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Autore: Altair13Sirio    25/08/2017    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Corvina chiuse gli occhi e lasciò trasportare la propria coscienza lontano dal suo corpo materiale, attraverso l'universo e il mondo dei sogni per raggiungere quel luogo ideale dove solo lei riusciva a trovare la pace che agognava a ogni sua seduta di meditazione.
Prese dei respiri profondi e sentì tutta l'aria fluire nel suo corpo attraverso le narici, entrare nei suoi polmoni e dilatare la sua cassa toracica assieme alla sua mente che cresceva e inglobava sempre più cose a ogni respiro; più andava avanti, più poteva entrare a contatto con diverse specie viventi, coscienti o meno della propria vita. Era come se potesse vedere tutto quanto: attraversava le vie della città, si insinuava in ogni angolo che non fosse al chiuso e poi estendeva la sua coscienza ancora più in là, oltre i confini del cielo e allontanandosi sempre di più dal suo corpo mortale.
Aspirava a trovare la pace spirituale, raggiungere un livello di serenità e coscienza tale da non doversi preoccupare più di niente, ottenendo un potere tale da muovere l'intero universo… Ogni volta che però sembrava avvicinarsi a quel suo obiettivo, la maga si allontanava da esso e tornava rapidamente in sé; la sua coscienza tornava insignificante e il mondo attorno a lei la opprimeva facendole sentire improvvisamente il peso di un tale sforzo senza un adeguato rilassamento: si accasciava a terra premendosi una mano sulla tempia che le faceva più male e cercava un sostegno attorno a sé per poter ritrovare l'equilibrio. Non era una buona idea rilasciare la propria coscienza a un livello così profondo di concentrazione; era come se, improvvisamente, tirasse con tutte le sue forze un elastico che era stato immobile fino a quel momento e, nonostante la sua resistenza, rischiasse di spezzarsi per la brutalità del colpo.
Corvina ripensava a suo padre ogni volta che tentava di raggiungere quello stato di pace che la poteva rendere un essere superiore a tutto, e subito abbandonava l'idea per paura di diventare un mostro come lui, un tiranno che avrebbe soggiogato le popolazioni e distrutto i mondi a suo piacimento. Lei non era così, non era suo diritto assumere un potere così grande.
Ma quel giorno Corvina non voleva raggiungere la pace interiore, non cercava un modo per isolarsi dall'universo e abbandonare ciò che la circondava: Corvina stava cercando di trovare una soluzione ai problemi che affliggevano i suoi amici. Stella Rubia e Luna Bianca, in particolare, che sembravano mostrare i problemi più evidenti e seri; Cyborg era occupato in un'indagine con Robin ed entrambi potevano contare l'uno sull'altro nel caso avessero dei problemi, mentre Beast Boy non aveva alcun problema. Lui non ne aveva mai.
A volte le dava i nervi come quel tipetto verde non sembrasse capace di vedere la serietà in ciò che accadeva attorno a lui, era come se facesse di tutto per sembrare tonto e incapace! Ma lei sapeva che BB aveva un grande potenziale, lo aveva conosciuto meglio di quanto avrebbe mai potuto immaginare all'inizio del loro rapporto ed era stato capace di aprirle il cuore come pochi altri avevano fatto…
Corvina focalizzò la sua concentrazione sulla propria stanza e poi su un ripiano su cui era esposto uno scatolino con dentro conservata una monetina; un dolce regalo di una persona speciale, un augurio di buona fortuna e la speranza di rivedersi presto. Sì, BB era quel tipo: spontaneo, ingenuo e capace di farti stare meglio anche senza doversi impegnare molto… Lo aveva odiato per molto tempo, poi aveva capito che non c'era motivo a odiare un essere tanto innocuo. Non c'era motivo per preoccuparsi di lui.
Si scostò dai pensieri riguardanti l’omino verde chiedendosi per quale motivo avesse tirato fuori quell’argomento in quel momento e tornò a concentrarsi su di sé; sentì la propria coscienza farsi sempre più piccola e concentrata, il proprio corpo svanire nell’immensità dell’universo e tutto divenne buio mentre si addentrava sempre di più nella propria mente, cercando di scorgere e aggrapparsi a una luce che sarebbe arrivata presto.
