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Autore: BlazingStarR3D    29/08/2017    0 recensioni
Olimpus è una storia in Tie-in di Spider-Boy.
Sempre ambientata nello stesso universo ma è scritta da un mio amico.
La storia vedrà un giovane ragazzo di Bari: Roberto Rossi il quale diventerà piano piano un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bari, Italia meridionale 
Venerdì 30 settembre 2016       ore 6:50
In una casa in un quartiere quasi periferico un ragazzo di 15 anni, Roberto Rossi, si svegliò per la madre che lo stava chiamando  “Roberto alzati, oggi sarà una giornata molto importante. Ricordi?”            “Sì mà, mi sto alzando”                            Mezz’ora dopo era pronto in piedi davanti alla porta di casa e stava salutando i suoi genitori e sua sorella quando il padre gli chiese se fosse sicuro di voler andare a scuola a piedi e non volesse un passaggio.    “Sì papà, sono sicuro. Sai che mi piace camminare e poi devo andare a prendere Francesco” Questi era il suo migliore amico. “Va bene, buona giornata! Ci vediamo dopo scuola per andare dal radiologo.”     “Anche a voi” ed uscì di casa.
Come aveva potuto scordarsene?! Ecco perché la madre gli aveva detto che sarebbe stato un giorno importante. L’anno prima l’ortopedico gli aveva diagnosticato una cifosi abbastanza grave e gli aveva prescritto un tipo di ginnastica correttiva quotidiana. Immerso com’era in questi pensieri non si era reso conto di essere sotto casa del suo amico che già lo aspettava.   “Hey, come va? Ti vedo sovrappensiero. Per oggi pomeriggio?” esordì l’amico.      “Sì, per oggi” rispose Roberto.                 “Fossi in te mi preoccuperei per il compito di greco della settimana prossima. Possibile che quella strega ci faccia fare un compito così presto?! Non mi ricordo niente dopo l’estate!!!”           “A chi lo dici. Forza andiamo. Voglio arrivare prima del solito oggi”       
Qualche minuto dopo erano in classe, circa 20 minuti prima dell’inizio delle lezioni. A Roberto mancavano già i due docenti lasciati lo scorso giugno; aveva infatti iniziato da una ventina di giorni il terzo anno ma fortunatamente aveva un buon rapporto anche con i docenti da poco conosciuti. Mentre rifletteva su questo ed altro iniziarono ad arrivare gli altri, dapprima le ragazze del suo gruppo di amici più stretto: Flavia, Chiara e Lucia! Come ogni mattina da poco più di un anno (Lucia infatti arrivo il primo giorno del quinto ginnasio), a Roberto venne il batticuore non appena vide e Francesco, che era l’unico a sapere della sua cotta gli diede una gomitata perché si stava incantando.       “Ciao ragazzi!” salutò Flavia, la bionda del gruppo.        “Ciao!” fecero all’unisono i due ragazzi.         “Chi abbiamo alla prima ora?”chiese Lucia      “Due ore di greco, cioè inglese, no algebra!”rispose Roberto tutto rosso per l’imbarazzo ma fu salvato dalla campanella che proprio in quel momento iniziò a suonare e dalla professoressa di matematica e scienze che venne salutata da tutta la classe; era infatti la più amata sia da Roberto che da tutta la IA.             “Amico, rilassati!”gli disse il compagno di banco    “Sshh”
Alla fine delle ore, oltre alla professoressa, uscirono molti dei ragazzi tra cui Roberto e Francesco che non fecero in tempo ad uscire dalla porta della classe che un ragazzo dell’ultimo anno del loro stesso corso, il bullo della scuola, gli fermò “Buongiorno secchioni! Dormito bene?”         “Ciao Davide. Come è andato il compito di latino? Un altro 4?” disse Roberto con aria beffarda.       “Ti polverizzo prima o poi Rossi, non scordarlo”disse l’altro andandosene.       “Perché continua a chiamarci secchioni Rob? Dopotutto andiamo molto bene ma non studiamo un granchè”         “Coraggio Fra. Tra un anno non lo vedremo più”             “Ricci tornate.  Lucia ci vuole dire una cosa”gli chiamò Chiara che, nonostante il nome, era la più “tenebrosa” del gruppo, ironizzando sul loro aspetto fisico.         
