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Autore: bimbarossa    12/08/2017    3 recensioni
Raccolta di fatti, ammissioni, e omissioni confessata dagli stessi protagonisti, dall'inizio della storia fino alla schiena di Sasuke che se ne va ad espiare in santa pace i suoi peccatucci.
ATTENZIONE: anche se cercherò di rimanere più canon possibile, questa rivisitazione della storia del team 7 contiene, ovviamente, sfacciati messaggi subliminali Kakasaku.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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- Questa storia fa parte della serie 'Kakasaku: Crack-pairing scandaloso o canon mancato?'
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Kishimoto non ha copiato niente. E' tutta farina del suo sacco.

 

E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

(Albert Einstein)

 

Ibiki Morino.

Kakashi al sentire pronunciare quel nome si è rabbuiato mentre Asuma, seduto accanto a me, fa ticchettare la cenere del mozzicone in quel particolare modo che ha solo quando è nervoso.

“Anche se è conosciuto per essere particolarmente sadico ed esperto in torture mentali, non voglio pensare che i nostri ragazzi non abbiamo qualche speranza di passare. Kakashi, dimmi, sembri preoccupato. Non eri tu che ti mostravi tanto fiducioso nei tuoi allievi diplomati da poco?”

“Non sono nervoso, Kurenai. Ma il fatto che sia lui il supervisore della prima prova mi fa quasi ricredere che Naruto e gli altri possano farcela. Eh, che ci vuoi fare? Vorrà dire che rimarranno genin ancora per un altro po'.” Appoggiato alla spalliera dei divanetti la sua aria menefreghista e distaccata potrebbe passare per vera, ma so quanto tiene a quei ragazzi, e di sicuro la piega presa dagli eventi non deve piacergli molto.

“Così ti annoi senza quei pivelli, eh? Dillo che stare dietro a loro è molto più stimolante che indossare quella soffocante maschera da AMBU.”

Gai sbuca chissà da dove e con una manata sulle spalle gli si siede accanto.

Kakashi si tira su sporgendosi in avanti, le mani unite davanti alla bocca che insieme al coprifronte calato sembrano letteralmente quasi uno scudo, un muro verso chiunque, verso ogni cosa che potrebbe risultare insopportabile per il suo povero animo ancora tormentato.

Mi ricordo la conversazione di parecchi anni fa con il Sandaime, quando lo pregammo di recedere il vincolo che legava il nostro compagno alle forze speciali, e di come fossi sicura che Kakashi fosse così devastato dentro da aspettare solo la morte; convinzione non dettata dalle tragedie che ci avevano colpiti tutti quanti (Rin e Obito erano anche nostri amici, ma avevamo superato ed accettato la loro morte), quanto più dal fatto che fossero capitate ad uno come lui.

Perché a dispetto di tutto, di tutto quello che si dice nei suoi confronti o della sua fama e reputazione, sono sicura che, nel profondo, sia vincolato a se stesso e al suo dolore da una sensibilità -da una tenerezza quasi- senza pari che rende nondimeno parecchio complicato avvicinarsi al suo cuore, ferito e quindi difeso a spada tratta ormai.

Un cuore che dovrebbe essere sfiorato da qualcuno prima o poi -io glielo auguro tanto- qualcuno di speciale, una persona che si renda conto della fortuna che avrebbe nell'essere riuscita ad accarezzargli l'anima.

Tocco leggermente il mignolo di Asuma approfittando del fatto che, con Gai, il mio amico sia distratto a fissare sconsolato la porta della classe dove le giovani leve stanno tenendo il loro esame.

“A cosa pensi, Kurenai?” lo sento sussurrarmi.

“Stavo pensando a dove si può trovare la felicità.”

I suoi occhi dolci e gentili mi accarezzano obliqui e divertiti dalla mia stramba affermazione.

“E ci sei arrivata, per caso?”

Annuisco. “Si, l'ho capito dopo molto tempo. Puoi trovarla sulla punta delle dita.”

 

“Nella tua squadra hai il figlio di Minato-sensei e il ragazzino Uchiha. Non deve essere facile averci a che fare.” Voglio distrarlo, o forse rabbonirlo per l'incauta battuta di quell'esuberante di Gai. So che non voleva essere indiscreto affezionato com'è al suo eterno rivale, ma a volte dovrebbe mostrarsi più cauto su certi argomenti.

“Umm, non è una passeggiata Asuma, questo no, però stanno diventando importanti, quei due. Senza dimenticare Sakura. Non so come farei se non ci fosse lei ad assestare pugni ben piazzati a Naruto quando diventa troppo “estroverso” o a far fuggire Sasuke quando l'atmosfera si fa pesante.”

“Intendi la Haruno, vero? Lei e Ino un tempo erano molto amiche, o almeno così mi ha confidato Shikamaru. Ora invece si fanno la guerra ogni volta che si incontrano.”

“Immagino che sia per Sas'ke. E' molto popolare tra le ragazze.”

“Me ne sono accorto.” Il profumo di Kurenai mi distrae un attimo, e mi ricordo che stasera non potrò andare da lei se devo portare i ragazzi a festeggiare -o a consolarli- allo Yakiniko Q.

