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Autore: my_name_is_nera    22/08/2017    1 recensioni
E se Leon S. Kennedy avesse avuto una sorella? Più piccola di lui; sedici anni. Le ambientazioni sono quelle successive al salvataggio della figlia del presidente americano. Leon e sua sorella Eleonora, dal carattere inverso ma profondamente simili
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon Scott Kennedy, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11 (RE)

<< Rebecca! >> sentii urlare Chris davanti a me, ma oramai le sue urla mi giungevano ovattate e la vista non era da meno.

Leon mi portò correndo in una stanza dell’ospedale della BSAA e dottori e infermieri mi legarono sul letto iniettandomi un sonnifero che, subito, fece effetto e piombai in un sonno profondissimo.

-Tesoro- una soffice mano mi accarezzò i capelli e alzai lo sguardo dalla bambola sul pavimento e osservai la mamma –Come stai?-

-Bene, mamma. Lo sai che sono riuscita a costruire la casa delle bambole da sola? Oramai sono grande!-

-Oh, sì tesoro mio! Una vera signorina-

Sentii grida di due uomini e rimasi immobile fissando la porta.

-Tesoro, va tutto bene. Papà è solo arrabbiato con tuo fratello Leon-

-Perché?-

-Leon… non si è comportato bene e lo sta sgridando-

-Ma perché anche Leon urla, mamma?-

-Perché è un po’ arrabbiato, ma capita. E’ normale! Hai presente quando tu sei arrabbiata per una cosa e inizi ad urlare? E’ la stessa cosa, amore mio-

Ricordai un bacio sulla fronte e il suo sorriso sempre meraviglioso.

Svanì quella scena e se ne aprì un’altra: autostrade. Pattuglie e ambulanze intorno ad un’automobile ribaltata dalla quale vennero estratti due cadaveri. Mamma e papà. Le barelle pronte con sopra un telo che copriva i loro corpi, ma una mano, non so di chi dei due, penzolava da fuori come se volesse dire “Noi siamo qui, vedi?”. E piansi, a dirotto, guardando come gli infermieri allontanarono le barelle in una strada buia, mentre io, invano, urlavo i loro nomi.

<< Sta delirando! >> urlò un’infermiera.

<< Portatemi il siero! E iniettatele altro sonnifero, la ragazza si sta muovendo! >> urlò un altro.

Gli occhi, subito, si richiusero e piombai in un altro sogno.

-Alice, forse non hai capito! Leon ha picchiato una ragazza perché ubriaco e ha cominciato una rissa con i suoi amici!-

-Cerca di capire, Clark! Ha perso i suoi genitori da tre mesi; è normale che faccia queste cose. Ha bisogno di… dobbiamo restargli vicino, Clark. E anche a sua sorella; è piccola, ha undici anni!-

-Alice… Non possiamo continuare così. Hanno entrambi bisogno di attenzioni, ma Leon, per il momento, deve stare sotto controllo. Rischia la galera per quello che ha fatto, capisci?! Fortunatamente sono poliziotto e posso far in modo che non passi guai…-

Io, ascoltavo da sopra le scale in silenzio e singhiozzando. Leon, era chiuso nella sua camera. Dopo la morte dei miei genitori, io e Leon ci allontanammo del tutto e lui divenne come un estraneo.

Mi svegliai. Cacciai un urlo talmente forte che entrarono nella stanza gli infermieri con alle spalle mio fratello, Chris e Rebecca.

<< Calma, calma >> sospirò un dottore tenendomi per le spalle.

<< Levami le mani di dosso! >> ringhiai agitandomi nel letto, ancora legata.

<< Ci penso io, lasciate fare! >>

Leon si avvicinò e mi rilassai calmandomi guardandolo negli occhi, ma subito iniziai a piangere nel momento in cui i sogni riapparvero nella mia mente.

<< Leon… >> gli strinsi la mano, avevo paura di perderlo di nuovo.

<< Va tutto bene, piccolina. Sono qui, sono qui. Sono qui… >> disse infine, baciandomi la mano.

