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Autore: bulmasanzo    28/08/2017    2 recensioni
Questo è ciò che succede se in una notte d'estate una fanwriter decide di non seguire più la trama.
Extra de: La 'meravigliosa' avventura.
Raccolta di one shot, tutte rigorosamente prive di un finale.
Possibilità di nonsense e di cross over.
Genere: Commedia, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: Cross-over, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Paragrafo 1: Luigi


Luigi si trova al centro di una stanza sul cui pavimento è stata tracciata una stella a sei punte con il vecchio espediente dell'incrocio tra due triangoli, uno disegnato con un pennarello nero e l'altro rosso. Al posto del soffitto c'è una grande cupola di vetro che si divide in due parti al centro, che si apre lentamente, facendo entrare la luce della luna.

Luigi solleva il capo guardandola direttamente. Sembra a un tempo spaventato ed emozionato.

A uno degli angoli, una persona a braccia incrociate con la faccia velata attende che accada qualcosa.

"Sei pronto?" chiede. Il tono è seccatissimo, chiaramente non gli piace quello che sta per accadere.

Luigi fa una smorfia "Ormai abbiamo iniziato, tanto vale finirla" sentenzia.

"Non vuoi aspettare che torni Alexander? Potete farlo insieme."

Luigi sembra sorpreso "Ma credevo che Alexander non potesse agire direttamente, neppure se recuperasse il suo corpo in tempo..."

"No, hai ragione. Ma se lo aspetti, magari potrebbe venire con te e darti supporto..."

"Non ne vedo la necessità. È già abbastanza tardi, l'ultima volta che lo ha neutralizzato ci ha impiegato tredici ore a tornare..."

"Non lo puoi biasimare, no? Non è la sua dimensione, questa, in fondo, ha bisogno di un po' di tempo per rimettersi..."

"Sì, ma Peach potrebbe pagarne le spese, io non voglio questo. E poi non è che Alexander sia esattamente il migliore. Lo hai detto tu stesso che sono io il migliore, qui, è per questo che avete scelto me, non è così? Concedimi almeno questo."

"Sì, va bene" riconosce l'altro, ma sembra che glielo stia accordando più che altro per farla corta.

Dall'alto, scendendo verticalmente, iniziano a riversarsi all'interno della stanza una fila ordinata di globi di luce, come dei palloncini riempiti di lampadine da 1000 watt.

Ma la luce non è talmente intensa da ferire gli occhi, anzi li tratta bene, è dolce, te li saluta con amorevolezza, sembra volerteli accarezzare.

Sono Luma.

Luigi apre le braccia per accoglierli.

Il primo globo si preme lievemente sul suo corpo, abbracciandoglielo e avvolgendolo come un soffice marshmallow.

Penetra attraverso i pori della sua pelle e sembra dissolversi.

Luigi ha un fremito, e il suo compagno d'avventura si muove, indeciso se abbia bisogno di aiuto o meno, ma lui riesce a rimanere fermo sulle gambe. "Posso sostenerli" dice, con voce piatta.

Similmente al primo, il secondo globo discende su di lui, ma trova una sorta di resistenza, Luigi non la sta opponendo, cerca di assecondare la luce che lo aggira, allargandosi lungo le sue membra, cercando, finché non trova un varco tra i suoi vestiti e vi si infila allungandosi e sbattendo la coda come un serpente.

Il terzo globo, forse troppo incoraggiato dal successo dei suoi fratelli, letteralmente si fionda su Luigi con una violenza tale da mandarlo quasi a terra.

La figura ammantata, allora, stavolta corre in fretta al centro della sala e regge le spalle di Luigi prima che cada realmente all'indietro, mantenendolo diritto in piedi.

"Non sovraccaricatelo, fratelli, uno alla volta, per favore" l'uomo ammonisce le stelle, sotto la maschera si intravvede un'espressione di angoscia.

Il globo sembra restringersi dentro la figura di Luigi, assumendone per un momento la silhouette, poi viene anch'esso assorbito.

È come se si fosse aperta una porta che fino a quel secondo era stata soltanto socchiusa, e pertanto bisognava forzarsi all'interno dello spiraglio per entrare.

Il susseguirsi di globi di luce è rapidissimo adesso, ne arrivano a frotte.

Si tuffano come i bambini dal trampolino della piscina, a bomba.

“Ho detto uno alla volta, per favore!” ripete vanamente l'uomo, in tono ora veramente molto agitato.

Nessuno lo sta a sentire.

Luigi vacilla.

Ha la pelle sempre più chiara, che perde il colore sanguigno naturale e diventa gradatamente di un bianco perlaceo. Lo sguardo è sempre più stupito, sgranato, l'iride sempre più opaca, la pupilla sempre più ristretta e le ginocchia sono sempre meno ferme.

Perde il conto di tutti questi corpi estranei che gli entrano dentro, sembrano non finire mai.

Ognuno gli dà una sensazione di brividi, se li sente agitare dentro, sfrigolare, dondolare, battere il ritmo come una band musicale, infinitamente più veloce del ritmo del suo cuore che batte.

La persona che lo sorregge deve tenerlo per entrambe le braccia per evitare che cada.

Luigi ha l'impressione di respirare, insieme all'aria, anche la luce che ormai lo avvolge.

Batte le palpebre e si accorge che è faticoso, come se ci fosse del ghiaccio che le blocca agli angoli. Le mani inguantate le sfregano con vigore, prima che l'altro che lo tiene gliele afferri per farlo smettere. "Mantieni il contatto visivo" gli ricorda.

Luigi allora tenta di dire qualcosa, ma si rende conto che la sua gola si è ghiacciata, le corde vocali non vibrano, deglutire fa male, è come se stesse cercando di mandar giù una roccia.

E le stelle continuano a scendere e infiltrarsi dentro di lui, sfruttando ogni orifizio che trovano, lo farciscono come un tacchino per il Giorno del Ringraziamento...

L'ultima che si approccia, con lentezza minacciosa, è la più grande che Luigi abbia mai visto, talmente grande che riempie tutto il cielo, non entrerà mai in questo povero corpo da mortale neppure se le altre già qui dentro le facessero tutto lo spazio possibile.