Il centro del suo animo, la sua parte più profonda cominciò a brillare in fondo a quel baratro nero e Corvina si sporse in avanti per raggiungerla. Prima che se ne accorgesse, aveva cominciato a nuotare tra i ricordi della sua infanzia e giovinezza, quel poco che riusciva a ricordare, finendo poi in mezzo alle lotte e alle avventure dei giovani Teen Titans. Era una sensazione così piacevole e rasserenante, avrebbe potuto facilmente sprofondare in quei ricordi per godere del calore che le infondevano, pur essendo meramente delle rimembranze sfocate e distanti da lei, e non tornare mai più a galla restandosene lontana anni luce dalla vita del suo corpo mortale… Ma quello sarebbe stato un grosso errore, lasciare tutte le sue responsabilità.
Cominciò a rivangare nella sua memoria per cercare di scovare la ragione dell’inquietudine di Stella Rubia e Luna Bianca e, se fosse stato possibile, un rimedio a queste. Corvina sapeva che con il potere della sua mente poteva fare qualsiasi cosa, ma sarebbe riuscita ad aiutare Stella e Luna se queste non avessero voluto ricevere il suo aiuto? Non voleva lasciare che soffrissero, ma nemmeno invadere la loro privacy e rischiare così di perdere la loro fiducia… Avrebbe fatto il possibile per rimanere distante da loro, finché avrebbe potuto, quindi se fosse stato necessario avrebbe cercato di andare più a fondo.
Rileggendo i ricordi degli ultimi giorni, Corvina rammentò come Stella Rubia fosse stata colpita pesantemente dalla lontananza di Luna Bianca dopo averla accompagnata a scuola; era naturale che Stella reagisse negativamente a quell'evento, anche se forse stava esagerando un po'… I dubbi e le paure di essere dimenticata erano palesi mentre questa si deconcentrava in piena lotta e si lasciava sopraffare con errori grossolani che di solito non commetteva. Sembrava addirittura che dopo aver presentato la figlia al mondo della scuola, la sua amica aliena fosse caduta in una pesante depressione da cui sembrava uscire solo una volta tornata assieme alla bambina; era possibile che Stella fosse così fragile e facilmente condizionabile? Poteva comprendere il suo grande attaccamento alla figlia, e anche i pianti al suo ritorno alla base data la sua emotività, ma sprofondare in uno stato così deplorevole fino a mettere in pericolo sé stessa era qualcosa di impensabile… Che ci fosse stato dell'altro?
Ricordava le difficoltà nel convincere Robin a mandare Luna a scuola, il giorno che il supereroe prese la decisione fatidica che aveva in qualche modo cambiato la vita della bambina. Era possibile che Robin nutrisse qualche dubbio al riguardo e che lo avesse trasmesso involontariamente a Stella? Eppure non le sembrava che Robin fosse il tipo da farsi intimorire dall'idea di essere "dimenticato" da sua figlia: sapeva che non sarebbe mai successo! Quindi cos'altro avrebbe potuto essere?
Era forse perché Luna sembrasse talmente entusiasta di andare a scuola dal poter dare l'impressione di preferire quel posto e i suoi compagni a casa sua e la sua famiglia? Stella non poteva pensare una cosa del genere, non poteva essere talmente ingenua da credere che sua figlia l'avrebbe messa da parte per delle persone appena conosciute! Corvina sapeva che prima o poi sarebbe arrivato un momento nella vita di Luna in cui la bimba sarebbe diventata una ribelle e avrebbe cominciato ad allontanarsi dal nido familiare, ma ancora era presto e in ogni caso non sarebbe stato niente di preoccupante. Era parte della crescita.
