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Autore: shinigami di fiori    21/08/2017    2 recensioni
Quando Gin arrivò sull'isola portava te in braccio...Eri piccolissimo.
Ci chiese di occuparci di te.
Non potevo lasciarti nelle sue mani, così decisi di prenderti con noi.
Provai a chiedergli di tua madre ma mi disse che si erano separati.
Per questo noi...
Non sappiamo nulla di tua madre...
Genere: Drammatico, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Freecss, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Mi dispiace, Gon…-
Gin fece per fermarla allungando una mano, ma il Cavaliere lo fermò con un cenno.
-Mi dispiace di non poter esserti accanto...Di non poter essere la madre che ogni bambino desidera-
Sorrise, rallegrata dal pensiero si star creando il suo legame con il figlio.
Quel nastro avrebbe unito i loro due mondi completamente diversi.
-Però...Sono molto felice di poter parlare con te…-
Strinse le lenzuola.
Gin abbassò gli occhi, rimanendo in silenzio.
C'erano cose che solo lei, da madre, poteva dirgli.
-Sai...Gon…-Iniziò.
-Da madre, ci sono tante cose che vorrei dirti...Tante cose che vorrei insegnarti...Così tanto amore che vorrei darti.
Ma di umano...Non ho più niente da tramandare-
Quelle parole rattristirono Gin.
-I miei occhi non vedono più...Le mie orecchie non percepiscono alcuni rumori e presto non potrò più camminare...Però io…-
i suoi capelli brillarono al buio.
-Sento ancora della vita che scorre in me...E quella vita sei tu...Il mio bambino, il mio piccolo Gon- Si accasciò, accarezzandosi il ventre.
-Chissà quale futuro sceglierai...Chissà se seguirai le orme di tuo padre…-
Non sembrava nemmeno una conversazione...Era un miscuglio di verità, sofferenze, felicità che una madre stanca trasmetteva al proprio figlio.
Le ultime percezioni della sua vita.
-Sentendo la mia voce...Come mi immaginerai-?
In nastro girava, creando quel rumore sottile.
-Ascoltando il silenzio di questa stanza...Dove credi che sia in questo momento…-
-Come sono i miei capelli...Il colore dei miei occhi, i lineamenti del mio viso…Ti chiederai com'era fatta la tua mamma, Gon-?
Sembrava di sentire parlare una Dea.
Una Dea senza alcun potere...Solamente in possesso della saggezza e della pazienza raccolta durante la sua vita.
-Gon Freecs…- Pronunciò.
Lo pronunciò con una dolcezza infinita.
-Non sentirò la prima volta che riuscirai a pronunciarlo...Non udirò tutti i tuoi tentativi di camminare, parlare...Chiamarmi mamma-
-Non sarò lì con te...Gon-
Era frustrante per Gin sentirla sputare tutte quelle verità con quel sorriso lieve in viso.
-Vorrei...Stare con te...Vorrei crescerti, conoscerti, insegnarti a leggere…- Il sorriso le sparì dal volto.
-Però io…-
Successe tutto velocemente.
La donna si tenne il ventre, piegandosi violentemente.
-Cavaliere-! Urlò Gin, reggendole le spalle e guardando la sua schiena tremare.
La donna tossiva violentemente.
-Dobbiamo chiamare i medici…- Sussurrò ormai esausto l'Hunter.
Il Cavaliere fece lunghi respiri.
Una ciocca di capelli albini le accarezzò lo zigomo.
La donna sentì qualcosa di caldo accarezzarle le pallide gambe, solleticandole le cosce.
“….No...”
Gin spalancò gli occhi.
Tra le gambe del Cavaliere colava del sangue; era buio ma si poteva chiaramente distinguere il liquido scarlatto dipinto sulle candide lenzuola del letto.
-Il bambino...Cavaliere, dobbiamo avvertire i medici- Urlò, scostandole le coperte e notando la situazione sempre più grave.
-Ma io...Devo...Parlare...Con…-La donna si tenne il ventre gonfio, sentendo il piccolo dimenarsi.
-Gon...Io…-
-NON ABBIAMO TEMPO, CAVALIERE-
Alla donna si illuminarono gli occhi.
Gin prese il telefono della stanza, digitando il numero con mani tremanti e sporche di sangue.
-Abbiamo bisogno di aiuto nella stanza 103…La mia compagna sta per partorire- Urlò con voce preoccupata il giovane.
Il nastro non aveva mai smesso di registrare...Tutto sarebbe stato documentato.
Mentre Gin ascoltata pietrificato i medici che gli davano istruzioni, le sue orecchie diedero priorità alla donna alle sue spalle.
-Ma certo…-Sussurrò il Cavaliere.
-Ma certo…-Ripeteva sorridendo.
Si afferrò il pancione ormai dipinto di rosso, si raggomitolò su sé stessa per udire il battito del cuore di Gon.
-Sono Alva...Alva Rhea…-
Gin strinse di denti, ricominciando a parlare con i dottori.
Alva...Era stata lei a dire il suo nome a Gin la notte in cui loro amore fece sbocciare la nuova vita dentro di lei.
Lui e Gon erano probabilmente gli unici esseri umani sulla terra a conoscere il nome del Cavaliere dell'Alba...Gli unici a cui lo avesse mai detto.
-Alva Rhea il Cavaliere dell'Alba...Il nome della tua mamma, Gon- Sorrise, piangendo teneramente.
I medici aprirono la porta con violenza.
-Ti voglio bene Gon...La mamma ti vuole bene- Aveva urlato, cercando di dimenarsi dalle prese dei dottori.
-Dobbiamo prepararla per un parto naturale-?
-No, il suo corpo non reggerebbe lo sforzo, preparate la sala operatoria...Faremo un cesario-
Le voci dei dottori vennero registrate all'interno del nastro...Una raccapricciante testimonianza di dolore.
Ma l'ultima frase che la donna urlò...Fu quella che Gin non riuscì a comprendere.
-Il Cavaliere...Aspetta-
Il nastro si bloccò.
Gin non riuscì nemmeno a ricordarsi il suo viso mentre la portavano via.
Ma qualcosa gli diceva che la sua compagna...Era felice.
…………………………………………………………………………………………

