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Autore: Eevaa    17/08/2017    2 recensioni
Dopo alcuni mesi dalla grande battaglia contro Majin-Bu, gli abitanti della Terra sembrano vivere un armonioso periodo di pace. Ma, con il ritorno di Mirai Trunks, un nuovo pericolo incombe prepotentemente sulle vite dei nostri eroi e non solo.
Una particolare richiesta da parte del saiyan del futuro potrebbe sconvolgere per sempre il corso degli eventi, di cosa si tratta? Riusciranno i combattenti a far fronte ad una catastrofe apparentemente silenziosa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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DRAGON BALL GA : GAME OF AGES



CAPITOLO 30 - (NON) TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE



 
Past

«Tu mi hai mentito» sibilò Bulma con minacciosa pacatezza, dopo un lunghissimo minuto di religioso silenzio.
Né Goku né Goten avevano avuto il coraggio di proferire parola a riguardo, tanto meno il diretto interessato. Persino nella stanza dell'altra linea temporale, in collegamento telefonico, sembrava essere immersa in un'atmosfera ovattata. Mirai Bulma si era resa conto troppo tardi che il principe dei saiyan del passato aveva omesso a sua moglie il piccolo particolare che loro figlio era stato rapito da quel farabutto di Tuurmerik, mettendo così quell'uomo in una situazione a dir poco imbarazzante. 
Vegeta, di spalle, sembrava essersi congelato in una bolla di azoto liquido e senso di colpa. Bulma, appena dietro di lui, sostava con fermezza e braccia incrociate in attesa di un gesto, un segno, una risposta che non sarebbe mai arrivata. 
«Guardami negli occhi immediatamente» gli intimò senza troppi complimenti, affogando nelle stesse lacrime che stava tentando di non lasciar sgorgare. 
Non poteva credere che suo marito le avesse mentito riguardo alla cosa più importante al mondo: loro figlio. Aveva garantito che stesse bene e invece, molto probabilmente, era nelle grinfie di quel dannatissimo Padrone del Tempo del quale aveva sentito a malapena parlare da quell'uomo dai capelli a punta. Non aveva fornito dettagli riguardo al loro incontro, solo brevi e poco chiare sequenze di accadimenti dalla dubbia veridicità. Aveva raccontato che lo avevano incontrato, ma che egli si fosse dileguato in men che non si dica senza lasciare traccia alcuna. Come aveva potuto il principe dei saiyan non riferirle che Tuurmerik avesse portato via Trunks? Perché non era riuscito ad impedirglielo? Cosa aveva fatto per evitare che succedesse?
«DIMMI QUALCOSA, MALEDIZIONE!» strillò forzando il marito a girarsi, dimenticandosi completamente del fatto che fosse completamente impossibile smuovere un saiyan dalla propria posizione con la forza combattiva poco superiore allo zero. 
Ma egli si girò, di scatto, di violenza, come se quella donna fosse realmente riuscita a colpirlo e muoverlo come un burattino. 
«Sì, TI HO MENTITO!» urlò Vegeta di tutta risposta, non lasciandole nemmeno il tempo di gridargli addosso ulteriori parole, creando nella stanza un silenzio ancor più estraniante di quello precedente. Gli occhi di lui erano così arrossati da far rabbrividire, il suo volto era increspato da un'espressione spaventosamente nevrotica. Goten fece quasi fatica a riconoscere quell'uomo che avrebbe persino potuto chiamare "padre": non vi era più traccia di contegno nel suo sguardo, né orgoglio, né fierezza. Solo sgomento, delusione e vergogna. Non era proprio da Vegeta farsi prendere dallo sconforto in quel modo, non era per niente da lui affermare davanti a un gran mucchio di persone di essere nel torto. Il Vegeta di un tempo non avrebbe perso l'occasione di fingere menefreghismo di fronte ad una situazione simile, ma la sfortuna aveva voluto che il destino l'avesse colpito in un momento difficile nel punto più debole: la sua famiglia. 
Persino il suo doppione del futuro in collegamento telefonico non ebbe il coraggio di rimproverarlo o provare un sentimento di disgusto nei suoi confronti, come precedentemente aveva fatto. Vedere in quello stato la sua versione "migliorata" provocò un sussulto così potente al suo cuore; un brivido gli attraversò la schiena come una scossa elettrica e, per la prima volta, riuscì a provare empatia nei suoi confronti, nei confronti di se stesso. 
Vegeta non si era mai vergognato così tanto in vita sua, questo avrebbe potuto giurarlo. 
«Ho mentito per non mettervi in allarme, perché avrei voluto risolvere il problema per conto mio» ammise il principe dei saiyan tentando di spiegare quali fossero le sue reali intenzioni, lanciando poi un'occhiata a quell'esserino che era l'esatta copia del suo rivale, il quale stava tentando il più possibile di frenare il tremore nelle proprie mani. Trunks era il suo migliore amico, non avrebbe mai voluto che egli stesse in pena per un problema che non avrebbe potuto contribuire a risolvere. Lo conosceva troppo bene quel ragazzino: avrebbe dato di matto pur di aiutarli a ritrovare Trunks, ma non avrebbe potuto farlo in alcun modo e ciò l'avrebbe portato ad una frustrazione enorme. Non sarebbe mai riuscito ad ammetterlo, ma in fondo voleva bene a Goten e, nel corso degli anni, era finito dritto dritto nella lista delle persone da proteggere, nonostante fosse il figlio di quell'idiota. 
«Non osare! Non provare a trovare giustificazioni» sibilò Bulma puntandogli l'indice così vicino al viso da farlo indietreggiare. «Come hai potuto mentirmi su qualcosa di così importante? Non mi sarei mai aspettata un colpo così basso da parte tua, MAI».
Quelle parole trafissero il petto del principe dei saiyan più di una lama ghiacciata. Sua moglie era troppo orgogliosa per poter tollerare una simile bugia, seppur detta a fin di bene. Aveva scelto di proteggerla ma non ci era riuscito, eppure non incolpò i suoi compagni del futuro per aver accidentalmente rivelato il suo misfatto, ma rimproverò solo sé stesso per la pessima scelta compiuta. Avrebbe dovuto saperlo, oramai, che tutti i nodi vengono al pettine, soprattutto quando si trattava di quella donna. 
Pensò a Trunks, chissà dov'era, chissà se era vivo. Avrebbe compiuto gli sforzi più immani per salvarlo, per recuperarlo e riportarlo a casa.
«Ora sali su quella dannatissima macchina e riporta indietro mio figlio» concluse lei voltandosi di spalle, lasciando cadere sulla sua guancia una lacrima così ardente da provocarle dolore. 