<< Resta con me >>

<< Sì, sì. Resto qui con te, rimango vicina a te >> riprese, poi << Non ti lascio >>

Il respiro tornò regolare come prima e dopo essermi data una calmata, cercai di guardarlo con tutta la forza che potevo. Alle sue spalle c’erano Chris e Rebecca e altri dottori ai quali lanciai sguardi cupi; Chris, si avvicinò a me e mi accarezzò la testa in una maniera così dolce che mi rilassò per un breve tempo.

<< Cosa mi è successo? >> chiesi, dopo essermi ripresa del tutto.

<< Krauser ti… ti ha infettata con il suo braccio. Con quell’ago che aveva al posto della mano e… >>

Interruppi Leon << Ma non me ne sono accorta! >> esclamando preoccupata e allo stesso tempo delusa.

<< Io sì. Non era bendato; non so come abbia fatto ma ti ha presa alla sprovvista ed è riuscito a provocarti dei tagli >>

<< Forse quando stavate parlando ed eri presa dalle sue parole, o forse anche perché eri troppo emozionata ed euforica per essere vigile. Sai, non lo vedevi da tanto e non ti sei resa conto che forse avrebbe potuto farti del male… >> Concluse Chris al posto di Leon.

Il mio sguardo si riposizionò sempre sulla parete, e questa volta assunsi un’espressione vuota e neutra, senza accorgermi degli sguardi di Chris.

-Usciremo da qui, secondo te?-

-Ovvio che sì! Dobbiamo farcela… E poi, sei forte e sveglia ragazzina. Non avrei mai immaginato di avere una partner di sedici anni nel campo di battaglia-

-Perché? Di solito chi sono i tuoi partner? Comunque grazie-

-Mah, per me non sono alla mia altezza. Tu, stranamente, mi convinci molto di più; sarà perché non temi la morte come me, o perché non temi di essere abbandonata. Qualsiasi cosa sia, mi piaci ragazza. Ottimo lavoro-

<< Perché? >>

<< Mi dispiace, piccola… >>

<< Perché mi ha salvato la vita? Poteva lasciarmi morire, allora… >>

<< Non lo so… Queste sono domande che non hanno risposte >> Leon strinse ancora di più la mia mano.

<< Non riesco a capire: si è alleato con Wesker prima o dopo avermi salvata da Seattle? >>

<< Dopo. Dopo gli eventi di Seattle, venni informato del fatto che Krauser morì in un incidente aereo ma non era così. Si era già alleato con Wesker e dopo con Saddler… >>

<< Ma già conosceva Ada >> presi in considerazione quest’altro particolare << E lei lavorava per Wesker >>

<< Ada sapeva già tutto >> ammise mio fratello con rammarico e lo guardai. Era triste in volto e lo capivo: entrambi siamo stati delusi dalle persone a noi care. Lui aveva perso la testa per Ada, ne era follemente innamorato; io anche avevo perso la testa per Krauser, ma non era amore, era una sorta di “fratellanza” per così dire. Lo amavo come un fratello; dopotutto, mi aveva salvato la vita.

<< Ora cosa faccio? >>

<< Riposati. Siamo riusciti a togliere l’infezione dal tuo corpo, ma devi restare qui per ancora molto tempo; cerca di dormire il più possibile, Ele. Ne hai veramente bisogno >>

Annuii e chiesi a mio fratello di restare. Dopo tutto quello che avevo scoperto, perderlo sarebbe stato un suicidio; da sempre avevo sottovalutato mio fratello, credendo che lui fosse il cattivo e Krauser il buono. Invece, non era così. Eravamo due vittime e per di più eravamo sulla stessa barca con stessi problemi e stesse delusioni. Riuscii a perdonarlo.

<< Perché a noi, Leon? >>

 << È così e basta >> rispose calmo accarezzandomi la guancia.

<< È così e basta >> ripetei io, trasformando quella frase in uno stile di vita. È così e basta.

<< Perché non provi a riposarti? >>

<< Perché faccio incubi >>

<< Cos'hai sognato? >> divenne teso, preoccupato.