“Eccoci” disse Francesco.            “Ragazzi, oggi pomeriggio vi va di venire a casa mia? Magari studiamo un po’ e poi ordiniamo la pizza o dal cinese” propose Lucia             “Conta su di me!” rispose Francesco quasi senza rifletterci.   “E tu Rob? Ci vieni?”gli chiese la sua cotta.     Ma il ragazzo rispose “Ehm…vorrei tanto venire, ma oggi pomeriggio ho un’importante visita medica. Sai, per la schiena? Ma fate pure senza di me ragazzi”         “Oh, è vero”disse la ragazza imbarazzata “fai sapere miraccomando”      “Certo”     
Le altre ore passarono velocemente e Roberto, dopo aver salutato le amiche, si diresse verso casa con l’amico.        “Te ne sei accorto vero?”esordì.          “Di cosa?”           “Penso che tu sia finalmente corrisposto!”      “MA COSA DICI?!”       “Amico, sei cieco? Hai visto o no che Lucia era imbarazzata?”        “No, e perchè poi una come lei vorrebbe uno come me? Non sono degno”                   “Sembri Thor quando dici quella frase. Ci vediamo domani Romeo. In bocca al lupo per oggi!”  “Crepi”. 
Dopo pranzo Roberto salì in macchina con i suoi e la sorella per andare a fare questa famosa radiografia.  “Coraggio. Non essere teso”gli disse il padre mentre entravano nella sala d’aspetto.    “Buonasera” emerse da una delle stanze un medico molto alto sulla quarantina “Scusate per la lunga attesa ma il venerdì è sempre il giorno più pieno. Io sono il dott.Klaus Wanstrak e oggi sostituisco il collega. Rossi? Da questa parte, prego”      Roberto si alzò con il cuore che gli martellava in petto e seguì il medico che, dopo averlo fatto spogliare, gli disse con un sorriso confortante  “Guarda avanti, non respirare e non muoverti. Al 3 accendo la macchina e smetti di respirare. 1…2…3”. Le luci della camera si spensero e Roberto sentì subito un ronzio nella testa che iniziò a martellare. Le luci si riaccesero. “Bene ragazzo. Ti puoi rivestire. Tutto bene?”fece il medico da dietro la porta     “Mi gira la testa. Arrivederci dottore”     “Anche a me. Ciao”      “Hey campione! Torniamo a casa. OH MIO DIO ROBERTOOO!!!” disse il padre vedendo il ragazzo svenuto per terra



IL GIORNO DOPO ore 07:00
Roberto riprese conoscenza in un letto d’ospedale ed istintivamente si portò una mano alla testa ricordandosi del dolore provato il pomeriggio procedente: nessun dolore. Si accorse che i genitori e la sorella erano accanto a lui e subito lo riempirono di abbracci. “Non hai idea di quanto tua madre si sia preoccupata e abbia messo in croce tutti i medici e gli infermieri dell’ospedale”esordì il padre e tutta la famiglia scoppiò in una risata fragorosa.      “Alessandra, che ore sono?”chiese Roberto alla sorella di quattro anni e mezzo più piccola.        “Le 07:03”rispose questa con la sua vocina da ragazzina di quinta elementare. Il ragazzo si alzò di scattò dicendo che avrebbe fatto tardi a scuola ma venne subito fermato dalla madre che gli intimò “Dove credi di andare?! Sei svenuto ricordi? Non andrai a scuola oggi. Torni lunedì” Quello stesso pomeriggio venne dimesso e, tornato a casa, trovò sul cellulare valanghe di messaggi dei suoi amici, tra cui:
Chiara: “Dove diavolo sei? La prof ha detto che ti deve sentire assolutamente su Dante!”                        Non gliene fregava niente.
Flavia: “Rob, dove sei?                                                                                           Quello st£$%&o di Davide ha picchiato Francesco”         Si infuriò.
Lucia: “Roby xchè non sei venuto oggi? Tutto bene?”      Si calmò nuovamente.
Francesco: “Potevi avvisarmi che non saresti venuto”
Rispose a tutti con un solo identico messaggio: “Ragazzi sto bene. Ieri dopo la radiografia sono svenuto e mi sono risvegliato oggi, lunedì torno”.