Luigi pensa debolmente di voler scappare, con questo mostro qui non ci sta, non vuole essere profanato da quel titanico astro, ma ormai ha accettato, il processo e la trasformazione si sono già avviati, e sa che lo costringerebbero, quindi è inutile, quindi stringe con forza gli occhi e i denti.

La nuova luce è diversa dalle altre, mentre quelle erano gelide, questa è calda. Circonda Luigi come una nebbia.

L'uomo sente un tocco come di mille baci sulla pelle e tutti i peli si rizzano, scandalizzati.

Le braccia gli vengono lasciate, adesso non ce n'è più bisogno perché è la stessa luce del mega Luma che lo tiene sollevato.

Si chiede perché ne avesse paura, è una sensazione così piacevole!

Non sente più il proprio corpo, è come se fosse fatto di pura aria.

Sulla faccia di Luigi si distende un sorriso deliziato, i piedi gli si staccano dal suolo, ora sta fluttuando e sembra che intorno a lui vi siano mille simpatiche bollicine, frizzanti e scoppiettanti, che lo accompagnano gentili nella sua ascesa verso il cielo, di un nero pesto.

Presto la stanza da cui è arrivato è soltanto un ricordo, Luigi si sente sicuro e determinato come mai era stato in passato.

Tende un pugno contro la volta oscura priva di stelle e continua a volare sempre più in alto e più rapidamente, è come se fosse privo di peso, una sensazione meravigliosa.

Puntini luminosi si accendono improvvisamente a distruggere quell'oscurità perfetta, ne compaiono a centinaia, diramandosi da un punto preciso e invadono l'intero spazio.

Luigi sa che c'è qualcuno al di là di quel punto, e che deve cercare di parlarci.

Prova a schiarirsi la gola, scoprendo che adesso non fa più male, è come se avesse preso lo sciroppo e il catarro si fosse sciolto.

La prima parola che dice è esitante, quasi come se pronunciare quel nome a voce alta fosse un peccato mortale, un insulto alla memoria di qualcuno che era andato via per sempre.

"Rosalinda?" chiede, timidamente.

Gli occhi della Pusa si aprono, sono enormi, Luigi potrebbe comodamente entrare dentro a quelle pupille gargantuesche. Lo fissano, accusatori.

"Mi dispiace" continua imbarazzato, sentendo quasi fisicamente quello sguardo direttissimo su di lui "Mi dispiace per tutto quello che è successo, ma... perché non vuoi lasciare andare Mario?"

Le iridi cerulee della fata vibrano di mille soli, accecando Luigi che si copre il viso con le braccia.

"È sposato con Peach adesso! Non puoi continuare a interferire con il suo futuro, rendigli la sua memoria! Lasciagli vivere la sua vita!" cerca di farla ragionare.

La luce si fa molto più intensa, come un fuoco alimentato da una rabbia inestinguibile.

Luigi viene investito come da un'ondata di vento fortissimo che lo fa andare indietro di parecchi metri.

Vede così meglio la sua opponente, il corpo è ovviamente evanescente, ma resta un'immagine di quell'antica bellezza, la polvere di detriti luminescenti riporta i contorni vaghi di ciò che fu un tempo.

Il viso disegnato nella luce è contratto in una vera smorfia di dolore.

Le braccia sono alzate dietro il busto, i pugni stretti, i piedi sembrano puntati sotto la delicata stoffa dell'abito azzurro che indossa.

Una donna con un grande potere è una donna pericolosa, gli viene in mente.

"Peach non ha fatto nulla di male, non si merita questo!" riprova a urlare "Cosa ti è successo, eri una dea buona e amorevole e ora sei diventata un demonio!"

La Pusa apre la bocca, offesa.

"Non capisci che così stai soltanto ferendo Mario? Perché gli fai questo, se lo ami?"

C'è una sorta di esplosione dalla quale Luigi viene malauguratamente investito. Si trova a volteggiare all'indietro.

Luigi quasi trasalisce quando si vede la donna, adesso concreta, troneggiare sopra di lui.

Quel dolce viso, un tempo sorridente e altero che sembrava poter guarire il mondo da ogni residuo di male che lo opprimesse, è ora adombrato da anni di rancore per le ingiustizie subite, che si sono depositati strato sopra strato come ragnatele sul soffitto di una vecchia casa disabitata.

"Tu non puoi capire, nessuno può" si ode l'antica, maestosa voce della dea "Quello che è successo mi ha rubato ogni briciolo di umanità che avevo conservato. Mi è stata strappata via ogni cosa che avevo, anche la mia benevolenza. Mi avete persa."

"Devi tentare di ragionare!" dice Luigi "Ne hai bisogno, anche per te stessa. È l'unico modo in cui riuscirai a trovare pace!"

"Io NON voglio la pace!" ruggisce la Pusa "Che cosa me ne faccio? Lo so IO quello che voglio!"

Un urlo da banshee che fa sanguinare letteralmente i timpani di Luigi segue questa dichiarazione.

Il prode idraulico tenta di resistere, si tappa le orecchie con le dita.

Un'altra onda lo respinge di nuovo, le gambe si sollevano sopra la sua testa, si arrotola come un riccio, fa una capriola all'incontrario.

Viene sbalzato con estrema violenza di nuovo giù, cadendo precipitevolmente di nuovo al centro della sala, al centro della stella a sei punte.

Lo schianto è talmente forte che tutte le stelle che erano entrate dentro di lui vengono espulse simultaneamente, dalla prima all'ultima, e si rincorrono di nuovo in cielo come fantasmi, come fuochi d'artificio che partono da quella miccia umana, e si disperdono nella notte.

L'uomo con la maschera, che lo aveva aiutato a sostenersi, accorre un'altra volta in suo soccorso.

Gli solleva la testa, tenendosela in grembo e sentendo così il sangue tra i capelli che gli bagna la mano.

"Non sei stato abbastanza convincente" deduce.

