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Autore: Mayfa_P    27/08/2017    1 recensioni
Primo libro della trilogia "I Dominatori di Elda".
Per secoli Elda venne tenuta sotto controllo dai 4 dominatori che mantenevano l'ordine al fianco del Capostirpe, al termine della Grande Guerra però scomparvero diventando leggenda, una leggenda trascritta da un antico stregone il quale narrava il ritorno di queste forze ritenuto minaccia o fonte di grande potere per colui che fosse riuscito a conquistare la loro fiducia.
Mornon, uomo privo di sentimenti, privo di pietà e bramoso di potere tanto da mettere in pericolo la vita del suo stesso primogenito Erech, verrà a conoscenza di una verità che lo porterà all ricerca dei dominatori.
Sarà Nilde, una guerriera senza passato, che per scoprire la verità e per proteggere Elda dal tiranno, scenderà in prima linea pronta a combattere per il popolo, troverà però un'ostacolo ad attenderla, un'ostacolo che non si sarebbe mai immaginata.
Un uomo spietato pronto a tutto per il potere.
Un figlio sottomesso.
Una Guerriera, pronta a tutto per difendere la pace di Elda.
Una Guerra contro le tenebre e un amore proibito.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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12 Saovine
Rumori di lame che si incontravano si spargevano nell'aria autunnale susseguiti da gemiti, i due combattenti continuavano quella danza mortale ormai da ore e, nonostante la stanchezza, ripetevano le solite movenze con affondi, parate e spesso cadute.
"Nilde! Ti fai trasportare troppo dalla rabbia! - una voce si levò alle loro spalle e i due combattenti si voltarono nella direzione di essa – quando combatti devi essere il più distaccata possibile, non devi permettere alle tue emozioni di prendere il sopravvento."
L'uomo rimase ad attendere una risposta dalla giovane che non arrivò, lei sapeva che Galador aveva ragione, ma non lo avrebbe mai ammesso.
"E io maestro? Come sono andato?" chiese l'altro combattente ponendosi tra la ragazza e Galador, la stazza del ragazzo era talmente possente da nascondere interamente la figura di Nilde allo sguardo del maestro.
"Nor devo dire che sei migliorato molto, continua così! Adesso però va a riposarti."
Disse l'uomo con un tono che non ammetteva repliche, il ragazzo si aspettava qualcosa di più dal suo maestro ma capì che voleva stare solo con Nilde così decise di fare ciò che gli era stato detto senza fare troppe storie.
Galador seguì il ragazzo con lo sguardo finché non fu abbastanza lontano dopodiché, puntò il suo sguardo sulla ragazza intenta a sistemarsi i lunghi capelli rossi in una crocchia disordinata.
"So cosa state pensando padre ma se sono una delle guerriere più brave e forti, in fondo è proprio grazie alla mia rabbia."
"Non credo sia per quello Nilde." disse l'uomo con tono dolce osservando la ragazza.
Era cresciuta molto da quando l'aveva vista la prima volta, all'epoca aveva otto anni, era una bellissima bambina molto sveglia, una cosa che lo aveva colpito fin da subito era la sua agilità nel combattimento nonostante la rabbia che la accecava ogni volta tuttavia, con la sua dolcezza riuscì a fare breccia nel cuore triste e cupo del vecchio maestro che decise così di prenderla sotto la sua ala protettiva diventando poco a poco la figlia che non aveva mai avuto. Adesso lei era li, davanti a lui, dopo 10 anni, era sbocciata come il più bel fiore ed era diventate la donna più bella che avesse mai visto, l'orgoglio che provava per lei era indescrivibile e sapeva che un giorno avrebbe fatto grandi cose.
"Padre perché mi guardate in quel modo?" chiese la ragazza quasi divertita, aveva notato lo sguardo del maestro che la osservava, si era perso come sempre nei suoi pensieri e questa era una cosa che la divertiva molto.
"A nulla di particolare, dovresti andare a riposarti anche tu, tra poco ceniamo."
La ragazza decise di ascoltare le parole di Galador, i due si salutarono con un piccolo cenno del capo e Nilde si diresse verso la sua abitazione, aveva bisogno di staccare un po' da tutti quegli allenamenti, ultimamente si allenavano quasi tutto il giorno e iniziava a pensare che ci fosse qualche scontro in programma.
