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Autore: Martina007    20/08/2017    2 recensioni
Che cosa succederebbe se i Vendicatori, dopo aver liberato una base Hydra, trovassero una piccolo mascotte? Come saranno le reazioni dei nostri supereroi quando verranno a sapere di dover convivere con un bambino? Lo scoprirete solo leggendo!
P.s. premetto che questa è la mia prima storia che ho scritto. Se volete si trova anche su Wattpad questa storia. Detto questo buona lettura😘
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
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Tony Pov's

Sentii bussare.
Aprii gli occhi e andai verso la porta.
Aperta quest'ultima mi ritrovai Natasha davanti.

- Fury ci aspetta nella sala riunioni - disse lei incrociandosi le braccia al petto.
- Che ore sono? - chiesi assonnato.
Come risposta ricevetti uno sbuffo.
- Muoviti - disse lei di rimando e iniziò ad incamminarsi.

Presi dei vestiti a caso, me li misi alla rinfusa e andai alla riunione.

- Ben svegliato Stark - disse acido Fury.
Mi misi a sedere vicino Bruce.
- Perchè questa riunione? - chiesi sottovoce al mio migliore amico di scienza.
- Stanno per parlare di Peter - rispose lui.
Corrucai la fronte e ascoltai ciò che Fury aveva da dire su quel bambino.

- Ora che Stark ci ha degnato della sua presenza... - incominciò l'uomo che però ricevette un'occhiataccia da parte mia.
- Abbiamo riscontrato un problema con Peter... - continuò.
- I suoi genitori erano Richard e Mary Parker, due scienziati che avevano fatto dei passi da gigante nel campo della cura al cancro - sospirò - Ad un certo punto sono completamente spariti e insieme a loro tutte le loro ricerche. Poi abbiamo scoperto che erano stati uccisi dall'Hydra e avevano preso Peter per sottoporlo a degli esperimenti -

- Ma quando l'Hydra ha preso Peter... lui aveva già i suoi poteri? - chiese Steve.
- Si - rispose Fury - Se non avesse avuto i poteri probabilmente sarebbe morto -
A quelle parole mi si raggelò il sangue.

- Come ha ottenuto i suoi poteri? - chiesi.
- In questo caso dovresti chiederlo tu - rispose lui.
- Perchè io? - dissi fissandolo.
- Ho notato che avete legato abbastanza bene e continuerete a legare durante la sua permanenza qui, all'Avengers Towers - sorrise sornione.
A quelle parole tutti fissammo Fury.
- A...aspetta. TU vuoi che un BAMBINO resti qui con NOI? - quasi urlai.
- Esatto, che tu lo voglia o no - disse pacato. - Almeno finchè non troveremo qualche parente che possa prendersene cura. - continuò.
Ero rimasto senza parole, letteralmente senza parole.

- Non possiamo tenere un bambino qui - spezzò pacatamente il silenzio Natasha.
- Con noi sarebbe ancor più in pericolo - disse Nick.
- E cosa dovremmo fare se Loki o chissà chi ci attacca? È troppo pericoloso - contrattaccò Steve.
- In quel caso lo proteggerete.... è il vostro lavoro e non ammetto altre repliche - disse truce l'uomo uscendo dalla stanza.

Stavo fissando il pavimento quando la porta si aprì leggermente e fece capolino una testolina.
Peter mi fissava con i suoi occhioni neri.
- Ciao - disse timidamente lui entrando e richiudendo la porta alle sue spalle.
- Bhè, visto che passeremo un pò di tempo insieme, è meglio che ci presentiamo - prese parola Natasha.
- Io sono Natasha - disse - Loro sono Clint, Steve, Thor, Bruce e, come già sai, Tony - concluse lei dopo aver presentato tutti in ordine cronologico.
- Io sono Peter - disse sorridendo.
- Ciao figliolo - disse paternamente Steve provocando una risata divertita al piccolo.

- Hey Petey! - lo salutai - Hai mangiato? - dissi sentendo un brontolio provenire dalla sua pancia.
Lui mi guardò e negò col capo.
- Bhè... A dire il vero neanche io. Ti andrebbe di fare colazione al bar qua sotto? - domandai.
- Si!!! - rispose lui facendo un sorrisone enorme.
Mi alzai ma prima di uscire domandai agli altri: - Volete venire con noi? -
- No tranquillo, andate pure - disse gentilmente alzandosi a sua volta Bruce.
Usciti dalla stanza decisi di mettermi Peter sulle spalle, cosa che lui non rifiutò.

Appena arrivati d'inanzi al bar, un profumo di frittelle e caffè ci investì in pieno.
Feci scendere Peter e aprii la porta.
Subito una cameriera dai capelli biondi cenere si avvicinò.

- Salve signore può accomodarsi qui - disse indicando un tavolino con due sedie.
Peter non perse tempo e si fiondò davanti alla vetrina piena di dolci che avevamo visto all'entrata.
- Wow! - esclamò - Non avevo mai visto così tanti dolci in vita mia - disse poggiando il nasino sul vetro freddo.
- Avanti Peter, smettila di importunare quei dolci e vieni a sederti - dissi scherzoso.
Lui annuì e corse verso di me.
Appena si accomodò la cameriera chiese: - Cosa ordinate? -
- Delle frittelle e del caffè nero molto dolce - dissi.

