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Autore: Mew_vale    21/08/2017    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 62
 
 
[Giulia]
Lo so, abbiamo tutti un passato sentimentale, perciò il tuo ragazzo non dovrebbe mai fare tragedie epocali venendo a conoscenza di alcuni dettagli, per quanto scabrosi, in teoria! Massimiliano non mi sembra il tipo capace di chiudere una relazione dopo una scoperta poco piacevole come un’avventura avuta prima di conoscerci! Ma c’è anche da dire che di occasioni per parlarne con lui ce ne sono state tante per esempio durante il nostro primo appuntamento al Caffè Charme, quando gli misi la pulce nell’orecchio su Isabella e Diego (anzi, gli ho proprio rivelato la verità), solo per mettere i bastoni tra le ruote a Diego e alla sua nuova ragazza…
 
Non mi era mai accaduto prima: passare tutta la notte nel letto con un ragazzo senza fare alcunché se non dormire! Del resto,come avremmo potuto? Massimiliano non faceva che parlare della sua Isabella! Ci mancava poco che chiamassi il portiere di notte di quella specie di hotel di quart’ordine per farmi portare un casquet a forza di sentirlo lagnarsi sulla sua amata Isabella che gli aveva confessato di avere una relazione con un altro! Non gli ho mai detto di aver passato tutta la notte a spidocchiare il suo smartphone… so più cose di lui di quelle che lui immagina! Ma anche su quel cavolo di aggeggio il suo nome e la sua faccia predominavano come se al mondo non esistesse altro per cui vivere!
<< Ma che c’avrà di tanto carino questa Isabella?! >> Borbottai, facendo attenzione a non svegliarlo.
<< Isabella… >> Mugugnò lui nel sonno, girandosi verso di me e abbracciando il mio giro vita. Bhe, carino era carino! Ma tutti dietro a lei dovevano andare i ragazzi carini?
<< Se non fossi ubriaco mi toglierei proprio lo sfizio. >> Pensai a voce alta.
<< Se solo sapessi che la tua Isabella se la fa con Diego Mendoza! Povero tesoro, come si fa a lasciare un bel ragazzo come te? >> Mi chiesi, accarezzando la sua guancia. Mi venne in mente solo in quel momento che magari una bella spintarella per riprendersi la sua Isabella non poteva che giovare anche a me?
Mi addormentai svegliandomi poco dopo e tornai a casa, non prima di avergli lasciato quel biglietto con su scritto:

E’ stato bello consolare il tuo povero cuore infranto! Penso che, quando leggerai queste righe, non ti ricorderai di quanto successo stanotte e di ciò che ti ho detto. Se ti interessa arrivare all’Ecomoda preparato a ciò che ti aspetta da oggi in poi, vieni a fare colazione alle 07.15 al Cafè Charme.
Purtroppo me la devo svignare e rientrare dalla finestra prima che mio padre si svegli e si accorga che ho passato la notte fuori! Un bacio.
P.S.- Ti ho memorizzato il mio numero nella rubrica.
Giulia Valencia.

La mattina stessa mi sedetti allo Charme Caffè. Estrassi dalla mia borsetta lo specchietto per darmi un ultima controllatina! Ero perfetta! In effetti dubitavo che si sarebbe presentato. Ma, con mia somma sorpresa, eccolo arrivare, più o meno presentabile dopo la sbronza della sera prima.
<< Ehilà, come mi senti? >> Lo salutai.
<< Confuso, molto confuso. >> Rispose, non ricambiando il saluto. Non mi sorprese, vista la balla che aveva tirato su la sera prima!
<< Bhe, sono qui per aiutarti. >> Sì, per aiutarlo a fare chiarezza, ma non su quello che non avevamo fatto quella notte!
<< Giulia, prima di ogni altra cosa devo farle una domanda… Noi questa notte…? >> Mi chiese timidamente ma con sguardo eloquente. Magari!
<< Per chi mi hai preso? Per mia nonna, a quanto pare visto che continui a darmi del lei! >> Risposi fingendomi oltraggiata dalla sua allusione.
<< Lei è un’azionista dell’Ecomoda. >> Ci tenne a ricordarmi.
<< Singolare, tu se l’unico che mi tratta come tale. >> Osservai. Per gli altri ero solo una presenza scomoda che non meritava rispetto per la piccola quota che possedeva all’interno dell’azienda!
<< Che vuoi dire? >> Mi domandò.
<< Non ti sei accorto come mi trattano all’Ecomoda, a cominciare dal bene odiato presidente? >> Chiesi, dirottando la conversazione su Diego.
<< Io sto sempre alla reception. >> Precisò per ricordami che era disinformato sulle dinamiche in atto al secondo piano.
<< Allora te lo spiego io, per esempio citerò l’episodio di ieri. Ho domandato a Isabella di andare a prendermi un caffè, e lei lo ha fatto mentre io mi stavo avviando in atelier. Quando sono arrivata lì, c’erano Ugo, Camilla, Lorenzo e Dego pronti con dei fucili a canne mozze puntati verso di me, che mi domandavano dove fossi finita! Io ho dovuto raccontare che ero con te alla reception, ti ricordi quando mi hai detto che saresti andato con Isabella a vedere una casa? >> Raccontai. Lui annuì confuso.
<< Quando ho detto questa frase davanti a Diego è diventato nero in volto ed è scattato come una molla, dicendo che doveva andare da Isabella a firmare degli assegni. E il bello non è ancora venuto, perché poi ho dovuto litigare con Diego per Isabella. Io stavo protestando contro la tua… bella, diciamo, perché non mi aveva portato il caffè e Diego si è prodigato per difenderla, non ti dico in che modo! >> Raccontai con fare da pettegola.
<< Prima cosa, non provare più a trattare come la tua servetta Isabella! Punto secondo, lei è bella. Non ha bisogno di gonfiarsi le labbra come canotti e di giare con un seno finto, ma è bella! >> Mi redarguì offendendomi per le mie misure, tutte naturali! Chi disprezza compra, pensai!
<< Bada a come parli! E poi stanotte mi sembrava apprezzassi i miei canotti! E il mio seno è tutto naturale! Ho detto che non abbiamo fatto l’amore, non ho detto che non ci siamo sfiorati! >> Mentii. Era stata una notte talmente monotona che mi ero addormentata per la noia! Massimiliano sembrò credere alla mia invenzione perché abbassò lo sguardo accarezzandosi la fronte.
<< Ok, i Mendoza non ti rispettano come loro socia. Non capisco questo cosa centri con la notte che abbiamo passato, e con ciò che mi aspetta all’Ecomoda! >> Intervenne quasi eclissando le allusioni alle nostre immaginarie effusioni.
<< Sei proprio duro di comprendonio. Ma ripeterlo, come ho fatto questa notte, non mi costa nulla. DiegoArmando Mendoza è l’uomo che ti ha soffiato la tua bella Isabella! >> Gli confessai smettendo di girarci intorno. Mi guardò con espressione attonita. Povero ragazzo, tanto prima o poi lo avrebbe saputo!
<< Diego Mendoza? >> Mi chiese incredulo. Annuii con un ghigno e lui divenne meditabondo. Pensavo che il fatto di sapere contro chi stava lottando gli avrebbe dato la spinta necessaria a combattere per amore. Per fortuna mi sbagliavo o oggi non sarebbe il mio ragazzo!
<< Ha perfettamente senso. >> Intervenne dopo qualche attimo di interdizione.
<< Mi dispiace dover darti questa pessima notizia! Insomma, la ragazza che hai amato per sette anni, a cui hai proposto le nozze, per cui hai girato il mondo abbandonando la tua vita, si dimentica di te per iniziare una relazione con uno dei ragazzi più ricchi e desiderati della Colombia. Non posso che dispiacermi per te! >> Esclamai, presentando quella che all’epoca era del tutto finta comprensione. E in effetti le parole che ho usato erano tutt’altro che incoraggianti. Magari dentro di me il mio intento non era quello di spingere Massimiliano a lottare per lei ma ad arrendersi? Sì, in effetti potrebbe essere stato durante quella notte passata ad osservarlo che si è acceso il mio interesse per lui…
<< A me sembra solo che il tuo scopo sia girare il coltello nella piaga! >> Mi accusò.
<< Non è così! Voglio solo farti capire che tu ed io oggi abbiamo un obiettivo comune, che è rovinare Diego Mendoza, rovinare la storia tra lei e Isabella, e magari anche portargli via la presidenza. Sai, se mio fratello ottenesse la presidenza, sarebbe molto gentile con te, al contrario di Diego Mendoza! >> Mentì, per poi porre la faccenda su un piano diverso da quello sentimentale. Ecco, in quell’occasione avrei potuto confessargli che cercavo di mettere i bastoni tra le ruote a Diego per vendicarmi di come mi aveva liquidata dopo un paio di sveltine.
<< E’ questo che ti muove? Strappare la presidenza a lui per darla a tuo fratello? >> Mi chiese.
<< Cos’altro dovrebbe essere? >> Chiesi, non confermando la sua ipotesi ma neanche smentendola.
<< Mi dispiace, non lo farò. >> Si dichiarò contrario con mia somma sorpresa, prima di alzarsi e di lasciare il saldo del conto sul tavolo.
<< Sei sordo? Non hai capito cosa ti ho detto? Quel tipo ti ha soffiato la donna! E la farà soffrire! Prima o poi la tradirà con qualche modella, o la pianterà per qualche gatta morta! E la tua Isabella che tanto ami, si ritroverà con il cuore infranto! >> Gli feci notare fornendogli dei pretesti per assecondarmi.
<< Vuol dire che in quel momento avrà un amico su cui contare, non un nemico che riderà alle sue spalle! Arrivederci. >> Salutò. Niente da fare,era proprio un bravo ragazzo e fedele ai suoi principi!
 
 
Ed oggi sono felice che lui sia così, proprio queste sue caratteristiche mi hanno resa pazza di lui a piccole dosi di battibecchi e osservando come soffriva per quella delusione amorosa! Un uomo che ama come lui non merita una persona infima e bugiarda come lo sono io. Come posso io, che ho tradito e tramato alle spalle altrui, mettere al mondo un figlio? Con quale faccia tosta potrei insegnargli che le bugie hanno le gambe corte e che bisogna sempre rispettare il prossimo? Io che non l’ho fatto,spesso e volentieri! Non ho rispettato me stessa, innanzi tutto! Ho deriso Isabella perché non è appariscente, festaiola e disinvolta come la maggior parte delle mie amiche e donne che conosco, ho tradito Paola… la mia amica Paola, a cui raccontavo tutto, quell’amica che rispondeva sempre al telefono quando avevo un problema, per quanto stupido potesse essere! Fa bene a non rispondere più ai miei messaggi: merita di meglio! Ad un certo punto, immersa in tutti questi pensieri e recriminazioni, non resisto più e scoppio a piangere. Sposto la scodella di insalatona che il mio stupendo e perfetto ragazzo ha preparato, con crostini di pane integrale, come piace a me!
<< Amore… Amore, non fare così! Vedrai che ce la faremo se dovessi essere incinta! Tesoro! >> Mi rincuora il mio ragazzo accarezzandomi la schiena. Nascondo la testa tra le braccia.
<< Non… non capisci… Io non sono degna di te, del tuo amore, dell’affetto di nessuno! Tanto… tanto meno dell’affetto di un figlio!... Mi sentirei un’ipocrita impartendogli un’educazione severa sapendo di aver fatto tutto l’opposto… >> Singhiozzo.
<< Tesoro, nemmeno i miei sono stati irreprensibili da giovani! Tutte le persone da giovani attraversano quel periodo in cui vivono un po’ alla giornata, in barba alle regole, e comunque fanno e allevano figli! >> Mi rincuora. Mi alzo bruscamente e mi dirigo verso l’uscita. Infilo un giubbotto a caso e afferro le chiavi dell’auto.
<< Ti calmi?! Sembri invasata! Dove stai andando? >> Mi chiede spaventato dallo stato in cui mi trovo.
<< Per favore, ho bisogno di stare da sola! Ti prego! >> Esclamo. I suoi occhi si velano di lacrime.
<< Da sola? Mi stai lasciando perché non vuoi questo bimbo? GIULIA, NON TI CAPISCO! >> Esclama alzando la voce.
<< Mi dici dove stai andando?! >> Mi domanda.
<< A fare ammenda! >> Rispondo. Lambisco le sue guance con l’anello del portachiavi infilato nell’indice e lo bacio come se avessi il terrore di non trovarlo più quando tornerò. E forse sarà così, visto quello che sto per fare!
<< Ti amo, hai capito? Non ho mai amato nessuno come amo te! >> Esclamo prima di uscire di casa.
 
 
[Isabella]
Non mi aspettavo tanta franchezza da parte sua, né tanto meno mi aspettavo che avesse sentore della questione che volevo affrontare! Ho la gola secca e sono costretta a bere un sorso di birra prima di replicare.
<< Tua madre perciò sa del tradimento? >> Chiedo. Lui annuisce.
<< Mia madre ne ha sempre avuto sentore, ma è da poco che mio padre ha confermato i suoi sospetti. >> Mi racconta Giulio. Questo mi fa in parte credere alle parole di mia madre quando dice che Daniele non era a conoscenza della gravidanza, altrimenti perché raccontare la verità a sua moglie tirandosi la zappa sui piedi?
<< Mio padre sapeva della tua esistenza? >> Mi domanda mio fratello. Rispondo con diniego scuotendo il capo.
<< Mia madre afferma di non averglielo mai detto. Credo perché, avendo vissuto a casa tua e avendo visto tuo padre nelle vesti di padre e marito, volesse di meglio di me. Ovviamente ha toppato alla grande! >> Rifletto con amarezza.
<< Isabella… Mi dispiace per quello che hai passato con tuo… con Juan. Mio padre è un padre di merda, come avrai capito, non aspettarti granché da lui, ma sicuramente non dovrai temere che succedano cose brutte come quelle che hai passato. >> Interviene Giulio, rivelandosi meno stronzo del previsto. Sorrido debolmente. Questo confronto viene interrotto dallo squillo del suo cellulare. Aggrotta le sopracciglia.
<< Pronto?... Massi, calmati, non ti capisco se gridi e fai così!... E dov’è andata?... Perché era sconvolta?... Ah… Mhm… Cos’ha detto? Che andava a fare ammenda?... No, non so cosa voglia dire!... Proverò a fare il giro delle chiese… Ok, ok, non faccio battute ma tu stai calmo!... No, stai a casa, magari decidesse di tornare!... Ci risentiamo. >> Lo sentiamo dire prima di porre fine alla conversazione.
<< Giulia è uscita di casa sconvolta, in lacrime, blaterando che andava a fare ammenda! Non so cosa significhi! >> Riferisce Giulio, più alla sua ragazza che a noi.
<< Ammenda? Credi tutto questo abbia a che fare con quello che sappiamo? >> Domanda Silvia al suo ragazzo.
<< Vai capire cosa passa per la testa di mia sorella! Devo andare a cercarla, anche se non so da dove cominciare! Fare ammenda… che vorrà dire? >> Pensa tra sé e sé.
<< Massimiliano non ti ha fornito più dettagli? >> Gli domanda Silvia.
<< Stavano pranzando, lei è scoppiata il lacrime prima di chiedersi che razza di educazione potrebbe mai impartire al bambino. >> Sgraniamo tutti gli occhi di fronte a questa notizia! Ha detto bambino? Mi viene istintivo rivolgere lo sguardo verso Diego. Giulio solleva lo sguardo verso di lui.
<< B-bambino? >> Domanda Diego.
<< Sì, ma non vi agitate! Al massimo sarà di tre settimane, non è tuo! >> Precisa Diego il quale trae un sospiro di sollievo (ed io con lui)!
<< MA CERTO! Il filmino… So dov’è andata! >> Esclama Giulio, prima di infilarsi il cappotto.
<< C-come? Anche tu sai del filmino? >> Domanda Diego a Giulio. Non ci capisco niente!
<< Sì, non sai che nell’ufficio del magazzino della tua azienda c’è una telecamera?! Io sono stato la prima persona, dopo Giulia, a sapere e a vedere quel filmato, mio malgrado! Ma cosa ne dite di rimandare questa conversazione stomachevole?! Mia sorella forse in dolce attesa è andata a casa di una certa nostra conoscenza, non famosa per la sua bontà d’animo, specialmente verso i traditori, e tu Diego ne sai qualcosa! >> Esclama Giulio. O cavolo! Non ce lo facciamo ripetere due volte quindi Diego ed io li seguiamo.
<< E noi? Che facciamo? >> Ci domanda Francesco.
<< Andate da Massimiliano, un po’ di compagnia eviterà di farlo impazzire! Ecco il suo indirizzo. >> Propone Giulio.
 
 
[Patrizia]
Per tutto il pranzo Roberta non ha fatto altro che lanciarmi occhiate gelide, quando non lanciava sguardi dolci al suo ragazzo. La cameriera di Marcella serve il sorbetto. Questo pranzo, per adesso, è filato liscio. Speriamo l’atmosfera resti così anche per frutta e caffè, anche se il vero dessert lo offrirà Mario Calderon!
<< Voi come vi siete conosciuti? >> Domanda Russell a Nicola e Leonora. I due coniugi si guardano negli occhi, evidentemente rievocando quel momento… Non posso fare a meno di ricordare quando conobbi Daniele!
 
