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Autore: shinepaw    16/08/2017    1 recensioni
Brooklyn ha quindici anni e aspira a diventare il campione assoluto di equitazione. Ma, quando nella sua vita irrompe un cavallerizzo che potrebbe essere più bravo di lui, con un cavallo forse più fenomenale del suo, il suo sogno vacilla. Sotto la rivalità sta però un sentimento molto più grande...
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Sequel di Juliet & Juliet 2.
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Brooklyn's point of view

È trascorso molto tempo dall'incidente. Nessuno se ne ricorda più, per tutti è diventato un ritaglio di giornale in fondo ad uno scatolone di ritagli di giornali, sul quale spicca il titolo: Orribile caduta del giovane talento locale, eccetera eccetera.

Per me quell'incidente non è un ritaglio di giornale, bensì un enorme buco nero nella mia memoria. Mi sono rassegnato, ormai: è passato così tanto tempo, i miei ricordi persi sono svaniti per sempre.

A volte ci penso e me ne rammarico... poi però mi rimprovero che dovrei essere felice della mia vita attuale: ho una famiglia che stravede per me, una persona speciale che mi ama con tutto il suo cuore, un migliore amico a quattro zampe fantastico e un istruttore che è come un fratello maggiore.

E a proposito della mia famiglia, abbiamo dato il benvenuto a due nuovi membri! Ma questa è un'altra storia e non sta a me raccontarla.

Nella mia vita attuale ancora pratico lo sport che amo, la mia più grande passione: l'equitazione. Il mio sogno più ambizioso è ancora vincere l'oro alle Olimpiadi.

Per avverare il mio sogno, però, non posso restare per sempre a questo livello. Ho bisogno di sfidare i limiti, miei e di Wamblee, saltare di più, più in alto.

Oggi sono venuto prima al maneggio, sapendo di trovare il tondino libero. Ho voglia di allenarmi da solo. Will mi ha aiutato ad allestire gli ostacoli e poi si è dovuto assentare per andare a parlare col maniscalco.

Gli ostacoli allestiti sono belli alti... molto alti. Più di quanto io e Wamblee siamo abituati a saltare. Soprattutto l'ultimo, un oxer, pare davvero tosto.

Le sfide non ci spaventano. Se mi spaventassero, probabilmente non avrei mai avuto un incidente.

Mi sistemo meglio il cap sulla testa e mi sfrego le mani, prima di dare una pacca incoraggiante sul collo al mio cavallo.

- Prossimo obiettivo, le Olimpiadi - scherzo, tuttavia sono serio. Serio e determinato a conquistare il mio sogno.

Decido di saltare i primi ostacoli come riscaldamento, senza eseguire subito l'intero percorso. Wamblee è energico come sempre, ma un po' teso. Forse risente dell'imminente cambio di stagione.

- Okay, bello. Sei pronto? Facciamolo.

Gli accarezzo il collo, sperando di tranquillizzarlo. Io sono calmo e sicuro di me. È solo un allenamento, dopotutto. Anche se sbagliassimo non sarebbe la fine del mondo, possiamo sempre riprovarci e correggere i nostri errori.

Faccio un respiro profondo, dopodiché indirizzo il mio cavallo verso il primo ostacolo e lo sprono. Lo superiamo senza problemi, lasciandoci alle spalle anche gli altri con facilità. Mi sembra davvero di volare e questo mi rende felice.

Man mano che ci avviciniamo all'oxer, però, una strana sensazione mi pervade e una lieve nausea s'impossessa di me.

Rafforzo la presa sulle redini, imponendomi di non cedere all'incertezza. L'ostacolo è imponente, ma non impossibile da saltare.

Wamblee si prepara a staccare le zampe posteriori da terra e, mentre mi allungo sul suo collo, nella mia mente qualcosa fa click.

