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Autore: Dawn_Scott402    14/08/2017    1 recensioni
Un'altra potente mimaccia si aggira per il mondo, le forze governative e le armi non sono sufficienti e così Amanda Waller convoca la vecchia Suicide Squad...con due nuovi membri!
Sheila, la sirena bella e dolce quanto enigmatica e seducente.
Giulia Quinzel, la pazza e solare figlia di Harley Quinn e Joker.
E così, fra antipatie, missioni, nuovi amori e un pericolo che risorge dal passato riusciranno i nostri amati villain a sconfiggere il male? E soprattutto a sopravvivere?
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sheila aveva un pessimo presentimento, e quel presentimento aveva anche un nome: Specchio degli dei.
Era dall'incontro paranormale con Blook che si poneva diverse domande e percepiva che la bestia sopita dentro il suo corpo e la sua anima si stava agitando.
Era difficile convivere con lei: non poteva mai sapere quando avrebbe perso il controllo, non poteva mai sapere se, in caso si fosse trasformata, fosse tornata se' stessa, non poteva mau sapere se avrebbe fatto del male ad altre ed innocenti persone.
Mentre pensava a questo, però, la voce rauca e maschile di Griggs la fece rinsavire.
"Buttateli dentro" disse con semplicitá e noncuranza il carceriere, lanciando un occhiata sprezzante a tutti i prigionieri prima che quest'ultimi fossero malamente scaraventati in una stanza di ferro e stagno molto ampia e altrettanto vuota.
Griggs non sapeva con esatezza perchè gli odiasse...gli odiava e basta. 
E tutti per almeno un motivo: odiava Killer Croc perchè era rozzo, odiava Capitan Boomerang perchè riusciva sempre a fargli beffe, odiava Harley perchè era una viscida seduttrice psicopatica, odiava El Diablo perchè nonostante gli facesse di tutto e di più lui non li dava mai la soddisfazione di arrabbiarsi, odiava Katana perchè era leale, odiava Giulia perchè non perdeva mai il suo buffo ed inquietante sorriso, odiava Sheila perchè dopotutto quello che passava a Belle Reve rimaneva sempre la sirenetta dolce e buona.
E poi c'era lui; colui che odiava più di tutti; colui che lo scherniva in contintazione; colui che gli teneva sempre testa senza paura: Deadshot.
Oh, lui era il peggiore.
Lo odiava per svariati motivi: lo scherniva, non aveva paura nè di lui nè del suo grado, era più coraggioso ed intraprendente di lui, lo minacciava, aveva una figlia esemplare nonostante fosse lontano da lei...insomma: lo odiava semplicemente perchè esisteva.
"Capo, i pasti a che orario gli distribuiamo?" Chiese un soldato. Griggs lo guardò di sottecchi.
"Nessun pasto...i criminali non hanno diritto ai pasti" rispose semplicemente prima di allontanarsi. Il soldato annuì poco convinto e poi tornò alla sua postazione.

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"Che noooooiaaaaaa! Qualcuno ha un gioco di societá?" Chiese Giulia masticando una gomma datagli dalla madre.
"Ma certo, credo proprio di avere il Monopoly nella tasca del giubbotto..." disse sarcasticamente Capitan Boomerang passando il pollice sulla lama dei suoi boomerang d'acciaio.
Erano dieci minuti abbondanti che erano rinchiusi lì dentro, nessuno aveva nulla da fare e così si erano tutti buttati malamente a terra, morti dalla noia. Persino Harley aveva iniziato a stare zitta, incominciando ad osservare i tacchi delle scarpe che faceva sbattere ripetutamente fra loro.
Giulia applaudì entusista, forse non capendo la battuta dell'australiano che sbuffò:
"Era una battuta..."
"Ah..." rispose semplicemente la rosa abbassando sconsolata le mani.
Nella sala calò di nuovo il silenzio, finche un urlo femminile non lo squarciò nuovamente.