"Ho fatto del mio meglio" si rammarica Luigi, si sente debolissimo e come svuotato con un cucchiaino da ogni energia residua "Forse però la sua reazione è un indizio... Forse soltanto Mario può farla rinsavire... D'altra parte, perché mai il fratellino imbranato avrebbe dovuto aver successo?" dice in tono laconico.

Detto ciò, chiude gli occhi, sfiatato, e si abbandona.

Sotto la maschera, l'uomo dai capelli ricci nasconde uno sguardo preoccupato.

Si accerta che Luigi abbia effettivamente perso i sensi e lo appoggia lievemente al suolo.

In quel momento, la porta si spalanca e un ragazzo di circa sedici anni fa il suo affannato ingresso. Sta ansando, come se avesse corso per arrivare. È piuttosto mingherlino e indossa una camicia rossa a taglio lungo, dei pantaloni bianchi e delle scarpe marca Etnies di colore celeste chiaro.

L'uomo con la maschera lo guarda appena "Ciao, Alexander. Che eleganza, ma perché scomodarti a trovare quei vestiti, che i tuoi capelli scarmigliati rovinano soltanto?"

"Mi dovevate aspettare, avevate detto che mi avreste aspettato!" lo accusa il ragazzo, portando una mano al ciuffo scomposto, come per pettinarlo con le dita. Poi vede Luigi a terra "Che è successo a mio..."

"Ha tentato da solo"

"Pazzo! Avresti dovuto sapere che non lo avrebbe mai ascoltato"

"Figurati se sarebbe stata a sentire te, invece!"

"Guarda che io la potrei fare ragionare, se mi lasciassi parlare con lei" si risente Alexander.

"Se lo avessi saputo fare sul serio, forse dall'inizio, adesso non saremmo in questa situazione"

Sussulta. "Mi ha colto di sorpresa!" protesta.

"Non è la prima volta, dovresti aver ormai capito quando e come si materializza... Stai diventando sempre più giovane, guardati!"

"Non me lo ha mai spiegato come funziona e tutte le volte ero troppo impegnato, sai, a morire per chiederle come si fa"

L'uomo con la maschera sbuffa "Ma quanto mi fai ridere! Sei il peggior viaggiatore dimensio-temporale che abbia mai visto!"

"Per essere mio fratello, non ti stai dimostrando proprio molto supportivo"

L'uomo ci pensa su. "Non sono neppure sicuro di poter dire di essere veramente tuo fratello" dice.

I due vorrebbero continuare a battibeccare, ma in quel momento sentono uno schianto che proviene da sotto. Il pavimento si mette a tremare.

"La sala delle stelle feticcie!" esclama l'uomo mascherato "Stanno crollando! Mario deve essere già arrivato!"

"Adesso?" sobbalza Alexander "Accidenti alla tua efficienza e puntualità!"

"Farò finta che sia un complimento"

Alexander fa la faccia spaventata e di colpo si slancia tra le sue braccia.

"Oddio, abbiamo fallito, se non ha neppure ascoltato Luigi vuol dire che siamo spacciati, tutto il nostro piano è andato a puttane!"

"Stai calmo, ci inventeremo qualcos'altro" cerca di consolarlo l'altro "E cerca di non dire le parolacce, ché diventi brutto"

"Stai zitto e stringimi, ho paura" fa il ragazzo, nascondendo la faccia nel suo petto.

"Non averne, sei al sicuro, ricorda che qui non puoi morire per davvero" lo rassicura.

Lo abbraccia forte, ma poi si stacca dolcemente e alza lo sguardo, che appare serio, sotto i buchi della maschera "Eccolo, sta arrivando!"

 

 

 

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Facciamo un passo indietro.

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Paragrafo 2: Mario 

 

Bowser ha appena caricato il muro e lo ha sfondato grazie alle sue corna, facendoci su un bel buco. Peach è in piedi, dietro di lui, con le braccia incrociate sul petto che osserva.

"Sempre brutale, tu, vero?" dice, in tono di disapprovazione.

Il drago si volta a guardarla e ghigna.

"È così che mi ringrazi per averti aperto una via di fuga?" finge di offendersi.

Lei sorride "Ah, adesso vuoi pure essere ringraziato? Credevo lo facessi unicamente per via del tuo buon cuore" lo sfotte.

"Lo faccio perché per me sei ancora la persona più importante dopo i miei figli" questa cosa Bowser non l'ha detta, ma solo pensata. Invece, si è limitato a mantenere il ghigno, forse per nascondere il fatto che non può fare a meno di guardare la principessa con occhi adoranti...

Mario è rimasto indietro, corre per raggiungerli, ma non riesce a essere molto veloce poiché è appesantito dal bambino che tiene in braccio, il quale sembra diventare sempre più pesante di secondo in secondo.

"Potreste anche aspettarmi!" li rimprovera.

Peach sembra essere arrabbiata con lui, perché non lo guarda neppure e non gli risponde.

Bowser le fa una piccola riverenza e le fa spazio per farla passare.

Lei, nell'attraversare il passaggio, gli sfiora una delle sue braccia taurine con un gesto gentile.

Mario si accorge perfettamente di questo scambio tra i due.

Si chiede se in questo modo la principessa non stia cercando di farlo ingelosire.

Che sia una cosa voluta o meno, non sta funzionando.

Il bambino tra le sue braccia inizia improvvisamente a strillare senza nessun particolare motivo, e i suoi capelli emettono un bagliore che si intensifica a ogni nuovo decibel che la sua voce raggiunge.

È in quel momento che l'aria si sfalda intorno a loro.

Appare quasi come un involucro trasparente e a Mario pare di vederne esattamente i due lembi che si separano. È stranissimo da vedere.

"Presto, dobbiamo uscire da qui!" grida Peach.

Mario crede che dica a lui, ma in realtà è Bowser quello che lei sta tirando.

Questo gli provoca una inaspettata rabbia, in fondo non si merita di essere trattato così, non è giusto che quella che due secondi fa lo adorava, adesso lo snobbi in questo modo.

Non lo sta aiutando, non le importa proprio nulla di quanto si sia sentito in colpa per lei? Preferisce fare la gallina con Bowser?

