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Autore: Astrid von Hardenberg    13/08/2017    0 recensioni
Perché era così penoso stare vicino a qualcuno? Perché si soffriva per i piccoli gesti che quel Qualcuno regalava ad un altro? Perché c'era così tanta confusione dentro di lui? Fin dove arrivava la sopportazione di una persona? Quanto dolore si doveva accumulare prima di cadere a pezzi?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: G-Dragon, Seungri, T.O.P., Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a te che leggi ^-^
Questa è la prima One Shot che scrivo su questo tema, sono solita girare su Storie Originali perché ho più libertà di "movimento" ma amo molto i BIGBANG e pur essendo una sostenitrice della TopNyong, questa volta mi sono cimentata in una sorta di triangolo (T.O.P, GD e SeungRi). Spero ti piaccia e abbi pazienza se non è chissà cosa, ma l'ho scritta veramente col cuore.

Grazie a chi dedicherà un po' del suo tempo a leggere questa OS
:) e chiedo scusa per eventuali errori.
 
****




 



 
Scars
 
Erano sul palco da circa un'ora, le fan non avevano smesso nemmeno per un momento di cantare e di incitarli, urlando i loro nomi. Le lucine gialle dei lightstick sembravano tante lucciole nel cielo notturno e per i cinque ragazzi non c'era niente di più bello di quello spettacolo e il calore di tutte quelle persone.
Il leader del gruppo, involontariamente, si trovò a cercare uno dei suoi compagni; entrambi erano soliti giocare su ciò che tutte le fan conoscevano come NyongTory, ma a forza di fare certi giochi si finisce per confondersi, perdere un po' il senso della realtà, arrivando anche a travisare certi comportamenti.  Nello sguardo del leader si poteva notare un velo di tenerezza ─quella tipica dei bambini─ ma erano desiderio e malizia a predominare, più di una volta si era ritrovato a pensare che in momenti come quello avrebbe voluto stare da solo con lui, di potergli parlare senza filtri come quando lo chiamava nel cuore della notte anche solo per ascoltare la sua voce. Però esporsi era impensabile, non più di tanto almeno, dovevano fingere che era tutto un gioco fatto per accontentare le fan che sostenevano la NyongTory. SeungRi ─il maknae─ era consapevole che tutto quel teatrino era appunto quello: funzione, si vedeva che per lui era un gioco, ma si poteva dire lo stesso del leader?
Ji-Yong raggiunse il compagno con passo felino, da predatore, e appena le fan intuirono le sue intenzioni iniziarono ad urlare sempre di più, non era la prima volta che gli altri tre membri si ritrovavano ad assistere ad una scena simile, succedeva praticamente sempre e prontamente il leader iniziava a stuzzicare il maknae. Era il loro momento. Un momento che portava qualcun altro a sentire una fitta dritta al cuore. Quel Qualcuno osservava da lontano, non gli sfuggiva nemmeno il più piccolo gesto da parte dei due compagni, intenti a portare avanti quel gioco stuzzicante agli occhi degli altri, ma non ai suoi.

 
 
❝ La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce.
Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che mi massacra ❞ (1)


 
Sorrideva, doveva farlo per mascherare ciò che il suo cuore piangeva. Nessun altro doveva sapere di quelle lacrime, erano il suo segreto e ne era geloso.
Il suo atteggiamento sicuro era un ottimo modo per non far trapelare nulla, appariva come una persona distante, che stava sulle sue, ma quanta sofferenza era in grado di reprimere? A volte pensava di non farcela più, eppure quando Ji-Yong gli stava accanto, sorrideva solo a lui e lo guardava in quel modo... tutto svaniva, lui era l'unico in grado di placare la sua tempesta. Altrimenti era colui il quale scatenava il caos.
Il pubblico intanto era in visibilio, il leader si era pericolosamente avvicinato al viso del maknae e le loro labbra quasi si sfioravano, solo che SeungRi si ritrasse quel tanto che bastava per segnare un limite di distanza ragionevole, ma Ji-Yong non voleva dargliela vinta, si divertiva troppo a stuzzicarlo e quella sensazione di inebriante leggerezza, che lo confondeva al punto da non capire dove finiva il gioco e dove iniziava la realtà, era piacevole. E cosa sarebbe successo a fine concerto?
Si sarebbero ubriacati tutti e cinque? Lui, Ji-Yong, avrebbe voluto parlare col suo maknae delle cose che lo affliggevano?
I cinque avevano ringraziato dal più profondo del loro cuore il pubblico presente, portando nei loro ricordi una serata memorabile. Erano stanchi ma non c'era nulla di più soddisfacente del regalare la propria musica a chi sapeva apprezzarla.
Appena misero piede nel backstage, Ji-Yong non aspettò nemmeno di arrivare nei camerini per iniziare nuovamente a stuzzicare SeungRi, che gli lasciava fare un po' quello che voleva; gli altri ragazzi erano abituati al comportamento del leader tant'è che non davano particolare attenzione a certi atteggiamenti, o almeno questo valeva per Young-Bae e Daesung, invece Seung-Hyun osservava e taceva e sperava in un qualsiasi gesto da parte del suo leader ─uno sfioramento di mani, un sorriso, o solamente uno sguardo─, ma quanto doveva aspettare? Quanto tempo doveva aspettare per essere notato?
Seung-Hyun sentì una gomitata e con sua grande sorpresa notò che i suoi compagni lo stavano guardando in attesa di qualcosa.
-Stavamo pensando di andare a bere qualcosa, ma Dae dice di essere stanco- disse Young-Bae.
-Anch'io- rispose Seung-Hyun. -Andrò a riposare-
-Oh andiamo, stai veramente dicendo di no a un bicchierino?- replicò Young-Bae.
Seung-Hyun annuì, non aggiunse altro e se ne andò.
Non avrebbe retto un'intera nottata a guardare le effusioni di Ji-Yong nei confronti di SeungRi. Non quella notte. Si sentiva emotivamente a pezzi e voleva solamente stare da solo e chi se ne importa se rimuginava, al momento era stanco di nascondere i propri pensieri a sé stesso. Doveva lasciarli parlare, doveva ascoltarli.
Quando arrivò nella stanza in cui alloggiava la prima cosa che fece fu quella di farsi una doccia, poi andò a versarsi da bere ─lì per lì era l'unico modo di rilassarsi anche se farlo da solo poteva sembrare deprimente─.


