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Autore: Walt96    12/08/2017    6 recensioni
Seguito della storia "Kingdom Hearts W".
Dopo una serie di peripezie nella regione di Sinnoh, fortunatamente i Referenti risultarono vincitori: Malefica era scomparsa, Voldemort aveva abbandonato tutti ancor prima di venire sconfitto, Doflamingo volò in un'altra dimensione ancora in groppa al Pokemon leggendario e Magneto intraprese una fuga che durò quelle due settimane; furono Walt e Sora la più grande perdita, scomparsi in un tunnel oscuro.
Troppe persone in differenti mondi erano venute a conoscenza delle molteplici realtà e la lotta per il potere sembrava imminente.
I Referenti non sapevano dove si trovava Doflamingo, cosa stesse tramando ora l’Oscuro Signore, quale fosse la prossima mossa di Malefica, se stesse succedendo qualcosa di oscuro negli altri mondi e nemmeno a chi appartenesse la voce che aveva attratto in trappola il giovane Referente e il prescelto del Keyblade.
La partenza alla ricerca di Walt era imminente.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Re Topolino, Sora
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 6
 
Magical Creatures
 
 
 
Dopo un’intera notte di viaggio passata a riposare, la gummyship affondò il suo parabrezza in un denso cielo plumbeo, quasi temporalesco, dove l’umidità bagnò il vetro dell’abitacolo.
«Cielo… sempre cielo! Non è che per una volta si potrebbe atterrare in qualche isola, vero?» si lamentò borbottando Sengoku, incrociando le braccia.
Silente osservò l’orizzonte dall’oblò posto al fianco della sua postazione: «In realtà non credo che ci siamo spostati molto. Siamo di nuovo a New York» affermò indicando la Statua della Libertà sotto di loro.
Effettivamente si trovavano a New York in una fresca sera di ottobre, sotto di loro scorrevano le varie street ed avenue e molte persone si apprestavano a tornare a casa dopo una giornata di lavoro.
Non era però la stessa città a rischio di invasione aliena che avevano appena lasciato, era molto diversa: la gente vestiva in maniera più sobria, non c’era traccia di tecnologia avanzata, le macchine avevano il tettuccio in tela e le ruote alte e sottili, perfino il treno che videro passare sotto di loro era ancora a vapore.
«Albus, credo che sarebbe utile un tuo incantesimo per evitare di essere visti» consigliò Topolino che stava per atterrare.
Silente eseguì il solito incantesimo di disillusione, lasciarono la gummyship in cima ad uno dei primi grattacieli di New York e scesero in strada.
Erano già le nove di sera e la città dinnanzi a loro era enorme, non sembrava stesse accadendo nulla di particolare e il pensiero di Topolino si fissò sul dubbio: come avrebbero fatto a trovare la fonte di Oscurità in una città così grande e così densamente popolata?
Non riuscì a darsi una risposta nonostante la sua pluriennale esperienza sul campo, ma quel pensiero non era l’unico: avevano oltrepassato il mondo degli Avengers dando una mano ad evitare un’invasione aliena, ma non avevano trovato traccia della porta del Regno dell’Oscurità… non avendo molti tentativi la statistica giocava a loro sfavore.
Oltrepassarono qualche isolato riconoscendo alcuni palazzi e piazze già viste nel mondo precedente.
Silente rimembrava la sua gioventù, ad occhio sembravano trovarsi negli anni Venti e a quei tempi lui era un professore di Hogwarts agli albori della sua grande carriera.
Egli aveva intuito i pensieri di Topolino già dalla visita alla torre di Yen Sid: non c’era certezza di trovare la porta. Parte della sua preoccupazione però era dedicata a Minerva e Hagrid, da soli a difendere il castello, era sicuro che Voldemort stesse architettando qualcosa a loro insaputa.
Sengoku da parte sua era estraneo a molti concetti di viaggio tra i mondi, non era abituato. Dopo aver conosciuto Walt, aveva cercato di convincerlo ad accettarlo come suo Istruttore ma il ragazzo rifiutava sempre educatamente. Conosceva il motivo dei suoi rifiuti: Walt era uno spirito libero, indomabile. Non gli serviva una preparazione tecnico-militare gli bastava l’istinto; sarebbe stato un ottimo ammiraglio della sua Marina. Pensarlo a vagare senza meta nell’Oscurità era opprimente.
Un rumore tintinnante interruppe il silenzio dei Referenti, sembrava qualcosa di metallico.
Intorno a loro non c’era più nessuno: tutti erano rientrati nelle loro case e si vedeva giusto qualche persona ogni tanto, dovevano trovarsi a qualche isolato di distanza da Central Park.
Si voltarono alla ricerca della fonte di quel suono senza vedere nessuno per la strada.
«Uhm?» Topolino si avvicinò alla vetrina di una prestigiosa gioielleria newyorkese «Hey guardate qui!» disse chiamando a sé i due colleghi.
Dentro alla vetrina si vedeva un animaletto nero, simile ad una talpa, che si infilava dentro il marsupio sul ventre una quantità spropositata di orecchini e collane.
«Dev’essere un animale ladro. Esiste una specie che si è evoluta come animali dotati di coscienza nel mio mondo, probabilmente è qualcosa di simile» disse Sengoku facendo riferimento al popolo dei Visoni.
«Mi dispiace contraddirti amico mio, ma quello è chiaramente uno snaso» disse Silente.
 