Senza dire una parola, il principe dei saiyan si avviò in una camminata al patibolo verso la navicella del tempo seguito dal suo nuovo compagno di viaggio, discostandosi a passi decisi dall'aura di delusione che aleggiava intorno alla scienziata. 
Goku e il suo doppione della dimensione futura, contrariamente a ciò che tutti si aspettarono, non avevano minimamente cercato di provare a calmare le acque mettendosi inappropriatamente in mezzo ma, al contrario, erano stati in silenzio in attesa di nuovo ordine, limitandosi solo a salutare i loro cari che stavano lasciando sulla Terra. Mirai Goku promise a Mirai Bulma che sarebbe tornato vittorioso e che avrebbero persino avuto tempo di farsi una bella mangiata insieme prima che fosse costretto a tornarsene nell'Aldilà; il saiyan della timeline passata, invece, rassicurò il piccolo Goten del fatto che gli avrebbe riportato indietro il suo migliore amico. 
«Trunks è forte, se l'è sempre cavata in qualsiasi situazione».
«Sì, ma c'ero sempre io con lui. Sicuro che ce la farà anche senza di me?» domandò il piccolo seriamente preoccupato del fatto che il suo amico potesse essere in serio pericolo. Avevano affrontato difficili battaglie ma l'avevano fatto sempre insieme, si erano persino uniti con la fusione per poter fronteggiare i nemici. Immaginarlo solo contro quel terribile mostro lo metteva particolarmente in agitazione, e questo suo padre lo sapeva.
«Scommetto che non vedrà l'ora di vantarsi del fatto che se l'è cavata benissimo anche da solo. D'altronde è figlio di Vegeta» sussurrò Goku nell'orecchio del suo secondogenito, vedendolo poi finalmente sorridere e convincersi del fatto che il suo amico Trunks era davvero molto forte, così potente da meritarsi tutta la sua fiducia. 
Anche Vegeta ne sarebbe dovuto essere convinto, ma mai come in quel momento la sua visione dei fatti era stata così distaccata dalla realtà. L'eccessiva tensione, la preoccupazione e il litigio con la donna che l'aveva sempre sostenuto mettevano il principe in una condizione di ansia sopra ogni limite. 
Non riusciva a sopportare quella sensazione e non riusciva a credere di aver deluso Bulma un'altra volta; si era ripromesso che in vita sua non l'avrebbe più fatto, dopo essersi venduto a Babidi. Il solo ricordo degli occhi di sua moglie che lo fissavano mentre scagliava sfere di energia contro gli spalti del torneo di arti marziali lo pungeva ancora come un rovo attorcigliato alle caviglie. Eppure ci era riuscito di nuovo, l'aveva ferita di nuovo, nonostante fosse la persona più importante della sua intera esistenza. Colei che glie l'aveva cambiata. Era stato in grado di rovinare tutto un'altra volta per un sciocco errore da principiante, cosa diamine gli era passato per la testa? Era immensamente doloroso ammetterlo, ma quella donna aveva ragione: non avrebbe mai dovuto mentirle riguardo a loro figlio, nonostante questo l'avrebbe fatta preoccupare. Le aveva giurato di esserle sempre fedele, le aveva promesso che l'avrebbe tenuta al corrente di tutto quando erano partiti, ma non aveva avuto il coraggio di affrontare quella prova. 
Ma ciò che faceva più male al saiyan è che non sarebbe mai più stato in grado di rimediare a quell'errore. No, non perché fosse così grave da non lasciare spazio al perdono (Bulma l'avrebbe perdonato sempre), non perché non sarebbe riuscito a portare indietro Trunks (quello l'avrebbe fatto ad ogni costo), ma perché quella era l'ultima volta che si sarebbero visti. 