Gin era in ospedale da ore ormai.
La luce rosso indicava l'operazione in corso.
Non si udiva alcun rumore.
L'uomo aveva la testa china, quasi tra le gambe.
Non sentiva niente...Era come circondato da una patina impenetrabile di nebbia.
Nebbia che cominciò a diradarsi quando un altro individuo lo raggiunse.
-Oh, oh...Non avevo mai visto il grande Gin Freecs così' abbattuto- Disse una voce roca e allegra.
Quel tono arrivò al cervello del giovane come una scossa elettrica.
-Io...Non so dove ho sbagliato, vecchio- Disse, portandosi una mano ad abbassarsi la bandana sugli occhi.
Netero si accarezzò la barba, appoggiandosi al muro.
-Se tutti sapessero dove poter trovare un errore, allora nessuno sbaglierebbe mai-
Gin strizzò la bandana ancora più forte.
-Io non posso perderla…-
-Non puoi-?
Gin strinse i denti.
-Io non voglio…-
Netero si sistemò le mani nelle maniche, osservando le falene svolazzare intorno alla lampada.
-Il giorno in cui venne scagliato il girotondo delle rose...Io ero presente in quell'aula-
Gin sollevò appena lo sguardo.
-Non ero d'accordo con il modo di fare del Presidente...Ma non feci nulla per evitare lo sterminio di Edd-Yai-.
Gin lo osservava.
-Una cosa del genere...è ciò che io chiamo errore- Disse.
La luce rossa ancora interminabilmente accesa.
-Ma tu, Gin Freecs...Hai ridato speranza ad una creatura corrotta- Si sistemò sulla sedia al fianco di Gin con un sonoro “Oplà”
-Hai permesso ad una vita affogata nelle tenebre di scoprire la luce più grande di tutte-
Gin strinse le mani.
-Le hai permesso di vivere, in questo breve periodo, una realtà luminosa.
Le hai donato amore, affetto e perfino un figlio- Netero parlava, ma non lo guardava negli occhi.
-Lei hai spiegato cosa significa vivere...Io questo non lo chiamerei un errore, Gin Freecs-
Il silenzio avvolse i due.
-Lei ha donato molto a me...Più di quanto io potrò mai fare-
Netero non fece in tempo a finire che la luce rossa si spense con un rumore meccanico.
Il cuore di Gin iniziò ad agitarsi.
Si alzò velocemente, avvicinandosi alla porta.
Non appena il cigolio rivelò la freddezza della sala, il volto del dottore spense in Gin ogni speranza.
-Il bambino è nato in salute ma...La madre non ce la farà…-
Quelle parole furono come un pugnale dritto al ventre.
Gin riusciva a sentire il sangue sgorgare dal suo cuore, lo sentiva pulsare dolorosamente.
Il medico aveva uno sguardo distrutto...Doveva essere straziante non riuscire a salvare una vita.
-Vi lascio soli…-Aveva detto, togliendosi i guanti e lasciando che la parta
accompagnasse quella triste atmosfera chiudendosi lentamente alle spalle di Gin.
L'uomo entrò e vide la scena più triste e bella della sua vita.
La donna dai lunghi capelli bianchi reggeva tra le braccia pallide solcate da scure vene simili a radici un fagottino morbido e profumato.
Si udivano dei versetti infastiditi, dei mugolii dolci.
La donna voltò appena la testa, mostrando i suoi occhi bianchi.
-Vieni qui, Gin...Non è carino? Gon…Il mio piccolo Gon- Sussurrava.
Faceva addirittura fatica a parlare...La sua voce era debole.
Gin era rimasto impassibile...Cosa avrebbe dovuto fare? Non era felice, non era triste.
Era un padre...Ma nello stesso tempo non lo era.
-Prendilo in braccio...Gin- Aveva sussurrato con un debole sorriso.
L'uomo cominciò a sudare…Si prese la testa tra le mani.
Entrò in stato di shock.
Iniziò a dimenarsi come se la testa gli stesse per esplodere.
-Non andartene...Alva, io…-
La donna allungò il piccolo fagotto al padre.
-Prendilo Gin…-Gli aveva detto.
L'uomo la stava guardando come si guarderebbe un mostro.
Gli occhi gli tremavano,
