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Autore: lilylunapotter02    22/08/2017    1 recensioni
Harry/Louis, accenni Liam/Zayn
Allenatore!Harry, Ginnasta!Louis
Note: Harry, 22 anni, 172 cm Louis, 17 anni, 156 cm Usa team Ispirato al film Stick It
Louis ha abbandonato una finale mondiale a squadre di ginnastica artistica facendo perdere la sua nazione e Harry è l'allenatore della VGA, la palestra dove sarà obbligato ad andare un anno dopo lo scandalo che lo portò su tutti i giornali del paese.
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Per la prima volta dopo settimane, appena finita la colazione Louis si trascinò di malavoglia in palestra. Non era come gli altri giorni. Semplicemente non aveva davanti a se il suo allenamento ideale. Pink Floyd e pause per rilassarsi disteso in mezzo alla pedana probabilmente sarebbero state rimpiazzate da cose molto meno piacevoli. Ci superò quasi quando entrò nella palestra vecchia e non vide Harry da nessuna parte. Ma ovviamente quel bastardo doveva arrivare da dietro di lui con un sorriso stampato sul volto. 《Pronto per allenarti?》chiese con un sorrisino sul volto il riccio. Si rendeva conto di star cercando la morte? Louis grugnì e poggiò (gettò svogliatamente) il suo borsone a terra. 《Pensa quello che vuoi, ma non provare a togliermi la musica.》disse dirigendosi verso lo stereo e ci collegò l'mp3. I bet my life degli Imagine Dragons risuonò nella palestra e sembrava tanto una presa per il culo la canzone che la riproduzione casuale aveva scelto. Lui scommetteva che non sarebbe mai sopravvissuto a quegli allenamenti. 《Vogliamo iniziare ora?》sbuffò Harry, entrando definitivamente nella lista nera del liscio. Di malavoglia Louis iniziò a correre per riscaldarsi, maledicendo in tutte le lingue del mondo (o meglio, usando tutti gli insulti che conosceva) il suo allenatore. 《Non hai rispettato i patti.》esordì al quinto giro di pedana. Harry sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo seduto in mezzo al tavolato. 《Lo faccio per te.》 Louis si bloccò di colpo, ruotando in modo da trovarsi il ragazzo davanti. 《Scusa? L'hai fatto per me?》chiese, tra lo stupito e l'arrabbiato 《Mi hai obbligato ad allenarmi per me? E ora mi alleni tu per farmi un piacere? A me?》 Il riccio si portò una mano tra il capelli, arruffandoli maggiormente. 《Inizia a fare le andature Louis, punte tese e spalle indietro.》 E davvero, il più piccolo l'avrebbe voluto uccidere. In ogni caso fece quello che gli era stato detto senza lamentarsi. Un'ora e mezza dopo (un'ora e mezza, ma si rendeva conto?) Harry  annunciò che il riscaldamento era finito. Louis si lasciò cadere a terra maledicendo la sua lingua tagliente che gli aveva fatto guadagnare serie di esercizi in più. 《Stanco?》chiese quasi preoccupato il riccio. Come risposta ricevette dei grugniti indistinti e un'occhiata da far accapponare la pelle. 《Tu che dici Styles? Mi hai fatto fare punte sulla trave per quaranta minuti, ho i polpacci che vanno a fuoco.》rispose piccato. Harry scossa la testa ridacchiando. Lo sapeva per esperienza, fare punte sulla trave era un suicidio. Soprattutto per tanto tempo. 《Alzati dai, vediamo cosa sai fare.》 《So fare routine con cui potrei vincere un'altra medaglia ai mondiali. Quindi cosa vuoi farmi fare Styles?》chiese con un sopracciglio alzato. 《Rovesciate senza mani e flick. Tu che dici, troppo facili?》 Louis sbarrò gli occhi. Non poteva fargli fare davvero delle cose così semplici. Era inaccettabile. 《Stai scherzando vero?》 Harry ridacchiò e scosse la testa. 《Stai sicuro che alla fine di questo allenamento sarai più distrutto del solito.》disse solamente avvicinandosi allo stereo per cambiare canzone. Il castano lo guardava seduto in mezzo alla pedana mentre l'altro scorreva con un dito le canzoni presenti nell'mp3 del ragazzo. 