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Autore: DjalyKiss94    18/08/2017    1 recensioni
Ambientata durante e subito dopo la caduta dalle cascate di Reichenbach, Sherlock Holmes sarà alle prese con un nuovo mistero:
Chi è Sherlock Holmes?
Senza memoria e senza il suo fedele Watson, che lo crede morto, il detective dovrà affrontare i suoi fantasmi e raccogliere tutti gli indizi, per riuscire a ricordare chi è veramente.
Ci riuscirà?
Ps. Storia ancora da scrivere e quindi potrebbe rimanere incompleta.
Genere: Azione, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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CAPITOLO 11    MATRIMONI E PRIMI GUAI (PARTE2)

 
POV HOLMES
CORMOLINO
 
Ore 19:00
 
Mi sento costretto in questi abiti eleganti.
Mi trovo nell’unico ristorante, che si possa definire di lusso, a nord del paese.
Al ricevimento del matrimonio dei due neo-sposini.
Ancora in corso.
Dalle 12 di questa mattina.
 
Farmi passare per uno dei tanti cugini di secondo grado, della moglie dello zio dello sposo, è stato semplice e sufficiente per imbucarmi e passare inosservato.
 
Tutto per cercare di ricordare altri particolari della mia vita.
Ma niente.
Sono tra 150 invitati, gentiluomini e nobildonne ipocriti, da ore, senza aver ricavato nulla di importante se non mille dettagli inutili.
 
C’è chi percuote la propria moglie ogni giorno e oggi la sfoggia come se fosse il suo cimelio più prezioso.
Chi pensa solo al suo tornaconto.
Chi ostenta ricchezza ma è sull’orlo del fallimento e ha dovuto vendere la collana di rubini della moglie per pagare i debiti alla banca.
Chi predica principi di grande moralità ma la getta alle ortiche alla prima occasione.
Chi si vanta di partecipare ad eventi di beneficienza, per poi voltare la faccia al sangue del proprio sangue che chiede aiuto.
Chi elogia il proprio commensale ma in fondo lo detesta con tutto se stesso.
Chi lancia sguardi languidi al/alla proprio /a amante posto all’altro lato della sala.
Chi si sta mangiando le unghie dalla rabbia perché ancora innamorata dello sposo.
Chi propone affari vantaggiosi, sicuri quanto un bicchiere di vetro posato nell’angolo di un tavolo durante un terremoto e falsi quanto la collana di rubini, sopracitata, che la signora ad ore undici, senza saperlo, sfoggia con fierezza.
Menzogne su menzogne.
 
Peccato non sia presente camice bianco.
Mi sarei divertito un po’.
 
Tempo dopo
 
Sbuffo.
Chiudo gli occhi e inspiro dal naso.
I secondi, i minuti e le ore passano lente.
Voci e chiacchiere assordanti, ripetitive e noiose.
 
Invidia per il vestito.
Politica.
Commozione per la cerimonia.
Chi elogia il proprio figlio, esclamando che è “tale e quale al padre”. Ancora.
Lamentele per il cibo.
Lavoro.
Elogi per la pettinatura della sposa.
Lamentele per la data scelta.
Elogi sul vestito e/o accessori degli invitati.
Pettegolezzi.
Confronto con altri matrimoni.
Spiegazione su pro e contro sull’essere sposati.
 
Spalanco gli occhi.
Un momento.
Questo suscita il mio interesse.
Sorseggio il mio bicchiere di vino.
 
Un gruppo di sei gentiluomini alla mia destra discute amichevolmente con il neo-sposo.
 
-Amico avete commesso una scelta terribile. Pensateci: niente donne, niente uscite…-
-Nessuno svago!- interviene un altro.
-Parlate così perché non avete ancora incontrato lei…- li interrompe il protagonista di questo ricevimento -Lei, che con la sua presenza, riempie quella parte vuota della vostra esistenza e del vostro cuore… che fino ad allora non sapevate di aver bisogno.-
-Ooooooh!- esclamano in coro i suoi amici.
 
