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Autore: Eeureka    22/08/2017    1 recensioni
– [[ aĸιra х тaĸιzawa ; мιnι long – qυaттro capιтolι ]] [[ Storia partecipante al contest L'oscurità prima dell'alba indetto da Ayumu Okazaki & AriaBlack sul forum di EFP ]]
Seidou questa volta ne è sicuro: studierà senza sosta e batterà Akira Mado, prendendo il massimo risultato ottenibile agli esami. O almeno così crede, prima di venire coinvolto proprio dalla sua avversaria nella sua prima indagine in assoluto.
– daʟ тeѕтo: « Cosa?! Ti sembra il caso di giocare a fare l'investigatrice? »
« Non è un gioco. »
[...] Takizawa la guardò non convinto. Non gli sembrava affatto una buona idea.
« Fa come ti pare » disse acido. « Se finisci nei guai non sarà colpa mia. »
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mado Akira, Takizawa Seidō
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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01


I
l mangiatore di s
ogni
|| 03 - conclusioni ||
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Il giorno dopo tutto tornò come prima: si diedero appuntamento alle quattro al bar e ripresero le indagini. Nessuno menzionò la cena fatta assieme, né la premura di Seidou nell'accompagnare Akira a casa. Era come se avessero fatto tacito accordo di non parlarne, in modo da evitare l'imbarazzo che ne sarebbe potuto derivare.
« Guarda qua. » Akira gli mise davanti agli occhi il giornale di quella mattina. La notizia che interessava a loro non si era neanche guadagnata la prima pagina: a Shibuya, una brillante ragazza appena laureata in medicina, era stata uccisa da un ghoul. Questa volta c'era una novità: dichiarazioni di gente che affermava di aver visto aggirarsi un uomo con una maschera simile a un tapiro.
« Dici che un altro sogno sia stato divorato? » chiese Seidou.
« Dico proprio di sì, e questa volta ci sono state anche le segnalazioni. »
« Certo che per scegliere un luogo così affollato per agire, o vuole farsi notare o è un idiota. »
« Temo entrambi. Considera che nessuno pare aver notato il suo riferimento al Baku, quindi forse spera che aumentando il suo genere di vittime qualcuno se ne accorga. »
Takizawa la guardò non convinto. « Un ghoul con manie di egocentrismo e amore per i sogni altrui? »
Akira, con lo sguardo serio, annuì. « Si tratta pur sempre di qualcuno mentalmente instabile. I ghoul a volte ce li hanno: fetish, ossessioni strane... Lui mangia i sogni. »
« Rimane una mossa azzardata quel che ha fatto. »
« Già, si è messo nel sacco da solo. »
« Vuoi dire che stiamo per trovarlo? »
« No, voglio dire che l'abbiamo già trovato. »
Takizawa batté le palpebre più volte, confuso. Si era forse perso qualcosa?
« È Sanjiro » spiegò Akira con naturalezza. « Non ricordo se te l'ho detto, ma una volta aveva con sé un foglietto con dei nomi. Io ero giusto riuscita a intravederlo e a memorizzare il primo nome che ho visto. Ricordi quando abbiamo cercato informazioni su Nayoko Watanabe? »
Lui annuì. « Quella che si è scoperto essere un architetto con grandi progetti e vita perfetta? »
« Ecco, il nome che ho memorizzato era il suo. Penso fosse una possibile vittima e poi... » Akira tirò fuori il cellulare, aprì qualche applicazione e poi mostrò lo schermo a Takizawa. Erano i messaggi tra lei e Sanjiro.

A: hai sentito quel che è successo a Shibuya?

S: Sì, terribile! Ieri ero lì con degli amici, ti lascio immaginare il casino.

