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Autore: ChiaraBJ    15/08/2017    2 recensioni
Quando tutto sembra scorrere di nuovo sui binari della normalità la vita di Ben viene nuovamente sconvolta e di conseguenza anche quella del suo socio Semir. Una verità rimasta nascosta per troppo tempo, complotti, fughe, tradimenti sono alcuni ‘ingredienti’ di questa nuova avventura che vedrà i nostri ispettori indagare lontani dalla loro città.
Soli…o quasi.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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I morti non parlano

Semir e Ben uscirono dallo stabile subito dopo aver concluso il colloquio con l’avvocato che quindici anni prima aveva difeso Mathias Wust; unarapida occhiata in strada poi entrambi si diressero verso la loro auto parcheggiata una decina di metri più in là.
“Allora che vi ha detto l’avvocato Porfidier?” esordì Wust appena i due ispettori salirono sull’auto.
“Beh direi che forse aveva ragione. Per l’avvocato è stata un’autentica sorpresa vedermi qui a Cottbus. Al telefono quando lo chiamai da Colonia non fu contento di sentirmi, figuriamoci presentarmi davanti a lui in carne ed ossa” delucidò Semir avviando la macchina.
“Adesso che pensate di fare?” chiese ancora Wust.
“Forse dobbiamo solo aspettare che qualcuno faccia una mossa falsa, abbiamo smosso un po’ le acque andando direttamente da lui, il suo avvocato non mi è sembrato molto collaborativo, anzi sembrava a disagio in nostra presenza” rimarcò Semir “Senta, vorrei vedere di persona la zona dove sorgeva la sua casa e cosa c’è al suo posto, se per lei va bene”
“Certo, segua la strada che porta all’autostrada” rispose Wust, poi dopo un profondo respiro continuò “Tutto quello che c’era all’interno di quella casa è andato perso, venduto o buttato; mobili, monili, arredi, foto, ricordi. Sono stato condannato all’ergastolo, quell’abitazione non mi sarebbe servita più. E quello che mi fa più male è che della vita passata, prima che mi mettessero in prigione, non ho nulla, nemmeno una foto di mia moglie. Gli unici ricordi che ho della mia famiglia sono le foto di Livyana che mi mandava per posta Popov”

Ben si morse le labbra, in fondo quell’uomo gli faceva un po’ pena, un terzo della sua vita trascorsa in carcere forse da innocente, era abbastanza logico che ora volesse scoprire la verità e riavere parte della sua famiglia.
Il ragazzo stava per cominciare un nuovo discorso col socio, ma quando si voltò dalla sua parte qualcosa in Semir gli fece esclamare:
“Ehi socio, sbaglio o hai il sospetto che qualcuno ci stia seguendo? Continui a guardare lo specchietto retrovisore”
“Cosa???” Wust stava per voltarsi, quando Ben gli intimò di non voltarsi e di sdraiarsi sui sedili.
“Faccia come le ha detto Ben” ribadì Semir, poi rivolgendosi a Ben “La vedi quell’Audi grigia, due auto dietro di noi. Tieniti pronto, faccio un’inversione a U appena la strada me lo consente, cerca di vedere chi sono gli occupanti”
“Faccio anche una foto se vuoi, magari possiamo identificarli in qualche maniera” replicò Ben estraendo dalla tasca del giubbotto il cellulare.
Appena la strada glielo permise Semir rallentò, poi velocemente fece un’inversione di marcia. Questo permise ai due ispettori e in particolare a Ben di vedere in volto l’uomo che era alla guida, quello però che non si aspettavano era che l’uomo estraesse una pistola nel tentativo di sparare ai due poliziotti.
“State giù” urlò Ben e Semir capendo la situazione al volo diede gas cercando di allontanarsi il più velocemente dalla linea di tiro.
“Ma ci stanno sparando!” urlò Wust con un tono a dir poco terrorizzato.
“Sa che novità, a noi capita sempre” sentenziò Semir.
“Ma chi sono e cosa vogliono da noi” urlò Wust disteso sui sedili, pochi istanti dopo fu letteralmente investito dalle schegge dei vetri dei finestrini andati in frantumi.
“Semir” urlò Ben “Uno dei due, sono sicuro di averlo visto quando siamo andati da Porfidier, stava uscendo dallo stabile, tu stavi parlando con la segretaria della reception”
“Strano con tu non ti sia fatto distrarre dal decolté della segretaria” sogghignò Semir.
“Spiritoso” ribatté con tono seccato Ben.
“Scusate” intervenne Wust “Ma non mi sembra il caso di discutere di queste cose vista la situazione...”
“Non si preoccupi è il nostro modo di sdrammatizzare” ribadì Semir.
“Cerchiamo di condurli in un posto isolato, magari se li acciuffiamo potremmo estorcergli qualche informazione” suggerì Ben.
“Buona idea” asserì Semir “Wust lei che conosce la città…un suggerimento in questo momento sarebbe gradito”
“C’è una cava a circa tre chilometri da qui, potrebbe fare al caso vostro?” urlò ancora stando sempre sdraiato sui sedile.
“Ci dica da che parte dobbiamo andare” replicò Semir.