“Comunque per Ino è stato molto difficile superare il voltafaccia di Sakura. Soprattutto dopo tutto quello che aveva fatto per lei.” Non voglio essere imparziale, ma Ino è mia allieva e ci tengo, perciò Kakashi dovrà arrangiarsi.

“Non so niente di questa storia. E poi i diverbi tra ragazzine non mi interessano.”

“Come vuoi, però sappi che Naruto e il giovane Uchiha non sono i soli ad aver avuto un'infanzia burrascosa. Sakura è stata parecchio bullizzata da piccola, specie all'Accademia, per via della sua...ehm sai...” mi tocco la fronte sperando che capisca.

“Ah.”

“Certo, non può competere con il restare orfani o vedere la propria famiglia trucidata, però se non ci fosse stata Ino, la tua genin se la sarebbe passata decisamente peggio. Sai come ci si sente fragili in quegli anni, e sai come sono perfidi i mocciosi.” Accendo un'altra sigaretta. Il vento fuori si intensifica strappando senza pietà le tenere foglie che non sono abbastanza forti per stare attaccate ai rami.

Sbaglio o Kakashi è diventato livido? Le rughe alla base del naso mi paiono più accentuate, e Gai sembra in imbarazzo.

“Che c'è? Non mi direte che voi non sapete niente dei vostri allievi?! Choji e Ino mi ammorbano sempre su tutto quello che succede loro, e Shikamaru non sembra ma è un gran pettegolo, specialmente le poche volte che lo metto in difficoltà a shōgj.”

Kurenai scoppia a ridere. “Asuma, sotto tutta quella rigorosità sei proprio un tenerone. Ti faresti in quattro per i tuoi marmocchi.”

“Sicuramente si farà in quattro il mio portafoglio. Choji è un pozzo senza fondo nel cibarsi.”

La porta dell'aula dove si svolge la prima prova si apre improvvisamente e un fulmine arancione balza addosso a Kakashi.

“Siamo passati! Siamo passati Kaka'-sense'! Ce l'abbiamo fatta.”

Si sentono urla e grida, mentre un po' tutti i giovani aspiranti chunin raggiungono i propri maestri.

Vedo i miei tre pivelli sbracciarsi verso di me.

“Kaka'-sensei, sono stato fenomenale. O meglio, credo di esserlo stato, dato che non c'ho capito molto di tutto il discorso di quell'Ibiki Morino. E poi...”

“Sta zitto Naruto. Anche Sasuke lo è stato, se è per questo, visto che è stato l'unico ad intuire che la prima prova era un tranello per vedere quanto fossimo abili nell'ottenere informazioni copiando. Tu non c'eri minimamente arrivato.” Si, Sakura Haruno è proprio una ragazzina dispoticamente divertente.

“Certo, come no! E tu Sakura, da chi hai copiato?”

“Ma da nessuno, baka. Modestamente sono abbastanza intelligente da non aver avuto bisogno di sbirciare da qualcun altro.”

Incredibile!

Io e Kurenai si scambiamo uno sguardo di intesa. Anche se lei è diventata jōnin da poco, sa benissimo che i quesiti proposti non erano minimamente alla portata dei ragazzi. Inoltre sono quasi sicuro che persino Shikamaru abbia copiato.

“Ma davvero?! Sono impressionato. E lo sarebbe anche Iruka-sensei della sua allieva migliore.”

Kakashi fa il tenero accondiscendente, ma scommetto che è sorpreso quanto me.

“Visto che contro ogni previsione siete passati, propongo di andare a festeggiare mangiando il piatto preferito di un certo Naruto in un certo ristorante che si chiama Ichiraku. Che ne dite?”

“Dico che lei è il maestro migliore del mondo!”

“Bene, noto che non stai nella pelle come al solito al solo nominarlo, il ramen. Signorina, mi dia il braccio, prego. E voi altri due, sbrigatevi o potrei anche cambiare idea.”

Quasi mi cade la sigaretta sui pantaloni mentre Kakashi prende a braccetto la ragazzina e i maschi per la collottola, come il più bonario dei ninja.

“Kurenai, avresti mai pensato, un anno fa, di assistere ad una scena simile?”

“Tutto avrei detto, di Kakashi Hatake, ma non di vederlo andarsene allegramente scherzando come il giocherellone che non è mai stato. Quei tre lo hanno proprio cambiato.”

Sento in sottofondo la giovane Ten Ten che bisbiglia: “Ma quello è veramente il “maestro del terrore”? Sprizza più allegria di lei, Gai-sense'.”

Prontamente lui ammicca sibillino: “E' stata la forza della giovinezza.”

 

 

 

Ciaone a tutti! So che è da parecchio che non aggiorno ma è stato un periodo parecchio burrascoso, quindi please perdonatemi. Torno con la mia OTP preferita, e si Uchihas, le fanfic sono la sola cosa mi permette di non piangere per non aver avuto la mia soddisfazione kakasaku. Mi salvo solo grazie a loro. Te lo dirò sempre, ma io adoro le tue recensioni, il modo che hai di farti coinvolgere dalla storia, la simpatia di rivolgerti all'autore che davvero, davvero, non può che essere felice di avere una lettrice come te che segue e mette una parola per il suo lavoro. Spero solo che la storia continui a piacerti, e ringrazio chi l'ha messa tra le preferite, le seguite o semplicemente l'ha letta e l'ha trovata piacevole.

Buona lettura. 

  
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