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Autore: ProjectPlant    26/08/2017    1 recensioni
KLED - OC ---> non essendo presente nella scelta dei personaggi lo scrivo qui.
Nata in verità come sperimentazione. Avevo idee in mente e le scrivevo. Non credevo sarebbe venuta fuori una mini storia.
Mi è piaciuto vedere lo yordle, che conosciamo tutti, socializzare con il prossimo. Spero possiate gradire quasi quanto io mi sono divertita nello scrivere di loro.
(Dedicata alla mia amica Karon Migarashi che continua a trasmettermi la voglia di continuare a scrivere)
-plot-
L'orgolio di Noxus si ritrova a dover viaggiare con una bambina che gli ha salvato la vita grazie alle sue arti magiche. Sveglia, carina e intelligente, la piccola si rivela essere una strega ma è ben lontana da casa...
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“A me non sembra un uovo di drago” Una bambina camminava esaminando quel tesoro prezioso roteandolo dolcemente tra le manine. “Ti dico di si” Le rispose lo yordle riprendendo il cappello da terra. “Io dico di no” Lui sospirò riprendendo la marcia tra i monti.

Pile di corpi morti giacevano a terra. Afferrò con forza l'elsa della sua ascia da guerra sfilandola dalle costole di un guerriero. “Le uova di drago sono moooolto più grandi” Continuava la bambina al suo fianco emozionata. Era la prima volta che vedeva dal vivo una cosa studiata sugli antichi tomi del tetro palazzo reale. “Più grande di questo?!" “Esatto” Lo yordle sbuffò nuovamente. “Ma te non stai mai zitta?” Quando si voltò trovò due occhioni azzurri a fissarlo emozionati. “Possiamo tenerlo vero?” “In verità pensavo di prepararci la MIA cena!” Detto ciò lo yordle afferrò malamente l'uomo giallognolo scuotendolo per assicurarsi ci fosse qualcosa al suo interno. La bambina iniziò ad urlare andandogli contro. “Così lo ucciderai!” Piangeva. “Cosa non ti è chiaro di quello che ho detto mocciosetta umana?” “Ti prego Kled! No!” implorava.

Lo yordle di nome Kled si allontanò dalla bambina vittorioso guardandosi attorno. Avrebbe avuto bisogno di un fuoco, di un accampamento. La notte sarebbe giunta presto sulle pendici del monte Targon. “Và a prendere un po di legna, renditi utile!” Ordinò lo yordle alla piccola a terra in lacrime. Lei in risposta le fece un gestaccio asciugandosi con l'altro braccio le lacrime dal visino. Kled sbuffò, per l'ennesima volta. “Avrei dovuto farti fare la fine di quest'uovo dannazione! Và!”
La bambina si alzò da terra e afferrando la gonna si incamminò senza meta per i sentieri boscosi. Kled la vide di spalle sparire oltre la vegetazione. Dimagriva a vista d'occhio. Guardò l'uovo tra le mani, ruvido al tatto ma caldo. Abbastanza pesante da contenere qualcosa di commestibile per entrambi. “Maledetto me” esclamò a denti stretti.

Il vento aveva preso a tirare con vigore. La creatura aveva creato un bel riparo con del legname e dei cespugli misti a fronde d'alberi. Era un maestro in quello. Il piccolo fuoco all'interno odorava di pino. Sembrava una vera e propria tana di qualche animale selvatico. La sera era giunta portando il freddo pungente e i versi di animali notturni spaventosi.
La bambina era appena tornata dal bosco portando le borracce colme d'acqua. Aveva perfino fatto più viaggi portando un carico appagante di arbusti. Avrebbero avuto legna da ardere fino all'indomani. Dopotutto era stata nel bosco tutto il pomeriggio pur di non incontrarlo.

Kled la vedeva chiaramente dalla rupe in cui si trovava. Il suo unico occhio buono non era come quelli umani. La notte per lui era solo un altro giorno.
La piccola avea preso a spezzare la legna per ravvivare il fuoco guardandosi attorno. Lo yordle sapeva bene di quanta paura avesse dell'oscurità.
Il vento gli scosse la pelliccia bianca che gli ricopriva il corpo, con esso la sua divisa militare. Le lunghe orecchie si muovevano captando chissà quali strani suoni proveniente dal cuore del monte.
Un rumore metallico tagliò l'aria. Poi ce ne fu un altro. Kled sorrise compiaciuto.

“Tieni preparali” La bambina scattò in piedi quando la creatura gettò dentro la bacinella dell'acqua fresca due corpicini squoiati e privati dei loro organi interni. Due conigli selvatici. Non lo aveva neppure sentito arrivare. Strinse le manine tra le pighe della gonna sfilacciata e rattoppata.
Lo yordle era poco più alto di lei. Vestito con una strana divisa militare creata da lui stesso. Lunghe orecchie bianche fuoriuscivano da un cappello da generale. Una lunga cicatrice gli correva lungo il muso da creatura dei boschi magici fin sopra le sottili labbra. Denti acuminati e aguzzi risplendevano nella notte. La lunga e terrificante ascia sempre dietro la schiena, un piccolo archibugio gli pendeva al fianco assieme ad altri ninnoli. Tecnologie yordle senza dubbio.
“Credevo avessimo mangiato una frittata” esclamò smorfiosa la piccola preparandosi per la cottura. “No davvero, grazie per la cena Kled. Sei il mio salvatore” iniziò a canzonarla lo yordle afferrando di nuovo la sua ascia dalle spalle diretto di nuovo nel buio del bosco. La bambina fece una pernacchia curvandosi sul cibo.

