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Autore: Jasmine_dreamer    16/08/2017    1 recensioni
"Veronica?! Veronica, cazzo!"
Giaceva sul pavimento, il vomito in bocca, ma che cosa diavolo avevo fatto?
Non avevo idea di cosa fare.
Presi il telefono tra le mani e digitai il numero di emergenza.
"Pronto?! La mia ragazza è andata in overdose, aiuto!"
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono Trevor, all’epoca avevo 25 anni, una famiglia benestante e un appuntamento.
La ragazza in questione si chiamava Veronica e, vi giuro su Dio, era bellissima.
Alle 18.50 andai a prenderla.
Quando uscì aveva un vestito rosso con uno scollo a “V” , corto e aderente.
“Wow!” esclamai quando aprì la porta: “Sei bellissima.”
“Anche tu non sei male, Trevor.” rispose lei ridendo.
Le aprii la portiera e lei, facendomi un sorriso e un cenno misto tra approvazione e sorpresa, salì.
Io ricambiai il sorriso.
Faceva la commessa al supermercato, due isolati dal mio quartiere e mi chiedeva spesso perché andassi a fare la spesa lì, considerando che c’era un supermercato più vicino a me, poi mi decisi a dirle che in quel supermercato non c’erano commesse belle come lei.
E dopo un anno, riuscii a farmi dare un appuntamento. Che diamine, se lo avessi saputo che bastava dirle così, lo avrei fatto prima!
“Dove vuoi mangiare?”
“Ho prenotato al Palace.”
“Trevor, ma è carissimo!” fece lei.
“E allora? Tanto pago io.” 
“Appunto, mi scoccia che debba spendere così tanto!”
“Senti, smettila. Voglio che sia una serata perfetta.”
Lei sorrise: “Va bene, starò zitta.”
“Ti ringrazio!” esclamai io.
E scoppiammo a ridere.
“Eccoci!” dissi dopo aver parcheggiato.
Le aprì la portiera e lei mi prese per il braccio.
“Fumi?!” chiesi porgendole il pacchetto.
“No.” rispose Veronica.
Io annuii e mi accesi la sigaretta.
Una volta finita entrammo.
“Wow!” esclamò lei incantata dal posto.
Io ci ero già stato, ma vederla così mi rallegrava.
Le tovaglie in seta bianche, i bicchieri di cristallo, le sedie a poltroncine e ricoperte anch’esse di seta bianca, le pareti vetrate davano sul mare e un lampadario gigante in stile vintage pendeva dal soffitto nel centro della sala.
“Ti piace?” domandai seppur sicuro della risposta.
“Scherzi? È meraviglioso, Trevor!” esclamò lei sorridendo.
“Bene.” risposi anche io sorridente.
Ci sedemmo al tavolo ma lei sembrò pensierosa.
“A che cosa stai pensando?” domandai.
“Eh? No a nulla, nulla di importante.”
“Sei sicura?” chiesi ancora incerto.
“Sì, sta’ tranquillo.” rispose con un sorriso.
“D’accordo.” poi scherzai: “Dopo tutti i soldi che lascerò qui stasera come minimo me la dovresti dare. In realtà dovresti darmela già per l’ostinazione, la costanza e la testardaggine dimostrata solo per un appuntamento, ma su quello potrei anche sorvolare.”
Lei rise: “Effettivamente la tua testardaggine è stata ammirevole, non ti sei dato mai per vinto!” 
“Hai visto? Fossi stato un altro avrei mollato subito, invece sono andato avanti ad oltranza per un anno!” 
Rise, ma poi si fece seria: “Perché hai insistito così tanto?”
“Perché quando ti ho vista hai mosso qualcosa in me, non saprei neanche io spiegare cosa. Ma quello che so è che nessuna ha mai avuto quest’effetto su di me in 25 anni.”
Lei sorrise intenerita.
“Ti ho fatto sciogliere?” chiesi io alzando l’indice.
“Un po’.”
“Beh, allora adesso devi darmela per forza!”
“Trevor!” esclamò Veronica ridendo.
“Sto scherzando!” feci io ridendo: “Però se vuoi…” 
Lei mi fulminò con lo sguardo.
“Come non detto!” esclamai io.
E allora lei rise di nuovo.
   
 
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