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Autore: L_aura_grey    14/08/2017    0 recensioni
Peter ha cinque anni quando l'Expo Stark esplode come un fuoco d'artificio e Iron Man gli dice "Buon lavoro". Ha sempre cinque anni quando un ragno lo morde e quel che rimane della sua famiglia si tinge di rosso e rimane da solo, nelle mani dello SHIELD. Ne ha sei, quando New York si riempie di mostri e i Vendicatori la salvano. Ancora sei quando chiede a Fury di portarlo da chi è come lui, a chi appartiene. Ne ha sei quando Tony Stark sta lottando contro la consapevolezza di essere un uomo rinchiuso in una lattina che combatte contro un universo intero. Sei, quando Steve Rogers ha appena iniziato a capire come funziona questo strano mondo e decide di tornare a farne parte.
Sei, quando decide di crearsi una nuova famiglia, dopo aver perso quella vecchia.
[Stony][Superfamily]
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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3.

-Mio il tetto, mie le regole.- è stata la prima condizione di Stark una volta che Peter è passato ufficialmente sotto la sua giurisdizione. Assieme ai suoi pochi averi (vestiti e libri) Fury aveva fatto scaricare anche il programma che aveva seguito negli ultimi mesi e che comprendeva numerose visite mediche assieme al ligio regime di lezioni e allenamenti fisici. Era finito quasi tutto nella spazzatura, molti vestiti compresi.

-Pepper, questo è Peter, starà con noi a tempo indeterminato. Peter, Pepper, amministratrice delegata delle Stark Industries nonché il motivo per cui sono al momento in una relazione e una routine abbastanza stabile.- è invece la veloce presentazione tenuta quella sera, che ha visto successivamente Pepper cercare di dare un senso alla cosa e capire il nuovo ruolo di Peter nella loro casa e, soprattutto, nella loro vita.

La prima notte Peter dorme in una delle stanze degli ospiti, l’enorme vetrata che si affaccia sul mare nero di Malibu. O meglio, dovrebbe dormire. Se ne sta invece a gambe incrociate di fronte al vetro, il viso rivolto al cielo dove le stelle brillano imperturbate nella notte, in attesa di vedere quella cometa che è Iron Man volare via da questa nuova responsabilità.

Il mattino dopo si sveglia sdraiato per terra, con un cuscino sotto la testa e una coperta sulle spalle. La colazione è servita da Pepper, che deve correre a lavoro; -Tony ti aspetta di sotto. Là ci sono i vestiti che ha ordinato per te, dovrebbero andarti. Se vuoi fatti aiutare a sistemarli, altrimenti lo faranno quelli delle pulizie.- gli annuncia, sulle labbra un sorriso già stanco, mentre corre verso Happy che l’aspetta all’ingresso, la porta della limousine aperta per lei.

Peter fa colazione con calma, scegliendo tra le vaste possibilità che sembrano essere comparse dal nulla dei semplici cereali con latte e afferra una banana prima di incamminarsi, scalzo, verso la scala a chiocciola, ignorando i pacchi coi vestiti nuovi. Per ora gli va bene andare in giro in pigiama. Mordicchia distrattamente il frutto quando si ritrova davanti le vetrate del laboratorio e sgrana gli occhi nel vedere gli esperimenti e gli attrezzi lasciati in giro. Ferrovecchio si volta verso di lui, un cappello con su scritto Asino su quella che viene considerata la testa, e dopo una veloce scansione gli apre la porta.

Stark è seduto a un tavolo che fa ballare il piede al ritmo di musica: -Lezione numero uno.- inizia a dire senza neanche voltarsi nella sua direzione; -Gli AC/DC sono intoccabili, pilastri della musica, assieme ad altri che ti farò ascoltare. Questa è “Back in Black”; buoni gusti in fatto di musica sono importanti per un uomo.- alza il dito, abbassando poi il volume da ‘spacca muri’ a ‘possiamo parlare senza urlare’; -Lezione numero uno: ascoltiamo solo roba buona in questa cosa.-

Peter, che continua a sbocconcellare la sua banana, gli rivolge uno sguardo confuso ma finisce per annuire, allungando poi la mano per indicare quello che sembra un pezzo dell’armatura su cui Stark sembra star lavorando: -Cos’è quello?-

Tony lancia un veloce sguardo all’oggetto in questione e risponde alla domanda con un veloce cenno con la mano: -Niente che tu dovrai toccare, sporcare o dislocare. In verità non sono neanche sicuro che tu debba stare qua sotto, per la sicurezza del mio lavoro… e tua, ovviamente. Anche la tua, anche se mi sembra di capire che sei un ragazzino resistente.-

Peter ridacchia alle parole dell’altro, che non sembra essere diverso dal Tony Stark che appare in tv nei telegiornali; -Non toccherò niente.- promette, una mano dietro la schiena e le dita incrociate.

