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Autore: 50shadesofLOTS_Always    18/08/2017    4 recensioni
Dal testo: “« Sei felice? ». Tony si ricordò che Babbo Natale era già arrivato nelle case. E quel regalo lo ripagava dei precedenti mai arrivati."
La vita del genio, filantropo, plurimiliardario ed ex-playboy Tony Stark continua e, stavolta non è solo. Al suo fianco Pepper, l'unica donna di cui gli sia mai importato davvero, in mezzo agli ostacoli della quotidianità. Non senza un po' di azione...
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Al contrario della precedente ff/prequel "Take me Back To the Start", questa raccolta sempre senza una precisa trama è nata adesso, frutto della mia nostalgia per questi due adorabili zuzzerelloni. Quindi la parola la chiave è ancora una volta PEPPERONY!
[ancora probabile OOC di Tony/ perchè l'attesa di nuovi film porta speranza eheh/ dannatamente song-fic]
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Nuovo personaggio, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Iron Family'
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Scapegoat

La Vedova Nera si calò con una fune, fino a terra e cominciò a sorvegliare il territorio. Si guardò intorno mentre avanzava, poi portò una mano per coprire gli occhi rivolti al cielo. Il jet sorvolava silenzioso la zona periferica di Seattle, affacciata sulla Penisola Olimpica. Fece cenno a Barton che lo pilotava e pochi istanti dopo, giunse anche Iron Man. Atterrò sul tetto dell’edificio, una vecchia fabbrica, probabilmente tessile, e con un fascio di energia, fece saltare il battente arrugginito di almeno vent’anni. Stava per entrare quando adocchiò le scale in cemento prive di ringhiera e comunque poco stabili.
« Modalità sentinella » ordinò, uscendo dalla corazza e avviandosi giù per la rampa e raggiungendo quello che di fatto era l’ultimo piano. Fermo sul pianerottolo, si affacciò a destra ma non vide niente e nessuno. Un lieve vento freddo alitò, sollevando alcuni lembi di plastica che pendevano da alcune travi lignee.
« Stark? » chiese Clint attraverso l’auricolare mentre entrava nello spazio a destra, dove trovò un materasso piuttosto logoro.
« Sono dentro… - sbuffò, quando vide in un angolo vecchie scatole di takeaway - Libero »
« Cosa? » esclamò la Vedova.
« Avete toppato. Per la dodicesima volta » aggiunse, spostando il materasso con un piede.
« Tu dovevi rintracciare la scia dei raggi vita » gli ricordò l’altro con cipiglio piccato.
« Io non devo fare proprio niente. Se sono qui è solo perché me lo ha chiesto Pepper » sbottò Tony, rivolgendogli un’occhiataccia anche se non poteva vederlo.
Era già abbastanza nervoso per proprio conto, non aveva voglia di bisticciare con lui. Aveva altro a cui pensare…
« Da quando segui gli ordini di qualcuno? » fece Barton con l’intenzione di stuzzicare il can che dorme.
« Sei solo invidioso » rispose lui, ridacchiando fra sé quando immaginò Pepper con un impermeabile nero e una benda su un occhio. L’altro rispetto a Fury.
« Di te? Ma per favore… E per cosa poi? » sbuffò l’altro, mantenendo stabile il velivolo.
« Mi pare ovvio: ho la bambina più bella del mondo »
« Questo è vero – Tony stava per gongolare quando Natasha continuò - Ma il 50% del merito va a Pepper, perciò potreste farla finita con questa gara di paternità? ».
Tony non rispose e si chinò a terra sui talloni per sollevare il materasso senza trovarci niente sotto. Lo rimise dov’era per far vagare lo sguardo fino ad una cassa di legno.
« Due cellulari usa e getta, un fornello da campeggio… Direi che è avanti di due giorni almeno »
« C’è qualcosa che ci dica dov’è andato? »
« No – disse prima di premere sull’auricolare per rispondere alla chiamata - Pronto? »
« Ciao Tony »
« Ciao tesoro » disse, dimenticandosi di passarla sulla linea secondaria per mantenere una certa privacy.
« Come procedono le ricerche? » gli chiese e lui percepì una certa impazienza. Inoltre non lo chiamava quasi mai quando sapeva che era con gli Avengers per non disturbarlo. Ovviamente le aveva spiegato più volte che l’unico disturbo che aveva durante quelle gitarelle era Legolas.
