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Autore: I_love_villains    19/08/2017    0 recensioni
Dory decide di restare con i vampiri. Mentre la sua amicizia con loro cresce, qualcosa dentro di lei si fa più forte ...
Dal testo:
"Quindi ... c’è un rimedio sicuro? Eccetto la morte, ovvio.”
Reiji non rispose subito: “Forse. Forse qualcosa c’è per annullare la sua presenza.”
Dory si mordicchiò il labbro, riflettendo a sua volta.
“Ma non sarei più Eve? Insomma, il mio sangue non sarebbe più così, giusto?”
“Forse, difficile dirlo. La pratica a volte si discosta dalla teoria. Presto i miei fratelli saranno qui. Devi raccontare tutto anche a loro.”
“Certo, scendo subito. Ora scusa ma mi sta implodendo la vescica.”
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci vampiri solo per me'
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Quando Dory si svegliò Laito dormiva ancora. Lei incrociò le braccia sul cuscino, stesa a pancia in giù, e vi poggiò la testa, contemplandolo adorante. Così rilassato, con i capelli spettinati, era un vero angelo!
Il rosso si svegliò e incrociò il suo sguardo. La ragazza arrossì, ma continuò a fissarlo e gli sorrise.
“Buongiorno.”
“Anche a te, puttanella.”
“Se non vi dispiace, questa mattina voglio stare da sola.”
La sua voce non tradì alcuna emozione, ma Laito si sentì lo stesso in dovere di farle una carezza. Dory strusciò la guancia contro la sua mano, ad occhi chiusi. C’era affetto o si sbagliava? Il vampiro le passò la mano dietro la nuca e le impresse un leggero bacio sulle labbra, poi si sedette e cominciò a vestirsi. La giovane gattonò da lui, lo abbracciò da dietro e gli baciò la guancia. Laito le prese le mani fra le sue e lei poggiò la testa contro la sua spalla. Restarono così per un po’. Alla fine Dory interruppe l’abbraccio e lui si alzò. Completò la vestizione. Prima di uscire, si voltò a guardarla: sedeva con le gambe ripiegate sotto di sè e stringeva tra le braccia il peluche avuto in dono da Kou e Azusa.
“Tu non parlerai con quella gatta, vero?”
“Non prometto nulla” replicò lei sorridendo.
Laito sorrise a sua volta. Indugiò, poi si toccò il cappello in segno di saluto e uscì. Appena la porta fu chiusa, Dory si stese nuovamente e sorrise al peluche. Pensava a come aveva fatto bene a non rifiutarsi di andare con lui la prima volta e a non mollare. All’inizio sembrava che a Laito importasse solo fare sesso con lei, ma poi aveva mostrato di saper essere dolce. Era il suo tesoro, non lo voleva perdere. Neanche gli altri, se è per questo. I vampiri erano tutti diversi fra loro, tranne che per una cosa: le erano sembrati infelici. E adesso, che cominciavano a fare i cugini, la strega si ripresentava per rovinare nuovamente la loro vita!
“Ma io glielo impedirò, Masochista” dichiarò la giovane, sedendosi. “Anzi, lo faremo insieme.”
Dory sorrise e pensò che poteva considerarsi amica di tutti, ora. Concentrarsi su di loro l’aiutava a tenere a freno la paura che aveva. Doveva essere coraggiosa se voleva fermare Richter e Cordelia. Mentre ricordava i momenti passati con i vampiri, un’idea prese forma nella sua mente. Era bizzarra, quasi una follia, ma a lei piacque. Doveva muoversi prima di lasciarla perdere … ma prima una piccola sosta in cucina per uno spuntino.
