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Autore: Daistiny    31/08/2017    1 recensioni
"Sapete io sarei più che lieto di soffrire per voi...Maestà"-Aggiunse maliziosamente Al-Cid guardando la principessa dalmasca.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Al-Cid, Altro Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Amorch'a nullo amato amar perdona

Amorch'a nullo amato amar perdona, v. 103. 
mi prese del costui piacer sì forte, v. 104. 
che, come vedi, ancor non m'abbandona

La principessa si presento nuovamente alla sua porta per l'ennesima volta, la seconda, la prima volta che si presentò ad Al-Cid fu tre anni prima, poco dopo la caduta del suo regno, Dalmasca.
Non era rimasto più nulla del suo passato, suo marito e la sua famiglia, forse un'unica cosa le era rimasta. Ma era la cosa che meno desiderava a questo mondo, un ricordo di lui, non voluto ma avuto per "caso".
La prima vota era stata una tragedia al quale la principessa difficilmente riusciva ad accettare "quella cosa". Aveva visto giorno dopo giorno il suo ventre ingrossarsi e lì aveva capito.
Al-Cid quando se l'era vista arrivare, era rimasto di sasso, non si sarebbe mai aspettato di avere al suo cospetto una principessa di Dalmasca e per di più in uno "stato al quanto interessante".
Cosa aveva fatto per trovarsi in quella situazione? Si domandò il principe rozariano, ma non potendo ignorare quella ragazza visto la sua etica, decise di accoglierla presso di se fino al termine di quell'evento.
Al-Cid le stette vicino anche dopo il concepimento, ma quando fu ora di dare un nome a quella creatura, di prenderla in braccio e cullarla la principessa dalmasca era quasi riluttante ad avvicinarsi.
La ragazza evitava quel piccolo bambino come se egli fosse l'incarnazione del male su Ivalice. Al-Cid non poteva fare nulla, se non interrogare la donna su cosa volesse fare con suo "figlio".
Ogni domanda del principe rozariano riceveva dalla principessa sempre la solita risposta "Non lo so", finche il quinto giorno dopo il parto il principe rozariano quasi sbottò, riprendendo la principessa.

"Capisco che  per voi deve essere difficile accettare la situazione, ma quello che voi chiamate "quella cosa" è un essere umano e come tale ha diritto ad avere un "nome"... che voi rifiutate di dargli...Lui È  vostro figlio! Sono ben cinque giorni che lo chiamate in quel modo... così odioso".

"Se fosse stato per me "quella cosa" non sarebbe qui.. invece lui.... !"- disse arcigna la principessa.

"Dategli un nome!" -le ordinò Al-Cid, ora mai al limite.

La principessa fissò Al-Cid e poi pronuncio il nome  che avrebbe dato a quel bambino.

"Rasler...lui avrebbe voluto così." disse la principessa abbassando gli occhi.

Da quel esatto momento erano passati altri tre anni e si era riproposta la medesima di quella sera. Al-Cid quando vide quella situazione per la seconda volta, dopo circa nove mesi dalla fine della guerra con gli imperiali e Dalmasca, esasperato alzò gli occhi al cielo.
D'avanti a lui la stessa principessa che tre anni prima gli aveva chiesto aiuto.

Se non fosse per la profonda stima che provava per lei e ringraziando i dio per la sua filosofia riguardo verso le donne, Al-Cid difficilmente avrebbe l'avrebbe di nuovo accolta.
Lui lo sapeva, era troppo buono... e uomini così, quella principessa così capricciosa aveva la fortuna di trovarli senza che lei li cercasse, quasi fosse una benedizione divina.

Così il principe rozariano decise nuovamente di accogliere la principessa e vendendo il suo ventre, chiese quella volta di chi fosse il figlio.

"Questa volta il padre chi è? È sempre lui !? " -domandò Al-Cid abbastanza seccato, guardando l'enorme ventre della principessa.

"Aspetta! Non dirmelo anche lui è nato sotto un cattivo auspicio?" -Domando ancora il rozariano faciencendosi più sarcastico.

"Non c'è nulla di cui scherzare Al-Cid... il padre è morto, questo è tutto ciò che devi sapere." -Gli fece presente la principessa, ma Al-Cid sembrava stanco, quella ragazza non era così sincera come sembrava.

"Non è quel tipo con la cicatrice?"-indagò il principe.

"No! È  il fratello."- disse la ragazza, facendo rimanere di sasso A-Cid.

Il giovane rozariano osservando l'espressione abbastanza accigliata della sua giovane ospite, capì che si doveva trattare di qualcosa di grosso che nemmeno la stessa principessa voleva parlarne.

"Quale nome avete scelto, sta volta per quella povera creatura? Lo volete tenere?" -Fece Al-Cid.

"Il suo nome è Noah. È non sono sicura che tenerlo sia una buona cosa, lui è il figlio di un assassino! Lui se fosse qui sarebbe contento... sarebbe stato tutto ciò che con l'impero aveva perso." -Disse la giovane principessa senza tradire la ben che minima emozione.

"Come vi siete ridotta a tanto!?" -esclamò Al-Cid quasi incredulo nel sentire i ragionamenti di quella ragazza che faceva fatica a riconoscere.

"Cosa vi spinge adesso a rivolgermi a me? La guerra è finita, potete riprendere la vostra identità, la vostra vita... perchè continuate ancora a nascondervi?" -le chiese.

"Per loro due! Al-Cid."-Fece sapere la ragazza continuando a dare una risposta al quanto confusa. -"Nessuno deve sapere di loro... promettetelo!"

Gli chiese quasi supplicante la ragazza guardando negli occhi il bel principe, il quale non si tirò indietro.

"Vuoi siete troppo il danno, principessa! Ma vi prometto che a quei due non verrà fatto mancare nulla. Ad una principessa come voi, non si può negare nulla... siete così dannatamente bella... non capisco perchè abbiate preferito quelli a me!"

"Sapete io sarei più che lieto di soffrire per voi...Maestà"-Aggiunse maliziosamente Al-Cid guardando la principessa dalmasca.



   
 
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