« Non molto bene – ammise - La Dottoressa Thriller che dice? »
« Che possiamo portare Maria a casa » rispose lei, sapeva che aveva gli occhi che brillavano di felicità.
« Mollo le prove della boy band e vi raggiungo » replicò, la bocca storta in un ghigno.
« Okay. Solo »
« …non superare i cinquecento »
« Duecento » ribattè Pepper.
« Quattrocentocinquanta »
« Trecentoottanta, ultima offerta »
« Perfida » le sussurrò, sentendola ridacchiare.
« Come piace a te » disse prima di salutarlo e riagganciare.
« Stark, devi dirglielo » intervenne la Vedova dopo qualche attimo di silenzio.
« Lo so… » sospirò, tornando sul tetto.
 
*
Pepper era intenta a scartare alcuni pacchetti per Maria, che dormiva nella culla termica vicina alla propria lettiga, ed erano soprattutto da parte degli Avengers.
Aveva già aperto alcuni delle nozze, i meno ingombranti che sua madre fosse in grado diportare a mano. A casa però, sotto l’albero li aspettavano quelli di Natale, che Tony aveva originariamente progettato di aprire prima di prendere con lei il jet e volare con direzione a sorpresa, com’era stato il resto del matrimonio.
Ovviamente la luna di miele era stata posticipata, data a destinarsi, perché tutto dipendeva dalla piccola. Entrambi non l’avrebbero mai affidata ad una balia quindi dovevano aspettare l’ok della Dottoressa Thrill… Ehm, Jackson. Inoltre Pepper doveva ancora riprendersi dal cesareo e finché non le avrebbero tolto i punti, Tony le aveva imposto la degenza forzata. Lei, abituata com’era a scorrazzare qua e là nell’azienda per firmare e supervisionare, non aveva accettato di buon grado la cosa. Ripiegò con cura la tutina rosa da parte di Tiffany, sospirando mentre cercava di indovinare cosa suo marito dovesse dirle di tanto misterioso. Non che lo avesse detto apertamente, ma il suo tono di voce le aveva fatto intuire che c’era qualcosa che bolliva in pentola. Erano quasi quarantotto ore che non si vedevano, se non per telefono o videochat, mentre Tony si occupava delle Industries o aiutava nella ricerca di Steve. Non avevano avuto la possibilità di confrontarsi sugli ultimi eventi, che in un certo senso, erano stati più sconvolgenti dei precedenti. Nel giro di un giorno erano diventati coniugi e genitori. E la seconda nomina, al contrario della prima, non era stata programmata così in anticipo.
Si sporse alla cieca afferrando l’ennesimo pacchetto. Era da parte di Peter.
Adorava quel ragazzo e anche Tony, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Pepper in cuor suo aveva sempre saputo che quando sarebbe stato il momento di allargare la loro piccola famiglia, il suo lato paterno sarebbe emerso e mentre faceva da mentore al ragazzo, si era resa conto di quanto quel senso di protezione e affetto fosse spiccato. Maria si era praticamente innamorata del padre.
‘Un’altra ragazza che cede al suo fascino’, pensò mentalmente con una certa ilarità.
Col sorriso sulle labbra, aprì il biglietto su cui capeggiava un ragnetto in versione cartoon.
 
Per immortalare i momenti più belli della vostra vita insieme.
Tantissimi auguri.
Con affetto, Peter Parker
 
Pose la carta al suo fianco poi scartò il pacchetto, sollevò il coperchio della scatola e restò colpita nonostante il biglietto fosse piuttosto allusivo. Tirò fuori la fotocamera professionale e la rigirò tra le mani dopo essersi fatta passare il laccio dietro il collo. La accese e cominciò a dare un’occhiata alle diverse funzioni, seguendo il libretto. Ad un tratto sentì bussare, ma non ebbe modo di rispondere che il visitatore era già entrato. Alzò gli occhi e le sue labbra su curvarono in automatico verso l’alto.
« Mi hanno detto che qui si trovano le più belle ragazze del pianeta » disse Tony, accostando la porta.
« Il solito megalomane » lo schernì lei.
