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Autore: LadyMintLeaf    21/08/2017    1 recensioni
"Lei era bella e gentile a tal punto che nessun'altro fuorché un folle avrebbe potuto desiderare di farle del male.
Ma Loki le aveva fatto del male, molto male; troppo forse, ed in un istante ad esso tornarono in mente un antico poema runico norvegese che aveva letto una volta in un libro proveniente da Midgard.
"Þurs vældr kvinna kvillu, kátr værðr fár af illu", diceva e tradotto, significava "Il gigante causa dolore alle donne, pochi uomini gioiscono della sfortuna.".
E forse lui non era figlio di uno di quei giganti che tanto facevano tremare la gente al solo sentirli nominare?
Ma no.
Lui non voleva essere considerato un mostro..... Non voleva fare del male a nessuna donna.
Eppure a Sigyn aveva già fatto del male."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sigyn non stava riposando.
Non poteva, non ci riusciva.
Se ne stava semplicemente nel suo letto, con il viso poggiato contro i morbidi cuscini, fissando sconvolta gli angoli bui della sua stanza che iniziavano appena a venire rischiarati dalla luce dell'alba.
Da quando era tornata in lacrime alla sua camera, non l'aveva più lasciata e passava le ore a riflettere sugli eventi che le avevano sconquassato l'esistenza.
Aveva la assurda e sgradevole sensazione che da quando il Dio degli Inganni si era palesato dinnanzi a lei, rivelando i suoi continui tradimenti ed i suoi perversi inganni, fosse stato come se si fosse attivato l'ingranaggio di un enorme macchinario.
Qualcosa di oscuro e contorto che aveva trasformato la placida esistenza di Sigyn in puro caos.
Fino a pochi giorni prima lei non aveva null'altro a cui pensare se non la buona riuscita del suo matrimonio con Theoric, mentre ora si ritrovava legata ad un uomo che temeva; ad uno degli Asgardiani più pericolosi ed infidi del regno.
Un uomo che certo non la amava e non l'avrebbe mai saputa amare.
Il Padre degli Dei l'aveva voluta rassicurare di persona, dicendole che avrebbe spezzato quei vincoli che, tramite il matrimonio, si erano creati fra lei ed il fratello minore di Thor, promettendole che Loki sarebbe stato severamente punito per i danni che aveva osato compiere contro il regno, contro Odino stesso e contro di lei.
Lo avrebbe punito per la sua arroganza e la meschinità che esso aveva avuto nel prenderla in moglie, ingannandola.
Sigyn aveva creduto alle sue parole; tuttavia, quella stessa notte, dopo che ella era praticamente fuggita via dalla sala del trono, in preda ad un angoscia che non riusciva a definire, aveva raggiunto in tutta fretta la sua camera, come il Padre degli Dei le aveva tanto seccamente ordinato e si era chiusa la porta alle spalle, ignorando ogni altra cosa che non fosse stata il suo cuore agitato.
Sapeva che il principe Thor l'aveva seguita fin lì, forse semplicemente per obbedire al volere del Padre degli Dei o magari perché era sinceramente preoccupato per lei, ma Sigyn non si era voltata ad aspettarlo; né gli aveva rivolto parola.
Sapeva di essersi comportata in modo scortese con lui; con il figlio di Odino ed il futuro re, ed ora si vergognava per quelle sue azioni avventate, ma quando aveva lasciato la sala del trono era praticamente fuori di sé.
Aveva paura ed era arrabbiata.
Per la prima volta dopo tanti anni era arrabbiata veramente con qualcuno.
E quel qualcuno non era semplicemente Loki, ma anche Thor e Odino, perché all'improvviso ella si era rammentata che era anche colpa loro, in fondo, se si era trovata costretta a sposare il Dio degli Inganni.
Era colpa loro se Loki aveva avuto l'opportunità di usarla come scudo contro la collera del Padre degli Dei e del Dio del Tuono.
Loki, già, il fratello di Thor che lei non aveva mai osato chiamare per nome.
Era stato rude con lei, l'aveva minacciata e le aveva parlato sgarbatamente, ma.... Quando le aveva fatto veramente del male?
La risposta era mai.
Non l'aveva mai ferita e nemmeno colpita una sola volta.
L'aveva schiaffeggiata, picchiata, sfiorata con il pugnale con la quale la teneva in ostaggio?
La risposta a quelle domande era sempre la stessa: no, mai.
Anzi, ora che Sigyn ripensava all'accaduto, si accorgeva con scioccante chiarezza che Loki era stato quasi attento a non ferirla, assecondando a volte i suoi movimenti bruschi, quando lei aveva cercato di divincolarsi dalla sua stretta, allontanando la lama del pugnale dal suo collo proprio per evitare di ferirla.
Allora.... Allora forse quella del Dio degli Inganni era stata solo tutta una lunga messinscena?
Una enorme somma di bugie che lui aveva creato per far pensare a tutti, compresa lei, che non avrebbe esitato a farle del male, quando invece ferirla non era mai stato il suo intento.
