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Autore: Lightning Plasma    29/08/2017    4 recensioni
Il portone si apre e immediatamente il mormorio smette all'istante, lasciando posto al silenzio. L'attesa è finita! S'intravede una figura dietro la porta in penombra che avanza verso il primo spiraglio di luce. Il cavaliere fa il suo ingresso acclamato e festeggiato dal popolo ateniese.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Shion, Gemini Kanon, Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un giorno di viaggio Micene e Galan arrivano al porto di Porto Empedocle, in Sicilia. 

Micene appoggia a terra la sua valigia esausto del viaggio in nave;
“Come ha potuto farci fare il viaggio in nave, Shion? E’ stato interminabile!” 

Galan: “Interminabile è stato sentirti lamentare per il mal di mare per tutto il viaggio!” 

Si mette in spalla l’unico bagaglio che ha, rispetto a Micene che si è portato una valigia enorme.

Micene lo guarda male; 
“Pensi di essere figo?”

Galan non lo degna neanche di uno sguardo;
“Mai ridicolo quanto te! Pensavi di andare in viaggio di piacere?” 

Micene vorrebbe tanto tirargli addosso qualcosa e non gli degna risposta. 
Galan fa per andarsene avendo scritto su di un foglio il nome dell’hotel dove alloggeranno. 

Micene non fa in tempo a sedersi un attimo che si accorge che sta andando via senza di lui;
“Ehi, dannato ragazzino! Aspettami!” 


Dopo venti minuti di corriera arrivano nella città di Agrigento. 

Iniziano ad avviarsi nelle vie principali e Galan trova finalmente l’Hotel a tre stelle scelto da Shion. 

Micene lo guarda con disgusto;
“Certo che il vostro Gran Sacerdote non ha buon gusto nella scelta… del viaggio non ne parliamo!”

Galan entra e aspetta Micene per i documenti che sta trafugando fra i bagagli non riuscendo a trovarli. 

Galan alla portinaia: “Scusi il mio conoscente…”
Portinaia: “Oh… non preoccuparti! Succede spesso!” 

Dopo dieci minuti abbondanti riesce a trovarli così che possono avere la loro stanza e andare a deporre i bagagli. 

Micene ne approfitta per andare a farsi una doccia e Galan guarda la cartina della città studiandone le varie vie di percorso. 

Decide, senza aspettare che finisca Micene, di scendere ad un bar li vicino prendendosi un succo di frutta, anche se non ne è molto ghiotto, ma non sapeva cosa chiedere. 
Si siede ad tavolo e legge il giornale locale. 

Un uomo si avvicina a lui;
“Oh… un ragazzino che legge il giornale!” 

Galan lo fissa e lo sguardo dell’uomo si sofferma sull’articolo riportato;
“Anche stanotte si è verificata la stessa cosa…”

Galan abbassa lo sguardo leggendo solo il titolo dell’articolo;
“Mi può dire di cosa si tratta?”

Uomo: “Non sei di queste parti… i tuoi lineamenti sono stranieri… Beh, è già il secondo giorno, o meglio, notte, che si verificano fenomeni strani al cimitero della città!”

Un altro uomo si avvicina a loro;
“Questo fatto comunque è successo dopo la tragedia che ha colpito la famiglia Bonaccorso…” 

Uomo: “Oh, Corrado… già… ha sconvolto l’itera comunità!”
Corrado: “Una vera tragedia….”
Galan: “Potete spiegarmi?”

L’uomo guarda il ragazzo;
“Tre giorni fa in questa città c’è stato un evento veramente terribile… hanno trovato marito e moglie morti in casa in condizioni veramente terribili! Una violenza allucinante…” 

Rosario: “Del figlio poi non si hanno tracce… chissà che fine ha fatto!” 
Uomo: “Già… pero da quella sera sono comparsi quegli strani fenomeni al cimitero…” 

Il barista fa cenno di smetterla di parlare di simili cose davanti a un ragazzino, rimproverando i due uomini. 

I due uomini si guardano e Galan esce dal bar ringraziandoli delle informazioni. 

Ritorna in Hotel dove trova Micene finalmente uscito dal bagno. 

Micene: “Dove sei stato?” 
Galan: “A trovare delle informazioni!” 

Micene lo guarda; 
“Io te lo ripeto… sei sicuro di avere undici anni?” 