« Un po’ di autostima »
« Credevo che ne avessi abbastanza per tutti e due » rispose, arcuando un sopracciglio.
Tony posò un plico di fogli sul comodino poi si abbassò, sostenendosi con le nocche sul materassino, per raggiungere le labbra della sua Signora, che gli carezzò una guancia ispida, sospirando estasiata.
« Signora Stark, un po’ di contegno… C’è una bambina » mormorò, sedendosi sul bordo della lettiga e  girandosi verso Maria. Con attenzione, trascinò la culla più vicino e la abbassò a livello così da appogiarcisi con un gomito. Prese a studiare, col mento poggiato sulla mano, la neonata che sembrò accorgersi della sua presenza. Sbadigliò, emettendo un lieve lamento e aprì piano gli occhi, incontrando quelli scuri del padre.
« Salve Signorina » sussurrò e la piccola rispose con un sorrisetto furbo che lui ricambiò.
Si avvicinò ulteriormente fino ad accostare il viso a quello di Maria, che protese una delle sue manine per toccargli il naso. La allontanò così da poter distenderne le minuscole dita, facendo combaciare le loro palme. Mentre confrontava le dimensioni, si volse verso Pepper che gli sorrideva con aria colpevole da dietro una macchina fotografica. Ruotò l’apparecchio, mostrandogli le foto che aveva appena scattato: dei nitidi primissimi piani di lui e Maria.
« Da quando lavori per il Chronicle? »
« E’ un regalo »
« Da chi? » domandò incuriosito e lei gli porse il biglietto.
Tony si lasciò sfuggire un sorriso mente Pepper rimetteva la macchina nella scatola.
« Cosa sono? » chiese poi, notando la cartellina.
« I documenti per la vostra scarcerazione » mormorò lui ironico.
 
Consegnati i fogli all’accettazione e ottenuti gli ultimi consigli delle ostetriche, i coniugi Stark presero uno dei montacarichi per arrivare nei sotterranei, dove di solito posteggiavano i camion per le consegne dei farmaci. Happy li aspettava col motore della Rolls Royce acceso. Pepper salì, tenendo il capo basso e con in braccio la piccola. Si interrogò sul perché tanta cautela visto che nessuno aveva saputo niente né del matrimonio né del parto. Tony chiuse lo sportello, fece il giro e si accomodò dall’altra parte, dopo aver dato un’occhiata al parcheggio desolato. Happy mise in moto e premendo un pulsante fece alzare il divisorio oscurante, creando un’atmosfera più appartata.
Pepper aggrottò la fronte, era la prima volta che lo usavano. Passarono davanti all’ingresso dell’ospedale dove, oscurata dal finestrino, potè vedere la calca di giornalisti che in pochi secondi tentarono di seguirli. Si girò verso Tony, che frugava nella tasca interna della propria giacca.
« Come hanno…? »
« Non sono qui per Maria » mormorò, estraendo finalmente una busta che le porse quando con un solo sguardo richiese una risposta adeguata. Con un braccio, sorresse Maria che studiava la strada scorrere, col capino poggiato nell’incavo della sua spalla. La mano libera invece aprì la missiva, su cui capeggiava il simbolo della Corte Suprema, e lesse.
« Ostacolo alla giustizia, favoreggiamento... – la data era fissata per il 4 Gennaio del nuovo anno - Fury che ne pensa? » chiese leggermente inquieta, fissando Tony che emise uno sbuffo.
« Secondo te perché aveva bisogno di Iron Man? » rispose poi, alzando la voce per pentirsene immediatamente. Non era lei la responsabile.
Pepper non se la prese e ripiegò la lettera. Era ovvio: una guerra civile internazionale e un miliardario un po’ pieno di sé coinvolto. Praticamente era come servir loro il capro espiatorio su un vassoio d’argento.
« Scusa… - borbottò Tony, posandole una mano sul ginocchio - Ho già chiamato lo studio legale, sono in una botte di ferro. Anzi di oro e titanio ».
Lei accennò un sorriso a quella battuta e posò la propria mano sulla sua, sperando di confortarlo. La sua faccia non era delle più convicenti.
« L’avvocato spera di risolvere tutto domani, nella causa preliminare senza la mia presenza »
« …e evitare il processo » concluse e Tony le fece l’occhiolino.
« Ne uscirò, indenne ».