All’epoca, a vent’anni, passavo le mie domeniche pomeriggio al Club, e fu lì che qualche tempo prima conobbi Marcella. In una Domenica apparentemente normale avevo appena terminato la mia partita di tennis con Marcella e mi accingevo a bere un sorso d’acqua.
<< … perciò gli ho tirato un ceffone e me ne sono andata! Che maiale, cosa pensava? Che mi sarei concessa così facilmente oltretutto dopo aver cenato in un ristorante di quart’ordine? >> Terminai di narrare a Marcella. Il tipo con cui ero uscita la sera prima era un porco in piena regola!
<< Patrizia, di questo passo non troverai mai marito! >> Mi redarguì.
<< Non c’è niente di male a non accontentarsi, cara Marcella. >>  La sua espressione cambiò di botto vedendo Armando procedere verso uno dei campi da tennis: in una mano la racchetta e il borsone e nell’altra una delle sue sciacquette.
<< Marce, puoi aspirare a di meglio, lo sai? >> Le ricordai.
<< Lasciamo stare! >> Liquidò l’argomento.
<< La signorina ha ragione, puoi aspirare a di meglio, Marcella. >> Sentii alle mie spalle. Mi voltai piano, come nei film, trovandomi davanti un marcantonio con lo sguardo più penetrante che avevo mai visto!
<< Scusi, non le hanno insegnato che è maleducazione origliare le conversazioni altrui? E poi chi sarebbe questo “meglio” a cui potrebbe aspirare la mia amica, lei? >> Ridacchiai.
<< Marcella dove l’hai pescata questa qui? Non solo sentimentalmente Marcella anche in fatto di amicizie puoi aspirare a di meglio! >> Rispose il tipo. Ma come si permetteva?
<< Ma come si permette? Io sono Patrizia Fernandez, frequento la San Marino e non mi faccio di certo insultare dal primo venuto! >> Esclamai offesa.
<< Patrizia… lui è mio fratello Daniele! Daniele, ti presento Patrizia! >> Chiarì Marcella. Mamma che figura, credevo volesse provarci con Marcella.
<< Sì, molto piacere. Marcella, sono arrivati Roberto e Margherita. >> La informò Daniele, non staccando neanche per un attimo gli occhi dalla mia scollatura. Da allora iniziò il suo corteggiamento a suon di allusioni sessuali!
 
 
<< Eravamo al centro commerciale. Roberta aveva pochi mesi e non riuscivo a farla calmare, ero un po’ in difficoltà e lei si avvicinò per darmi una mano. Per sdebitarmi le offrì un gelato… >> Introduce Nicola.
<< … E il gelato è diventato una cena. >> Termina il discorso Leonora. I due si guardano negli occhi e sorridono. Non potrò mai perdonare me stessa per aver rinunciato al mio ruolo di madre nella vita di Roberta… Poi penso che se avessi lasciato Daniele Giulio, Michael e Giulia non sarebbero mai nati…
<< E voi come vi siete conosciuti? >> Domanda Nicola a Marcella e Russell. Russell aspetta che sia Marcella a rispondere alla domanda.
<< All’epoca avevo un’agenzia di viaggi e Russell era mio cliente. >> Liquida l’argomento Marcella. Russell abbassa lo sguardo deluso.
<< Lei è un’ottima cuoca Marcella, era tutto ottimo. >> Rompe il silenzio Cèsar.
<< Grazie, ma dammi del tu! >> Lo prega Marcella.
<< E se questo complimento viene da amanti del cibo come gli uomini delle famiglia Mora… >> Li prende in giro Leonora.
<< A che ora avete l’ecografia Lunedì? >> Domanda Marcella alla nuora e al figlio.
<< Alle 11. Ma andiamo da soli, intesi? Non possiamo invadere lo studio medico in blocco! >> Esclama Alexander.
<< Ma è la prima ecografia del primo nipotino! >> Protestano tutti 4 i genitori in coro. Se fosse una delle mie figlie ad essere incinta non riuscirebbero a tenermi lontana dallo studio medico. Certo, una di loro piuttosto di vedermi lì mi darebbe fuoco!
<< Marcella, potrei andare in bagno? >> Chiede permesso Roberta a Marcella.
<< Certo, in cima alle scale, gira sinistra e lo trovi infondo. >> Le spiega Marcella. Devo trovare una scusa per seguirla! Non posso fingere di dover andare al bagno!
<< Ops, che sbadata! >> esclamo, versandomi non proprio casualmente un cucchiaino di sorbetto sulla gonna.
<< Vado a cambiarmi, scusate. >> Intervengo. So che nessuno ha creduto alla messinscena ma non m’importa! Salgo le scale e riesco per un pelo ad intercettarla mentre esce dal bagno. Quando mi passa accanto le poso dolcemente una mano sulla spalla.
<< Ti posso parlare? >> Le domando. Guarda con disprezzo la mia mano sulla sua spalla e la ritraggo.
<< Se dopo mi lascerà in pace fino alla vecchiaia…! Parlo della mia vecchiaia, visto che la sua è alle porte. >> Non perde l’occasione di umiliarmi.
<< So che a te queste parole sembreranno ridicole, ma non passa notte in cui non ti sogni e non mi penta di quello che ho fatto! >> Esordisco.
<< Ci mancherebbe solo che andasse in giro a vantarsene! No, un attimo… Non potrebbe visto che devo restare un segreto, giusto? O come si spiegherebbe la vacanza che si è presa mentre era incinta di me? >> Mi domanda.
<< Non puoi capire come mi sento… Se potessi tornerei indietro e lascerei mio marito, per quanto è forte il desiderio di avere un ruolo nella tua vita, ma poi penso che se avessi scelto te gli altri miei figli non sarebbero nati… >> Mi sfogo mentre le prime lacrime si affacciano nei miei occhi.
<< Bene, vede che siamo tutti felici e contenti? Io sono stata cresciuta da persone rispettabili e lei ha potuto generare altri tre figli, anche se poteva fermarsi ad altri due visti i risultati! Perciò se analizziamo attentamente la faccenda ha fatto la scelta più giusta. Per entrambe! Lei ha mantenuto il suo tenore di vita ed io sono cresciuta bene,cosa che non sarebbe successa con lei e suo marito! >> Mi risponde. Cerca così di liquidare l’argomento e mi rivolge le spalle per tornare al pranzo.
<< Eppure mi detesti! >> Intervengo afferrando il suo polso. Si volta.
<< Cosa pretende, che le erga una statua?! Mi hai abbandonata! Hai avuto 9 mesi per cambiare idea, sono stata 9 mesi nella tua pancia e non ti sei mai affezionata a me, o non mi avresti abbandonata! Quando sono diventata abbastanza grande da capire tutta la storia la prima domanda che mi sono chiesta è stata “perché mia madre non mi voleva bene?”, ma non l’ho mai posta ai miei genitori per rispetto verso Leonora che mi ha veramente voluto bene! Molte volte quando mi guardo allo specchio mi viene la pelle d’oca dallo schifo perché, disgraziatamente, ti somiglio! Hai idea di cosa voglia dire vergognarsi del tuo stesso volto?! Io sogno ogni notte di essere nata dal ventre di mia madre, Leonora! >> Mi vomita addosso con il suo viso a ridosso del mio, nei suoi occhi scorgo un lieve luccichio.
<< Mi dispiace… >> Biascico prima di scoppiare a piangere. Mi piego leggermente in avanti e mi copro il volto con le mani.
<< Patrizia. >> Mi chiama mio marito. Si avvicina a me e poso la testa contro il suo petto. Mi abbraccia.
<< Tutto ok piccola? >> Domanda Lorenzo alla sua ragazza. Non sento la sua risposta, forse ha annuito.
<< E’ la vecchiaia o siete proprio incapaci di intere di volere?! Cosa ci vuole a capire che dovete stare lontani da lei?! >> Ci redarguisce Lorenzo Mendoza.
<< E cosa ci vuole a capire che non prendiamo ordini da te, ragazzino? >> Risponde a tono mio marito.
<< Magari devi spiegarmelo di nuovo? >> Lo provoca Daniele. Come due veri maschi alfa, petto contro petto, si guardano con durezza.
<< Lascia perdere, per favore! Non voglio rovinare il pranzo a mia sorella e Alexander. >> Interviene Roberta, trattenendo il suo ragazzo. I due tornano al piano di sotto.
<< Io ci rinuncio Daniele, tanto non serve a nulla tediarla con le nostre scuse! >> Getto la spugna. Mio marito mi abbraccia e mi accarezza i capelli.
 
 
 
[Alec]
<< Te la posso porre una domanda? Quanti mariti ha avuto tua madre? >> Mi domanda, mentre con le bacchette si porta elegantemente alle bocca un pezzo di sushi. Si vede che le piace visto che usa queste cose senza esitazione mentre a me cade il sushi sulla sdraio! Si porta una mano alla bocca e ridacchia.
<< Scusa! >> Esclamo.
<< Potevamo mangiare un altro tipo di cibo se non ti piace. >> Osserva.
<< Mi piace, ma non lo mangio tanto spesso da saper usare le bacchette come fai tu. >> Rispondo. Mi vergogno a dire che uso la forchetta!
<< Comunque, si è fermata a due, per il momento. Mio padre che è latitante e Federico, a cui sono molto affezionato, è decisamente più presente di mio padre, il che la dice lunga. >> Racconto. Veniamo interrotti dall’arrivo di Federico che, lavatosi e cambiatosi, passa per un saluto.
<< Qual’è la meta stavolta? >> Gli domando.
<< L’Avana, per il videoclip del prossimo singolo di Luis Fonsi! >> Racconta.
<< Vuoi scherzare? Hai detto Luis Fonsi? Quello di “Despacito”? >> Domanda impressionata Paola. Una decina di anni fa impazzivano tutti per quel brano!
<< Sì, Alec non ti ha detto che sono manager e produttore musicale? >> Domanda Fede a Paola.
<< Sì, lo ha fatto. >> Risponde Paola.
<< Fa il modesto… ha una stanza le cui pareti sono foderate di fotografie autografate da cantanti famosi! Magari dopo te le faccio vedere. >> Spiego.
<< Certo, falle fare pure un tour della casa. Si senta pure a casa sua, signorina Ribeiro! >> La invita Federico.
<< La ringrazio. >> Risponde Paola.
<< A proposito, vi siete divertiti al concerto degli CNCO? >> Ci domanda Federico. Spero non riveli a Paola che i biglietti li ho avuti tramite lui… Non è vero che li ho trovati con le mie forze!
<< Molto. Adesso non mi dirà che conosce gli CNCO? >> Gli domanda Paola sull’orlo di un infarto.
<< No, oppure vi avrei procurato i pass per il backstage, oltre che i biglietti! Per averli ho chiesto un favore ad un amico che conosce il loro manager, ma non ho potuto fare di meglio, mi dispiace signorina Ribeiro. Sono importante nel mio capo ma non sono Ricky Martin! >> Esclama, citando il produttore e scopritore della boy band. No, non volevo che Paola sapesse che per andare a quel concerto lo sfruttato l’amicizia con il mio patrigno! Paola mi guarda io abbasso lo sguardo.
<< Allora sono felice di ringraziare chi di dovere per quei biglietti. >> Interviene Paola.
<< E’ stato un piacere! Io vi debbo lasciare o perderò l’aereo! A presto. >> Ci saluta.
<< Arrivederci. >> Saluta Paola.
<< Ciao. >> Saluto io prima che abbandoni la stanza.
<< Quindi la tipa con cui ti ho visto in quel caffè chi era? Col cavolo che era lì per darti i biglietti da parte del “tuo amico”! >> Esclama alterata, virgolettando con le dita le ultime due parole.
<< E’ vero, invece. Era lì da parte di Federico visto che è la sua segretaria! >> Esclamo.
<< Perché non mi hai semplicemente detto che il tuo patrigno poteva procurarci i biglietti? >> Mi domanda.
<< Non volevo che pensassi di me che frutto le mie conoscenze per fare colpo, non sono il tipo che si vanta per delle conoscenze importanti! Volevo fare qualcosa di carino per te questa mi è sembrava la via giusta! >> Mi giustifico.
<< Saresti rimasta più impressionata da me se ti avessi detto che il produttore musicale Federico Vidal era il mio patrigno? >> Le domando. Temevo anche quello, che si facesse fuorviare da questi particolari perdendo interesse per ciò che sono realmente.
<< Pensi questo di me? >> Mi chiede offesa.
<< No, te lo sto chiedendo. E un po’ lo temevo, perciò non te l’ho detto! Volevo assicurarmi che avresti continuato ad uscire con me perché ti piacevo per ciò che ero e non perché potevo portarti ai concerti gratuitamente! >> Confesso.
<< Questo spiega perché hai voluto “regalarmi” quei biglietti e non hai voluto la mia parte dei soldi. >> Pensa a voce alta. Non potevo prendere quei soldi sapendo che io li avevo avuti gratis!
<< Sei arrabbiata perché ti ho mentito? >> Le domando.
<< Tu cosa dici? Non ho sentito abbastanza bugie nella mia vita, di recente? >> Mi domanda, facendo chiaramente riferimento a Diego e Giulia.
<< Mi dispiace! >> Esclamo affranto per come si sono messe le cose.
<< Mi giuri di non mentirmi mai più? Neanche sulle cose più banali? >> Mi domanda.
<< Te lo prometto. Sarò sincero al 100% d’ora in avanti! >> Le prometto. Ci protendiamo entrambi verso il centro della sdraio e ci scambiamo un bacio.
 
 
 
[Giulio]
 Dannazione, doveva per forza farsi venire i rimorsi di coscienza e fare la pazza in questo modo?!
<< la tua teoria è sbagliata Valencia, tua sorella non è qui. >> Osserva Diego Mendoza (posso strozzarlo?) quando giungiamo sotto casa di Paola. La macchina di Giulia non si vede.
<< Impossibile! Cos’altro poteva significare la frase “vado a fare ammenda” altrimenti? L’unica persona che mi viene in mente a cui ha fatto un torto enorme è Paola! >> Puntualizzo. Se non c’è adesso verrà, ne sono certo!
<< Magari verrà qui? >> Si domanda Silvia, che guida la sua auto.
<< E cosa dovremmo fare? Appostarci come nei film polizieschi? Propongo di andare da Massimiliano… Proviamo a richiamarla e aspettiamo! >> Propone Diego. Vorrei dirgli di chiudere il becco visto che se ci troviamo qui adesso è anche colpa sua, ma la situazione è già tragica di per sé per ciò mi trattengo!
 
 
[Nicola]
Mi protendo verso la mia sinistra e domando a mia figlia, che siede tra mia moglie e il suo rag… Lorenzo (prima o poi mi abituerò ad apostrofarlo con quel termine) cos’è successo al piano di sopra. Non credo affatto che la bionda finta si sia casualmente sporcata la gonna quando mia figlia aveva bisogno del bagno, credo piuttosto che cercasse un pretesto per seguirla quindi per restare sola con lei. Mia figlia mi fa capire che vuole rimandare il discorso a più tardi.
<< Tu vorresti un maschietto o una femminuccia? Io vorrei una nipotina! Sarebbe bello andare insieme dalla parrucchiera, ti immagini Marce? >> Squittisce Mariabeatrice, rivolgendosi prima al nipote e poi a sua sorella. Oddio… la mia nipotina in mano a questa svitata! Marcella ed io, che sediamo vis a vis, ci cambiamo uno sguardo abbastanza eloquente.
<< Sorellina, quando questa tua pro nipote sarà in età da tingersi i capelli, Dio solo sa se ci saremo ancora! >> Le fa notare Marcella. Oddio, io non l’avrei messa in questi termini, spero tra vent’anni di essere ancora qui. Comunque è un modo carino per dirle che non acconsentiremmo mai a portarla dalla parrucchiera di Mariabeatrice,fossimo matti! E poi alla veneranda età di 70 anni si concerà ancora come un clown da circo?
<< E poi ora di quella data magari il tuo parrucchiere sarà messo in carcere per oltraggio al buon gusto. Ignoro il motivo per cui sia ancora in libertà! >> Interviene Daniele Valencia con cui per una volta mi trovo d’accordo.
<< Perché dici così Danielino? Che genere di reato ha commesso il mio Tru Tru? >> Domanda Mariabeatrice che ovviamente non ha colto l’ironia. Tru Tru? Andiamo bene!
<< Esiste! E’ sufficiente questo. >> Risponde Daniele.
<< Comunque a me non dispiacerebbe una femminuccia, vero? >> Risponde mio genero chiedendo l’approvazione di mia figlia la quale annuisce.
<< Maschio o femmina non importa, basta che nascerà sano! >> Aggiunge mia figlia.
<< Questo è sotto inteso. Dovremmo dare una bella festa per il nascituro. Va tanto di moda! >> Propone Russell.
<< In genere si fa prima del parto, magari un mese prima, anche perché per gli addobbi, i regali e la torta sarebbe utile conoscerne il sesso. >> Gli spiega sua moglie.
<< Magari potremmo organizzare una festa a tema! >> Propone mia moglie.
<< Che bella idea! Quando stavo per partorire Giulia diedi una festa all’aperto in piscina a tema “Sirenetta”, ti ricordi amore? >> Interviene Patrizia. E chi se ne frega!
<< Sì, ricordo che avevi una lunga gonna a paillettes blu che ricordava vagamente la coda di una sirena. Fu una bella idea! >> Racconta suo marito.
<< Commovente. >> Chiosa mia figlia, leggermente schifata. Lorenzo tossisce portandosi una mano alla bocca, magari per nascondere un sorriso.
<< E mancano ancora circa 8 mesi… Figurati se mancassero due settimane. >> Borbotta mia figlia Olga verso il suo fidanzato.
<< Mamma, Leonora, zia, manca ancora troppo tempo per decidere certi dettagli. Dedichiamoci ai progetti più imminenti, cosa ne dite? >> Propone quel brav’uomo di mio genero. A breve dovrebbe arrivare Calderon… Chissà come prenderà la notizia che sua madre deve dargli. Ecco, parli del diavolo e spuntano le corna! Marcella beve un sorso d’acqua quando suonano alla porta. Il pranzo è terminato!
 