 
 
 
«Uno snaso?» chiesero in coro Topolino e Sengoku.
«Sì, è una creatura magica del mio mondo: scavano in profondità e sono sempre alla ricerca di tesori. Appena vedono qualcosa di luccicante non riescono a resistere e la rubano mettendola nella loro tasca che ha una naturale abilità di espansione» spiegò il preside.
Gli altri due Referenti si guardarono increduli e poi volsero lo sguardo verso lo snaso che aveva ricominciato a rubare i gioielli della vetrina non curante dei suoi ammiratori.
«Ma, Albus, se questo animaletto proviene dal tuo mondo…» iniziò Topolino.
«… vuol dire che è lì che ci troviamo» concluse Sengoku.
«Sì lo credo anche io, solo che siamo molto lontani da Hogwarts, non credo che ci sia pericolo di incontrare il me stesso più giovane nei paraggi» disse. Effettivamente la vista di quello snaso lo fece sentire un po’ a casa, e anche se effettivamente casa sua era dall’altra parte del mondo in confronto all’immensità dell’universo sembrava quasi una distanza trascurabile.
«È un vantaggio per noi» affermò Sengoku «per quanto la magia sia potente e versatile almeno sappiamo quello che ci aspetta. E non dobbiamo dimenticarci che qui con noi c’è il più grande mago di tutti i tempi!» esclamò prendendo con forza Silente sotto braccio e strattonandolo in segno di amicizia e ammirazione.
«Mi lusinghi, ti chiedo solo di fare più attenzione alle mie fragili ossa, non sono più giovane come in questo tempo» disse Silente liberandosi dalla morsa serrata del collega.
Successivamente il preside si voltò e puntò la bacchetta contro la vetrina della gioielleria, la toccò leggermente ma il vetro non mutò di una virgola. Lo snaso andò a nascondersi chissà dove tra scaffali, cassetti, teche ed espositori.
«Sono difficili da catturare, fate attenzione» disse.
Infilò la punta della bacchetta dentro la finestra rivelando la consistenza gommosa che aveva assunto dopo l’incantesimo precedente e pronunciò «Tempestatis».
Dalla punta della bacchetta venne evocato un forte turbine di vento che fece cadere a terra tutti i gioielli e i manichini sugli scaffali.
Pian piano all’interno della gioielleria si formò un turbine circolare nel quale volteggiavano collane, orecchini, anelli e cristalli di ogni genere, forma e dimensione.
Tra tutto il tripudio di oggetti spiccava agli occhi lo snaso aggrappato ad una collana che volteggiava in tondo, appena il vento fu un po’ più forte l’animaletto perse la presa e si schiantò contro la finestra gommosa rimanendoci incollato.
«Questa la devo raccontare ad Hagrid!» commentò Silente prendendo tra le mani lo snaso e svuotandolo di tutti gli oggetti rubati
Topolino e Sengoku erano rimasti a guardare lo spettacolo in disparte controllando che nessuno passasse di lì nel momento in cui Silente eseguiva la magia, poi si riavvicinarono.
«Albus, hai qualche idea sulla fonte di Oscurità che si trova in questo mondo?» chiese Topolino congiungendo le mani.
«Mi spiace amico mio, non essendo presente in questo luogo in questo momento non so su cosa indirizzarti» lo snaso ancora di divincolava dalla presa di Silente cercando di fuggire di nuovo verso la gioielleria che guardava con gli occhioni lucidi.
In quel momento due uomini voltarono l’angolo dirigendosi nella loro direzione: uno era magro, alto, con i capelli castani e con una grossa valigia in una mano; l’altro era più grassoccio e con l’aria particolarmente disorientata.
Il ragazzo con la valigia appena vide lo snaso si avvicinò deciso verso Silente che lo stava fissando con aria incuriosita, gli ricordava qualcuno…
«Lei è un mago, vero?» disse prendendo lo snaso dalle mani del preside e proseguì senza aspettare la risposta «Perfetto, mi ha risparmiato di obliviarla. È stato gentilissimo a recuperare il mio snaso, le devo un favore» concluse facendo scattare le chiusure della valigia e riponendo l’animaletto al suo interno.
Il secondo personaggio grassottello osservò la scena in silenzio con gli occhi colmi di stupore per i personaggi che stava vedendo.
L'altro richiuse la valigetta e con aria indaffarata prese per mano l’amico ancora incantato a fissare Topolino e proseguirono per la loro strada.
Silente mosse istintivamente un passo in avanti «…Scamander?» disse con il tono più interrogativo che riuscì a formulare.
Il giovane si fermò di colpo quando udì quel nome e rimase immobile sul posto.