Lui voleva fuggire e forse tutto quello che aveva fatto, lo aveva fatto solo per questo.
Per allontanarsi da Odino e da Asgard.
Per salvare la propria vita.
Le sue fredde e taglienti parole, alle volte irrisorie e fastidiose, l'avevano turbata, colpita come schegge di ghiaccio nell'anima, ma Loki alla fine le aveva fatto veramente del male solo con quelle; con la sua voce alle volte ingannevolmente melliflua, alle volte dura, tagliente, sgarbata e feroce.
E poi Sigyn aveva visto qualcosa di differente nei suoi occhi nella sala del trono, quando lo aveva raggiunto per chiedergli una volta ancora di Theoric.
Lui aveva ovviamente continuato la sua messinscena; ma alla fine, per un attimo soltanto, Sigyn aveva creduto di vedere il panico nei suoi occhi.
Se davvero Loki fosse stato un folle assetato di distruzione, non avrebbe nemmeno conosciuto la paura.
Invece lui sembrava provarla, questa sensazione.
E là, nella sala dorata, dove il Padre degli Dei avrebbe decretato la sua condanna, Loki aveva svelato per un attimo il suo inganno, lasciando involontariamente che Sigyn vedesse sul suo volto lo stesso terrore che lei provava quando stava accanto a lui.
Un terrore feroce, crudele, che il Dio degli Inganni provava nei confronti di Odino.
E adesso chissà cosa avrebbe aspettato il Dio degli Inganni?
Per un breve attimo Sigyn si ritrovò a domandarsi quale punizione Odino avesse decretato per lui e desiderò che non fosse stato troppo crudele con lui; non tanto da togliere la vita al suo stesso figlio, almeno.
Sigyn inspirò a fondo l'aria della mattinata imminente e chiuse per un istante gli occhi.
Lei non era più tanto sicura, adesso, di volere che Loki venisse punito.
Poi però scosse il capo e si rimproverò quasi immediatamente per quei pensieri.
Non doveva fare altro se non essere grata a Odino per qualsiasi condanna avesse dato a Loki.
Eppure non ci riusciva.
Non riusciva a volere del male ad una persona, nemmeno se quella persona era l'uomo che l'aveva ingannata e le aveva tolto la felicità dal cuore e dagli occhi.
Nei confronti di Loki lei riusciva a provare solamente un intenso e desolante timore, misto alla collera per le menzogne che lui le aveva raccontato.
Ma sopratutto era irata con il Dio degli Inganni perché temeva che lui avesse fatto del male a Theoric, prima di impadronirsi della sua identità.
Temeva che lui....
Sigyn aprì di colpo gli occhi ambrati, senza il coraggio di concludere quell'inquietante e nefasto pensiero.
Loki le aveva detto per ben due volte di non aver ucciso il capitano degli Einherjar, ma lei come poteva sapere se il Dio degli Inganni non le avesse raccontato ancora una volta mere e crudeli bugie?
Non poteva fidarsi di lui; cercando di scovare una parte di bontà che lo facesse sembrare più umano, solo per sentirsi più tranquilla.
Non desiderava false illusioni, e lei credeva di essere abbastanza saggia per capire a chi poteva credere e a chi no.
Ma se Loki le aveva raccontato solo un mucchio di menzogne, il Padre degli Dei non era stato da meno.
Lui, al contrario del Dio degli Inganni, sembrava averle mentito solo per cercare di non farla stare male più del necessario.
Per darle un barlume di speranza, facendole credere che tutto avrebbe potuto tornare come prima.
Ma Sigyn non ne era affatto convinta.
Era vero, certo, che il Padre degli Dei avrebbe punito Loki con una condanna severa e meritata.
Ciò che non era vero era che Odino avrebbe sciolto di li a poco il suo matrimonio con il principe traditore.
Sigyn era giovane, questo era vero, ma non era una sprovveduta.
Conosceva le leggi di Asgard e sapeva bene che, una volta che un matrimonio fosse stato celebrato, nessuno; nemmeno il Padre degli Dei avrebbe più potuto scioglierlo.
Nessuno ormai poteva aiutarla, e lei sarebbe sempre rimasta la sposa infelice di un principe folle.
Sigyn sospirò mestamente e si tirò su lentamente, scostando le coltri e sgusciando fuori pian piano dal letto.
Quando i suoi piedi scalzi toccarono il pavimento freddo della camera ella rabbrividì, ma non ci fece troppo caso e si alzò in fretta dal letto.
Ancora una volta lasciò correre il suo sguardo sulle pareti della propria stanza e all'improvviso si sentì piccola, vulnerabile e sola.
Immensamente sola.
Sola, come si era sentita tutte quelle volte in cui Theoric era dovuto partire per qualche missione su pianeti lontani, al seguito del Padre degli Dei.
Ogni volta la lasciava con un semplice abbraccio, senza nemmeno posarle un bacio sulla fronte, il suo corpo possente celato dietro all'armatura così come il battito del suo cuore che Sigyn non aveva mai potuto percepire.