《Questa me la ricordo. Tu no?》chiese con un ghigno sul volto mentre 4x4ever investita Louis come un treno lanciato alla massima velocità. Si sentì come se gli fosse appena stato staccato il cuore dal petto a morsi. Non poteva fargli quello, semplicemente non era giusto. Non era giusto che a lui dovessero venire sei flash di vecchi momenti che sperava aver chiuso in un cassetto per sempre. Quel riccio l'avrebbe rovinato. Non poteva mettere su la canzone dell'esercizio al corpo libero con cui aveva vinto una medaglia ai mondiali. Era doloroso. Non voleva ricordare quei giorni. Quelli che sarebbero dovuti essere i più belli e felici della sua vita e invece erano stati il girone dell'inferno più tremendo. Boccheggiò guardando Harry che lo guardava ora con uno sguardo confuso. Doveva essere stato immobile per un po' troppo tempo fissando lo stereo senza sbattere nemmeno le palpebre. Deglutì sercando di non rendere troppo evidente il suo nervosismo e si alzò. Ma le mani sudate chiuse a pugno, le gambe che tremavano e la bocca ancora leggermente spalancata lo tradirono. Harry si avvicinò, camminando lentamente, quasi avesse paura di spaventarlo. Quando arrivò davanti al ragazzo gli spostò con delicatezza una ciocca di capelli che gli ricadeva sugli occhi. 《Ehy Lou,》sussurrò guardandolo negli occhi 《tutto bene? Ho fatto qualcosa di sbagliato.》chiese stringendo una mano del ragazzo tra le sue. Non ricevette risposta, solamente uno sguardo vuoto e triste. Non rifece la domanda, era consapevole che non avrebbe mai ottenuto una risposta. Quando però una lacrima scese sulla guancia del castano non si trattenne. Lo tirò verso di se e lo abbracciò stretto, come se non lo volesse mai lasciar andare. Diversamente dalla prima volta Louis non lo spinse via, si lasciò abbracciare e seppellì la testa nel petto dell'altro, cercando disperatamente di non crollare e dire tutto a quel riccio. Dirgli perché stava male, perché aveva smesso ginnastica artistica l'anno prima, perché non voleva ricominciare a fare le gare, cosa l'avesse ferito così tanto. Ma semplicemente non poteva. Non sarebbe stato giusto rendere Harry parte di quel casino. Anche per lui era solo qualcuno che prima o poi se ne sarebbe andato e non aveva senso illudersi che non sarebbe stato così. L'avrebbe usato e prima o poi si sarebbe stancato. Ma Louis era stanco di persone del genere. Eppure quell'abbraccio sembrava così bello, così giusto che quando si staccò se possibile stette ancora peggio. 《Quindi?》chiese in un sussurro, gli occhi fissi a terra 《Questi esercizi sui flick?》 E Harry non fece nulla, si limitò a spiegarglieli e a guardarlo mentre gli eseguiva e a chiedersi per l'ennesima volta cosa fosse quell'ombra gigantesca che distruggeva Louis. L'allenamento era stato davvero pesantissimo, Harry purtroppo aveva ragione. Anche i migliori ginnasti del pianeta si stancano a eseguire diagonali e diagonali con solo rovesciate senza mani, salti raccolti e flick. Per il loro livello possono essere semplici, ma dipende sempre dal tuo obiettivo. Se ricerchi la perfezione anche il più semplice movimento può risultare sempre venuto male e quindi da ripetere all'infinito. Appena Harry aveva annunciato la fine dell'allenamento della mattina, Louis era sfrecciato fuori dalla palestra per gettarsi  (letteralmente) sotto il getto della doccia. Si passò le mani sul viso, come per cancellare le emozioni che aveva provato. Era stato debole, aveva avuto paura, si era fatto sommergere dai ricordi. Si odia per quello. Si odiava per essere così debole. Non si lavò neppure i capelli, semplicemente uscì dalla doccia dello spogliatoio e si legò un asciugamano in vita. Con un altro si frizionò i capelli e si avvicinò allo specchio. Quasi non riconobbe l'immagine che gli restituì lo specchio. Era così tanto diverso all'ultima volta che si era specchiato eppure così simile ad appena un anno e mezzo prima. I fianchi leggermente più larghi erano scomparsi, i muscoli saltavano ancora più all'occhio e le clavicole erano più sporgenti di quanto ricordasse. Sfiorò con le dita il contorno del viso, seguendo i suoi lineamenti, come per imparare a conoscere nuovamente il suo corpo. Vedere quel nuovo Louis allo specchio gli faceva mancare il fiato. Come se stesse per avere un attacco d'asma.  