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Autore: Fe_    20/08/2017    5 recensioni
[Storia sospesa]
I semidei erano stati scoperti.
Troppo potenti per essere davvero sterminati, gli umani avevano iniziato a temerli, confinandoli prima in aree limitate e, una volta capito che segregarli in distretti fomentava ribellioni ed insurrezioni, relegandoli con muri di vetro all'interno della società.
Il marchio del semidio partiva dalle scuole, scuole speciali per giovani di esclusiva discendenza divina, veniva posto nei documenti e continuava nel lavoro, nella vita privata persino: nessun umano sano di mente avrebbe sposato un semidio.
Poi erano iniziate le battaglie: ogni anno, una classe delle scuole esclusivamente semidivine non veniva semplicemente portata in gita, ma sorteggiata per una gara all'ultimo sangue per divertire la popolazione, esorcizzando lo spettro di un terrore che lo stesso governo provoca.
Uno solo è il vincitore della Battle Divine, ma riuscirà a sopportare il peso di dover uccidere i suoi simili, i suoi compagni di classe ed amici?
Fanfiction interattiva: Iscrizioni chiuse
Genere: Avventura, Dark, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Mostri, Nuova generazione di Semidei, Semidei Fanfiction Interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Battle Divine
Innocence's Death


➊ Lucrèce- Malizia
10.00 am, 14 maggio 2xx7, Radura


i morse le labbra, sfiorando poi quello inferiore con la lingua.
La sua arma più forte, nonché unica visto che Lucien era partito in perlustrazione con la lancia, era il suo fascino ed era ben decisa a sfoderarlo tutto, senza eccezioni, per aver salva la vita.
Lucrèce sbatté le lunghe ciglia, vide un lampo di esitazione negli occhi caldi di Damian, forse perché non si aspettava quella reazione. Anche avesse deciso di provare a cavargli gli occhi con le unghie curate- e ci aveva pensato seriamente, per l'essergli saltato addosso a quel modo senza prima offrirle da bere- non avrebbe potuto far molto prima che la soffocasse.
-Non vuoi davvero uccidermi, Dam. Sei un guerriero, non un assassino.- disse, infondendo nella voce la giusta dose di dolcezza e una quantità extra della propria convinzione.
Portò una mano sulla sua, un tocco lievissimo, cercando di fargliela spostare dal proprio collo. Non ottenne alcuna reazione, ma almeno era fermo, indeciso su come proseguire.
-Non sono una minaccia. Posso dirti dove abbiamo nascosto le provviste, se mi lasci andare. Tu avrai del cibo, io la mia vita.- continuò. Poteva quasi vedere il ragionamento nel suo cranio, il cuore cambiare battito mentre decideva ciò che fare.
Una leggera impennata nelle pulsazioni le fece capire come avesse cambiato punto di vista. Non era più a cavalcioni su una preda, ma su una ragazza. La femorale, posata contro il suo fianco, passò da circa sessantacinque ad oltre ottanta palpiti.
-... non mi interessa- disse alla fine. Era solo il primo giorno, ma la figlia di Afrodite non represse uno sguardo infastidito e anche un po' preoccupato.
-Stamattina ho trovato more, lamponi e un campetto in cui crescono fragole rosse.- alzò un sopracciglio, sorridendogli con una nota sensuale. -Magari vuoi che te le mostri e ti imbocchi?-
Oh, forse aveva toccato un punto scoperto: trattenne un sorriso divertito quando lo vide allontanare le mani di scatto, neanche la sua pelle bruciasse. Lo aveva osservato, li aveva osservati tutti in classe: Damian se ne stava sempre sulle sue, quasi infastidito quando gli altri ragazzi provavano a parlargli, ma aveva anche notato come la sua giugulare si contraeva quando i ragazzi e le ragazze più carine lo guardavano. Bello e tenebroso, ma non immune al fascino, di entrambi i sessi.
-No.- rispose, dopo un poco. -Specialmente non da te.-
Si scostò, per farla alzare.
-Vai verso est, all'albero con le foglie rosse gira a destra. C'è una stradina, seguila sino ad una tendina di rampicanti su una parete rocciosa: c'è una fenditura, è larga mezzo metro e alta uno e mezzo, nascosta dalle piante, oltre c'è il campo di bacche.-
Non aggiunse che rovi e fiori e farfalle distraevano le persone, ed il campo finiva all'improvviso con uno strapiombo.
-Non te lo avevo chiesto.- la rimbeccò.
Lo vide alzarsi, allontanarsi, ispezionando il loro piccolo campo.
-Non ho armi, qui. Non serve che controlli. E non me lo hai chiesto... ma per ogni evenienza. Tu fai un favore a me, io faccio un favore a te.- rispose. Appariva calma, ma con una mano si sfiorò il collo arrossato dove il semidio aveva stretto- neanche troppo forte in realtà- la sua pelle arrossata.
Non rispose, semplicemente se ne andò continuando a gettarle occhiate di sottecchi. Forse era perché non si fidava, ma lei preferiva pensare che volesse conservare un'immagine fedele della sua bellezza.
Si ripromise di esser lei la causa della sua morte, perché in quel gioco non uccidere è una richiesta di morte.

