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Autore: Smemorina_Gio_    19/08/2017    6 recensioni
La vita scolastica non è semplice per nessuno, tanto meno per il professor Jones che si ritrova a dover combattere con una studentessa particolarmente esuberante... Il professore Jones ce la farà a sopravvivere ad un nuovo giorno scolastico?!
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un sentimento di troppo

 

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POV KILLIAN

 

Un altro giorno stava per iniziare e io ero davvero molto stanco. La notte dormivo poco e lo stress che mi accompagnava di solito era aumentato a causa del mio lavoro. Accidenti, non avrei pensato che fare il professore potesse risultare cosi faticoso. C’è da dire che io amavo quello che facevo ma non avrei mai immaginato di dover combattere ogni giorno con gli studenti.
Mi correggo, con una studente: Emma Swan.
Presi il mio caffè dalla caffetteria della scuola e mi recai in aula prima del previsto, avrei bevuto la mia bevanda con tranquillità e avrei controllato il programma della giornata. Sempre se quella ragazzina mi avesse dato l’opportunità di spiegare. Dava fastidio durante le lezioni e incitava il resto della classe a fare lo stesso. Mi chiedevo perché continuasse a venire a scuola se la odiava. Entrai nell’aula vuota e chiusi la porta. Appoggiai la mia borsa sulla scrivania e mi rilassai.
«Si sta godendo il caffè professore?»
Quella voce profonda l’avrei riconosciuta ovunque. «S…Swan! Che cosa fai qui a quest’ora?» al diavolo! Non potevo godermi un momento di tranquillità!
«Ho dormito qui» fece alzando le spalle mentre si sistemava la solita gonna a campana che si ostinava a indossare sempre, distraendo così l’intera classe e anche il sottoscritto. Per quanto la detestassi mi intrigava come nessun'altra. Quelle gambe lunghe dovevano essere per forza lisce, sarebbero dovute essere l’ultima cosa che un uomo doveva toccare prima di morire. Toccò poi al top di pelle nero ad essere sistemato e infine i lunghi capelli biondi e mossi dove avrei voluto passarci l’intera vita.
«Che significa che hai dormito qui?»
«Ieri sera ho litigato con il mio vecchio e sono andata via» nel mentre mi aveva raggiunto e con una spinta si era messa seduta sulla scrivania e togliendomi dalle mani il mio bicchiere di caffè e bevendone il contenuto. Accavallò le gambe e per un soffio non mi diede un calcio con i suoi stivali neri che gli mettevano in bella mostra la pelle chiara. Dio mio.
«Non dovresti essere qui» mi alzai e incrociai le braccia al petto guardandola con disapprovazione. Alzò gli occhi al cielo e mi chiesi che sfumatura diventassero quelle pietre verdi quando era sinceramente felice e sorridente. Era sempre indignata, arrabbiata e contrariata. Sul quel bel viso non avevo mai visto un sorriso, a meno che non fosse sarcastico o diabolico. Non nascondevo il desiderio di volerlo vedere.
«Che c’è? Le da fastidio che stia bevendo il suo caffè?» era irritante, lei e il suo sarcasmo. Si leccò le labbra e continuava a guardarmi prendendosi gioco di me. Mi sistemai meglio gli occhiali da vista e decisi di lasciarla da sola e attendere l’inizio delle lezioni altrove. Tuttavia, mi sentii preso per la vita dei pantaloni e mi ritrovai tra le sue braccia e stretto tra le sue gambe.
«Ehi!»
«Dove credi di andare…?» ridacchiò malefica.
«Ma che ti prende?» era impazzita forse?
«Voglio ringraziarti per il caffè…» mi tolse gli occhiali da vista e li appoggiò delicatamente sulla scrivania.
«Prima di tutto te lo sei preso, non te lo avevo portato» sbuffai « e comunque basta un grazie»
«Mmm…» si morse il labbro inferiore «e togliermi tutto il divertimento che ne deriva?»
«Ma di che diavolo parli?»
«Di questo…» prese il mio viso con entrambe le mani e mi baciò lasciandomi spiazzato. Cosa stava succedendo? Dovevo respingerla, qualcuno poteva entrare da un momento all’altro e vederci in quella situazione imbarazzante. Ma la sua bocca era una trappola e i suoi baci ingannatori. Non riuscii a separarmi da lei e approfondii il bacio schiudendo la mia bocca con la sua. Era dolce, era un uragano, era magnifica.
Era la mia alunna e quello non doveva succedere, ma al diavolo! Ero un uomo. Con un colpo secco mi liberò della mia giacca di pelle e mi aprì in due la camicia. Le sue mani corsero sul mio petto soffermandosi sui miei addominali. Aveva il respiro corto tanto quanto il mio e sinceramente non stavo capendo più nulla.
«Lo sapevo che sotto la tua corazza da insegnate scorbutico e noioso c’era un fisico da paura…» mi spinse sulla sedia e si mise a cavalcioni su di me riprendendo il controllo della mia bocca. Le sue labbra sul mio collo erano come un ferro rovente e mi si bloccò il respiro quando mi tolse via la cinta e aprì la patta dei miei pantaloni. «Swan…»
«Chiamami Emma…»
«Dobbiamo fermarci…» a chi la raccontavo?.
«Saresti capace?» si portò le mani al petto e con un unico gesto si tolse il top mostrandomi i suoi seni piccoli e sodi. Addio mondo «Rispondimi…»
«E' sbagliato…»
«E' una vita che le persone mi dicono quello che è giusto o è sbagliato e sono stanca… stanca di essere sempre comandata e stanca che gli altri decidano al posto mio…» si avvicinò al mio orecchio «Killian…» il mio nome sussurrato da lei aveva un altro senso e mi sentii scosso dall’interno «è da quando sei entrato la prima volta in classe che muoio dalla voglia di fare l’amore con te…»
«Emma…» chiusi gli occhi e deglutii forte.
«Cosa faresti se ti dicessi che ti sogno sempre e puntualmente mi sveglio nel cuore della notte pensando a te, desiderandoti lì, nel letto con me…». Stavo per scoppiare e il mio cuore me lo stava annunciando. Le mie mani erano sulle sue cosce e scoprii a malincuore che la sua pelle era ancora meglio di come me l'ero immaginata. Arrivai fino alle sue natiche scoprendo che non indossava niente sotto quella mini gonna
«Non farti supplicare…» volevo ma non potevo. Lei era una studentessa e io il suo docente. Non potevo compromettere lei e il mio futuro. Il preside Gold si fidava di me e nel mio contratto non c’era la clausola: andare a letto con le studentesse.
Se ci avessero beccato sarebbe stata la fine… ma… al diavolo tutto! La volevo! L’afferrai per la nuca e la baciai selvaggiamente come se dovessi divorarla da un momento all’altro mentre mi preparavo a fondermi con lei fino a perdere me stesso. D'improvviso, mentre la mia libido avanzava sentii un dolore al fianco e tutto quello che avevo tra le braccia sparì.
Cosa cavolo… sentii un dolore al fianco e vidi quel maledetto stivale nero allontanarsi dal mio fianco.