Sheila scattò in piedi e si massaggiò la coscia dolorante.
"Che succede?" Chiese Deadshot, tuttavia senza alzarsi.
"Mi sono bruciata..." rispose la bionda togliendo la mano e mostrando una chiazza rossa simile ad un ustione.
"Come cavolo hai fatto a bruciarti? Hai chiesto a Chato di lanciarti una sfera infuocata nella gamba?" Chiese con  un sorrisetto Capitan Boomerang.
"Lo stagno che c'è sul pavimento, lei non lo può toccare" rispose al posto della donna El Diablo, guardando il metallo argenteo.
"Esattamente" rispose la ragazza mentre la ferita si rimarginava e tornava del colore della sua pelle.
Chato si alzò, si tolse il giubbotto e lo poggiò a terra, per poi invitare la ragazza a sedersi sopra di esso.
Non sapeva perchè lo faceva, ma Sirena gli stava simpatica, e aveva avuto modo di vedere come fosse gentile nei suoi confronti e in quegli degli altri.
Doveva darle anche un minimo di riconoscenza.
"Grazie..." rispose lei sedendosi con delicatezza per poi rivolhere un mezzo sorriso ad El Diablo, che si sedette nuovamente.
Tutto il testo della Suicide Squad si lanciò occhiate maliziose, divertite e stranite. Ma tutte von una scintilla di buono negli occhi.
"Perchè non ci parlate di voi?" Chiese Harley, rivolta a Giulia e Sheila.
"Che senso ha chiedere a tua figla la sua vita se l'hai accompagnata nel corso di qest'ultima?" Chiese Katana in tono ovvio.
Harley sgranò gli occhi.
"Ah, vero..." disse sbalordita per poi guardare Sheila con sguardo malizioso.
"Allora raccontaci di te"
Il gruppo guardò Sirena, con uno sguardo di esortazione.
"Preferirei non parlare della mia vita privata..." rispose Sheila.
Non le piaceva raccontare il suo passato: non era felice di quello che aveva fatto, e non era altrettanto allegro rivivere nella sua mente quei momenti di paura e disperazione.
Le bastava ripensare agli occhi della sua sorellina Moana per scoppiare in lacrime.
Le bastava ricordare il sorriso orgoglioso dei suoi genitori quando tornava a casa con un bel voto per fare in modo che il rimorso le attanagliasse le viscere.
Insomma: parlare della sua vita non le piaceva, soprattutto alle altre persone.
Mentre pensava a questo, però, non potè non chiedersi: E allora perchè aveva raccontato a Chato la sua storia?
Aveva bisogno di sfogarsi? Voleva almeno qualcuno che la capisse?
Non che fosse scesa nei dettagli, per fortuna aveva avuto il buon senso di scartare alcune parti e di mescolare veritá e finzione in modo abbastanza credibile, ma il succo della questione era quello.
Aveva raccontato a qualcuno della sua famiglia...cosa le stava prendendo?
Nel frattempo anche Jolly stava pensando al passato.
Neanche alla pazza in rosa piaceva raccontare di se'.
Ed era una cosa abbastanza strana dato che era un tipo diversamente taciturno, a cui piaceva ridere, scherzare e commentare su ogni cosa.
Ma anche per Giulia riportare alla mente il passato era un impresa ardua: Nonostante fosse pazza, libera e felice sapere che suo padre e eua madre, le persone che dovrebbero volerle un bene dell'anima, hanno cercato di cambiarla e le hanno negato il mondo "normale" la faceva stare male.
La rosa scacciò via quei pensieri e si concentrò di nuovo sulla situazione, che si era fatta poù tesa.
Harley Quinn non aveva accettao la risposta negativa datele da Sheila sull'esporre la propria vita e si era avvicinata a lei, fino a guardarla negli occhi castani.
"Allora capirò io qualcosa di te" disse guardandola ancora di più.