Anche Shuu, steso sul divano dell’entrata, pensava alla relazione fra la ragazza ed i suoi fratelli. Lui, come sempre, aveva tenuto le distanze e i fatti gli dimostravano che aveva fatto bene. Non desiderava che lei morisse, ma se fosse successo non gliene sarebbe importato. Gli umani erano troppo fragili per potersi affezionare a loro, lui l’aveva capito da tempo. I suoi fratelli no. In realtà il biondo non si sarebbe mai aspettato che loro potessero davvero provare simpatia per una delle spose sacrificali che arrivavano alla villa. Per la maggior parte erano snervanti ragazze impaurite di tutto. Non che questa non fosse snervante, al contrario, però lo era in modo diverso. Si chiese cosa si provasse a sapere di avere un giorno di vita.
La causa delle sue riflessioni stava correndo verso l’uscita. Shuu la bloccò tenendole il polso, senza aprire gli occhi.
“Dove vai?”
“A far compere.”
Il biondo aprì gli occhi, incredulo, ma il tono era stato serio e lo era anche lo sguardo.
“A far compere ...”
“Sì. Fra al massimo tre ore sarò di nuovo qui. Mollami, Shuu.”
Lui la lasciò andare.
“Tre ore. Non un secondo di più. E prendi la limousine” le concesse.
“Promesso!”
Dory riprese a correre. Si dimenticava sempre che con loro c’era anche un domestico!

Tornò prima dello scadere del tempo, con tre trolley. Shuu era ancora steso all’ingresso. La giovane contemplò le scale sconsolata, poi guardò il vampiro: dubitava di convincerlo ad aiutarla. Per sua fortuna avvistò Yuma.
“Yuma! Ehi! Aiuteresti una povera fanciulla in difficoltà?” chiese nel suo tono più dolce.
“Che vorresti?”
“Che mi aiutassi a portare di sopra queste valigie.”
“Va bene” sbuffò il castano.
“Grazie.”
Il vampiro trasportò con facilità tutti e tre i trolley nella camera della ragazza.
“Sei stato gentilissimo! Senti, visto che ci sei ...”
“Cosa ancora?”
“Beh ... questo rosso è mio. In quegli altri ci sono delle buste. Se le consegnassi agli altri dicendo di non sbirciare te ne sarei davvero grata. E fra un’ora tutti in salotto.”
“Ma che diavolo hai in mente?”
“Tu fallo. E non sbirciare!”
Yuma scosse la testa. Eve era davvero strana. Forse perché l’indomani sarebbe ... Il castano bloccò il pensiero sul nascere. Fece ciò che gli era stato chiesto.
Un’ora dopo tutti e dieci si trovavano in salotto. Alcuni parlavano tra loro, gli altri attendevano Dory in silenzio. Ayato fu il primo ad udire il ticchettio dei tacchi. Alzò la testa, seguito dagli altri, e la vide.
La ragazza si era sciolta i capelli e li aveva arricciati leggermente. Come una cascata di seta nera le ricoprivano le spalle e le braccia nude. Una frontiera bianca con fiorellini le teneva a posto la frangia e il velo. Gli occhi di tutti furono attratti dall’abito: semplice, bianco, con lo strascico. Terminava poco sopra le punte delle scarpe, anch’esse bianche e con un tacco non troppo alto.
Dory nascondeva il viso nel bouquet di rose bianche e guardava loro, ma nessuno in faccia. Scese l’ultimo gradino, con il cuore che le batteva all’impazzata. Era abituata ai loro sguardi, ma stavolta era diverso.Tutti i vampiri avevano pensato almeno una volta che lei fosse carina. Adesso, con quel vestito da sposa, era stupenda. Questo capiva dal loro silenzio e dai loro visi, sebbene non osasse soffermarvisi troppo. Si fermò ad un paio di metri da Ruki, il più vicino, ed attese.
Alla fine fu Kanato a rompere il silenzio: “Dory, sei bellissima!”
Allora gli altri annuirono o mormorarono un consenso.
“Grazie!” fece lei, abbassando il bouquet.
Due mele rosse le imporporavano le guance e gli occhi erano più luminosi che mai.
