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Autore: lenina blu    13/08/2017    1 recensioni
Oltre a San Valentino, in Giappone si festeggia il White Day: esattamente un mese dopo il 14 febbraio, i ragazzi si dichiarano alle loro amate regalando qualcosa, rigorosamente bianco. Ricevere un regalo da parte di un ragazzo è qualcosa di impensabile dentro il Collegio femminile Furinkan, nel centro di Tokyo, soprattutto per Hikari Tanaka, che i maschi nemmeno sa come sono fatti. Lei ha un solo sogno, diventare una rockstar. Eppure prima di tornare a casa, trova nascosto nel suo armadietto una lettera. Completamente Bianca.
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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21 Marzo. Tokyo, quartiere di Ikebukuro.

Quando Shou le allungò il casco, Hikari era emozionata e terrorizzata al tempo stesso. Era sceso il freddo, ma in motorino avrebbe fatto decisamente presto. Avrebbe potuto sopportare quella temperatura. Shou era tranquillo. Aveva estratto il casco per lei da sotto la sella, mentre lui se l'era fatto prestare da Heiji. Avrebbe dovuto attraversare tutto il quartiere in quell'ora di punta in 5 minuti per poter essere a casa in orario.

Hikari in quel momento non era preoccupata per l'orario, ma per la proposta che aveva accettato. In fondo lei non conosceva per niente quel ragazzo che le stava dando un passaggio. Nonostante fosse il suo vicino di casa, nonostante lo avesse visto piangere e lo avesse ascoltato sfogarsi, non sapeva nulla. Non sapeva nemmeno il motivo della sua tristezza.

Non sapeva se fidarsi, però ormai aveva già detto di sì e quello sarebbe stato l'unico modo per tornare ad un orario decente. Per fortuna aveva smesso di piovere nel frattempo.

Shou vedendo che Hikari non riusciva ad allacciarsi il casco, le si avvicinò e divertito strinse la cinghia per lei. Hikari non era abituata a tutta quella vicinanza con un ragazzo.

-Come lo senti?- le chiese lui, cercando di capire se aveva stretto troppo.

-Bene- disse Hikari con un filo di voce. I suoi occhi neri non riuscivano a guardarlo, mentre non sembrava lo stesso per Shou. Hikari poteva sentire il profumo del cioccolato. Il collo, la giacca aperta, la barba accennata, gli occhi scuri. Si rese conto che stava osservando incuriosita tutti quei dettagli di Shou. Increspò leggermente le sopracciglia confusa.

Shou fece un passò allontanandosi da lei e le indicò con le mani il motorino.

-Prego- disse lui sorridente.

Hikari non disse nulla, sorpresa da se stessa, dalla reazione che stava avendo, e da quella situazione nuova. Si sedette sul motorino, come si sedevano le principesse a cavallo, a cavalcioni, mani rigide sulla gonna di lana. Le parigine erano ben alte e previdente come al solito, portava sotto la gonna dei pantaloncini cortissimi.

Shou si chiuse il casco, salì sul motorino.

-Attaccati che facciamo in fretta- disse lui prendendo le mani di Hikari e portandosele ai fianchi. Hikari non avrebbe mai fatto quel gesto da sola. Tutta quella situazione era nuova e non sapeva come comportarsi. Sembravano quasi insieme. Strinse le mani sui fianchi di Shou e partirono.

Sfrecciarono tra le vie intasate dal traffico, dai rumori e dallo smog. C'era umidità mista a gas dis carico delle auto e Hikari sapeva che giunta a casa i suoi capelli avrebbero preso quell'odore.

Nonostante Shou le avesse garantito che avrebbero fatto in fretta, era costretto a fermarsi molto spesso per via di semafori, di macchine che si lanciavano in mezzo alla strada. Hikari era sorpresa da come il mondo potesse passarle a fianco così velocemente. Si sentiva un po' in bilico. Stringeva con forza la giacca di Shou, terrorizzata dal fatto che se si fosse mossa troppo magari lui avrebbe perso l'equilibrio. Era come correre sul ciglio del burrone, sapendo che se ti comportavi bene non sarebbe successo nulla. Era una sensazione strana. Nemmeno si rese conto delle strade che percorsero. Improvvisamente si ritrovò nel parcheggio all'aperto della palazzina in cui abitavano. Shou ad un tratto si fermò, e Hikari, imbarazzata per aver stretto le sue mani ai suoi fianchi, mollò la presa, quasi scottata. Non voleva che trapelasse quanto quel semplice gesto era stato emozionante per lei.