➋ Donovan- Fiducia
10.06 am, 14 maggio 2xx7, Foresta


ridi castane incontrarono occhi verdi da cerbiatto.
Le labbra della ragazza erano sporche di rosso, fragole mature che, a giudicare dall'aria soddisfatta nello sguardo della ragazzina e dal suo sacco aperto a terra, appartenevano proprio a lui.
la spada era ancora foderata, la piccoletta si trovava seduta ad un ramo ad un paio di metri d'altezza e, probabilmente, anche senza l'arma avrebbe potuto prendere una delle gambe che stava facendo dondolare nel vuoto e gettarla a terra, spegnendo la sua breve vita torcendole il collo sottile.
Donovan era dopotutto un armadio americano e superava il suo metro e sessanta scarsi di oltre venti centimetri.
Ma accolse la ragazzetta con un sorriso, apparentemente senza prendere a male il furto subito.
Anzi, evocò morbidi tralci di vite che, aiutati dal potere della ragazza, crebbero in fretta formando una scala per farla scendere.
-Ehi, Marie. Cosa ci fai qui?- chiese, alzando una mano a mo' di saluto.
Le piaceva l'aura della ragazza, la maggior parte del tempo: non aveva l'aria da dannato-e-tenebroso che assumevano la maggior parte dei figli degli inferi, forse bilanciata dalla parte di Kore, la Fanciulla della primavera.
Assumeva un atteggiamento dolce e remissivo, talvolta protestando sonoramente come un uccellino, ma Dioniso non era solo il dio del vino e del festeggiamento, come la personalità di Don avrebbe potuto suggerire.
Era anche dio della follia, e la sentiva propagarsi ad ondate dalla piccola Marie, più o meno intensa, dolce come melassa, più profonda che dagli altri suoi instabili fratelli.
-Grazie. Nulla, sono venuta perché una voce mi ha detto di farlo.- rispose semplicemente, poi si chinò a terra e spazzolò il terreno. Vi posò ma mano a coppa, con il palmo rivolto verso il basso.
-Non dovresti ascoltare le voci nella tua testa, ti faranno uccidere.- il ragazzo rise piano, scuotendo la testa. -E cosa diceva la voce?-
-Di andare nel bosco. Di portarti i fiammiferi.- alzò la mano, rivelando piccoli boccioli raggruppati. I più alti erano aperti, piccoli fiori di colore blu-violetto. Donovan li guardò con scarso interesse.
Era ben più interessato alle voci che la avevano portata qui: aveva passato mesi ad alimentare la sua follia, all'inizio quasi inconsapevolmente, e poi per la pura curiosità di vedere se si sarebbe spezzata. Aveva un aspetto fragile, ma l'esser figlia della dea della morte e della rinascita le dava una mente... non forte, ma abbastanza elastica da contenere tutta la follia che le regalava senza crollare. Ma queste sue voci... erano una novità.
Vide il suo sguardo preoccupato; per molto tempo era stato il suo confidente, si fidava di lui, le aveva detto che non era una brutta cosa la sua pazzia ma che gli altri non avrebbero capito.
-È molto carino. Cos'è?- le chiese, per sviare il discorso, e il suo sguardo si illuminò di nuovo. Erano in quella situazione da tre giorni, ed era sopravvissuto in maniera abbastanza comoda una volta trovata una fonte d'acqua limpida: non aveva fuoco ma tra gli alberi, lontano dall'umido terreno, aveva vissuto bene.
Ed ora il suo esperimento si stava ripagando, portandogli il fuoco. Un piacevole quanto inatteso risultato.
-È un giacinto! Ci sono molti graziosi fiori nascosti in questi boschi! Questo significa divertimento. Credo li abbiano piantati per avvantaggiare i figli degli dei legati alla natura. Anche la tua vite è stata piantata, un seme nascosto nel terreno e fatto sbocciare da noi.- disse, allegra. Si frugò nella tasca del leggero vestito verde, per porgergli poi un pacchettino crema con due strisce rosso mattone sui lati più lunghi.
Don allungò una mano, per prenderlo. Era uno scambio equo, le fragole per i fiammiferi.
-Cos'altro hai trovato nel tuo sacco?- chiese, alla fine.
-Del pane, una bottiglia di tè ed uno stocco. Non so usarlo, perciò l'ho dato d Milo per i suoi fiammiferi. Il pane ed il tè sono stati messi in un fondo comune, ma non avremmo abbastanza cibo se io e Marianne non cercassimo bacche e noci e se gli altri non cacciassero. Oggi ci ha accompagnate anche Amelie, ma di solito non lo fa. Minori ha trovato un amo, ma abbiamo anche poche armi...- si bloccò, la sua parte ancora sana diffidente nell'elencare le loro fragili difese.
Tuttavia sarebbe stato utile conoscerle, perciò Don ce la mise tutta per rendere il suo sguardo più innocente ed innocuo possibile. Come attore nato, anche una persona meno saggia dell'ingenua Sanders ci sarebbe cascato.
-Eddai, Marie, sono io. Puoi dirmelo, prometto che sarà un altro nostro piccolo segreto.- vede un lampo di esitazione, poi la moretta annuì e le trecce le rimbalzarono sulle spalle.
-Sì...- ed iniziò a raccontargli.