“Ma ... perché?” le domandò Reiji.
“Perché ... il giorno del matrimonio è il giorno più bello per una ragazza. Ed io voglio che sia oggi. Lo avete detto voi che volevate una sposa, no?” tentò di spiegarsi lei, riuscendo a tenere ferma la voce. “Quindi forza, adesso aprite le buste e poi fatevi ammirare anche voi.”
“Va bene.”
I vampiri non si fermarono a chiacchierare. Curiosi, aprirono le buste, trovandovici dentro un paio di abiti da cerimonia fra cui scegliere, più un fiore in un cubetto di plastica. Quasi tutti scelsero lo smoking bianco, solo Kanato, Laito e Subaru indossarono quello nero. Ognuno poi prese il fiore e lo portò di sotto, non appuntandoselo da soli perché sulla scatola c’era scritto Non apritemi.
Dory si era seduta sulla poltrona. Non sapeva cosa provava, ma era abbastanza sicura di essere felice, oltre che molto tesa. Loro entrarono, e lei ne fu colpita. Incredibile come un buon vestito potesse cambiare così tanto una persona. Li ammirò incantata. Si alzò.
“Siete magnifici” disse piano, senza accorgersi di piangere.
Prese la scatola di Ayato, la aprì e gli aggiustò il bouquet: una rosa rossa.
“Ti amo.”
Dory avvampò e ritirò piano le mani. Sentì la tensione sciogliersi.
“Anche io” rispose sorridendo, e gli baciò una guancia.
La ragazza passò a Ruki. Gli appuntò una rosa nera.
“Credo di amarti anch’io.”
“Sei ricambiato, Ruki.”
Fu il turno di Subaru, con una rosa argentata.
“Ti amo.”
“Anche io.”
Reiji, con una rosa blu.
“Sei una stupida, ma ti amo lo stesso.”
“Grazie, sapientone.”
Venne avanti Azusa e lei gli appuntò la rosa verde.
“Ti amo, Eve.”
“Anche io, Azusa.”
Si girò verso Kanato e Teddy, con due rose viola.
“Ti amiamo.”
“Siete ricambiati” fece lei, dando un bacio anche all’orsacchiotto.
Sistemò la rosa rosa di Kou.
“Gattina Masochista, amo solo te.”
“Ti ringrazio, Kou.”
Toccò a Shuu, con una rosa gialla.
“Ti amo anche io.”
“Contraccambio.”
Venne il turno di Yuma, con una rosa arancione.
“Ti amo, scrofa.”
“Anche io, troglodita.”
Mancava solo Laito. Lui aveva una rosa bianca.
“Ti amo, Dory.”
Lei lo aveva lasciato apposta per ultimo.
“Grazie” sussurrò senza guardarlo.
“No, non hai capito.”
Laito le alzò il mento, guardandola negli occhi.
“Ti amo. Davvero. Lascia perdere questi copioni.”
Dory riprese a piangere.
“Oh, Laito.”
Si baciarono teneramente.
“Il bacio della sposa non c’è dopo la cerimonia?” chiese Kou, divertito.
“’Fanculo la cerimonia” disse Dory, ridendo fra le lacrime e stringendosi al suo amato.
“Beh, se lo dice una ragazza di chiesa ...” fece Ayato, alzando le mani.
In molti scoppiarono a ridere.
“Okay, chiacchiere da matrimonio” esclamò Kou sedendosi. “Sono stato a letto con la sposa.”
“Davvero?” domandò il rosso a Dory, che rideva.
“Sì, abbiamo dormito spesso insieme. Ma solo dormito, eh.”
“Sapevo che voi avevate qualcosa che non va. Come si può dormire vicino una donna e non fare niente?!”
“Magari non siamo tutti dei pervertiti” gli rispose Subaru.
“Sarà che non mi trovano eccitante, parole di Yuma.”