 
[Alexander]
Sotto il tavolo stringo la mano della donna che amo, della madre di mio figlio, della ragazza più peperina che io abbia mai incontrato, e ci sorridiamo vicendevolmente quando suonano il campanello. Chi potrebbe essere?
<< Vado io. >> Si offre mia madre, che sembra innervosirsi. Non guarda nemmeno di chi tratta e preme il pulsante per aprire il cancello,prima di uscire. Imprudente visto che solo una settimana fa siamo stati derubati e sono finito all’ospedale! A fare il suo ingresso è quel tizio che sembra essere sempre in mezzo.
<< Buongiorno a tutti. >> Saluta.
<< Buongiorno. >> Salutiamo di rimando. Si avvicina a me.
<< Come ti senti? E’ un piacere rivederti, Olga. >> Mi saluta, posando una mano sulla spalla, per poi dedicare la sua attenzione alla mia fidanzata. Che soggetto strano!
<< Bene, grazie. Ho qualche mal di testa ma nulla di grave. >> Rispondo. I genitori di Olga e i suoi fratelli si alzano.
<< Marcella, noi andiamo! >> Esclama Nicola. Ma perché?
<< Di già? Abbiamo appena finito di pranzare. >> Faccio notare loro. Perché scappano via?
<< Ragazzi, cosa ne dite di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia? >> Propone Lorenzo.
<< Bella idea. >> Acconsento. Mi alzo e mia madre posa una mano sulla mia spalla.
<< Alex, vorrei che ti fermassi un attimo, devo dirti una cosa. Olga, puoi trattenerti anche tu ovviamente. Sei sempre le benvenuta! >> Interviene mia madre.
<< Va bene. >> Acconsente la mia ragazza.
<< Bhe, noi andiamo. Magari ci raggiungete dopo? >> Propone Michael. Annuisco.
<< Grazie per l’ottimo pranzo! Ci salutiamo adesso nel caso domani non dovessimo rivederci. >> Interviene Roberta salutando mia madre e mio padre.
<< Grazie a voi. Fate buon viaggio. Ciao Lorenzo! >> Saluta mia madre.
<< Ciao Marcella, ciao Russell, grazie per l’ospitalità. Ciao Bea! >> Saluta Lorenzo.
<< Ciao ragazzi! Ciao Nicola, ciao Leonora! >> Saluta mia zia Bea.
<< A presto. >> Salutano i miei suoceri. La comitiva esce di casa.
<< Mario, gradisci un caffè? >> Gli offre mio zio.
<< Grazie Daniele. >> Ringrazia Calderon. Brigida si allontana per servire il caffè a Mario.
<< Mamma mi spieghi cosa succede? Perché hai interrotto il pranzo quando è arrivato Calderon? >> Le domando confuso.
<< Perché devo dirti una cosa. E’ ora che tu sappia la verità! >> Esordisce. Di cosa sta parlando?
<< Di quale verità parli? >> Le domando. Prende la parola Calderon.
<< Prima di tutto vorrei che non te la prendessi con tua madre se ti ha taciuto questa cosa, io non la biasimo! Lo ha fatto per proteggerti. >> Introduce Calderon. Olga mi accarezza il braccio.
<< Io ti ho sempre detto che tuo padre, il tuo vero padre, era uno sconosciuto con cui ero stata durante un viaggio a Rio. Un Mr. X che non avevo più rivisto e di cui non conoscevo l’identità, ma non era vero. Quando sono partita per quella vacanza a Rio ero già incinta. Alex, quello che sto cercando di dirti è che il tuo vero padre è Mario. >> Confessa mia madre. Mi abbandono contro lo schienale della sedia. Piego la testa di lato e inizio ad esaminare il volto di quest’uomo. In effetti, con il senno di poi, potevo arrivarci. Le somiglianze fisionomiche sono evidenti.
<< Perché mentirmi? >> E’ la prima domanda che mi viene in mente.
<< A questa domanda posso rispondere io. Perché sono una grandissima testa di cazzo, perché con le donne sono sempre stato una merda. Tua madre lo sapeva perfettamente e ha ritenuto che per te non avermi come padre fosse la cosa migliore, e in effetti aveva ragione. Io non avrei saputo occuparmi di te! E varie persone qui presenti possono confermartelo. >> Risponde Calderon.
<< Confermo! >> Esclama mia zia Patrizia.
<< E’ stato meglio così, credimi. Saresti venuto su come lui! >> Aggiunge mio zio Daniele.
<< Molti anni fa, come sai, io ero fidanzata con Armando Mendoza e c’è stato un tira e molla tra di noi. Io non mi sono comportata sempre bene perché ad un certo punto ho nascosto a lui e a Beatrice delle cose sul loro amore unicamente per tenerli distanti, e ha funzionato visto che lei per un periodo è stata a Cartagena con un tale di nome Michel Doinel. Ma quanto è tornata non me la sono più sentita di tacere e li ho fatti riavvicinare. Nello stesso giorno Armando e Mario hanno litigato violentemente e lui ha dato le sue dimissioni, così come me. La sera dopo ci siamo incontrati in un bar e poi… ça va sans dire! >> Riassume mia madre.
<< Hai dimenticato la parte che riguarda l’incidente. >> Precisa mia zia Bea, masticando pasticcini. Non so primo come faccia ad avere ancora fame, e secondo come faccia a mangiare in un momento del genere.
<< Non è determinante ora, Bea. >> La redarguisce mia madre.
<< Incidente? >> Le chiedo.
<< Sì, la sera prima dell’incontro con Mario ero stata a casa di Beatrice Pinzon e tornando nel mio appartamento ho avuto un piccolo incidente, non mi feci nulla di grave. >> Racconta. Me ne sto in silenzio a riflettere su tutte le informazioni che mi sono appena state fornite! Mia madre per quasi 28 anni mi ha mentito su quale fosse l’identità di mio padre! Torno alla realtà quando mia zia Bea versa quel che ha l’odore di Gin nella tazza di caffè mezza vuota che ho davanti.
<< Funziona, credimi! >> Esclama.
 
 
 
[Lorenzo]
Chissà cosa starà accadendo in quella casa!
<< Ragazzi noi torniamo a casa. >> Annuncia mio suocero.
<< Va bene papà. Noi faremo un giretto,ci vediamo stasera! >> Li informa Roberta. I due agitano la mano salutandoci prima di salire in auto e uscire in retromarcia dal cortile della villa.
<< Mia zia mi ha prestato la sua auto, dove andiamo ragazzi? >> Ci domanda Michael. Scambio uno sguardo con la mia ragazza.
<< Ehm, senza offesa, ma preferiremmo passare del tempo da soli. Spero non vi dia fastidio! >> Esclamo. I due si guardano e scoppiano a ridere.
<< Amico, se devo essere sincero non sapevamo come sganciarci da voi, ci sembrava brutto scaricarvi! >> Confessa Cèsar ridendo.
<< Allora vinciamo tutti grazie alla maleducazione del mio fidanzato. Ad ogni modo dovremmo salire tutti su quest’auto per poi dividerci! >> Osserva la mia ragazza.
<< Per voi va bene se vi lasciamo nei pressi del mare? >> Domanda Michael.
<< Sì, sarebbe perfetto. Ma allora dovremmo prima fare una sosta a casa dei miei per prendere il necessario: costume da bagno, telo da mare e via dicendo. >> La notare loro Roberta.
<< Giusto, sorella. Allora andiamo! >> Esclama Cèsar.
 
 
 
[Olga]
<< Lunga questa sigaretta. >> Chiosa il padre biologico di Alex.
<< La sigaretta è una scusa, non ci arrivi? >> Risponde mordace Russell.
<< Magari dovrei andare a vedere come sta. >> Si offre Russell. Fa per alzarsi quando le parole di Daniele lo fermano.
<< Non credo sia il caso. Alex è in collera con te per i fatti che sai, non credo ti darebbe ascolto. E poi l’unica che dovrebbe parlarle dovrebbe essere Marcella. >> Chiosa Daniele, guardando mia suocera la quale osserva Alex attraverso le porte finestra. Il mio fidanzato siede a bordo piscina dando le spalle alla casa.
<< Potrei andare io. >> Mi offro dopo essere rimasta in silenzio per lungo tempo.
<< Credo sarebbe la cosa migliore. >> Acconsente mia suocera. Mi alzo dal divano e mi dirigo all’esterno. Sposto una sedia da giardino accanto a lui e mi accomodo.
<< Si stanno chiedendo se ti sei perso. >> Esordisco cercando di sdrammatizzare.
<< Mia madre mi fissa da che sono uscito. Sa perfettamente che non mi sono perso. >> Risponde, quasi avesse gli occhi dietro la nuca.
<< Dovresti rientrare, prima che i tuoi padri indossino calzoncini, guantoni, casco e paradenti e trasformino il salotto di tua madre in un ring. >> Suggerisco, cercando di farlo ridere. Nulla!
<< Non so cosa dire, né all’uno ne all’altro. Uno non lo conosco e l’altro vorrei non averlo mai conosciuto, vorrei che mia madre non lo avesse mai conosciuto. >> Si sfoga.
<< Non dire così. Non si è comportato come il marito perfetto ma ricorda che ti ha subito amato come se fossi sangue del suo sangue e non ti ha mai fatto mancare niente, affetto compreso. >> Cerco fargli notare.
<< Se io ti tradissi una sola volta, ma mi comportassi come un buon padre, tu ci passeresti sopra? >> Mi domanda.
<< Quando vuoi essere affogato in questa piscina, ora o più tardi? >> Rispondo sortendo finalmente una reazione visto che sorride. Posa una mano sulla mia nuca quindi mi attira a sé e mi bacia.
<< Non passerò sopra al quel tradimento solo perché mi ha rimboccato le coperte ogni sera negli ultimi 16 anni, perché non ha mai mancato una mia partita, perché mi ha insegnato a guidare e mi ha regalato la prima auto (anche se era un catorcio)! >> Esclama testardo come un mulo.
<< Riguardo a Mario Calderon so che non è sua la colpa se non c’è stato, ma non cambia il fatto che per me è un estraneo, non so cosa dirgli. E non so cosa dire a mia madre. Ha finto di non conoscere l’uomo con cui mi aveva concepito, ti rendi conto? >> Mi domanda.
<< Lo so. Ma ti ha spiegato i motivi che l’hanno spinta a prendere questa decisione. Lo stesso Mario ha ammesso che non sarebbe stato un buon padre. >> Gli faccio notare.
<< Ad un certo punto mia madre avrebbe potuto dirmi la verità. Poteva dirmi che conosceva benissimo l’identità di mio padre e quali motivi l’hanno spinta a mentire. >> Chiosa. Gli accarezzo la schiena.
<< Tua madre l’ha fatto perché riteneva fosse un bene per te, ricorda solo questo. >> Gli faccio notare prima di baciarlo.
<< Davvero Danny e Sarah non ti piacciono? >> Mi domanda saltando di palo in frasca.
<< Se devo dire la verità, non particolarmente. >> Confesso dispiaciuta del fatto di bocciare la sua proposta. Istintivamente mi accarezzo il ventre.
<< E a te quali nomi piacciono? Non ci hai pensato? >> Mi domanda.
<< Così su due piedi direi Giselle e Manuel. Mi piacciono anche Amber e Mateo! >> Esclamo.
<< Amber e Mateo. >> Ripete a voce alta e con un bel sorriso, approvando la mia proposta. Vista la situazione mi domando chissà quale cognome prenderà questo bambino?
 
 
 
[Marcella]
Come farò a farmi perdonare da mio figlio? Come posso fargli capire che ho agito per il suo bene? Insomma, lui non ha conosciuto Mario Calderon. Non avrei mai potuto andare da lui e dirgli “sono incinta”, permettendogli di educare mio figlio! Oppure ricevendo un calcio in culo accompagnato da un assegno, come se fossi una delle sue bambolone solo tette e niente cervello. Ho agito per il bene di mio figlio ma anche per il mio. Oltretutto l’aiuto di Mario per me era del tutto superfluo. Sono sempre stata una donna indipendente e non avevo certo bisogno del suo sostegno economico. Mario ed io ci alziamo dal divano quando mio figlio rientra in compagnia della sua compagna. Tiene le mani in tasca, è completamente a disagio, non sa cosa dire o cosa fare ed io non sono in una situazione diversa.
<< Alex, capiamo che sei sconvolto e non eri per nulla preparato a tutto questo. Basta un tuo cenno ed io abbandonerò questa casa fornendoti il tempo che ti è necessario per digerire la notizia. >> Rompe il ghiaccio Mario.
<< Non è che io abbia qualcosa contro di lei… contro di te, il fatto è che non so cosa dirle, io non la conosco. Riguardo a te mamma… Posso anche capire che tu all’epoca volessi per me il meglio, che non volessi per me un padre irresponsabile, ma negli anni perché continuare a mentire? Ho superato la pubertà da un pezzo, perché non dirmi “tesoro so chi è tuo padre”? >> Mi domanda mio figlio. Mi sento un verme. Mi tormento le mani.
<< Perché tu un padre ce l’avevi, Russell. Io non ti volevo confondere le idee, non volevo stravolgere la tua vita, e poi non avevo notizie di Mario da molti anni. Oltretutto sospettavo non avesse messo la testa apposto nonostante gli anni… ho cercato solo di darti una vita stabile! >> Mi giustifico.
<< Sarebbe stato bello saperlo prima non a 27 anni, dico solo questo. Spero mi capirai che non ti ringrazio per avermi oscurato la verità su tale argomento. >> Risponde mio figlio. Deglutisco a vuoto, cercando di trattenere il pianto. L’ho deluso!
<< Vorrei prendere un po’ d’aria. Tesoro facciamo in giro? >> Propone Alex alla sua compagna. Lei cerca la mia approvazione guardandomi ed io inclino il capo dando il mio consenso.
<< Ok amore. Arrivederci a tutti. >> Ci saluta Olga.
<< Ciao. >> Salutano coralmente i presenti. Mi siedo sul divano e non trattengo più le lacrime.
<< Marce, è solo un po’ sconvolto. Vedrai che gli passerà! >> Cerca di rincuorarmi mia cognata.
<< Io non volevo che smettesse di considerare Russell come suo padre, mi andava bene così, perciò non gli ho mai detto la verità. >> Mi giustifico. Devo dare atto a mio marito del fatto che come padre è sempre stato presente e attento.
<< Vorrei aver messo la stessa dedizione anche nel nostro matrimonio. >> Chiosa Russell con malinconia. Incrocio il suo sguardo.
<< Marcella, puoi lasciare il mio biglietto da visita sul comodino di Alex? Mi chiamerà quando vorrà conoscermi meglio. >> Mi prega Mario posando il cartoncino sul tavolino del salotto.
<< Certo Mario. Ciao. >> Lo saluto.
<< Arrivederci a tutti. >> Ci saluta.
<< Buona giornata. >> Lo salutano i presenti in coro prima che venga accompagnato verso l’uscita da Brigida.
<< Patrizia, sono un po’ stanco. Vado a stendermi, vieni con me? >> Domanda mio fratello a sua moglie.
<< Sì, ottima idea! Bea, tu non sei stanca? >> Domanda Patrizia a mia sorella. Stanno cercando di lasciarmi da sola con Russell! Ho rimandato fin troppo questo tète-à-tète e lo so.
<< No, mi sento piena di energia! Cos’avete, 80 anni che dovete fare la siesta dopo pranzo? >> Domanda loro Bea. Daniele si porta una mano alla fronte. Trattengo in sorriso.
<< Possibile che tu non abbia niente di meglio da fare?! >> Le domanda Daniele.
<< Un bel bagno in piscina! >> Esclama Bea.
<< Ottima idea! Andiamo a fare un tuffo. >> Propone Daniele, sospingendo nostra sorella su per le scale.
<< Ma non avevate sonno? >> Gli domanda Bea. Daniele mugugna esasperato.
<< Veramente non hai mai voluto dire la verità ad Alexander per rispettare il mio ruolo di padre nella sua vita? >> Mi domanda mio marito, sorpreso da questa rivelazione. Annuisco. Sì, Russell è sempre stato un padre irreprensibile mentre sapevo che Mario non avrebbe mai saputo trasmettere ad Alex i veri valori. Che ironia della sorte, no? L’uomo che ho scelto perché facesse da padre a mio figlio ha tradito uno di questi valori ovvero la fedeltà in una coppia!
<< Marcella… Mi dispiace per tutto questo! >> Esclama accarezzando le mani che tengo in grembo. Istintivamente mi sottraggo a questo contatto. Provo ancora troppa rabbia, schifo e delusione nei suoi confronti!
<< Perché? >> Gli domando. Io non riesco a farmene una ragione! Il nostro matrimonio ha sempre funzionato a meraviglia: sia nella sfera sentimentale che in quella sessuale, o almeno così credevo!
<< Non ti eccitavo più? Lei conosce giochini che io ignoro? Ha le tette ancora sode? Io non capisco perché! >> Inveisco mentre le prime lacrime escono a tradimento dai miei occhi. Anche lui ha gli occhi lucidi. Alza le spalle.
<< CREDI MI BASTI UN’ALZATA DI SPALLE?! >> Urlo contro di lui. Non se la può cavare così! Mi deve una spiegazione!
<< Con lei sono stato debole… talmente debole da non essere riuscito a combattere l’attrazione che sentivo e respingere le sue avances… E di questo me ne pento ogni-singolo-istante! >> Esclama a mo di spiegazione scandendo bene le ultime parole.
<< “Con lei”? Vuol dire che ti si sono avvicinate altre donne prima di Barbie sgualdrina? >> Gli domando. Il soprannome che le ho affibbiato mi sfugge.
<< Non è stata la prima che ha tentato di provarci con me. Quando ad incontri di lavoro, quando durante le serate con gli amici c’era qualche donna che tentava un approccio con me ma non le ho mai incoraggiate, te lo giuro! >> Bella consolazione! Sennò a quest’ora mi servirebbe un quaderno per tenere il registro delle sue amanti.
<< Ma Kelly l’hai lasciata fare… Perché? Perché è più giovane di me? Era una mera questione fisica? >> Gli domando mentre le lacrime rigano le mie guance. Lui abbassa il capo e annuisce. Sento una spada trafiggermi lo stomaco. Mi porto le mani alla bocca.
<< Fuori di qui. >> Gli ordino con la voce ovattata. Lui si alza dal divano.
<< Mi dispiace Marcella… Me ne pentirò per il resto della vita. Ti amo ancora Marcella. >> Mi ricorda. Si china e mi bacia sul capo prima di abbandonare quella che fino a poco tempo fa era la nostra casa, il nostro nido d’amore! E’ stato con lei perché, a differenza mia, è nel fiore degli anni… Il mio corpo non gli bastava più perché sta andando in decadimento… Mi sento morire!
 
