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Autore: shinepaw    14/08/2017    4 recensioni
Brooklyn ha quindici anni e aspira a diventare il campione assoluto di equitazione. Ma, quando nella sua vita irrompe un cavallerizzo che potrebbe essere più bravo di lui, con un cavallo forse più fenomenale del suo, il suo sogno vacilla. Sotto la rivalità sta però un sentimento molto più grande...
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Sequel di Juliet & Juliet 2.
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Brooklyn's point of view

Oggi, per la prima volta da quando ci siamo rimessi insieme, io e Castiel abbiamo un appuntamento. C'è un festival, in questi giorni, e vicino alla spiaggia ci sono le bancarelle e un palco per i concerti; stasera ci saranno inoltre i fuochi d'artificio.

Castiel: sono qui.

- Io esco! - annuncio, finendo di sistemarmi i ricci al volo. Tutti mi salutano nello stesso momento in modo confuso.

Castiel mi attende fuori casa e, non appena i miei occhi si posano su di lui, il mio cuore inizia a battere più forte.

- Ehi bellissimo - dico, accennando un sorriso. Sorride a sua volta, avvicinandosi e cingendomi il collo con le braccia, prima di baciarmi dolcemente.

- Ciao, Brook - bisbiglia, strofinando teneramente il naso contro il mio. Gli prendo la mano, intrecciando le dita alle sue, e il suo braccialetto mi sfiora il polso. Sono tremendamente felice di non essermi liberato del mio.

C'incamminiamo verso la spiaggia, in silenzio. È una bella serata, perfetta per i fuochi d'artificio: il cielo è limpido e c'è giusto una lieve brezza.

C'è parecchia gente in giro, ma non troppa. Di sicuro ci saranno persone che io o il mio ragazzo conosciamo.

Ci mettiamo a curiosare fra le bancarelle, le quali vendono di tutto, dal cibo al vestiario, gioielli compresi.

- Ti va un gelato? - chiede Castiel. Annuisco con entusiasmo. - Offro io.

- Ma tu hai meno soldi di me... e se ne dividessimo uno in due?

- Va bene - acconsente, lasciando andare la mia mano e avvicinandosi al carrello dei gelati. Per un istante sto quasi per seguirlo per metterci d'accordo sul gusto, poi però cambio idea e decido di lasciarmi sorprendere.

Castiel ritorna con un enorme cono rosa e un'espressione alquanto bizzarra in viso.

- Fragola? - domando, sorpreso. - Come fai a sapere che mi piace la fragola?

- Se non te lo ricordi tu... io non te lo dirò di certo - risponde, esibendo un sorrisetto irritante. Affondo un indice in una pallina e gli sporco la punta del naso col gelato. - Brook!

- Così impari a prenderti gioco della mia amnesia - borbotto, prima di leccar via il gelato dal suo naso. Arrossisce violentemente.

Ci sediamo su un muretto a mangiare. Le nostre lingue di tanto in tanto si sfiorano in maniera casuale, facendoci avvampare. Io non posso fare a meno di pensare che Castiel sia carinissimo con le guance imporporate, la mano sotto la mia e i meravigliosi occhi color cielo fissi nei miei.

Una volta finito il gelato riprendiamo a gironzolare tra le bancarelle, incappando in una mia conoscenza: il fratello di Leya, Misha, insieme a suo marito, Liam. Entrambi tengono per mano la loro bambina, Grace.

Faccio loro un cenno di saluto.

- Ciao, Brooklyn! - esclama Misha. - Anche voi qui?

- Già.

Sbircio Castiel, il quale non ha alcuna particolare espressione in viso. Mi chiedo se dovrei fare le presentazioni o no.

- Saluta Brooklyn e Castiel, Grace - dice gentilmente Liam, lasciando andare la sua mano. La bambina afferra i suoi jeans e si limita ad osservarci con i grandi occhi castani colmi di timidezza, come quelli di un cerbiatto.

