Cap.22 Il palazzo dei sovrani saiyan
“Passi
dagl’inferi e cerchi di non incontrarmi, figlio”
disse Al Satan. Era accomodato su un trono d’ossidiana e
teneva le lunghe quattro dita della sua mano su un teschio sul
bracciolo, mentre con l’altra mano si massaggiava il mento.
Junior si avvolse nel mantello candido e un rivolo di sudore gli
scivolò lungo la fronte scoperta, le antennine gli tremarono.
“Il Supremo dentro di me non è mai felice di
vederti… e neanche io” rispose.
Al Satan ghignò, mostrando i canini candidi.
“Non dovresti prestare orecchio alla versione scadente di me.
Anche se non sei il benvenuto nel mio regno di potere, non devi
dimenticare le buone maniere”. Schioccò le dita e
una demone, ignuda con una pesante catena dorata al collo, gli porse
una coppa d’argento adagiata su un vassoio d’oro.
Junior percepì i demoni digrignare i denti.
< La fedeltà che ho sentito nella loro voce nei miei
confronti era sincera, ma qui aleggiano solo disprezzo e paura.
Che mi abbiano condotto a lui nella speranza di essere liberati?
> rifletté.
< Probabilmente. Oh, io mi sono un po’ allontanata.
Tanto non se ne sono accorti e già che c’ero sto
facendo un giretto nella tana del signore oscuro > gli
comunicò mentalmente Elly.
< Tu ti farai ammazzare, piccoletta! > la
rimproverò Junior telepaticamente.
*****
Elly
si piegò in avanti e vide una scritta dentro una sfera di
vetro luminescente.
< È nella lingua dei demoni, la versione antica, ma
dovrei riuscire a tradurla > pensò. Le iridi azzurre
le brillarono.
“Affogherete nell’ombra della luna se la dea
aprirà gli occhi durante la notte rossa”
bisbigliò. Piegò di lato il capo facendo
ondeggiare la lunga treccia dorata e scosse il capo, si
allontanò e raggiunse delle scalinate di pietra, le scene e
sgranò gli occhi.
< Junior, non dovresti mettere in dubbio la fedeltà
che hanno verso il loro ‘demon prince’…
Anche se tuo padre ha riempito le sue prigioni di schiavi >
comunicò mentalmente. Osservò la fila di celle
davanti a lei, al cui interno c’erano demoni dalla pelle
vermiglia, namecciani dalla pelle verde e saiyan incatenati.
< Qualcosa mi dice che vorresti liberarli. Solitamente ti
fermerei, ma questa volta ti dico di farlo, approfitteremo della
confusione e scapperemo. Non so se sono ancora pronto né per
affrontarlo, né ucciderlo. Inoltre, Devil era apprezzato
negl’inferi e il fatto che tu lo abbia ucciso gioca ancor
meno a nostro favore, ricordandoti quanto poco abbia apprezzato la
nostra unione > le rispose Junior telepaticamente.
< … E lo farei mille altre volte… quel
maledetto merita solo la morte… > pensò
Elly, stringendo un pugno con foga, fino a far sbiancare le nocche.
<… Anche scegliere te è qualcosa che
compirei ancora e ancora>.
********
“Il palazzo… è proprio come lo ricordavo” sussurrò Nappa.
“Pomposo, sfarzoso e noioso?” domandò Turles.
Radish lo raggiunse con uno schiaffo alla nuca, facendolo gemere.
“Rispetto” ordinò.
“Adesso ho capito perché hai spostato Bulma, era abituato alla ricchezza e allo sfarzo” disse Crilin. Osservò i drappeggi di stoffe orientali che coprivano le pareti di pietra, le immense vetrate illuminavano l’immenso interno con luci di vario colore.
Trunks si avvicinò a una delle colonne titaniche e guardò le scalinate di marmo che portavano ai piani superiori.
“Sono ancora più suggestivi dei castelli di mamma” esalò.
Bra si avvicinò a una gigantesca porta d’oro, i battenti avevano la forma di conchiglie a spirati. La vide socchiusa e osservò all’interno, sgranò gli occhi ammirando la sala del trono, quest’ultimo era decorato da un alto schienale in cui era dipinta una V circondata da fiamme. Riuscì a scorgere degli annoiati soldati che stavano in piedi ai due lati della stanza, a loro volta davanti a delle colonne scure.
Vetrunks indicò alla madre i dipinti di sovrani appesi alle pareti.
“Quelli sono i grandi re del passato, ricordati per le loro incredibili gesta, quando ancora la razza saiyan e quella Tsfuru non erano divise.
I nostri antenati fanno parte di quella casata di antico fasto e prestigio” recitò il bambino.
“Insomma, Vegeta ha sangue blu che si mischia ad altro sangue blu. Pomposa roba da prima classe” borbottò Goten.
“È per questo che è così orgoglioso? Perché sente il peso di tutti quei secoli di storia?” chiese Gohan.
“Venite tutti qui e smettetela, potrebbero sentirvi” ordinò Vegeta. Il resto del gruppo si radunò intorno a lui.
< Il suo tono di comando e i suoi atteggiamenti rischiano di farci scoprire anche di più. Trasuda regalità > pensò John.
“Non ci faranno girare subito liberamente per il palazzo. Quindi, fino almeno a domani dovremo fare quello che si aspettano che facciamo. Domani notte stesso tenterò di entrare nel giardino senza farmi scoprire” spiegò Vegeta.