I racconti di Luna l'avevano spaventata? Stella aveva forse notato qualcosa di preoccupante che aveva deciso di tenere per sé? Corvina aveva così pochi indizi su cui lavorare, non sapeva cosa passasse per la mente della sua amica: quando era entrata in contatto col suo animo era riuscita solo a capire che c'era un grande turbamento in lei e che questo turbamento riguardava Luna. In quel frangente aveva cercato di andare più a fondo, di rassicurare la sua amica e capire quale fosse il problema che le aveva portato tanto stress, ma la barriera mentale eretta da Stella era stata così resistente che Corvina aveva preferito non violarla; dietro quel muro risiedevano le più grandi paure della sua amica Tamaraniana, tutto ciò che per un motivo o per un altro preferiva tenere per sé. Rompere quella barriera avrebbe significato rischiare di provocare un trauma a Stella Rubia, e quella era l'ultima cosa che Corvina voleva causare…
Non riusciva nemmeno a capire quanto fosse complicata la situazione, dato che a momenti Stella sembrava non riuscire nemmeno a volare da quanto fosse depressa, e altre volte invece era l'esatto contrario e dimenticava completamente il significato della parola "tristezza". Un po' come sua figlia; solo che Luna era capace di cambiare umore nel giro di trenta secondi senza alcun apparente evento particolare a scatenare questa reazione. Luna Bianca probabilmente era molto più complicata e difficile da capire di sua madre, ma essendo una bambina i suoi problemi potevano essere molto più semplici da risolvere…
Non riusciva a spiegarsi il motivo dell'insonnia della piccola la notte precedente, sapendo quanto avesse il sonno pesante Luna – e come tuttavia fosse capace di svegliarsi anche con un semplice scricchiolio – ma se i suoi pensieri erano rimasti a galleggiare nell'aria per così tanto tempo nella notte, fino a spegnersi improvvisamente a un certo punto, significava che la bimba aveva avuto qualcosa a cui pensare; già quando Corvina l'aveva beccata a sgattaiolare fuori dalla sua stanza per andare sul terrazzo ad ammirare le stelle nel cielo, aveva creduto che ci fosse qualcosa di strano. Luna aveva sempre seguito quel piccolo "rituale", eppure non era mai stata così insistente nel farlo… E poi perché tentare di nasconderlo? Pensava che fosse qualcosa di così brutto, come se si trattasse di un crimine?
Luna era capace di sentirsi in colpa per cose innocue, forse era stata Corvina ad esagerare spaventandola a quel modo con le sue domande nella notte, ma aveva temuto che ci fosse qualcosa che non andasse nella povera Luna.
Certo era che, in una mente volubile come quella della sua protetta, avrebbe potuto avvenire qualunque mutamento dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni e loro avrebbero potuto benissimo non accorgersene data la leggerezza con cui Luna affrontava qualunque cosa nella sua vita. I continui ritardi dei suoi genitori, l'incertezza dovuta alle novità degli ultimi giorni, l'influenza dei pensieri negativi di Stella… Tutto quanto poteva essere motivo di stress per la piccola. Luna non aveva grandi capacità di concentrazione, quindi non era quasi per niente predisposta ad imparare a padroneggiare le arti magiche, ma aveva buoni dote sensitive e avvertiva molto pesantemente il cambiamento di umore nelle persone a lei vicine e sentiva su di sé tutta la negatività che proveniva dai loro cuori, tanto da soffrire per loro… Corvina si era accorta di questa sua abilità durante una delle loro estenuanti sessioni di meditazione. Forse le recenti novità che avevano messo scompiglio nella sua vita, rimasta sempre su dei binari ben precisi fino a quel momento, aggiunte ai pensieri negativi di Stella e Robin avevano portato un tale stress da farla stare male dentro, tormentandosi e perdendo il sonno.
In fondo Luna era sempre stata altruista con le persone: ogni volta che vedeva qualcuno piangere, andava da quella persona e la consolava, gli dava sempre le giuste parole perché quella persona smettesse di piangere… Ripensandoci, un ricordo tornò a galla in quell'abisso nero: Luna aveva imparato a parlare da poco tempo ma ancora camminava a stenti; Robin si era intestardito con un caso particolarmente difficile che aveva richiesto tutto il suo impegno e lo aveva fatto allontanare dagli altri e, in particolare, da Stella. Lei non lo aveva fatto notare, ma dentro di sé aveva sofferto molto quella solitudine temporanea e l'indifferenza del marito, che quando si fissava con una cosa era capace di lasciar perdere tutto il resto. Un giorno Stella era a casa da sola con Luna, che giocava con le sue costruzioni in giro per il pavimento della sala comune; la donna non aveva retto più quella situazione e, approfittando del fatto che non ci fosse nessuno nei paraggi, a parte la figlia che comunque non avrebbe potuto capire, si era lasciata andare a un pianto disperato.