La domenica passò, come sempre in fretta e la mattina di lunedì si trovò in classe davanti ai suoi amici che iniziarono a tartassarlo di domande sulla sua salute. “Sto bene. Pensiamo ad oggi. Secondo voi pioverà? Il cielo è scuro”liquidò la faccenda. Durante la ricreazione andò in bagno dove s’incrociò con il bullo che, mentre usciva, gli sussurrò “Il pugno che ho dato al tuo amichetto era destinato a te”         “L’altro giorno non mi hai risposto: hai preso 4? Oppure un bel 3?”                “Ti ammazzo verme”e gli si avventò contro … ma successe una cosa stranissima! Roberto strinse le mani a pugno pronto a difendersi quando ci fu un bagliore dorato ed una volta svanito Davide era a terra con il naso sanguinante! S’udì il rombo di un tuono e il ragazzo si precipitò in infermieria trascinando il bullo che si stava riprendendo. Si stava creando un po’di confusione dato che si stavano radunando molti ragazzi e docenti che volevano sapere cosa fosse successo. “Mi ha buttato a terra”tuonò Davide.   “Non è vero! Non l’ho nemmeno toccato”     “Calma ragazzi”sopraggiunse la preside “vedremo dalle telecamere del bagno e il responsabile sarà espulso”.       Alcuni dei docenti seguirono la preside in presidenza e pochi minuti dopo uscirono con il verdetto: Roberto non aveva toccato Davide ma per un istante il video era saltato per un lampo improvviso.   “Sarai inciampato Davide. Per questa volta nessuno verrà espulso … verrete tenuti d’occhio.”     I due ragazzi tornarono nelle rispettive classi e Roberto chiamò a raccolta i suoi amici e disse poche parole   “Ci vediamo dopo pranzo al nostro posto”
 Finita la scuola e terminato il pranzo Roberto si stava preparando in camera sua per recarsi all’appuntamento dato agli amici ma mentre si infilava una felpa rossa, successe un’altra cosa strana! Il braccio era sia dentro che fuori la manica!   “Ma che..?” disse il ragazzo chiudendo la mano a pugno: il braccio ritornò tangibile strappando l’orlo della manica e di nuovo ci fu un piccolo lampo di luce dorata e si accorse che una palla di energia aveva staccato un ramo dall’albero di fronte la sua finestra. Roberto aveva gli occhi sognanti e iniziò a ridere nervosamente ed uscì di casa correndo per l’euforia salutando la madre e la sorella avvertendole che sarebbe tornato nel giro di un paio d’ore. 
Mentre correva verso il luogo dell’appuntamento era felicissimo e al tempo stesso spaventato a morte che non si accorse che un’auto lo stava per investire. Chiuse gli occhi e quando gli riaprì si accorse che … stava levitando!!!  Però era nudo! 
Atterrò bruscamente sull’asfalto si rivesti a tempo di record (fortuna che non c’era nessuno per strada) e riprese a correre verso il nascondiglio che aveva in comune con i suoi amici, un vecchio ma molto largo magazzino abbandonato nascosto da una vegetazione impenetrabile all’interno del parco cittadino; i suoi amici lo aspettavano e quando lo videro entrare col fiatone si preoccuparono. Si preoccuparono ancora di più quando inizio a ridere in modo isterico.    “Che ti prende?!”dissero le tre ragazze in coro.     “Stai bene amico?”chiese Francesco        “Mai stato meglio”rispose Roberto “Devo farvi vedere una cosa. Ma promettete di non gridare/strillare/scappare. Chiaro?”    “Prometto”risposero tutti all’unisono. Roberto allora spostò una pila di vecchi pneumatici sulla parete opposta, strinse ancora una volta il pugno e, ancora una volta, ci fu un lampo dorato. Gli amici trasalirono nel vedere i pneumatici liquefatti. Francesco ruppe il silenzio “MA COME…?!”      “Aspetta, posso fare altro” e divenne intangibile e gli cadde la felpa “Visto?”     Questa volta fu Chiara a parlare per prima “Sembri Visione … e sua figlia, Viv! Ma come è successo?”      “Non ne ho idea … aspetta ci sono! E se fossero le troppe radiazioni che mi hanno fatto svenire venerdì”     “Può essere!”disse euforica Flavia “Sai che significa questo? Che ora sei un c£$$o di supereroe!!!”      “Cosa?! No, non sono un eroe. Ci penserò. Ora dobbiamo studiare”
Qualche ora dopo, dopo aver salutato gli altri, Roberto stava tornando a casa e stava accompagnando Lucia. L’imbarazzo tra i due era palpabile ma fortunatamente arrivarono presto sotto casa di Lucia. “Grazie per avermi accompagnata Roby. A domani”   “A domani”.
 Appena svoltato l’angolo si rese però conto che due tizi poco raccomandabili stavano entrando nel vicolo in cui c’era il portone di Lucia e chiamavano la ragazza. Corse indietro e vide i due tizi tirare Lucia per le braccia mentre l’altro stava mettendo la mano sotto la gonna della ragazza; urlò dalla rabbia e dalle sue mani partirono due fasci di energia dorata che stesero i malviventi.
 I due ragazzi corsero l’uno incontro all’altra, si guardarono negli occhi per qualche secondo e poi … si baciarono, un bacio lungo. La ragazza ringraziò piangendo e disse “A domani” e sparì nel portone.
 Il ragazzo era ancor più felice di prima e per l’emozione spicco il volo … letteralmente. E fu in quel momento, mentre guardava i tetti illuminati dal tramonto, che decise cos avrebbe fatto.  “Devo proteggere la mia città! Devo proteggere il mondo!” Prima però gli serviva un costume.
   
 
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