Sheila aveva una leggera paura di quegli occhi: erano azzurro ghiaccio, spiritati e con una scintilla di follia che le fece prendere interi brividi lungo la colonna vertebrale.
Harley Quinn sospirò soddisfatta, per poi emanare la sua senteza, senza staccare gli occhi da quelli della donna bionda e sotto lo sguardo di tutta la squadra suicida.
"Donna di una trentina d'anni: giovane, bella e in salute. Tre sorelle..." disse mentre Sheila la guardava con occhi sgranati, e la Suicide Squd con occhi ancora più sorpresi.
"Una più grande, con dei figli...i tuoi nipotini...una sorellina minore che ahimè non c'è più..." proseguì con tono sempre piu freddo e pacato.
L'ansia di Sheila era alle stelle: Harley era come se le leggesse dentro. E quello che vedeva lo stava esponendo sulla pubblica piazzia.
Aveva voglia di scappare ma decise di mantenere la calma, dopotutto faceva yoga per quello.
"Pessimi rapporti con la sorella gemella..." continuò la donna albina per poi scimmiottare una voce fenminile ed acuta.
"La mia sorellina Sheila è più bella ed intelligente di me.
Così ho deciso di renderla insicura e timida a suon di insulti e figuracce pubbliche..." finì sprezzante.
Il resto della squadra osservava la scena con occhi sbarrati: non era la prima volta che Harley dimostrava le sue "doti" come psicologa e indovinatrice di passati ma quello...quello era il più sorprendente di tutti.
"Oh, e vedo un altra cosa..." cintinuò.
"C-cosa?" Fu l'unica cosa cheriuscì a sussurrare spaventata Sheila.
Harley ghignò.
"Mai uvuto rapporti con esseri maschili: mai avuto un fidanzatino..." disse.
Gli occhi di Sheila si inumudirono.
"Mai baciato nessuno..." continuò, a quelle parole tutti sobbalzarono.
Sheila sentiva gli sguardi addosso.
"Mai fatto l'amore con nessuno..." aggiunse.
Una lacrima calda e bruciante solcò il viso di Sheila.
"E paura dei proprio poteri...anzi, vero terrore di se' stessa" finì per poi staccarsi da lei e tornare al suo posto.
Poi con un sorriso chiese:
"Ho indovinato?"
Sheila non rispose, continuando a guardare Harley.
"Lo prendo come un si" rispose la donna del Joker con un sorriso.
Sirena strinse i pugni: quella donna aveva appena gettato via tutte quelle maschere che negli anni si era costruita con cura solo con uno sguardo, aveva appena raccontato quello chesi annidava dentro di lei.
Aveva appena raccontato di come fosse stata sola, senza un sostegno in una possibile metá.
Aveva appena raccontato che non aveva mai baciato o fatto niente con un ragazzo nei trentuno anni della sua vita.
A quel pensiero serrò ancora di più le gambe.
Aveva voglia di scomparire e di dimenticare tutto, ma decise di non fare nulla.
Avrebbe solo atteso che tutti si scordassero di tutto.
In quel momento, però, Rick Flag fece irruzione nella stanza.
"Scendete" disse semplicemente, con sguardo serio e voce ferma.
"Non si parte?" Chiese ironicamente Deadshot.
A un uomo come lui gli imprevisti non piacevano, soprattutto da parte del governo e di qualche militare troppo gasato del suo ruolo.
"Io chiedo indietro i soldi del biglietto" aggiunse in tono falsamente serio Giulia, alzandosi e sistemandosi la gonna rosa.
"Scendete, e state zitti soprattutto" ripetè ancora più freddo Rick.
La squadra ubbidì e nel giro di qualche minuto tutti si ritrovarono fuori, mentre il suv che li doveva ritrasportare in Louisiana partiva con il rombo possente delle eliche.
