Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Corydona    16/08/2017    1 recensioni
ANTEPRIMA (Il romanzo è su Amazon!)
Ex "Un tuffo al cuore"
Dopo l'infortunio di una delle compagne di nazionale, Fiammetta Salieri ha l'occasione di realizzare il suo sogno e di partecipare alle Olimpiadi. Cosa potrà mai andare storto?
Ovviamente, nulla va come previsto.
Nel giro di pochi giorni, Fiammetta si ritrova al centro delle più disparate confidenze, scoprendo legami di ogni genere tra compagni e avversari.
Tra amicizie che nascono e che muoiono, scommesse, tradimenti segreti e persino un mazzo di fresie, ci ritroviamo a vivere gli spalti dell'impianto non solo tra la tensione delle continue gare, ma anche facendo il tifo per le Olimpiadi che ognuno di noi almeno una volta nella vita deve disputare: quelle del cuore.
Genere: Romantico, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Olimpiadi Romane'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alla fine della premiazione, molti degli atleti rimangono lì per allenarsi un po', gli altri tornano ai propri alberghi. A me non va di tornare a Casa Italia, perciò me ne rimango a bordo piscina, mentre Becky va in palestra e Andrea prova con Tommaso i tuffi da eseguire domani nel sincro maschile dalla piattaforma. Le coppie saltano una dopo l'altra, rispettando i turni.

Jean nel sincro non gareggia, perché la Francia non ha grandi piattaformisti; i francesi hanno la coppia di sincro solo dal trampolino maschile, ma il ragazzo che si tuffa insieme a Emilién ha avuto un infortunio alla schiena prima degli Europei, quindi qui all’Olimpiade partecipano solo alle gare individuale. Li ho visti con la coda dell'occhio dirigersi verso la porta che conduce alla palestra; ma non penso di raggiungerli perché mi metterei a chiacchierare e li distrarrei. Conoscendo Jean, sarà concentratissimo nei pochi momenti di allenamento, gli ci manco solo io!

Le chiacchiere possiamo farle anche a Olimpiade finita, in qualche bar, o passeggiando tra i monumenti, visto che Valentina ha in programma una mega gita insieme anche ad altri tuffatori di diverse nazionalità… e, senza chiedermelo, ha deciso che avrei fatto da guida. Certo, a me farebbe molto piacere mostrare i luoghi di Roma che più mi affascinano, ma dovrei parlare in inglese tutto il tempo, e mi sento sempre un po’ scema a confrontarmi con quella lingua.

Dalla mia parte ho il tempo: sicuramente se ne riparla l’ultimissimo giorno in cui rimaniamo qui, perciò potrò di certo prepararmi qualche discorso… al massimo mi farò aiutare da Becky, che con l’inglese è più ferrata di me! Che poi, a pensarci bene, un po’ di inglese lo parlo, anche se si tratta di concetti relativamente semplici… Diciamo che il fatto di avere ormai il francese come seconda lingua, grazie a Jean, mi ha tolto la voglia di cimentarmi con lo studio dell’inglese, persino a scuola mi bastava fare i compiti, senza esercitarmi oltre.

Sto iniziando a pensare se invece tornare a Casa Italia non sia una buona idea, così magari mi metto al lavoro, quando con la coda dell’occhio scorgo una figura dall’abbronzatura bronzea avvicinarsi agli spalti. Mi volto e mi accorgo che si tratta di Oliver Durrant, il capitano della delegazione britannica, uno dei candidati alla medaglia d’oro. Ricordo di averlo visto gareggiare dalla piattaforma, quando era un ragazzino… e che poi ha deciso di passare al trampolino, chissà per quale motivo. È uno dei pochi a gareggiare sempre ad altissimi livelli, è davvero fenomenale… anzi, mi sa che ha addirittura battuto i cinesi quando era giovanissimo! Eppure avrà soltanto un paio di anni più di me… eh sì, perché quando aveva vinto io dovevo iniziare il liceo…

Sbuffo, cercando di resettare il mio cervello, prima che parta per ragionamenti astrusi. E mi rendo conto che il britannico non sta andando nella sezione degli spalti dedicata agli atleti, ma sta camminando verso di me, con un passo abbastanza deciso.

- Can I sit here? - mi chiede, con un sorriso. I suoi lineamenti sono davvero dolci, con il mento tondo, le guance appena gonfie e quegli occhi grandi, dal taglio leggermente allungato. Si gratta la punta del piccolo naso, in attesa di una mia risposta.