Li osservo.
 
-Avete sentito?- ride il ragazzo biondo e appena maggiorenne, ha sempre lo sguardo, concentrato e professionale, su ogni pietra preziosa presente nella sala; figlio di un gioielliere.
-Signori, l’abbiamo perso!- Neo-dottore. Pessima battuta.
-Che fine ha fatto il Paolo che correva dietro a tutto ciò che indossava una gonnella?- unghie curate ma sporche di nero; un banchiere.
-Che una relazione non durava più di un mese?- sguardo altezzoso, valigetta nera al suo fianco; un avvocato.
-Che scommetteva in quanti giorni o ore riusciva a strappare un bacio ad una fanciulla?- figlio di un imprenditore.
-E vinceva sempre…- mormora un ragazzo dai capelli scuri con stizza, alla mia destra. I suoi occhi fiammeggiano. Nessuno se ne accorge. Il, geloso, migliore amico dello sposo.
-E a cui chiedevamo consigli per far capitolare tutte le dame?- finisce il più giovane del gruppo, che aveva dato il via a questa serie di domande.
Paolo scuote la testa -È cambiato amici miei. Lei mi ha cambiato, in meglio.- Si volta per guardare la sua amata, dall’altra parte della stanza, intenta a chiacchierare con le damigelle -Gioia è la mia luce, la mia ancora, le mie fondamenta.-
Tutti lo guardano stranito.
-Mi state preoccupando.- scuote la testa il banchiere.
-Non siete in voi.- commenta l’azzeccagarbugli guardandolo con… inquietudine. -Non potrete più svagarvi. Vi comanderà a bacchetta. Guardate noi! Liberi come l’aria.-
 
Un flash.
 
-Perché mi sta fissando con tanta inquietudine?-
-Sono così preoccupato… la sua vitalità è stata prosciugata. Il matrimonio è la fine mi creda.-
-Io la vedo come un inizio.-
 
La testa pulsa.
Stringo gli occhi.
 
-Armageddon.-
-Rinascita.-
-Limitazione.-
 
-Non potrete andare avanti così per sempre.- sbatto gli occhi e rialzo lo sguardo verso lo sposo -Per cosa? Arrivare, soli, ad un certo punto della propria esistenza e scoprire di non aver fatto nulla. Di non aver lasciato un’impronta. E scoprirsi insoddisfatti, irrealizzati. Bisogna maturare. Cercare quella metà della mela che ti completi, che ti capisca. Creare una stabilità.
 
-Struttura.-
-Sottostare ad una donna.-
 
Una famiglia.
 
-Essere in una relazione stabile. La vita matrimoniale. La possibilità di una famiglia.-
 
E io non riesco ad immaginare una’altra persona con il quale passare il resto della mia vita, realizzare i miei sogni, godere dei successi, superare le difficoltà di ogni giorno ed invecchiare, se non lei.- dice lo sposo.
Tutti ammutoliscono.
 
-Chi vuole morire da solo?-
 
-Ma questo non vuol dire che ogni tanto una sbronza non ci stia.- esclama con un sorriso -Se si arrabbierà… Saprò farmi perdonare.- termina con un’occhiata maliziosa.
Tutti esultano in coro felici.
-Ecco il nostro Paolo!- esclama il dottore.
Il ragazzo accanto a me si alza e si avvicina allo sposo -Amico mio, è bizzarro sentirti parlare con così tanto trasporto di una donna. Ma mi fa piacere vederti felice. Ti auguro il meglio.- conclude abbracciandolo.
-Grazie amico! Spero che anche tu, un giorno, possa provare la mia stessa felicità Fabio.-
A queste parole sul viso del ragazzo, non visto, compare una smorfia. Rabbia repressa.
-Continuo ad essere del parere che essere scapoli sia la cosa migliore.- borbotta l’avvocato.
 
Stringo il naso con il pollice e l’indice.
-E voi? Cosa ne pensate?-
Si girano verso di me.
Attendono in silenzio mentre intorno a noi regna ancora il caos.
 
