Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Romanticgirl02    20/08/2017    2 recensioni
Appena avvertì la sua presenza la ragazza lo squadrò senza farsi vedere. Era un uomo alto dai folti capelli argentei e dagli occhi d'ambra, era elegante con un bel portamento, a prima vista si direbbe un amante della lettura, con parecchi sogni nel cassetto ancora da realizzare. Sarebbe stato l'uomo perfetto per lei, pensò all'improvviso, poi però si rese conto che quell'uomo per quanto bello e prestante fosse poteva benissimo essere suo padre...
-E lei signorina quanti anni ha? A vederla sembra molto giovane-
La ragazza colta impreparata a quella domanda gli rispose abbastanza impacciata.
-Ho 25 anni, come vostro figlio, lavoro in uno studio psichiatrico già da 4 anni...-
Una psicologa per un pazzo o per qualcuno che ha bisogno di aiuto?
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa è la storia di un uomo... o meglio di un ragazzo. Tutto iniziò per caso in una triste giornata di pioggia. Lei aspettava l'autobus con impazienza, con il cappotto color crema tirato fin sopra il mento. Era nervosa e in ritardo. La giornata non era iniziata nei migliori dei modi, la colazione saltata, la macchina guasta, il cappotto fradicio e per di più era in ritardo. Ogni volta che la lancetta dell'orologio si spostava si innervosiva, ma in fondo non poteva far altro che aspettare. In quel momento le sarebbe piaciuto tanto saper comandare il tempo ma purtroppo quest'ultimo da retta solo a se stesso. Si sistemò gli occhiali sul viso sbuffando, le sembrava di essere lì, in piedi alla fermata, da un'eternità. E per di più era sola. Ora come ora, non le sarebbe dispiaciuto la presenza di qualcunaltro. Le bastava sentire il respiro di un signore o le lamentele di un bambino, ma niente, la fermata era deserta. Per un attimo le passò per la testa di mettersi a correre sotto la pioggia ma il pensiero svanì subito appena mise insieme i pro e i contro di quella folle azione. Aveva freddo ed era in ritardo. E mentre cercava delle soluzioni nella sua mente contorta non si rese conto che accanto a lei si sedette un uomo di bell'aspetto. Appena avvertì la sua presenza la ragazza lo squadrò senza farsi vedere. Era un uomo alto dai folti capelli argentei e dagli occhi d'ambra, era elegante con un bel portamento, a prima vista si direbbe un amante della lettura, con parecchi sogni nel cassetto ancora da realizzare. Sarebbe stato l'uomo perfetto per lei, pensò all'improvviso, poi però si rese conto che quell'uomo per quanto bello e prestante fosse poteva benissimo essere suo padre. Poco alla volta incominciò a intravedere i segni della vecchiaia sul viso, anche se leggeri. I suoi occhi erano insoddisfatti o più che altro preoccupati per qualcosa a lei ovviamente ignota. Forse doveva smetterla di frugare nelle persone, ma infondo era più forte di lei. L'uomo estrasse dalla tasca il suo cellulare e sorrise. Un amante? O magari una moglie? La ragazza smise di spiarlo e si concentrò su di lei. Doveva pensare a delle scuse plausibili per il suo capo, non dicerto pensare ad un uomo che non avrebbe mai più rivisto. Poi di sua iniziativa quell'uomo, con una voce profonda, iniziò a parlare.

-Fa abbastanza freddo per aspettare un autobus non trova?-

La ragazza si voltò verso di lui e le sorride annuendo. Pensava di che il discorso si sarebbe chiuso li ma l'uomo continuò quella specie di monologo.

-Spero che a casa stiano tutti bene, sa? Accudire due figli, anche se ormai maggiorenni è una vera faticaccia. Ah, mi scusi non mi sono ancora presentato, mi chiamo Inu No Tashio-

La ragazza lo guardò dritto negli occhi e lui lesse dentro di lei molta curiosità. Presa da essa la ragazza si presentò.

