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Autore: chronoson    21/08/2017    0 recensioni
Ho appena finito di scopare la mia ragazza e penso alla guerra per non pensare al resto, che è un po' come guardare un video di Rovazzi per non pensare alla guerra.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Bondage
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Non dormo da due notti perché sono triste, e questa notte che sto meglio forse non dormirò lo stesso perché sto scrivendo questo testo fra le note del mio cellulare, per copiarlo in un libro che non pubblicherò mai perché sono un'incostante pezzo di merda.

Sono qui perché penso troppo. Perché la mia generazione è quella a cui piace fingere di non essere sull'orlo di una terza guerra mondiale, a cui piace guardare con disinteresse i post su Facebook che parlano di attentati e di Korea del Nord, buttati tra la foto di un gattino ed il video di una merdosa ricetta americana. Ho appena finito di scopare la mia ragazza e penso alla guerra per non pensare al resto, che è un po' come guardare un video di Rovazzi per non pensare alla guerra.

La guardo dormire e penso che poco prima volevo farle del male. Che l'ho baciata cercando intimità e l'ho accarezzata sul viso e poi sul collo e sul seno, che lei ha infilato una mano nelle mie mutande e le dita dentro di me e poi io l'ho baciata sulle labbra, sul petto, sulle cosce. Ho leccato il suo sesso con una dolcezza di cui non credevo più di essere capace e l'ho penetrata lentamente, l'ho accarezzata e l'ho baciata fino a che non l'ho sentita chiedere di più. Ed è stato in quel momento che l'ho vista: la mia personale Korea del Nord, pronta a farmi esplodere come un'arma di distruzione di massa. Non provo nemmeno a scacciare il suo viso dalla mente, perché è quell'immagine è arrivata come un fulmine, con uno scopo preciso.

Ho preso lei per un fianco e l'ho girata di schiena, l'ho graffiata e scopata con forza, aggrappandomi al suo culo come se fosse stata l'ultima certezza rimasta. Il suo culo unico pezzo di terra a trattenermi qui in questo paesino di 3000 anime. Sento i miei occhi riempirsi di lacrime mentre lei freme dalla voglia di orgasmo sotto di me. Si irrigidisce, viene, e io mi appoggio su di lei e ricaccio le lacrime indietro. "Stai bene?" chiedo, accarezzandole la schiena. "Sì. E tu?". "Sto bene". "Sembri triste".

Non rispondo perché sono triste, di nuovo. Mi metto al suo fianco e lei mi abbraccia, sudata, bella, vera. Penso alla guerra, al mio paesino da 3000 anime, all'Irlanda del Nord, al mio libro che non scriverò mai, al suo culo che mi tiene inchiodata qui.

   
 
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