Era tornato a essere l'atleta promessa della ginnastica lo spaventava più di quanto avrebbe dovuto. Chiuse gli occhi e la sua mano si strinse sul suo braccio. Harry era poggiato alla porta dello spogliatoio e guardava quella scena già da un po'. Non sapeva cosa fare. Non sapeva se fosse il caso di rendere pubblica la sua presenza o fosse meglio andarsene. Stretto nella sua mano un piccolo mp3 nero sembrava pulsare. Era quello che Louis nella fretta aveva dimenticato in palestra e che Harry era andato a rendergli. Ma ora non era poi così sicuro che ridargli quel piccolo oggetto fosse la mossa giusta da fare. Semplicemente perché non aveva mai visto nessuno reagire così a un allenamento e in generale alla ginnastica. Non aveva mai visto delle lacrime silenziose scendere sul volto di un atleta quando le routine gli venivano. Ma Louis era diverso. E ormai questo Harry l'aveva capito. Del ragazzino che conosceva ai tempi della nazionale non era rimasto nulla. Nulla se non la costante ricerca della perfezione e le sue altre fisse. Ma null'altro. Talvolta gli sembrava di vedere l'ombra del ragazzo che per primo si era piegato su di lui quando era caduto dalla sbarra alta. Quello che gli aveva urlato che doveva rialzarsi, che non poteva arrendersi. Eppure in quel momento era proprio quel ragazzo a essersi arreso alla vita. Lo guardò un'ultima volta, le lacrime scorrevano ancora sul suo volto e la mano era ancora stretta attorno al braccio, prima di allontanarsi cercando di non fare rumore. L'mp3 stretto nella sua mano sembrava una promessa. Era sera, c'era già buio e Louis aveva appena finito di fare il bagno nel ghiaccio. Si era messo una tuta ed era uscito dalla stanza lasciando Zayn al telefono con la madre e le sorelle. Si strinse nella felpa quando passò davanti a una finestra aperta. Okay, magari quella non era solo una semplice tuta. Era quella della nazionale. La sua, non quella di Harry.  Non sapeva neppure perché avesse indossato quella. Ne aveva molte altre firmate Nike o Adidas, ma gli era sembrato giusto mettere quella. Alzò anche il cappuccio, consapevole di sembrare ancora più basso in quel momento. Ma davvero, quel corridoio era gelido e lui soffriva il freddo. Anche il caldo a dire la verità, ma in quel momento c'era davvero molto freddo. Scese nella sala da pranzo sperando che un certo riccio fosse lì. Non l'aveva visto a cena  (a dire la verità a cena non aveva visto neppure Andrew quindi giungere alle conclusione non era poi così difficile) e sperava stesse mangiando in quel momento. Non si sbagliava. Quando entrò c'era solo una persona seduta ai tavoli. Era china sul piatto e aveva degli auricolari infilati nelle orecchie. Perfetto, non poteva neanche annunciarsi. Si strinse ancora di più nella felpa e si avvicinò al tavolo al quale era seduto il ragazzo. 《Ehy.》disse piano prima di sedersi davanti a lui. Non era sicuro che l'avesse sentito vista la musica che molto probabilmente stava ascoltando. 《Harry.》questa volta lo disse a voce più alta e gli toccò il braccio. Il riccio sembrò riscuotersi dallo stato di coma nel quale era caduto. Sollevò lo sguardo dal piatto e si tolse un auricolare iniziandoci a giocare con la mano. 《Louis, ehy.》disse lentamente, quasi non fosse sicuro di avere davvero davanti il castano《Come mai sei qui? Hai già cenato no?》 Il ragazzo annuì e iniziò a guardarsi le mani in una maniera quasi ossessiva. Doveva essere una cosa che faceva quando era nervoso convenne Harry. 《Cosa stai ascoltando?》chiese, ignorando volutamente la prima domanda ragazzo. Il riccio lasciò cadere la forchetta che sbatte contro il piatto producendo un suono poco piacevole. 《Quindi?》chiese nuovamente Louis davanti al silenzio dell'altro 《Che stai  ascoltando? Guarda che se ti piacciono le Spice Girl va bene sai?》 Doveva essere una battuta, ma Harry non rise rimanendo in silenzio. Il castano lo guardò perplesso prima di avvicinare di più la sedia al tavolo e prendere senza nemmeno chiedere l'auricolare dalle mani dell'altro e metterselo. Rimase immobile per un lasso di tempo indefinito prima di alzare lo sguardo e incontrare gli occhi di Harry che lo guardavano da un po'. 《È il mio mp3.》convenne alla fine. 《Già.》 《Perché? Perché stai ascoltando la musica che ho sul mio mp3?》chiese dopo altri attimi dove si guardarono semplicemente. 《Perché cerco di capire qualcosa di te, Louis Tomlinson.》disse lentamente, scandendo bene le parole. Il castano si immobilizzò, gli occhi ancora puntati in quelli dell'altro. 《Perchè vuoi capire qualcosa di me Harry Styles?》chiese infine parlando molto lentamente. 《Perché....》avrebbe potuto dire qualunque cosa, che era per l'annemanto, per il suo dovere da allenatore, ma aveva come l'idea che a quel ragazzo venissero rifilate continuamente delle bugie, e lui non voleva essere l'ennesima persona a mentirgli 《perchè non ho mai visto nessuno piangere per la ginnastica, non ho mai visto qualcuno reagire così alla cosa che dovrebbe amare sopra le altre.》sussurrò, abbassando lo sguardo, quasi avesse paura della razione del ragazzo. Louis boccheggiò, incapace di dire qualsiasi cosa. 