-Molto lieta di conoscerla, io sono Kagome Higurashi. Se posso... quale sarebbe l'età dei vostri figli?-

L'uomo le sorrise, era sicuro che la ragazza avesse qualcosa di speciale, anche se a vederla poteva essere chiunque. Poteva avergli dato un nome falso, ma non se ne preoccupò minimante. Anche perché tra si è no, lei aveva la stessa età del figlio più piccolo. 

-Il maggiore è già arrivato ai trenta, mentre il più piccolo ne ha 25, sono grandi, certo, però non passa tempo che non si punzecchiano...-

Rispose Inu No Tashio alquanto amareggiato. Il motivo della sua preoccupazione non era esattamente le frequenti liti tra i due, quella era solo una piccola parte del suo dolore, ma poiché non sapeva chi avesse difronte preferì tacere. La ragazza, d'altro canto, notò subito che le stava nascondendo qualcosa, ma poiché erano perfetti sconosciuti non le sembrò il caso di andare avanti in quello strano discorso a senso unico. Quello che la colpì fu l'età del ragazzo più giovane. 

-E lei signorina quanti anni ha? A vederla sembra molto giovane- 

La ragazza colta impreparata a quella domanda gli rispose abbastanza impacciata.

-Ho 25 anni, come vostro figlio, lavoro in uno studio psichiatrico già da 4 anni...-

Si interruppe quando si accorse che gli stava spiattellando il suo curriculum. Rossa in volto guardò ancora la strada, sperando di non essere sembrata troppo frettolosa. L'uomo invece ne rimase stupito. 

-E dove lavora?-

Chiese poi alquanto interessato. 

-Al St Mary Bethlehem, mi sono laureata all'Università di Cambridge e ho seguito alcuni corsi al King's College, che collabora con lo studio- 

Non le dispiaceva parlare con quell'uomo, anzi era un ottima compagnia. Finalmente l'autobus arrivò e i due salirono e si sedettero vicini. Continuarono a parlare del lavoro di lei, accennando qualcosa di lui. Alla fine si salutarono e ognuno andò per la sua strada. La ragazza dopo essersi scusare varie volte iniziò ad incontrare I pazienti, uno alla volta, ascoltando i loro problemi, le loro paure, analizzandoli uno per uno. E a fine giornata, una volta rientrata nel proprio appartamento si buttava a peso morto sul divano accantonando ogni pensiero fatto in quella giornata. Come era diventata psicologa non era un mistero, quando era bambina si divertiva a trovare i problemi nelle persone e crescendo sviluppò questa strana dote, ovviamente tutto veniva nella sua testa e poche volte, parlava a vanvera, poiché aveva già capito, a sue spese, che a volte la verità all'uomo fa male. Poi grazie a suo padre riuscì ad entrare a Cambridge e da lì il suo piccolo mondo si allargò. Conobbe altre persone come lei, si creò finalmente delle solide amicizie... insomma aveva trovato la sua strada. Ovviamente non scrutava gli animi delle persone a tempo pieno, aveva anche degli hobby come la cucina, la lettura e anche la musica, poi usciva spesso con le sue amiche che si incontravano al bar per qualche pettegolezzo. Infondo era ancora una ragazza giovane. Il mattino seguente si svegliò indolenzita ancora sul divano. Si stiracchiò e si diresse in cucina con fare lento e stanco. Poi, presa la sua tazza di caffè, si fece una doccia, si vestì, indossò ancora il suo capotto color crema e uscì pronta per un altra giornata di lavoro. Arrivata allo studio, si diresse dritta nel suo studio a riordinare tutti gli appunti della giornata precedente, come solita routine, poi vide sbucare da dietro la porta, Eri, una delle sue più care amiche. Con il suo fare allegro e con il classico cerchietto giallo tra i capelli, le lasciò un nuovo fascicolo sulla scrivania. Kagome lo squadrò un attimo per poi guardare interrogativa Eri.