-Nessuno vuole morire da solo.- dico fermo.
 
Mi guardo intorno.
Sbuffo dal naso.
Sono stato ad un matrimonio.
Cosa potrei fare per ricordare ancora?
Un discorso?
Non mi entusiasma molto l’idea ma a mali estremi.
Mi alzo in piedi, mentre il gruppo continua ad osservarmi senza dire una parola.
 
Prendo una posata facendola tintinnare leggermente al bicchiere di vino ancora mezzo pieno.
Tutti ammutoliscono.
Tutta l’attenzione è su di me.
Sorrido sbattendo le palpebre.
 
-Scusate l’interruzione vi ruberò solamente pochi minuti per fare le mie più… sincere congratulazioni ai bellissimi sposi. Non sono bravo con i discorsi ma credo che in questi casi si dica: vi auguro una vita piena di felicità e tanti figli maschi.-
Gli invitati sorridono divertiti.
Niente ricordi.
Quindi non ho fatto nessun discorso.
Sospiro e sollevo il calice -Agli spos-
-Ehi amico… Tutto qui?- mi interrompe un signore in fondo alla sala, provato dall’alcool -Vogliamo un beeeeel discorso… pieno di auguri e… indimenticabile!-
 
Sbatto le palpebre.
Un discorso indimenticabile, eh?!
 
-Bene.- schiarisco la gola –Allora… io vi auguro che possiate realizzare i vostri sogni e lasciare l’impronta che tanto desiderate. E vi auguro di non diventare mai delle persone ipocrite, come i presenti in questa stanza.-
-Come scusi?-
-Auguro alle sei ex dello sposo di mettersi l’animo in pace e rassegnarsi, tipo lei, lei- indico varie ragazze sparse per la sala -lei, oh pardon sette! Si anche lei signorina, è inutile che si nasconda.
Al signore lì in fondo alla stanza, si lei, le consiglio di non accettare l’offerta dell’imprenditore alla sua destra, la porterà solo alla rovina.-
 
-Scusi- mi interrompe un uomo di quarant’anni con gli occhiali, alzandosi dalla sedia. La moglie tiene il capo chino, le mani tengono strette le maniche del vestito -come si permette di-
-Come si permette lei.- lo sovrasto con un tono di voce fermo e duro, posando il bicchiere -Dovrebbe vergognarsi e non sfiorare sua moglie neanche con un dito.-
Strabuzza gli occhi, rosso in viso -Non so di cosa-
-Taccia! Sa bene di cosa parlo.-
Si volta verso la consorte. -Tu- sibila furente.
-Guardi me, non la signora.- dico avanzando verso quest’ultima, aggirando diverse tavolate -Lei non ha detto niente; e come potrebbe? La osservi: è terrorizzata. E alla famiglia della ragazza in questione: ammiro il vostro coraggio di guardarvi ancora allo specchio nonostante siate a conoscenza della situazione.-
Un mormorio indignato si leva nella sala.
Mi volto verso la donna, le prendo la mano e porto il dorso alle labbra, senza toccarlo. -Spero che trovi un po’ di pace e qualcuno che la rispetti. Veramente.- Lei mi sorride per poi riabbassare lo sguardo. Le lascio la mano e i allontano continuando il giro tra i presenti.
 
-All’imprenditore la in fondo dovrebbe dire a sua moglie la verità, non solo sulla collana che attualmente porta addosso, ma anche del fatto che siete sull’orlo del fallimento. Si signora mi duole dirlo che tale gioiello è falso quanto il diamante che porta al dito la signorina alle mie spalle. Si proprio lei!-
-Impossibile! Quello è l’anello di famiglia, tramandata da madre a figlio o figlia da generazioni.- esclama la nuora della ragazza.
-Mi spiace contraddirla ma vostro figlio ha venduto il prezioso gioiello per pagare i debiti di gioco. Quello che avete sotto gli occhi è un eccellente falso del gioielliere di fronte a voi. Ottimo lavoro devo riconoscerglielo: solo un occhio molto esperto avrebbe potuto smascherarlo.-
-Non è possibile…- mormora la nonna del ragazzo, il viso pallido e il fiato corto.
 