Seidou inarcò un sopracciglio. « Ma è un completo idiota! » sbottò.
« All'inizio avevo dei dubbi. Non capivo se fosse scemo lui o credesse che lo fossi io... Certo, mi sono sempre mostrata frivola, ma non pensavo ci cascasse così facilmente. »
L'immagine di Akira frivola, tutta sorrisini e risatine, gli diede il voltastomaco.
« Una volta gli ho detto che frequento un'accademia d'arte e che penso di laurearmi con il massimo dei voti. Lui mi è parso interessato. »
« Bene. Sei una ragazza con un sogno, quindi; una possibile vittima! »
Lei annuì e seguì qualche attimo di silenzio.
« Quindi i casi vecchi, quelli con cui si era ipotizzato avesse a che fare, sono esclusi del tutto? »
« Sembrerebbe che qualcuno con la maschera da Baku sia stato visto anche trent'anni fa, ma non è la stessa persona. Forse Sanjiro ha ripreso lo stile di un altro killer. »
« Beh, allora l'abbiamo trovato » si sforzò di sorridere Seidou. I loro occhi erano quasi velati dalla scontentezza, come se tutto fosse stato troppo facile. In realtà ci avevano impiegato due settimane, ma ci avevano messo così tanto impegno che giungere alla soluzione più ovvia era quasi una delusione. Entrambi avevano respirato il brivido di novità e avventura di quella che sarebbe diventata la loro carriera. Ora tutto era finito, avrebbero portato le loro ricerche alla CCG e sarebbero tornati semplici studenti (il che era anche giusto, considerando che gli esami erano alle porte).
Si sarebbero parlati ancora? In quelle due scarse settimane si era creato un legame o era tutto di circostanza? Ora non c'era più niente a tenerli vicini, sarebbe ripresa la loro rivalità e di motivi per cui vedersi non ne avrebbero più avuti.
Seidou non capì perché quel pensiero lo turbasse tanto, in fondo non si erano mai considerati amici.
Si focalizzò sui lati positivi: presto avrebbe ottenuto la stima che si meritava davvero dagli insegnanti. Purtroppo anche Akira non si sarebbe sottratta dall'ottenere lodi, ma su questo poteva anche sorvolare. Gli andava bene di condividere il primo posto, purché stesse alla larga dal secondo. Sarebbero stati stretti su quel podio, ma ci avrebbero provato.
« Io devo andare. Stasera uscirò per l'ultima volta con Sanjiro e cercherò di prendere quel foglietto, così avremo una prova in più dalla nostra parte. »
Seidou annuì, poi si salutarono.


- —∞— -

L'esame si sarebbe tenuto tra tre giorni e lui non riusciva a studiare. Il suo sguardo si posava in continuazione sul raccoglitore degli appunti sul caso.
Seidou, incerto, lo prese e lo sostituì al libro poggiato sulla scrivania. Iniziò a sfogliarne le pagine plastificate, che racchiudevano le parole che avevano digitato al computer e poi stampato. Rilesse gli articoli di giornale che lui stesso aveva procurato, e si soffermò su qualcuno dei più vecchi che avevano escluso. Lo attirò una notizia che parlava della morte di uno scienziato, dove vi era una foto che aveva già colpito la sua attenzione in passato. Vi erano raffigurati tre uomini in camice: quello al centro era il povero malcapitato, quello a sinistra non gli diceva niente, quello a destra più lo guardava, più gli sembrava familiare.
Decise quindi di rileggere l'articolo, e restò a bocca aperta in un particolare passaggio:
"Il suo più caro amico e collega, Nakano Isao, ha dichiarato d'essere profondamente afflitto e che il lavoro non sarà più lo stesso senza di lui[...]"
Seidou controllò più volte, non credendo ai propri occhi. Il suo vicino di casa era stato amico di una vittima del Baku? Era escluso che Sanjiro avesse a che fare con cose successe più di vent'anni fa, ma era comunque una rivelazione interessante. Seidou avrebbe potuto scoprire se il loro sospettato fosse davvero il ghoul che cercavano, o se fosse esistito in passato un altro Baku.
Scosse la testa per dissuadersi da quei pensieri. Era conscio che quel flusso di idee fosse l'incapacità di accettare la fine della sua piccola avventura.
Per distrarsi cercò di concentrarsi sulla ricompensa che avrebbe ottenuto grazie al duro lavoro svolto. Rincuorato da quella prospettiva chiuse il raccoglitore e sorrise soddisfatto. Per un attimo s'immaginò di consegnare quella cartelletta al CCG da solo, senza Akira, prendendosi tutto il merito del lavoro. Subito scacciò l'idea, sentendosi in colpa. Non avrebbe mai fatto una cosa simile, non necessitava di ricorrere a sporchi trucchetti come quello per risaltare più della ragazza, gli bastava il mero impegno.
La porta della sua stanza si aprì leggermente.
« Seidou? » Il volto di sua madre fece capolino, sorridendogli pacatamente. « Oggi non sei con Akira? Pensavo che vi stesse preparando assieme per gli esami. »
Seidou scosse la testa, ricordando la bugia che aveva rifilato alla madre per non parlarle delle indagini. « No, era impegnata oggi. E poi manca poco per l'esame, quindi preferiamo ripassare ognuno per conto proprio. »
Sua madre annuì. « Posso chiederti un favore o sei impegnato? »
Seidou lanciò un'occhiata al libro abbandonato in un angolo della scrivania.
« No, chiedi pure. »


