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Autore: Eevaa    31/08/2017    2 recensioni
Dopo alcuni mesi dalla grande battaglia contro Majin-Bu, gli abitanti della Terra sembrano vivere un armonioso periodo di pace. Ma, con il ritorno di Mirai Trunks, un nuovo pericolo incombe prepotentemente sulle vite dei nostri eroi e non solo.
Una particolare richiesta da parte del saiyan del futuro potrebbe sconvolgere per sempre il corso degli eventi, di cosa si tratta? Riusciranno i combattenti a far fronte ad una catastrofe apparentemente silenziosa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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DRAGON BALL GA : GAME OF AGES



CAPITOLO 32 - LA FORTEZZA




Hic et Nunc
 
Ci volle poco meno di un secondo per far sì che Goku captasse l'aura rabbiosa del principe dei saiyan, la soluzione era talmente semplice che si diede dello sciocco per non averci pensato prima: era stato sufficiente che lui si arrabbiasse a tal punto da aumentare la forza combattiva per poterne percepire la presenza, seppur sfocata, oltre le nuvole. E chi se non se stesso in versione futura sarebbe stato capace di far adirare sua altezza reale? 
L'ingenuità dell'affermazione di Mirai Goku fece sì che teletrasportarsi fosse effettivamente un gioco da ragazzi per i combattenti sotto la coltre, i quali si ritrovarono ben presto al di sopra di essa, occhi negli occhi dei loro gemelli. 
Il piano escogitato da Mirai Vegeta stava funzionando alla perfezione e di questo Mirai Trunks ne era estremamente orgoglioso, ma mai quanto lo fosse suo padre stesso, il quale fece parecchia fatica a contenere il suo già di per sé smisurato ego esordendo con una fragorosa risata al limite del sadico. 
Due Goku nel raggio d'azione di pochi metri si osservarono con occhi colmi di curiosità e stupore, non badando alle manie di protagonismo del principe dei saiyan del futuro e specchiandosi l'uno addosso all'altro con atteggiamento quasi ironico. L'unica differenza che li contraddistingueva era solamente una piccola aureola dorata sopra la testa di Mirai Goku, il quale aveva ottenuto il grosso privilegio di tornare nel mondo terreno per un giorno al solo scopo di aiutare i suoi compagni.
«Urca! Non posso credere che ero sul serio morto di cuore!» esclamò con ingenuità Goku avvicinandosi al suo sosia per poter osservare da vicino il piccolo cerchio dorato da diverse angolazioni.
«Eheh, già. Non è stata una gran bella esperienza» affermò il defunto sorridendo amaramente, tentando in tutti i modi di non lasciarsi andare al ricordo della sua malattia. Non gli aveva lasciato nemmeno il tempo di salutare decentemente suo figlio e sua moglie, talmente era stato veloce il decorso. Era stato ben più doloroso e straziante di quando era morto nello scontro con Mirai Radish. 
«Lo so! Mi ero ammalato anche io, ci sono andato vicino tanto così a lasciarci le penne, ma fortunatamente la medicina di Mirai Bulma ha avuto successo e-»
«MA VI PARE QUESTO IL MOMENTO DI PARLARNE?!» abbaiò Vegeta strattonando per le spalle quello che era il "suo" Kaarot, ben intenzionato a dargliene di santa ragione se si fosse anche solo azzardato a reagire. 
«Cosa abbiamo fatto di male per meritarcene addirittura due insieme?!» domandò retoricamente Mirai Vegeta guardando sottecchi i due Goku incrociare le braccia al petto con il medesimo broncio in viso. 
«Se vuoi ti faccio un elenco...» rispose sarcasticamente sua altezza reale al suo sosia alludendo alle miriadi di vittime da loro mietute ai tempi d'oro. Si voltò poi dalla parte opposta per scrutare al meglio l'orizzonte, indicando con il dito un punto non preciso di fronte a sé. «Ad ogni modo, siamo qui per uno scopo preciso, non perdiamo di vista l'obiettivo principale! Guardate là!»
I combattenti del gioco delle epoche si voltarono immediatamente, cercando con lo sguardo qualcosa che potesse dar loro speranza. Ed eccolo lì, quell'insolito cambiamento del paesaggio al limite dell'imperscrutabile, proprio lo stesso che avevano avuto modo di intravedere poco tempo prima al ritorno sulla Terra per arruolare i due Goku nella missione: una torre ben più alta delle altre spiccava poco timidamente nella landa stereotipata, quasi a volersi innalzare oltre la coltre che ne avvolgeva l'estremità. Dal sotto non si sarebbe potuta vedere la cima, ma dall'alto ogni cosa di quel paesaggio sembrava semplicemente un poco offuscata. Chissà quale magia aveva incantato quel posto sino a renderlo così assurdo e imponderabile?