-Dottore.- indico un uomo alla mia sinistra con gli occhiali e il papillon nero -Credo ci sia bisogno del suo intervento… penso stia andando in iperventilazione… o che stia avendo un infarto.- faccio per voltarmi ma torno indietro -Oh dottore, le consiglio di decidersi tra la signora con il cappello beige e quella con il fermaglio di zaffiri, non può continuare a tenere il piede in due scarpe.-
-Che cosa?- urlano le due donne in questione.
-Ops… non sapevano nulla? Mi perdoni.-
 
Mi allontano dal gruppo, in agitazione, tornando alla mia postazione -Quindi- riprendo in mano il calice di vino e voltandomi verso gli sposi poco distanti alla mia destra -vi auguro davvero di distinguervi da queste persone, di essere sempre sinceri con la persona che amate e di rispettarla, di non avere relazioni extra-coniugali- poso lo sguardo su alcuni dei presenti che si irrigidiscono sul posto; i loro compagni se ne accorgono e cominciano a chiedere spiegazioni, creando ulteriore caos -e di trovare la vera felicità… che siate di esempio!- concludo portandomi il bicchiere alle labbra -Oh! Paolo… se fossi in voi farei attenzione al suo migliore amico: è ancora risentito dal fatto che le abbiate portato via la ragazza che amava… -
-Cosa?- domanda lo sposo, sinceramente confuso.
Il ragazzo seduto accanto a me si irrigidisce e si volta verso di me, emettendo una risata, palesemente falsa -Ma che sta dicendo? Io innamorato?! È ridicolo!- continua sghignazzando; si volta verso lo sposo -Paolo. Non dargli ascolto…- le sue mani stringono la tovaglia.
 
-Voi eravate innamorato di lei, perdutamente, da anni. Non lo sapeva nessuno, eravate troppo orgoglioso e avevate paura di essere preso in giro dai vostri amici. Ma poi un giorno avevate preso il coraggio, avevate deciso di andare da lei e di dichiararvi. E lui invece ve l’ha portata via da sotto gli occhi. Lei è diventata solo un’altra delle sue conquiste. Anzi quella più importante visto che l’ha sposata.- Le nocche delle mani sono diventate bianche. -E dopo… quanto… tre? Cinque? Sette! Sette anni… siete ancora innamorato di lei…-
 
-È vero quello che dice?- chiede la sposa.
-Fabio, perché non mi hai detto niente?- dice Paolo -Amico… io…-
 
-NIENTE AMICO!- urla il ragazzo furente, sbattendo le mani sul tavolo -Non lo sei più da quel maledetto giorno! Me l’hai portata via. Hai portato via quella persona speciale di cui hai parlato tanto, la MIA luce, la MIA ancora… l’amore della MIA vita!- dice rovesciando la sedia e uscendo dalla sala, sotto gli occhi sbigottiti dei presenti.
 