Stark non sembra del tutto convinto ma con un sospiro torna a lavoro: avere un bambino in giro per casa gli sembra già stancante; -Ok, allora, io ho delle cose da fare. Se non tocchi niente hai il permesso di girare, guardarti intorno. Puoi anche salire in una delle macchine se questo ti fa stare buono, solo… non starmi troppo tra i piedi.- afferma, deciso a finire il braccio della Mac24 prima di pranzo… per poi accorgersi del senso di deja vu che le sue stesse parole gli hanno creato. È con un brivido che gli attraversa la schiena che rivede suo padre dire le stesse parole ma dopo essersi morso il labbro decide di posticipare i cattivi pensieri dopo il pasto.

Peter è stato in mezzo a persone che non si volevano curare di lui abbastanza da riconoscerne un’altra e le ultime parole vanno a intaccare quella piccola speranza di non dover più cercare un posto e qualcuno per cui era solo un peso. Quando Stark però borbotta qualcosa di molto simile a: -Dopo pranzo cercheremo di capire cosa fare di te… e poi quante volte al giorno mangia un bambino? Avrò bisogno di risistemare i miei orari…- Peter si ritrova a fare un piccolo sorriso per fare come gli è stato detto, girare tra la robaccia sparsa in giro.

Stark lo ha voluto, ha detto sì; forse non subito, forse non troppo convinto, ma è un eroe e gli eroi mantengono la parola data.

La prima tappa sono ovviamente le armature messe in esposizione che osserva a occhi sgranati; si avvicina fino a quando non gli fa male il collo e non rischia di cadere all’indietro a causa di quanto sta piegando la testa verso l’alto, ma non osa sfiorarle a causa dell’avvertimento di Stark. Sono più grandi di quel che si aspettava, lucenti e piene di avventure e gesti eroici di cui raccontare. Peter rimane fermo lì davanti per così tanto tempo che Tony si scorda completamente della sua presenza fino a quando il bambino non ricomincia a muoversi per continuare il tour.

Osserva con interesse i tavoli e i vari aggeggi che ci sono sopra, non rischiando con le macchine ma allungando le mani per accarezzare gli attrezzi di lavoro: -Ah, ah! Giovanotto! Ti vedo- arriva il richiamo di Stark e veloce come il vento Peter ritira le dita. Passa quindi a studiare i quadri appesi, ma quelli sono di poco interesse e quindi si catapulta sulle macchine, che scintillano quasi quanto le armature. Visto che ha avuto il permesso si arrampica dentro una decappottabile, deciso a ignorare la portiera, e una volta seduto al posto del conducente si diverte giocando col volante o gli abbaglianti, tanto che gli arriva il richiamo dell’adulto, disturbato dei continui flash: -E pulisciti le mani, che saranno sporche di banana!- Tony aggiunge esasperato e proprio in quel momento Peter si chiede dove abbia lasciato la buccia, perché proprio non lo ricorda.

A rispondere la sua domanda ci pensa un forte rumore, seguito da un’imprecazione di Stark, seguita a sua volta da un’esplosione e una serie di comandi urlati a Jarvis che comunque non riesce a impedire a diversi sistemi di sicurezza di mettersi in moto, tra cui Ferrovecchio che inizia a inondare il laboratorio con un estintore. Peter non fa in tempo ad alzare la testa da oltre la portiera per vedere cosa sta succedendo che un: -ABBASSATI!- lo avverte giusto in tempo e riesce a evitare la mano della Mac24 evidentemente sfuggita al controllo del suo padrone e che si era messa a volare nella sua direzione.

Il bambino si tocca la faccia per vedere se evidentemente è ancora al suo posto.