Lei si era sempre immaginata che Theoric fosse agitato, preoccupato e dispiaciuto quando si recava da lei ad annunciarle la sua imminente partenza, eppure lui non glie ne aveva mai dato la prova; sempre regale e fiero; troppo composto e ligio all'etichetta degli Einherjar per scomporsi anche in momenti come quello.
Solo lo sguardo del capitano degli Einherjar lasciava intravedere un qualche minimo sentimento e Sigyn aveva sempre avuto l'impressione che quelle emozioni non fossero mai rivolte a lei.
Alla vigilia di ogni battaglia, di qualsiasi partenza, negli occhi di Theoric brillava una luce d'impazienza, quasi di furia, trattenuta a stento.
Tutte le volte lei lo salutava raccomandandogli amorevolmente di fare attenzione, pregandolo di tornare da lei.
Gli deponeva un lieve bacio sulla guancia, anche se sempre sperava che lui glie lo restituisse sulle labbra, ma questo non avveniva mai.
Theoric annuiva, le rivolgeva un lieve, pallido sorriso e poi, con un inchino formale, le volgeva le spalle e se ne andava.
Allora lei si sentita vuota, sola e quasi abbandonata, mentre osservava il suo promesso sposo che si allontanava da lei a passo di marcia, solenne e quasi impassibile, per andare a raggiungere i suoi compagni d'armi.
Quando lui se ne andava, ella tornava alla propria camera con l'impressione di avere il cuore a pezzi e si gettava sul letto a piangere.
Adesso, si sentiva esattamente come in quei momenti.
Lentamente, smettendo per un attimo di pensare, Sigyn tornò a muovere lo sguardo nella propria stanza, posandolo al suolo, in un angolo a parecchia distanza dal letto accanto al quale lei stava.
Qui giaceva, malamente abbandonato, l'anello nuziale che il fratello di Thor le aveva messo al dito sotto le false sembianze di Theoric, durante il matrimonio.
Era stata la stessa Sigyn a scagliare il piccolo cerchio dorato sul pavimento, lontano da lei, come se non avesse voluto più vedere quell'oggetto che la teneva legata ad un uomo che ella non amava.
Era riuscita a mostrarsi più forte di quello che in realtà era davanti alle minacce e alle parole del Dio degli Inganni, ma quando finalmente si era trovata sola nella sua camera, non aveva più potuto trattenersi.
Era stato allora che, mossa da un'improvvisa ira nei confronti del fratello del principe Thor, che l'aveva sposata con l'inganno, si era sfilata con rabbia l'anello, gettandolo via e dicendo a sé stessa che mai avrebbe più indossato quell'oggetto piccolo e dorato che sembrava legarla a Loki con forza, come una catena.
Eppure ora, sola nella propria camera, si vergognava quasi d'aver compiuto quel gesto.
D'altronde l'anello era quello che Theoric avrebbe dovuto infilarle al dito il giorno del loro matrimonio; era un oggetto importante e se le mani del Dio degli Inganni non lo avessero sfiorato, sarebbe stato l'unico ricordo che lei possedeva del suo vero promesso sposo.
Perché di Theoric lei non aveva nulla, tranne che i ricordi.
Ricordi che, ad essere sincera, non erano mai particolarmente intensi.
Questo perché Theoric era sempre sembrato più interessato ad Odino e ai suoi compiti di Einherjar che a lei.
Non aveva mai passato troppo tempo in compagnia della sua giovane e gentile futura sposa, nonostante questo a Sigyn, ogni volta che Theoric si allontanava da lei, le mancava terribilmente.
Le mancava, esattamente come ora.
Eppure adesso, inopportunamente, c'era anche il viso di un'altra persona che continuava a tormentarla ogni volta che chiudeva gli occhi e tentava di prendere sonno.
Era il viso di Loki.
Lei avrebbe solo dovuto odiarlo, come quando, poche ore prima aveva scagliato l'anello lontano da lei; eppure ella non vi riusciva.
In qualche oscuro modo continuava a sentire di essere preoccupata non solo per la sorte toccata a Theoric, ma anche a quella che avrebbe aspettato il fratello di Thor.
Loki non era niente per lei, tranne che un incubo ad occhi aperti, un uomo spregevole che le aveva tolto la felicità proprio il giorno del suo matrimonio, eppure....
Eppure c'era sempre una strana tristezza di fondo che sembrava legarla a lui in una maniera confusa, contorta, che Sigyn non riusciva a capire.
Aveva paura di lui, però sapeva anche che il Dio degli Inganni era l'unico che in quel momento conoscesse la verità su cosa fosse accaduto al capitano degli Einherjar e forse lei era preoccupata, perché sapeva che, se al fratello del Dio del Tuono fosse accaduto qualcosa di male, con lui sarebbe anche svanita l'unica occasione che lei e gli altri avevano per rintracciare Theoric.