Kled riprese la caccia in solitaria, come aveva sempre fatto dopotutto. La Luna era alta nel cielo stellato. Erano saliti di parecchio. La schiena gli doleva ancora per la battaglia della mattina. L'esercito Noxiano aveva invaso una delle sue tante proprietà rivendicandola.
Non era così che funzionava. Il mondo doveva essere suo.
Lo yordle si acquattò felino sfilandosi il cappello per poggiarlo a terra. Piano si sfilò la divisa. La riteneva una cosa estremamente umana ma gli piaceva l'idea di prendersi gioco dei mortali in quella maniera. Libero da ogni impedimento iniziò ad annusare l'aria in cerca di altra carne. La sua.
Accovacciato a terra prese una postura animalesca seguendo con l'olfatto fine e sviluppato ogni sfumatura di odore che riusciva a percepire. Compito assai non facile data la carne sul fuoco che cuoceva nell'accampamento. Sorrise avendo trovato un'esca per gli altri animali. Avrebbe usato quello stesso profumo per attirarli a sé, bisognava solo pazientare ora. Come un vero predatore. Quanto odiava pazientare, era più da mischia lui. Sospirò immobilizzandosi sul posto.
Lo aveva sentito, lo vedeva.
Un canide dei boschi. Non proprio quello che si aspettava. Sorridendo tirò fuori i denti appuntiti leccandosi le labbra, la preda era ignara di quella presenza mortale. Quatto, silenzioso e letale lo yordle aveva iniziato la lenta ascesa sulla vita dell'animale. “Mi dispiace amico” sussurrò quasi muto “Ma il mondo è ingiusto”.

La bambina nell'accampamento trasalì quando udì un rumore secco poco lontano dal fuoco. Iniziò a tremare concentrandosi sui conigli sul fuoco. “Quasi fatti” mormorava tra sé facendosi compagnia “Quasi cotti”. Kled portava sempre con sé il necessario per sopravvivere, era un vero guerriero ma la bambina, da quando entrata nella sua vita, aveva migliorato di molto il suo discutibile stile di vita.
Medicine, vasellame, spezie, la sapienza di una nobile, la sua magia nera. Non aveva raccontato quasi nulla allo yordle e spesso se ne dispiaceva ma lo faceva solo per il suo bene. Prima o poi sarebbero riusciti a riprendersela. Era solo questione di tempo.
Rapida sfilò la carne dallo spiedino adagiandola su un piatto d'argento rubato da Kled in un villaggio. Era così bello poterlo usare di nuovo dopo giorni. Lo stomacò le brontolò selvaggiamente. La bimba si trattenne nel divorare la carne. “Come siete grandi” continuò tra sé vaneggiando per la fame. “Di sicuro sarete anche buoni ma dov'è quello zuccone?!” Sedendosi nel cuore del rifugo con il cibo davanti gli occhi aspettava il ritorno dell'iracondo cavaliere quando con la mano sfiorò un qualcosa di raggrinzito tra le coperte. Sgranado gli occhi chiari avvcinò alla luce del fuoco qualcosa di caldo al tatto.

L'uovo.

La bambina portò una mano tremante alla bocca per lo stupore. Kled?! “Impossibile” scandì la giovane tornando ad esaminare lo strano uovo. No. Non apparteneva decisamente ad un drago. Lei aveva sempre ragione ma cosa poteva essere? Poteva davvero essere un pericolo? Sarebbe stato meglio mangiarlo? “No, no” si rispose riposando l' uovo dove lo aveva preso. Era la fame a farla parlare. “Ehi...” “Kled!” “Ancora non hai finito?” “Ma come, ti aspettavo! Io conosco le buone maniere a differenza di te e...” La bambina si interruppe notando delle striature rossasstre sulla bianca pelliccia dello yordle. “Sei..ferito?” riprese preoccupata. Kled fece spallucce. “Quel sangue non è mio” sentenziò truce. Voltandosi verso il centro dell'accampamento notò entrambi i conigli cotti a puntino e tagliati per essere meglio mangiati sul piatto di ferraglia che aveva preso per lei. “Mangia” “Ma come, te...” “Io non ho fame oggi” “Kled sono giorni che...” “Perchè devi sempre contraddirmi! Zitta e mangia” Le ordinò a gran voce da dentro l'antro scuro ma caldo e soffice. Era davvero una tana yordle.

Si adagiò a terra pulendosi con una pezza bagnata la pelliccia bianca. L'indomani avrebbe dovuto lavarla e pettinarla. “E questo cos'è?” Afferrò con una manina il grande uovo giallognolo, causa del litigio con la strega. “Dannato, a quest'ora ti avrei già digerito”
Abbandonando ora il suo lato animalesco si mise sotto le coperte. Le orecchie dritte e tese all'aria.

Fuori la bambina mangiava piangendo in silenzio.

   
 
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