Non notando alcuna risposta da parte del piccolo lo fissai.
Era abbastanza imbarazzato.
- Puoi prendere quello che vuoi campione, il costo non è certo un problema - lo rassicurai capendo il suo disagio.
Alle mie parole ordinò felice: - Un cupcacke al cioccolato per favore -

La cameriera, dopo aver preso appunti, se ne andò.
Dopo una decina di minuti tornò con gli ordini caldi e profumati.
Peter addentò immediatamente la sua colazione finendola subito.
- Avevi molta fame - affermai divertito.
Peter squadrò il mio piatto.

- Di che cosa sa? - mi chiese.
- Non hai mai assaggiato delle frittelle? Sono le cose più buone del mondo - dissi incuriosito.
- No - rispose lui.
- Vorresti assaggiare? - 
Peter annuì non molto convinto.
- Ok - sorrisi io.
Presi con la forchetta pulita un pezzo del cibo che era ancora intatto e gliela porsi.
- Mhhh... buone! - esclamò lui dopo averle assaggiate.

- Cameriera un'altro piatto di frittelle per il giovincello vicino a me - chiesi alla cameriera bionda che stava passando proprio da quelle parti.

Sorseggiai un pò di caffè ancora bollente quando intravidi una piccola macchietta di cioccolato su l'angolino della bocca di Peter. 
Presi un tovagliolo e gli pulì la parte sporca. 
Non riuscivo a spiegarmi il perchè di quel comportamento ma fu naturale, involontario. 
Forse mi stavo affezzionando a quel ragazzino troppo velocemente.

Fu la cameriera a distrarmi dal mio pensiero.
- Ecco le tue frittelle - disse porgendo il piatto a Peter.
- Grazie - rispose lui.

La colazione fu veramente veloce e, dopo aver pagato, uscimmo a sgranchirci le gambe.

- Allora Peter, dove vorresti andare di bello? - chiesi mettendomi le mani in tasca.
- Non lo so - rispose lui triste - Non ho girato molto bene la città visto l'Hydra mi ha rapito - concluse.

A quelle parole mi ritornò in mente ciò che aveva detto Fury.
Dovevo scoprire come l'Hydra l'avesse catturato e perchè.
Mentre pensavo queste cose la mia faccia aveva preso una strana smorfia.

Peter mi fissò poi disse: - Vuoi che ti racconti come è andata? -
Lo guardai stupefatto, come ci era riuscito?
- Per caso sai leggere anche nella mente ora? - chiesi leggermente scocciato.
A quelle parole sorrise poi disse: - No, ma ho sentito ciò che ti ha detto Fury e ho capito che stavi pensando a quello dalla tua espressione - continuò imperturbabile.

Rimasi scioccato.
Quel ragazzo era un vero prodigio.
- Ok, allora... Ti va di parlarne? - chiesi.

Rimase in silenzio per un pò mantenendo lo sguardo abbassato, poi incominciò: - I miei genitori, come già sai, stavano lavorando su una cura per il cancro. E sai come ci erano riusciti? Grazie al DNA dei ragni. Mio padre stava facendo un'esperimento su uno di questi quando scappò. Proprio in quel momento entrai nella stanza correndo e scivolai a terra vicino al ragno che mi morse. All'inizio non sentii nessun cambiamento, ma poi iniziai ad arrampicarmi sui muri. Ovviamente i miei si spaventarono e papà incominciò una ricerca per curarmi ma l'Hydra aveva saputo dei suoi esperimenti e soprattutto sapeva di me. Quindi li hanno uccisi e mi hanno portato via facendomi sempre più esperimenti finchè... - Peter non riuscì a continuare e, distrutto dai ricordi, incominciò a singhiozzare.

Mi sentì terribilmente in colpa quando pianse così l'abbracciai.
Di nuovo l'istinto aveva avuto la meglio ma, questa volta, glielo lasciai fare.
Dopotutto quel ragazzo ne aveva passate di brutte e un abbraccio non avrebbe causato la fine del mondo. Forse.

Dopo poco smise di singhiozzare e si pulì i lacrimoni con la manica.
- Vuoi vedere un posto dove nessuno è mai entrato? - chiesi cercando di far risvegliare il carattere positivo e genuino di Peter che era riuscito a farmi affezzionare in così poco tempo.
- Ok - disse con la voce spezzata dal recente pianto e cercando di sorridere, fallendo miseramente e assumendo una faccia piuttosto buffa.
- Bene, vieni - dissi prendendolo per mano e tornando all' Avengers Tower.

Ciaooo!! :D
Vi sta piacendo la storia? ^w^
Ho in serbo tante di quelle cose che non potete immaginare 😋🤓
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Se così fosse lasciate un commento 💬
Al prossimo capitolo 😙

~Mars😄

   
 
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