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Autore: Fink    20/08/2017    2 recensioni
Breve conversazione tra Daenerys e Missandei post 5x04.
(accenni a Ser Jorah)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daenerys Targaryen, Missandei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta nel gennaio del 2016, è rimasta nei meandri del computer per lungo tempo. Ho deciso di fare "pulizia" e  pubblicare le vecchie novità.

Dubbi

 

 

Dany era nella sua stanza nella piramide di Mereen. Alle sue spalle, Missandei le stava pettinando i capelli con delicati colpi di spazzola. La chioma di Daenerys era ricesciuta lunga e fluente in pochi anni e ora le arrivava poco oltre le spalle. I raggi obliqui del sole al tramonto filtravano nella stanza in un caleidoscopio di colori, i capelli argentei della regina mandavano riflessi infuocati, come le fauci di un drago.

«Mi manca. Mi manca la sua voce, mi mancano i suoi consigli.» esclamò Daenerys rompendo il silenzio.

«Manca a tutti noi, Maestà. Ser Barristan era un uomo valoroso…»

«Non sto parlando di Ser Barristan... Mi riferisco a Jorah.» L’aveva detto. Per settimane si era tormentata nel buio della sua stanza. Aveva pensato a quel nome, senza mai trovare il coraggio di pronunciarlo ad alta voce. Per giorni, mentre il mondo all’esterno stava cadendo a pezzi, mentre a poco a poco perdeva il controllo sulle città che aveva liberato, si era domandata se le cose sarebbero andate diversamente se avesse avuto il suo orso accanto.

C’era voluta la morte di Ser Barristan per farle ammettere che forse si era sbagliata. Missandei restò in silenzio. Da diverso tempo vedeva la sua regina tormentata. Scorgeva gli occhi arrossati dall’insonnia e dal pianto silenzioso che le straziava il cuore; e aveva visto la maschera che indossava ogni giorno. Una maschera molto più letale di quella portata dai Figli dell’Arpia. Ma ora quella maschera era improvvisamente caduta, non di fronte ai sudditi, non di fronte agli Immacolati e nemmeno di fronte all’uomo che le scaldava il letto la notte; ma davanti ad una giovane ancella, unico conforto e voce amica rimastale.

Missandei ascoltò, in silenzio.   

«Daario dice che sono stata fin troppo buona con lui. Avrebbe meritato la morte, ma…» la voce di Daenerys tremò. «Lui non era presente quando il mio “sole e stelle” mi ha lasciato. Non c’era quando ho perso mio figlio. Nessuno di voi c’era. Solo Jorah. Lui c’era sempre. Nei momenti più bui e in quelli di sole. C’era nella Desolazione Rossa, quando persi i miei cavalieri di sangue e la speranza. Ed era accanto a me quando vedemmo le porte di Quarth che ci venivano chiuse in faccia.»

«Credo che sua Maestà abbia preso la decisione giusta.»

«Lo pensi davvero?» Dany si girò verso l’ancella. «Non mi ha mai abbandonato. Mai. Io, invece, l’ho cacciato. Senza ascoltarlo.»

«Maestà, io sono una semplice ancella.»

«Sei mia amica, Missandei. Una delle poche che mi sono rimaste. E ora non ti parlo da regina.» Daenerys ripetè la domanda.  «Credi che abbia fatto bene a cacciare Ser Jorah?»

Missandei deglutì e abbassò lo sguardo. A Daenerys bastò. Tutto quello che in quel momento voleva era risentire la voce del suo cavaliere.

   
 
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