➌ Kay- Insonnia
10.24 am, 14 maggio 2xx7, Foresta


re giorni, in cui faticava a dormire. Il viso chiaro di Kay era ancora più pallido del solito, pallore sottolineato dalle occhiaie scure che gli circondavano gli occhi castani.
Da quando aveva lasciato la scuola, per non stare con quegli sciocchi, Morfeo lo aveva ignorato.
Probabilmente era a causa del terreno che lo rendeva inquieto: era impossibile riposare serenamente, quando avevi la sensazione che da un momento all'altro un mostro, un compagno, persino un cane avrebbe potuto aggredirti e ucciderti. Poi nel suo sacco aveva trovato una padella, che doveva fare, difendersi come la Rapunzel nel vecchio film? No. Ma in cima all'albero, aveva scoperto la notte prima, si sentiva meglio. Al sicuro, nei limiti del possibile in quella gabbia di matti. Con la Foschia poi si era ammantato al meglio delle sue capacità, per mostrare solo un albero privo di interesse: niente semidei, niente frutti, nemmeno un nido di uccellini, sia mai che qualcuno decidesse di far colazione con le uova e si ritrovasse lui davanti.
Ma un rumore strano lo svegliò. Si sentiva allarmato, nonostante fosse una dolce nenia, simile al suono di un gioco per bambini ma privo della sua allegria.
Oh, Cordelia.
La bambolina in rosa lo angosciava enormemente, era graziosa ma girava voce che fosse un Segugio.
Un paio di semidei della scuola avevano detto di esser stati scoperti a causa sua, che li puntava come un cane da caccia, e se glielo si chiedeva la risposta non era incoraggiante.
-Forse sì... forse no...- diceva, come se non le importasse nulla dei suoi simili. Avrebbe perfino giurato che con la coda dell'occhio li guardasse, tutti i presenti uno ad uno, godendo del loro terrore. Dannazione, era maledettamente inquietante.
Poi sentì la sua voce, non troppo distante.
”Pomme de reinette et pomme d'api,
d'api d'api rouge...”