I due ispettori seguirono le indicazioni di Wust, portandosi dietro l’auto di quello che sembrava a detta loro un scagnozzo dell’avvocato Porfidier.
Arrivati alla cava Semir percorse una strada a strapiombo.
“Adesso vedo se sporgendomi riesco a sparagli alle ruote” propose Ben che estraendo la pistola dopo una rapida occhiata al caricatore tolse la sicura. Stava per sporgersi dal finestrino e sparare quando lo scoppio di un pneumatico fece bruscamente sbandare la loro auto.
La BMW capottò un paio di volte, fermandosi con due ruote sulla strada e le altre due sospese nel vuoto.
“Non respirate e guai a voi se solo osate muovervi” ordinò Ben senza nemmeno sincerarsi se gli occupanti della BMW fossero ancora tutti interi.
L’auto dondolava pericolosamente, e strani cigoli metallici rendevano la situazione ancora più drammatica.
“Come scendiamo?” chiese Mathias da dietro i sedili.
“Abbiamo quattro porte ognuno dovrà pensare alla propria pelle, non vedo altre soluzioni” replicò Semir.

Per i loro inseguitori si presentò quindi una ghiotta occasione per eliminarli definitivamente.
“Avvicinati all’auto, basterà solo toccare appena il paraurti, cadranno nel vuoto” propose uno dei due malviventi “Se troveranno i corpi penseranno ad un incidente, se gli spariamo…l’autopsia sui loro corpi svelerà che li abbiamo assassinati e si potrebbero complicare le cose, simulare un incidente mi sembra la cosa più logica”
L’auto si avvicinò pericolosamente alla BMW.
“E’ finita ci spareranno e cadremo giù” pensò Ben, ma non ci fu nessun colpo di pistola, bastò un tocco quasi impercettibile e l’auto di Semir sparì come inghiottita dal baratro.
Pochi secondi dopo una forte esplosione e della BMW non rimase nulla se non un ammasso di rottami.

Nessuno scese dall’Audi grigia, gli occupanti erano più che certi di aver eliminato una volta per tutte gli ispettori dell’autostradale di Colonia e Mathias Wust.
“Avvisa il capo” ordinò l’uomo che era al volante inserendo la marcia e percorrendo la strada verso l’uscita della cava, informalo dell’accaduto e digli che nell’esplosione è morto sicuramente anche Wust. Sono certo di averlo visto seduto nei sedili posteriori dell’auto. Sarà contento del nostro operato, adesso possiamo considerare la faccenda chiusa per sempre”
 