“Ok, ora ne sono sicuro: siete pazzi.”
Laito si sedette vicino a Kou con la ragazza in braccio. Kanato li imitò. Gli altri si sedetterò più o meno in cerchio. Passarono il tempo a raccontare aneddoti divertenti e storie buffe, mangiando e bevendo qualcosa ogni tanto. Arrivarono ad elencare i vari appellativi con cui si chiamavano fra loro.
“Allora, per Kanato c’è cugino, fratello … poi?”
“Lui mi chiama isterico e lui mezzacartuccia!” si lamentò Kanato indicando Ayato e Subaru.
“Sono dei cattivoni, vieni qui.”
Dory lo abbracciò fissando Subaru, stupita.
“È per l’altezza” rivelò lui.
“Di lui ti stupisci e di me no?”
“Fra i tuoi soprannomi ci sono tutti i sinonimi di idiota, più le versioni volgari, quindi no, caro, non mi stupisci.”
“Ok, manca solo Reiji. Beh, sapientone, secchione, quattrocchi, perfettino … altro?”
“Questo ti stupirà” ghignò malevolo Ayato, pregustando la sua reazione.
Lei e i Mukami lo guardarono, in attesa, mentre Laito iniziò a ridacchiare.
“Piccione.”
Scoppiarono a ridere, come anche Ayato stesso e i fratelli. Solo Reiji rimase composto. Ed imbarazzato … Dory rise a lungo, trovando in qualche modo quel soprannome troppo perfetto. Quando si riprese dalla ridarella li informò di doversi necessariamente rinfrescare in bagno.
“Bene, io intanto metto della musica” disse Kou.
Anche altri vampiri si alzarono. Laito la guardò allontanarsi sorridendo.
“Spezzale il cuore ed io ti spezzo le gambe.”
Il rosso si voltò, ma alle sue spalle non c’era più nessuno. Si aggiustò il cappello, guardandosi intorno. Tutti lì avevano un movente per avergli detto quelle parole, anche se era sicuro fosse stato Subaru a parlare. In ogni caso non aveva bisogno di un simile avvertimento. Non la stava prendendo in giro. Se le avesse fatto male, sarebbe stata una cosa involontaria. In fondo era un inesperto sull’amore.
Dory tornò in salotto. Dei leggeri spruzzi le arrivarono in faccia.
“Sposa bagnata sposa fortunata” recitò Yuma.
“Ah ah, non ci provare.”
“Compenso la mancanza del lancio del riso.”
“Se e quando ci sposeremo sul serio penserai a farci diventare polpette di riso.”
“Eve, posso parlarti un momento?”
“Mh? Certo Ruki.”
Yuma li lasciò soli, andando a chiacchierare con gli altri suoi fratelli.
“Volevo solo dirti di non preoccuparti per me. Ogni volta che mi guardi sembri dispiaciuta.”
“Lo sono Ruki …”
“Ssh, davvero non importa. Sono felice di essere tuo amico.”
Il vampiro le sorrise e lei non poté non ricambiare. Lo abbracciò.
“Sono sicura che un giorno troverai la donna a capo del tuo filo e lei sarà davvero fortunata.”
“Grazie, Eve. Credo che tuo marito ti stia cercando.”
La ragazza si girò subito a guardare. Laito le faceva segno con la mano di avvicinarsi. Kou infatti aveva messo un lento, Africa dei Toto, e ora loro due dovevano aprire le danze. Dory avanzò sorridendo. Comprese che qualsiasi cosa fosse successa, anche se fossero stati lontani o lui non l’avrebbe mai amata, lei comunque sarebbe stata tutta sua, solo sua, per sempre sua. Solo Laito aveva un tale potere su di lei.
La giovane poggiò la testa sul suo petto e si lasciò stringere. Ballarono ancora, compresi brani più vivaci. Verso mezzanotte la ragazza disse che era meglio se andava a letto. L’indomani doveva essere riposata.