Topolino sguainò il Keyblade e pronunciò un incantesimo «Stop!» immobilizzando i due nuovi arrivati impedendogli di girarsi nuovamente verso di loro.
«Albus! Conosci questo ragazzo?» chiese il re.
«Credo di sì… dovrebbe essere un mio ex studente… aveva la passione per le creature magiche, fece un invidiabile carriera nella sua vita» rispose il preside preso dal dubbio.
«Non capisco Topolino, perché li hai bloccati?» chiese Sengoku avanzando e guardandoli in viso con attenzione «Non sembrano minacciosi, soprattutto lui» concluse indicando l’amico del signor Scamander.
«Dobbiamo ricordarci che stiamo viaggiando nel passato, non possiamo creare paradossi. È un bravo ragazzo Albus? Sai cosa sta facendo?».
«Era molto timido ma un gran lavoratore, un amico fedele, un ottimo Tassorosso. Avrà un’affermata carriera nel campo della magizoologia. Possiamo fidarci di lui, ma non ho idea di che cosa stia facendo. Cercava quello snaso e lo ha messo nella valigia con un evidente incantesimo di espansione…» ragionò Silente.
Ma in quel momento la magia di Topolino si esaurì e i due arrivati si sbloccarono voltandosi.
«Mi conosce?» chiese il castano avvicinandosi a Silente e scrutandolo nella speranza di riconoscerlo anch’egli.
«Non ne ho il piacere, no. Ma tuo fratello Theseus si vede spesso sulla Gazzetta del Profeta, tu… gli somigli molto».
«E con chi ho il piacere di parlare?».
«Io sono…. ehm… Neville, Neville Paciock» disse Silente pronunciando il primo nome che gli passò per la testa; era sicuro che Newt non avesse particolari rapporti con la famiglia Paciock.
I due si scambiavano sguardi particolari: Newt era sospettoso ma Silente stava giocando bene le sue carte, mostrando la massima sicurezza e tranquillità.
Fortunatamente intervenne Topolino distogliendo l’attenzione del magizoologo «Io sono Topolino, piacere!» disse in maniera solare e poi si presentò anche Sengoku.
«Posso chiederti, Newt, lui è per caso un Babbano?» chiese Silente facendo riferimento all’amico cicciotto dall’aria disorientata.
«Oh, più precisamente lui è un NoMag. È originario di qui, purtroppo non sono riuscito ad obliviarlo e mi sta dando una mano» spiegò il ragazzo presentandolo.
«Piacere a tutti! Sono Jacob Kovalski» disse lui salutando con la mano educatamente ma con un evidente distacco. Dall’aspetto sembrava una persona semplice e sincera probabilmente era solo molto estraneo alla situazione.
«L’ho vista di fretta signor Scamander, ha perso qualcosa?» chiese Silente facendo finta di niente.
«In effetti, sì… Stiamo recuperando le mie creature magiche».
«Di che tipo di creature stiamo parlando?» chiese Sengoku intromettendosi.
«Beh ora che ho recuperato lo snaso mancano solo: un demiguise, un erumpent e un cucciolo di occamy. Probabilmente l’erumpent si trova nel parco» azzardò Newt.
«Potremmo darvi una mano a catturare il demiguise e l’occamy se voi avete intenzione di occuparvi dell’erumpent» propose Silente.
«Beh un paio di bacchette in più mi sarebbero d’aiuto. Ci rivediamo appena li avremo catturati alla stazione centrale. Conto su di voi Signor Paciock!» accordò Newt e senza aspettare una particolare risposta si diresse in maniera spedita verso Central Park, seguito da Jacob, che si voltò a guardare un’ultima volta i tre Referenti.
Passò qualche istante in cui Albus li guardò allontanarsi.
«Esattamente cos’è che dovremmo trovare?» chiese Sengoku.
«Sono due creature magiche molto particolari: gli occamy sono dei serpenti alati, innocui ma hanno la particolare abilità che li porta ad assumere la grandezza massima dello spazio in cui si trovano; i demiguise invece sono animali molto apprensivi, prevedono l’immediato futuro e si possono rendere invisibili. Se l’occamy è un cucciolo probabilmente il demiguise è lì con lui a fargli da balia. Li prenderemo in poco tempo» disse Silente e intrapresero insieme la strada verso il centro della città.
«Dove pensi che si possano trovare, Albus?» chiese Topolino seguendolo.
«Se il mio intuito non mi inganna si troverà in qualche soffitta o edificio dismesso, si nutrono di insetti e adorano stare in grandi spazi» disse Silente spiegando la natura di quelle creature magiche.
«Eppure…» si fermò a osservare nuovamente il cielo, sopra di loro la luce di un lampione traballò per poi spegnersi definitivamente «sono convinto che ci sia della magia oscura in questa città».
 