Mi abbasso alla sua altezza e le accarezzo dolcemente i capelli bruni.

- Ciao, Grace - la saluto, sorridendo. Con la coda dell'occhio noto il mio ragazzo abbassarsi e poggiare un ginocchio a terra. Grace si stacca dai propri genitori e allunga le braccia per toccare i capelli variopinti di Castiel, affascinata.

- Anche l'altra volta ha fatto così - ridono i suoi genitori. Castiel si siede per permettere a Grace di toccargli i capelli.

Io esibisco una smorfia. Quanto vorrei riavere i miei ricordi, in questo momento.

Quando Grace è soddisfatta riprendiamo con il nostro giro. Di tanto in tanto ci fermiamo ad accarezzare qualche cane, perché come si può resistere? Quando cominciano a tirare per venire da noi io e Castiel andiamo in brodo di giuggiole.

Ad un tratto c'imbattiamo in uno stand di gioco, il quale consiste nel far canestro una volta per vincere un peluche gigante. Non c'è una vasta scelta di premi: cinque Minions (quelli di Cattivissimo Me!) diversi e un unico Fluffy (l'unicorno, sempre dello stesso cartone animato).

Allo stand troviamo mio cugino Akira e suo marito Christopher. Mio cugino ha sulle spalle suo figlio, Jakob, e in braccio la figlia, Rosalya. Christopher fa canestro al primo tentativo e lascia decidere ai bambini il premio che vogliono, dopodiché paga una seconda volta e fa canestro di nuovo, stavolta al secondo tentativo; poi se ne vanno, felici.

Mi rivolgo al mio ragazzo, il quale sta fissando con desiderio il Fluffy gigante.

- Vuoi giocare?

Assente timidamente. Ci avviciniamo e io chiedo se possiamo giocare, prima di pagare. Abbiamo tre tentativi a disposizione.

- A te l'onore - dico a Castiel, passandogli la palla. La tira, incerto, ed essa colpisce il tabellone e cade a terra.

Io sono un po' più sicuro. Sono o non sono il figlio di un giocatore di basket?

E fallisco miseramente anch'io, due volte, perché Castiel non se la sente di riprovare. Ci allontaniamo dallo stand.

- Peccato - mormora, scontento. - Quel peluche era davvero carino.

Gli passo un braccio attorno alle spalle.

- Mi dispiace, Castiel. Magari ne troviamo un altro più avanti... o al prossimo festival, eh?

Lo bacio sulla guancia e lui forza un sorriso.

- Magari, sì... - concorda, abbacchiato. - Devo andare in bagno, mi aspetti qui?

Annuisco e, mentre si allontana, io lancio una rapida occhiata allo stand. Non restano molti peluche. Mi chiedo cosa ne facciano di quelli che non vengono vinti.

Controllo quanti soldi ho: abbastanza per riprovare qualche volta. Ma ne varrà la pena? Non sono più così certo delle mie abilità di cestista.

Torno allo stand, accertandomi che nessuno guardi.

- Scusi... lo so che non dovrei chiedere, ma non mi venderebbe quel peluche? Le darò tutti i miei soldi - dico implorante alla ragazza dello stand, sperando di impietosirla con un'espressione da cane bastonato.

Lei guarda prima i soldi e poi me e allontana da sé la mano con cui glieli sto porgendo. Sto già per abbozzare una smorfia di delusione, quando...

- Dammi la metà e portatelo via adesso che non c'è nessuno - bisbiglia, facendomi l'occhiolino. Obbedisco, dandole metà dei miei soldi e appropriandomi del Fluffy.

- Grazie mille! - esclamo. Vorrei fare i salti di gioia, ma il peluche pesa troppo. La ragazza fa un gesto con la mano come a dire che non è nulla.

Mi allontano di nuovo dallo stand, proprio nell'istante in cui Castiel torna dal bagno. La sua espressione nel vedermi con in braccio il Fluffy gigante non ha prezzo.