Non è vera e propria gelosia, è una presa di coscienza, quella donna non lo ama davvero, o almeno non abbastanza da capire quello che ha rischiato per venirla a salvare, non capisce perché gli stia facendo questo.

Mentre lui... Lui sa bene di non averla mai amata.

Ma aveva cercato di forzarsi, visto che le cose stanno come stanno.

È l'evidenza a provare che i sentimenti non prendono ordini.

"Peach!" urla.

Lei non si volta.

"Almeno mi potresti guardare in faccia!" la implora "Sono venuto a salvarti e sto ancora cercando di capirti..."

"Non funziona tra di noi, Mario, non ha mai funzionato" fa la principessa, sempre senza voltarsi "Non so per quale motivo ci siamo sposati"

"Neppure io" ammette Mario, allo stesso modo in cui lo aveva ammesso a se stesso e a Bowser, prima.

Dirlo adesso, però, è come accettarlo veramente, sente un groppo in gola, come se quella realtà fosse dolorosa al punto di voler farlo piangere.

"Potete sempre divorziare appena tornate a casa" dice Bowser, l'unico che pare contento nel mezzo di quella scena drammatica.

Mario vorrebbe dire qualcosa, ma non sa cosa.

Nel frattempo, il neonato continua a strillare tra le sue braccia. È fastidioso, sembra farlo apposta a interrompere.

Mario incomincia a odiarlo e si chiede perché non lo abbia lasciato in quella stanza che si autodistruggeva...

Ma è solo per un attimo, poi gli ritorna in mente quanto tale prospettiva sia crudele e si stupisce anche soltanto di averlo pensato.

"Forse io non sono una brava persona, dopotutto" mormora.

La luce che proviene dai capelli del piccolo si spande e lo avvolge completamente.

Mario vede la sua shilouette che cambia, le dita si uniscono, braccia e gambe si ritraggono fondendosi al busto, il collo sparisce e la testa si deforma.

Mario si rende conto che quello che sta tenendo in braccio non è più un bambino, ma un Luma.

Ma non un Luma qualsiasi, è lo Sfavillotto che ha conosciuto per primo, quando durante la sua meravigliosa avventura ha incontrato Rosalinda, quello che li ha aiutati a innamorarsi.

Quello che lo chiamava papà.

"Non ci capisco più niente!" esclama, ed è più un urlo di rabbia che una esclamazione. Un singulto.

"Cos'è che non capisci, Mario?" chiede lo Sfavillotto.

"Tutto! Ho bisogno che si faccia chiarezza, devo capire cosa è successo e cosa..."

"Te lo mostrerò" dice lo Sfavillotto semplicemente.

Mario non fa in tempo neppure a indignarsi che Peach e Bowser di fronte a lui svaniscono.

O, meglio, è lui che svanisce.

Sente il proprio corpo fluttuare, ed ecco che viene trasportato indietro...

Vede, da lontano, come fosse un osservatore onnisciente, quello che era l'osservatorio-casa in cui lui e la sua donna hanno felicemente abitato per tanti anni.

Vede un asteroide impattare contro di esso, con una violenza impressionante che causa una devastazione rigorosamente muta, perché nello spazio i suoni non si propagano.

Vede se stesso andare alla deriva e vede Rosalinda, il suo cuore si ferma quando la riconosce.

Sta roteando all'impazzata su se stessa, la sua faccia è disperata. Cerca di raggiungerlo e non ci riesce. Poi manda una specie di raggio dalle mani che lo colpisce.

E viene mandata ancora più indietro.

Mario ha capito che ciò che sta vedendo non può più essere cambiato poiché si tratta del passato, eppure la segue, vuole scoprire che fine abbia fatto il suo amore.

La principessa delle stelle continua il suo viaggio infinito senza potere decidere davvero dove andare. Corpi celesti, asteroidi e pianeti intorno a lei si muovono velocissimi.

Poi il suo corpo viene come catturato da un vortice di mille colori che si mescolano tra loro.

Mario sobbalza.

È possibile che quello che ha appena visto sia un buco nero?

Porta le mani alla bocca, spaventato. E si accorge che lo Sfavillotto è ancora lì con lui che lo accompagna.

"Vuoi andare a vedere cosa è successo dopo?" gli chiede.

Mario non ha voce per rispondere, annuisce soltanto.

Si sente malissimo, ha lo stomaco sottosopra.

Nessuno sa cosa ci sia al di là di un buco nero, ma si è sempre ipotizzato che la materia all'interno di esso venga compressa e polverizzata da una elevatissima pressione che neppure la massa di un intero pianeta potrebbe sostenere...

E Rosalinda era solo una umana, certo era sostenuta da forze sovrumane, ma la sua essenza restava fisica.

Ma poi, perché cavolo sta pensando a lei al passato?

Ha davvero già rinunciato a ritrovarla?

Mario fluttua giù, insieme al Luma, deciso ad affrontare l'ignoto.

Le sue membra vengono risucchiate, tutto vortica così in fretta da dargli la nausea ...e poi, di botto, tutto quanto si ferma.

Rosalinda è di fronte a lui, girata, distante quanto basta perché sia impossibile per lui raggiungerla.

Si trovano in uno spazio aperto.

La donna si affaccia su una specie di dirupo, una distesa d'erba dietro di lei e di fronte soltanto cielo.

Mario le corre incontro, vorrebbe andare ad abbracciarla, è così felice di sapere che sia ancora tutta intera, ma sa benissimo che lei non potrebbe neppure vederlo.

Le gira intorno, la vorrebbe fare allontanare da quel precipizio.

Lei ha lo sguardo confuso, ma fisso, concentrato. Le pupille sono come opache, attraversate da ombre.

Poi i suoi piedi si sollevano da terra. Rosalinda si alza in volo.

Mario sapeva già che ne fosse in grado, eppure se ne stupisce.

Ma il Luma lo spinge da dietro e insieme si mettono a inseguirla.

Mario così prova una sensazione strana, è come se quella condizione non gli dispiacesse. Continuerebbe a seguire la scia di Rosalinda fino ai confini del paradiso e oltre...

