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Autore: mikyferro    30/08/2017    1 recensioni
Diana Verquez è una giovane fattrice presso la fattoria di famiglia. Un giorno conosce Conrado Romero, famoso avvocato. I due si sposeranno ma vivranno un matrimonio triste e infedele. La povera donna riesce a scappare dalle grinfie del marito trasferendosi a Londra. Di seguito conosce Harvie, un giovane uomo inglese. I due si innamoreranno perdutamente, anche se il passato di entrambi continua a tormentarli.
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Capitolo II 

La grande casa si estendeva sul limite d'un immenso prato ricco di enormi alberi di abete e di mandorlo, e si articolavano gelsomini e tulipani nell'aiuola vicino alla recinzione in legna. Accanto alla grande dimora, scorreva un lungo fiume.

All'entrata era presente un vestibolo con pavimento in marmo, il soffitto altissimo e le pareti dipinte in giallo zafferano. I suoni delle voci rimbombavano in ogni angolo della stanza. Di fronte c'era una piccola veranda che affacciava nel maestoso giardino mentre a destra era presente una scalinata diritta. Accanto alla scalinata, un lungo corridoio conduceva al salone. Sul rivestimento in legno scuro della parete del corridoio erano appesi grandi quadri dalle cornici in bronzo che raffiguravano la famiglia Romero nel 1600 circa. Il salone era molto luminoso e ricco di finestre. Come ornamento della sala, nel centro della parete la cui tinta rosa era qua e la corrosa, si vedeva un camino in pietra lavica (pietra molto moderna in quel tempo)

Questa era la villa di Salvador Romero ereditata da suo padre nel lontano 1830. Salvador era un ricco avvocato sposato con la signora Blanca Blasco di Cordova. Il 1938 per Salvador fu un anno molto triste e ricco di preoccupazioni. Se ne stava seduto per lunghe ore nel suo ufficio, senza parlare, andava a dormire tardi e beveva tanto. La causa di tanta tristezza fu la gravidanza della moglie. Credeva di non essere un buon padre. Blanca, sul principio, provò grande stupore e paura, poi ebbe voglia di partorire. Un giovedì di luglio del 1838, per i due coniugi fu un giorno importante: nacque il piccolo Conrado Romero.

Fin da piccolo fu affidato ad una balia giorno e notte. La signora Romero non sopportava quel neonato: le sue urla, la saliva che penzolava dalla bocca, i numerosi pianti durante la notte. A contrario del suo primogenito Cristobal, fratello maggiore di Conrado figlio di un altro marito della Blasco.

Gli anni volavano e Conrado passava sempre più tempo con la sua tata diventando così una sorta di “seconda madre”. A cinque anni, il bambino venne richiuso in un collegio per le buone maniere. Era capriccioso, testardo, maleducato e spavaldo. I monaci gli diedero un'educazione spartana: lo mandavano a dormire fuori al freddo, alcune sere lo lasciavano senza cibo e quando si comportava male lo rinchiudevano nei sotterranei insieme ai topi e agli scarafaggi. Con il passar del tempo Conrado divenne un perfetto signorino e imparò le buone maniere. In poco tempo divenne educato, rispettoso e studioso. Amava la storia e conosceva a memoria le date e le cause di ogni guerra precedenti al 1850: tutte le otto guerre d'Italia, la prima guerra del Nord combattuta tra il 1558 al 1583, le guerre di religione francesi in cui si opposero cattolici e protestanti nel 1560 circa, le guerre di Slesia ecc... Ma quelle che lo appassionarono di più furono le guerre napoleoniche. Ammirava Napoleone Bonaparte per le sue fantastiche strategie ed era d'accordo con le parole di Tàrle che lo definì “l'incomparabile maestro dell'arte della guerra”.

A diciott'anni lasciò il collegio per intraprendere gli studi universitari di giurisprudenza: voleva diventare un avvocato bravo come suo padre. Ogni mese sua madre gli mandava qualche somma di denaro per pagarsi gli studi e i libri di testo. Il resto che restava li usava per pagarsi l'affitto del suo appartamento nella città. Il ragazzo studiava giorno e notte senza sosta. All'esame di laurea, nel 1861, fu promosso con un buon voto. Quel giorno fu l'ultima volta che vide suo padre. L'incontro avvenne nel giardino della grande villa Romero. Conrado gli rinfacciò tutto. Il signor Romero cadde in un rigoroso pianto e supplicò il figlio di perdonarlo, ma il ragazzo voltò le spalle maledicendolo. Con sua madre e suo fratello ebbe buoni rapporti.

A trent'anni conobbe una giovane vedova, brutta e antipatica di nome Maria. La relazione durò poco meno di due mesi. In poco tempo divenne uno degli avvocati più bravi e stimati della città. Ma c'era un piccolo problema: era ancora zitello!

Una mattina di marzo si recò nel suo ufficio nel centro della città di Bilbao un vecchio fattore accusato di un piccolo furto di merci a causa di una dura crisi economica. L'uomo fu accompagnato dalla figlia, una fanciulla dalle goti paffutelle e con un sorriso meraviglioso. Indossava un abito verde acqua stretto da una cintura alla vita oro. Portava sui capelli castani un fisciù di merletto nero che le ricadeva dietro. Il giovane avvocato rimase stupito da tanta bellezza e se ne innamorò subito. La donna si chiamava Diana Varquez.

Il colloquio durò meno di mezz'ora e l'avvocato non tolse lo sguardo dalla giovane. Papa Varquez se ne accorse subito e quando la sua bella figliola uscì dall'ufficio, per recarsi dal panettiere, gli disse alcune parole.

- Ah caro avvocato, vedo che non avete tolto lo sguardo dalla mia amata figlia -

Il trentaduenne cercò di giustificarsi.

- Tranquillo! - esclamò il vecchio – Se me la chiede, io gliela do. -

Conrado pensò alle parole dell'uomo per tutta la notte, ma non conosceva per niente quella dolce fanciulla. Avrebbe voluto indagare su quella famiglia.

La domenica della Santa Pasqua, Conrado fu invitato dalla famiglia Varquez per il pranzo. I giorni passarono e la conoscenza tra Diana e Conrado si ampliò sempre di più: cenavano ogni sera insieme, uscivano a cavallo la domenica, passeggiavano per i sentieri del bosco. A rallegrare la famiglia fu una rigorosa ripresa economica. Conrado si innamorò perdutamente della ragazza. Così un martedì di maggio, egli gli fece la proposta di matrimonio e lei accettò senza esitare.

   
 
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