I denti scoperti.
-Prendilo...è come se tutte le preoccupazioni di questo mondo svanissero- Sussurrò.
Gin notando le sue braccia tremare violentemente afferrò il fagotto, reggendolo con poca convinzione.
Il bambino dormiva tranquillo, muovendosi piano piano.
Gin lo osservava ancora sconvolto...Era quello il primo sguardo che avrebbe donato a suo figlio.
Uno sguardo disperato.
Gli occhietti piccoli e chiusi, il nasino arricciato e le manine strette al petto.
Era davvero un bambino normale.
-I dottori hanno detto che è in perfetta salute…-Il Cavaliere respirò affannosamente.
-Congratulazioni, Gin…- Il sudore ancora sulla fronte.
Gin sentì il calore del figlio sprigionarsi in tutto il suo corpo.
Quando Gon aprì gli occhietti si mise a ridere...Una risata cristallina.
L'oscurità che circondava Gin si scrostò lentamente, rivelando il suo corpo ancora un poco scosso da tremori.
Più il piccolo rideva, più Gin si sentiva leggero.
“Questa...è la forza di un figlio?”
Gin sorrise, con delle lacrime agli angoli degli occhi.
-Congratulazioni...Alva...è bellissimo- Sorrise, asciugandosi le lacrime con il braccio per non lasciare cadere Gon.
Il Cavaliere chiuse gli occhi, sospirando e rilassandosi contro al letto.
-Non avere più Gon dentro di me...è una sensazione sgradevole...Come se mi mancasse qualcosa…-
Gin strinse a sé quel piccolo esserino.
Gon sorrise, agitando le piccole braccina.
-Sono qui...Sono qui Gon…-
Il silenzio avvolse la stanza.
-Cavaliere…-Sussurrò Gin, stringendo Gon.
-Gin...Io…-
L'uomo sollevò ancora una volta lo sguardo.
Ultimamente faceva fatica ad incontrare le sue pupille chiare.
-Mi sono accorta...Di non aver alcuna intenzione di morire- sussurrò, osservandosi la mano pallida.
Gin a quelle parole sentì l'anima fare male.
Se esisteva una concezione di dolore...La stava provando in quel momento.
-Alva…-
-Ma so...Di non poter fuggire-
Stava per succedere qualcosa...Gin rimase sull'attenti per capire.
-Quel nastro...Io vorrei davvero che Gon lo ascoltasse…-
-E lo ascolterà...Lo ascolterà Cavaliere- Sorrise nervoso Gin.
Il Cavaliere strinse con la poca forza rimasta nel suo corpo le lenzuola.
-Io non potrò fare parte della sua vita...Ma la mia anima, vorrà sempre vegliare su di lui-
Gin si avvicinò alla sua compagna con il bimbo in braccio, quasi per far si che potesse rimanergli vicino.
-Gon…-La donna si allungò, sforzandosi al massimo delle sue capacità.
-Cavaliere…-
Diede un bacio sulla fronte al piccolo.
Qualcosa si sprigionò da quel gesto.
Un'incredibile aura.
Un potere che fece voltare persino Netero, dall'altra parte dell'ospedale.
-C-Cavaliere…Cosa….-?
 La donna rimase con le labbra appoggiate alla fronte di Gon.
La risata del bimbo, cancellò ogni suo dubbio.
“Questo….”
La luce si intensificò per poi spegnersi lentamente.
La donna si allontanò dal bambino, con il fiatone e del sudore sulla fronte.
“Questo è...Un potere Nen?”
La donna cadde a peso morto sul letto, priva di sensi.
-CAVALIERE-!
Gon iniziò a piangere tra le braccia di Gin.
-DOTTORI, DOTTORI AIUTATEMI- Urlò il giovane Hunter.
Netero osservava tutti i medici correre nella stessa direzione.
-Quella era…-





Tempo stimato per la vita del Cavaliere: 2 giorni.






-Angolo autrice-
Eccomi tornataaaaa
Chiedo scusa per non aver aggiornato appena tornata...Spero di essermi fatta perdonare.
Il Cavaliere è allo stremo...Ma cosa avrà fatto a Gon? ;)
Ringrazio tutti i lettori e chi recensisce donandomi un po' del loro tempo e un sorriso :3
Al prossimo capitolo...Al prossimo, triste capitolo T.T
-Shinigami di fiori-





 
  
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