Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Blackberry23    17/08/2017    2 recensioni
Ichigo aveva capito che poteva farcela benissimo da sola e che non aveva bisogno di lui. Non le serviva un uomo che decidesse ogni aspetto della sua vita, non voleva diventare una semplice casalinga come sua madre. Così, il “per sempre” le era sembrato una minaccia. E aveva osato: aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio, lasciandolo. A nulla erano valse le sue proteste, lei era stata irremovibile. Era cresciuta. E aveva voglia di ricominciare a vivere.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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– Sveglia dormiglioni, la colazione è pronta! – urlò a pieni polmoni Purin. – Alzatevi senza fare troppe storie, Papà vi aspetta in palestra per l’allenamento quotidiano! 
– Onee-sama…  
– È presto… lasciaci dormire! 
– Ho sonnoooooooo… 
– Mmm… 
– … no… ancora cinque minuti… 
– Ma come? Chincha, Hanacha, Ruucha, Honcha, Heicha…  non sapete che il mattino ha l’oro in bocca? Forza, forza, forza! E poi, non vorrete deludere nostro padre, vero? – ribatté la ragazza.
– Mai! – gridarono tutti e cinque all’unisono, alzandosi di scatto.
I suoi fratelli, anche se adolescenti, richiedevano tante attenzioni… però era soddisfatta di come li aveva cresciuti.
La mamma sarebbe stata fiera di lei.
– Bene! Sappiate che oggi devo rientrare subito in Giappone. Niente di grave, non preoccupatevi, ma nei prossimi giorni sarà la nostra vicina, la signora Chan, a cucinare per voi. Quindi fate i bravi! – ammonì. – Ora giù in cucina… e mi raccomando, non scordatevi il pranzo che vi ho preparato! 
– Va bene… però torna presto! – dissero in coro i quattro ragazzi, dirigendosi in cucina dopo aver abbracciato la maggiore.
– Heicha, aspetta – sussurrò Purin alla sorella. – Ti devo dire una cosa: tieni d’occhio i nostri uomini mentre sono via, so che posso fidarmi di te! 
– Ok! Conta su di me! – rispose Heicha strizzandole l’occhio, prima di andare a fare colazione con gli altri.
Purin tirò un lungo sospiro di sollievo. « E anche questa è fatta! » pensò. Adesso non le restava che chiamare le altre e correre in aeroporto, dove avrebbe fatto il biglietto per Tokyo. In Giappone era già mattina, a Los Angeles erano un giorno indietro ma comunque in pieno giorno… mentre a Cape Town…
« Accidenti, non sarà facile! » si disse mentre sbatteva la porta di casa, cercando velocemente nella borsa le chiavi della macchina e l’auricolare.
Essere una Mew Mew le era sempre piaciuto. Difendere la Terra dai cattivi, stare insieme con le amiche, avere un lavoro fisso per guadagnare qualche soldino in più e per esibirsi: le avventure vissute in quel periodo le erano servite ad andare avanti dopo la morte di sua madre. Erano una distrazione dalla vita quotidiana, che ruotava (e ruota) intorno ai fratellini, alle faccende domestiche, all’onore della sua famiglia. Quanto le era mancata la sensazione che provava durante la trasformazione! E quanto le erano mancate le sue amiche! E adesso stava per iniziare una nuova missione… non ci poteva credere!
Con un gran sorriso, si mise la cintura, sistemò lo specchietto retrovisore, cercò i numeri delle ragazze sul cellulare e mise in moto.
– Si ricomincia, na no da! – disse la ragazza, premendo sull’acceleratore.
– Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile. La invitiamo a riprovare più tardi…
 
***​

L’aeroporto di Los Angeles era estremamente caotico quel giorno. Perché? Paparazzi, paparazzi ovunque.
– Signorina Fujiwara, signorina Fujiwara! 
– La prego, da questa parte, signorina Fujiwara! 
« Che seccatura... »
– È in partenza? 
– Dove sta andando? È vero che va a trovare la sua amante segreta, con cui tradisce il suo fidanzato? 
« Meno male che sono single… »
Zakuro Fujiwara era abituata ad avere a che fare con i giornalisti sin da quando era adolescente. Ma in quel momento aveva parecchia fretta. E non aveva nessuna intenzione di rilasciare interviste. Perché? Semplicemente non era proprio giornata: le erano tornati i segni da Mew Mew, di conseguenza aveva dovuto sospendere il servizio fotografico che stava facendo, annullare tutti gli altri appuntamenti, chiamare il pilota del suo jet privato per poi scoprire, una volta in aeroporto, che un’ondata di paparazzi e di curiosi l’aveva seguita di nascosto!
– Signorina Fujiwara! 
« Se non la smettono, va a finire che li sbrano tutti! »
 
***​

Stava volando.
Non sapeva bene come aveva fatto, ma stava volando. E ne era orgogliosa.
Si sentiva così leggera… si poteva muovere in tutte le direzioni, senza pensare… in quel momento, c’era solo il vento e il fruscio delle sue ali. Le sue ali.
Minto aprì lentamente gli occhi.
« Che bel sogno! » pensò la ragazza. Le erano ritornate le ali… le sue morbide, soffici ali… e volava… volava sempre più in alto… più in alto del sole…
Sembrava tutto così vero.
Si mise a sedere sul letto, con qualche piccola difficoltà. Guardò verso il comodino alla sua destra, lo schermo del cellulare riportava numerose chiamate perse. Che strano.
Alla sua sinistra, Ichigo stava ancora dormendo profondamente facendo le fusa, noncurante della sua parte di lenzuolo che era finita per terra.
Minto si stiracchiò… e sentì uno strano movimento dietro la schiena… come quello di uno spiegamento d’ali.
Si irrigidì. 
Un momento
Ichigo stava placidamente facendo le fusa alla sua sinistra. Vere fusa. Fusa da gatto. Ed era una coda quella che vedeva attorcigliata alla sua gamba…?
Un fremito la scosse. Aveva l’impressione di avere qualcosa dietro la schiena, più precisamente all’altezza delle scapole. E adesso stava sbattendo le ali, in uno stato di notevole confusione. E si stava pure alzando dal letto… volando.
No, impossibile.
– Ichigoooooooooooooooooooooooooo! Svegliati subito! – urlò a squarciagola, mentre si librava nell’aria.
 
   
 
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