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Autore: _Aliceinthewonderland_    31/08/2017    5 recensioni
Crossover tra Kodocha e Love and Lies.
In un futuro non molto lontano, quando i giovani giapponesi raggiungono i sedici anni, il governo gli assegna un partner da sposare; in tal modo nessuno deve sforzarsi di trovare un partner adatto e la maggior parte della popolazione accetta di buon grado il fatto che sia il governo a trovare per loro un compagno compatibile con cui essere felici.
Akito Hayama e Sana Kurata saranno una delle tante coppie prescelte, entrambi innamorati di altre persone ed ostili a questo sistema governativo… riusciranno a fuggire da questa “trappola” o, contro ogni aspettativa, finiranno con l’innamorarsi perdutamente l’uno dell’altra?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Akito/Fuka, Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Pov. Akito:

Il giorno seguente alla cena svoltarsi nella residenza Kurata, accade qualcosa d’impensabile.
Rincasato da scuola, trovai mio padre e Natsumi davanti al televisore del soggiorno, a piangere come due bambini.
Era la prima volta che li vedevo in quello stato e non riuscivo a proprio capire cosa potesse essere accaduto di tanto grave.
Una piccola parte di me voleva chiederglielo, ma l’altra, quella più grande e orgogliosa, si rifiutava di farlo.
Loro non si erano mai preoccupati di me, della mia vita, del mio stato d’animo, quindi perché avrei dovuto farlo io?
Così, superato il primo attimo di stupore, ignorai i loro singhiozzi e mi avviai verso la rampa di scale, intenzionato a rintanarmi nella mia camera e restare lì fino all’ora di cena, una cena che avrei dovuto farmi consegnare a domicilio da qualche ristorante, visto che mia sorella non si prendeva mai la briga di cucinare anche per me.
Ma ormai c’ero abituato, in fondo quella storia andava avanti sin da quando ero bambino e poi, a dirla tutta, mangiare sushi quasi tutte le sere non è che mi dispiacesse tanto.
-Akito- mi sentii chiamare da Natsumi, e il suo insolito timbro di voce addolorato mi portò istintivamente a fermarmi.
Mi voltai e quando incrociai il suo volto, rigato dalle lacrime, non potei fare a meno di farmi travolgere da un fastidioso senso d’angoscia.
Dopotutto non odiavo mia sorella, anche se i suoi atteggiamenti mi avrebbero dovuto portare a farlo.
-Cosa vuoi?- le risposi, freddo e distaccato.
Lei si portò una mano davanti alla bocca, per silenziare l’ennesimo singhiozzo.
Piangeva, piangeva così tanto da non riuscire nemmeno a parlare e lo stesso valeva per mio padre.
-Si può sapere cos’è accaduto?- chiesi, rinunciando al mio tentativo di mostrarmi disinteressato, ma nessuno dei due mi rispose.
Sbuffai e accidentalmente il mio sguardo cadde sullo schermo del televisore, dove compariva una Sana Kurata di molti anni addietro, con i capelli ramati raccolti in due codini, seduta accanto ad un lettino d’ospedale dove era distesa una donna… e fu in quell'istante che finalmente capii: avevano guardo il dvd datogli la sera precedente da Sana, quel dvd che a detta di quest’ultima avrebbe dato una svolta positiva alla situazione familiare in cui ci trovavamo.
-Ci dispiace Akito, ci dispiace davvero tanto-
Mia sorella provò ad abbracciarmi ma io mi ritrassi, non so per lo stupore o per altro, ma non volevo essere abbracciato da lei.
-Vi dispiace per cosa? Spiegati meglio-
-Per tutto, siamo stati delle persone orribili- sussurrò, tra lacrime -Non avremmo dovuto trattarti in quel modo, non è colpa tua se nostra madre è morta-
Strinsi i pugni lungo i fianchi, in preda ad un'improvvisa e inaspettata rabbia -E vi serviva uno stupido film per capirlo?-
-In realtà l'abbiamo sempre saputo- intervenne mio padre, asciugandosi la faccia con la manica della sua giacca da lavoro.
-Eppure avete sempre dimostrato il contrario- sbottai.