Decise di andare al fiume a farsi un bagno veloce, prese così gli abiti di ricambio e si incamminò.
Lungo il tragitto incontrò Nor impegnato a scrutare attentamente l'orizzonte dalla cima di un Galadh.
Nonostante la sua stazza aveva un'agilità fuori dal comune, quel ragazzo le aveva sempre ricordato i felini.
"Ehi Falco! Qualcosa di interessante da lassù?"
"Ehi Fenice! Forse ho qualcosa di interessante da riferire al maestro, ma nulla che ti possa divertire." disse il ragazzo scivolando giù dall'alto albero al quale si era arrampicato.
"Peccato, i contadini della scorsa volta che si picchiavano per un pomodoro erano molto divertenti." disse Nilde, quasi delusa dal non potersi gustare un'altra scena così divertente.
"Hai ragione. Vai al fiume?" chiese Nor passandosi una mano tra i capelli biondo cenere.
La risata forzata e l'agitazione del ragazzo, non sfuggì agli occhi attenti della ragazza che subito iniziò a chiedersi cosa avesse visto in realtà, ciò nonostante decise di far finta di nulla, sapeva che anche se glie lo avesse chiesto e avesse insistito non le avrebbe detto nulla.
"Si, tu ci sei già andato?"
"Si, adesso vado dal maestro, ci vediamo a cena."
"A dopo."
Nilde rimase a osservare la sagoma del ragazzo allontanarsi, c'era qualcosa che non le tornava, Amdir non era uno che si faceva prendere dall'agitazione per cose di poco conto nonostante ciò decise di non pensarci, qualunque cosa fosse l'avrebbe affrontata a cena, così si avviò verso il fiume.
La cena fu molto silenziosa, ogni tanto Nor e Galador si scambiavano occhiate che Nilde non era in grado di decifrare, voleva sapere cosa stesse succedendo, il fatto che anche il maestro fosse così agitato non era un buon presagio, così decise di rompere quel silenzio e tentare di scoprire qualcosa.
"Allora, come mai siete così agitati?"
Appena la frase giunse alle orecchie di Nor iniziò a sudare dall'agitazione e si voltò a guardare il maestro con uno sguardo terrorizzato che venne subito intercettato dalla ragazza, sapeva che Nilde era una ragazza sfacciata e senza peli sulla lingua per questo temeva che la sua preoccupazione fosse troppo evidente e che lei avrebbe iniziato ad indagare. In compenso il maestro non sollevò neanche lo sguardo dalla ciotola, ancora colma della zuppa con la quale continuava a giocare.
Nessuno dei due pareva intenzionato a rispondere e la ragazza iniziò a innervosirsi.
"Padre potreste dirmi perché tutta questa agitazione?"
L'uomo continuava a ignorarla, così Nilde lanciò uno sguardo furente ad Nor che terrorizzato lo abbassò sulla sua ciotola. Il comportamento dei due fece perdere definitivamente le staffe alla ragazza che in un impeto di rabbia si alzò in piedi e iniziò a urlare.
"Avete intenzione di dirmi cosa sta succedendo? Cosa mi state nascondendo?"
Il maestro sembrò riscuotersi, sollevò lentamente la testa dal piatto e guardò Nilde con uno sguardo preoccupato. "Nilde ti supplico, non urlare, oggi ho una forte emicrania. - disse l'uomo massaggiandosi le tempie.- voi mettete a posto, io vado a stendermi." dopodiché si alzò e con sguardo duro aggiunse "Questa sera i turni li faremo solo io e Nor, tu Nilde ti riposerai."
Nilde a quell'affermazione si all'armò, non era mai successo che il maestro le facesse saltare i turni di guardia.
"Padre ma cosa dite? Devo fare i turni di guardia anche io come sempre."
La ragazza era completamente spaesata, non capiva più nulla. Perché all'improvviso aveva cambiato i turni? Perché erano così agitati? Voleva capire anche lei cosa succedeva.
"Nilde ho visto che negli ultimi tempi sei molto affaticata, hai bisogno di riposare, perciò ho deciso che per un po' non dovrai più fare i turni di notte."
Nilde continuava a non capire, non si era mai sentita così in forze come in quel momento.
"Padre io mi sento bene.." l'uomo la zittì con un gesto della mano.
"Nilde per favore smettila! Adesso vado a dormire e dovresti andare anche tu."