 
 
[Roberta]
<< Prego, signori Mendoza. Passate un buon pomeriggio. >> Ci augura l’inserviente del bagno presso cui abbiamo noleggiato una postazione per il pomeriggio, mentre un altro bagnino apre due lettini. Signori Mendoza… il tizio ci ha scambiati per marito e moglie!
<< Perché sorridi? >> Mi domanda Lorenzo, abbracciandomi da dietro.
<< Il tizio ci ha scambiati per marito e moglie visto che ci ha chiamati “signori Mendoza”. >> Gli faccio presente.
<< Ti dispiace? >> Mi domanda.
<< Secondo te mi dispiace? >> Rispondo con un’altra domanda. Posa un bacio sulla mia guancia prima di togliersi la t-shirt esponendo il suo corpo a tutte queste ragazze super magre e super in tiro che popolano la spiaggia. Mi sono sempre chiesta: come si fa ad andare al mare truccate? Queste non fanno il bagno? Il trucco non cola? I capelli non si spettinano? Solo a me capita? Io mi stendo sul lettino tenendo addosso il pareo.
<< Amore, non togli il pareo? >> Mi domanda Lorenzo.
<< No, sto bene così! >> Esclamo. La verità è che sto morendo di caldo ma non mi piace spogliarmi in pubblico visto che non sono magrissima! Lorenzo non mi perde di vista.
<< E va bene. Non mi spiace spogliarmi di fronte ad altre persone, e lo sai. >> Ammetto. Si siede accanto a me.
<< Sono felice di sapere che un tuo strip tease sia uno spettacolo riservato solo al sottoscritto, ma vorrei farti notare che siamo al mare e che non hai niente di cui vergognarti. Sei una bomba! >> Cerca di confortarmi.
<< E’ proprio questo il punto… sono una bomba! >> Esclamo. Dovrei iniziare a mettermi a dieta, solo così mi sentirò degna di lui in ogni situazione ed ambiente. Lorenzo è sempre stato visto con modelle bellissime, cosa penseranno vedendolo con me? Come farò ad entrare nel vestito da sposa quando e semmai verrà quel momento? Non voglio guardare le foto delle mie nozze tra vent’anni e pentirmi di non essermi impegnata a tempo debito per raggiungere il peso forma, o di non aver potuto scegliere l’abito da sposa dei miei sogni perché non sta bene addosso a donne in carne.
<< Non volevo dire questo, e lo sai! Sei una bomba sexy! Amo tutto di te, ogni angolo del tuo corpo mi attizza… I tuoi seni abbondanti, le maniglie dell’amore, le cosce generose… Sei bellissima e non hai niente da invidiare a quel manico di scopa, o quell’altro! >> Esclama, a pochi centimetri dal mio viso, indicando poi con il capo un paio di ragazze magre come degli stecchini. Sorrido prima di ricevere un suo bacio.
<< Ti prenderei qui e adesso, mi piaci troppo! >> Sussurra contro il mio orecchio accendendo ogni mio desiderio.
<< Oltre ai manici di scopa c’è anche qualche bambino, non credo che i genitori gradirebbero lo spettacolo! >> Rispondo divertita, prima di sciogliere in nodo del pareo mettendo in mostra il mio corpo curvy. Lorenzo si piega verso di me e mi bacia.
<< Un tuffo? >> Propone. Annuisco. Mano nella mano ci avviamo verso il bagnasciuga. Qui non è come in azienda o come nei locali di Bogotà, dove molte persone ci conoscono e ho l’impressione di essere osservata! Qui nessuno sa chi siamo, nessuno sa che lui prima di stare con me era attorniato da donne stupende 90-60-90!
<< E’ freddissima! Io non entro! >> Mi lamento, restando indietro mentre a lui l’acqua arriva ai polpacci.
<< Come puoi dire che è fredda? Dai! >> Mi prega.
<< Entrerò piano piano. Tu intanto vai. >> Gli propongo.
<< Va bene. Ti aspetto lì dove c’è quella boa! >> Mi indica. Lo osservo entrare in acqua con fare sicuro di sé prima di immergersi e tornare in superficie poco dopo. Noto perfettamente che alcune ragazze si voltano a guardarlo e sento lo stomaco contorcersi!
<< Indovina chi sono? >> Sussurra una voce al mio orecchio. Trasalgo quando due mani mi coprono gli occhi. Oddio, chi è?!
<< Non ne ho proprio idea… >> Ammetto. Eppure la sua voce mi sembra famigliare!
<< Insieme abbiamo condiviso un momento speciale! Che tuttavia è stato rovinato. >> No! Non può essere lui! Mi volto lentamente ritrovandomi di fronte Andres, il ragazzo a cui ho concesso la mia verginità. Il primo e l’unico dei miei ex ad avermi lasciata per aver capito quanto Lorenzo contasse per me.
<< A-andres. >> Balbetto. E’ molto cambiato! Allora era fisicamente prestante ma oggi giorno è quasi un culturista. Mi abbraccia con trasporto e per poco non finiamo bocca a bocca! Prontamente sposto la testa e le sue labbra finiscono sulla mia guancia.
<< Vedo che non sono l’unico ad essere cambiato in questi sette anni. Stai benissimo! >> Esclama facendomi praticamente la radiografia.
<< Ma guarda un po’ che sorpresa! >> Esclama Lorenzo emergendo dal mare arrivandomi alle spalle. Con fare spavaldo posa una mano sul mio fianco. So che sta bollendo dalla rabbia.
<< Lorenzo. Mi sembrava strano che non ci fossi! Gli anni passano ma alcune cose non cambiano. Vedo che dove ci sei tu c’è lui, proprio come allora! >> Commenta con sarcasmo rivolgendosi a me.
<< Ora più che mai, visto che siamo fidanzati. >> Non perde tempo a specificare Lorenzo. Andres sembra sorpreso.
<< Fidanzati? >> Domanda Andres con un sorriso divertito.
<< Sì, fidanzati! E’ quando due persone si amano follemente e condividono tutto: i sentimenti, la vita di tutti i giorni, la casa… Presente? >> Domanda con ironia Lorenzo infastidito dalla sua presenza.
<< Sì, ho presente. Un tempo avevo una fidanzata che amavo, con cui avevo dei progetti e guarda un po’ che coincidenza, somigliava molto alla tua! >> Risponde a tono Andres. Per favore, uno di questo bambini non può scavare una fossa abbastanza grande per contenermi?
<< C’est la vie, cosa ci vuoi fare?! Le donne migliori finiscono sempre per essere accalappiate. >>
<< Già infatti era stata accalappiata dal sottoscritto. Quanto alla “donna migliore” mi fa uno strano effetto sentire che pensi questo di lei,visto che un tempo non la pensavi così! >> Esclama Andres. Lorenzo aggrotta le sopracciglia.
<< Ragazzi, siete forse diventati pazzi? Primo, non sono una trota! Secondo, vi sembra il caso di scatenare una guerra proprio in un luogo talmente affollato?! Andres, abbiamo condiviso dei mesi felici, ho condiviso con te il momento più importante nella vita di una ragazza, ma non dovrei rammentarti il motivo che ti ha spinto a lasciarmi. Hai sempre saputo a chi apparteneva il mio cuore! >> Sentenzio cercando porre fine a questo combattimento tra galli.
<< No, un secondo, cosa vuol dire la tua frase di prima? Io per lei ho sempre provato profondo rispetto e affetto, e lo sanno anche i muri! >> Interviene Lorenzo.
<< Non è ciò che hai detto a mio cugino, Lucio Velasco! >> Esclama. Cosa c’entra adesso suo cugino? Quando mai Lorenzo e Lucio si sono incontrati? Lorenzo sembra sconcertato.
<< No, un attimo, Lucio Velasco è tuo cugino? >> Domanda Lorenzo ad Andres. Quest’ultimo annuisce.
<< Io sono un po’ confusa. Cosa c’entra Lucio? >> Domando. Andres fa per aprire bocca ma Lorenzo s’intromette.
<< Niente, sta solo dicendo un mare di stronzate perché è verde di gelosia. Non digerisce che ci siamo fidanzati! >> Esclama Lorenzo.
<< Non vuoi che sappia cosa pensavi di lei prima di “innamorarti follemente”? >> Domanda Andres a Lorenzo portando avanti il ping-pong verbale.
<< Sei un pezzente. Non puoi estrapolare quelle parole e proporle come se fossero un mantra! Ero ubriaco e lo sai meglio di me! >> Si altera Lorenzo. Di quali parole si tratta?
<< Lorenzo, lascialo parlarle! Cosa vuoi dire? >> Domando ad Andres.
<< Un paio di giorni dopo la festa dei 18 anni di questo qui e Diego, Gonzalo diede un party. Io sapevo che in quel periodo mio cugino aveva iniziato a frequentare Lorenzo perciò gli chiesi se in quell’occasione poteva indagare e capire che i sentimenti che nutrivi nei confronti di Lorenzo fossero ricambiati. Quella sera non ha detto cose tanto carine di te! Se non erro ha detto “se avesse qualche chilo in meno, magari ci farei un pensierino! Io una volta le ho suggerito di fare attività fisica, che perdere qualche chiletto non sarebbe male, ma non mi ha rivolto la parola per giorni e giorni. No, a me piacciono le tipe come quella… un culo che parla e due tette alte e sode!” >> Racconta Andres. Sento la terra sotto i miei piedi sgretolarsi, anzi la sabbia.
<< Perciò, se ben ricordi, nei giorni seguenti ti ho più volte pregata di ripensarci. Ti dissi che lui non ti meritava! Non ti dissi la verità per non ferirti. >> Completa il racconto Andres. Guardo Lorenzo con le lacrime agli occhi.
<< Per favore, non mi guardare così. Quella sera ero ubriaco, l’avrò anche detto e sarà sembrata un offesa… Mi dispiace per averlo fatto! Il giorno dopo mi sono sentito un mostro per aver detto quelle cose. Mi sento un mostro ancora oggi per non aver notato prima quanto tu sia straordinaria. >> Cerca di porre rimedio Lorenzo. Fa per accarezzarmi una guancia ma istintivamente scanso il suo braccio. Lui mi guarda allibito.
<< Ti prego… Non fare così! E’ successo tanto tempo fa ed è stata una cazzata! >> Mi supplica. Sento il mio cuore sgretolarsi.
<< Hai parlato di me in quei termini altre volte? >> Gli domando con la voce che trema.
<< No, te lo giuro. Io non so cosa mi fosse preso quella sera… Mi dispiace! >> Risponde.
<< Figurati! Il suo amichetto non faceva che denigrarti, ti immagini quante volte gli sarà andato dietro? >> S’intromette Andres.
<< BASTA! SONO STANCO DI SENTIRE LA TUA VOCE! NON TI SENTI STUPIDO? DOPO SETTE ANNI MI PORTI RANCORE E TI RODE IL CULO PERCHE’ LEI NON TI HA MAI AMATO! PERCHE’ HA SEMPRE AMATO ME E LA VOSTRA STORIA E’ FINITA PROPRIO PER QUESTO! >> Sbraita Lorenzo fuori di sé. Io approfitto della sua distrazione per allontanarmi e tornare verso l’ombrellone. Piego alla bene e meglio il telo da mare e lo ficco dentro la borsa.
<< Amore! >> Esclama Lorenzo, afferrandomi un polso.
<< Io ho sempre pensato che tu fossi diverso da resto del mondo… Diverso da quel demente di Gonzalo. Che tu non fossi come tutti quelli che mi hanno sempre presa in giro per il mio peso! >> Esclamo. Invece lui apparteneva a quella schiera. Lorenzo afferra entrambe le guance con le sua mani.
<< Mi dispiace! Non sai quanto mi dispiace. Vorrei poter cancellare quell’episodio! >> Si scusa con gli occhi lucidi.
<< Vorrei restare da sola! Ci vediamo a casa dei miei, ok? >> Propongo. Non so cosa pensare in questo momento! Voglio credergli quando dice che è stata l’unica volta in cui mi ha denigrata, ma scoprirlo mi fa male da morire.
 
 
 
[Lorenzo]
Farei bene a dare l’allarme a tutta questa gente: la terra si sta aprendo in due e presto ci inghiottirà tutti. O forse inghiottirà solo me? Probabilmente è questo che merito: di bruciare tra le fiamme dell’inferno! Mi ero anche dimenticato di quell’episodio perciò non le ho raccontato di aver detto quelle cose su di lei. Sento il cuore aprirsi esattamente come la terra sotto ai miei piedi mentre la osservo allontanarsi da me. Delle stille escono dai miei occhi e mi bagnano le gote. Avvampo e non per il caldo della Florida. No, è per la rabbia. Mi volto cercando quello stronzo colossale e dopo qualche istante mi rendo conto che sta dando indicazioni a un gruppo di donne, ma proprio qui doveva dare lezioni di acqua gym?! Proprio questa spiaggia dovevamo scegliere?!
<< EHI! SARAI SODDISFATTO! >> Urlo quando sono vicino a lui. Lui si volta e lo colpisco esattamente sul naso. Lui barcolla tenendosi il naso mentre si elevano esclamazioni di stupore. Sento dire da una vecchia “presto, qualcuno chiami il 911!”, ma che si facesse i cazzi suoi! La mano mi fa malissimo, ma cerco di nasconderlo. Lui mi guarda con un sorrisetto sornione e questo mi fa imbestialire ancora di più.
<< SEI PATETICO! DOPO TUTTO QUESTO TEMPO MI PORTI ANCORA RANCORE E TI RODE IL CULO! >> Strillo.
<< Non sai che la vendetta è un piatto che va servito freddo? >> Mi domanda sorridendo come un ebete. Riempio i polmoni di aria e mi avvento contro di lui ma ho la peggio visto che un suo pugno mi colpisce sulla mascella e cado a terra come un ebete.
 