Un Ben dolorante, ma ancora vivo, si rizzò faticosamente in piedi.
Era finito dietro ad un grosso masso e questo gli permise di controllare che nessuno fosse restato sul ciglio del dirupo per assicurarsi di aver eliminato lui , Semir e Wust.
Aveva male dappertutto e gli ronzavano le orecchie, ma tastandosi un po’ ovunque gli parve di essere tutto sommato abbastanza integro.
La BMW ora ridotta ad una carcassa ancora fumante era scivolata per alcuni metri lungo la scarpata prima di compiere un salto di una ventina di metri ed esplodere.
“Semir?” urlò Ben tenendosi una spalla “Mathias?”
Ma alle orecchie del giovane ispettore non giunse alcuna risposta.
“Semir?” urlò di nuovo Ben e il panico sì impadronì di lui.
“Ben…sono qui!” il richiamo del socio giunse come una benedizione.
Il ragazzo fece qualche passo verso la voce, dietro ad uno spuntone un dolorante Semir stava risalendo la scarpata.
Ben tese la mano riportandolo in un luogo decisamente meno pericoloso.
“Wust?” chiese Semir.
“L’ho chiamato, ma non ho ricevuto risposta…tu lo hai visto?”
“No…non vorrei che…” ed entrambi diedero un’occhiata a ciò che restava della BMW.
“Wust?” chiamò ancora Ben, ma alle orecchie dei due ispettori arrivò solo l’eco della chiamata.
“Che facciamo ora?” chiese decisamente preoccupato Semir “Se Wust…se fosse saltato, se si fosse salvato…sarebbe qui o perlomeno risponderebbe. E nei paraggi non si vede…Ben ho il timore che…” il piccolo ispettore non concluse la frase.
Ben per qualche secondo restò a guardare la carcassa della BMW in fiamme.
“Questa non ci voleva” sussurrò “Non sono riuscito a salvare i genitori adottivi di Livyana e forse nemmeno il vero padre”
“Dai socio” propose Semir prendendolo per un braccio “In ogni caso dobbiamo arrivare alla verità. Livyana non si accontenterà delle nostre supposizioni, vorrà sapere se realmente Mathias ha ucciso o no sua madre e dopo questo episodio penso che potremmo considerare l’idea che Mathias Wust fosse davvero innocente”

I due ispettori decisero di incamminarsi verso l’uscita della cava.
“Non ci resta che tornare in città” propose Semir “L’unica pista che abbiamo è l’avvocato Porfidier, e secondo me è stato lui a mandarci quei due simpaticoni. E’ l’unico che sapeva del nostro arrivo in città. Molto probabilmente dopo la nostra visita ha ritenuto opportuno metterci a tacere. Noleggeremo un’auto e lo sorveglieremo…prima o poi farà una mossa falsa, spero”
“Semir lo sai che potremmo non scoprire mai niente” replicò Ben “Forse è davvero una caccia alle streghe”
“Ma abbiamo fatto una promessa a Wust ricordi?” sentenziò Semir.
“Hai ragione, ma abbiamo anche detto che gli concedevamo quarantotto ore non di più, poi con le buone o le cattive porterò a casa Livyana, se poi lei vorrà andarsene…non sarò io a impedirglielo”
“Ben, sono parole dure lo sai, quello che hai fatto per lei…” replicò Semir “Livyana ha la testa dura, è cocciuta, ma anche disperata, ha bisogno che qualcuno la protegga…soprattutto da se stessa”
“Forse quel qualcuno non sono io, forse non sono la persona giusta per svolgere questo compito” replicò secco Ben “Forse il fatto che Elise non ci sia più…ha complicato ancora di più le cose…”
“Sarà, ma io penso il contrario…” Semir lasciò poi cadere il discorso. Sapeva quanto tenesse Ben alla ragazzina, forse quel discorso era più dettato dai sensi di colpa che dalla ragione.
 
Angolino musicale: Per i due ispettori c’è mancato poco…
Linkin Park ‘Waiting for the end’ (aspettando la fine)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=5qF_qbaWt3Q
Questa non è la fine Questo non è l’inizio, Solo una voce, come una rivolta Che scuote ogni revisione ma tu ascolti la tonalità Ed il ritmo violento… stiamo vivendo in balia Del dolore e della paura…Lasciamo che spariscano tutti Aspettando che arrivi la fine Vorrei avere la forza di esserci Questo non è quello che avevo programmato non riesco a controllarlo...So quanto ci vuole per andare avanti So cosa si prova a mentire Tutto quel che voglio fare E’ cambiare questa vita con qualcosa di nuovo Aggrappandomi a qualcosa che non ho…raccogliendo i pezzi, adesso da dove posso ricominciare? La parte più difficile della fine è ricominciare
  
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