto a conoscenza della guerra civile che si era scatenata si era incazzato come una bestia.

Ed era ancora incazzato come una bestia.

Tutto quello che voleva era rimettere insieme i cocci, di trovare il Capitano e la sua squadra prima di ricevere un bel calcio in culo.

Ma Steven Rogers non si faceva trovare, in due anni non aveva commesso nemmeno un passo falso che rivelasse la sua posizione e faceva apparire lo S.H.I.E.L.D come un branco d’incompetenti che non erano capaci di trovare sei persone.

Nick Fury sollevò lo sguardo dai documenti che stava sfogliando perché qualcuno aveva appena aperto la porta del suo ufficio e lui non attendeva visite.

Corrucciò le sopracciglia quando vide Charlotte, la sua migliore Agente dopo Natasha Romanoff.

“Agente Bennetts, finalmente sono degno di una tua visita. Che cosa ti porta qui? Iniziavo a credere che non ti avrei mai più rivista”

“Lo sai che ho avuto molto da fare, Nick, ma non ho mai abbandonato la squadra”

“Alle mie orecchie sono giunte notizie diverse. So per certo che eri pronta ad abbandonare tutto due anni fa”

“Appunto. Questo è stato due anni fa”

“E riguardo a questa faccenda stavo guardando un paio di fascicolo” continuò l’uomo, mostrando a Charlie i sei fascicoli che erano posti sopra la superficie piana della sua scrivania; ne prese in mano uno e glielo porse.

Lei prese in mano la cartella marrone e la sfogliò, incappando quasi subito in quella che era una foto di Bucky, fermata con una graffetta; Charlie la fissò senza lasciar trasparire alcuna emozione dal suo volto e poi tornò ad osservare il suo superiore.

“Non hai trovato nessuno di loro?”

“No, ma speravo che tu potessi essere d’aiuto”

“Questi giochetti non funzionano con me, Nick, so come sei fatto ed i metodi che usi per far parlare una persona. Io non vedo Steve da due anni. Né lui né tutti gli altri. Non so nulla e non sono venuta qui per parlarti di questo. Si tratta di James” rispose la ragazza, mentendo, prese posto nella poltrona posizionata davanti alla scrivania ed accavallò le gambe “sono venuta qui per parlare di lui”

“E che cosa mi devi dire di tuo figlio?”

“Si è messo in testa l’idea di essere un Agente. Esattamente come me”

“Credo che tuo figlio non abbia ben chiaro che cosa significa essere un Agente. Questo non è un gioco”

“Lo so benissimo. Avevo solo sedici anni quando sono entrata in questo mondo. Ho provato a spiegarglielo ma lui non ha voluto ascoltarmi. Io non voglio che Jamie faccia parte della tua organizzazione, ma Tony mi ha detto che sarebbe meglio dargli un accontentino. Ecco…” disse la ragazza, sistemandosi una ciocca di capelli castani che continuava a ricaderle nel viso “è un ragazzo molto ribelle e sono sicura che farebbe qualcosa di stupido se io non lo asseconderò”

“E cosa ti ha suggerito Stark?”

“Di chiederti il permesso perché James venga allenato come se fosse un membro dello S.H.I.E.L.D ma senza renderlo operativo. Siamo entrambi sicuri che questo possa essere il giusto compromesso senza avere risvolti negativi”.

Nick Fury congiunse le mani con un’espressione pensierosa, perché già stava pensando ai pro ed ai contro di una simile decisione.

Anche lui sapeva che James Bennetts non era un ragazzo come gli altri, ma allo stesso tempo non era bene a conoscenza delle sue capacità e quando una persona rappresentava una vera e propria mina vagante era sempre meglio tenerla d’occhio il più possibile.

“D’accordo, Bennetts, hai il mio permesso. Hai già pensato a qualcuno che possa fargli da allenatore?”

“Si, credo di avere già trovato una persona”.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: MackenziePhoenix94