-Noi non volevamo...-
-Non volevate cose?- l'interruppi -Trattarmi come un rifiuto umano? Farmi pentire di essere nato? Farmi vivere con il senso di colpa per sedici lunghi anni?-
Ormai ero senza freni, non riuscivo a calmarmi, era più forte di me.
-Abbiamo sbagliato, non abbiamo scusanti-
-Oh, su questo non posso che darvi ragione- ringhiai.
-E sappiamo di non avere alcun diritto per chiedertelo ma... potrai mai perdonarci?-
Guardi i loro sguardi carichi di disperazione e sospirai, voltandomi dall'altra parte -Sedici anni sono troppi per poter essere cancellati in una sola volta. Magari con il tempo riuscirò a perdonarvi, ma non sarà semplice- 
Non ascoltai nemmeno la loro risposta e salii al piano superiore, ritanandomi nella mia stanza.
Lanciai la cartella sulla scrivania e mi distesi sul letto, con un mix di emozioni contrastanti che albergavano dentro me:
Ero arrabbiato, perchè non riuscivo proprio ad accettare il fatto che si fossero resi conto soltanto allora del modo in cui mi avevano trattato e solo grazie ad un insulso film.
Stupefatto, perchè mai mi sarei aspettato di vederli in quello stato, tanto meno ricevere le loro scuse.
Sollevato, perchè finalmente quel senso di colpa che mi portavo dietro da tutta la vita, stava pian piano svanendo.
E felice, perchè forse c'era ancora una possibilità di vivere in una casa normale, dove non venivo più considerato il "Demonio" della famiglia.






Pov. Sana:

Una settimana dopo mi recai nella residenza Hayama, per il colloquio che io e Akito avremmo dovuto sostenere con i dipendenti del governo, e l'atmosfera che vi ci trovai fu inaspettatamente piacevole.
Chiaramente non m'imbattei nella "famiglia del Mulino bianco", era troppo presto per arrivare a quei livelli di armonia, ma almeno tutto l'astio e l'odio che colsi la prima volta sembravano improvvisamente svaniti.
-Non so perchè, ma mi aspettavo di trovare la tua camera nel disordine più totale- proferii, una volta entrata nella stanza di colui che il governo mi aveva assegnato come fidanzato.
Ma io non lo consideravo tale ed ero certa che mai, nemmeno in un universo parallelo, sarei riuscita ad innamorarmi di lui.
Non che non fosse un bel ragazzo, tutt'altro, era molto bello anche se "leggermente" scorbutico, ma io, al tempo, amavo già un altro, Naozumi Kamura.
Con Naozumi, un mio collega del mondo dello spettacolo, avevo avuto una storia durata per ben due anni e nonostante fosse ormai giunta al capolinea da diversi mesi, non riuscivo a dimenticarlo ed immaginare un altro uomo al mio fianco.
-E' stata mia sorella ad ordinarla- mi rispose, con il suo solito tono scocciato.
-Come procedono le cose tra voi?- chiesi.
-Non male-
Tradussi quel "non male" come un "bene" e spontaneamente sorrisi.
-Quindi, come immaginavo, quel film è riuscito a dare una svolta positiva al vostro rapporto-
-A quanto pare-
-Tu l'hai guardato?-
Annuii.
-E cosa ne pensi?-
-Non è male- ripetè.
Sbuffai.
Di certo Akito non era la simpatia fatta persona, ma ero comunque contenta che la sua situazione familiare fosse migliarata.
Forse perchè, come diceva sempre mia madre, avevo la "sindrome della crocerossina" e mi rendeva felice aiutare le persone in difficoltà.
Non era la prima volta che lo facevo, anzi, da piccola accolsi addirittura un barbone in casa, Rei Sagami, divenuto poi il mio migliore amico e manager, ma quasi nessuno era a conoscenza di quella storia, sia perchè ci tenevo alla privacy, sia perchè non volevo che gli altri pensassero che volessi vantarmi della mia "bontà d'animo", allo scopo di accalappiarmi più fans possibili.
-E comunque... mi dispiace-
Lo guardai confusa.