-Un uomo ha chiesto chiaramente di te. Lo incontrerai nella seconda ora di seduta... Kagome, come diavolo hai fatto a farti notare da Inu No Tashio?-

Kagome la guardò sbalordita. Quindi presto avrebbe rincontrato quell'uomo. Ma l'eccitazione di Eri non si spiegava. Vedendo il suo volto alquanto interrogativo Eri le spiegò chi era il famoso No Tashio. Oltre che famoso imprenditore a Londra, aveva contatti ovunque, Stati Uniti, Italia, Giappone... e per di più era padre di due ragazzi stupendi... tutto ovviamente a d'età di Eri. Kagome la ringraziò e Eri uscì ancora sognante dal suo studio. Prese il fascicolo e lo aprì. Era vuoto. L'unica macchia di inchiostro tra quelle pagine, era il nome di un ragazzo: Inuyasha No Tashio. Per un attimo si chiese quali dei due fratelli si trattasse, perciò, si decise e aprì il suo fedele portatile. Face delle breve ricerche e in poco tempo trovò tutte le grandi imprese che la famiglia No Tashio aveva portato a termine. Delle foto della famiglia ce n'erano a migliaia. Eri non si sbagliava, i due ragazzi erano veramente stupendi. Entrambi molto simili al padre ma il più piccolo assomigliava anche molto alla madre, mentre il fratello più grande era completamente diverso da quest'ultima. Trovò informazioni su tutti, tranne che per il suo paziente. Girando per internet comprese che si sarebbe occupata del fratello più piccolo, che a quanto pare non era ancora diventato famoso per qualche sua impresa, ma solo per il nome di famiglia. Per qualche minuto Kagome lo prese in antipatia. Se era un ragazzo che sfruttava solo il suo nome, non sarebbero mai andati d'accordo. Poiché a breve sarebbe arrivato il primo paziente decise di chiudere la pagina e di concentrarsi  sugli appunti non ancora ricopiati. Dopo una lunga e interminabile ora passata a parlare con una donna con manie di protagonismo, finalmente arrivò il momento. Provò varie posizioni sulla sedia e sul modo di alzarsi da essa per sembrare il più professionale possibile, si alzò addirittura in piedi, per evitare che la sedia cigolasse. Era nervosa, impaziente. Non conosceva praticamente nulla di quell'uomo se non il timbro di voce e le miriadi imprese, ma tutto ciò le metteva una strana ansia addosso. Cercò di tranquillizzarsi con una camomilla ma quanto la porta bussò si fece prendere dal panico. Lo invitò ad entrare e lo salutò cordialmente. All'improvviso si era calmata. Con grande stupore notò accanto a lui una donna dai lunghi capelli corvini con il viso sorridente ma alquanto preoccupato. 

-Vi presento mia moglie, Izayoi No Tashio-

Quest'ultima fece un leggero inchino e lei ricambiò. Li invitò a sedersi nel suo piccolo studio. 

-Non mi aspettavo di vederla qui, signor No Tashio- 

Disse con più professionalità possibile. L'uomo annuì.

-Già, ma non avevo altra scelta-

Con questa semplice frase riuscì ad attirare completamente l'attenzione della ragazza. La moglie strinse il braccio di suo marito con fare affettuoso e alquanto preoccupato. Inu No Tashio le porse un altro fascicolo e le diete il tempo di sfogliarlo velocemente. Kagome ne restò alquanto colpita. Inuyasha, non solo era stato da parecchi psichiatri molto più bravi di lei, ma lo avevano cacciato ovunque. Lesse velocemente alcune note poste sotto ognuna delle sedute documentate. 'Non collabora' era la più frequente ma quella meno peggiore. Minacce, approcci violenti a volte lo ignorava proprio. Chiuse il fascicolo e guardò i volti delle persone che aveva davanti. 