➍ Marianne- Passeggiata
10.26 am, 14 maggio 2xx7, Foresta


arie era scomparsa.
Erano uscite in mattinata a cercare radici, frutta e dell'acqua, riempiendo le bottiglie vuote con l'acqua purificata dalla borraccia trovata dal suo fratellastro Milo.
Aveva un arco e qualche freccia, più per evitare che qualcuno le vedesse disarmate e fragili che per vero interesse nell'usarlo, mentre a Marie era stato prestato il coltellino svizzero di Alysse. Amelie, che le aveva accompagnate eccezionalmente, teneva una spada in bronzo celeste al fianco, poco diversa dalla sua solita arma, simile ma in ferro dello Stige.
Sembrava un compito facile, ma dovevano essersi allontanate più di quanto non avesse voluto: la ragazzina saltellava giocosa tra i sassi del fiume, fioriti grazie alla sua allegria di colori vivaci, giocava ad acchiapparella con la figlia di Ecate e di tanto in tanto si chinavano per raccogliere le noci della pianta che faceva loro ombra.
“È strano, pare che le piante fruttifichino a casaccio. Le noci dovremmo averle in autunno.” aveva detto, ma Marianne non ci aveva fatto caso.
Poi si era chinata ed aveva fatto crescere una splendida rosa bianca, aperta a bocciolo, affermando che le riuscissero bene solo perché lei era presente.
“Ecco qui. Una rosa, simbolo di tua madre, ma tinta della tua purezza.” e gliela aveva appuntata tra i capelli.
“Che bello! Riesci a creare un carpino bianco?” aveva chiesto Amelie, senza però mostrarsi delusa quando la figlia di Persefone le aveva detto che da sola riusciva a fare solo fiori.
“Perché... non so neanche cosa sia, un carpino bianco.”
“Lo avevo a casa mia, in Russia. A San Pietroburgo il clima è rigido, non riescono a sopravvivere tanti alberi come qui.” aveva risposto. Amelie era sempre stata un tornado, ma per la prima volta Marianne si rese conto di non conoscerla affatto: parlava molto, anche troppo a volte, ma raramente avevano avuto conversazioni più profonde o personali. Di solito la metteva a suo agio parlando di cose sciocche e sorridendole, con i pollici alzati, quando riusciva a farla ridere. Si sentiva in colpa: e se avesse avuto bisogno di lei? Era stata una pessima amica.
Stava per scusarsi, dopo qualche minuto di riflessione, quando fu la russa a parlarle.
Puntò le iridi smeraldine su quelle zaffiro della figlia di Afrodite, sempre con un mezzo sorriso incoraggiante, poi le chiese dove fosse Marie.
Si guardarono intorno, la chiamarono, poi esplorarono le zone vicine al fiume. Magari si era nascosta, anche se non sembrava logico, magari si era allontanata o aveva scorto dei pericoli... no, le avrebbe avvertite, sarebbero andate via insieme.
Una volta appurato che non si trovava lì vicino, avevano recuperato le noci, l'acqua e le radici che avevano raccolto, ed imbracciato l'arco, fiera di non vederlo tremare nelle sue mani chiare. Aveva anche appuntato i capelli biondi, legati in modo che le dessero un'aria più sicura, senza abbandonare però la rosa bianca che le aveva regalato l'altra ragazza.
Amelie aveva semplicemente estratto la spada, per essere più sicura e minacciosa.
”Pomme de reinette et pomme d'api
d'api d'api gris.”