Gli dispiaceva?
Ma che voleva dire?
Che fosse il suo modo per ringraziarmi?
-Uhm, fi... figurati- balbettai.
-Piuttosto, parlando d'altro... adesso che siamo soli, potresti dirmi cosa ne pensi sinceramente di questo fidanzamento combinato?-
-Non mi va giù- mi rispose, schietto.
-Nemmeno a me-
-E se vogliamo dirla tutta, una ragazza ce l'ho già-
-Uhm, davvero?-
Annuì -E non ho alcuna intenzione di lasciarla-
-Oh, ma non devi mica farlo. Cioè, tecnicamente dovresti, ma a me non m'importa se hai un'altra, quindi...- 
Hayama si rilassò, come se non aspettasse di sentirsi dire altro.
-Bene-
-Bene- ripetei, non sapendo cos'altro aggiungere.
-E tu?-
-Io cosa?-
-Ce l'hai già un ragazzo?-
-No, però...- sospirai -Sono ancora innamorata di un mio ex. Naozumi Kamura, credo tu lo conosca-
-Il nome non mi è nuovo-
-E' un attore della nostra età, compare spesso in tv e sulle riviste. Ha i capelli, uhm... hanno un colore un pò particolare, diciamo che sono leggermente tendenti al lilla-
Akito strabuzzò gli occhi, sgomentato -Quello della pubblicità del dentifricio alla fragola?-
-Sì-
-E' un maschio?-
La sua espressione era talmente buffa che, inevitabilmente, scoppiai a ridere.
-Certo che è un maschio-
-Sicura?- domandò, incredulo.
In effetti Naozumi aveva dei lineamenti molto delicati e leggermente femminili, e talvolta i Make Up Artist esageravano con il trucco... ma da qui a dubitare che fosse un maschio o meno, era assurdo.
-Non ho mai controllato in quella zona, ma si... sono abbastanza sicura che sia un maschio- bonificai, divertita.
-Non hai mai controllato, dici? Mh, quindi sei ancora vergine?-
Arrossii così tanto da raggiungere lo stesso colorito dei miei capelli e non ci volle molto prima che mi decidessi a sfilare il piko dalla tasca del vestito e colpirlo con tutta la forza che possedevo in corpo, su quella zucca vuota che si ritrovava.
-Ahij! Accidenti a te, ma cosa ti prende così all'improvviso?- sbottò, massaggiandosi il capo.
-Cosa prende a me? Cosa prende a te! Come ti permetti di pormi una simile domanda?-
-Andiamo, te la sei presa per così poco?-
-Per così poco,dici? Mi hai posto una domanda su una questione strettamente personale ed intima-
-Che tradotto vuol dire "Sì, sono ancora vergine ma mi vergogno a dirlo"?- sghignazzò.
-Vergognarmi? E di cosa? Non c'è nulla di male nel voler aspettare la persona giusta per fare determinate cose- esclamai, incrociando le braccia al seno, convinta della mia teoria.
-Dunque è così, sei ancora vergine-  constatò.
Arrossii per l'ennesima volta, un pò per l'imbarazzo, un pò per la rabbia.
Mi aveva fregata...Dio, che nervi.
-Sei un pervertito, ecco cosa sei-
Fui tentata di riutilizzare il piko, ma venni fermata da qualcuno che bussava alla porta della camera.
-Akito, Sana, sono arrivati i dipendenti del governo- ci avvertì Natsumi.
-Falli entrare- le rispose Hayama e, poco dopo, una donna ed  un uomo, entrambi sui trent'anni, vestiti con dei completi eleganti, ci raggiunsero.
La donna si chiamava Ichijou, aveva i capelli rossi portati a caschetto, occhi verdi e un seno molto prosperoso.
L'uomo invece si chiamava Yajima, aveva gli occhi azzurri e i capelli grigi, un colore un pò insolito considerata la sua età.
Fatte le dovute presentazioni, ci sedemmo sul tappeto ed iniziamo quella sorta di "colloquio post-avviso governativo".