 
 
 
Nelle ore successive i Referenti vagarono per le strade di New York alla ricerca di qualche segno riconducibile all’occamy o al demiguise di Newt ma senza particolare successo.
La città era praticamente deserta e non incontrarono altri maghi o streghe durante la loro visita. Silente si impegnò a spiegare come funzionava la comunità magica americana: naturalmente i maghi americani non frequentavano Hogwarts ma studiavano in una scuola tutta loro, situata nel nord degli Stati Uniti, si chiamava Ilvermorny; il Ministero della Magia americano prendeva il nome di Magico Congresso degli Stati Uniti d’America (MACUSA) ed in quel periodo era retto dalla presidentessa Seraphina Picquery, una maga molto abile secondo Silente.
Entrarono facilmente nella hall di un albergo, Sengoku fece svenire il personale notturno in maniera innocua grazie alla sua particolare abilità dell’Ambizione.
Dindon! Fece l’ascensore quando arrivò e sul quale salirono.
«Sono un po’ preoccupato… forse stiamo perdendo tempo» disse Topolino mogio mentre salivano verso il tetto. Non aveva intenzione di offendere il bisogno di aiuto di Newt, ma in fondo loro avevano una missione ben più importante.
«Non preoccuparti Topolino. Come avevi detto tu, il nostro cuore ci porterà a ritrovare Walt e Sora giusto? Allora non ci conviene che seguire il nostro istinto e vedrai che tutto arriverà a suo tempo» rispose Silente in maniera incoraggiante.
«Alb! Non mi vorrai far credere che anche tu ti sei messo a filosofeggiare con queste cose!» disse Sengoku con una sonora risata e una forte pacca sulla spalla di Silente andando a rovinare la scena confortante.
Topolino recepì comunque il messaggio e si unì alla risata del marine «Grazie ragazzi, mi fido di voi».
Dondin! Fece l’ascensore arrivato al tetto.
I tre uscirono senza esitazione e Silente si mise a controllare gli edifici vicini alla ricerca di qualche segno di creature magiche.
Mentre analizzava con cura ogni lato dell’edificio, Sengoku si mise a mangiare una polpetta di riso mentre parlava con Topolino.
«Mi mancava tanto così per catturare la ciurma di Doflamingo… maledizione, detesto invecchiare».
«Forza Sengoku, non ti abbattere».
«Sai, prima di venire alle Sabaody ho effettuato una ricerca nell’archivio generale della Marina. Contiene molte informazioni riservate. C’è un dettaglio importante di cui forse tu non sei a conoscenza».
«Caspita! Dimmi tutto, potrebbe essere fondamentale!».
«Il Frutto World World che attualmente è in possesso di un membro della flotta di Doflamingo è molto particolare: dona l’abilità di aprire dei portali per i mondi esterni».
«Uhm… lo sospettavo, infatti Doflamingo possiede il frutto che gli permette di controllare i fili, giusto?».
«Esatto. Ma la cosa interessante non è questa, bensì che è colui che apre il portale a deciderne la destinazione».
«Ma questo vuol dire…».
«…che è stato il subordinato di Doflamingo a spedirlo nelle braccia di Voldemort, sì».
«Accipicchia! Sembra che l’intuizione di Magneto fosse esatta…»
«Quale intuizione?»
«Lui credeva che non fosse un caso che Doflamingo fosse arrivato proprio nel mondo di Hogwarts e proprio sotto gli occhi di Voldemort, e lo stesso vale per le azioni di Malefica: conosceva alla perfezione il potere di Dialga ma non conosceva i Pokemon e le loro capacità».
