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Autore: Emmastory    20/08/2017    4 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XXV
 
Le certezze di un amore
 
E così, stava lentamente passando un altro mese. Tutto pareva andar bene, e grazie al cielo, dei Ladri ancora nessuna traccia. Sono sveglia da poco, ma nonostante questa sia ormai diventata una solida abitudine difficile da scuotermi di dosso, oggi non aggiorno il mio diario. Seduta in salotto, mi limito a leggere un libro approfittando della serenità mattutina, e mentre il sole gioca nel cielo e quasi mi disturba la vista, noto qualcosa, o per meglio dire, qualcuno. È mia figlia Terra, che seppur da poco, ha preso l’abitudine di mostrarsi mattiniera, proprio come me. Notandomi, mi saluta con la mano, e mentre la guardo e le sorrido, non posso fare a meno di notare una strana luce nei suoi occhi. Strana, certo, ma anche conosciuta. Essendo sua madre, so bene cosa significa, e non credo sia pericoloso presumere che sia felice. Silenziosa, non fa che sorridere, e oggi sembra che nulla possa rovinare il suo buonumore. Di lì a poco, anche suo padre mi raggiunge, e con il solo uso dello sguardo, mi chiede cosa stia accadendo. “Nulla.” Gli faccio capire, stringendomi nelle spalle e regalandogli un sorriso. Rilassandosi, Stefan mantenne il silenzio, e in quel preciso istante, un rumore ci distrasse entrambi. Qualcuno stava bussando alla porta, e reagendo a quel suono come un vero cane da guardia, Chance drizzò le orecchie, ritraendo poi le labbra in un ringhio sordo. “Chance, sta buono.” Quasi lo sgridò Terra, abbassandosi ad accarezzarlo lentamente e tentare di ammansirlo. Come ben sapevo, quei due erano amici letteralmente da una vita, e semplicemente guardandoli, noto che il tempo non ha scalfito il rapporto che esiste fra di loro. Agli occhi di un estraneo, solo un cane e una padrona, ma non ai miei. Sono cresciuti insieme, e si vogliono bene in quanto amici, perchè questo è quello che sono. “Ma chi è?” Le chiesi, guardandola con aria confusa mentre era ancora intenta a calmare il cane. Sulle prime, lei parve non sentirmi, ma poi tornò a guardarmi, e decise di rispondere. “Trace. Oggi non ha da fare, così ha promesso di darmi una mano.” Disse, in tono calmo e tranquillo. “Una mano? A far cosa?” Finii per farle eco, stranita. “Ad allenarmi.” Rispose lei, lasciandosi poi sfuggire una risatina. “Fate attenzione.”l'ammonì Stefan, preoccupato. “Certo, papà.”  Lo rassicurò, migliorando la sua intera giornata con quella semplice promessa. In quel momento, Trace la guardò, e spostando per un attimo la sua attenzione su di noi, decise di parlarci. “Andrà tutto bene, non preoccupatevi.”  Ci disse soltanto, per poi prendere la mano di nostra figlia e raggiungere con lei il giardino di casa. Ad essere sincera, mi fidavo di Trace, e sapevo che il benessere di Terra era per lui prezioso tanto quanto la vita stessa. Si amavano profondamente a vicenda, e da quanto vedevo, sembravano letteralmente fatti l'uno per l'altra, proprio come me e Stefan. Contrariamente a me, però, lui non riusciva a stare tranquillo. Era certo che si amassero e che insieme stessero bene, ma nonostante questo c'era qualcosa che lo bloccava. Adulta o meno, Terra restava sempre la nostra primogenita, e pensandoci, capivo perfettamente perchè suo padre fosse così in pena per lei. “Stefan?” lo chiamai, avvicinandomi e guardandolo negli occhi “Sì?” rispose, spostando lo sguardo dalla finestra al mio viso. “Non preoccuparti, d'accordo? In fondo è con Trace, cosa mai può accadere?” continuai, per poi prendergli delicatamente la mano e tentare di rassicurarlo. Hai ragione, ma è difficile non pensarci, sai? mi rispose, con un filo di preoccupazione sempre presente nella voce. A quelle parole, provai instintivamente pena per lui, ma quasi costringendolo a seguirmi, gli indicai la finestra. “Dai, guardala. Guarda com'è felice.”  