 
 
 
[Cèsar]
<< Molto meglio di una spiaggia piena di sabbia che vola dappertutto, vero? >> Domando al mio ragazzo, chiedendo il suo parere sul posto che ho scelto per passare qualche ora di relax prima che riparta. Questo club esclusivo sorge sull’attico di questo grattacielo che ospita un hotel, ed è piuttosto rinomato.
<< Il posto è stupendo, ma sono preoccupato per i nostri conti bancari. >> Osserva.
<< Si può fare una pazzia una volta ogni tanto, no? >> Chioso.
<< Sì, dico solo che dovremmo cominciare a risparmiare, se vogliamo realizzare il nostro sogno di convivere. E fino ad allora dovremmo affrontare le spese aree per vederci… >> Blatera.
<< Ssssh. >> Lo zittisco posando l’indice sulle sue labbra, prima di catturarle in un bacio.
<< Siamo in questo posto da sogno insieme. Non pensare ai soldi adesso. Quelli vanno e vengono mentre il ricordo di questa giornata resterà per sempre. >> Commento. Il sorriso che mi regala è una meraviglia.
<< Sai cosa aiuta a ricordare meglio di ogni altra cosa? Una foto. >> Propone, estraendo il suo smartphone. Io prontamente estraggo il selfie-stick. Ci scattiamo diverse foto: facce buffe, mentre ci baciamo e alcune foto prima con la piscina come sfondo e poi con il panorama di Miami alle spalle.
<< E’ un peccato non poterle pubblicare sui social network. >> Osserva con amarezza.
<< Per colpa mia. >> Aggiungo. Magari lo pensa?
<< Non dire così. Ci vuole del tempo per fare outing, specialmente con i propri genitori. Saremo anche nel 2028 ma alcune persone non sono pronte a certe notizie. Nessuno lo sa meglio di me. Hai visto no che mio padre non mi rivolge ancora la parola? >> Mi fa notare. Bhe, Daniele Valencia è un caso umano. Tratti tuo figlio come un fantasma solo perché è gay?
<< Spero che mio padre reagisca in modo diverso. >> Penso a voce alta.
<< E domani sera c’è quella cena… Oltretutto sarò l’unico non accoppiato. >> Osserva.
<< Quando riusciremo ad organizzare una cena ufficiale come fidanzati con tuo padre, sarà in un ospizio! >> Chioso.
<< Amore, spero un po’ prima! Non vorrei dover imboccarlo durante la nostra cena di prova. >> Risponde, suscitando la mia risata.
<< Adoro quando lo dici. >> Commento.
<< Cosa? Che non voglio imboccare mio padre? >> Domanda.
<< Non fare il finto tonto. >> Intervengo, bloccandolo contro il parapetto della terrazza, prima di catturare le sue labbra in un bacio. Qui nessuno sa chi siamo e possiamo amarci liberamente!
 
 
 
 
[Roberta]
Ho reagito in modo troppo precipitoso, è così! Lorenzo mi ama e dovrei fidarmi di più di lui. Avrà anche detto quelle cose a quel tempo, e allora? Oggi ha occhi solo per me… giusto? Non pensa più quelle cose su di me! La notizia mi ha talmente sconvolta che non so più cosa penso. Non ha mai dato corda a Gonzalo, vero? Gonzalo… solo lui potrà chiarirmi questo dubbio. Estraggo il mio smartphone e gli scrivo subito una e-mail. Non avrà al faccia tosta da mentirmi! Proprio mentre premo invio passo accanto ad una volante della polizia. I due agenti sorseggiano un caffè a un chiosco vicino al parcheggio.
<< “Centrale a tutte le unità. Abbiamo un 1010 presso la spiaggia Sol y Mar. L’ambulanza è già in viaggio.” >> Sento dire dalla radio della polizia.
<< “108 a centrale, ricevuto, ci rechiamo sul luogo.” Andiamo. >> Afferma una degli angenti utilizzando la radio sulla sua spalla, prima di incitare il collega. Spiaggia Sol y Mar… Io vengo da lì! Fermo uno degli angenti prima di salga in auto.
<< Mi scusi, il codice 1010 a quale emergenza corrisponde? >> Gli domando.
<< Rissa in corso. >> Risponde con gentilezza facendo per salire in auto. Rissa, oddio!
<< Perché l’ambulanza? Ci sono feriti gravi? >> Domando.
<< A quanto pare! Scusi signorina ma andiamo di fretta! >> Esclama spazientito, occupando il posto di guida. Giro subito sui tacchi per tornare verso la spiaggia, con il cuore in gola.
 
 
 
[Lorenzo]
<< Ti gira la testa, ragazzo? >> Mi domanda il paramedico per l’ennesima volta.
<< No, per l’ennesima volta. Di ferito ho solo l’orgoglio. >> Borbotto.
<< Picchi come una femmina… Sei una pulce. E’ bastato un pugno per mandarti al tappeto. >> Commenta divertito quello stronzo.
<< VUOI VEDERE?! >> Mi altero. Un’angente mi trattiene.
<< Allora, la facciamo finita? O andiamo direttamente in centrale? >> Minaccia l’agente.
<< Signorina, ma ancora lei?! >> Sento dire dal suo collega che tenta di trattenere Roberta.
<< E’ la mia fidanzata! >> Esclamo. L’agente la lascia passare. Si inginocchia sollevando sabbia da tutte le parti prima di travolgermi in un abbraccio che ho tanto desiderato.
<< Mi dispiace amore! Scusa se sono scappata via così! Ti amo… ti amo qualunque cosa tu abbia fatto in passato! >> Esclama sull’orlo del pianto.
<< Piccola! Ti amo più della mia vita…. Vorrei solo che tu mi credessi e che ti fidassi di me, me non posso biasimarti se così non è, specialmente dopo aver saputo cos’ho detto in quell’occasione. >> Intervengo mestamente. Lei scuote il capo mentre le lacrime le rigano le guance.
<< Non importa! Tu sei qui ed è su questo che devo concentrarmi! >> Esclama. Ci scambiamo un bacio prolisso.
<< Che voltastomaco. Lei non ha il voltastomaco agente? >> Domanda quel demente ad uno dei poliziotti.
<< Ti sembra che io abbia voglia di scherzare, amico? >> Gli domanda il poliziotto.
<< Ricominciamo. Chi ha cominciato la rissa? >> Domanda il collega. Il demente ed io ci guardiamo.
<< Io, ho iniziato io. >> Ammetto con un filo di voce, dopo aver invano tentato di accusarlo.
<< Vuole sporgere denuncia signor… Andres Parra? >> Domanda l’agente al demente dopo aver riletto in nome sul suo documento. Non bastava Ken… dovevo aver a che fare anche con l’incredibile Hulk!
<< No, non ne vale la pena. >> Risponde il demente.
<< In questo caso il nostro lavoro qui è terminato. Arrivederci. >> Si congedano da noi gli agenti rendendoci i nostri documenti mentre i paramedici, una volta assicuratisi che io stia bene, cominciato a chiudere la valigetta. Roberta mi aiuta ad alzarmi. Il demente è costretto a seguire i paramedici in ospedale visto lo stato del suo naso. Ben gli sta.
<< Ti fa tanto male? >> Mi domanda, accarezzandomi la mascella violacea.
<< Adesso no, i paramedici mi hanno iniettato non so quale anestetico. Il tuo amico invece è conciato male! >> Mi pavoneggio, anche se lui con il naso rotto è rimasto in piedi ed io sono crollato a terra con una bottarella. Che figura!
<< Cos’è successo? >> Mi domanda.
<< Vuoi la verità? Gli ho rotto in naso lui ha riposto e sono svenuto come una femminuccia. >> Ammetto abbassando lo sguardo.
<< Lo hai affrontato per me? Nonostante sia una montagna di muscoli? >> Mi domanda. Annuisco.
<< Sì, nonostante sia una montagna di muscoli ed io sia io, infatti sono andato al tappeto subito! >> Esclamo. Roberta mi sfiora delicatamente le labbra con le sue.
<< Finché l’anestetico non smette di fare effetto approfitta di me, ti prego! Baciami. >> Le ordino. Non se lo fa ripetere due volte e cattura le mie labbra.
 
 
 
[Alexander]
<< Spero tu abbia una buona giustificazione per avermi lasciata qui ad aspettare per un quarto d’ora! >> Mi redarguisce la donna della mia vita, con la bocca tutta impiastricciata di gelato al cioccolato. La bacio e cancello le tracce di quel cibo per poi emettere un mugugnino di piacere ammiccando.
<< C’era fila alla cassa. >> Mi giustifico.
<< In che negozio sei stato? >> Mi domanda.
<< Chiudi gli occhi. >> Le ordino.
<< Cosa nascondi dietro la schiena? >> Mi domanda sorridendo mentre le poso una mano di fronte agli occhi.
<< Chiudi gli occhi. >> Le ripeto. Lei ubbidisce e poso il mio regalo sul tavolino del bar.
<< No! Il libro dei nomi! >> Constata sorridente, iniziando a sfogliarlo.
<< Non avevo mai pensato a quando potesse essere difficile scegliere il nome per un figlio. Insomma, se lo porterà addosso per la vita, è una scelta difficile e temo di sbagliare a dire il vero. >> Confesso.
<< Andiamo bene. E quando toccherà il primo cambio o il primo bagnetto ti verrà un attacco di ansia? >> Scherza.
<< Non ci sono dei corsi per queste cose? >> Domando.
<< Andresti a questi corsi? >> Mi domanda incredula.
<< A meno che io non impari a fare il papà leggendo un libro o per miracolo divino, sì. Voglio essere pronto per il primo cambio. >> Preciso. Ricevo un bacio.
<< Sarai il papà perfetto. >> Commenta sorridendo.
<< Mi accontento di essere un papà capace! >> Esclamo. Mio padre lo è stato… nonostante lo scivolone con mia madre. E’ vero che non si è mai comportato male nei miei riguardi, anzi.
<< Dall’inizio alla prima metà ci sono nomi maschili, dalla metà in poi femminili. >> Le indico. Olga chiude gli occhi, apre il libro in una pagina a caso e punta il dito.
<< Anselmo. >> Leggo a voce alta.
<< Anselmo è una persona attiva, nervosa che brama per l'approvazione altrui ma allo stesso tempo fa sempre presente gli errori e i difetti degli altri accrescendo invece i propri meriti. Per carità! >> Legge a volte alta la mia fidanzata.
<< Dice anche che in amore avrà una serenità matrimoniale e una vita piena di soddisfazioni e fortuna. >> Finisco di leggere.
<< Non importa, non mi piace questo nome! Prova tu con un nome femminile. >> Mi propone. Faccio come ha fatto lei: apro una pagina a caso e punto il dito.
<< Barbara. Deriva dal greco bàrbaros e significa "straniera". All'epoca romana tale nome veniva dato in senso dispregiativo alle serve. L'onomastico si festeggia il 4 dicembre in onore di Santa Barbara, cui storia commovente si fonde con la leggenda. >> Leggo a voce alta. Di bene in meglio! Ci guardiamo prima di scoppiare a ridere.
<< Tu non vuoi un nome con un significato così brutto, vero? >> Domando al ventre della mia donna prima di posarvi sopra un bacio.
<< Anche perché potrei chiamare il telefono azzurro se dovessi essere un maschietto di nome Barbara, cari mamma a papà. >> Risponde Olga facendo la voce da bambino. Ci riprovo puntando un nome a caso tra quelli maschili.
<< Franklin, più anticamente Frankeleyn, basato sull'aggettivo medio inglese frankelin, dal francese antico fraunclein, che vuol dire "uomo libero", "proprietario terriero di origini non nobili", per significato è quindi analogo al nome Franco, con cui condivide la radice. >> Leggo a voce alta. Questo nome mi piace!
<< Il mio primo ragazzo si chiama Frank. >> Mi informa Olga.
<< Bene. Questo nome è scartato! >> Esclamo sortendo la sua risata.
 
 
 
[Massimiliano]
Le sei del pomeriggio. Giulia è chissà dove da diverse ore ed io mi sento impazzire!
<< Io non capisco… COSA DIAVOLO SIGNIFICA CHE DEVE FARE AMMENDA?! COS’AVRA’ MAI FATTO DI TANTO GRAVE? HA UCCISO QUALCUNO? NO! E ALLORA?! >> Strepito fuori di me prima di tirare una manata ad una bottiglia d’acqua di plastica presente sul tavolo, mezza vuota fortunatamente, che cade per terra.
<< Cerco uno straccio. >> Interviene Isabella. Diego mi afferra le spalle.
<< Tu adesso ti calmi e rimetti in moto il cervello! Leon, Silvia e Giulio sono usciti di nuovo a cercarla,vedrai che presto porteranno delle notizie! >> Mi rassicura.
<< Tu la conosci da sempre, si può dire! Cosa le passa per la testa secondo te? >> Chiedo a Diego, che di botto da rivale si è trasformato in un amico, pare!
<< Io… >> Balbetta dopo attimi di esitazione.
<< Ragazzi, Rhonda, la domestica dei suoi genitori, mi ha detto di essere appena tornata a casa dopo un pomeriggio di commissioni e spese varie. A quanto pare Giulia è stata lì, visto che ha trovato sul tavolo della cucina mezzo toast mangiucchiato! >> Racconta Francesco, una volta chiusa la telefonata con casa Valencia. Per lo meno ha mangiato qualcosa!
<< Allora? >> Chiedo a mio cognato, a Silvia e a Leon quando entrano nell’appartamento. Scuotono il capo.
<< Abbiamo cercato in tutti i locali che frequenta, niente da fare! >> Spiega Leon.
<< La domestica dei tuoi genitori pensa sia stata lì visto che ha trovato resti ci cibo, quando è tornata dalla spesa. >> Racconta Francesco a Giulio. Mi siedo sul divano.
<< Io non capisco… Ho fatto qualcosa di male? Cercava solo una scusa per andarsene? Perché non mi chiama?! Perché mi fa soffrire così?! >> Mi sfogo, mentre le lacrime bagnano ancora i miei occhi, verso Isabella e Diego i quali sospirano scambiandosi un’occhiata. Diego lancia un’occhiata a Giulio, poi a Francesco il quale guarda prima Isabella poi Diego. Cosa sono questi scambi di sguardi?
<< Voi sapete qualcosa che ignoro? >> Domando loro,quando il cellulare di Giulio squilla.
<< Pronto?... Sì, sono Giulio Valencia, mi dica… Un attimo fa?... Ok, grazie mille! >> Lo sentiamo dire prima che chiuda la comunicazione.
<< Era il portinaio. Appena l’ha vista passare mi ha telefonato. Sapevo sarebbe andata lì! >> Esclama Giulio.
<< Che portinaio? Lì dove?! >> Domando spazientito. Nessuno vuole dirmi nulla!
<< INSOMMA, PARLATE! >> Strillo esaurito.
<< Andiamo. >> Interviene Diego, ignorandomi.
<< Isa… Almeno tu, mi spieghi cosa diavolo sta succedendo?! >> La prego. Lei sembra combattuta e scambia uno sguardo con non so bene chi visto che rivolgo le spalle al gruppo.
<< Non posso! >> Esclama.
<< Diego, non è una buona idea che tu venga. Chi sappiamo noi sarà già abbastanza nervosa e non vorrei dover caricarmi in spalla due cadaveri! Resta qui. Mi porto dietro Leon e Silvia. >>
<< Va bene. >> Acconsentono l’avvocato e Silvia. I tre abbandonano la mia abitazione.
<< Ok… Io sono fuori di me e anche molto confuso! Voi tre sapete qualcosa di Giulia che ignoro e voglio sapere cos’è. CHIARO?! >> Urlo a Diego, Francesco e Isabella.
<< E va bene. Te lo dirò, anche se avrebbe dovuto dirtelo la tua ragazza, e senza fare tutti questi melodrammi! >> Cede Diego. Era ora!
<< Dov’è Giulia? >> Domando.
<< Da Paola, la mia ex. Ha commesso verso di lei un torto grave ed è andata lì per confessarglielo! >> Racconta. Che torto avrà commesso ai danni di quella ragazza?
<< Che cosa ha fatto? >> Chiedo.
<< Quando Paola ed io eravamo ancora fidanzati, prima del tuo arrivo in Colombia, Giulia ed io abbiamo avuto una tresca. Siamo stati insieme due volte. >> Gli sento dire. Questa confessione mi travolge e mi fa male come lo farebbe la zampata di una tigre in pieno volto! Resto interdetto per pochi secondi prima di reagire tirando un pugno a Diego che lo colpisce sulla mandibola sinistra.
<< Amore, stai bene? >> Gli domanda Isabella mentre Diego si massaggia la mascella.
<< E COSA ASPETTAVATE PER DIRMELO?! VI ERA SFUGGITO DI MENTE?! >> Urlo fuori di me. Perché Giulia non me lo ha mai raccontato? Era per questo che quella mattina al Caffè Charme voleva che dividessi Diego e Isabella,per gelosia?
<< Sei sconvolto e arrabbiato, lo capisco, perciò ti perdonerò per questo pugno! Posso capire la tua reazione. Comunque dovresti sapere a che un’altra cosa. La prima volta che siamo stati insieme è stato nell’ufficio del magazzino dove c’è un telecamera, all’epoca non me ne ricordai. Esiste un filmato… Lo hanno visto anche Jimmy e Lena. Io ho fatto resettare i computer e spero non esistano altre copie in circolazione. >> Ah, di bene in meglio! Perciò anche Jimmy lo sapeva e ha tenuto il becco chiuso. Sto per scattare verso di lui ma Francesco mi trattiene.
<< MA IO TI AMMAZZO! COME PUOI FARE SESSO CON UNA RAGAZZA IN UNA AMBIENTE VIDEOSORVEGLIATO ALL’INTERNO DELLA TUA AZIENDA E DIMENTICARTENE?! MA COS’HAI NELLA SCATOLA CRANICA?! >> Sbotto, comportandomi in un modo che normalmente non mi appartiene.
<< Per carità, ti dai una calmata? >> Mi prega Francesco. Riesco a liberarmi di lui.
<< SPARISCI DALLA MIA VITA! NON MI FREGA SE SEI IL MIO CAPO… QUI SIAMO IN CASA MIA E PER ME SEI UN COGLIONE E BASTA! COSA CHE HO SEMPRE SOSTENUTO! FUORI DI QUI! >> Grido, spingendolo verso la porta. Lui alza le mani.
<< Ok, me ne vado di mia volontà, non serve spingere! Mi dispiace che tu debba averlo scoperto così. Mi dispiace davvero! E’ vero, noi due non ci siamo mai presi, ma sei una br… >> Cerca di dire.
<< No, la frasetta di circostanza risparmiatela! >> Esclamo. Diego volta la spalle e sta per uscire.
<< Aspetta. Giulia potrebbe essere incinta! >> Affermo improvvisamente. E se fosse incinta di lui? Il mio cuore andrebbe in pezzi per la seconda volta nell’arco di un anno, e questa sarebbe una di quelle batoste da cui non ti riprendi mai. Mi sono innamorato di Giulia come un ragazzino e già fantasticavo su un bimbo tutto nostro!
<< Lo so, Giulio me lo ha detto, ma il dottore ha detto che sarebbe in una fase iniziale. Non può essere di 5 settimane perciò non può essere mio! >> Esclamo. Come faccio a fidarmi? Giulia ed io abbiamo sempre usato precauzioni!
<< Massimiliano… Capisco la tua reazione di collera a questa scoperta, ma quella con Giulia è stata una cosa fugace, senza importanza e precedente alla vostra relazione, oltre che alla nostra. Se non me ne faccio problemi io, che in pratica ho conosciuto Diego in quel periodo, non farteli tu, non ora che Giulia potrebbe essere incinta. Morirebbe se dovesse rendersi conto che la disprezzi! Giulia ti ama e se si sta comportando come una pazza è proprio per amor tuo. Si sta assumendo le responsabilità delle sue azioni affinché tu possa essere orgoglioso di lei! Pensaci. >> Spezza una lancia un sui favore Isabella.
<< Per favore, andate via. >> Li prego. Obbediscono e chiudo la porta.
<< Isabella ha ragione… >> Interviene Francesco.
<< TI CI METTI ANCHE TU?! >> Lo redarguisco. In questo momento non voglio sentire prediche!
 