"A cosa dobbiamo questo imprevisto?" Chiese Katana con il perenne accento giapponese e l'altrettanto eterno tono gelato.
"La Waller ha chiesto che voi rimaniate qua a Los Angeles per fare da baby-sitter allo specchio degli dei..." stava per dire Rick ma una voce giovanile e squillante lo interruppe.
"Perchè, non veniva con noi quell'adorabile pezzo di vetro?" Chiese Giulia con un sorrisetto da schiaffi.
Rick la guardò truce.
"Quinzel: Tu non riesci proprio a stare zitta, eh?" Domandò.
Il sorriso di Giulia si sepnse e le .
Harley stava per intervenire in aiuto della figlia ma ormai conosceva Jolly: quando faceva cosi' significava che poteva cavarsela tranquillamente da sola.
"Perchè dice questo signor Flag?" Chiese con tono triste e occhi da cagnolino la rosa.
A quella vista Rick non potè non innervosirsi: quell'ingenuitá gli stava dando giá sui nervi.
"Perchè non tieni mai la bocca chiusa ragazzina" rispose in tono ovvio.
Jolly non demorse.
"E perchè?" Chiese nuovamente.
"Perchè dici qualcosa su tutto"
"E perchè?"
La pazienza di Rick si esaurì dopo solo due domande.
"Perchè significa forse che trovi qualcosa intressante!" Gridò esasperato. Giulia sorrise soddisfatta.
"Bravo Rickie!" Trillò dandogli delle pacche sulla testa come si fa con i cani che riportano il bastone, fregandosene che era ridicolmente più bassa del soldato.
Rick aveva una gran voglia di pestare a sangue Jolly, ma strinse i denti e continuó.
"Comunque lo specchio ha avuto dei problemi durante il trasporto.
Ora vi accompagneremo alla vostra momentanea abitazione" disse con tono menefreghista ed espressione scura.
La Suicide Squad si guardò, chiedendosi in quale topaia gli avrebbe rinchiusi il governo.
Per poi seguire Rick, che si stava allontanando.
Deadshot osservò Giulia, per poi avvicinarsi a quest'ultima.
Jolly aveva ancora sulle labbra il sorriso vittorioso che aveva acquisito dopo la lotta verbale con Rick, che aveva stracciato, e nel frattempo aveva un amdatura gongolante di vittoria.
"Ehi bambolina: sei andata a una scuola speciale o le persone le sai fare andare di matto per natura?" Chiese con un sorrisetto, affiancandosi alla pazza.
Jolly lo guardò sogghignante.
"E quello era solo un assaggio Floyd" rispose.
Jolly amava essere fastidiosa: le piaceva vedere le persone che si innervosivano; le piaceva vedere la rabbia sopraffare le menti; le piaceva vedere come ognuno avrebbe reagito alle sue provocazioni.
E con questi pensieri in testa non si accorse che erano nei pressi di un quartiere decisamente e diversamente povero.



ANGOLO AUTRICE: I'm back!
Mi spiace davvero tanto per l'attesa, ma l'estate ha un brutto effetto su di me XD.
Comunque l'importante è che vi ho portato un nuovo chappy, uno decisamente meno movimentato degli altri ma sempre un chappy!
Non ho molto da dire: come si può notare mettiamo un po' più in luce la mia Sheila e la fantastica Jolly, quest'ultima credo che le farò fare le peggio cose alla squadra *faccina malefica* 😈.
Ok, ancora non avete visto cusa fará "quell'adorabile pezzo di vetro" (cit Jolly) dello specchio degli dei ma nei capitoli a seguire fará emergere diversi casinò (?).
BASTA! NON SPOILERO!
E con questo angolo diversamente sensato vi saluto amati lettori, invogliandovi a recensire!
Un bacio e alla prossima! Perdonate per eventuali errori.

Ps: Pensavo di mutare i titoli dei capitoli da italiani ad inglesi, cosa ne pensate?
   
 
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