《Tu...》le sue mani iniziarono a tremare 《tu mi hai visto piangere altre volte oltre oggi e il primo giorno vero?》 Harry annuì, la forchetta abbandonata sul piatto rifletteva la luce dei neon sul soffitto. 《Non dovevi》si passò le mani nei capelli e ne lasciò una lì, a torturare una ciocca castana《non avresti dovisto vedermi così. Nessuno dovrebbe.》 《Perché piangevi Lou?》chiese il riccio ignorando ciò che l'altro aveva appena detto. Il castano scosse la testa, come a dire che non doveva interessargli. 《Non posso dirtelo.》disse alla fine, la mano si spostò dai capelli alla manica della felpa, stringendola in modo compulsivo. 《Perché no?》 《Perché è l'unica cosa che mi fa andare avanti. E non posso dirti cos'è.》 Harry rise senza gioia, era una risata falsa, quasi di scherno. 《Il dolore ti tiene in piedi Louis?》chiese in disaccordo. 《No Harry, i ricordi mi fanno andare avanti. Perché se non ricordo ripeto gli errori dell'ultima volta. E non posso farlo.》disse infine, usando tutta la forza di volontà di cui disponeva per dire quella semplice frase. Il riccio deglutì, pentendosi immediatamente del tono di voce che aveva usato prima. Quel ragazzo aveva più ferite aperte di quanto pensasse. 《Magari se racconti a qualcuno la tua storia, la tua vera storia, avrai qualcuno dalla tua parte.》propose, quasi speranzoso. 《No Harry, tu non capisci.》 Il ragazzo più grande si alzò in piedi di scatto, letteralmente sovrastando l'altro. 《Come posso capire se tu ti chiudi a riccio, Louis? Come posso farlo? Dimmelo tu, perché con te ogni approccio fallisce!》urlò, senza curarsi del fatto che qualcuno lo potesse sentire. Louis si strinse ancora di più nella felpa, come per proteggersi dalle urla del riccio. Gli sembrava di essere nel suo letto, da piccolo, durante un temporale. A rannicchiarsi per sfuggire dai suoi mostri. E in quel momento Harry gli stava chiedendo di mostrargli quell'ombra gigantesca e minacciosa quale era il suo passato. 《Non puoi Harry, non poi cercare di capirmi.》sussurrò. 《Non è che non posso, è che tu non vuoi. Tu non vuoi essere capito.》 《Io non voglio essere compatito》disse senza sollevare gli occhi dalle sue mani《e se tu sapessi la mia storia lo faresti di sicuro.》 Harry scosse la testa e lanciò sul tavolo l'mp3. 《Già, non vuoi essere compatito. Ma se permetti vorrei sapere perché sull'mp3 hai insieme a canzoni uscite pochi mesi fa tutta la musica sei tipo esercizi e non l'hai cancellata, se permetti.》 Louis guardò il piccolo oggetto davanti a lui e prese un respiro profondo prima di prenderlo tra le mani e iniziare a giocarci. 《Ti interessa davvero? Ti interessa davvero di me? O sei come tutti gli altri che poi se ne vanno?》chiese con un sorriso triste sul volto 《Non devi provarci a capirmi Harry, a interessarti di me. Tanto poi te ne andrai.》 《Io non sono come gli altri cazzo! Perché se non me ne fregasse nulla di te ora non sarei qui!》 Il castano scosse la testa. 《Non puoi capire Harry, non puoi capire cosa hanno fatto gli altri. E prima o poi anche tu diventerai come loro, non provare a dire di no perché mentiresti.》 《Non è vero, Louis. Io sono diverso. Sono diverso perché ti ho conosciuto quando anche io ero un ginnasta, e alcune cose un allenatore e basta non le può capire. Ma io non sono un allenatore a basta.》disse sicuro. Anche Louis si alzò in piedi di scatto, rovesciando la sedia e inciampando in essa. 《Non sai di cosa stai parlando, cazzo. Non sai cosa dici.》Harry lo raggiunse e poggiò le mani sulle sue spalle 《Vattene cazzo, va via. Rimani nell'illusione di poter essere diverso, fa quello che ti pare, ma non dirmi che puoi capire, perchè credimi, non puoi.》 Spinse via Harry e si allontanò a grandi falcate (per quanto la sua altezza permettesse, ovviamente) verso la porta. 《Mi dispiace, cazzo. Non volevi ferirti.》 Louis si bloccò, l'mp3 ancora stretto nella sua mano. 《Neanche gli altri volevano ferirmi, ma vedi, a un certo punto smette di interessarvi anche quello. Se io stia male o no.》disse prima di uscire dalla sala da pranzo《E no, Harry, non ti dispiace.》
   
 
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