Dissi poi, posando leggermente una mano sul vetro. Rimanendo ferma e inerme, guardavo i ragazzi allenarsi come poco tempo prima, impegnandosi in finte battaglie da cui uno di loro, quasi a turno, usciva sempre vincitore. Da bravo cavaliere, Trace lasciava che fosse Terra ad avere la gloria, e sorridendo, me ne compiacevo. Ai miei occhi, quello appariva come un semplice gesto d’amore, che lei sapeva bene come ricambiare. In completo silenzio, Stefan si limitò ad annuire e a stringermi in un delicato abbraccio, lasciando poi che le sue labbra mi sfiorassero una guancia. “Non sbagli mai, non è vero? mi chiese, riprendendo la parola e attendendo una mia qualsiasi risposta. Mai. Dissi soltanto, per poi sorridere e cedere alla tentazione di baciarlo. Per tutta risposta, lui prese a giocare con una ciocca dei miei capelli, e non appena quel bacio ebbe fine, lui mi parlò ancora, dando sfogo ad una piccola confessione, che mai gli avevo sentito farmi prima d’ora. “Riesci sempre a vedere il buono che c'è negli altri. È anche per questo che ti ho sposata, sai?”  Mi disse, per poi terminare il discorso con quella domanda. Completamente rapita dal suo sguardo, non risposi, e baciandolo ancora, gli sussurrai qualcosa all'orecchio. Ti amo anch’io, Stefan. Ti amo anch’io.”  Risposi, per poi sciogliere quel meraviglioso abbraccio e scoprire che i ragazzi sembravano non essere  più in giardino. Anche guardando dalla finestra, non riuscivo a vederli, ma aprendo la porta di casa, mi tranquillizzai. Anche se per un attimo, erano entrambi spariti dal mio campo visivo, e pur non volendo, avevo finito per provare la stessa paura sperimentata nel giorno della presunta scomparsa di Aaron. In quel momento, tirai un sospiro di sollievo, scoprendo comunque di dover dare in parte ragione a Stefan. Quello che vivevamo ora era un periodo di calma piatta, ma dati i nostri trascorsi, era davvero difficile non pensare al peggio anche quando la tua buona stella sembrava sorriderti. Per pura fortuna, riuscii a tornare alla calma, e di lì a poco, Terra decise di rientrare. La sera stava calando, e malgrado la bella stagione, il freddo cominciava a farsi sentire, così, salutando Trace, lei tornò da noi. Poco prima di andarsene, lui la strinse a sè dando inizio ad un tenero bacio, e guardandoli, non proferii parola. Quando alla sera si sostituì la notte, infilai il pigiama e mi sedetti alla mia scrivania. Non lo facevo da tempo, ma finalmente sentivo di potere e dover aggiornare il mio diario. Non scrissi molto, imprimendo in quelle bianche pagine solo qualche nero appunto su me stessa e sui miei sentimenti in un giorno come questo, non dimenticando di menzionare come, attraverso il vetro di una finestra, avessi visto e sentito l'amore fra due giovani, e notato negli occhi di entrambi una vera e solenne promessa e mille altre certezze, che ero certa avrebbero provato a mantenere vive ad ogni costo.
 
 
Salve a tutti, miei cari lettori. Bene, chi mi conosce e segue sa che sono sparita dal sito per ben due settimane a causa di un blocco, che ora è fortunatamente sparito e mi ha permesso di pubblicare, finalmente, aggiungerei, questo venticinquesimo capitolo. Ad ogni modo, ringraziate tutti "Karon Migarashi" una di noi su EFP che mi supporta praticamente dal giorno del mio esordio nel sito, e se potete e ne avete voglia, fate anche un salto sul suo profilo. Lei non è ancora arrivata a questo punto della saga, ma c'è vicina, e se sono tornata, è solo grazie a lei. Alla prossima,
 
Emmastory :) 

 
   
 
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