 

 

Pov Emma

 

Si era imbambolato. Un calcio non glielo aveva tolto nessuno. Non potevo crederci, io ero lì davanti a lui e quello nemmeno mi guardava. A meno che...
« A cosa stava pensando, professore?» e riportai le labbra al bicchiere con il caffè. Notai come i suoi occhi non perdessero di vista la mia bocca nemmeno per un momento.
Aveva distolto lo sguardo solo alla fine e il rossore che imporporò le sue guance non passò inosservato « Professore?! Fa pensieri sconci su di me?!» feci con aria fintamente costernata.
Il professor Jones strabuzzò gli occhi come se lo avessi colto in fallo e, lo devo ammettere, mi fece tenerezza ma mi piaceva punzecchiarlo e dargli filo da torcere.
Si stava ricomponendo e si riposizionò gli occhiali sul naso. Io dal canto mio diedi un ultimo sorso al caffè, scendendo dalla scrivania e posizionandomi di fronte a lui nel modo più provocante in mio possesso.
«Signorina Swan, lei non dovrebbe dormire qui; non dovrebbe rubarmi il caffè; non dovrebbe nemmeno darmi del tu e non dovrebbe vestirsi in questo modo!» era rimasto serio e quasi autoritario ma qualche occhiata al mio décolleté l'aveva lanciata eccome, l'avevo visto.
E mi aveva anche fatto piacere...ma non mi sarei certo fatta dire da qualcuno, né tantomeno da lui, come dovevo comportarmi!
«Professor Jones» esordii riducendo lo spazio già quasi inesistente tra i nostri corpi e concedendogli il lei « io dormo dove mi pare, bevo il caffè di chi mi pare e sopratutto mi vesto come mi pare!» il tutto accompagnato dal mio dito ad imprimergli sul petto quei concetti fondamentali!
Lui si massaggiò la base del naso, povero, lo stavo esasperando? Ben gli stava! Già la vita era una palla, non ci si poteva mica mettere pure lui.
«Sa cosa le dico, me ne vado. Può essere sexy quanto le pare professore ma nessuno mi dice cosa devo fare».
Lo oltrepassai urtandolo con la spalla. Presi la borsa dal banco e mentre mi avviavo verso la porta mi fermai, feci dietrofront verso di lui, presi di nuovo il suo caffè e tutto d'un fiato lo mandai giù, non che gliene avessi lasciato chissà quanto alla fine. «Grazie del caffè» sapevo che la sfida che animava i miei occhi lo avrebbero incendiato.
Aprii la porta e lo sentii urlare « La lezione inizia tra dieci minuti!».
Per tutta risposta, senza neanche voltarmi gli feci un bel dito medio! Lo sentii bofonchiare ''Non facevo sogni sconci su di te...'' o almeno mi parve. Sapevo che mentiva.
Mi piaceva il professor Jones.
 

 

 

 

 

Salve gente!!!
Gio e Smemorina si sono messe in affari insieme e questo è quello che ne è uscito fuori x'D promosse o bocciate?! Noi ci siamo divertite a collaborare e speriamo che ciò si legga tra le righe di questi POV!
Dobbiamo fare una piccola precisazione riguardo alla trama. La storia di questo capitolo è nata dalla mente di Smemorina e costruito poi insieme. Dopo averne fatto una bozza ci siamo accorte, scorrendo sulla home delle storie pubblicate che ce n'è una (forse) simile però Swanqueen. Ora lungi da noi copiare, non ne avevamo idea che ce ne fosse una del genere! Ma le idee come l'ispirazione arriva quando arriva, si sa. E dobbiamo dirlo, noi non leggiamo le ff sq quindi non sappiamo nemmeno se i temi di questo cap sono analoghi a quella storia!
Ergo dunque, non ci dovrebbero essere conflitti di interesse in quanto si è capito che il fandom è abbastanza diviso in fazioni x'D
Detto ciò speriamo vi siate divertite come noi e speriamo di risentirvi nelle recensioni!
Ciao!!!
Smemorina_Gio_

 

 

 

   
 
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