«Sembra proprio che ci sia qualcuno a muovere la situazione».
«Già, non so perché ma ho la sensazione che tutto fosse finalizzato alla… alla nostra presenza a Hogwarts con Dialga».
«Hey eccolo!» li interruppe Silente avvicinandosi «Si vede da qui guardate!» disse loro invitandoli a raggiungerlo.
I due si alzarono e andarono a controllare il punto indicato dal mago: effettivamente di vedeva un grosso ammasso bluastro dentro una soffitta in costruzione.
«Forza, andiamo» disse il preside allungando i due gomiti verso i colleghi.
«Stiamo per smaterializzarci, vero?» chiese Sengoku toccando riluttante il collega
«Esattamente» rispose Silente mentre anche Topolino si appoggiava al suo braccio.
«Oh no…».
Crac!
Una sensazione vorticosa li attanagliò allo stomaco per poi sbatterli sul cornicione del grattacielo a cui stavano puntando.
Sengoku si accasciò a terra, tremante e nauseato a tal punto da rimettere di stomaco; anche Topolino sembrava un po’ provato ma non ai suoi livelli.
«Avevo appena mangiato! Odio smaterializzarmi» commentò Sengoku mentre si riprendeva.
«Oh, ti ci abituerai amico mio» disse Silente ma fu bruscamente interrotto da una forza invisibile che si appese alla sua veste turchese costringendolo ad ingobbirsi.
«Ecco il nostro amico demiguise» commentò cercando di far scendere quella creatura invisibile dalla sua vecchia schiena che a fatica riusciva a reggere l’animale.
Una volta sceso il demiguise si rese visibile mostrando il suo particolare aspetto: ricordava un bradipo con tratti scimmieschi, aveva il pelo bianco e due grossi occhi.
Tirava la manica di Silente indicando l’interno dell’edificio con aria demoralizzata.
«Sembra che sia preoccupato per il cucciolo di Occamy, lo vuole riportare da Newt» ipotizzò Silente facendosi accompagnare dentro, seguito dai due colleghi curiosi.
All’interno la soffitta rispecchiava la decadenza che sembrava avere, alcune travi spuntavano dall’soffitto incompleto, diverse tavole di legno e oggetti da lavoro erano accatastati alla rinfusa e uno spesso strato di polvere ricopriva tutto.
L’occamy era un gigantesco serpente piumato blu con due alucce sproporzionalmente piccole rispetto alla lunghezza del suo corpo. Occupava ogni angolo della soffitta.
«Vostra Maestà voi converrete con me che bisogna catturare questo occamy nel più breve tempo possibile e senza fargli del male, vero?» incalzò Albus estraendo la bacchetta in allerta.
In quel momento un movimento sembrò annunciare che l’occamy si stava svegliando.
«Certo Albus! Perché mi fai questa domanda?».
La testa dell’occamy comparve dai grovigli che quel sinuoso corpo longilineo formava nella soffitta abbandonata, era particolarmente elegante come creatura: aveva delle piume meravigliose sulla testa, simili a quelle dei pavoni e un becco turchese.
«Perché vedi, gli occamy si nutrono principalmente di insetti…».
Il serpente fissò con intensità il re.
«…ma spesso ricorrono anche a piccoli topolini se le circostanze lo permettono» concluse Silente.