Annuisco, senza sapere cosa pensare. Diavolo, tanta gentilezza tutta insieme non me l’aspettavo!

In un nanosecondo cerco di fare mente locale: c’è qualcosa di quello che Valentina mi ha detto su di lui che dovrebbe farmi preoccupare?

Sospiro. So che i suoi modi affabili, il suo accento inglese, la sua innegabile bellezza sono un fattore che fa sciogliere come gelato al sole tantissime ragazze: infatti è seguitissimo sui social, soprattutto da utenti del gentil sesso. Eppure, che io ricordi, tra i mille pettegolezzi, non credo sia fidanzato. Non che mi importi: ci vuole altro che un bel faccino, per quanto mi riguarda!

Annuisco, una volta stabilito tra me e me che è del tutto innocuo. Durrant non mi chiede come sto, per fortuna, visto che avrò parlato con non-so-quanta-gente da quando ho sbattuto la testa. Il britannico, semplicemente, si siede alla mia sinistra e guarda gli altri tuffarsi. Strano che non si stia allenando, rifletto; che diavolo sarà venuto a fare, se non per sapere se sto bene?

Intorno a noi gli spalti sono deserti, gli spettatori sono ormai andati via e l'intero impianto, vuoto, sembra immenso. Il sole passa da feritoie tra una sezione e l'altra delle scalinate che ospitano i sedili da cui si guardano le gare, mentre gli spalti, alti, fanno da corolla alle due piscine: la nostra quasi quadrata e quella lunga del nuoto in corsia. La luce del giorno sta iniziando lentamente a calare, perciò non rende accecante il colore bianco dell'impianto. Non dà affatto fastidio agli occhi, ma risulta quasi di una colorazione ambrata, inoffensiva.

- Don't trust him - mi dice.

Lo guardo. Lui è di profilo, con i suoi grandi occhi puntati castani sui due russi che stanno facendo il doppio con doppio. Come se non badasse a me, come se nessuno dovesse sapere che ci stiamo parlando. Ma sarebbe impossibile non crederlo.

- Di chi? - gli chiedo, incuriosita.

- Di David Thompson.

Ha ancora lo sguardo attento, ora sulla coppia egiziana, ma cambia poco.

- Perché?

- Prima ho visto che ti si è avvicinato.

- Mi ha solo...

- Lo so. Ma non mi piace quel tipo. Può farsi bello quanto vuole, ma, se ci prova con te, non gli dare corda. Non è una brava persona.

- Perché mi stai dicendo tutto questo?

Lui sospira e si volta, per la prima volta, verso di me. I suoi occhi color nocciola, solitamente allegri, si fanno seri.

- Non posso dirtelo. Ho promesso che non l'avrei fatto. Ma devo metterti in guardia da lui. Lo conosci appena e non sai com'è.

Annuisco. Che tipo sarà mai David Thompson? Che diamine può aver combinato perché Oliver Durrant venga a mettermi sull’attenti? Forse quel fascino ammaliante del californiano davvero nasconde qualcosa… Ma, in fin dei conti, mi importa? Cadrei ai piedi di uno che mi viene a parlare solo per farsi bello? Conoscendomi, direi di no.

Certo, che lui sia un bel ragazzo è fuori discussione… ma che razza di trip mentali mi sto facendo? Io e Thompson? Seriamente? Sì, ricordo di averlo notato, ma non è l’unico bel ragazzo che ho incontrato, né a livello juniores, né qui con i grandi… Sbatto la porta in faccia alla possibilità che ci voglia provare con me, senza neanche considerare che parla una lingua diversa dalla mia e con cui non mi trovo affatto a mio agio. E poi no: i miei affari privati rimangono fuori dalla piscina, fuori dall’Olimpiade e fuori da qualsiasi cosa possa capitare qui.

- Ok, me ne ricorderò, non ti preoccupare.

Durrant mi rivolge un sorriso, confortato dalla mia risposta. Accidenti, se è bello pure lui! Ma so bene perché sono decisa a non lasciarmi incantare da nessun tuffatore: ogni gara mi metterebbe le farfalle nello stomaco al pensiero che un qualsiasi lui sta lì a guardarmi e che potrebbe correggermi gli errori una volta che rimaniamo soli. Accetto consigli solo da Sandro e da chi è più bravo di me. Voglio gareggiare con la testa libera, e so che un fidanzato a bordo piscina sarebbe soltanto un problema, oltre che una distrazione. Nel corso degli anni sono sempre riuscita bene a tenere separati i vari aspetti della mia vita e solo Jean sa quello che mi succede; neanche a Becky ho mai confidato alcune cose sul mio quotidiano, eppure la vedo tutti i giorni!