<< Mamma e papà sulla barella dell'ambulanza e poi Alicia e Clark che discutevano di te. Ti ricordi quando avevi picchiato quella ragazza da ubriaco, insieme ai tuoi amici? >>

<< Non è andata così >>

<< Sì, ma lo hai fatto. Questo conta >>

<< Ero ubriaco e questa ragazza... Sì, è vero >> sospirò, rendendosi conto che, comunque, aveva rischiato la galera quel giorno. Picchiare una ragazza a sangue e prendere parte in una rissa subito poco dopo con gli amici, non è una cosa che l'America si aspetterebbe da un agente segreto. E sinceramente, nemmeno io... << Acqua passata >> sussurrai.

<< Clark mi ha salvato dalla galera, cazzo >> sorrise << Almeno i rapporti dopo sono migliorati... >>

<< Infatti sei diventato poliziotto. Certo, non nei modi migliori, però ci sei riuscito >> Mi baciò in fronte e restò vicino per ancora molto tempo, finché non mi addormentai con la mano vicina alla sua.

 Nei miei sogni ricomparvero Krauser e Leon che combattevano in una stanza strana: c'era una scrivania e un camino. Impugnavano un coltello da caccia e Krauser riusciva ad avere la meglio; gli slogò il polso e lo scaraventò sopra la scrivania. Il pugnale di Leon arrivò ai miei piedi mentre lui veniva strangolato da Krauser; subito, impugnai l'arma e la posizionai alla nuca dell'assalitore. -Sei stato uno stronzo figlio di puttana, Jack Krauser- fu tutto ciò che riuscii a dirgli.

-Bene. Alla fine ci sei cascata pure tu, "Spacca-culi"- voltò mezzo profilo di viso e i suoi occhi a serpente erano posizionati sui miei pieni d'odio.

-Perché?-

-Fattelo spiegare da Ada- e nel momento in cui lo disse, conficcò tutta la lama del pugnale sul petto di Leon e, per vendetta e dolore, feci lo stesso sul cranio di Krauser rimanendo sola nella stanza. Ancora una volta, venni abbandonata.

Mi risvegliai urlando e Leon sobbalzò dalla sedia, ma riuscì a calmarmi prendendomi il viso tra le mani. << Oddio, Leon! Oh mio Dio sei qui! >>

<< Sì, sì. Va tutto bene. Calmati e cerca di respirare >> ancora una volta, il suo abbraccio mi fece sentire al sicuro da tutto e tutti. Il mio occhio cadde sull'orologio sopra il comodino che segnavano le due di notte. Infatti, l'ospedale era silenzioso e si poteva sentire solo il rumore dei miei respiri e degli infermieri che camminavano nel corridoio. << Ho sognato che Krauser ti aveva ucciso e io gli ho conficcato il pugnale dietro la testa... >> respirai con affanno e sudavo in maniera frenetica. << Tranquilla, era solo un sogno >>

<< Non era solo un sogno; Krauser mi disse di chiedere spiegazioni ad Ada. Lei sa qualcosa >>

<< Ele >> Leon mi fissò negli occhi << Era un cavolo di sogno, non... Non lasciarti andare così >>

<< Ma se, invece, Ada sapesse veramente qualcosa? >>

<< Infatti, quando ti sarai ripresa e tornerai al Campus, insieme al presidente la cercherò e ucciderò Krauser una volta per tutte >>

Esitai, ma poi gli chiesi << Il presidente ti permetterà di farlo? >>

<< Ha tradito il paese, ha infettato una sua abitante. Sicuro che sì, Ele. Tu devi mantenere la concentrazione per me e per te. A proposito, sei fortunata ad aver avuto Rebecca come assistente per il vaccino; è riuscita anche a cicatrizzare i tagli sul braccio. Quando tornerai al Campus, ti basterà mettere un polsino e starai tranquilla >>

Annuii e assaporai di nuovo la sua presenza vicina a me; ci abbracciamo di nuovo e gli chiesi di dormire con me nel letto. Accettò e si addormentò subito dopo me.

"Mamma e papà sono veramente fieri di te, Leon"

Fu il mio ultimo pensiero e, finalmente, riuscii a dormire tranquilla.

   
 
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