Una marea di ricordi mi passa davanti allo sguardo, uno per uno. Io che urto uno sconosciuto dai capelli colorati. La ragazza misteriosa ed affascinante. La perdita del titolo di campione del maneggio. La scoperta che la ragazza altri non è che Castiel. Il nostro litigio e il chiarimento. La mia cotta per Castiel che solo una cotta non è. Il nostro primo bacio e il suo rifiuto. La mia ostinazione. La chiamata nel cuore della notte perché Shine ha le coliche. I fiori, il nostro secondo memorabile bacio nel mio posto speciale. Castiel che accetta di stare con me. Baci. Castiel che mi presenta a suo padre e sua moglie. Noi che guardiamo Spirit. Altri baci. Take your time. Il nostro primo appuntamento e le statuette dei nostri cavalli. La triste dipartita di Yuuhi. Io che presento Castiel alla mia famiglia. Io e Castiel che ci confessiamo il nostro amore. Ancora baci. Il braccialetto. Il nostro primo, serio litigio e la pace fatta la sera stessa. E infine l'incidente.

Adesso me lo ricordo, me lo ricordo vividamente. Era la competizione più importante dell'anno e avevo promesso a Castiel che sarebbe andato tutto bene.

Ero nervoso, quel giorno, e Wamblee è sempre stato estremamente sensibile al mio umore. Rammento che c'era anche Will in tribuna, quindi probabilmente ero ancora più nervoso.

Tutto era filato liscio fino all'ultimo ostacolo, un oxer da incubo. Ero così inquieto, nella mia mente eravamo già spacciati. Per un istante avevo trattenuto il fiato, credendo di avercela fatta. Poi c'è stato quel rumore secco delle zampe di Wamblee che urtavano il palo. Ho gridato il nome del mio cavallo, aggrappandomi invano al suo collo. Mi ha disarcionato come un fantoccio.

È buffo, perché stavo finalmente volando come volevo da bambino, ma ero terrorizzato da come sarebbe terminato quel volo. È terminato con l'oscurità.

Il resto della storia lo sapete, direi.

Trattengo il fiato una seconda volta, mentre Wamblee si libra oltre l'ostacolo e resta sospeso nell'aria per quella che pare un'eternità. Poi atterra goffamente oltre l'oxer e io abbraccio il suo collo per non cadere e per il sollievo infinito che m'investe.

Vorrei gioire perché ce l'abbiamo fatta, invece inizio a piangere. Io mi sono dimenticato dell'amico più fedele che abbia mai avuto, il mio cavallo, e ho quasi permesso che lo vendessero. Ho dimenticato il ragazzo che amo con tutto me stesso e l'ho trattato in maniera orribile, cercando di ferirlo in ogni modo possibile. E anche se lui mi ha perdonato, so di non meritare né lui né il suo perdono.

- BROOKLYN!

Castiel's point of view

Attraverso il cortile a grandi passi, impaziente di vedere il mio ragazzo. Cioè, so che lui arriva quasi sempre dopo di me, però mi ha scritto un messaggio in cui diceva che forse riusciva a venire in anticipo rispetto al solito.

Entro nella scuderia, rallentando il passo per fargli una sorpresa e abbracciarlo da dietro, se lo trovo nel box di Wamblee. Ma il box del suo cavallo è vuoto e nella scuderia trovo solo Will che parla col maniscalco. Lascio una carezza distratta a Shine e vado dal mio istruttore.

- Will? Ciao. Hai visto Brook? - gli chiedo, sperando di non sembrare maleducato ad interromperlo.

- Hmm... Brook? Ah, sì, è arrivato forse una mezz'oretta fa, è nel tondino ad allenarsi.

- Da solo? - domando, preoccupato. - Allenarsi con cosa?

- Con degli ostacoli, Castiel. Stavo per andare a controllarlo, tra un istante, non appena avrò finito qui - risponde, stringendosi nelle spalle. - È comunque abbastanza grande ed esperto per allenarsi senza la mia presenza.

- Ma quali ostacoli? - insisto, avendo un brutto presentimento. E l'ultima volta che ho avuto un cattivo presagio... sappiamo tutti come è andata a finire.