-Lei è un impostore!- esclama un ragazzo in una tavolata di fronte a me. Molto giovane, sguardo fiero. Un tic alla gamba destra, nervosismo. -Come si permette di offendere con le sue dichiarazioni i rispettabili presenti in questa sala e di rovinare il ricevimento degli sposi?-
-Oh figlio mio, sono così orgogliosa di te.- lo elogia la madre alla sua sinistra. Ha gli occhi azzurri come lui. Nonostante il giovane non abbia ancora raggiunto la maggiore età, lei è molto avanti con gli anni, come il marito, seduto accanto a lei.
Il miracolo. Il figlio tanto atteso, dopo anni e anni di speranza infranta.
Guardo gli altri componenti della famiglia attorno a loro: cugini, cugine, sorelle di lei, fratello di lui. -Coraggioso tale e quale il padre.- continua la donna.
Sospiro. Ancora quella frase.
Nell’udirla la gamba destra, dell’ultimo menzionato della lista di parenti, sobbalza lievemente e china la testa, serrando la mascella.
-Suo marito non è il padre del ragazzo.- affermo sollevando gli occhi al cielo.
-Questo è troppo!- esclama il consorte in questione, alzandosi in piedi.
-Il ragazzo ha i lineamenti tipici del ramo della sua famiglia: il naso all’insù, le orecchie sporgenti e i quattro nei nella parte sinistra del collo. Ma voi avete gli occhi scuri. Il ragazzo invece li ha azzurri e-
-E allora? È un tratto che ha ereditato dal mio bis nonno. Non significa nulla!- ribatte nuovamente.
-Ha ragione ma vogliamo parlare di quella leggera malformazione al piede destro, come il vero padre, che gli conferisce quel passo leggermente incerto, o di quel tic nervoso alla gamba che ha quando è agitato. E non è un gesto che ha imitato perché, il signore in questione, non lo vede molto spesso a causa del suo lavoro, una volta ogni paio di anni. Anzi fate sempre in modo che lo incontri il meno possibile, è corretto signora?-
La donna abbassa lo sguardo.
-Ammetta che il padre del ragazzo è il fratello di suo marito.-
 
Un mormorio stupito di leva nella sala.
 
-Anna…- dice il vero padre del ragazzo -… allora è davvero mio figlio?-
La signora scoppia a piangere, portandosi le mani al ventre.
-Non è possibile.- mormora il consorte -MI HAI TRADITO?- urla paonazzo.
Sospiro -Non l’ha tradita…-
-STIA ZITTO!-
-È stata solo una notte…- racconta Anna tra i singhiozzi -Desideravamo tanto un figlio… Quella sera avevamo litigato per l’ennesima volta perché non riuscivo rimanere incinta, dicevi che era colpa mia e…-
-Signora non si deve sentire in colpa… è logico che non riuscisse ad avere un figlio visto che suo marito non è… prolifico.-
 
Un silenzio di tomba cala nella stanza.
 
L’uomo rosso in volto, salta sopra il tavolo, facendo cadere tutte le stoviglie per terra e dirigendosi furioso verso di me. Un gruppo di persone si para davanti a lui, placcandolo appena in tempo ad evitarmi un pugno in volto.
-LASCIATEMI ANDARE! L-LASCIATEMIIII!!!!!- sbraita furioso dimenandosi e cercando di avanzare verso di me.
 
Alzo il calice, voltandomi verso la mia sinistra -Agli sposi!- dico ingurgitando frettolosamente il vino e sotto gli occhi dei suddetti che mi guardano sconvolti.
 
Poggio il bicchiere sul tavolo e aggiro il gruppo di uomini che tentano di tenere l’uomo, ancora furioso, lontano dal sottoscritto.
Arrivo all’uscita della sala ed esclamo -Vi auguro un buon proseguiment- abbasso la testa di scatto per schivare un bicchiere, lanciatomi contro. -Come non detto!- affermo evitando un altro calice e varie posate.
 
Comincio a camminare nella notte, lasciandomi alle spalle urla e caos.
 
Sorrido.
 
Proprio un discorso indimenticabile.
 
 
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PROSSIMO AGGIORNAMENTO     1 SETTEMBRE
 
Angolino dell’Autrice
 
Ciao a tutti! =)
Come stanno andando le vacanze?
Io sono stra-piena!!
Perdonatemi per il ritardo e per questo capitolo un po’… ni…
In realtà doveva finire in un altro modo ma, per mancanza di tempo ho dovuto tagliare e quindi ci sarà una piccola terza parte che, se riesco, pubblicherò entro agosto, altrimenti ci rivediamo a settembre!
 
Ovviamente grazie a tutti voi lettori/lettrici e recensori!
Scusate eventuali errori o incomprensioni.
Baci baci Djaly! :*
  
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