Per il resto del tragitto verso la Villa, rimasero chiusi nei loro pensieri e quando varcarono l’ingresso, la familiare voce incorporea li accolse col tipico eco metallico.
« Bentornati Signori Stark »
« Grazie F.R.I.D.A.Y » rispose Pepper mentre Happy li superava per portare un borsone nella camera patronale. Aveva provato una certa nostalgia in quei pochi giorni. Avanzò verso il salotto mentre Tony rimase in disparte con le braccia conserte. Il suo sguardo percorse, dai piedi fino ai capelli, il corpo di sua moglie. Moglie, era un’equazione perfetta se il risultato era Pepper. Le sue labbra stavano mormorando qualcosa a Maria, che si era raggomitolata fra le sue braccia per poggiare una guancia sulla spalla materna. I suoi occhioni da cerbiatta, azzurri come le placide acque del Pacifico, scandagliarono l’ambiente per cercare lui, come se si stesse accertando della sua presenza. Rimase colpito da quella fiducia nei suoi confronti. Dopotutto aveva solo due giorni di vita, ma già somigliava a sua madre: innamorate di lui.
Lusingato non potè impedire alle proprie labbra di arricciarsi. Si avvicinò a loro nel momento stesso in cui Happy si dileguò, salutandoli.
« Vieni, voglio mostrarti una cosa » annunciò, invitando Pepper e cingendole le spalle con un braccio. Salirono sopra il boudoir e Tony aprì la porta di quella che un tempo era la vecchia stanza degli ospiti.
Ora invece era diventata una cameretta a tutti gli effetti. I mobili, fra cui una cassettiera con specchio, un fasciatoio e un armadio, erano molto semplici di un grigio neutro. Si accostavano al pavimento in parquet di legno naturale e alle pareti bianche. Su delle mensole erano stati sistemati dei libri, probabilmente di fiabe, mentre un grosso orsacchiotto di pezza faceva la guardia al lettino con le sponde che però non avrebbero usato prima di qualche settimana. Un tappeto verde al centro della stanza ricordava un prato e quando Pepper sollevò lo sguardo vide il soffitto azzurro con disegnate delle nuvolette bianche.
« Luci » mormorò Tony e al buio, migliaia di piccoli puntini luminescenti disegnarono le vere costellazioni.
« E’ bellissima » sussurrò Pepper, entrando nella camera e cominciando a guardarla più da vicino.
« Non è molto femminile ma… »
« No, ma… E’… - si volse per guardarlo negli occhi – La adoro »
« In camera nostra c’è una culla così dormirà con noi » aggiunse lui, appoggiato allo stipite con un fianco. Sorrise mentre Pepper, di nuovo davanti a lui, gli lasciò un veloce bacio.
« Che ne dici di un bel bagno? » propose con voce volutamente suadente.
« F.R.I.D.A.Y, sentito la Signora? »
« Provvedo immediatamente » rispose l’AI prima di procedere.
Poco dopo Tony e Pepper erano entrambi immersi in una vaporosa nube profumata al mughetto. Pepper aveva avuto l’accortezza di applicare il cerotto impermeabile sulla sutura, così da potersi godere il primo vero bagno rilassante dall’addio al nubilato. Le docce a letto delle infermiere non erano state il massimo.
Sospirò, reclinando la nuca sul poggiatesta lungo il bordo della Jacuzzi mentre Tony la imitava, dopo essersi assicurato che Maria fosse comoda nella culla. Lo osservò sedersi al lato opposto, con le braccia lungo il bordo della vasca, e chiudere per un attimo gli occhi.
« Stai bene? » gli chiese e lui aprì un occhio.
« Sì… Tu? » di rimando e annuì, decidendo di accantonare l’apprensione, quando Tony la attirò a sé. Si fece dare le schiena e le massaggiò le spalle, cercando di sciogliere la muscolatura in tensione.

Dopo dieci abbondanti minuti passati a mollo, Tony uscì dalla vasca per poi aiutare Pepper ad alzarsi e scavalcarne il bordo. Si avvolse con un grosso telo di spugna, includendo anche lei così da poterla abbracciare. Le sue braccia gli cinsero la vita e quando chiuse i lembi dell’asciugamano, le schioccò un bacio sulla spalla nuda. Pepper si strinse di più a Tony, facendo aderire i seni contro il suo petto. Entrambi si sentirono un po’ strani per l’assenza del pancione. Rimasero così per qualche minuto, scaldandosi reciprocamente e riappropriandosi di tutte quei momenti in cui erano stati separati.