-Dunque, come saprete questi matrimoni mediati dal governo vengono chiamati "Il filo rosso della scienza"- esordì Ichijou.
Annuimmo.
-Prima di iniziare il colloquio, parliamone un pò- si schiarì la voce, con un finto colpo di tosse -Il punto di forza del "filo rosso della scienza" risiede nell'enorme quantità di informazioni che contiene. Si dice che il 50% del carattere di una persona sia determinato dai geni. Da ancor prima di iniziare le elementari e fino all'età di quindici anni, avete compilato questionari e sostenuto numerosi colloqui interni: dai test fisici primaverili, alle lezioni di etica del secondo semestre. Tutto ciò contribuisce alla stesura dell'avviso governativo... in altre parole alle definizione delle coppie. Il segreto sta nel selezionare un partner prima del compimento dei sedici anni, momento in cui ha termine lo sviluppo della personalità-
-Molto tempo fa...- continuò Yajima -Esisteva una cultura basata su matrimoni combinati e intermediari ma, in confronto all'accuratezza degli avvisi governativi, non erano che robetta. Dicono che le probabilità di fallimento del nostro sistema, basato sulla scienza, siano estremamente basse-
-Ah, e non solo... l'aspetto fisico influisce davvero poco sui criteri della scelta!- Ichijou si piegò in avanti, verso Akito che, di conseguenza, si ritrovò una quinta abbondante ad un soffio dal naso -Quando vedi una bella ragazza per strada, pensi che ti piacerebbe uscire con lei e pensi "Wow", quando vedi una tipa dal seno grosso come il mio, vero?- 
Hayama non rispose, degluitì e saettò lo sguardo sulla scollatura della tizia, con le pupille improvvisamente dilatate dall'eccitazione.
Guardai la scena con un sopracciglio alzato... e pensare che era anche fidanzato, che razza di pervertito.
-Tuttavia...- riprese Ichijou, spostando finalmente quelle due cose enormi dal naso di Hayama -I risultati delle analisi che abbiamo condotto per anni dimostrano che i matrimoni fondati sull'aspetto fisico tendono a naufragare più facilmente. In altre parole, l'aspetto fisico non conduce al vero amore, questo è scientificamente provato. Che ve ne pare? Il "Sistema Yukari" è sorprendentemente romantico, non trovate?-
-Beh, si... più o meno- mormorai.
-Bene. Dopo aver ascoltato tutto ciò, perchè non ci dite un pò cosa ne pensate? Iniziamo dai maschietti-
Hayama inizialmente s'irrigidì, colto alla sprovvista e poi sbuffò -A me questo sistema non piace-
-Perchè no?-
-Perchè voglio essere io a scegliere la mia partner, non uno stupido avviso governativo-
Annuii, appoggiandolo in pieno.
Alla fin fine la pensavamo allo stesso modo.
-Uhm, capisco. Dunque la partner che ti abbiamo scelto, non è di tuo gradimento?-
-Non è la persona adatta a me- borbottò.
-Concordo- lo assecondai.
-Beh, non è poi così strano... dopotutto vi siete appena conosciuti. Tempo al tempo e vedrete che cambierete opinione a riguardo-
-E se non dovesse accadere? Voglio dire, se dovessimo restare dell'idea che non siamo fatti per stare insieme?- chiesi.
-La legge Yukari prevede sei mesi di frequentazione obbligatoria. Una volta terminato questo lasso di tempo, se tra la coppia prescelta non dovesse scattare la scintilla, entrambi sono liberi di lasciarsi e frequentare altre persone, senza avere alcun tipo di ripercussione. Ma, vi ripeto, le probabilità di fallimento sono molto basse, solo il 5% delle coppie decide di rifiutare l'avviso governativo-
-Ehm, mi sa proprio che noi faremo parte di quel 5%- dissi, ricevendo un cenno d'assenso da parte di Hayama.
-Sarà, ma a me sembrate piuttosto compatibili- commentò Yajima, spostando lo sguardo dall'uno all'altra.
Era fuori di testa.
Io e Hayama non eravamo, nella maniera più assoluta, compatibili e non lo saremmo mai stati... o almeno era quello che credevo.
   
 
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