Sorrido ad Oliver. Mi fa piacere che si sia interessato a me e che ci abbia tenuto al mettermi in guardia dal non-so-cosa-possa-fare-David-Thompson, anche se non è sceso nel dettaglio. Che i tuffatori di altre nazionalità mi vengano a parlare non è una grande novità, considerando che anche a livello juniores ci sono parecchie occasioni per confrontarsi, ma qui mi sembra strano… forse perché sono l’ultima arrivata, mentre per loro sono una tra i tanti e quindi mi trattano come tale.

In qualche modo mi piace pensare che quando siamo fermi sul trampolino, o sulla piattaforma, siamo soltanto noi che ci misuriamo con noi stessi. Tante persone nella stessa silenziosa solitudine, che si attenua solo nelle gare di sincro. E nella solitudine ci ritroviamo tutti insieme, perché tutti ci alleniamo tante ore al giorno per essere qui e sappiamo quanti sacrifici costi. Forse è per questo che io, tutto sommato, non sono così diversa da tutti gli altri.

- Ah, Alicia ha trovato la tua pelle vicino alla vasca idromassaggio - mi sorride ancora il britannico, come ricordandosi all'improvviso, poco prima di porgermi la mia pelle di quel colore a dir poco bizzarro. Ma dove diavolo la teneva? Non mi ero neanche accorta che ce l’avesse lui, mentre arrivava!

Nel prenderla in mano, lo ringrazio e gli dico di fare altrettanto con Alicia Easton. Stranamente è asciutta, credo il caldo che avrà fatto evaporare ogni goccia trattenuta dal tessuto sintetico. Ho il maledettissimo vizio di smarrire le cose in giro… ma come ci è arrivata nell’idromassaggio? Non l’avevo buttata giù prima della capocciata?

Oliver si alza e scende in basso dalla sua allenatrice, che lo sta chiamando. Io, invece, non ho idea di dove sia Sandro, probabilmente con Becky per prepararla alla gara individuale. Non ho davvero più nulla da fare. Il sole non è più alto nel cielo, anche se il caldo continua a persistere.

Se non avessi preso questa botta in testa, andrei a tuffarmi anche io, così starei più fresca. Invidio quelli che si stanno allenando davanti a me: almeno loro sono a contatto con l'acqua. In mano ho ancora il telefono, che non ho più lasciato da quando ho postato la foto che mi ha scattato Jean. L'ho sentito vibrare continuamente, ma di sicuro sono le notifiche sui social di gente che mi augura di tornare presto. È davvero strano avere dei fan che non conosco: pochissimi, ma ci sono. Sicuramente sono appassionati di tuffi che mi hanno vista gareggiare agli Europei o in qualche gara nazionale.

Decido di controllare e scopro di avere ragione: sui social sono praticamente invasa... In più ho i messaggi di qualche ex compagno di classe e dei parenti. Senza muovermi dal mio posto, inizio a rispondere, e mi accorgo che anche altri ragazzi del mio liceo si sono premurati di contattarmi. Che carini, davvero.

Sospiro, dirottando immediatamente il pensiero altrove. Non ho la benché minima intenzione di ricordare eventi che risalgono ormai a settimane fa. Il liceo è finito, ne sono uscita intera e rimane tutto lì, nel passato, tra ricordi che non voglio riportare a galla.

Guardo i due russi saltare dal trampolino, anche se il quadruplo e mezzo avanti di uno dei due è una mezza porcheria; il che è piuttosto strano… Non ha vinto l’oro, quattro anni fa? Bah, che importa.

- Fiamma!

La voce di Becky, che ben conosco e che distinguerei tra mille, mi chiama. Abbasso lo sguardo e la vedo sbracciarsi nella mia direzione. Di sicuro mi stava chiamando già da un po’ e non me ne ero accorta!

Scoppio a ridere, poco prima di premere invio sul messaggio che stavo digitando, e la raggiungo, mentre Sandro è di nuovo sparito. Si sta confrontando con l’altro allenatore azzurro? Boh, può essere.

- Torniamo a Casa Italia? - mi chiede Becky.

Annuisco. Saluto Jean che adesso è venuto per allenarsi dalla piattaforma, recuperiamo le nostre cose nei deserti spogliatoi e ce ne andiamo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Corydona