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Autore: LostRequiem    13/08/2017    2 recensioni
In fondo, se tutto andrà come hai programmato (ma forse speri ancora di fallire, chissà), nessuno potrà fare niente.
In caso contrario, beh, chissà.
Magari...
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clive Dove, Hershel Layton, Luke Triton
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Angolino di una persona che ama far soffrire i personaggi ma che poi soffre per loro:

Questa è una song-fic sulle note di “Friend, please” dei Twenty One Pilots.

Non sono molto soddisfatta del risultato ma spero piaccia anche ad una singola anima.


 

Will you save me in time?


 

 

I feel for you, but when did you believe you were alone?

 

Senti un dolore lancinante alla testa, che si disperde come se viaggiasse per tutto il tuo corpo, senza risparmiarti nemmeno un singolo muscolo.

Tremi dal dolore e ti contorci su te stesso, il palato intriso di un sapore che, mescolato a quello del cibo che hai mangiato a forza da poco, ti rivolta atrocemente lo stomaco come un batterio che consuma lentamente la sua preda senza finirla, per poi ucciderla di dolore quando non può più resistergli.

Urli come non hai mai fatto, tenendoti il viso tra le mani, mentre pieghi la schiena in avanti e ti accasci al suolo, facendoti male alle ginocchia.

Ma ti eri ripromesso di non urlare più, da quel giorno, di non piangere più, di mostrarti sempre forte, sia agli altri che a te stesso.

Non sei forte.

                                                                                                              Quando mai lo sei stato…?

 

 

You say that spiders crawled inside and made themselves a home
Where light once was

 

Ti mordi forte il labbro inferiore, in un futile tentativo di fermare quella tua inutile rappresentazione di dolore, e senti subito il sangue colarti fuori dalla bocca, prima sul mento, poi sul collo, per poi infrangersi al suolo.

Plic.

Quella era una piccola goccia, se continui potrebbe diventare una pozza.

Ma dentro di te c’è qualcosa che non va, e lo sai.

Il mostro che tenevi nascosto all’interno della tua mente si è forse liberato delle catene? Si sta vendicando della sua prigionia con il tuo debole corpo?

O è un piccolo spiraglio che si è aperto dopo, e che hai fatto allargare pienamente consapevole delle tue azioni, finché non è imploso in sé stesso?

 

Quel senso di orrore che ti attanaglia l'anima e la riduce in tanti piccoli brandelli, giocandoci ogni singolo giorno della tua meravigliosa vita, potrebbe essere provocato dallo s quar cio di dolore residuo da quello che ti hanno fatto.

Però ci hai riflettuto bene.

Ed hai capito che era la  vendetta  ad essere stata covata fin troppo a lungo in quel tuo cuore da bambino.

È cresciuta come in un guscio dentro di te, una pianta velenosa, e si è aggrappata con le spine alle pareti del tuo corpo.

Per quanto qualcuno cerchi di sradicarla... resterà lì.

 

E vale per chiunque. 

Nessuno può salvarti, nemmeno tu.

 

C'è una forte differenza tra quello che sei e quello che sei diventato, ma se uno dei due è destinato a prevalere, è giusto che sopravviva il più propenso ad adattarsi.

È la legge di Darwin.

Non è la parte di te più forte (nessuna delle due lo è), ma è quella che può (poteva?) riuscire a sopravvivere meglio, chiudendosi in una bolla insonorizzata, in una gabbia che, in un qualche modo, ti proteggeva dalla realtà.

Dalla verità.

(Pensavi forse che ti avrebbe riportato i tuoi genitori...?)

 

Nessuno può salvarti, nemmeno tu.

 

Ma tu non vuoi essere salvato.

 

Possiamo eliminare il problema alla radice.

 

 

Non ammetteresti mai di aver bisogno di aiuto.

 

 

Friend, please remove your hands from

Over your eyes for me

 

Il dolore era troppo forte per farti smettere di urlare, perciò, hai aggiunto le mani.

Te le sei portate alla bocca, tappandotela (inutile dire che le hai riempite di sangue), e cercando di fermare i singulti provenienti dal tuo petto.

Ma niente da fare, purtroppo per te.

Ti arrendi, e ti lasci scappare un altro grido, questo poco più intenso dei precedenti perché non trattenuto.

Poi ti porti le mani al viso, e te lo copri, sporcandotelo.

È un gesto che ti ferisce un po' l'orgoglio.

Ma tanto non c'è nessuno oltre a te, un attimo puoi anche concedertelo.

Un attimo che diventa un minuto.

Un minuto che diventa troppo.

 

Apri gli occhi, magari non sono poi così rossi come credi, anche se bruciano. 

Ma è come se le pupille ti uscissero fuori dalle orbite... li senti bruciare come fiamme ardenti ma di un dolore più metodico, più focalizzato, un dolore meccanico e atroce.

 

Torna a coprirti, torna a coprirti, torna a coprirti. 

 

E alla fine lo fai. 