- Brook...? Tu... hai vinto questo... per me? - domanda, stupito.

- E-eh già... - replico, piazzandoglielo fra le braccia. - Dubitavi del mio talento? Se solo papà mi avesse visto... ah-ah...

Una piccola bugia non mi ucciderà, no?

Castiel lo abbraccia e sorride, commosso.

- Ti amo - mi bisbiglia all'orecchio, stampandomi un dolce bacio sulla guancia. Percepisco il cuore traboccare di felicità.

Ci spostiamo in spiaggia, finalmente, per guardare i fuochi d'artificio. L'unica nota negativa è che quel peluche è davvero enorme e Castiel deve sostenerlo con entrambe le braccia... quindi non possiamo più stare mano nella mano.

Il mare è calmo, questa sera, e nelle sue acque scure si specchia la luna piena. Ci sediamo sulla sabbia, vicini, e le nostre gambe si sfiorano.

- Non vorrei essere in nessun altro posto, con nessuno che non sia tu, in questo momento - rifletto ad alta voce. Le onde ci accarezzano le orecchie con il loro swoosh-swoosh rilassante.

- E lo stesso vale per me - sussurra Castiel. Mi volto ad osservarlo. È arrossito e la luna fa luccicare i suoi occhi azzurri in maniera semplicemente perfetta.

Mi sporgo per baciarlo, tuttavia le mie labbra trovano un grosso ostacolo peloso.

- Castiel - ringhio, ancora con il viso affondato dentro il muso di Fluffy. - Ci siamo baciati infinite volte. Perché adesso fai il timido? Togli quel coso dalla mia faccia.

Lo scosta lentamente, avvampando ulteriormente. Non credo si renda conto di quanto mi fa impazzire, di quanto desideri baciare le sue labbra socchiuse.

Lo bacio piano, chiudendo gli occhi. La sua lingua mi accarezza il labbro inferiore e s'intrufola nella mia bocca, accendendo il bacio di passione.

Un fuoco d'artificio che esplode nel cielo blu notte c'interrompe. La volta celeste si tinge di rosso, verde, oro. Il rilassante sciabordio delle onde viene sovrastato dai botti.

Si sono dati da fare per questo spettacolo pirotecnico: fuochi d'artificio a forma di girandola, fiore o a cascata, e perfino cuore.

Mentre il cuore illumina il cielo io rifletto su quanto Castiel faccia sentire il mio, di cuore, come un fuoco d'artificio che esplode di gioia e amore.

Gli lancio un'occhiata di sottecchi: la sua espressione è di pura meraviglia e le sue iridi azzurre, puntate sul cielo, brillano ad ogni fuoco d'artificio. M'incanto ad ammirarlo, sentendomi il ragazzo più fortunato del mondo.

E lui si gira, all'improvviso, forse sentendosi osservato, e ricambia il mio sguardo con intensità. Mi ruba un bacio lungo e profondo; una sua mano si sposta da Fluffy e si poggia sul mio petto, spingendomi sulla sabbia.

Castiel continua a baciarmi ed entrambi ci dimentichiamo dei fuochi d'artificio.

- Castiel... - mormoro, senza fiato. Mi guarda da sopra di me, facendomi arrossire. A volte credo che possa davvero vedere la mia anima.

Mi accarezza una guancia con dolcezza toccante, prima di accoccolarsi sul mio petto come un gatto.

L'ultimo botto, e poi il silenzio riempito dallo sciabordio delle onde. Il mio sguardo vaga di stella in stella, quando il fumo si dirada.

Siamo così piccoli, piccoli. Minuscoli esseri mortali.

- Ti renderò felice sempre, ogni giorno - sussurro, allungando una mano per accarezzargli i capelli.

-

Note dell'autrice:
buonasera, pasticcini! Non ho nulla di particolare da dire, se non che risponderò al più presto alle recensioni. Siete adorabili, lettori miei. Un abbraccione
   
 
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