Passano un paio di minuti prima che Stark riesca a spegnere tutto e mettere il laboratorio in sicurezza e questo il bambino lo capisce quando un’ombra compare a troneggiare su di lui, il fuoco negli occhi dell’uomo: -Ma tu non mi avevi promesso di non toccare niente?!-

-Avevo le dita incrociate… E poi tecnicamente non ho toccato nulla, ho solo dimenticato la buccia.-

-... va bene, mi sembra legittimo. Ma ciò non toglie il fatto che tu sia bandito dal laboratorio, con effetto IMMEDIATO.- Tony praticamente ruggisce a un Peter sempre più raggomitolato nel sedile della macchina.

Stark fa poi un passo indietro e chiude gli occhi, cercando evidentemente di riacquistare il controllo -Ok… ok… Questo non lo diciamo a nessuno, così non vengono a sapere che io sono un pessimo tutore e tu sei un pessimo protetto. Ok? Ehi, guardami, ok?-

-Ok...-

Incredibili le cose che si possono effettivamente ottenere con una buccia di banana dimenticata in giro.




 

4.

La vita nella magione Stark non è monotona.

Peter ha fatto amicizia con Pepper, che sembra essere dolce quanto zia May e allo stesso tempo risoluta come lo era sua madre, almeno secondo i racconti. Jarvis, la voce che viene dai muri (l'intelligenza artificiale che si occupa di tutto ciò che è tecnologico in casa, spiega Tony) è simpatico e volte gli rivolge risposte sarcastiche che gli lasciano un sorriso sul viso troppo abituato a una triste espressione da quasi un anno a questa parte.

La mattina fa colazione con Pepper, poi la saluta quando va a lavoro e aspetta che arrivi Jonas, il suo maestro, con cui studia tutta la mattina; leggere e scrivere non sono un problema da tempo, visto che lo zio Ben si era sempre offerto di insegnargli, mentre aspira a imparare cose circuiti elettrici, motori o impianti. Il maestro ride e gli dice che neppure dovrebbe saperle, quelle parole, ma Peter è risoluto poiché sa che alla sua età Tony sapeva già tutte quelle cose. Quando ne ha parlato con il genio, però, questi si è adombrato per rispondergli che c’è un motivo per cui un bambino non dovrebbe saperle. Non che questo abbia fatto desistere Peter.

Dopo un pranzo leggero ha la casa tutta per sé. Il laboratorio gli è stato recluso dal giorno uno, quindi passa le giornate a passeggiare tra una camera e l’altra, passando le dita sui vetri al suo passaggio, anche se sa che non dovrebbe. Comunque non c’è nessuno che lo rimproveri, anche Jarvis non l’ha più avvertito dopo la prima volta. Alle quattro arriva l’istruttrice di autodifesa e per due ore passano da una disciplina all’altra; Jenny è simpatica e per lo più silenziosa, ma pronta a parlare per correggerlo o lodarlo e la sua voce dolce piace a Peter, che spesso finisce le lezioni stanco ma contento.

Dopo un po’ di attesa torna Pepper e a volte al tavolo per cenare si aggiunge anche Happy, quando hanno sforato con l’orario e arriverebbe a casa sua troppo tardi. Spesso portano cose già pronte ma sono buone lo stesso. Di solito bisogna aspettare che il piatto di Tony sia freddo nonostante il coperchio che è stato messo sopra per vederlo risorgere dal laboratorio, le mani sporche di olio e i capelli in disordine.

-Com’è stata la giornata?- è la domanda rituale di Pepper.

-Ah, ottima. Abbiamo studiato e poi passato un buon pomeriggio, non è vero, Peter?- Tony risponde e il bambino sa che tecnicamente è corretto, quindi annuisce in silenzio. La bionda sembra soddisfatta, probabilmente troppo stanca per voler indagare di più le parole dell’uomo. -Immagino vi faccia bene passare del tempo insieme.- commenta di tanto in tanto.

Peter non dice mai niente, forse per non voler far preoccupare Pepper, forse perché infondo ha paura che Stark possa cambiare idea e rimandarlo tra le mani dell’uomo con la benda sull’occhio. Eppure, per lui, l’uomo è ancora quella creatura incredibile, lontana e misteriosa che ha visto negli schermi televisivi o sui palchi. Sente quasi più vicino il Tony che a sei anni aveva costruito il primo motore. Quindi rimane in silenzio e ascolta i due adulti chiacchierare, litigare, scherzare, rispondendo alle loro domande e ridendo quando anche lui capisce la battuta.