Non che ella non confidasse nelle straordinarie capacità del guardiano del Bifrost.
Tuttavia, temeva profondamente che nemmeno Heimdall sarebbe stato in grado di scoprire su quale pianeta il capo degli Einherjar fosse stato scaraventato dal potente raggio del Bifrost.
Lentamente, Sigyn si avvicinò all'anello che giaceva sul pavimento levigato della propria stanza da letto e chinandosi lo raccolse delicatamente nelle mani, iniziando a farlo rigirare sul palmo aperto.
Avrebbe probabilmente continuato a riflettere sugli ultimi, confusi avvertimenti che stavano prepotentemente sconvolgendo la sua vita, senza che lei avesse potuto fare nulla per impedirlo, se all'improvviso, qualcuno all'esterno della propria camera, non avesse interrotto i propri pensieri, bussando lievemente alla porta che la separava dal corridoio esterno e, Sigyn lo sapeva, anche dalle due guardie Einherjar che Thor aveva messo a sorveglianza della camera.
Senza riflettere più di tanto a ciò che faceva, la donna tornò ad infilarsi l'anello al dito e raggiunse la porta, socchiudendola leggermente.
Aveva l'assurdo timore di potersi ritrovare ancora una volta faccia a faccia con il Dio degli Inagnni e, istintivamente il suo cuore accelerò i battiti, per paura, o forse per qualcosa'altro?....
Sigyn non concluse il pensiero, poiché aperta la porta si trovò ad osservare non il viso affilato di Loki, magari con stampato in faccia quel suo sogghigno malefico, né quello di Thor, o di un qualsiasi altro Einherjar, ma quello deciso di lady Sif.
La guerriera se ne stava immobile dinnanzi alla porta della camera di Sigyn, con le braccia incrociate e l'aria esitante di chi è stato mandato da altri a portare un messaggio.
<< Lady Sif. >> la salutò automaticamente Sigyn, allontanando in fretta lo stupore che quella visita inattesa aveva creato in lei.
Come aveva immaginato, la guerriera le sorrise leggermente, annunciandole immediatamente, quasi stesse recitando delle parole a memoria: << Sono stata mandata dal Padre degli Dei a vedere come state, Lady Sigyn.... >>.
Esitò e per un istante la donna dai capelli biondi pensò che l'altra avrebbe aggiunto qualcosa, ma così non fu.
Allora, fu la stessa Sigyn a riprendere parola, mormorando utilizzando alcune frasi composte che le sembravano adatte all'occasione: << Sto bene, Lady Sif e sono molto onorata che il Padre degli Dei abbia pensato a me, in un momento difficile e complicato come questo. >>.
Non era tutta la verità, visto che in realtà non stava affatto bene, era praticamente sconvolta e non faceva altro che pensare a Theoric e Loki, con uno strano miscuglio confuso di emozioni che la tormentavano di continuo, confondendole le idee.
<< Voi come state? >> chiese poi, rivolta ancora una volta alla guerriera.
Sif parve stupita dalla domanda e per un attimo non rispose.
Poi, sorridendole di nuovo, replicò: << Sto bene. >>.
Poi, facendosi più decisa, annunciò: << Loki non mi ha praticamente sfiorata e se l'avesse fatto si sarebbe ritrovato in meno di un secondo con la lama della mia fedele spada puntata contro alla gola. >>.
Sigyn sobbalzò leggermente a quelle parole, pronunciate con tanta disinvoltura dalla alta donna bruna dinnanzi a lei ed in tutta fretta abbassò lo sguardo al suolo.
Sif parve notare la sua agitazione ed allora, smise di restare sulla porta, impettita come un vero e proprio soldato e, avvicinandosi un poco a lei, le poggiò una mano sulla spalla destra, domandandole con un intuito tutto femminile: << Non va tutto bene, vero lady Sigyn? >>.
La giovane donna bionda che era andata involontariamente in sposa a Loki tornò a sollevare quasi timidamente lo sguardo sull'altra donna, ammettendo con un filo di voce: << No. >>.
Scosse il capo e tacque.
<< Perché non mi inviti ad entrare nella tua camera? >> le domandò all'improvviso Sif, iniziando a darle del tu e smettendo di parlare con lei come se fosse una sconosciuta con la quale attenersi ad un comportamento rigido e severo.
All'improvviso Sigyn ebbe l'impressione che forse quella donna avrebbe potuto capire le emozioni strane che la stavano assalendo in quelle ultime ore e, sperando che lei avrebbe potuto magari aiutarla a dare un senso a tutta la propria confusione, annuì lentamente, scostandosi dalla porta ed invitando l'altra ad entrare con un gesto della mano e una sorta di leggero inchino.
<< Grazie. >> replicò l'altra, oltrepassandola, entrando in camera e andando immediatamente ad accostarsi alla finestra ampia che dava sui giardini del palazzo reale.