“Ok, ma non sulle tue gambe.”
Detto questo, Laito la prese in braccio. Dory gli passò le braccia attorno al collo, ridendo.
“Buonanotte” augurò agli altri prima che lui la portasse su per le scale.
Udì qualcuno risponderle. Mano a mano che si allontanava dalla festa e si avvicinava alla sua camera, le lacrime che avevano minacciato di traboccare per tutta la sera trovarono il loro sfogo. Laito si sedette sul letto e la lasciò piangere contro di lui, carezzandole la schiena. Dory si strinse, lasciandosi andare. Finalmente, quando anche l’ultimo singhiozzò fu placato, la ragazza sospirò.
“Stai meglio?” sussurrò il vampiro.
“Non lo so ... è tutto così confuso. Tranne una cosa ...”
Dory si raddrizzò per guardarlo negli occhi. Laito non poté fare a meno di pensare che anche con gli occhi rossi e il viso rigato dal precedente pianto fosse ancora attraente.
“Io ti amo.”
Il vampiro sorrise. La ragazza temette che replicasse con un vuoto anche io, invece ...
“Beh, ce ne hai messo di tempo” commentò lui.
“Non è facile ... lo sapevi?” domandò lei, sorpresa.
“Non l’ho capito subito, ma ci sono arrivato.”
“Oh ...”
“Colpa dei tuoi occhi” continuò Laito. “Quando mi guardi sono così ... adoranti.”
“È perché ti adoro.”
“Ma perché non l’hai detto subito?”
“Beh ... tu sei così ... ed io al massimo sono carina ... non credevo di interessarti” bisbigliò Dory.
“Mmh ... con calma. Non hai sentito Kanato prima?”
“Sì, ma ...”
“Concordo, ha sbagliato per difetto. Tu sei splendida.”
Dory sgranò gli occhi, rossa. Ma lui sembrava sincero.
“I- io ...” balbettò confusa.
“Poi, ti sei innamorata perché sono ... così?” la parafrasò Laito, accennando con una mano al suo viso e al suo corpo.
“Certo che no! Anche i tuoi fratelli e i Mukami sono belli, ma io amo solo te!”
“Bene. Perché quello che provo per te non lo provo per nessun’altra e non è stato il tuo aspetto la causa. O almeno, non solo quello.”
“Davvero? Ti prego, non lo stai dicendo solo per farmi stare meglio, vero?” lo supplicò la giovane.
“No. Con te sto davvero bene. Solo, non so se ti amo ... L’amore è provare piacere?”
“Sì, anche. Quando sono con te esplodo di felicità e tutto il resto scompare. Ma non c’è solo gioia ... L’amore è sacrificio, impegno, pazienza. Devi dare per poter ricevere.”
Laito le tolse il velo, pensieroso, lo gettò per terra e le passò le mani fra i capelli.
“Quando tutto questo finirà ti corteggerò a dovere” promise in un sussurro.
Lei lo baciò, commossa. Il rosso ricambiò, ancora e ancora.
“Cosa vuoi fare ora?” le chiese.
“Tutto quello che vuoi.”
“Allora sorridi ... avanti.”
Il vampiro sorrise allegro e Dory sorrise di rimando.
“Ecco, brava. Voglio che non cambi mai, Dory. Resta sempre così, fammi restare innamorato di te.”
“Lo farò ... Oh amore, quanto ti desidero.”
Non parlarono più. Quella notte, più che le altre volte, divennero una cosa sola.



***Angolo Autrice***
Ok, credo che questo sia il mio capitolo preferito della fic.
La scena delle rose me l'ha ispirata Stephen King con It, ma i Perdenti usano fiammiferi.
Ecco i vampiri in smoking, anche se Laito dovrebbe avere una rosa bianca:



Il vestito di Dory:



E non guarderò più i piccioni come prima XD

   
 
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