Topolino intuì, estrasse il Keyblade come faceva abitualmente e saltò iniziando a schizzare da una parte all’altra della stanza facendo capriole e volteggi da tutte le parti.
L’occamy lo seguiva con il palese tentativo di poter gustare il Referente per cena ma fortunatamente Topolino era molto più veloce, essendo piccolo, e utilizzava lo stesso corpo della creatura fantastica per darsi lo slancio e saltare sempre più in alto e più velocemente.
Il demiguise si portò le mani agli occhi in modo da non seguire la scena.
Silente era con la bacchetta in mano e stava evidentemente aspettando il momento giusto per lanciare un incantesimo.
Un ammasso di scatole di cartone venne colpito dalla coda dell’occamy e uno di questi contenitori cadde in centro alla soffitta.
«Engorgio» formulò Albus colpendo la scatola che si ingrandì diventando un contenitore di circa un metro cubo.
«Topolino! Entra dentro la scatola!» urlò Silente ad alta voce per sovrastare il rumore provocato dai movimenti dell’occamy.
Il re compì ancora due balzi per schivare il becco affamato dell’animale poi si tuffò dentro la scatola.
Il serpente piumato gonfiò il petto mostrando tutta la sua imponenza poi si tuffò a capofitto nella scatola.
Ridusse il suo corpo diventando non più lungo di trenta centimetri e tentò di morsicare un dito di Topolino.
«Aha! È molto più carino in queste dimensioni» disse il re facendolo intrecciare tra le mani.
«Creature meravigliose gli occamy, si riducono anche per occupare tutto lo spazio» commentò Silente che prese la bestiola tra le mani e chiudendola in un taschino in modo che non assumesse nuovamente dimensioni mastodontiche.
Sengoku si avvicinò con il demiguise appoggiato alle sue spalle «Adesso non ci resta che tornare all’appuntamento alla stazione centrale con il giovane mago» disse consapevole che il loro lavoro era finito.
I tre Referenti uscirono dalla soffitta ancor più malandata di prima ma ad attenderli sotto di loro c’era solo il caos ed un boato cupo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 





Angolo dell’autore:
Eccoci con un nuovo capitolo! Vediamo i Referenti imbattersi nuovamente nel mondo della magia ma in una veste completamente diversa, più precisamente siamo in “Animali fantastici e dove trovarli”!
Ve lo aspettavate? Vi piace come idea? Spero proprio di sì, quando mi venne l’idea di sfruttare questo nuovo film come mondo passato visitato dai Referenti mi è parsa una genialata!
Vi è piaciuto l’incontro con Newt? Preferivate che collaborassero tutti insieme per tutti gli animali o è meglio in questo modo, dividendosi e risparmiando tempo?
Il discorso tra il Re e Sengoku ha rivelato nuove informazioni, cosa pensate che stesse per dire Topolino quando voleva ipotizzare il piano del nemico?
E secondo voi chi è questo nemico? Iniziamo a vedere il quadro completo?
Cosa potrebbe aver provocato il boato finale?
Fatemi sapere le vostre intuizioni e le vostre idee!
 
Critiche, commenti e nuove idee sono sempre ben accetti!
Il prossimo aggiornamento sarà del prequel “Kingdom Hearts Before W” che trovate nel mio profilo autore, dovrei riuscire a pubblicarlo domenica 27!
 
See you next time!
   
 
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