Non appena Sigyn ebbe richiuso la porta alle sue spalle, Sif tornò a sorriderle, ammettendo: << Non me la sentivo di continuare a parlare con te come se fossimo due perfette sconosciute. E poi, mi infastidivano i due Einherjar di guardia davanti alla porta della tua stanza. >>.
Sigyn annuì, con l'impressione che l'altra donna stesse facendo di tutto nel tentativo di sdrammatizzare quel momento e di far sentire Sigyn meno tesa ed insicura.
Sfortunatamente non stava ottenendo grandi risultati.
Sigyn sospirò: << Già. Sembra che Odino abbia deciso di farmi sorvegliare notte e giorno. Pare che il Padre degli Dei abbia iniziato a pensare di me che io sia una fuorilegge al pari di.... >>.
Tacque di colpo e distolse in fretta lo sguardo dall'altra donna, che concluse per lei: << Di Loki? >>.
Sembrava stupita dal fatto che Sigyn non pronunciasse mai il nome del Dio degli Inganni.
Sigyn annuì.
<< Il Padre degli Dei ha messo quegli Einherjar a tua sorveglianza solo per difenderti da eventuali attacchi. >> le spiegò con calma la donna guerriero, lisciando leggermente la corta gonna rossa che portava sopra ai calzoni aderenti.
L'armatura che indossava riluceva di riflessi argentei alla flebile luce del giorno che stava nascendo.
<< Attacchi? >> ripeté Sigyn confusa, sollevando di scatto la testa: << Mi domando da parte di chi. >>
<< Non ne ho idea. >> rispose sinceramente Sif, scrollando le spalle: << Ma..... è meglio che tu ascolti il tuo re e resti per qualche giorno nella tua stanza. >>.
Sigyn assentì vagamente.
Era distratta e, anche adesso non riusciva ad evitare di pensare a Loki e alla orribile  e severa punizione che Odino gli aveva di certo imposto.
Ma più che altro, pensava ancora a Theoric.
Per un breve ma intenso attimo, né Sigyn né Sif parlarono più.
Poi, improvvisamente la giovane dai capelli biondi chiese, sollevando il viso per guardare in faccia l'altra donna più alta di lei : << Lady Sif, dimmi la verità. Pensi che Theoric sia ancora vivo? >>.
Mentre pronunciava quella domanda che quasi le era sfuggita dalle labbra senza che lei lo volesse veramente, ma che era il fulcro reale della sua tristezza, Sigyn trattenne il fiato.
Voleva sapere ciò che l'altra donna pensava, ma aveva anche paura di ascoltare la sua risposta.
Forse Heimdall aveva già trovato il capitano degli Einherjar ma nessuno era andato a riferirlo a Sigyn perché Theoric era già morto e.....
Sigyn scacciò in fretta quei pensieri funesti che inesorabilmente continuavano ad ossessionarla e scoccò una breve occhiata a Sif.
La donna guerriero rimase in silenzio per un attimo, prima di rispondere semplicemente: << Si. >>.
Sembrava fermamente convinta di quello che diceva, anche se appariva vagamente assente, come se anche essa stesse pensando ad altro.
Forse stava cercando il modo di dire qualcosa che pensava a Sigyn; senza trovarlo, e poiché non aggiungeva altro, Sigyn tornò a guardarla, domandandole ancora: << Come puoi saperlo? >>.
<< Non posso, è vero, ma.... Questo è quello che penso. Theoric è un guerriero straordinario, Sigyn; non sarebbe diventato il capitano degli Einherjar, altrimenti. Tu forse non lo sai, perché pur essendo la sua promessa sposa, non l'hai mai visto combattere sul campo di battaglia, ma io si, invece. Ho combattuto al suo fianco e mi sono allenata nell'arena insieme a lui. Era un po troppo avventato alcune volte, come Thor....Come tutti noi guerrieri. >> sorrise leggermente a quell'ammissione, alzando per un istante lo sguardo al soffitto: << Ma Theoric sapeva sempre ciò che faceva e quando combatteva, metteva tutta l'anima in quello che faceva. >>.
Tornò a guardare Sigyn, incoraggiante: << Le sue azioni erano sempre votate al bene di Asgard e non posso credere che Loki sia riuscito a sconfiggerlo in battaglia. >>.
<< Si. Suppongo tu abbia ragione. >> mormorò l'altra donna in risposta: << Io.... Mi auguro sia esattamente così. >>.
Per un lungo attimo fra le due donne cadde il silenzio.
Poi, quasi Sif fosse riuscita a leggere i pensieri dell'altra donna, tornò a parlare, dicendo: << Da quando il Padre degli Dei e Thor hanno scoperto l'inganno di Loki, Heimdall non ha smesso per un solo istante di scrutare i nove regni da est a ovest; da nord a sud. >>.
<< Sta cercando Theoric! >> esclamò Sigyn, speranzosamente: << E dimmi, lady Sif, ci sono novità? Il Guardiano del Bifrost ha trovato qualcosa? Un indizio, magari, su dove possa essere il mio compagno? >>.
Sif non rispose subito, ma chinò il capo e iniziò a fissare le proprie mani unite in grembo.
