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Autore: The3rdLaw    20/08/2017    3 recensioni
Pensieri generati da una frase a volte troppo scontata. (391 parole)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non dirlo

 Siamo seduti sul mio divano. Prima avevo messo un film, ma ormai né tu né io ci sta prestando attenzione.
Tra poco te ne andrai: abbiamo entrambi sonno. Tu sei accoccolata a me: riesco a sentire il tuo respiro sul mio petto; io ho un braccio attorno alle tue spalle e sto giocherellando pigramente con i tuoi capelli perfettamente lisci: ho sentito dire che è un buon modo per mostrare il proprio affetto a chi si ama.
Senza spostarmi dalla mia posizione, prendo il telecomando e spengo la televisione: voglio che il silenzio e la debole luce della lampada accanto a noi siamo i soli a farci compagnia.
Forse amo il silenzio più di te; tu forse te ne sei accorta e sei gelosa, infatti sono sicuro che lo romperai: lo fai sempre. Se solo sapessi apprezzarlo quanto me… So anche ciò che vorrai dirmi, perché le parole, soprattutto tra amanti, sono sempre estremamente prevedibili.
Ti prego, almeno per questa volta, non dire ciò che stai per dire: lascia che oggi la quiete sia l’unica a parlare.
Ti sento prendere un po’ di fiato: è inutile, la mia implicita preghiera non è stata ascoltata.
 
«Ti amo».
Ero sicuro che l’avresti detto. So che lo fai con le migliori delle intenzioni, ma odio quelle due parole, anche – o meglio soprattutto – se pronunciate dalla tua dolce voce: non voglio sapere quanto mi vuoi bene, detesto quando m’informi di quanto io sia importante per te e di quanto tu tenga a me. Invece di sprecare fiato sulle cose belle, urlami contro tutto ciò che odi di me, dammi pure uno schiaffo o due, se ti serve, fammi sentire male per ciò che sono, sputami addosso tutte le cattiverie che ti passano per la mente, riversa su di me tutti i tuoi cattivi umori: ti prego, fallo, così non mi sentirò in colpa quando sentirò la necessità di comportarmi allo stesso modo con te.
Sì, smettila di essere sempre così gentile, perché so che le tue belle parole, i tuoi dolci gesti e i tuoi incantevoli sorrisi non sono sempre sinceri, ma di certo lo sembrano. Sii più umana con me, così non mi vergognerò più d’esserlo con te.
 
Ahimè, non è così che si risponde a una frase del genere: devo dire qualcosa di meno sincero, ma di più adeguato.
«Ti amo anch’io, tesoro».

 
Note dell'autrice: Ho un rapporto simpatico con la prima e la seconda persona, nei racconti. Fino a poco tempo fa, sarei stata sicura che non le avrei mai usate, perché mi faceva strano, ma ultimamente mi sono dovuta ricredere: a volte è meglio abbandonare la sicurezza della terza persona. Voi che ne pensate? 
Vi ringrazio per aver letto questa brevissima storia, se così possiamo chiamarla, e ringrazio soprattutto chi sarà così gentile da farmi sapere il proprio parere, positivo o negativo che sia.
   
 
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