Fa troppo male. 

 

 

Anche se ti costa molta fatica -non ci riesci alla prima né alla seconda o alla terza- ti alzi lentamente e ti dirigi verso la bella scrivania in mogano del tuo studio.

Ti tremano le ginocchia e ti accasci un attimo in avanti, per poi recuperare a malapena l'equilibrio.

Le pallide tende della stanza riflettono delicate quel poco di luce che riesce a filtrare debolmente dal tessuto e tu ti soffermi un attimo ad osservarlo, stupendoti nel ritrovarti a ritenerlo un fenomeno affascinante anche in questo momento.

Ci starebbe bene un vaso lì.

Ma poi riprendi quel tragitto così breve da sembrare eterno.

Ci arrivi, ma quasi ci caschi sopra facendo rotolare a terra quella bella collezione di penne tutte uguali che adoravi tenere esposta vicino alle cartacce, anche se non ne usavi mai una.

La tua penna preferita, quella con cui invece scrivevi, la tenevi sempre sul mobile, vicino al tuo taccuino.

Adesso è a terra anche lei.

Rovisti spezzando l'ordine che ti ha sempre caratterizzato, in cerca di un foglio, di qualcosa per scrivere.

Alla fine lo trovi. 

Non è completamente bianco, ma non hai il tempo materiale per soffermarti sulle minuzie.

Prendi una matita.

Ti trema la mano però.

Sei pieno di sangue.

Dai, come pensi di farcela?

 

I know you want to leave but

Friend, please don't take your life away from me

 

Improvvisamente senti un suono fastidioso risvegliarti l'ormai assopito udito.

Il telefono suona senza un secondo di pausa-la persona dall'altra parte della cornetta non ha la minima intenzione di smettere di chiamare- e tu rivolgi il tuo sguardo verso quell'aggeggio che ti sta disturbando.

Sai perfettamente chi è.

E ne conosci anche la motivazione.

Quindi non ha senso rispondere per mandare avanti una conversazione inutile.

In fondo, se tutto andrà come hai programmato (ma forse speri ancora di fallire, chissà), nessuno potrà fare niente.

In caso contrario, beh, chissà.

Magari...

 

 

Non rispondi, ovviamente.

Però devi farlo smettere.

 

Scrivi più velocemente, macchiando il foglio di rosso: qualche goccia finisce sulle lettere e si dirada sulla carta formando macchie grandi e informi, ti ricordi che da bambino ti piaceva tanto giocare con i colori.

Accostavi sempre il nero ed il rosso perché erano i tuoi preferiti, e a volte creavi dei disegni usando solo quei due.

Un giorno hai pitturato un cavaliere che affrontava un drago enorme, spaventoso, e lo batteva.

Ma, alla fine, anche le ferite del cavaliere lo portavano alla morte.

Aveva salvato il regno, era deceduto in battaglia.

 

Tua madre ti aveva consigliato di aggiungere del giallo, sarebbe stato l'effetto di una qualche magia che avrebbe riportato in vita il cavaliere, perché era buono, e si era sacrificato per il bene di tutti, pensando al male che quel drago avrebbe potuto arrecare anche agli altri.

E, ridendo, tu hai seguito il suo consiglio, ti sembrava una grande idea e ti dispiaceva che fosse morto. 

Adesso però sai che la tua versione era più realistica: i buoni che lottano contro le minacce della società sono destinati a sparire, in tutti i sensi.

Non ci sarà mai nessuna magia pronta a salvarli e i cattivi resteranno per sempre impuniti.

 

Finisci a fatica e aggiungi un ultimo segno tremolante in fondo, che dovrebbe essere la tua firma.

Anzi, aspetta, anche un post-scriptum, c'è gente che li adora.

 

Living like a ghost you walk by everyone you know

 

Sei riuscito a raggiungere anche quell'aggeggio infernale e ciò che fai adesso è staccarne il filo, per non farlo più suonare. 

Dopo non ce la fai più a reggerti in piedi e caschi a terra con un tonfo sordo; fa tutto così male che ti senti come se ti fosse piombato addosso un pesante macigno.

Quello che ti penzolava sulla testa da quando hai deciso che la vendetta sarebbe stato il piatto più dolce e giusto.

E che si è invece rivelato velenoso, per te. 

 

Ti fa male lo stomaco, ti contorci ancora su te stesso premendo con i palmi sul ventre, ma il dolore non smette e ti fa ancora più male ad ogni respiro.

Vorresti aprirti la pancia e strappare a mani nude ogni singolo organo per poi lanciarlo o stritolarlo, perché ti pulsa tutto e non puoi fare niente.

Oltretutto cominci a non vedere più molto bene, stai diventando insensibile alla luce- proprio come sapevi sarebbe successo-ma non te lo immaginavi così… brutto.