Will sospira, esasperato.

- Degli ostacoli alti! E prima che tu me lo chieda, alti quanto quelli dell'incidente!

Per un istante lo fisso senza riuscir a proferire parola, scioccato.

- Sei... sei un incosciente! - esclamo, girando sui tacchi e precipitandomi al tondino. Nel tondino è allestito un percorso e Brook e Wamblee lo stanno eseguendo in maniera impeccabile, ma io sono sopraffatto dalla paura.

L'ultimo ostacolo, l'oxer, è praticamente identico a quello dell'incidente, decorazioni a parte, e loro si stanno avvicinando ad esso sempre più velocemente.

L'espressione sul viso del mio ragazzo cambia quando il suo cavallo si prepara allo stacco, quasi avesse visto un fantasma. Io sono paralizzato dal terrore mentre Wamblee vola sopra l'ostacolo... e poi atterra sgraziatamente, ma atterra.

- BROOKLYN! - grido, scavalcando la staccionata e correndo da lui. Smonta goffamente e le sue gambe tremano in maniera evidente, tanto che deve appoggiarsi a Wamblee.

- C-castiel... - dice, singhiozzando. Gli tirerei un ceffone solo per il sollievo di sapere che sta bene.

- Sei un incosciente! - lo rimprovero, prima di sciogliermi in lacrime anch'io. - Mi hai fatto morire di paura! Idiota! Non farlo mai più!

- Castiel! - ripete, singhiozzando ancor più rumorosamente. - Io... io... sono una persona orribile!

Sgrano gli occhi, tirando su col naso.

Aspetta... cosa?

- E-eh?

- Io... ricordo tutto... ho ricordato tutto! E non posso credere di aver fatto tutto ciò che ho fatto! Sono una persona orribile! - dice di nuovo, passandosi le mani sul volto per asciugarsi le lacrime. Inutilmente, perché vengono subito rimpiazzate.

Lo afferro per le spalle e gli rubo un bacio aggressivo, assaporando le sue labbra salate di pianto.

- No! - esclama, spingendomi via. - Ti prego, Castiel! Lo sai che non ti merito!

Lo riafferro per le spalle e lo scuoto, incredulo e furioso.

- Smettila! - sbotto, ignorando le lacrime che riprendono a rigarmi le guance. - Perché t'importa, adesso? Dovresti essere felice di avere indietro i tuoi ricordi!

- Perché ti ho spezzato il cuore e ho fatto il possibile per distruggerne ulteriormente i cocci, quando mi ero promesso di trattarti come il più fragile dei tesori!

- Non sono un fottuto oggetto, Brooklyn! - esplodo, zittendolo. Mi asciugo il viso col dorso della mano. - Io ti ho perdonato. Perdonati anche tu, per favore.

Ci guardiamo per un lungo istante, con le lacrime incastrate tra le ciglia, lungo le guance e sul naso.

È bellissimo quando piange.

- Okay - mormora, e io lo abbraccio. Mi stringe delicatamente a sé e così piangiamo uno sulla spalla dell'altro.

- Tu non hai mai gettato la spugna con me. Mai - sussurro, mentre lui soffoca i singhiozzi contro il mio collo. - Non importa quanto male ti trattassi, tu eri sempre lì a guardarmi come... come se ci fosse qualcosa di meraviglioso in me. Eri così paziente!

Singhiozza più forte.

- Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata! - dice con voce rotta. Si toglie il cap e lo getta a terra, prima di tornare a piangere sulla mia maglietta.

- Dimmi... dimmi come potevo arrendermi. Come potevo lasciar andare la persona che amo quanto il mio cavallo, come potevo lasciarti andare! Hai lottato tanto per me... non ti avrei mai deluso così! E non m'importa se pensi di avermi deluso... io ci sono abituato, capisci? Non dirmi che non è giusto. Non ha importanza, adesso! Possiamo solo... solo... essere felici insieme, ora?