Eppure, Luna aveva capito tutto invece. La bambina aveva smesso di giocare e aveva raggiunto la madre gattonando nella sala, tirando una gamba della Tamaraniana per attirare la sua attenzione; dopo averle chiesto perché piangesse, e avendo ottenuto come risposte un vago "niente", Luna aveva cominciato a parlarle del perché dovesse piangere se non ce ne fosse alcun motivo; eventualmente aveva finito di parlare a vanvera dicendo però di volerle tanto bene – l'unica risposta che può dare una bambina di quella età non sapendo quale sia il motivo di tanto dolore di una madre – e per quello di non doversi dispiacere. E subito aveva tirato in ballo suo padre e gli altri Titans, dicendo che anche loro volevano tanto bene a Stella Rubia e che non c'era motivo di piangere. La madre si era commossa così tanto che le sue lacrime di tristezza si erano trasformate in lacrime di gioia e aveva ritrovato il buonumore.
Corvina sapeva tutto questo perché, al ritorno degli altri Titans alla torre, la bimba era scappata a raccontare l'accaduto a tutti quanti, provocando l'estremo imbarazzo della madre, ma facendo anche discutere i suoi genitori e risolvere la questione che aveva tanto intristito Stella… Per questo, anche quando non ne era cosciente, Luna era capace di aiutare le persone con i suoi piccoli gesti da bambina.
Luna però aveva un grosso difetto; nonostante il suo grande altruismo, la bambina difettava di fiducia negli altri. Non nel senso che non si fidasse della sua famiglia o di chiunque altro, anzi era molto propensa ad affidarsi completamente ad estranei appena conosciuti per strada, ma aveva la cattiva abitudine di non parlare con nessuno se qualcosa la turbava. Rimaneva sempre in silenzio, tenendosi tutto dentro…
Quella situazione era ridicola: madre e figlia avevano un problema e non sapevano nemmeno quale fosse; non volevano parlarne con nessuno e Corvina non aveva alcuna idea su come poter risolvere quella questione con le poche informazioni di cui disponeva. Cominciò a tornare a galla dai ricordi delle ultime settimane, dove spiccavano in particolare le risate di Luna, sempre presenti in qualunque momento della giornata. Si soffermò su una figura alta e scura, poco definita dalla sua conoscenza approssimativa di essa; era il signor Grayson, l'insegnante di matematica di Luna.
L'uomo appariva come un'ombra nei suoi ricordi, ma irradiava i dintorni con diversi tipi di emozioni: da una parte c'era la grande ammirazione e fiducia che riponeva in lui la piccola Luna, che sembrava essere stata positivamente colpita da quell'uomo sin dal loro primo incontro, e dall'altra parte stavano la diffidenza e la paura di Robin, che sembrava fidarsi poco dello sconosciuto. Questi sentimenti contrastanti verso quella persona potevano essere un altro fattore determinante per l'attuale stato d'animo di Stella e Luna? Entrambe potevano aver percepito l'ostilità di Robin nei confronti dell'insegnante di matematica? E quanto poteva essere affidabile l'istinto di Robin, contro quello di sua figlia?
La situazione era davvero complicata, non che Corvina si aspettasse qualcosa di diverso… Decise di lasciare quel mondo cupo dei ricordi e tornare in superficie a vivere il presente.
Tirò un grande respiro di soprassalto, come se avesse trattenuto il respiro fino a quel momento e spalancò gli occhi nel buio della sua stanza. Riusciva a vedere perfettamente nell'oscurità, grazie ai suoi sensi particolarmente sviluppati con le continue sessioni di meditazione nel corso degli anni…
Corvina ansimò lentamente per alcuni secondi, cercando di ritrovare un equilibrio nel proprio animo. Era risalita troppo velocemente e si era svegliata di soprassalto, come se si stesse destando da un brutto sogno. Richiamò alla mente ricordi felici per calmarsi e il suo sguardo si posò istintivamente su qualcosa che in quella stanza riusciva a rassicurarla in ogni circostanza; ruotando la testa da un lato, adocchiò quella vecchia monetina, pegno di un'amicizia indissolubile, e ritrovò la calma.
   
 
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