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Autore: Sgarro    19/08/2017    0 recensioni
Vita e vicende di Bob Sugar
"Poteva Bob pensare di avere la facoltà di ammazzarli tutti. No lui non era in grado. Lui non avrebbe ucciso nemmeno una mosca, seppure le avesse dato fastidio e ronzato nell'orecchio.Chi di voi non avrebbe preso un giornale una ciabatta o chissà quale diavoleria moderna è fatto fuori senza pietà l'insetto fastidioso, Bob no. Bob si limitava ad osservarla a seguirla con lo sguardo e cercare di capire e immaginare perché quella fastidiosa mosca svolazzasse così avventatamente nelle orecchie della gente rischiando ,senza guadagnare nulla, di essere uccisa dal quotidiano cittadino di Detroit.
Ma un coraggio un moto d'orgoglio gli doveva venire, gli sarebbe dovuto venire per forza, altrimenti era spacciato, se nella giungla non mangi per primo sarai mangiato diceva la mamma." Un capitolo ogni due settimane!!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.3 Avevo appena compiuto il decimo anno di età e in quel periodo come è solito fare nelle famiglie come la nostra un giovanotto di dieci anni si toglie dalla scuola e dagli studi per dedicarsi alla vita della fattoria, ci stanno tanti campi da arare tante bestie da pascolare e nelle famiglie come la nostra, i figli, soprattutto i maschi, vengono al mondo proprio per dare forza alle fattorie, così in quell’anno mio padre che sino a quel momento avevo visto come figura imponente e maestosa a cui io piccolo stupido dovevo solo ubbidire e riportare i miei risultati scolastici, senza non prendermi il solito ceffone anche se andavo bene, quello serve sempre e aiuta a crescere diceva la mamma, doveva valutarmi . . Stavo lì impalato nella stanza e aspettavo il verdetto, perché dovete sapere che nelle famiglie come la mia si usa così: quando all’età di dieci anni concludi gli studi e ti ritiri nella fattoria, c’è l’annuncio dell’entrata in fattoria e subito dopo tuo padre che sino a quel momento hai visto solo mangiare e darti schiaffoni, ti rivolge la parola e ti spiega, anzi ti assegna ad un vero e proprio ruolo nella fattoria a seconda dei bisogni o delle capacità del ragazzo. Ho trovato qualcosa di molto simile nelle grandi aziende di successo dove l’assegnazione di una mansione specifica viene assegnata con precisa ed imprescindibile chiarezza solo dopo anni e anni di prove e contro prove ma questa è un’altra storia. Mentre ero lì con tutti i miei fratelli ma soprattutto sorelle, schierati come fossero un esercito , il sovrano, mio padre, entra nella stanza, era un uomo forte si vedeva dalla larghezza delle braccia e si sentiva dalla forza dei suoi schiaffoni , era lui che portava la fattoria avanti, insieme con mio fratello Jack il primogenito, tutti gli altri miei fratelli più grandi assieme a mio padre dovettero partire anni prima per la grande guerra, l’esercito non poteva privarsi della forza degli uomini della famiglia Sugar, solo jack e mio padre riuscirono a far ritorno, altri tre persero la vita per la patria almeno così diceva mia madre, e stavo lì e lo fissavo e lo scrutavo mi chiedevo cosa stesse pensando, anche se non conoscevo mio padre, delle idee su quello che poteva pensare mi vennero ma non le ascoltai ero fiero, avevo dieci anni e non avevo mica il corpo di un adulto ero esile molto esile e mia madre era preoccupata perché lei pensava non mangiassi ma in realtà mangiavo e come, ero fatto così, magro, non sarei mai potuto diventare come mio padre un colosso di uomo lui, mi raccontava mia madre che una volta era estate e il terreno era pronto per la semina , ovviamente prima di lanciare le sementi da cui sorgerà la vita per le nuove piantine, il terreno andava tutto arato e solcato, per l’aratura il piccolo asinello che la famiglia Sugar con tanti sacrifici aveva comprato al tempo dell’emigrazione, riuscì a farcela, ma quando si passo a dover fare il solca mento, che è la parte più dura, l’asinello abbandonò tutta la fattoria e passo a miglior vita, allora mio padre che non poteva più rimandare la semina di quell’anno, trovo un grosso tronco di faggio ci attacco delle pale a distanza l’una dall’altra, due corde alle estremità e caricato sulle spalle trascinava questo tronco in lungo e in largo per tutto il range Sugar salvando per quell’anno tutto il raccolto. Le mie mani erano chiuse a pugno ed io ero sicuro che mio padre era in collera con me perché mai avrei potuto dargli una mano con i lavori, ma comunque aspettavo il verdetto, la sentenza, mi passò alle spalle, mi sfiorò, guardò tutti anche mia mamma e poi disse : rivolgendosi verso mia madre, che prima lo sorrise e poi lo fissò, subito dopo si rese conto dell’affermazione di mio padre e sgranò gli occhi meravigliata < Sam > disse con voce fioca < Si dimmi può essere lui mio figlio dimmi lo hai guardato?> allora mia madre che mai avrebbe pensato a questa scena nella sua casa < Sam guardagli il viso ha il tuo viso non lo vedi?>< e il viso … il viso … ma le braccia le gambe le spalle di chi sono questi magri e poco forti ossa? Non certo le mie> ribadì. Allora mia madre che non sapeva più cosa dire ma che esplodeva di rabbia per le insinuazioni di mio padre scappò via, lasciandomi solo lì nella stanza con mio padre che non mi credeva suo figlio, mio fratello grande jack, che in bocca aveva sempre un filo di paglia e mi fissava, e il mio fratello più piccolo Sebastian al quale ero legato e con cui sino al giorno prima ci ero andato a scuola, che tremava, più forte di me, perché l’anno dopo sarebbe toccato a lui e non è che fosse così robusto, nell’angolo in fondo le donne di casa Sugar, avevo due sorelle, entrambe più grandi di me, e per questo che mio padre da me si aspettava tanto e io in qualche modo l’avevo deluso con la mia stazza.
   
 
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