Il luogo in cui arrivano dopo lascia Mario senza più parole.

Perché è lo stesso da cui siamo partiti, è l'osservatorio, ancora intatto, imponente come un tempo, con la sua torre che sovrasta il piano adibito a casa, la gigantesca lente puntata contro la volta stellata, la postazione per il teletrasporto e tutto il resto, come se mai fosse stato distrutto.

La Pusa resta sospesa nei pressi del balcone della stanza all'ultimo piano.

Lì lei e Mario hanno passato i loro momenti più romantici e belli.

La porta-finestra è aperta.

Rosalinda atterra con una certa eleganza sulla piccola ringhiera e guarda all'interno della casa.

Ed ecco quello che vede.

Un bel salotto, arredato con un certo gusto e una certa eleganza, i mobili sono tutti di colore bianco e le pareti tinteggiate di celeste. Un bel caminetto dal fuoco ardente fa la sua figura in un angolo e accanto a esso vi è un grande schermo come un televisore che sembra attaccato alla parete, ma che in realtà è messo a una certa distanza da essa.

Mario, dietro di Rosalinda, è felice di essere di nuovo nella sua antica casa. Ma nota subito un elemento completamente nuovo.

All'angolo opposto del camino vi è una specie di quadrato, delimitato da una rete, dentro vi sono un materasso, dei cuscini e un sacco di peluche colorati.

Mario non capisce, e pare che anche Rosie non capisca, poiché aggrotta la fronte.

Una porta si apre e nella stanza si riversa una serie di Sfavillotti chiassosi.

Sono precisamente sette, ognuno di uno dei colori dell'arcobaleno, quindi uno rosso, uno arancione, uno giallo, uno verde, uno blu, uno violetto e uno color indaco.

Le sette stelline fanno il girotondo allegramente saltellando su e giù.

E poi si sentono delle risate provenire da un'altra stanza.

"Dai, Alexander, andiamo a giocare un po'!" dice una voce allegra, molto, troppo familiare. Dannatamente familiare.

E qualcuno fa il suo ingresso.

E questo qualcuno non è altri che Rosalinda.

Proprio così, c'è un'altra Rosalinda, in piedi di fronte a quella che Mario ha seguito. Una sosia o...

Ma è una Rosalinda leggermente diversa da quella che conosciamo.

Innanzitutto, i capelli non sono opalescenti come quelli della Pusa, sono di un semplice biondo cenere, e poi l'occhio che lei tiene sempre coperto dal ciuffo non è il destro, ma il sinistro. E poi ha una corporatura diversa, le sue curve sono molto più morbide e i suoi abiti non sono da principessa ma molto più casual, più domestici.

Comunque, la differenza principale è che la nuova Rosalinda sta tenendo in braccio un bambino.

Un altro bambino?!

Mario si accorge che non si tratta dello stesso che stava tenendo in braccio lui pochi minuti fa, quello che si è trasformato nel suo Sfavillotto, è invece una specie di gemello.

Lo cerca con lo sguardo, vuole chiedergli spiegazioni, ma questi non sembra disposto a parlare, sembra esortarlo a guardare senza fare domande. Così è questo ciò che Mario continua a fare.

Si ricorda che sta guardando quello che la sua Rosie aveva già visto, di sicuro qualcosa si capirà, se continuerà ad avere la pazienza...

Le due Rosalinda si fissano, entrambe sconvolte.

Ma è la nostra la prima a crollare.

Infatti, si porta le mani alla testa e inizia a urlare.

"Rosie!" si sente, poi compare un altro Mario, accorso a vedere cosa stia succedendo...

Qualcosa inizia a collegarsi.

Qualcosa inizia a prendere una misera parvenza di senso.

Quelli che sta vedendo non sono altro che delle versioni alternative di loro stessi.

Quella è la famiglia che Mario aveva sognato, e che per colpa dello schianto dell'asteroide non è mai potuta realizzarsi.

Mario voleva un figlio e lo avrebbe ottenuto.

Quella in cui si trova è una realtà parallela, quella realtà in cui avrebbe preferito vivere.

E quel bambino, quel bambino...

Perché lo Sfavillotto, nelle sue sembianze umane, gli assomigliava così tanto?

Rosalinda si è inginocchiata mentre ha ancora le mani sulla testa, che stringono forte i capelli. Inizia a respirare affannosamente.

"No!" dice "Questa cosa non deve succedere. Non è giusto, non è possibile! Io lo impedirò, DEVO IMPEDIRLO!" l'ultima frase l'ha urlata.

Mario le va accanto, anche se sa che non può toccarla, né parlarle. Ma ci tenta.

"Perché non vuoi che accada?" vorrebbe chiederle "È esattamente quello che ho sempre desiderato!"

Ma Rosie naturalmente non lo sente.

Invece di rispondere, si solleva un po' e tende le mani verso Mario, non lui, l'altro, quello di questa dimensione.

"Non puoi farmi questo!" dice. C'è un inaspettato veleno nella sua voce.

Il tono di una donna tradita.

Quello che Mario allora comprende è che Rosalinda non ha compreso.

Rosalinda crede che quel Mario sia lui, crede di essere ancora nel loro mondo.

Crede che si sia trovato un'altra Rosalinda.

Crede che l'abbia sostituita.

"Ma io non lo farei mai!" dice, ma poi si strozza, eccome se lo ha fatto, ha sposato Peach!

Poi succede qualcosa di insensato che ha il sapore di qualcosa che ha già vissuto.

Sotto ai suoi occhi, il corpo della sua Rosalinda inizia a disgregarsi.

Le molecole della donna si separano, diventando dei semplici puntini luminosi.

La sua figura si inizia a dissolvere.

"Non di nuovo!" grida Mario e, anche se sa perfettamente che non servirà a niente, si getta su di lei.

Incredibilmente però, riesce ad afferrarle la mano.

C'è proprio una frazione di secondo in cui sembra che Rosalinda si sia accorta di lui.

Ma è impossibile. Lui non è realmente lì, è come se fosse stato trasportato in un ricordo.