Pian piano i colori che riesci a vedere si imschiaon tra di loro, formando figure strane che, se guardi bene, sembrano assomigliare a tutte le loro facce… lanci qualcosa, ma non le prendi… sono orribili, si prendono gioco di te con i loro volti contorti al limite del normale, le loro occhiaie, le loro risate lontane che ti riportano con la mente a quel giorno e ti fanno ricordare cosa hai fatto e ti percuotono e ridono e guardano e non scompaiono e non

 


 

Basta. Silenzio. Fa’ silenzio.

 

 


 

Shh, adesso vedi tutto nero, loro non ci sono più.

O almeno… non li vedi più.

Non vedi nulla, sei cieco.

 

Dove sono le tue mani?!A 

                                                                                Il… Il foglio lo vedranno da lì?!I

                                                     Dov’è finito il tuo Ucorpo?!

                                                                                                                                           Dove sei adesso?!O

I tuoi occhi!T

 


Scacciali dalla tua mente, scacciali, non ti possono trovare anche qui, nessuno può!

 

 

You say that you're fine but you have lost your sway and glow

So I stopped by to let you know

 

Tu non lo sai, ma in questo preciso momento quel qualcuno sta correndo con tutte le sue forze verso il luogo in cui ti trovi, ansimando di fatica, con un piccolo amico alle sue spalle che non riesce a mantenere la sua stessa velocità, e che si perde dietro di lui tenendosi con la mano destra il cappello, per non farselo portare via dal vento.

Sarebbe dovuta essere una bella giornata di sole, ma le previsioni si sbagliavano visto che tra poco inizierà anche a piovere, senza contare il freddo che fa.

Da congelare le ossa.

Ops, è appena inciampato.

Non importa, si è rialzato, il dolore che ha adesso alla gamba non potrebbe mai uguagliare quello che provi tu. Ma in fondo lui ha ancora tanto tempo

Non si immaginava di certo tutto questo, come avrebbe potuto?

I soldi che ti ha prestato ti avevano aiutato a riprenderti, a farti trovare un lavoro soddisfacente e ormai sembrava ti fossi costruito qualcosa in questo mondo.

Non poteva certo capire cosa avevi in testa, se nemmeno tu ci sei mai riuscito

O sì…?

Diceva sempre che tutti gli enigmi hanno una soluzione… Se lui…

 

 

Would you let me know your plans tonight?

'Cause I just won't let go 'til we both see the light

 

Si rigira velocemente un fogliettino tra le dita, rileggendo quei segni e cercando di decifrarne la fine.

Ma sfortunatamente una piccola goccia di pioggia cade su un simbolo e si dirada sulla carta rendendolo più buffo, largo.

Ma la fine non è tanto importante se ha già decifrato il resto.

Riprende il telefono e riprova, riprova, riprova, che era un uomo testardo lo sapevi ma dovrebbe aver capito che il telefono è staccato adesso, è intelligente…

 

And I have nothing else left to say

But I will listen to you all day, yes I will


Senti un prurito intenso alle braccia, perciò te le graffi finché non senti qualcosa di liquido bagnarti le dita, poi passi alle gambe e continui con il resto del corpo cercando di attenuarlo, anche questo è uno dei sintomi ma forse non avevi letto bene perché non te lo ricordavi. Eppure ti eri documentato a fondo… pazienza.

Oh, e sta accadendo qualcosa anche alla gola, ti brucia e la senti tremendamente arida, le parole escono come gemiti e versi soffocati mentre la nausea ti fa girare la testa senza pietà.

Sei caldissimo.

Ti copri il viso per la seconda volta e inizi a piangere come una fontana rotta, patetico.

 

Friend, please remove your hands from

Over your eyes for me

 

Quello che succede adesso è confusione.

Arrivano alla porta, ci mettono un po’ ad aprirla, urlano parole incomprensibili, corrono dentro.

Alla fine il professore ce l’ha fatta, con il tuo ultimo enigma.

Ma in realtà non l’ha risolto… perché non doveva sottovalutare il fattore tempo.

E la soluzione era solo salvarti.

 

…Ma nessuno può farlo.

 

I know you want to leave but

Friend, please 

 

Lo percepisci mentre ti solleva preoccupato il busto urlando il tuo nome tra probabili lacrime, e mentre ordina a Luke di non entrare, hai messo di mezzo anche il tuo gemello.

In realtà… hai cercato di liberarti anche della tua nuova famiglia, non hai mai capito che quel buco dentro di te avrebbe potuto facilmente con tanto duro lavoro riempirsi, con tutto quello che di nuovo ti era stato offerto.

Ma tu, beh, stavi male. E a me adesso tocca farti la morale.

 

I suoi occhi scorrono su una pianta distesa per terra.

 

Atropa Belladonna.

Non potevi scegliere un veleno migliore.

 

Dal nome della più anziana delle tre Moire greche, colei che recide il filo della vita portando alla Morte.

Portando a ME, Clive.

Ed adesso, anche la Fine è svelata.

 

E l’ultima cosa che senti è il tuo nome, un flebile sussurro.


 

Don't take your life away from me

 

 

 

   
 
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