Dieci minuti dopo stava suonando alla porta del signor Nakano. Quest'ultimo aveva avuto un problema con il camion dei traslochi, e alcuni dei suoi mobili erano arrivati in ritardo. Necessitava di una mano con gli scatoloni pesanti e aveva chiesto l'aiuto di Seidou.
Al ragazzo non dispiaceva andare dal suo vicino, perché era una buona occasione sia per sfuggire allo studio sia per fare all'uomo delle domande riguardo all'articolo letto.
Poco dopo che ebbe suonato il campanello Nakano gli aprì, il sorriso affabile e i capelli brizzolati.
« Entra, entra! Grazie d'essere venuto. »
Passarono un'intera ora a spostare scatoloni di qua e di là, ad assemblare mobili e a rinchiudere cianfrusaglie inutili in garage. Seidou sentì continuamente sulla punta della lingua quella curiosità che avrebbe voluto appagare, ma non riuscì a trovare un modo per cominciare il discorso. Il tanto lavoro lo portò pure a tratti a dimenticarsene. Si prese una pausa solo quando Akira gli inviò un messaggio informandolo che era uscita con Sanjiro, e che era certa che avrebbe trovato la lista delle vittime che il loro sospettato portava sempre con sé.
« Questa stanza è finita » sospirò Nakano, esausto e compiaciuto. Curiosò nel frigo, tirò fuori una bottiglia di tè e ne offrì a Seidou, che accettò volentieri. I due rimasero in cucina, appoggiati appena al bordo del tavolo, sorseggiando la bevanda come una meritata ricompensa.
« Mia madre mi ha detto che era uno scienziato » tentò di mettere in ballo l'argomento.
« Oh » disse Nakano, e come colto di sorpresa abbassò lo sguardo per soppesare le sue prossime parole. « Sì. Ne è passato di tempo, ma mi piaceva il mio lavoro. »
Seidou non seppe come portare avanti la conversazione, né se menzionare l'articolo che aveva letto fosse una buona idea.
Gli arrivò un messaggio da Akira:

A: C'ero vicina! Lui è un idiota, lo tiene dentro la cover del cellulare.