Galan non gli risponde neanche. 


Verso sera Galan decide di avviarsi verso il cimitero e Micene si guarda intorno non convinto della location un po particolare.

Galan si ferma e Micene non se ne accorge finché non se lo trova davanti urlando;
“Mi hai spaventato! Ma ti pare di fermarti così?”

Galan sospira;
“Ma tu… appartieni veramente alla forze armate in difesa dei cittadini?”

Micene fa un espressione seccata;
“Guarda che neanche tu sei tanto normale, sai? Lavoro per i servizi segreti, ti basti sapere questo!”

A un certo punto vedono fluttuare delle luci azzurre e voltandosi entrambi vedono che il cimitero ne è pieno. 

Micene: “Da dove sono sbucate tutte queste luci?” 
Galan: “Sono fuochi fatui, ovvero anime di defunti!”

Micene lo guarda spiazzato; �“Anime di defunti?” 

Galan: “Esatto… Sono coloro che non riescono a trovare pace nel sonno eterno della morte… oppure, persone appena morte e devono andare nel nirvana!” 

Micene indietreggia, non avendo mai visto niente di tutto ciò;
“Ma… perché si trovano cosi tante anime in questo posto? Possibile che non riescano a trovare pace?” 

Galan si avvicina quasi al centro del cimitero; 
“Oppure… qualcuno le ha tutte richiamate in questo posto! Qualcuno che riesce a controllare i fuochi fatui!” 

Si alza uno strano vento ed è come se il tempo si fermasse in quello stesso istante, compresa l’aria. 

Dalla terra cominciano ad uscire scheletri dove ogni fuoco fatuo sembra far ritorno al proprio ‘corpo’ ormai andato in decomposizione. 
Alcuni di essi sono proprio dei veri scheletri, altri hanno ancora parti di corpo e membra attaccate.

Si dirigono tutti verso Galan e Micene.

Micene: “Dobbiamo andarcene da qui!” 
Galan: “No! Dobbiamo trovare chi sta facendo tutto ciò!” 

Micene non riesce a capirlo e in men che non si dica i morti che sembrano essere tornati a  nuova vita afferrano entrambi e uno di essi morde Galan al braccio sinistro. 
Micene cerca di stenderli a pugni. 

Galan esita ancora ad intervenire finché non avverte un cosmo, anche se lieve;
“Mi dispiace… ma dopo tutto i morti non posso tornare in vita!”

Alza il cosmo e alcuni dei morti esitano ad avvicinarsi nuovamente a lui, finché non sferra il suo attacco; 
“LIGHTNING PLASMA!” 

In meno di un secondo i morti sono a terra, alcuni frantumati, e i fuochi fatui si staccano da essi innalzandosi in volo. 

Micene rimane sbalordito da una simile forza; 
“Maledetto, moccioso! Ma non potevi farlo prima?” 

Nota la ferita al braccio sinistro di Galan. 

Galan: “Se lo avessi fatto prima, non avrei potuto percepire questo lieve cosmo…” 

Micene non comprende le parole di Galan. 

Galan vede in cielo un fascio di luce provenire dal mare e, illuminando il cielo, va a posarsi in un punto nascosto del cimitero.
 Va immediatamente a vedere e trova un bambino di circa tre anni, circondato da alcuni fuochi fatui, che sembrano essere a protezione di quest’ultimo. 

Il fascio di luce scompare e Galan avverte il lieve cosmo nel bambino che pian piano si sveglia spaventandosi alla sua vista. 

Galan: “Calmati… non ho intenzione di farti del male…” 

Il bambino lo guarda con occhi spenti, come privi di ogni vitalità;
“Allora… non mi uccidi come ha cercato di fare mio padre?”

A queste parole gli vengono in mente i discorsi dei due uomini al bar, dopo il massacro avvenuto tre giorni fa non avevano più notizie del figlio della coppia. 

Galan lo prende in braccio;
“Non ti faremo del male… puoi stare tranquillo!”

Micene riesce ad arrivare da Galan; 
“Qui è meglio andarcene! Chi lo spiega alle autorità competente sta roba?” 

Lo vede con in braccio il bambino;
“E’ questo?” 

Galan: “Credo che sia il bambino che sta cercando il Grande Sacerdote e lo porteremo con noi in Grecia!
   
 
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