 
 
[Nicola]
<< Chissà com’è finita a casa di Marcella. >> M’interrogo mentre affetto il pane.
<< I nostri figli hanno riposto ai messaggi? >> Mi domanda mia moglie mescolando la zuppa.
<< Roby e Olga sì, stanno tornando. Cèsar non ha risposto e ha il telefono staccato. >>  La informo. Nello stesso istante sentiamo che qualcuno è rientrato.
<< Che ti è successo? >> Domandiamo quasi coralmente mia moglie ed io a Lorenzo.
<< Bisogna mettere del ghiaccio. >> Constata mia moglie afferrando il suo mento con pollice e indice.
<< Avete avuto un incidente? >> Domando loro.
<< Tranquilli, sto bene. I paramedici che mi hanno soccorso mi hanno dato un anestetico e sono già passato in farmacia. >> Ci spiega Lorenzo.
<< Ma com’è successo? >> Chiedo.
<< Papà, non è colpa sua. Abbiamo incontrato un mio ex fidanzato, Andres, te lo ricordi? Ci ha infastiditi e lui non ha resistito. >> Racconta Roberta. Come posso dimenticarmi di Andres?
<< Lo hai picchiato? >> Chiedo conferma a Lorenzo il quale annuisce.
<< Nicola, dovevi vedere come parlava, cercava di baciarla… Non ci ho visto più! >> Si giustifica Lorenzo. Sposto lo sguardo da mia figlia al suo ragazzo. Una parte di me è colpita che Lorenzo sia disposto a rischiare la salute per mia figlia, questo significa che l’ama davvero,no? Ma l’altra parte di me pensa che non sarebbe una cattiva idea evitare i guai, specialmente quando è in compagnia di mia figlia. La conversazione viene interrotta da un nuovo ingresso. Entrano Olga e Alexander.
<< Buona sera. >> Saluta.
<< Buona sera. >> Salutiamo coralmente.
<< Va tutto bene? >> Domanda mia moglie ad Alex.
<< Non proprio. Ma sto sicuramente meglio io di lui. Che ti è successo? >> Domanda Alex a Lorenzo.
<< E’ una lunga storia. >> Rispondo coralmente Lorenzo e mia figlia.
<< Qualcuno di voi sa che fine ha fatto Cèsar? Non eravate insieme? >> Domanda mia moglie a Lorenzo e Roberta.
<< Sì, ma ad un certo punto abbiamo incontrato un gruppetto di ragazzi, loro hanno legato con il gruppetto mentre noi due siamo andati per la nostra strada. >> Racconta Roberta. Il mio cellulare emette la suoneria di un messaggio.
<< E’ lui. Dice che va tutto bene e che cenerà fuori. >> Avviso tutti quanti.
<< In questo caso, sediamoci, sennò la zuppa si raffredda. >> Invita tutti mia moglie. Questa era una delle poche occasioni per cenare con tutti e tre i miei figli, finché non torneremo a Bogotà. Vabbè!
 
 
 
 
[Paola]
<< Simpatico lo scherzo del costume, complimenti! >> La redarguisco e lei per tutta risposta ride sguaiatamente supina sul mio letto mentre disfo la borsa. Se ripenso alla faccia di Federico… Non mi sono mai sentita così in imbarazzo!
<< Ma dimmi, com’è questo Federico? >> Mi domanda.
<< Kelly… Avrà il doppio dei miei anni! >> Portati bene, ma sempre una cinquantina saranno!
<< Mi ripeti il nome? >> Mi domanda, aprendo il mio iBook.
<< Federico Vidal! >> Esclamo spazientita. Digita il suo nome su  google quando sentiamo in campanello di casa.
<< Vado io! >> Si offre, sollevandosi dal letto. Non resisto alla curiosità! Mi siedo su di esso e guardo la pagina web. Ha 45 anni, pensavo di più!
<< PAOLA? >> Mi chiama dal soggiorno la voce di Kelly. Sarà una visita per me? Magari dei fiori da parte di Alec! Rimango di stucco quando mi ritrovo davanti l’ultima persona che pensavo di vedere: Giulia Valencia, la quale non sembra avere una bella cera!
<< Ciao, possiamo parlare? In privato. >> Mi saluta e mi chiede la cortesia.
<< Paola, non manca il latte in casa? >> Si domanda la mia amica, evidentemente cercando una scusa per uscire.
<< Sì, anche insalata, pane e compra anche del gelato, per favore! >> La prego.
<< Pistacchio e cocco. >> Affermiamo in coro.
<< Giulia. >> La saluta Kelly.
<< Ciao. >> Risponde Giulia.
<< Non sembri in forma! >> Osservo. Ora che la guardo bene noto che ha anche gli occhi rossi.
<< Io desideravo parlarti… Avrei dovuto farlo da tempo! Ma prima di oggi non avevo mai riflettuto e non mi ero mai guardata così bene allo specchio. >> Esordisce. Incrocio le braccia al petto e trattengo il respiro. Non sarà venuta a confessarmi di Diego? No, non può essere. Perché dovrebbe?
<< Ti ascolto. >> Mi limito a rispondere.
<< Ultimamente non hai più risposto alle mie chiamate, ne ignoro il motivo ma non ti biasimo perché io con te mi sono comportata come una merda! >> Esordisce. Sento la terra tremare sotto i miei piedi! La lascio parlare senza intervenire.
<< Ci sono anch’io nella lista delle amanti di Diego! Siamo stati insieme due volte prima che voi vi lasciaste, una delle quali la sera della vostra festa di fidanzamento. Mi dispiace… >> Confessa. Sento una fitta al petto quando pronuncia quelle parole,prima di scoppiare a piangere. Che falsa! Che stronza! Pure le lacrime di coccodrillo.
<< Se non la smetti di frignare ti sbatto fuori, mi bagni il tappeto! >> Esclamo senza mai abbassare lo sguardo. Questa stronza mi ha appena dato quello cui anelavo: una confessione, vederla strisciare e soffrire, eppure non mi sento furente! No: sento come una sorta di tranquillità interiore! E’ inutile negarlo: sto godendo, eccome se sto godendo! Lei solleva i suoi occhi da panda su di me dopo il mio commento inaspettato.
<< Oltre che una rinomata puttana sei anche una totale imbecille. Io lo so da tre settimane! >> Confesso. Sbigottita, porta lo sguardo verso il tappeto che sta cercando lavare con le sue lacrime di coccodrillo. Poco male, risparmierò i soldi della tintoria!
<< Perché pensi che ti abbia evitata come la peste? Perché sei la peste nera! SEI UN CASTICO DI DIO E NON PUOI DARE LA COLPA A NESSUNO SE SEI RIMASTA SENZA AMICHE! IO ERO L’UNICA AMICA CHE AVEVI! >> Sbotto.
<< Come lo hai scoperto? >> Mi domanda.
<< La sera della festa a casa tua ad un certo punto mi hai lasciata da sola. Ti stavo cercando in camera tua e il tuo PC era aperto su facebook, su una conversazione con tuo fratello Giulio, e ne stavate parlando! >> Mento. Per fortuna l’ultima volta che ci siamo viste, quando siamo andate a ballare, mi ha affidato la sua borsetta per andare in bagno. E’ stata Kelly ad incitarmi a ficcanasare nel suo telefono così, oltre ai messaggi melensi con quel poverino che presto si ritroverà pieno di corna, ho letto questa conversazione con suo fratello.
<< Paola… Mi dispiace per tutto quello che ho fatto… >> Biascica avanzando verso di me. Arretro.
<< Non ti avvicinare, mi fa schifo anche solo guardarti e non vorrei prendermi qualche strana malattia! >> Esclamo prima di offenderla brutalmente quando sento suonare apro la porta convinta che sia Kelly la quale ha scordato le chiavi. Invece mi ritrovo davanti Giulio, la bionda riccia che ha preso il posto di Giulia come modella di sartoria e quel tizio che mia madre ha visto alla festa qualificandolo come l’ex di Roberta.
<< La puttanella è di là! Se ve la portate via mi fate solo che un favore. >> Intervengo. La bionda riccia mi fulmina con lo sguardo. Giulia si fionda tra le braccia del fratello quando lo vede.
<< Ma sei matta? Ci hai fatto prendere un colpo. >> La riprende dolcemente. La bionda riccia accarezza i capelli di Giulia.
<< Massi è preoccupatissimo, non fare mai più una cosa del genere. >> La informa la bionda riccia. Ma guardatela! Sembra che la vittima sia lei!
<< Potete consolare il suo animo da stronza fuori da casa mia, per favore? >> Chiedo loro. Giulio scatta verso di me ma viene trattenuto da Leon.
<< Non mi sembra in caso… Andiamocene. >> Lo invita. Giulio mi punta l’indice.
<< Mia sorella si sarà anche comportata da stronza con te, ma c’è da dire che qualunque cosa ti sia stata fatta da lei o da Diego te la sei meritata, corna comprese! Sei una croce difficile da portate Paola Ribeiro Solari, e almeno in questo contesto Diego gode di tutta la mia stima per averti messo un bel paio di corna, mentre lo tenevi al guinzaglio, che evidentemente non era abbastanza corto! E ti dirò un’altra cosa: non sei neanche degna di nominare Isabella, che è 10 spanne sopra di te! Tante care cose! >> Sbotta Giulio prima di abbandonare il mio appartamento con comitiva al seguito. Sbatto la porta con furia. Come diavolo si permette di parlarmi così? Con che diritto pone Isabella al di sopra di me?! Con la sua aria da santarellina ha incantato tutti!
 
 
[Francesco]
Mi sembra di essere tornato indietro di qualche tempo, a quando Massi parlava sempre di Isabella. Se questo ragazzo è bravo in qualcosa è soffrire per amore! Sembra maledetto!
<< Massi… E’ una cosa precedente al vostro rapporto. E’ come se Diego si mettesse a prenderti a pugni perché sei stato con Isa! >> Propongo un paragone.
<< Un cazzo. Quando si è messo con lei Diego sapeva che avevamo un passato, io non avevo idea che loro avessero un passato! >> Puntualizza.
<< Passato… che parolone. Per due sveltine. >> Borbotto, beccandomi un’occhiataccia. Per lo meno in questo frangente ha dimostrato di avere i coglioni! Ci alziamo quando sentiamo dei rumori di auto e il rumore della chiave che entra nella serratura. Fanno il loro ingresso Silvia, Giulio, Leon e una Giulia al quanto stravolta. Ci guardiamo negli occhi a vicenda, neanche al cimitero regna tale silenzio!
<< Ciao… >> Saluta timidamente Giulia.
<< Bhe, visto che è tutto risolto io toglierei il disturbo. Che dite, andiamo? >> Propongo, a chi non vive qui.
<< Ti chiamo domani. >> Annuncia Giulio alla sorella la quale annuisce, prima di baciarla sulla guancia.
<< Mi raccomando! >> Esclama poi Giulio rivolgendosi a Massimiliano.
<< Buonanotte ragazzi. Ci sentiamo domani! >> Saluta Silvia.
<< Buonanotte. >> Salutiamo coralmente Leon ed io.
<< Buonanotte. >> Rispondono flebilmente Giulia e Massimiliano. Abbandoniamo il loro appartamento.
<< Suvvia Giulio, era arrabbiato per averlo saputo solo ora, ma mica le farà del male per questo. >> Cerca di rincuorarlo Silvia, accarezzandogli il petto, visto che Giulio non fa che voltare la testa verso l’appartamento.
<< Arrabbiato… Era fuori di sé per la precisione. Dovevate sentire come si è rivolto a Diego prima di tirargli il cazzotto! >> Preciso.
<< Bhe, vedrete che parleranno e che domani li vedremo andare d’amore e d’accordo, ansiosi di scoprire se aspettano o non aspettano questo bambino. >> Risponde Silvia.
<< E se non dovesse essere incinta avrà fatto tutto questo melodramma per niente! >> Osserva Giulio.
<< Per lo meno sarà stata sincera e avrà condiviso questo segreto. Che poi tanto un segreto non era, visto che per poco anche Wilson li sentiva copulare nell’ex ufficio di Diego! >> Interviene Silvia. Leon e Giulio aggrottano le sopracciglia.
<< Te lo spiegherò! >> Liquida l’argomento Silvia, rivolgendosi al suo ragazzo.
 
 
 
[Giulia]
Sono stata una stupida. Paola lo sapeva già e, se solo qualche volta nella mia vita avessi pensato un po’ a qualcun altro che non fossi io, me ne sarei accorta. L’ho trattata come un’amica di comodo ed ora non ho più nemmeno quella!
<< Scusa… >> Intervengo con la voce rotta dal pianto.
<< Perché non me lo hai detto, invece di uscire di casa come un pazza e di fare questo melodramma? >> Mi domanda. Dai suoi occhi escono copiose lacrime che gli rigano le guance.
<< Perché è a lei che ho inflitto questo tradimento. >> Rispondo. Massimiliano ed io non stavamo ancora insieme all’epoca, è Paola che ho tradito!
<< Dovevi dirmelo subito che eri stata con Diego. Non capisco perché tenermelo segreto! >> Esclama.
<< Sapevo che ti saresti arrabbiato. >> Rispondo.
<< VORREI VEDERE! UN FILMATO TI RITRAE MENTRE FAI SESSO CON UN ALTRO E DOVREI STARE CALMO?! >> Inveisce.
<< Scusa se ho alzato la voce! >> Esclama poi dopo essersi ravvivato i capelli e aver tratto un respiro profondo. Sprofondo sul divano.
<< Cosa vuoi che di dica? Hai sempre saputo che non ero una donna pia! Anzi, sono tutto l’opposto. Nella mia vita ho usato le persone, ho scelto le mie amicizie in base alla levatura sociale, ho denigrato e deriso il prossimo. Ecco chi sono! >> Esclamo. Si inginocchia di fronte a me.
<< Eri questo! Prima di conoscerci! >> Tenta di rincuorarmi.
<< Non fingere che il mio passato non ti turbi, o non saresti fuori di te per questa notizia! >> Esclamo. Si ammutolisce.
<< Perché dovresti stare con me? Avere un figlio da una donna così? >> Chiedo, a lui e a me stessa.
<< Isabella dice che sei andata da Paola a confessare tutto perché volevi che io fossi orgoglioso di te, è vero? >> Mi chiede. Rimango stupita.
<< Lei ha spezzato una lancia in mio favore? >> Gli domando. Annuisce. Non so perché mio fratello abbia detto quelle cose su di lei a Paola ma aveva ragione. Isabella è 10 spanne sopra a lei, a me… a tutto il mondo! Annuisco in risposta alla domanda del mio ragazzo.
<< Mi dispiace per non avertelo detto prima! E non ti biasimerei se decidessi di non avere più niente a che fare con me. Non sono una bella persona! >> Esclamo. In tutta risposta azzera la distanza tra le nostre labbra e mi bacia.
<< Tutti possiamo cambiare e tu ci stai provando! Incinta o non incinta! >> Esclama. Sorrido prima di allacciargli le braccia al collo.
 