<< Non ancora, vero? >> domandò Sigyn a voce bassa, comprendendo ogni cosa, solo dai movimenti lenti e desolati dell'altra donna.
Sif scosse il capo ed i capelli neri, raccolti sulla sommità del suo capo in una lunga coda di cavallo, si agitarono alle sue spalle con foga: << No, purtroppo. >>
Poi, notando l'espressione desolata sul viso di Sigyn, tentò di rassicurarla, aggiungendo: << Ma sono sicura che presto Heimdall riuscirà a rintracciare il tuo futuro sposo. >>.
Sigyn assentì, ma per un istante non parlò più.
Allora Sif si chinò in avanti, verso l'altra donna più piccola ed esile, domandandole gentilmente: << A che cosa stai pensando? >>
<< Al principe. >> mormorò lentamente Sigyn: << Che ne è stato di lui? >>.
Lady Sif non parve stupita dalla domanda e immediatamente rispose: << è gentile da parte tua preoccuparti per lui, ma il principe Thor sta bene. è forte e tenace, il futuro re di Asgard. >>.
Sigyn guardò la donna guerriero con aria smarrita.
Era strano che Sif avesse immediatamente pensato a Thor, quando lei non aveva nemmeno fatto il nome del Dio del Tuono.
<< Io.... >> Sigyn si mordicchiò le labbra a disagio.
Improvvisamente non riusciva più a spiegare ciò che voleva dire.
<< ...Non mi riferivo a..... quel principe ma....  All'altro...>> balbettò alla fine.
Sif aggrottò la fronte.
Adesso che Sigyn aveva parlato "dell'altro principe", come lei lo definiva, la donna guerriero aveva immediatamente compreso di chi la giovane dai capelli biondi stesse parlando.
<< Ti riferisci a Loki?! >> le domandò comunque.
Sigyn assentì leggermente.
<< Mi stai chiedendo che fine ha fatto il Dio degli Inganni? L'uomo che ti ha tenuta in ostaggio? >> Sif sembrava di minuto in minuto sempre più sconcertata.
Sgyn annuì una volta ancora, sentendosi una perfetta sciocca.
<< Vorrei sapere che tipo di punizione gli ha inflitto il Padre degli Dei. Lui.....>> sollevò lo sguardo su Sif, afferrandole le mani fra le sue in uno slancio improvviso: << Lui non è morto; vero? Lady Sif, dimmi che Odino non l'ha condannato a morte; ti prego. >>.
Aveva parlato tutto d'un fiato, quasi disperatamente ed il suo copro era scosso da emozioni indecifrabili ma intense.
Seguì un profondo silenzio, mentre Sif guardava la giovane donna bionda accanto a lei come se all'improvviso non riuscisse più a riconoscerla.
<< Non vorrai forse farmi credere che tu sei preoccupata per Loki?! >> le domandò poi, e la sua fu quasi una specie di accusa.
Sigyn si mosse a disagio e questa volta non rispose subito.
<< Be... >> le parole le morirono sulle labbra, ancor prima di poter essere pronunciate.
Non sapeva cosa dire.
Lei si stava preoccupando per il fratello oscuro di Thor?
No; non poteva essere.
Questo era inaudito; impossibile.
A lei non interessava la sorte del traditore dagli occhi verdi ed i capelli neri.
Per lei solo Theoric era importante ed era proprio per salvare il capitano degli Einherjar che era costretta a pensare a Loki di continuo.
<< Dimmi solo quale è stata la punizione che il Padre degli Dei gli ha inflitto. >> disse di nuovo, dopo un attimo di pausa.
Sif continuò a guardare il viso della donna bionda accanto a lei, quindi scuotendo il capo, le spiegò: << Se davvero ci tieni a conoscere la sorte che è spettata a Loki, allora posso dirti che il padre degli dei ha deciso per lui che venga chiuso nelle prigioni più oscure della Città Eterna, senza alcun tipo di compagnia; solo, per il resto dei suoi giorni. >>
<< Per il resto dei suoi giorni...?! >> ripeté Sigyn con un filo di voce, mentre le sue mani sottili scivolarono via da quelle della donna guerriero.
<< Esatto e non è finita qui. >> continuò Sif, pensando di risollevare il morale all'altra donna, parlandole della punizione spettata all'uomo che l'aveva sposata con l'inganno e poi minacciata con un pugnale puntato alla gola.
Sigyn tornò a farsi attenta, ma sembrava preoccupata per quello che l'altra le stava dicendo.
<< Odino ha privato Loki di tutti i suoi poteri magici. D'ora in avanti, il fratello di Thor si sentirà ben più che solo in quelle prigioni. Senza l'aiuto della sua magia, Loki non è nulla. >>.
Sigyn rimase a fissare l'altra donna in silenzio, per un attimo, poi lentamente si lasciò cadere seduta sulla sponda del letto.
Sul suo volto era adesso comparsa un'espressione inquieta.