 
❝ Ho provato ad affogare i miei dolori, ma i bastardi hanno imparato a nuotare ❞ (2)


 
Perché era così penoso stare vicino a qualcuno? Perché si soffriva per i piccoli gesti che quel Qualcuno regalava ad un altro? Perché c'era così tanta confusione dentro di lui? Fin dove arrivava la sopportazione di una persona? Quanto dolore si doveva accumulare prima di cadere a pezzi? 
‷Sono già caduto a pezzi?‴


 
❝ Queste ferite non sembrano guarire
Questo dolore è troppo reale
C’è semplicemente troppo che il tempo non può cancellare
 
Quando hai pianto ho asciugato tutte le tue lacrime
Quando hai urlato ho combattuto tutte le tue paure
Ho tenuto la tua mano durante tutti questi anni
Ma tu hai ancora tutto di me ❞ (3)


 
Seung-Hyun mandò giù un altro sorso e andò a sedersi, non fece nemmeno in tempo a mettersi comodo che il cellulare squillò... non voleva rispondere, voleva stare da solo, però il display segnava il nome di Young-Bae.
‷Forse è successo qualcosa, magari è importante‴
Rispose e dall'altra parte sentì l'amico che gli chiedeva come stava.
«Non avevi una bella cera prima. Volevo solo sapere se andava tutto bene»
Seung-Hyun accennò un sorriso.
-Sto bene- rispose lui e stava per aggiungere qualcos'altro di vagamente rassicurante, quando sentì la sua voce, quella voce che conosceva meglio della propria.
«È hyung?».
Seguirono strani rumori, come quelli che si sentono quando la chiamata è disturbata.
«Hyung! Ciao hyung, come stai? Cosa stai facendo? Perché non sei venuto qui con noi? Si sente la tua mancanza».
La sua voce era un balsamo per le orecchie di Seung-Hyun.
-Sei ubriaco-
«Lo siamo tutti anzi Bae no»
-Almeno qualcuno con un po' di giudizio ancora c'è-
«In che senso?»
-Lascia stare- replicò prontamente Seung-Hyun.
«Hyung? Hyung... mi manchi»
Seung-Hyun sentì il propri battiti arrestarsi, trattenne il respiro e tutto tacque.
-Certo- disse con una lucidità che non pensava più di avere.
 «Mi manchi davvero».
Seung-Hyun non pensava di aver capito.
-È l'ebbrezza a parlare-
«Perché non mi credi?» seguì una breve pausa in cui uno ascoltò il respiro dell'altro, era come una nenia. «Sai, a volte ho l'impressione che tu non mi prenda sul serio huyng» la voce impastata, ma le parole uscivano sicure dalla bocca di Ji-Yong.
‷Non è vero, io ti credo. Sempre. Crederei anche alle tue bugie‴
-Ti credo- disse Seung-Hyun con fermezza.
«Allora di' anche tu quello che vorresti dirmi»
-Lo farei, ma non sei qui con me. Hai preferito andare a bere invece di restare-
Dall'altra parte si sentì una specie di sbuffo ─voleva essere una risata─ e poi un lungo sospiro.
«Hyung, mi aspetterai sveglio?»
-Perché dovrei?-
«Per parlare»
-Ti reggerai a mala pena in piedi-
Ji-Yong rise sommessamente.
-Appena arrivi lascia che Bae ti porti nella tua stanza-
‷Ma ti prego, non chiedere a SeungRi di restare a dormire con te‴
«Ultimamente fatico a dormire»
-Lo so-
«Mi piace stare da solo, ma odio sentirmi solo» (4)
-So anche questo-.
Il messaggio di Ji-Yong era chiaro, Seung-Hyun lo sapeva.
Il leader sospirò.
-Non sei solo- disse Seung-Hyun dopo alcuni secondi.
«Tu ed io contro il mondo».


 
❝ Ti amerò dal panorama che vedi, dalle montagne, dagli oceani e dalle nuvole, dal più sottile dei sorrisi e a volte dalla più profonda disperazione, dal tuo sonno creativo, dal tuo piacere profondo o passeggero, dalla tua stessa ombra o dal tuo stesso sangue.
Guarderò attraverso la finestra dei tuoi occhi per vedere te ❞ (5)


 
Non importava quanto potesse soffrire nel vedere certi atteggiamenti di Ji-Yong rivolti a qualcun altro, lui non era in grado di strapparselo dal cuore, la sua anima era schiava di quel sentimento che cercava di nascondere il più possibile e bastava un gesto o una parola da parte di Ji-Yong e, per quanto il suo caos facesse rumore, Seung-Hyun trovava quella pace che sembrava aver dimenticato. Ji-Yong era la medicina ai suoi tormenti. Ji-Yong era tutto ciò di cui aveva bisogno. 
 
 
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(1) È una parte della lettera che Frida Kahlo scrisse a Diego Rivera, ma che non spedì mai.
(2) È una citazione di Frida Kahlo.
(3) È una parte della canzone My Immortal degli Evanescence.
(4) è una frase che Ji-Yong ha scritto nel suo account ig.
(5) è una citazione di Frida Kahlo.
   
 
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