Pepper arretrò un poco per potersi scrutare negli occhi scuri di Tony, che le sorrise attraverso una maschera imperturbabile. Avvicinò il viso, ma quando a separarla dalle sue labbra erano solo due millimetri, F.R.I.D.A.Y li interruppe.
« Signore, una chiamata dall’avvocato Thompson ».
Tony continuò a guardarla negli occhi mentre l’AI gli passava la linea.
« Pronto? »
« Jeff, dammi buone notizie »
« Temo di non averle, Signor Stark. Hanno annullato l’udienza perché hanno fretta di processarla - Tony sospirò pesantemente - Mi dispiace, ho cercato di impedirlo. Ma non abbiamo contatto con Rogers e Barnes… » agggiunse l’uomo e Pepper sentì che era davvero mortificato.
« Ho capito… » mormorò, lasciando ricadere in avanti il capo. Posò la fronte sulla spalla di lei, che prese ad accarezzargli i capelli sulla nuca e il collo. Un contatto che valeva più di mille parole.
« Mi mandi gli allegati di cui parlavamo ieri, nulla è cambiato »
« D’accordo »
« Ci vediamo il 4 di gennaio, nel frattempo si goda il Capodanno » rispose e Tony non potè che rispondere…
« Anche lei ».

 
**
Dopo un’intensa giornata a sistemare scartoffie e le ricerche con gli Avengers, Tony si sentiva così spossato che per pura pietà, lasciò perfino una mancia di cento dollari al fattorino. Aveva pensato che se lo meritasse visto che gli consegnò le tre pizze formato famiglia entro mezz’ora dall’ordinazione. Le portò in cucina e le abbandonò per un attimo sul ripiano per finire di riempire il cestello di ghiaccio.
« Mrs Stark, la cena è » annunciò a gran voce quando sentì lo scalpiccio alle proprie spalle.
« …arrivata » concluse Pepper, aprendo il frigo e porgendogli la bottiglia di Dom Perignon da mettere al fresco. Tony si volse per afferrarne il collo, ma i suoi occhi scuri si posarono su un paio di gambe che conosceva centimetro per centimetro. Erano scoperte fino a metà coscia, dove iniziava una delle felpe che di solito dava al personale, con il logo delle Stark Industries. I capelli rossi erano tenuti lontano dal viso con una pinzetta e ricadevano a ciocche sulle sue spalle. Vedendo che faceva fatica a respirare, Pepper sistemò lo champagne nel cestello poi prese i cartoni delle pizze.
« Muoviti. Ho fame » lo spronò, avviandosi mentre Tony recuperò il cestello insieme ad un paio di flûte alla cieca prima di seguirla, verso il salotto dove Maria li aspettava distesa su una soffice coperta così da non perdere una perfetta visuale del suo fondoschiena. Il tavolino su cui Pepper sistemò le pizze era stato spostato di lato, così che potessero sedersi sul tappeto.
« Pic-nic al chiuso? » chiese ironico, appoggiando il secchio e Pepper ridacchiò mentre sprimacciava dei cuscini ai piedi del divano che avrebbero sfruttato come poggiatesta.
Tony diede l’ordine a F.R.I.D.A.Y di far partire il film, senza sapere che la pellicola in questione non riscontrava esattamente i propri gusti. Appoggiò le spalle contro il divano e quando sollevò lo sguardo sulle immagini proiettate sulla finestra, affacciata sul Pacifico, emise un lamento.
Pepper si accomodò al suo fianco e gli passò un trancio di pizza.
« Non fare così. E’ un film bellissimo » lo riprese, cominciando a mangiare.
« Fo conofco a memofia » bofonchiò Tony, la bocca occupata dalla pizza.
« E quando lo avresti visto? »
« Da quando ho compiuto sei anni » rispose dopo aver ingollato il boccone.
« A sei anni non stavi costruendo il tuo primo motore? » scherzò lei, addentando nuovamente il proprio trancio.