Eppure lei lo guarda.

E Mario si accorge di una cosa, poco prima che lei svanisca ancora una volta.

Si accorge che quegli occhi bellissimi hanno perso vita.

C'è una sorta di esplosione di luce e tutto cambia, adesso Mario non si trova più nell'osservatorio della nuova dimensione, ma sta galleggiando nello spazio.

E Rosalinda è presente, ma non ha più un corpo, è diventata un agglomerato di astri e detriti.

Si è come fusa con il cosmo.

Ma Mario sa che è lì, perché ne percepisce la presenza.

Un puntolino si avvicina da lontano, Mario sa che si tratta della Terra.

Il punto diventa sempre più grande e Mario capisce che è lui che vi sta precipitando su.

Qualcosa gli dice che stavolta è tornato nella sua dimensione, ha riattraversato il buco nero.

Ha visto la storia di Rosalinda. Ora è tornato per vedere la sua storia.

Tutto va molto velocemente, sembra che qualcuno abbia premuto il tasto 'fast forward'.

Si vede arrivare a cavallo di una nube creata da microscopiche stelline, l'ultimo regalo che la Pusa gli ha fatto, prima di perderlo per sempre.

Va nel Regno dei Funghi, ma non è che vi atterra, ci si schianta.

E Peach compare correndo da lui. È disperata.

Con lei c'è ancora Haru, il suo promesso consorte del tempo.

Da qui in poi, ci sono solo dei frammenti di scene che si susseguono. Non ha bisogno di vedere la scena completa, un fotogramma è sufficiente per fargli ricordare quelle cose che ha già vissuto.

Mario vede che Peach lo ha messo in un letto ed è seduta accanto a lui. Vede Haru arrabbiato. Geloso. Poi Haru e Peach che litigano. Poi Peach che piange, e il Mario del passato che la consola. Poi Peach che sorride, e la sente dire che sta sentendo riaffiorare dentro di sé dei sentimenti che aveva represso.

Poi Peach è vestita da sposa.

Il ritmo rallenta, adesso si indugia un po' di più, Mario capisce che ora gli stanno mostrando ciò che non ha vissuto.

C'è Luigi con una bambina di pochi mesi in braccio che indossa una veste bianca e ha una coroncina sulla testa. Deve essere il giorno del battesimo o dell'Incoronazione.

Luigi ha l'aria stanca e delle cicatrici intorno agli occhi, ma lo sguardo fiero.

Dall'altra parte della stanza, addobbata a festa, c'è un tavolo a cui è seduta Peach, che lo guarda di sottecchi con aria malinconica. Indossa un abito nero elegante e ha delle rose nei capelli.

Ha un bicchiere di vino rosso in mano. Ce ne sono svariati altri, sul tavolo, vuoti.

Poi accanto a Luigi compare un uomo dalla faccia coperta da una maschera.

Luigi lo spinge e corre via con la bambina mentre dice: "Non oggi, ti prego!"

L'uomo mascherato allora resta solo con Peach. Lei si alza, va da lui.

E parlano concitatamente per qualche secondo, ma Mario non sente cosa si dicono, perché sussurrano, non intendono farsi udire da qualcuno.

Alla fine annuiscono e si stringono la mano.

Peach lascia la stanza.

L'uomo mascherato rimane da solo e guarda fisso nella posizione in cui si trova Mario.

"Ciao" dice, proprio a lui.

"Puoi vedermi?" si stupisce Mario. Non era soltanto un ricordo, dunque?

"Certo. Sono io che ti ho portato qui." dice.

"No" nega Mario "Non sei stato tu, è stato il Luma..."

Si gira verso il nominato, che batte gli occhietti e sorride.

"Per l'appunto"

E Mario non capisce più chi dei due abbia detto quest'ultima cosa, poiché si accorge che il Luma e l'uomo con la maschera hanno la stessa voce.

"Si può sapere chi sei?" grida Mario.

L'uomo porta le mani al viso e tira giù la maschera.

Sotto non c'è un volto, ma luce, luce intensissima. E finalmente Mario capisce.

"Sei... Sei tu. Sei sempre stato tu! Sei diventato un essere umano!" dice, sconvolto.

"Ho dovuto" risponde l'altro "Avevo bisogno di un tramite, e questo era l'unica maniera per poterla fermare"

"Fermare chi?" chiede Mario. Purtroppo, nel suo cuore conosce già la risposta.

"Rosalinda" dice l'altro "La mamma" specifica.

Mario deglutisce. "Ho visto che cosa le è successo, ma che cosa significa?" ha quasi paura di chiederlo.

"Sono qui precisamente per spiegartelo"

"Sapevi che sarei venuto qui?"

"Certo che lo sapevo. Tutto questo è già accaduto, in quanto questa non è una memoria. Tu ti trovi realmente nel passato."

"Non mi vuoi mica dire che..."

"Io sono un Viaggiatore. Vengo dal futuro. A essere precisi, dal futuro di un'altra dimensione. Quella in cui Rosalinda è approdata quando ha attraversato il vortice dimensionale posto ai confini dell'universo."

Mario è ammutolito. Ecco cos'era, non un buco nero.

Ma qual è la differenza?

"Quello che hai visto è solamente un riassunto di eventi già accaduti. Non hai visto tutto, non ci sarebbe stato il tempo di mostrartelo. Il luogo da cui provengo è il Mondo delle Possibilità Perdute. Come hai intuito tu stesso, ciò che Rosalinda ha visto rappresentava quella realtà che mai si sarebbe potuta realizzare. E quando vide quello che aveva perso, il vostro bambino che non sarebbe mai nato... lei perse la ragione."

Per Mario, quelle parole che confermano i suoi terribili sospetti, sono come mille coltellate al petto. Fanno male, sono laceranti.

"Ha detto che lo avrebbe impedito" ricorda "Ma che cosa intendeva?"