-Lei può fare qualcosa?-

A parlare su la signora Izayoi, con una voce candida ma preoccupata. Se avesse rifiutato sicuramente sarebbe scoppiata in un pianto isterico. Alla fine, messa un po' alle strette da quegli sguardi preoccupati, Kagome accettò e fissò un appuntamento fra appena due giorni. Poi però prima di lasciarli andare via, li chiese il perché di tutte quelle sedute. Ascoltò con calma il racconto dei suoi ospiti. In poche parole, Inuyasha aveva iniziato a comportarsi in modo strano già alle superiori. Pensando che fosse solo un problema adolescenziale non ci fecero molto caso, ma più il tempo passava, più peggiorava. Così una volta diplomato, si richiuse in un mutismo snervante, se rispondeva, lo faceva in malo modo o a volte solo con monosillabi. Ma ciò che preoccupava di più era che a volte parlava da solo. O meglio così pensavano, poiché quello che diceva era incomprensibile. A volte teneva interi discorsi per conto suo, ignorando tutto il resto. Le liti in casa divennero sempre più frequenti, sopratutto con suo fratello. Provarono ad indagare se fosse successo qualcosa che lo avesse turbato a tale punto, ma ogni volta che parlavamo con lui, tornava normale, capiva reagiva però non parlava. Non usciva quasi mai dalla sua stanza se non per vedere il suo unico migliore amico che con tanta pazienza lo seguiva ovunque. Una volta finito il racconto, Kagome, anche se visibilmente impaurita, prese a cuore quella famiglia e decise di aiutarli. I signori No Tashio si alzarono e la ringraziarono di tutto cuore. E lei rimase sola nel suo ufficio. Fortunatamente la sua giornata di lavoro quel giorno sarebbe finita presto. Appena a casa tirò fuori la cartella del suo nuovo paziente e scrisse un riassunto di ogni seduta, mettendoli in ordine di data. Quel caso le sembrava impossibile. Lei che non si era mai spinta oltre i problemi famigliari o a qualche piccolo mostro nascosto nell'armadio di qualcuno, ora si ritrovava davanti un caso, già analizzato, visionato da persone più grandi di lei e con più anni di esperienza. Però dentro di lei c'era curiosità. Se davvero questo ragazzo era capace di intendere e di volere, se capiva e rispondeva, non poteva essere un pazzo fuori controllo. Che sia solo depresso? Magari non sopportava la costante presenza delle grandiose imprese delle famiglia e magari si sentiva impotente rispetto a loro. Ma quelle erano solo supposizioni. Decise di chiudere il fascicolo per non impazzire. Avrebbe aspettato, con calma il giorno dell'appuntamento. Intanto a casa No Tashio, stava per scatenarsi l'ennesimo litigio, ma Izayoi prontamente in qualche modo riuscì ad evitarlo. Non amava vedere i suoi figli insultarsi a vicenda, anche se erano fratellastri e Sesshomaru non era esattamente suo figlio, voleva poter tornare alla tranquillità che in quella casa regnava un tempo indisturbata. Stavano cenando tutti insieme in un silenzio tombale quando annunciarono al figlio l'ennesimo appuntamento con una nuova psicologa. Dal canto suo Inuyasha non battè ciglio e si limitò ad una alzata di spalle, se avevano tempo da perdere loro a cercare uno strizza cervelli a lui non interessava. A lui non importava niente di quello che dicevano, non voleva sapere niente. Era mosso da degli strani sentimenti che nessuno poteva capire, nemmeno lui, quindi pensare che qualcunaltro potesse capirlo era fuori discussione. Aveva venticinque anni e voleva andarsene. Venticinque anni, ancora giovane, atletico ma con scarso interesse per le cose attorno a lui. Una volta finito di cenare tutti si alzarono dal tavolo e Inuyasha si diresse nella propria stanza senza fiatare. I rimanenti si scambiarono sguardi preoccupati e indecisi. Come dovevano comportarsi con lui? Di una cosa ne erano certi, Sesshomaru non ne poteva più. Quando erano piccoli erano inseparabili, Inuyasha era un bambino dolce e vivace. Anche con l'inizio delle scuole erano sempre andati d'accordo, ma da quando è cambiato è diventato difficile respirare la stessa aria. Sesshomaru in cuor suo non negava il dispiacere che provava ogni volta alla fine di una lite. Però non poteva sopportare il modo in cui trattasse tutti, dai suoi conoscenti alla famiglia e alla sua ragazza. Inuyasha e Rin si conoscevano da parecchio tempo poiché sono coetanei ed erano ottimi amici ma mai, mai Sesshomaru si sarebbe aspettato tutto ciò. L'aveva trattata tanto male da farla piangere, da lì in poi iniziarono a litigare furemente praticamente per tutto. Rin sotto le dirette di Sesshomaru iniziò a frequentare di meno la casa di famiglia con grande dispiacere dei signori No Tashio e Inuyasha si chiuse ancora di più in se stesso. Per Kagome invece le giornate passarono dolci e frenetiche e quando arrivò in ufficio si ricordò solo allora che quel giorno avrebbe finalmente incontrato quello che presto sarebbe diventato il suo peggior incubo. Mentre aspettava quel paziente con il quale avrebbe passato ben due ore a parlare, decise di mettere un po' in ordine la sua piccola scrivania. Sistemò la foto della sua famiglia nel giorno del suo diploma, riordinò varie cartelle negli appositi cassetti mise a posto tutti i documenti e continuò finché la scrivania non le parve vuota. Dopo pochi minuti sentí bussare. Come al solito invitò il paziente ad entrare, ma quando lo vide rimase a bocca aperta. Lo fece sedere su una sedia. Prima di incominciare a parlare le ci volle un bel paio di minuti per riprendersi. Non era affatto l'uomo che si aspettava. Mentre nelle foto assomigliava molto al padre in quanto colore degli occhi, lunghezza e color di capelli, la persona che si trovava davanti era completamente diversa. A parte la statura possente e qualche tratto appena riconoscibile, questo ragazzo non assomigliava per niente a Inuyasha No Tashio. I capelli che dovevano essere lunghi e argentei erano corti, con un taglio sbarazzino e scuri come la pece, si poteva capire che erano tinti, poiché aveva lasciato alcune ciocche ancora argentee, gli occhi velati da una lente a contatto colorata sul rosso scuro, celavano perfettamente l'ambra originale. E il suo viso era sciupato, stanco e alquanto infastidito. Si poteva dire che a prima vista era bellissimo, ma più si sostava lo sguardo sui suoi occhi più una silenziosa e velata minaccia cresceva sempre di più. Kagome stava cercando di riordinare le idee e mentre il silenzio andava avanti la paura cresceva in lei. Seppure sapesse che era un ragazzo della sua età e che non aveva mai ferito gravemente nessuno sentiva una forte angoscia invaderla. Con un po' di coraggio e la gola secca si decise a parlare.