« Beh… Quando non stringevo bulloni, io e mia madre ci sedevamo sul divano e guardavamo questo film – roteò gli occhi - Lo guardava per Clark Gable »
« Tua madre aveva buon gusto » commentò Pepper, continuando a guardare il film.
« Vorresti dirmi che tra me e un latifondista del Sud, sceglieresti il latifondista? – lo guardò di sottecchi senza rispondere, come se ci stesse davvero riflettendo - Ah, è così… Bene. Allora ne approfitto per dirti che potrei avere un debole per Romy Schneider ».
Fu appena in grado lanciare il bordo rosicchiato della pizza nel cartone prima che su di lui si abbattesse una pioggia di pugni. Cominciò a sghignazzare prima di afferrarle entrambi i polsi e trascinarla sul pavimento. Pepper ribaltò la situazione e sedendosi a cavallo sul suo stomaco, gli strizzò un capezzolo nonostante la T-shirt. Continuò la tortura, chinandosi col busto.
« Ahi, ahi, ahia! » frignò Tony, preso alla sprovvista.
« Ritira immediatamente quello che hai detto »
« Ma tu… Ouch – trattenne il fiato - Stavo scherzando, dai… »
« Stavi scherzando? » domandò inquisitoria prima di lasciarlo andare.
« Sì – si massaggiò il pettorale dolorante - E tu? ».
Pepper avvicinò il viso a quello del marito e inevitabilmente alcune ciocche ramate scivolarono in avanti.
« Sì – soffiò sulle sue labbra - Forse ».
Tony la baciò, prendendole la testa tra le mani per cancellarle il finto scherno sulle labbra. Compito che richiese un’ingente lavoro di lingua. Pepper si staccò per riprendere fiato, tornando col busto eretto. Le sue mani lo accarezzarono sull’addome, risalendo il petto fino alle spalle per poi seguire il suo sguardo, puntato su Maria che, comoda fra due cuscini, era sul punto di cedere al sonno.
« Non riesco a smettere di guardarla… Solo tu potevi dar vita a qualcosa di tanto bello… » disse, prendendola in contropiede. Gli accarezzò i capelli sulla tempia, sorridendo.
« Beh… Hai contribuito al 12% » rispose ed entrambi, scoppiarono a ridere.
Non terminarono la pizza rimasta, l’avrebbero consumata l’indomani. Non guardarono neanche il film che continuò a essere proiettato sulle finestre, ma la neonata che gradatamente scivolava nel torpore.
Più tardi, quando stavano per seguire il suo esempio e dormire, Tony si accorse che mancava meno mezzo minuto al nuovo anno. Così agguantò la bottiglia e affidò i calici a Pepper. Diciassette…
« Sei pronta? » chiese, togliendo il sigillo.
L’infermiera gli aveva posto la stessa domanda a Natale. Dieci…
« Per cosa? »
Nove…
« Per noi… » rispose e non seppe capire perché il proprio cuore stesse accelerando.
Otto…
« Tu sei pronto? »
Sette…
« Sì » disse, annuendo vigorosamente.
Sei…
« Allora lo sono anch’io »
Cinque. Quattro. Tre. Due.
Forzò un po’ di più il tappo in sughero.
Uno.
E nello stesso istante in cui stappò lo spumante, le rubò un bacio sotto i fuochi d’artificio che esplosero nel cielo in cascate scintillanti multicolori.

Angolo Autrice: Eccomi qui! Lo so, ci ho impiegato molto e il risultato è solo questo *sob*. Il punto è che ho diverse idee e devo cercare di metterle insieme in modo decente, così nel frattempo pubblico questo capitolo per non farvi attendere troppo. Inoltre devo cominciare a prepararmi per il ritorno a scuola e questo mi sta portando via un po' di tempo e mio malgrado, anche energie e ispirazione. Ma tranquilli, continuerò questa raccolta e quando saremo in dirittura di arrivo ve lo farò sapere ;)
Intanto spero che la ff sia di vostro gradimento per ora e vi ringrazio per essere giunti fin qui, in particolare _Atlas_, DjalyKiss94, leila91 e missgenius (prometto di rimettermi in pari e di rispondere alle vostre recensioni <3)!! GRAZIE INDISTINTAMENTE A TUTTI :*
Al prossimo capitolo,
50shadesOfLOTS_Always

 
   
 
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