"Voleva impedire che tale realtà si realizzasse. Perché, se ciò fosse accaduto, voleva dire che non ci sarebbero state alternative. Non sarebbe mai più potuta tornare indietro. Rosalinda ti ama. Per questo, ha cercato di tornare da te. Voleva cambiare le cose. Ma lei non avrebbe potuto riattraversare il varco dimensionale, poiché esso può essere attraversato soltanto una volta da esseri mortali. Chi entra non può tornare indietro. Così, per poterlo fare, ha dovuto liberarsi del proprio corpo."

Mario sgrana gli occhi. Trattiene il respiro.

"Vuoi dire che si è..."

Lo Sfavillotto-umano continua interrompendolo: "Ma il problema è che quando ti ha trovato, era già passato troppo tempo. Ci vogliono anni per percorrere l'intero Cosmo, anche soltanto con la mente."

"E io a quel punto avevo già sposato Peach" conclude Mario "Oddio, è stato tutto un errore, come ho potuto farlo?"

Il Luma lo guarda con lo stupore dipinto nella sua faccia luminosa.

"Tu non hai sbagliato! Tu sei andato avanti! La tua donna era sparita, e ne avevi incontrata un'altra che ti amava! Non hai fatto nessun errore, lo capisci o no?"

"No, no, è lei ad avere ragione, io l'ho tradita..." insiste Mario.

"Non hai tradito nessuno. Lei non ha più il suo corpo, è, di fatto, un fantasma... praticamente, lei è morta"

"Non dire così." singhiozza Mario.

"Ma è la verità. È solo uno spirito che non riesce a trovare pace e adesso sta cercando di interferire con la tua realtà. Non ha accettato che tu ti sia risposato. Ecco perché ti ha rubato la memoria. Ecco perché ha cercato di eliminare Peach, quando hai finalmente deciso di darle un figlio. Sta cercando di rovinare la vostra realtà e di conseguenza eliminare la nostra, vuole impedirvi di andare avanti. Io e Alexander -tuo figlio, nella nostra realtà- siamo stati mandati indietro proprio per fermarla. Ma questa non è la nostra dimensione e non siamo autorizzati a interferire. Non possiamo agire in maniera diretta, né possiamo rivelarci. Siamo qui sottoforma di entità, però, possiamo parlare con voi e farvi fare ciò che vogliamo... Ed ecco perché abbiamo dovuto usare Luigi. Ci spiace aver dovuto sfruttare la sua, ehm... situazione complicata, ma era un punto di appoggio fondamentale. Ed ecco anche perché abbiamo dovuto spingere Peach ad agire per conto nostro. Perché Rosalinda vuole fare in modo che la nostra realtà non si avveri. Lei ha manipolato il tempo e lo spazio a suo favore, e questa cosa va contro le regole."

"Però ancora non capisco. Se lei interferisce con il corso degli eventi, sta comunque agendo sul nostro mondo!" osserva Mario "Se lei è... morta... Nostro figlio non potrà comunque più nascere. E come può questo influire sulla vostra realtà?"

"Ottima osservazione. Hai ragione. La nostra dimensione non è minacciata, se lo fosse ci sarebbe una buona probabilità che io non sia qui a parlarti. Noi stiamo facendo questo per salvare la vostra dimensione. Per salvare te."

"Me?" ripete Mario "Ma come, perché?"

"Il fatto è che Rosalinda non agisce razionalmente" dice il Luma "Lei vuole che tu e Peach non abbiate un futuro insieme perché pensa che in questo modo tu e lei potrete tornare insieme. Ma non..."

"Cosa?" lo interrompe Mario, il cuore che batte improvvisamente fortissimo "È possibile?"

L'uomo sospira "No. Il problema è che Rosalinda non ne è cosciente"

"Cioè?"

"Cioè, lei agisce per egoismo. È convinta di essere in grado di riacquisire il proprio corpo in qualsiasi momento"

"Ma non lo è?"

"Ne potrebbe essere in grado, in via ipotetica, visto che si tratta di lei, la chiave per l'equilibrio cosmico. Ma siamo sicuri che non le sarà concesso, proprio a causa di ciò che sta facendo."

Mario è stupito.

"Con le sue azioni, la sua anima si è corrotta. Non glielo permetteranno. E quando anche lei se ne renderà conto, farà l'unica cosa che potrà per poter stare di nuovo con te." spiega.

Mario è stordito.

Vuole forse dire che Rosalinda lo ucciderà?

"Ma ...chi è che decide?" vuole sapere "Chi è che ha fatto in modo che esistessero due realtà diverse, contro chi Rosie si sta ribellando?"

Il Luma solleva gli indici delle mani verso il cielo. Allusione chiarissima.

"Forze superiori" comprende Mario. C'è una specie di rassegnazione nel suo cuore. Dunque, è davvero così che doveva andare. Doveva perdere sua moglie, era stato già scritto. Qualsiasi cosa succeda adesso, se anche riuscissero a fermarla, non sarà mai più possibile riaverla indietro.

Il piccolo Alexander non nascerà mai, almeno non nel suo mondo. Poiché esisteva dall'altra parte, voleva dire che era già stato tutto deciso. È finita.

"Ma Rosalinda è già stata in grado di aggirare le regole una volta...." continua il Luma, ma Mario viene colto da un lieve giramento di testa.

"OK, taglia, per favore" lo ferma "Adesso ho bisogno di un secondo. Sai, per assimilare tutte queste informazioni. Ho bisogno di fare il punto della situazione."

Mario porta le mani alle tempie e chiude gli occhi. E inaspettatamente, si ritrova a piangere come una fontana.

Tutta l'assurdità di quella storia gli si è riversata addosso, di nuovo, ma stavolta è mille volte peggiore.

Rosalinda è il nemico. Bisogna fermarla.

Una volta che la si sarà fermata, cosa succederà?

Forse, lui e Peach faranno pace, e forse nascerà il bambino che lei voleva da lui, ma che lui non voleva da lei. E questo, forse, salverà il loro matrimonio. Oppure lo incasinerà ancora di più.

Forse lui e Peach si lasceranno, e Peach andrà a cercare il suo sospirato bambino da un'altra parte. O tornerà con Haru, che è la cosa più probabile che accada, oppure, chi lo sa, Bowser riuscirà infine a conquistarla e lei sazierà la sua brama di essere una genitrice adottando gli otto bowserotti...