-Piacere di conoscerti Inuyasha, mi chiamo Kagome-

Nessuna risposta. La ragazza decise di incominciare con le domande basilari. 'Come stai oggi?' 'Cosa hai fatto in queste ultime settimane' ma niente. Inuyasha era ancora nella stessa posizione di quando si era seduto. Sguardo fisso davanti a lui che incatenava Kagome facendola sentire a disagio, il tutto circondato da un sinistro silenzio rotto solamente dal ticchettio dell'orologio appeso sulla parete. Kagome provò varie volte a parlare con lui, passando da vari argomenti, dal più semplice e idiota a quello più complesso. Se doveva aiutarlo doveva prima conoscerlo. Ma le due ore le passarono a guardarsi dritto negli occhi, lui fermo immobile e lei seduta su dei carboni ardenti. Si sarebbe trasformata in una scena comica de qualcuno dei due avesse riso, ma niente. Davanti a lei Inuyasha era come se non esistesse. Se mai se lo fosse ritrovato in casa, non lo avrebbe mai visto, sembrava dissolversi ad ogni battito di ciglia. Le due ore si interrompero quando Eri aprì la porta per comunicare lo scadere del tempo. Il ragazzo distolse lo sguardo da Kagome, si alzò e se ne andò senza procurare il benché minimo rumore. Non la sedia che si spostava, non il peso dei passi, non un respiro. Se Kagome avesse creduto nei fantasmi avrebbe giurato di averne visto uno. 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Romanticgirl02