Guardò gli occhi di Bulma attraverso il vetro della macchina, mentre ella era intenta a far partire per l'ennesima volta il countdown sullo schermo del videotelefono in contatto con l'altra epoca. La guardò e provò dolore.
Cinque
Sarebbe andato in quella dimensione ferrosa senza fare più ritorno, avrebbe trovato il Padrone del Tempo e l'avrebbe ucciso. Ma così facendo non vi sarebbe stato scampo: sarebbe rimasto intrappolato lì per sempre. 
Quattro
Si sentì il cuore pesante come un macigno al sol pensiero che l'ultimo ricordo che ella avrebbe avuto di lui sarebbe stata l'immagine di un bugiardo. Guardò il ventre della donna con un groppo in gola e le mani tremanti di nervoso. Avrebbe tanto voluto poter conoscere suo figlio, essere un buon padre sin dalla sua nascita, guardarlo crescere e diventare forte, ma ciò sarebbe stato un lusso a lui non concesso.
Tre
Avrebbe voluto scendere e salutarla per l'ultima volta come si deve, confortarla sul fatto che avrebbe salvato Trunks. Al diavolo Karoot, suo figlio, o chissà quali altre persone avrebbero potuto vederlo nel compiere un gesto tanto smielato. Non riusciva ad accettare che l'ultimo sentimento che Bulma avrebbe provato per lui sarebbe stata la delusione. 
Due
Non aveva detto a nessuno del fardello che portava sulle spalle, non lo avrebbe mai fatto sino a missione compiuta. Sì, era un'altra terribile omissione, ma sarebbe stata l'ultima per davvero. Quel nodo sarebbe venuto al pettine troppo tardi per far qualcosa per evitare ciò che il principe avrebbe fatto. Fissò dritto davanti a sé e vide l'immagine di quella donna che aveva saputo amarlo sin da subito e sperò con tutto se stesso che un giorno, nonostante tutto, l'avrebbe ricordato come un eroe.  
Uno
La stimava con tutto se stesso e a qualsiasi costo l'avrebbe protetta. Avrebbe salvato lei, loro figlio e il bambino che portava in grembo, e lo avrebbe dimostrato mettendo ancora in gioco la sua stessa vita, questa volta per sempre.
La guardò per l'ultima volta e curvò le labbra in quello che, per i suoi standard, era l'abbozzo di un sorriso. Ringraziò il cielo di averla avuta accanto, poi sparì tra le nuvole. 
 