Rivolse uno sguardo severo verso la ragazza dopodiché si incamminò verso la sua camera.
La ragazza rimase pietrificata mentre sotto il suo sguardo Nor iniziò a sistemare la cucina senza proferire parola.
Dopo qualche attimo di silenzio, nel quale Nilde si sedette pensierosa a tavola, Nor prese parola.
"Il maestro ha ragione, hai bisogno di riposare.." la ragazza lo interruppe bruscamente sopraffatta da una rabbia cieca.
"Cosa diavolo dici?! Io stanca? Tu non mi hai mai vista stanca! Io sono nel pieno delle mie forze – si avvicinò al ragazzo puntandogli uno sguardo carico di rabbia e determinazione – capirò cosa state tramando, capirò cosa c'è sotto! Non potete nascondermi nulla."
Detto ciò uscì dalla stanza come una furia lasciando Nor attonito, la conosceva bene e sapeva che ciò che aveva detto era la verità, avrebbe scoperto tutto ma aveva una grande paura per lei perché ciò che avrebbe scoperto non le sarebbe piaciuto per niente.
Nilde uscì di casa infuriata ma appena mise il piede fuori un dolce venticello fresco le accarezzò il volto facendola sentire un po' più leggera, era come se, con quel tocco delicato, avesse scacciato tutta la rabbia che fino a poco prima la divorava. Aveva bisogno di tranquillità e di passare un po' di tempo con il suo vecchio amico, si incamminò dentro il bosco allontanandosi dall'accampamento, continuava a pensare a cosa potessero mai nasconderle di così grave, ma non le veniva in mente nulla, non riusciva a capire e questa cosa la tormentava.
Dopo dieci minuti di camminata raggiunse una piccola radura alzò lo sguardo e rimase qualche minuto ad osservare il cielo completamente ricoperto di stelle che incorniciavano una luna spettacolare, fin da piccola amava sdraiarsi a fissare il cielo notturno, la tranquillizzava e la affascinava, ma c'era una cosa che la tranquillizzava più di tutto o di tutti, una cosa che aveva sempre guardato quelle stelle al suo fianco dandole conforto e protezione. Senza smettere di fissare il cielo mise due dita ai bordi delle labbra e un fischio acuto si levò nell'aria andando a disperdersi.
Rimase lì ad attendere.
Una manciata di minuti dopo un enorme massa scura oscurò il cielo sopra la sua testa e con delicatezza si posò sull'erba verde davanti a lei in tutta la sua grandezza, in tutta la sua maestosità. Imlach. Il suo drago. Il suo migliore amico.
Un piccolo sorriso decorò il volto della ragazza che, senza attendere, gli corse incontro e lo abbracciò con amore, non si vedevano da qualche giorno a causa degli allenamenti sfiancanti della ragazza e, nonostante non fosse molto tempo, a lei era mancato immensamente.
"Scusami Imlach ma lo sai, gli allenamenti si sono intensificati e non riesco più a venire ogni notte." disse accarezzando il muso del drago, lui in risposta fissò gli occhi in quelli della ragazza facendole capire che non doveva preoccuparsi, lui capiva.
Pur essendo due esseri completamente diversi erano uguali, stessi occhi color smeraldo, la corazza dell'animale era di un rosso fiammante come i capelli della ragazza e le loro anime erano quelle di due guerrieri. A Nilde piaceva pensare che in realtà, anche se in due corpi differenti, fossero fratelli.
Dopo qualche minuto passato a riabbracciarsi Imlach si distese e Nilde andò ad accoccolarsi tra il suo muso e la sua ala.
"Sai Imlach c'è qualcosa che non va. Insomma il Maestro ha deciso di non farmi più fare le ronde notturne e per di più nelle ultime tre ore sia lui che Nor sono agitati. Non hanno voluto dirimi niente e io non capisco."
Il drago accarezzò con il muso la guancia della ragazza per rassicurarla.
"Si forse non è nulla, forse non riguarda neanche me, ma allora perché tenermelo nascosto?"
Nilde guardava Imlach nella speranza che potesse in qualche modo rispondere ma era ovvio che lui ne sapesse meno di lei.
Rimasero per qualche ora accoccolati a parlare finché, l'allenamento del giorno iniziò a pesare sulla stanchezza della ragazza, lasciò il drago con la promessa di ritornare presto da lui e corse a casa.

 
   
 
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