Ripresero a lavorare. Mentre Nakano sistemava lo scantinato, Seidou si occupò del salotto, estraendo cianfrusaglie di ogni genere da uno scatolone.
A un certo punto un rumore squarciò la quiete, poi si sentirono i passi veloci del signor Nakano rimbombare nella tromba delle scale.
« Tutto bene? » Chiese l'uomo apprensivo, raggiungendolo al secondo piano.
Takizawa sembrava sconvolto e, soprattutto, confuso. Nella foga che aveva dominato i secondi precedenti aveva scagliato un oggetto a terra. Riprese controllo della sua mente e si affrettò a prendere la statuetta che giaceva sul pavimento.
« Scusi, mi è caduta dalle mani » mentì.
« Tranquillo, per fortuna non si è rotta. » Nakano gliela levò di mano la rimirò con un sorriso. « È abbastanza importante per me. »
Seidou deglutì. Una statuetta del Baku era la cosa che meno di tutte avrebbe voluto trovarsi davanti, soprattutto se in casa di Nakano, ignaro di chi avesse ucciso il suo amico in passato.
« Sai? Si dice che porti via gli incubi. » Il ragazzo annuì; lo sapeva fin troppo bene. « E io a un certo punto della mia vita ne sono stato invaso... » Nakano serrò le labbra, lo sguardo indeciso se continuare o no. « Devi sapere che una volta, proprio quando stavamo lavorando a un'importante ricerca, un mio collega venne ucciso. Da chi non si è mai saputo, ma quell'esperienza ancora oggi mi sconvolge. »
Bingo.
« Era un suo grande amico? »
« Sì, eccome. Anche se era sempre un gradino sopra di me. Lo invidiavo, era lui che era stato incaricato di dirigere il nostro lavoro, nonostante io sperassi da sempre di assumerne il comando; credevo d'essere più meritevole. Quando però tutto è rimasto nelle mie mani me ne sono solo dispiaciuto.
« Eravamo anche compagni all'università. Lui sempre primo, io sempre secondo. Ogni mio sogno se lo prendeva senza farsi problemi, credo di averlo detestato a tratti » rise con nervosismo. Ogni suo gesto pareva ben ponderato. Seidou però rimase solo turbato dal parallelismo che quella storia aveva con la sua vita.
« Sai, a volte le persone dovrebbero guardare anche dal punto di vista dei secondi come me. C'è gente che si impegna e ha successo, è vero, ma quelli che si impegnano e non ottengono nulla, che fine fanno? Finiscono nel dimenticatoio; è orribile. » Nella voce di Nakano parve esserci astio, e questo lo intimorì e lo sorprese. L'uomo strinse convulsamente la statuetta del Baku tra le mani e Seidou ebbe l'impressione che stesse sorridendo.

A: Mi ha invitata a casa sua. Ho rifiutato, ma non vuole convincersi.

T: Rifiuta di nuovo. Non puoi di certo farlo, è troppo pericoloso.

« Ma tu, Seidou, non puoi capire » sospirò con stanchezza. « Me l'ha raccontato tua madre quanto sei bravo e quanti successi hai ottenuto. Non sai cosa vuol dire essere secondo e non puoi saperlo; tu raggiungerai i tuoi sogni. Vuoi diventare un investigatore di ghoul, vero? Ti auguro davvero, con tutto il cuore, che tu ci riesca e nessuno si frapponga tra il tuo cammino com'è successo a lui. »
Takizawa, atterrito, indietreggiò di qualche passo. C'era qualcosa di folle che splendeva negli occhi di Nakano.
Era stata sua madre a raccontargli tutte quelle cose sul suo conto? Aveva esagerato un bel po', e ora il loro vicino era convinto che Seidou fosse il primo dell'Accademia. Cosa ovviamente non vera, data l'esistenza di Akira Mado. Ma Nakano non lo sapeva, era per questo che era molto interessato a lui e al suo sogno?

A: Ha insistito e non so come andarmene, mi sta portando a casa sua.

T: Tranquilla, cerco di venire ad aiutarti... Comunque, stai calma: forse Sanjiro non è il nostro mangiatore di sogni.

« Io ora devo andare, signor Nakano. »
« Di già? Ma come... Speravo mi raccontassi qualcosa in più su come stanno andando i tuoi studi. » Gli si avvicinò con un sorriso tremolante.
« Vorrei, ma è ora di cena. »
« Ah, già. Beh, puoi restare qui a cenare. Mi devo sdebitare per l'aiuto che mi hai dato. »
« Non si preoccupi. »
Il suo corpo tremava per l'agitazione, sebbene le sue ipotesi non avessero solide fondamenta.
Raggiunse l'ingresso il più velocemente possibile, ma quando fu sul punto di girare il pomello, qualcuno, dall'altro lato, lo precedette aprendo la porta. Lui indietreggiò con gli occhi sbarrati.
« Ah » disse Nakano. « Ecco mio figlio! Finalmente puoi conoscerlo. »
Takizawa, sgomento, fissava il ragazzo davanti a sé con estremo orrore. Ma ciò che più lo preoccupò fu incrociare gli occhi della ragazza che lo accompagnava.
« Takizawa... » sussurrò Akira, anche lei, per una volta nella vita, con lo stupore negli occhi.


  
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