 
 
[Giulio]
Picchietto nervosamente le dita contro il mio ginocchio. Spero che Giulia riesca a passare una notte serena e a chiarirsi con il suo ragazzo.
<< Sei stato molto carino prima a casa di quella befana di Paola, quando hai difeso Isabella con quell’intervento! >> Esclama la mia ragazza accarezzandomi il ginocchio.
<< So che Isabella non c’entrava niente in quel momento ma… Non so neanche io perché ho detto quel che ho detto! >> Confesso.
<< Perché Isabella è così: uno sguardo e te ne innamori! Platonicamente parlando, intendo. >> Precisa. In effetti è impossibile guardarla ed odiarla (giusto Paola e Giulia potevano farlo!), neanche quando scopri che è una sorella spuntata dal nulla.
<< Non siamo neanche riusciti a parlare di questa storia. >> Penso a voce alta.
<< Bhe, si rimedia facilmente. >> Risponde.
<< Che vuoi dire? >> Le chiedo, mentre intraprende un rotonda e cambia totalmente direzione, tornando indietro.
<< Per il nostro palazzo era la prima uscita. >> Le faccio notare.
<< Ma non stiamo andando a casa! >> Esclama. Sorrido.
 
 
 
[Diego]
<< Silvia ha scritto un messaggio stile poema, spiegando che hanno rintracciato Giulia da Paola. Per poco Giulio non si accaniva su di lei! Dice anche… >> Si blocca la mia ragazza.
<< Che? >> La esorto, premendo una busta di piselli surgelati sulla mascella dolorante!
<< Che Giulio mi ha difesa a spada tratta con Paola. >> Conclude la frase. Le sorrido. Bhe, meglio per lui se inizia già a prenderla a cuore sennò lo brucio vivo!
<< Chi sarà? >> Si domanda Isabella quando sentiamo suonare.
<< Sì?... Che sorpresa, certo, salite! >> Le sento dire al citofono.
<< Sono Giulio e Silvia. >> Annuncia. Giulio Valencia a casa mia… Bhe, immaginavo che me lo sarei ritrovato spesso tra le palle! Sorridi Diego!
<< Ciao! >> Si salutano le due amiche. Sento le loro voci dalla cucina.
<< Ciao, scusate l’invasione, permesso. >> Si scusa Giulio dopo aver salutato.
<< Non preoccupatevi. Venite in cucina! >> I tre entrano e Giulio si accomoda di fronte a me su uno sgabello.
<< Ciao Diego, come va la mandibola? >> Mi domanda Silvia.
<< Insomma. >> Rispondo.
<< Mendoza, guarda che adesso non ho più sorelle! A meno che tu non voglia farti prendere a pugni anche da tuo fratello provandoci anche con Roberta. >> Interviene Giulio. Davvero divertente! Sorrido e una fitta di dolore mi attraversa il viso.
<< Vaffanculo Valencia! >> Esclamo.
<< Anche perché poi il mutuo per la casa nuova lo pagherebbe da solo! Non mi vedrebbe più neanche in fotografia. >> Interviene la mia fragolina.
<< Il mutuo resterebbe da estinguere, visto che lo ucciderei! >> Esclama Giulio, lanciano uno sguardo amichevole alla mia fragolina la quale sembra piuttosto a disagio. Silvia ed io ci lanciamo uno sguardo eloquente sorridendo. La mia fragolina è troppo timida per parlare, Giulio è una specie di orso bruno come suo padre… andiamo bene! I due si guardano negli occhi e Giulio prende la parola.
<< Io non sono bravo con le parole e sinceramente non saprei cosa dirti. Sappi solo che io ci sono e potrai contare sul mio aiuto quando sarà ora di raccontarlo al resto dei Valencia. >> Borbotta visibilmente a disagio Giulio.
<< Grazie. Nemmeno io sapevo bene cosa dirti… A dirti il vero pensavo che mi avresti additata come un’arrampicatrice. >> Confessa la mia fragolina. I due si scambiano uno sguardo talmente prolisso che avverto una punta di gelosia! Ma che dico? Sto per strozzare Giulio! Restiamo tutti sorpresi, Giulio per primo, quando la mia fragolina gli allaccia le braccia al collo prima di scoppiare a piangere. Giulio se ne sta immobile come una statua di sale e la sua ragazza lo incinta a fare qualcosa. Giulio posa le mani sulla schiena di Isabella e mi guarda. Io lo incenerisco con lo sguardo.
Per poco Silvia ed io non scoppiamo a ridere quando notiamo che Giulio ha gli occhi lucidi! Siamo costretti a morderci le labbra per non ridere! Insomma… Non è qualcosa che si vede tutti i giorni! Allora anche maschi alfa della famiglia Valencia hanno un cuore!
<< Ragazzi, non so voi ma io ho una fame atavica, visto che il pranzo di oggi è andato a farsi benedire! Pizza? >> Interviene Silvia interrompendo quell’abbraccio.
<< Vuoi rifilare la pizza a un cuoco provetto come me? >> Obbietta Giulio.
<< Valencia, hai gli occhi lucidi! >> Lo punzecchio.
<< Allergia alla polvere! Mai sentito parlare di stracci e spray? >> Risponde prontamente.
<< Ah ecco, per un attimo ho pensato che ti fossi commosso! >> Lo prendo in giro.
<< Vuoi fare pendant con l’altra guancia? >> Minaccia.
 
 
 
[Camilla]
<< E’ la prima e l’ultima volta che ci rivolgiamo a quella ditta di noleggio, il loro operatore ti guardava senza ritegno! >> Insiste, ricordando come il ragazzo che guidava il piccolo yatch avesse lo sguardo un po’ troppo lungo.
<< Ed io cosa dovrei dire? Ti sei dimenticato della barista di stamattina? Ha rovesciato il caffè di quel cliente perché stava guardando verso di noi e, visto che a fianco a noi c’era solo un tizio che potrebbe essere il mio bisnonno, stava ovviamente guardando te! >> Osservo. Stavo per alzarmi dallo sgabello e strozzarla!
<< Magari è gay e guardava te? Pure lei. >> Ipotizza. Non sono mica l’ultima donna sulla faccia della terra!  E’ geloso patologico ma lo amo anche per questo. Trasalgo quando afferra il mio braccio che ho allungato verso la porta della stanza per aprirla con la chiave elettronica.
<< Amore, che ti prede? >> Gli domando perplessa dalla sua reazione.
<< Il cellulare… l’ho appoggiato sul bancone della reception quando siamo arrivati e l’ho dimenticato lì. Mi faresti il favore di andarlo a prendere? >> Mi domanda. Ma dove ha la testa? Sospiro.
<< E va bene, ma secondo me è tutta una scusa per usare la doccia per primo, ammettilo! >> Scherzo prima di rubargli un bacio.
<< Mia talentuosa e sexy fidanzata, secondo te in questo albergo da sogno sulla spiaggia voglio fare la doccia da solo?! >> Mi risponde ricambiando il bacio.
<< Faccio presto. >> Affermo prima di intraprendere le scale, visto che siamo solo al secondo piano.
<< Posso aiutarla signorina Mendoza? >> Mi domanda la receptionist con un sorriso.
<< Sì, il mio fidanzato poco fa ha dimenticato il cellulare qui alla reception. >> Spiego. La ragazza si guarda intorno con aria perplessa.
<< Temo si sbagli. Non c’era nessun cellulare e non mi sono allontanata da qui negli ultimi minuti perciò se così fosse nessuno può averlo preso. >> Mi risponde. Magari l’avrà messo nello zaino sotto i teli da mare!
<< Grazie mille, dirò al mio fidanzato di ricontrollare nello zaino. >> Concludo. Quando torno al piano la porta della stanza è socchiusa e le luci sono spente. Sorrido e sto quasi per commuovermi quando mi accorgo che quella del cellulare era tutta una scusa per farmi allontanare! La stanza è piena di candele, sul comodino c’è una bottiglia di champagne in fresca e il letto è cosparso di petali di rosa. Non può aver fatto tutto questo in questi due minuti in cui sono stata alla reception… deve aver incaricato il personale dell’albergo! La vasca idromassaggio è riempita e adornata da candele e incenso. Trasalgo quando avverto le sue mani accarezzarmi il ventre.
<< Sorpresa! Ti amo alla follia Camilla! >> Sussurra al mio orecchio prima di posare un bacio sulla mia guancia. Mi volto e gli allaccio le braccia al collo prima di lambire le sue labbra.
<< Ti amo anch’io, David Valencia, non immagini quanto! Non mi aspettavo niente del genere… >> Confesso.
<< La cena è servita sul terrazzo! >> Mi informa. Lo spingo verso la parete e catturo le sue labbra in un bacio ardente. Farmi amare e amarlo è l’unica cosa che desidero ora, visto che questa notte avremo il volo di ritorno e in città ci aspetta qualche problemino da affrontare, a partire dalla cena a casa dei suoi genitori di domani sera.
 
 
 
[David]
Costello la sua spalla di dolci baci, respirando l’olezzo della sua pelle. E’ irresistibile anche con la sabbia nei capelli e la pelle patinata di bianco per colpa della salsedine.
<< Sei stato bravo, non ho sospettato niente. >> Confessa sorridendo mentre poso delicati baci sulle sue spalle, per poi spostarmi sul decolté quindi proseguendo alla volta del suo collo sensuale.
<< Altrimenti che sorpresa sarebbe stata? Camilla Mendoza, ti amo alla follia! E continuerò a dimostrartelo giorno dopo giorno. >> Le prometto, intrecciando le dita delle nostre mani. Accarezzo il piccolo cerchietto d’argento che porta all’anulare sinistro, il simbolo del nostro amore, immaginando il giorno in cui al suo posto ci sarà un diamante e poi la fede nuziale. Camilla cattura le mie labbra in un bacio ardente alla fine della mia dichiarazione. Afferro saldamente i suoi glutei e lei abbraccia il mio bacino con le gambe mentre cammino alla volta del letto.
 
 
 
[Massimiliano]
Forse ho esagerato con quel pugno, ma cosa avrei dovuto fare? E’ stato più forte di me! Quando mi ha detto di essere stato con lei l’immagine di loro due che fanno sesso mi ha annebbiato completamente il cervello.
Improvvisamente Giulia, con la testa appoggiata al mio petto, trema e dal suo respiro capisco che sta piangendo in silenzio. Credevo dormisse.
<< Basta piangere… A me importa solo che tu sia qui, adesso, non cosa tu abbia o non abbia fatto prima di me! E per la cronaca sono orgoglioso del coraggio che hai dimostrato, non è facile andare da una persona e confessare di averla pugnalata alle spalle. >> Intervengo non smettendo di accarezzare i suoi luminosi capelli biondi.
<< Era la mia unica amica… e me ne rendo conto solo adesso… So che non mi perdonerà mai… >> Singhiozza.
<< Mai mi sembra esagerato. Il dolore per la rottura con Diego e per il torto che le hai inflitto le passerà, incontrerà di nuovo l’amore e la sua rabbia si placherà. Per adesso dovresti lasciarle il suo spazio, peggioreresti la situazione cercandola. Rimedieresti solo altri insulti. >> Le consiglio. Paola è nera di rabbia e non sentirà ragioni finché non sarà lei in persona a volerlo. Giulia si solleva sui gomiti e mi guarda con quei suoi occhioni azzurri che attualmente sono rossi e cerchiati di nero visto che il trucco sbavato si vede ancora.
<< Non merito un angelo come t… >> Sta per dire ma interrompo il suo intervento con un bacio. Non voglio sentirglielo dire!
<< Basta! Ti amo Giulia, ti amo con tutti i tuoi difetti e scheletri nell’armadio! Mi sono innamorato di te follemente e niente di quello che potrei sapere sul tuo passato mi allontanerà da t…. da voi. Io spero davvero che dentro il tuo pancino ci sia una nuova vita, sai? Anche se sono passate poche ore da quando l’ipotesi di una gravidanza è entrata nelle nostre vite mi sono già innamorato dell’idea di avere un figlio da te e credo che resterei deluso se non dovessi essere incinta… >> Confesso. Sì, non faccio che pensarci!
<< Se non dovessi essere incinta cercheresti di avere un figlio da me? E’ questo che vuoi dire? >> Mi domanda presa alla sprovvista dalle tue parole.
<< Non mi dispiacerebbe, diciamo così. Ma so come la pensi tu: pensi che sia troppo precipitoso e so che non ti piacerebbe accantonare tanto presto la tua carriera per fare la mamma. >> Ammetto a malincuore. Non potrei costringerla ad avere un figlio.
<< E se ti dicessi che anch’io spero di essere davvero incinta? Come te mi sentirei disillusa se non dovessi essere incinta. In queste ore non ho fatto che pensare a questo bambino… immaginando i suoi capelli biondi, i suoi occhioni azzurri, le manine piccole, il suo sorriso vivace… E’ come se esistesse già…  >> Confessa. Delle lacrime rigano le mie guance di fronte a queste sue parole.
<< Piccola mia… >> Sussurro prima di abbracciarla come se dovessi non rivederla più. Sì, lo voglio questo figlio!
 
 
 
[Isabella]
Mi sembra strano il fatto di condividere lo stesso DNA (almeno parzialmente) con questo ragazzo così diverso da me! Da piccola, escludendo i miei amici Silvia, Francesco e Nataniel che frequentavo per qualche ora al pomeriggio, non avevo nessuno con cui giocare. Almeno in questo Francesco e Silvia potevano capirmi, essendo anche loro figli unici. Tuttavia guardavo con invidia i miei compagni di scuola quando li incontravo quando al parco e quando al supermercato con mamma, in compagnia dei loro fratelli e sorelle. Come farò a perdonare mia madre per avermi tenuta segreta la verità sulla mia nascita? Per avermi tenuta lontana da questi fratelli che segretamente tanto desideravo?
<< Piccola, tutto ok? >> Mi domanda Diego, notando che mi sono rattristata. Basta il suo tocco sulla mia nuca per farmi sentire meglio. Annuisco.
<< Io non perdonerò mai mia madre per avermi tenuta nascosta la verità e avermi tenuta separata dai miei fratelli. >> Confesso.
<< Sarei proprio curioso di conoscerla. >> Chiosa Giulio.
<< Non ti perdi proprio niente. >> Risponde Diego.
<< Lavora sulla Carrera 68b, al civico 2, se proprio ci tieni! >> Lo informo. Giulio mi sembra il tipo che non ne risparmia una, una sana lavata di capo se la merita. Mi domando come si comporterà con lei Daniele quando saprà questa verità.
<< Mi domando, mio padre ne era davvero allo scuro? >> Si chiede Giulio.
<< Così ha detto mia madre. Credi… che lo sapesse e che mi abbia volutamente ignorato? >> Gli chiedo con un groppo in gola. Giulio fa spallucce.
<< Non so se sei al corrente della storia che lega i miei genitori a Roberta. Io non mi aspetto niente di buono da mio padre e sarebbe un bene se non ti facessi delle illusioni, lo dico perché non vorrei che restassi delusa. >> Interviene Giulio. Mi mordo il labbro inferiore mentre sento il pianto impadronirsi di me.
<< Grazie Giulio, sei simpatico come un cactus nelle mutande! >> Lo redarguisce Diego.
<< Meglio guardare in faccia la realtà, Diego. Lo sai meglio di me che mio padre non è un modello di virtù! David vive nel mondo nelle favole, ma io… >> Risponde Giulio per poi bloccarsi improvvisamente.
<< David? >> Domandiamo coralmente Diego ed io. Giulio si ravviva i capelli.
<< Sei un disastro, amore mio! >> Commenta Silvia.
<< David è stato il primo a scoprirlo. Quando, la sera del compleanno di Silvia avete incrociato tua madre e gli hai raccontato tutta la storia, si è insospettito visto che era al corrente della relazione tra mio padre e la nostra domestica che guarda caso di chiamava come tua madre e le somigliava pure. Così ha compiuto qualche ricerca… Ha trovato il tuo certificato di nascita su cui Ingrid Foscarin compariva come madre e lo stesso nome era sul contratto di lavoro tra lei e la mia famiglia. E ha fatto 2+2. >> Confessa. David sa tutta la storia da giorni, solo ora capisco le sue strane occhiate, la sua premura nei miei confronti e il suo comportamento anomalo.
<< Ovviamente non lo ha detto ad anima viva, escludendo me. Ma sono stato io a chiamarlo quindi lui mi ha confessato di saperlo già. >> Aggiunge.
<< E adesso? Farete presente la questione a vostro padre? >> Pone l’interrogativo Diego, dopo attimi di silenzio.
<< Il 12 Marzo rinnoveranno i voti nuziali. >> Ci informa Giulio.
<< Quindi? Vuoi rimandare la questione per più di un mese?! >> Domanda Diego, leggermente alterato.
<< Non ho detto questo, prendi una valeriana, Mendoza. No, anzi. Sono del parere che vada fatto prima. Non ho le facoltà per tenere segreta questa storia per un mese e poi mi piacerebbe che tu presenziassi a quella cerimonia in qualità di figlia dello sposo. >> Sento dire da Giulio. Non pensavo che mi avrebbe sostenuto e accettato così velocemente, viste le cose che si dicono di lui…
<< Grazie. >> Balbetto ottenendo un sorriso appena accennato da mio fratello. Sento il cuore esplodere nel petto quando intrecciamo i nostri sguardi.
<< E come pensi di fare? La porti a casa e la presenti con qualcosa tipo “papà, questa è tua figlia”? >> Domanda Silvia.
<< Così a mia madre piglia un accidente? Chiederò a David di aiutarmi a preparare il terreno, sempre che non mi uccida per aver detto quello che dovevi essere lui a dirti, Isa. Potremmo invitarlo a pranzo così sarà lui a decidere come dire la verità alla mamma. Credo sia la cosa migliore! >> Stabilisce Giulio. Io mi sento male se penso che tra qualche giorno Daniele saprà la verità e mi verrà a cercare.
 