I mesi passano, ogni tanto osserva Iron Man uscire di casa e volare sopra Malibu prima di scomparire in mezzo alle stelle o le nuvole, prosegue coi suoi studi e i suoi allenamenti, ascolta le discussioni tra Tony e Pepper sul fatto che dovrebbe stare in mezzo ad altri bambini, ma il miliardario lo impedisce perché non sarebbe “al sicuro” e quindi sono da punto a capo. Lentamente, ma non troppo, Stark diventa sempre più schivo e pronto a saltare a ogni minimo rumore, così come a rispondere bruscamente se Peter domanda qualcosa che richieda qualcosa di più di dire a Jarvis di comprarla per lui e farla trovare nel piazzale.

-Non ho tempo, non vedi che sto lavorando! Ovviamente non puoi capire quanto sia importante.- è una frase che sente sempre più spesso.

Peter non ha mai vissuto senza avere qualcuno intorno che faccia attenzioni ai soldi o non compri qualcosa di seconda mano, è passato il tempo dove anche lui doveva fare dei sacrifici, o almeno capire cosa siano, ma non si è mai sentito così solo in quella che dovrebbe essere la sua casa.

È il 19 di agosto quando sente parlare per la prima volta del Mandarino.

Il colonnello Rhodes è un uomo gentile, l’unico oltre a Pepper che riesce a farsi ascoltare da Stark anche se spesso non sembra. Quando viene a trovarli a volte passa del tempo con Peter ed è simpatico anche se non sembra abituato a stare attorno ai bambini.

-Devo raccontarti di quella volta che…- il colonnello inizia spesso, per essere bloccato da Jarvis e il ricordo della minaccia fatta del padrone di casa. L’uomo si zittisce subito e cambia argomento fino alla comparsa di Stark dalle scale, che si pulisce le mani in un fazzoletto: -Tenti di screditarmi davanti al ragazzo, eh, Rhodey?- lo prende in giro mentre l’altro cerca di recuperare un po’ di dignità.

-È giusto che sappia anche i peccati dell’uomo con cui condivide il tetto- risponde, scherzando ma non troppo, nei confronti di Stark che ride.

-In ogni caso, non sono qua per prenderti in giro. Immagino avrai già sentito degli attentati al telegiornale?-

-Attentati? Quali attentati?- domanda innocentemente Stark mentre si apre una bibita energetica.

-Come se non tenessi d’occhio quel che succede in maniera ossessiva compulsiva, rompendo in continuazione le palle a me e a quelli della sicurezza. Ops, scusa per la parolaccia, Peter.- Stark si limita a ridere per poi fare un cenno all’altro perché continui.

Sono proprio i peccati di Stark che li raggiungono, sotto forma di bombe e attacchi di panico. Peter ha perso il conto delle volte in cui Tony con un brusco gesto di mano gli dice di andare a fare qualcos’altro perché è occupato e spesso l’unica interazione che ha con lui, tolta la cena, è andare a sedersi sulla cima delle scale in modo tale da non farsi vedere (chiedendo a Jarvis di non dire niente, per favore) e osservarlo lavorare alle sue armature, tutte diverse, che sembrano non finire mai.

Peter immagina che il lavoro sia il modo di Stark di essere contento, come diceva sempre zio Ben, ma quando torna su dal laboratorio è sempre più teso e sgarbato (tutti atteggiamenti che davanti a Pepper ovviamente scompaiono). Peter osserva, in silenzio, mentre un’armatura dopo l’altra finisce sotto al pavimento, nascosta al mondo esterno.

Ma tutto sommato per un paio di mesi tutto sembra tranquillo, Halloween, la festività preferita del bimbo, passa con pochi festeggiamenti alla magione Stark ma a Peter viene permesso di stare tutto il giorno con indosso un costume da ragno e saltare da una parete all’altra, gridando: -Sono fantastico!- e la sera, a cena, fa indossare delle orecchie da topo a tutti gli adulti che, per una volta, sembrano disposti a farlo sgarrare ai rigidi ritmi e regole.

Non c’è limite (o quasi) di dolciumi e zucche alla magione Stark e gli viene concesso anche di andare a letto un’ora dopo il solito; il tutto si riassume in un Peter che corre su e giù tra scale e salotto, mentre cerca di raccontare storie dell’orrore inventate sul momento che ottengono più il risultato di far ridere, che spaventare; persino Happy si ritrova a sorridere di tanto in tanto. Quando infine viene creato un fortino perché si possano nascondere le caramelle e raccontare seriamente qualche storia paurosa, Peter si appoggia al fianco di Pepper per addormentarsi nel giro di pochi minuti, esausto.