Annuisce debolmente, prima di alzare il capo e prendermi il mento tra pollice e indice. Ci guardiamo di nuovo.

- Sei bellissimo quando piangi - mormoro, accarezzandogli una guancia.

- Shh - soffia, baciandomi dolcemente sulle labbra. Ricambio il bacio, affondando le mani tra i suoi ricci. - Ti amo, Castiel...

- Ti amo anch'io, Brook... - replico, separando a malapena la bocca dalla sua. - Sono innamorato di te da ancor prima che mi baciassi nel box di Shine e non ho mai smesso di amarti.

Scende a baciarmi la mascella, poi si ferma di botto e mi fissa.

- Aspetta... intendi da prima del nostro primo bacio? - domanda. Io avvampo, evitando il suo sguardo.

- E-eh? Cosa?

- Castiel! - esclama, scuotendomi per le spalle. - Perché diavolo mi hai respinto, allora?!

- Perché, perché... non lo so il perché! - replico, beccandomi un'occhiata minacciosa.

- Tu non me la racconti giusta - borbotta, riprendendo a baciarmi. Mi scosta i capelli dalla fronte e vi posa un tenero bacio, dopodiché mi accarezza il viso con dolcezza. - Ti amo. Giuro che manterrò tutte le promesse che ti ho fatto.

- Lo so - bisbiglio, circondandogli la vita con le braccia. - Mi fido di te.

- Ma quanto siete carini - commenta una voce familiare. Io e Brooklyn ci allontaniamo come se avessimo preso la scossa.

- W-will... - dice il mio ragazzo, abbozzando un sorriso. Mi sento il viso in fiamme. Il nostro istruttore entra nel tondino e si avvicina.

- Be'? Che state facendo?

- Will... - ripete Brook, esitando, forse cercando le parole giuste. - Io... io... ricordo tutto.

- Ah! Proprio come avevo pianificato! - esclama, serissimo. Lui e Brook si guardano per un lungo istante e poi prorompono in una risata cristallina.

Io mi osservo la punta degli stivali, imbarazzato.

- Will... mi dispiace di averti gridato addosso... - farfuglio, senza aver il coraggio di alzare lo sguardo. Si avvicina e mi arruffa i capelli.

- No, Castiel, non devi scusarti. Avevi ragione, ma a volte... serve una piccola spinta - replica, facendomi l'occhiolino. Non si sta riferendo solo ad oggi, lo so. Poi abbraccia me e Brook. - Forza, voglio vederti saltare quell'oxer.

- Will... io... credo di essermi allenato abbastanza, per oggi - asserisce Brooklyn, strascicando i piedi. - Per favore, posso stare un po' con Castiel?

Il nostro istruttore sospira, rassegnato, e annuisce.

- Va bene, piccioncini. Datemi una mano a smontare gli ostacoli e siete liberi.

Lo aiutiamo a sistemare gli ostacoli, dopodiché ci spostiamo nel paddock con i nostri cavalli. Ci sediamo sull'erba, mentre Wamblee e Shine giocano tra di loro.

Appoggio la testa sulla spalla di Brook e lui giocherella con le mie dita.

- Grazie di non aver mai gettato la spugna con me, Castiel - bisbiglia. Annuisco, strofinando il volto contro il suo. - Sei il mio cielo e il mio sole.

Gli stringo la mano. Il vento fa ondeggiare l'erba e ci scompiglia i capelli e, nel suo silenzio, mi sento in pace e a casa.

-

Note dell'autrice:
buon pomeriggio, pasticcini. Ci terrei a scusarmi per le note lunghissime di ieri sera. Ora è tutto a posto. E... lo so, forse non sarete molto contenti che questo sia già l'epilogo, ma ci ho riflettuto parecchio e così sarà. Brook e Castiel torneranno ancora. Ma vi dirò di più nella seconda parte! Ci si riaggiorna più tardi. Un abbraccione
   
 
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