 

Future

«Che posto assurdo è mai questo?»
«Come già ti ho abbondantemente spiegato, siamo nel tunnel spazio-temporale».
«È incredibile, Mirai Vegeta. Non mi sarei mai immaginato di salvare il mondo insieme a te».
«Tsk, smettila immediatamente con queste smancerie».
«Insomma, voglio dire, sei arrivato qui che volevi distruggere la Terra promettendo di uccidermi, e guardati ora! Hai una compagna e un figlio e lotti per il nostro pianeta».
«Se proferisci ancora parola, te lo giuro su tutti gli Dei, manterrò la mia promessa. E poco importa se sei già morto, non mi farò remore a farti del male» ringhiò Mirai Vegeta, maledicendo per un istante il giorno in cui era scappato dal pianeta Terra senza portare a compimento il suo obiettivo di disintegrare lui e tutti coloro che si erano opposti alla sua ira. 
Mirai Goku si zittì sbuffando, del tutto sicuro che quel testone del suo rivale non avrebbe mai compiuto un atto così sconsiderato. D'altronde egli lo aveva ammesso: aveva bisogno del suo aiuto.
Mirai Vegeta detestava la bontà d'animo di quel saiyan anomalo, odiava quando gli faceva dei complimenti e proprio non sopportava il fatto che lo trattasse come un amico. Ma in fondo, nel suo cuore congelato, forse quel sempliciotto dall'aria svampita era l'unico vero amico che avesse mai avuto, il primo che avesse mai avuto riguardi nei suoi confronti e che aveva saputo perdonarlo, nonostante le atrocità da lui commesse in passato. Era cresciuto in una giungla galattica ove non esistevano sentimenti, sin da quando era un bambino non aveva fatto altro che combattere; era stato un mercenario, era stato uno schiavo dell'esercito che aveva distrutto il suo pianeta e il suo stimato padre. Non aveva mai avuto amici, soltanto alleati, alleati che per la maggior parte delle volte si erano dimostrati dei traditori o buoni a nulla. 
Mirai Kaarot invece aveva avuto pietà di lui sia sulla Terra che su Namek, non lo aveva mai trattato come una pedina di un perfido gioco di potere, ma come un rivale e un combattente d'onore. Odiava doverlo ammettere e si sentì un perfetto rammollito ad avere quel tipo di pensiero, ma sotto sotto quell'idiota era stato il suo primo alleato, il suo unico e vero amico. Cielo, aveva i conati di vomito al solo pensiero, doveva esser diventato completamente pazzo. Non l'avrebbe mai e poi mai ammesso, si sarebbe tagliato via la lingua piuttosto che rivelarglielo. Avrebbe per sempre mantenuto un freddo distacco e una maschera di perfidia nei suoi riguardi, a costo di sembrare ben più maleducato e detestabile di quanto in realtà fosse. 
«Siamo quasi arrivati! È tutto chiaro ciò che devi fare?» domandò con estrema pacatezza il principe dei saiyan, sperando con tutto se stesso di non dover spiegare un'altra volta il procedimento; anche perché non avrebbe avuto tempo di farlo.
«Tu rimani sulla macchina, io scendo e vi aspetto al di sopra delle nuvole senza muovermi e senza combinare guai. Chiarissimo!»
«Sarà meglio per te» concluse acidamente Mirai Vegeta sporgendosi leggermente in avanti. Il buio li stava oramai per inghiottire, l'uscita del tunnel che dava su quell'immensa dimensione ferrosa era alle porte. 
Ed eccola lì in lontananza la macchina del tempo del passato, perfettamente a specchio rispetto alla loro imbarcazione, sempre più vicina, sempre più adiacente. Stavano per scendere, proprio come la prima volta. Le nuvole li avrebbero inghiottiti da lì a poco.
«Che gli Dei ce la mandino buona!» sussurrò Mirai Vegeta facendo un cenno con la mano a Vegeta del passato, esattamente nella sua stessa posizione di allerta nella macchina del tempo di fronte. Il grande momento era finalmente arrivato: la cupola delle navicelle si aprì con uno scricchiolio sordo lasciando evadere Mirai Goku e Vegeta senza alcuna difficoltà, per poi tuffarsi nelle nuvole malsane sotto ai loro occhi speranzosi ed increduli. 
I due rivali delle differenti epoche si scrutarono intensamente dopo che le due navicelle vennero finalmente inghiottite dalla coltre giallo-violacea insieme alle loro rispettive copie. 
Era fatta, ci erano riusciti. 


 


Angolo autrice:
Buondì gente del web! Contro ogni aspettativa sono riuscita ad essere puntuale e pubblicare questo capitolo di giovedì :) avrei dovuto prendermi queste giornate di agosto per rilassarmi e scrivere ma i lavori in casa mi stanno distruggendo! Eevaa imbianchina mode: ON.
Capitolo mooolto strappalacrime e sentimentale ma che ci volete fare, sono una romanticona! 
Fatemi sapere cosa ne pensate, a prestissimo!
Eevaa
  
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