Qualcosa nelle parole di Sif pareva averla scossa, e la donna guerriero vide negli occhi ambrati dell'altra un ansia che confinava con la paura stessa.
<< Che cosa c'è che non va? >> le domandò in fretta, sedendosi automaticamente sul letto accanto a lei.
Sigyn teneva gli occhi fissi sul dorso delle mani e non parlava.
Sapeva che l'altra donna continuava a guardarla, confusa dalla sua inattesa reazione, ma non riusciva a guardarla a sua volta in viso.
<< Loki sta avendo solo ciò che si merita! >> borbottò Sif, sempre senza capire cosa turbasse tanto Sigyn.
<< Forse.... Forse è così, ma...... >> alla giovane donna dai capelli color del miele mancò la voce e la stanza divenne tutto a un tratto totalmente silenziosa.
Chiuse gli occhi con forza, deglutendo a vuoto.
Stranamente, inconcepibilmente, li sentiva bagnati di lacrime.
Ma lacrime per chi?
Per Loki? No, mai!
Per Theoric, certamente. Doveva essere così.
<< Ma che cosa? >> domandò Sif, alzando un poco la voce, irritata non con Sigyn ma con il Dio degli Inganni a cui anch'ella stava adesso pensando: <<  Lui ti ha usata e minacciata solo ed esclusivamente per portare a termine i propri perversi scopi e tu dovresti solamente essere grata al Padre degli Dei per aver dato a Loki questa punizione. >>.
Sigyn non alzò la testa, né aprì gli occhi.
Si limitò ad annuire, anche se lo fece con scarsa convinzione.
Per un lungo attimo nella camera da letto di Sigyn cadde un profondo silenzio, mentre le due donne stavano sedute sul bordo del letto, l'una accanto all'altra, impensierite.
Poi, improvvisamente Sigyn, afferrando l'altra donna per le braccia, dichiarò: << Lady Sif, io devo vedere il fratello di Thor! >>.
La guerriera dai capelli bruni e gli occhi verdi si alzò in fretta in piedi, con un espressione angustiata sul volto.
Con quel suo gesto brusco si era tirata dietro Sigyn, che, a sua volta si era alzata dal letto, ma non parve farci caso.
Esitava e sembrava sempre più confusa dalle affermazioni della donna bionda.
Era ben evidente che non si aspettava da Sigyn una simile richiesta.
<< Loki è prigioniero e.... >> stava per ribadire, non sapendo che altro dire, ma Sigyn al suo fianco, insistette: << Devo vederlo, lady Sif, ti prego! Devo raggiungere le prigioni per poter parlare con lui. Devo potergli chiedere di Theoric. Questa cosa non può aspettare! In questo preciso momento, il capitano degli Einherjar potrebbe essere in pericolo, disperso su chissà quale pianeta. >>.
C'era un immensa disperazione negli occhi della giovane dai capelli biondi, ed il suo volto era pallido e teso.
Mentre parlava la voce le si spezzava, nello sforzo di sottolineare l'urgenza di ciò che affermava.
<< Dunque è a Theoric che stavi pensando, quando mi hai chiesto della sorte che spettava Loki. >>
<< Se al fratello di Thor dovesse succedere qualcosa di male, con lui se ne andrebbe l'unica speranza che io possiedo per scoprire dov'è Theoric. Capisci? >>
<< Capisco. >> assentì Sif assumendo un tono di voce calmo e pacato: << Capisco che dovresti prendere un po di tempo per riflettere meglio su questa faccenda. Potrebbe essere un grave errore. Ti stai assumendo un incarico fuori dalle tue possibilità. >>.
<< Ti prego, Sif, io.... >> Sigyn non riuscì a concludere la frase, perché l'altra donna ribadì, con un veloce gesto della mano: << Non puoi recarti nelle prigioni! Sarebbe un vero e proprio affronto contro il volere del Padre degli Dei. >>.
<< Ma io devo sapere dov'è Theoric e solo il fratello del principe Thor può aiutarmi. >> e mentre pronunciava questa supplica, a Sigyn tornarono in mente chiare le parole che Loki le aveva rivolto nella sala del trono, pochi attimi prima che lei venisse letteralmente scacciata dal Padre degli Dei.
" Può darsi che me ne possa rammentare.....In futuro."
Quelle parole le rimbombavano nella mente come se Loki fosse lì, accanto a lei e glie le stesse ripetendo con lo stesso sogghigno ambiguo sulle labbra tese.
Non le aveva detto che non sapeva dove Theoric fosse stato trasportato dal raggio del Bifrost.
Aveva semplicemente affermato che non riusciva a rammentare su quale pianeta il raggio arcobaleno fosse diretto.
Allora, perché non tentare di farsi dire dallo stesso Loki dov'era Theoric?
Forse con il timore della prigionia, il fratello minore di Thor sarebbe diventato più ragionevole e collaborativo.
Sigyn non ci sperava poi molto, ma.... Non valeva forse la pena tentare?