La donna lo osserva, sulle labbra un tenue sorriso; non mai stata una che pensava ai bambini, ha sempre messo la carriera prima di tutto e non se ne è mai pentita. Poi è arrivato Stark, un fanciullo mai cresciuto, eterno Peter Pan, e pensava di sapere cosa provavano le madri esasperate. Poi se n’era innamorata e per quanto il suo atteggiamento infantile non sia cambiato l’affetto e l’amore che provava per lui lo sono di certo. In ogni caso, di certo non si era mai aspettata di avere un bambino per casa (al di fuori di Tony) e le poche volte in cui aveva provato a immaginarlo le era sempre comparse immagini di terrore e una vita rovinata.

Ma per quanto Peter non sia suo, per quanto alla fine non lo vede probabilmente quanto dovrebbe, le sembra a poco a poco che le stia insegnando cosa significhi essere una figura di riferimento, e quando lo stringe a sé come adesso e gli sposta una ciocca di capelli dalla fronte prova una fitta al cuore che comprende essere un istinto di protezione, di voler tenere al sicuro, al caldo, e questo la scalda un poco e l’aiuta ad arrivare a fine giornata meno stanca.

Forse non tutti i bambini sono così, forse Peter è davvero speciale, e non per il morso di un ragno ma per aver perso così tanto in così poco tempo ma essere ancora capace di sorridere nella maniera in cui fa.

-Ti sembrerà una cavolata… ma per certo aspetti mi ricorda te. Ha una volontà molto forte ed è fin troppo pronto a saltare in nuovi progetti senza voler pensare a come lo ridurranno.- Pepper sussurra, spostando finalmente lo sguardo del bambino al divano, dove crede di aver lasciato Tony. Invece lo spazio tra i cuscini è vuoto e ora che ci fa attenzione sente dei rumori provenire dalle scale, i soliti che simboleggiano l’inizio degli ennesimi esperimenti del genio.

Pepper sospira, decisa a non cercare lo scontro in una serata che, nonostante la non partecipazione di Tony, è stata comunque bella e si sistema meglio tra i cuscini del fortino, lasciando che Peter le si accoccoli al fianco. Happy ha lasciato la casa da un po’, quindi sono solo lei e il bambino. Sa che potrebbe andare a letto, portare Peter nella sua cameretta (che per quanto ormai sia qua da mesi sembra ancora una stanza degli ospiti), che domani mattina rimpiangerà la decisione di dormire sul pavimento, ma in poco tempo il respiro regolare e tranquillo del bambino sul suo collo, la sua presenza calda al suo fianco, la cullano in un sonno rilassato.

Jarvis, ormai rimasto solo, abbassa le luci, deciso a lasciare gli abitanti della casa tranquilli e protetti fino al mattino.



 

5.

Altre bombe scoppiano, Rhodes torna sempre più spesso, Pepper e Tony litigano, Happy rimane ferito e il mondo di fuori sembra sempre più cupo e spaventoso, anche con la presenza silenziosa dei Vendicatori.

-E nella possibilità che tu sia un uomo, ecco il mio indirizzo di casa: 10-8-80 Malibu Point, 90265. Lascerò la porta aperta. Era quello che volevi, giusto?- Peter sente Stark dire, di fronte a decine di telecamere e osserva a occhi sgranati mentre quello che dovrebbe essere il suo tutore se ne va in fretta e furia, fuggendo dall’ospedale e dal corpo in fin di vita di Happy. Pepper gli stringe la mano fino a fargli male ma lui non dice niente.

Per la prima volta da tempo quel senso di sicurezza di essere comunque a casa, di essere comunque protetto, scompare e le mura che lo circondano sembrano ora inospitali, fredde e aliene, come il loro padrone.

 






 
nda
 
grazie per essere arrivati fin qui. inizio dicendo che i personaggi non mi appartengono.

nel prossimo capitolo, i bambini raggiungono il picco massimo di presenze, Peter e Pepper scoprono cosa vuol dire stare nelle mani dei cattivi, Tony si ritrova col sedere congelato a rubare un poncho a una statua di legno e Happy si ritrova a spoilerarsi senza volerlo la trama di Downton Abbey
 
stay tuned,
your Humble Narrator
l'aura grey
 
   
 
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