Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sul testo della canzone di Paolo Meneguzzi: Ricordati che... Link: https://www.youtube.com/watch?v=XTQQF76K6ZU
Scritta su uno dei Prompt del lunedì della pagina facebook Il giardino di Efp.
Prompt: 3
- introspettivo: "non si è stati buoni
spettatori della vita se non si è vista la mano che,
lentamente, uccide"
(Nietzsche).
Separazione
Marron
osservava il tabellone degli orari e delle
destinazioni, accanto a un grande orologio tondo.
Trunks
si guardò intorno e vide una serie di sedili
vuoti, intravide una donna intenta ad aprire un negozietto in
lontananza.
<
Questo aeroporto è immenso, ma al momento è
deserto > pensò.
Si
girò verso l’altra giovane, che teneva una mano
rosea appoggiata sulla valigia al suo fianco.
“Ricordati
di scrivermi quando sarai arrivata.
La
città del Sud è praticamente dall’altra
parte del
mondo, dubito che riusciremo a sentirci per telefono” disse.
Marron
lo guardò in viso, le sue iridi azzurre erano
color ghiaccio.
“Costerà
anche scriverci” ribatté.
“Va
bene anche ogni tanto. Il numero del telefono di
casa, se vuoi, mandamelo lo stesso” rispose Trunks.
Deglutì a vuoto.
Marron
scrollò le spalle, facendo ondeggiare i capelli
biondi.
“Vedrò”
rispose atona.
Trunks
ticchettò le punte delle dita tra loro.
“Sai,
sei mesi non sono pochi” mormorò roco.
Marron
si grattò una guancia con l’unghia laccata di
smalto rosa.
“Penso
che ci farà bene allontanarci per un
po’”
ribatté.
Trunks
si grattò il lobo dell’orecchio e fece un
sorriso sghembo.
“Certo.
Divertiti, mi raccomando” disse con voce
tremante.
“Lo
farò” rispose secca Marron.
Trunks
si massaggiò la fronte con una mano.
“Anche
io. Uscirò un po’ di più spesso con
Goten”
rispose. I suoi occhi si arrossarono.
<
Per combattere tristezza e solitudine > pensò.
“Ci
conviene avvicinarsi un po’ di più al punto di
imbarco. O rischio di perdere l’aereo”. Fece notare
Marron con tono gelido.
Trunks
le prese la mano nella propria.
“Solo
un secondo. Ci sono delle cose importanti che
devo dirti” disse.
Marron
tolse la mano da quella di lui.
“Non
preoccuparti, me la so cavare. Piuttosto, abbi
cura di te” lo rassicurò, addolcendo il tono.
Trunks
piegò il capo in avanti e lo incassò tra le
spalle.
“Voglio
che tu sappia che se ti mancherò, se piangerai
per me, io sarò lì. Ti rispecchierai nei miei
occhi” disse con voce tremante.
Marron
roteò gli occhi.
“Trunks,
non ricominciare con le tue idiozie
sdolcinate” borbottò.
Trunks
abbassò lo sguardo.
“Lo
so. A causa loro, spesso, abbiamo litigato, ma era
stupendo fare pace, ridendo” disse con voce spezzata.
Marron
volse il capo e nascose uno sbadiglio con la
mano.
“Credo
abbiano chiamato il volo” disse con tono
blando.
Trunks
strinse i pugni, conficcando le unghie nella
carne.
“Solo
un secondo. Ricordati che se, camminando per
strada o per la città, un’ombra, un gesto o una
parola, ti emozioneranno perché
ti ricorderanno me, quando ci ripenserai, spogliandoti nel buio della
tua
camera, vestita dei nostri ricordi, sarò al tuo
fianco” proseguì.
“È
davvero dolce. Però, solo il tempo sa la verità.
Magari un domani torneremo insieme, ma adesso sento il bisogno di un
cercare un’altra
strada, una mia via” disse Marron con tono accondiscendente.
Trunks
annuì, mordendosi le labbra fio a sentire il
sapore del sangue. Soffocò un paio di singhiozzi, i capelli
color glicine gli coprivano
il viso, mettendoglielo in ombra, nascondendo le lacrime che gli
rigavano le
guance.
“Va
bene, vai” disse con voce roca.
Marron
sospirò.
“Ti
scriverò, prima o poi” lo rassicurò. Si
piegò in
avanti e gli scoccò un bacio sulla guancia, si
alzò dal sedile e si allontanò,
trascinando il trolley.
Trunks
la guardò andare via.
<
Non si è stati buoni spettatori della vita se non
si è vista la mano che, lentamente, uccide. Ed io ho appena
guardato nell’abisso
e ho visto le delicate dita della donna che amavo pugnalare e lacerare
la mia
anima > pensò. Si nascose il viso tra le mani e
singhiozzò.