➎ Lucien- Paura
10.28 am, 14 maggio 2xx7, Foresta


umori di passi, una persona, un semidio leggero che non era abituato a muoversi silenziosamente nel bosco.
D'istinto guardò Lucrèce, che gli fece cenno di restare in silenzio.
Allungò una mano, per prendere quella della ragazza.
Si sentiva meglio quando erano soli, lei era abbastanza forte da permettergli di rinunciare alla maschera dell'impavido figlio di Ares, e non lo prendeva in giro per questo.
Sentì le sue dita sottili stringerlo, le unghie affilate contro la pelle, poi si sporse.
Lucien, il guerriero caduto, che si faceva consolare da una figlia di Afrodite. Patetico. Ma non gli importava troppo.
-Sono Marianne e Amelie, armate.- sussurrò. Entrambe facevano abbastanza rumore, Amelie per la mancanza di fluidità mentre Marianne era terribile, avanzava china in avanti, cercando di apparire cauta ed esperta, ma ad ogni passo il vestito strusciava sui leggins, o calpestava un ramo o una foglia, o sussultava per i normali rumori del bosco, rendendola una preda appetibile.
-Andiamocene. Non sono una minaccia.- mormorò la moretta, in un tono meno guardingo.
Il ragazzo annuì, poi scorse una macchia chiara alle spalle delle due.
Si voltò verso la compagna, indicandogliela con lo sguardo.
-È il cane da caccia degli umani.- sibilò. Lucien vide la preoccupazione nel suo viso, strinse la sua mano per impedire che si avventasse contro Cordelia per proteggere Marianne, attirandola verso il suo petto per stringerla. Era più minuta di lui, ma scalciava come una cavalletta impazzita. Il rumore attirò entrambe le semidee, ma loro non se ne accorsero.
“Cache ton poing derrière ton dos
Ou je te donne un coup de marteau.”


➏ Amelie- Terrore
10.29 am, 14 maggio 2xx7, Foresta


os'era sto?
Amelie non provava spesso la paura, lei era vitale, allegra, un'esplosione di energia che la paura avrebbe soffocato. Non la amava e cercava di non mostrarla.
Ma il rumore... sembrava un litigio, aveva sentito anche una voce femminile, una canzoncina prova di allegria. L'aveva ignorata, troppi film forse, sembrava la trama di un film horror in effetti: le tre ragazze nel bosco, una si perde e le altre la cercano, un serial killer le bracca cantando.
No, avrebbe solo spaventato Marianne, alle sue spalle, pronta con l'arco mentre lei armata di spada stava in prima linea.
-Cos'è stato?- chiese allarmata Marianne, prima di emettere un lieve urletto.
Si voltò, si voltarono entrambe, Amelie vide l'arco di Marianne a terra e la ragazza tenuta da una ragazza che conosceva. Cordelia, con un'espressione insolitamente allegra- non si sarebbe mai azzardata ad utilizzare un simile aggettivo su qualcun altro ma, vista la mancanza di espressione perenne sul volto della semidea, pensava che sopracciglio alzato denotasse una gioia incontenibile.
Non sapeva che fosse figlia di Phobos, ma era certa che fosse un'angosciante divinità del genere: lei, coi suoi boccoli rosa e i vestiti da bambola, le metteva addosso una profonda inquietudine.
-Amelie...- mormorò la figlia di Afrodite. Doveva essersi persa, bloccata per un attimo, vide la punta della sua spada tremare ed era una reazione assolutamente inconsueta.
-Shhh... se butti la spada, magari non vi faccio tanto male. Oppure... è un'artista, l'ho visto disegnare. Magari la uso come tela?- chiese Cordelia. Non esprimeva nulla, con la voce, ma sembrava tenerla con una presa salda ma gentile, come un ballerino con la sua dama.
Forse il suo scopo era proprio quello, spaventarle a morte. Prese un pugnale dalle balze, iniziando ad incidere la pelle di Marianne. Amelie era disgustata, ma qualcosa nel suo viso le faceva pensare che Cordelia fosse affascinata dalla pelle rosa chiaro della ragazza, mentre il sangue scarlatto la macchiava.
Marianne emise un altro urlo, cercando di divincolarsi in preda al panico, estendendo ulteriormente le sue ferite.
Uno schiocco, e dal bosco uscì Lucrèce. Alle sue spalle, con la lancia e un brutto segno di morso sul braccio, Lucien.
-Lascia andare MJ.- sibilò la figlia di Afrodite, stringendo i pugni. Amelie ne aveva viste tante, di ragazze del genere, ed era certa che in una vera rissa i pugni curati di lei non facessero male quanto le unghie. O i denti, a giudicare dall'espressione di Lucien.
Tornò a prestare la sua attenzione a Cordelia che, per quanto crudele, non era stupida. Doveva aver capito che da sola non avrebbe potuto tener testa a due semidei armati, non senza effetto sorpresa. Fece un paio di tagli alla sua prigioniera, sull'interno della gamba e sull'avambraccio, gettandola distante mentre il sangue iniziava ad uscire copioso.
Poi si voltò e corse via, ma Amelie sentì un'ondata di nera paura che le impedì di correre e prendere l'arco come avrebbe voluto fare. Nell'impeto del momento aveva pensato di puntare una freccia alla schiena di Cordelia, ma un attimo di spaventosa esitazione e la ragazza era scomparsa.
Vide Lucrèce correre dalla sorellastra, poi sentì un rumore e ancora scossa si voltò per fronteggiare il nuovo venuto come una pericolosissima minaccia.