<< Abbi pazienza, Sigyn. Vedrai che Heimdall prima o poi lo troverà. >>
<< E se quel poi fosse troppo tardi per Theoric? >>
<< Riposa ora, cara. Sei sconvolta e hai bisogno di dormire. >> le suggerì gentilmente Sif, rivolgendole un tenue sorriso :<< Vedrai che poi ti sentirai meglio e l'idea di andare da Loki nelle prigioni, non ti sfiorerà neppure più la mente. >>.
<< Non penso cambierò idea. >> Sigyn aveva parlato con onestà, ma si accorse troppo tardi che quelle parole avrebbero potuto essere intese dall'altra donna come una sorta di sfida.
Sif per un breve attimo rimase ammutolita ad osservare Sigyn da capo a piedi.
Sembrava quasi stesse valutando la possibilità che la giovane donna dai capelli biondi andata in sposa per puro caso a Loki, fosse in realtà in combutta con lo stesso Dio degli Inganni.
Poi, però, parve convincersi del contrario e tornò a sussurrare: << Riposa e stai tranquilla. Abbi fiducia in Heimdall e tutto si sistemerà, vedrai. >>.
Le rivolse un nuovo rapido sorriso, quindi si diresse alla porta e uscì in fretta dalla stanza.
Sigyn seguì istintivamente l'altra donna fino alla porta, salutandola con un lieve inchino.
Poi si chiuse la porta alle spalle e, sospirando poggiò la schiena contro di essa, spostando il suo sguardo desolato verso il soffitto, osservando distrattamente il sole del mattino ormai giunto che entrava a fiotti dall'ampia finestra, danzando sulle pareti lucide della camera.
La vista della luce del sole avrebbe per lo meno dovuto scaldarla un poco; invece in quel momento Sigyn aveva l'impressione d'essere fredda e vuota.
Aveva creduto che almeno Lady Sif l'avrebbe ascoltata, comprendendo i suoi timori e le sue ansie, ma non era stato affatto così.
La guerriera era una donna coraggiosa, ma anche lei, esattamente come tutti gli altri, non avrebbe mai osato contraddire Odino.
Nemmeno in un caso come quello; in cui il Re di Asgard si lasciava guidare forse più dalla collera che dalla ragionevolezza e dal buonsenso.
Lentamente Sigyn si staccò dalla porta chiusa alle sue spalle e si avvicinò alla finestra, sollevando lo sguardo per scrutare la vastità della Città Eterna.
Asgard sembrava vuota, silenziosa, avvolta in una tranquillità che a lei in quel momento era esclusa.
La vita sembrava aver già ripreso a scorrere normalmente per tutti gli abitanti del regno.
Tutti....O quasi.
Sigyn aveva adesso l'impressione di essere la sola in tutta la Città Eterna ad essere stata veramente toccata dagli ultimi nefasti avvenimenti che avevano sconquassato la sua vita alla corte di Odino.
Gli altri, avevano ripreso, come se nulla fosse accaduto, le loro abituali occupazioni.
Certo, la gente di Asgard aveva iniziato a chiacchierare da subito; da quando quella notte aveva veduto comparire Loki nei corridoi del palazzo regale.
Da quando lo avevano visto legato con delle catene e scortato da Odino e da un'intera guarnigione di Einherjar verso la sala del trono.
I pettegolezzi su ciò che era avvenuto durante il matrimonio di Sigyn erano all'ordine del giorno, ma nulla era veramente cambiato per loro.
Per lei, invece, era cambiato tutto.
Sigyn sentì le lacrime solcarle ancora una volta gli occhi, ma si fece forza e le ricacciò immediatamente indietro.
Non sarebbero servite a nulla; non certo a lei e nemmeno a Theoric.
Le lacrime non servivano mai per venire fuori dai guai e dalle situazioni peggiori.
Al capitano degli Einherjar serviva solo una cosa in quel momento: aveva bisogno che qualcuno riuscisse a rintracciarlo, per aiutarlo a ritornare ad Asgard sano e salvo, dai suoi uomini, da Odino e da lei..... Dalla sua promessa sposa.
Con sguardo mesto la giovane donna dai lunghi capelli color miele chiaro tornò ad osservare il paesaggio fuori dall'ampia finestra.
Quando Theoric sarebbe tornato alla Città Eterna, Sigyn era certa che tutto si sarebbe sistemato per il meglio.
Lei però non poteva continuare a restarsene buona ed in silenzio, rinchiusa nella sua camera come se anche lei fosse stata una fuorilegge al pari del fratello di Thor.
Non poteva più restare ferma ad aspettare.
Doveva fare qualcosa per Theoric, per lei e per il loro legame.
E sapeva che per riuscire a portare a termine il compito che ella stessa si era appena assegnata, doveva chiedere aiuto all'ultimo uomo da cui avrebbe desiderato tornare.
L'unico uomo del quale temeva la vicinanza; il solo che la facesse sentire fragile e insignificante: doveva chiedere aiuto a Loki; al Dio degli inganni.
  
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