Ma in fondo queste cose non hanno importanza.

"Luigi!" si ricorda all'improvviso Mario, riaprendo gli occhi di scatto "C'è ancora la questione di Luigi. Perché lui è dovuto venire qui, che cosa stava facendo?"

"Luigi rappresenta il nostro elemento per attuare il nostro piano con la diplomazia. Ricordi che lui ti ha aiutato a prendere la decisione di dare un figlio a Peach? Lo ha fatto perché glielo abbiamo detto noi. Se tu e Peach aveste avuto un bambino, Rosalinda si sarebbe arresa. Ma lei ha ritardato questa tua decisione facendoti perdere la memoria regolarmente, eliminando i tuoi progressi nel dimenticarla. E questa cosa si è propagata nel tempo perché tu continuavi a ricordare... e così sono passati quattro anni... Peach era logorata da questa situazione, ma noi cercavamo di sostenerla per evitare che la sua anima perdesse la sua purezza. Ma stavolta ci eravate veramente vicini, così Rosalinda è dovuta intervenire direttamente. Noi l'abbiamo fermata, liberando Peach prima che la finisse."

Mario non sa cosa dire, così dice soltanto "Grazie"

"Figurati. Ed ecco perché Luigi è venuto qui, per aiutarci appunto a fermare Rosalinda."

"Ma perché lui? Perché non io? Perché non lo avete chiesto direttamente a me?"

"Ma Mario, se Rosalinda ti vedesse non ti ascolterebbe." fa il Luma sorridendo per quella domanda ingenua "Ti rapirebbe e allora sarebbe finita. Voi sareste insieme, oltre la morte. E tutto il resto sarebbe condannato, perché questo sovverte un ordine naturale."

Mario non capisce bene, ma immagina che qui ci sia un significato nascosto.

"Inoltre, senza offesa, ma tu non potresti essere in grado di sostenere il nostro potere. Luigi sì, perché anche lui ha un cuore puro, come Peach. Ma è più adatto di Peach per incontrarla, senza contare che... ehm... Rosalinda la odia. Ma non lui. Dunque, noi Sfavillotti lo potenzieremo e lui andrà al suo cospetto a parlare con lei."

"Tutto qui? A parlare con lei e basta? E funzionerà?"

"Lo speriamo. Contiamo anche sul fatto che il suo ultimo tentativo si è risolto in un fallimento ed è dunque divenuta più vulnerabile. Più disposta ad ascoltare..."

"E se non funziona?"

"Lo scopriremo tra poco" dice il Luma "Sono passato da te poco prima di cominciare. Adesso torneremo al presente. Ci rivediamo tra qualche minuto, probabilmente."

Detto questo, rimette la maschera sul volto e svanisce.

Mario non sa cosa fare, si volta verso la stellina e questi lo prende per la mano.

Mario chiude gli occhi e poi li riapre e vede che Peach e Bowser sono di nuovo con lui. O meglio, che è lui a essere di nuovo con loro.

"Adesso ho capito tutto" dice, rialzandosi.

"Ti ha spiegato?" chiede Peach, con voce debole.

"Sì... cioè, più o meno, non so perché lo abbia fatto, ha detto che era un segreto"

Lei sospira "Già, lo era. Ma adesso non ha più importanza"

"Peach" le dice guardandola negli occhi "Mi dispiace tanto"

"Lo so che ti dispiace" dice lei facendo un passo avanti "Credimi, dispiace anche a me. Ma è così che è andata. Non importa, ho voluto provarci fino alla fine. Non rimpiango niente. "

Mario le sorride tristemente. Vorrebbe dire ancora qualcosa, però lei lo precede.

"Rimarremo amici, giusto?" sembra avere il dubbio e Mario non sa perché.

"Naturalmente" conferma "Hai bisogno di trovare qualcuno che ti ami davvero e che ti dia ciò che io non posso"

"Ma allora divorziate sul serio!?" urla Bowser incredulo.

Mario ride e lo indica con la testa "Vedi quanto è felice, lui, a questa notizia?" dice.

"Aha" fa lei, ridendo a propria volta.

"Ehi. Non è carino ridere degli altri" se la prende il drago.

Mario e Peach ridono insieme più forte, la tensione che c'era poco fa si è fortunatamente sciolta.

Poi Mario torna serio.

"Bowser" dice "Devi farmi il favore di riportare Peach a casa. Te la affido, quindi stai attento"

Lui si acciglia "Ma dico, per chi mi hai preso?" fa.

"No" riprende Mario guardandolo fisso nei suoi occhi di fuoco "Ascoltami bene, quando parlo. Ho detto che te-la-affido. Capisci cosa voglio dire?"

Il Koopa allora fa una faccia terrificata, capendo che cosa vuole realmente dire.

"Aspetta, ma tu devi tornare indietro con noi" dice la principessa.

"La capsula è un po' piccina per tutti e tre, non voglio che stiate troppo stretti" dice Mario.

"Ma tu come farai a tornare?" chiede la donna.

Mario si stringe nelle spalle.

"Dai, lascia perdere, vieni con noi, ci penserà Luigi a sistemare le cose" cerca di convincerlo Peach.

Ma Mario si ricorda che Luigi si era congedato dicendo che si sarebbero visti tra poco, come se sapesse che qualcosa sarebbe andato storto.

Adesso è preoccupato per lui. E quindi rifiuta di tornare indietro, deve aspettarlo, perché è sicuro che avrà bisogno del suo aiuto.

Si volta verso il Luma, rimasto lì ad attendere in silenzio.

"Sono pronto" dice.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Welàaa picciriddiiii
Si intuisce che sono fan di Futurama, Phineas e Ferb e Gravity Falls? No, eh, perché mi sa che questa parte della storia sia leggermente ispirata a quelle serie. Non mi vergogno di ammetterlo.
Questo capitolo è stato davvero ...difficilissimo da scrivere, spero che si sia capito tutto e che vi siate divertiti a leggerlo e che, sì insomma, che commentiate. Ora scappo. KISSES

  
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