➐ Marie- Speranza
10.31 am, 14 maggio 2xx7, Foresta


altellava allegra.
Doveva tornare indietro, o non avrebbe potuto aiutare Marianne ed Amelie con il buon cibo che dovevano portare ad Alysse e Minori e Neville e anche il suo fratellastro. Contavano tutti su di loro, era una missione davvero importante!
Ma prima di tornare dove l'aveva lasciata, le vide.
Vide molto più di quello che avrebbe dovuto, in realtà: la schiena di una ragazza, tanto sangue, Amelie che le puntava una spada contro con lo guardo sconvolto.
-Che succede? Marianne...?- chiese, per poi avvicinarsi a lei senza preoccuparsi della lama e della figlia di Ecate. C'era sangue, Marianne a terra, con Lucrèce china su di lei. Cantava piano, mentre la ragazza sporca di sangue e lacrime sorrideva appena.
Non capiva. Perché sembravano tristi?
-Marie! Siamo venuti a cercarti, dove ti eri cacciata?- disse Amelie, con tono stranamente irato, abbassando la spada.
-Sono andata a cercare da mangiare.- disse semplicemente. Poi si chinò sulla ragazza, le sorrise e le sfiorò la guancia.
-Eccomi qui, Marianne. Adesso andrai dalla mia mamma, ti raggiungerò presto, e poi in primavera torneremo e ci reincarneremo in splendidi fiori, e tu sarai una rosa bianca.- disse, sorridendole. La ragazza le sorrise di rimando, e nessuno riuscì a prevederlo o fermarla quando prese il coltellino e le tagliò la gola.




ℒ''angolo di ℱe
Eccoci qui!
Ho cambiato il capitolo, perché il precedente non mi soddisfaceva e perché lo avevo pubblicato senza aspettare i due giorni. Non succederà più, d'ora in avanti aspetterò anche se dovesse dire pubblicare più lentamente.
Tra l'altro, questo capitolo vi è offerto online dall'aeroporto di Berlino! Viaggio per lavoro, volevo pubblicare prima di partire ma a quanto pare non l'ho fatto alla fine. (so che ci sono degli errori, l'ho riletto sette volte e ormai lo trovo persino noioso, ma non penso di averli trovati tutti. Segnalatemeli)
Siccome ora spetterò due giorni (48 ore precise da quando invio il messaggio, che di solito è tipo notte fonda perché scrivo a quell'ora) non succederà più che si modifichi un capitolo, perciò tranquilli.
Ho inserito anche Amelie per evitare una strage, senza Damien avvelenato Marianne veniva uccisa, Lucrèce cercava di salvare la sorellastra ma non aveva la minima chance, Lucien la seguiva e moriva ferendo Cordelia, nel frattempo arrivava Marie... beh, long story short, avevamo cinque morti ed un ferito. Gli scontri epici non sono offerti oggi, mi dispiace (anche perché non era epico per niente) Che altro... beh, nulla credo. Fatemi sapere che ne pensate, per favore, le recensioni mi aiutano ad essere più veloce! (non è vero, è che mi piace sapere se il testo è soddisfacente e se i personaggi vi piacciono, e soprattutto se sto muovendo bene i vostri cucciolini)
Baci, al prossimo capitolo! Per qualsiasi richiesta (che fa un determinato pg, come funziona una determinata cosa) chiedete pure, e farò in modo che il capitolo successivo tratti la vostra curiosità~
Fe_
  
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