 
 
[Camilla]
Tre ore. Fra tre ore abbiamo il volo di ritorno, vorrei che non fosse così! Immergo la mano nella vasca e accarezzo la sua coscia.
<< A cosa pensi, tesoro? >> Mi domanda. Volto leggermente il capo per poterlo guardare.
<< Vorrei che il volo di ritorno fosse fra una settimana, un anno, un secolo, non fra tre ore! >> Esclamo. Mi bacia a stampo.
<< Dai amore mio, manca poco all’estate. E poi manca solo un mese alla sfilata e poco più di un mese al rinnovo delle promesse nuziali dei miei, dopo tale tempo potremmo prenderci un altro week end di ferie. >> Propone il mio amore. Ci scambiamo un altro bacio.
<< David, parlando del futuro imminente c’è una cosa che ti vorrei proporre. Lunedì vorrei chiamare il padrone di casa e chiedergli di modificare il contratto d’affitto. Vorresti che sopra quel contratto ci fosse anche il tuo nome? >> Propongo. Trattengo il fiato in attesa della sua risposta. David mi guarda con quel suo sguardo dolce capace di farmi sciogliere il cuore e mi scosta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<< Infondo vivi già lì. Si tratta solo di rendere la cosa ufficiale! >> Aggiungo di fronte al suo silenzio. Perché non risponde?
<< Me lo chiedi solo perché vuoi dividere le bollette? >> Mi domanda. Possibile che debba rovinare un momento così? Lo schizzo fintamente offesa.
<< Vieni qui! >> Mi ordina. Finisco a cavalcioni su di lui, completamente prenda dei suoi baci bollenti.
 
 
 
[Francesco]
Non faccio che pensare a quel fugace bacio. Perché non riesco a smettere di pensarci? Vedo però che non sono l’unico ossessivo qui! Mi protendo verso Leon sbirciando il suo smartphone. E’ sul profilo instagram di Roberta e sta guardando alcuni selfie appena pubblicati dove è in compagnia di Lorenzo sul lungomare di Miami.
<< Ti fa male! >> Esclamo, tornando a sorseggiare la mia birra rossa.
<< Allora sarò masochista! >> Esclama di rimando bloccando lo schermo del cellulare e riponendolo in tasca. E’ costretto ad estrarlo nuovamente quando gli arriva la notifica di quel che sembra un messaggio. Noto un leggero sorriso sul suo volto quindi digita una risposta veloce per poi rimetterlo via.
<< Questa non era Roberta, ne desumo! >> Esclamo curioso come una donna.
<< No, ovviamente no. Non ti agitare perché non è niente di che! Ho casualmente incontrato Grace Doinel e abbiamo stretto amicizia, tutto qui. Mi ha augurato la buona notte e ho risposto. >> Minimizza. Se avesse avuto gli occhi anche sulla fronte avrebbe potuto vedere il suo sorriso specchiandosi sulla parete dietro i liquori del bancone del bar.
<< Bhe, è una bella ragazza. Molto carina. >> Commento.
<< E’ carina e ha 10 anni in meno rispetto a me. >> Osserva Leon. Ora che ci penso anche tra me e Class dovrebbe esserci una differenza d’età di circa 10 anni, o sbaglio? Ma soprattutto, perché me lo sto chiedendo?!
<< Che coincidenza! >> Esclama una voce alle nostre spalle. Leon ed io ci voltiamo nello stesso istante. Sì, proprio una bella coincidenza. Ecco che quel ricordo di quel bacio torna ad affacciarsi nella mia mente.
<< Già… che coincidenza… >> Chioso completamente preda dei suoi occhi verdi, desiderando di passare la mano tra i suoi capelli rossi tendenti al biondo. Class lancia una strana occhiata a Leon.
<< Piacere, sono Leon Carissi. >> Si presenta Leon visto che Class lo sta praticamente fissando.
<< Class Huber Mendoza. >> Risponde di rimando Class stringendo con vigore la mano.
<< E’ un piacere conoscerla. Io sono anche il legale dell’Ecomoda. >> Specifica Leon.
<< Ah. Quindi è così che vi siete conosciuti? >> Domanda Class. Ma che si è messo in testa? Che la mia storia immaginaria sia Leon?
<< No, non proprio. Mia cugina è un’amica di Francesco, non che la fidanzata di suo cugino Diego. >> Racconta Leon.
<< Isabella. Ho sentito parlare di lei ma non ho ancora avuto il piacere di conoscerla. >> Commenta Class.
<< Class, andiamo? Ah, buona sera ragazzi. >> Saluta sua sorella, spuntando fuori dal nulla. Ma una gonna un po’ più lunga o un paio di jeans no, eh?
<< Buonasera. >> Salutiamo coralmente Leon ed io. I due si allontanano mentre Class non risparmia un’occhiataccia rivolta a Leon.
<< Sbaglio o c’era un po’ troppa tensione? >> Si domanda Leon.
<< Tensione? No, perché mai? >> Cerco di fare finta di niente.
<< Non mi servono laurea e master per capire che “l’amico di alcuni amici” che ti ha rubato quel bacio sia proprio lui! >> Ne desume Leon.
<< Sì, è lui, ma non dirlo in giro, ok? Non voglio che si parli di noi visto che non c’è un noi! Inoltre Class non ha fatto outing! >> Lo prego. Incolperebbe me se si dovesse parlare di lui e non sembra una persona propensa al dialogo!
<< Te lo prometto. >> Mi giura, prima di bere un sorso di birra.
<< Poco fa ho definito Isabella come mia cugina senza pensare al fatto che in effetti non lo è. >> Pensa a voce alta.
<< Non dire sciocchezze. E’ e resterà sempre tua cugina. E’ vero che vorrebbe avvicinarsi al padre e a quella famiglia ma non vuole nemmeno perdere gli affetti che l’hanno sempre accompagnata da quando è nata, ne sono sicuro! >> Chioso.
 
 
 
[Giulio]
Carrera 68b, civico 2. Mi sono impresso nella memoria questo indirizzo. Devo assolutamente incontrare questa donna e togliermi qualche sassolino dalla scarpa! Non solo ha ingannato suo marito spingendolo a compiere atroci azioni, ma a quanto pare ha anche ingannato mio padre pregiudicando la possibilità a lui di crescere una figlia e a me e ai miei fratelli di conoscere questa sorella.
<< La posso fare una domanda… Indelicata? Com’è possibile che le insegnanti o tuoi amici non abbiano mai notato i segni di… hai capito, no? >> Domando.
<< Juan era furbo. Colpiva sempre in punti dove fosse possibile coprire i lividi come dorso, addome o ventre. Mai su braccia, gambe o viso. E mai troppo forte per non rendere necessario il pronto soccorso. >> Racconta Isabella. Sento un brivido d’orrore percorrermi la schiena.
<< Spero che abbia sofferto molto durante quel mese passato in ospedale prima di tirare le cuoia. >> Commento in modo brusco. Non posso evitare certi pensieri.
<< Non voglio certo difenderlo, ma sono certa che abbia sofferto abbastanza durante la sua vita. Altrimenti non avrebbe mai preso la decisione di percorrere quella strada contromano. >> Commenta la mia ragazza. Forse sarebbe stato meglio se si fosse salvato. Sarebbe rimasto su questa terra a soffrire come un cane, schiavo dei sensi di colpa e dei suoi demoni! E oggi potrei fare una chiacchierata non amichevole pure con lui. E’ frustrante sapere di non poter prendere a pugni la sua facci da malato mentale.
<< Non sei ancora andata al cimitero? >> Domanda Silvia a Isabella. Lei scuote il capo.
 
 
 
[Roberta]
Sento gli ingranaggi all’interno del suo cervello muoversi.
<< Amore, tutto bene? >> Gli domando sollevando leggermente lo sguardo verso il suo viso, tenendo la testa sulla sua spalla, mentre le nostre dita intrecciate giocano tra di loro.
<< Ci sono chilometri di spiaggia. E abbiamo beccato proprio quella dove lavora quel cretino! E addio pomeriggio spensierato! >> Si lamenta. Lorenzo ha fatto a botte per me per gelosia! Certo, mi dispiaccio per la sua mascella, ma mi sembra un sogno da cui temo di svegliarmi. Sollevo la testa e poso un bacio sulla macella sana, quella destra.
<< Non avrei mai pensato che saresti arrivato ad amarmi… e non così tanto! Ma non farlo mai più, va bene? Se non ti fossi ripreso sarei morta di dolore! >> Esclamo. Mi guarda dolcemente, accenna un mezzo sorriso e annuisce.
<< Hai freddo, piccola? >> Mi domanda notando che ho la pelle d’oca. Annuisco.
<< Entro a prendere una coperta. >> Lo informo. Mi allontano da lui abbandonando il dondolo sulla veranda ma non prima di posare sulle sue labbra un casto bacio.
 
 
 
[Leonora]
<< Beccato! >> Esclamo, arrivando di soppiatto alle spalle di mio marito. Lui trasale prima di tornare a spiare Lorenzo e Roberta attraverso una fessura tra le tende.
<< Bhe, devi riconoscerlo… Sono troppo carini! E poi ha fatto a botte per gelosia. Se non fosse seriamente innamorato di nostra figlia non lo farebbe. >> Gli faccio notare. E’ preoccupato da quest’unione.
<< Ho solo paura che finisca e temo le conseguenze del caso. >> Ammette. Effettivamente si creerebbero imbarazzi e malumori tra i due, e di conseguenza tra le famiglie.
<< Tesoro… perché devi temere il peggio? Perché non provi ad accordare a Lorenzo un po’ di fiducia? Hai mai visto nostra figlia così contenta? >> Gli chiedo a raffica, abbracciandolo da dietro e accarezzando il suo petto. Poso la guancia sulla sua schiena.
<< No, in effetti. E’ su di giri. >> Ammette. Sorrido guardando l’altra mia figlia, colei che presto ci renderà nonni. Si è addormentata stesa sul divano con la testa posata sulle gambe di Alex. Anche quest’ultimo si è addormentato, con la mano sul ventre di mia figlia, dove sta crescendo il mio fagottino! Non vedo l’ora di fare la nonna!
<< Guarda. >> Indico a mio marito. Si volta e mi cinge una spalla, facendo passare il braccio dietro il mio collo. Abbraccio la sua vita.
<< Avrei dovuto farci i conti prima così questo momento non sarebbe stato tanto choccante! >> Esclama. Lo guardo perplessa.
<< Fare i conti con che cosa? >> Gli chiedo.
<< Con il fatto che i miei figli non sarebbero rimasti per sempre bambini il cui unico pensiero era finire i compiti velocemente per poi essere liberi di giocare con i videogame! >> Mi spiega. Scuoto il capo rassegnata e poco dopo vediamo Roberta entrare in casa.
<< Fa freddino, prendo una coperta. >> Ci informa sottovoce per non svegliare sua sorella e Alex, rivolgendoci un enorme sorriso.
 
 
 
[Lorenzo]
Che interesse potrei avere a mentirti? Lorenzo talvolta sapeva risultare davvero pesante con le sue prediche nei miei confronti per il fatto che ti prendevo tanto in giro. Anzi, approfitto del momento per porti le scuse che non ti ho mai rivolto, perché dopo tutto sei la fidanzata del mio amico e ci tengo ai rapporti con lui, anche se lui sembra non importare… Vabbè. Adesso finiamola qui con i sentimentalismi e guai a te se fai leggere a qualcuno queste mails, Mora! Specialmente a lui! Mi giocherei la mia reputazione di macho a cui tengo molto. Mi dispiace per il tono usato durante il confronto davanti casa vostra e per le cose dette. E’ vero, i nostri stili di vita ora sono diametralmente opposti, ma spero gli permetterai di frequentarmi ancora, qualora lui volesse. Ti prometto che terrò ben presente che adesso ci sono dei limiti. Ciao.
 
 
E’ solo l’ultima delle mails che la mia fidanzata ha scambiato con Gonzalo nelle ultime ore. Ecco con chi stava massaggiando tra una portata e l’altra, a cena! Quando mi sono accorto che alzandosi dal dondolo le era scivolato lo smartphone fuori dalla tasca dei jeans l’ho preso in mano e in quel momento è arrivata la mail di Gonzalo. Non posso nascondere che questo eccesso di confidenza tra di loro scatena dentro di me il fuoco della gelosia, che oggi assomiglia per di più ad un rogo.
<< Lorenzo, hai letto le mails? >> Mi domanda la mia ragazza, sedendosi tenendo la coperta sulle gambe.
<< Sì. Che storia è? >> Le domando perplesso.
<< Quando Andres ha fatto quella confessione oggi, prima di tornare indietro alla spiaggia, ho scritto a Gonzalo perché volevo sapere da lui se fosse vero o meno che non mi avevi mai denigrata, dato che eravate come pane e burro tu e lui. A dirti il vero non pensavo che rispondesse, invece ne è nata una corrispondenza in cui abbiamo parlato di noi e della vostra amicizia. >> Mi racconta.
<< Credi a Gonzalo e non a me. >> Asserisco offeso, redendole il cellulare.
<< Mi dispiace amore. Quando ho seguito la polizia e sono tornata alla spiaggia mi sono pentita di aver inviato quella mail ma ormai lo avevo fatto! >> Esclama a mo di scusante, guardando verso il basso e tormentando la coperta. La bacio come se non ci fosse un domani. Sì, sono offeso dal fatto che abbia avuto bisogno della conferma di Gonzalo, ma la voglio baciare comunque perché vederla triste è un castigo troppo grosso!
<< Non sei arrabbiato? >> Mi domanda. Alzo le spalle.
<< Non lo so se sono arrabbiato o meno. Ma di una cosa la so: che sono follemente innamorato di te! >> Esclamo. Mi dedica il più bello dei sorrisi.
<< Comunque il tuo amico ha anche un cuore, sotto strati e strati di stronzaggine e perversione, chi lo avrebbe mai detto? >> Mi informa. Per fortuna lo ha offeso o avrei iniziato a preoccuparmi sul serio!
<< Non sei curioso di leggere le precedenti mails e vedere cosa dice di te? >> Mi domanda. Sì, lo sono.
 
 
 
 
[Diego]
<< Prendo altro ghiaccio. >> Si offre la mia fragolina, alzandosi dal divano prima di strapparmi dalle mani la busta piena di quella che è ormai acqua.
<< Se Giulio non fosse tuo fratello… Sì, insomma, sarebbe il tuo tipo? >> Mi faccio coraggio e le domando. Insomma, fino a ieri era solo Giulio e vederlo abbracciare Isabella mi ha fatto uno strano effetto. Torna a sedere accanto a me e mi guarda con preoccupazione. Che figura!
<< L’hai presa bella forte la botta. >> Commenta trattenendo un sorriso. Le strappo la borsa del ghiaccio dalle mani e la poso sulla mascella.
<< Se Giulio non fosse mio fratello sarebbe comunque il fidanzato della mia migliore amica. E comunque, no! La prima volta che ho incontrato Giulio, che tra parentesi neanche ricordo, non ho provato le farfalle nello stomaco né ho pensato “che bel ragazzo”! La riposta è no. Per me esisti solo tu, e lo sai. >> Mi ricorda arrossendo. Sorrido prima di appoggiare una mano sulla sua nuca e baciarla.
<< Scusa per la domanda sciocca. Quando vi abbracciavate mi sono sentito come quella sera in cui ti ho visto baciare Massimiliano fuori dall’azienda, come quando vi ho visti insieme nei giorni successivi o come quando ho saputo che Francesco ti massaggiava… Sento lo stomaco contorcersi sapendo che un altro esemplare di sesso maschile ti tocca. Sono stupido, lo so! >> Ammetto. Mi sento un perfetto idiota!
<< Quando, per esempio, Silvia per salutarti ti travolge e ti bacia la guancia mi sento anch’io così. Cioè, so che in quello che fa non c’è malizia perché lei è così, ma non ne posso fare a meno. >> Mi racconta.
<< Non me lo avevi mai detto. >> Le faccio notare.
<< Perché è stupido! >> Esclama.
<< Siamo due stupidini, allora. Si chiama gelosia questo sentimento e lo provo perché ti amo alla follia, Isabella Carissi. >> Le ricordo perdendomi nei suoi occhi azzurri.
<< Ed io amo te, Diego Mendoza, anche se dici di non essere perfetto! >> Risponde. Chiudo gli occhi e m’impossesso delle sue labbra.
 
 
 
 
 
FINE CAPITOLO 62.
 
Scusate il ritardo. Allora, cosa dite della prima chiacchierata tra Giulio e Isabella? Nonostante il pranzo sia stato rovinato dai drammi di Giulia, hanno recuperato a cena. Secondo voi la reazione di Daniele alla scoperta di avere un’altra figlia quale sarà? Giulia è incinta o no? Nel caso fosse così Patrizia e Daniele come prenderanno la notizia della gravidanza prematura di Giulia? La piccola luna di miele di Camilla e David vi è piaciuta? E il piccolo imprevisto in cui sono incappati Lorenzo e Roberta? Tantissime cose devono ancora accadere!
 
   
 
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