-riesci a saltare giù?- chiese Shou voltandosi verso di lei. Hikari non se lo fece ripetere due volte e in qualche modo scese. Shou appoggiò i piedi per terra e accompagnò il motorino nel parcheggio. Scese e velocemente, tolse le chiavi e mise il cavalletto.

Hikari era rimasta affascinata da tutto quello che aveva fatto. Nel mettere il cavalletto aveva dovuto impuntare il piede dietro per terra e tirare indietro con le braccia. In quel momento aveva stretto la mandibola e il muscolo del collo per un attimo si era teso. Hikari era sorpresa. Non capiva tutte quelle sensazioni, non capiva il perché, il motivo di tutte quelle emozioni così improvvisamente. Era insensato. Era rimasta imbambolata a guardarlo, non sapendo cosa dire o fare. Sentendosi ridicola improvvisamente aveva cercato di sganciare il casco, ma non sapeva da che parte iniziare.

Shou si era slacciato in pochissimo la sicura e si era voltato verso di lei, ancora il casco in testa, i gancetti penzolanti. Vedendola così imbranata aveva sorriso e l'aveva raggiunta.

-Vieni qui, ti faccio vedere- disse lui divertito. Hikari non era preparata alla sua vicinanza di nuovo.

Le si avvicinò, i suoi occhi puntanti sul gancio, le sue mani che armeggiavano vicino al collo di lei. Hikari deglutì cercando di non guardarlo.

-Ora è slegato. Guarda con il mio- disse lui facendo un passo indietro. Cominciò a farle vedere come fare, ma Hikari non seguiva molto quello che stava dicendo. Si sentiva le guance in fiamme, ed era preoccupata lui in qualche modo se ne rendesse conto.

-Okay adesso prova- disse lui chiudendosi la sicura. Come se le avessero fatto un pizzicotto, Hikari si rese conto che lui si aspettava una reazione. Lei si concentrò e si impose di spostare l'attenzione su quel maledetto gancetto. Allungò le mani verso di lui e si rese conto che il meccanismo era di una semplicità disarmante.

-Ma è così semplice!- disse più a se stessa che al ragazzo.

-Te l'avevo detto- disse lui sorridendo.

Per un attimo si guardarono negli occhi, per qualche istante si ricreò quella stessa atmosfera di comprensione di qualche sera prima. Per qualche secondo ci furono solo loro due. Hikari con le mani delicate sul suo casco, Shou con la testa piegata nella sua direzione.

Poi entrambi ruppero l'incantesimo. Hikari si allontanò, abbassò la testa e si sfilò il casco imbarazzata. Shou spostò gli occhi e si schiarì la voce.

-Hikari! Finalmente! Ti ho chiamata al telefono ma non mi rispondevi!-

Zia Kaori spuntò dal balcone del suo appartamento, incurante che tutta la palazzina e tutto il vicinato potesse sentirla. Hikari si voltò verso di lei, ringraziandola mentalmente per averla tolta da quel momento imbarazzato.

-Si zia arrivo!- disse lei allungando il casco a Shou. Lo salutò velocemente e scappò in direzione della porta di ingresso. Shou prese il casco e senza dire niente si avviò verso il portone.. Come varcò la porta, la solitudine lo investì come un treno. Erano passati quasi 10 giorni da quando Misaki se ne era andata. Quel piccolo momento di svago era finito, e ne la torta al cioccolato, ne Hikari potevano farci qualcosa.

NA
Ciao a tutti :)
ecco l'atteso giro in moto con Shou! Qualcuno qui si rende conto di qualcosa finalmente! Finalmente un passo avanti raga! Qui in veneto si dice : " dai che ghe la femo!" per dire che finalmente si riesce a combinare qualcosa. Beh, più che dire qualcosa io, vorrei sapere cosa ne pensate VOI del capitolo, cosa vi ha convinto e cosa no, quali sono i vostri dubbi suiprossimi sviluppi! 

Bacio,
Elena :) 

 

   
 
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