Non c'era alcun dubbio sul fatto che si sarebbero dovuti recare al più presto laggiù, ma nessuno dei cinque sembrava essere intenzionato a compiere per primo quel passo, forse per la delusione di non trovare ciò che si aspettavano. Non ci sarebbe stata altra via da perseguire, non ci sarebbe stato inoltre il tempo per pensare di cercarne una. 
«Beh, cosa stiamo aspettando? Andiamo!» interruppe il silenzio Goku, destando gli altri assopiti guerrieri dal loro continuo rimuginare, sfrecciando alla volta della loro ultima destinazione.
Vegeta si morse il labbro inferiore con nervosismo fino a sentire il sapore di ferro del suo sangue regale bagnargli le papille gustative; se Trunks non fosse stato lì allora non l'avrebbe davvero più rivisto, non avrebbe più avuto alcuna chance di salvarlo. Ma se davvero ci fossero riusciti, cosa avrebbe fatto? Come avrebbe fatto a spiegare a suo figlio che lui non ci sarebbe più stato nella sua vita? Come avrebbe potuto guardarlo andare via e salutarlo per l'ultima volta senza remore e con la forza di non disperarsi? Avrebbe dovuto affrontare tutti gli effetti collaterali dell'essere diventato umano, troppo umano. Per un istante, solo per un breve secondo di follia, desiderò trovarsi al posto del suo sosia il quale, pesante di vanità, sfrecciava a fianco a sé; avrebbe voluto possedere ancora un briciolo della sua disumanità, del suo essere cinico e selvaggio per non provare quella sofferenza.
Ciò che Vegeta non ricordava bene, però, era che neppure la sua copia del futuro era più totalmente indifferente ai sentimenti umani arrivato in quel punto della sua vita. Nemmeno lui sarebbe stato così spietato e senza cuore da non provare un briciolo di dolore nel salutare per sempre suo figlio, nonostante avrebbe di certo fatto di tutto per non dimostrarlo. Fortunatamente per lui, però, l'unico a conoscenza del grande segreto di Vegeta era solamente Vegeta stesso. Non avrebbe mai e poi mai rivelato ad anima viva il sacrificio che stava andando a compiere, nemmeno sotto tortura. 
Mirai Trunks, il quale aveva oramai esaurito ogni frammento di pazienza del suo essere gentile e ponderato, sorpassò Goku nella grande corsa alla meta, socchiudendo gli occhi per mettere a fuoco per primo ciò che tutti bramavano e che divenne ben presto vicino e sempre più enorme: eretta e spaventosamente maestosa, una scultura di acciaio, ruggine ed ingranaggi si distaccava dalle basse pianure ferrose. Alla sommità di essa la piramide appuntita che i guerrieri avevano potuto scorgere in lontananza bucava la coltre senza alcuna pietà, emergendo dal basso come un faro, come un totem con incisioni antiche. Ciò che invece apparve solo una volta che i combattenti si avvicinarono, fu una sorta di castello indistruttibile formato da pesanti ruote dentate, lastre di ferro e cubi con incisioni e scritte in una lingua difficilmente comprensibile, molto simili a quella dei geroglifici che Mirai Goku aveva avuto la fortuna di contemplare nel mondo dei Kaiohshin. La peculiarità di quel luogo e ciò che lo differenziava da ogni altra cosa in quella dimensione, era che gli ingranaggi che costituivano la struttura non erano fermi e non funzionanti come il mondo circostante. Si muovevano invece incastrandosi l'un l'altro permettendo alla piramide alla sommità di roteare lentamente in senso antiorario, controcorrente rispetto a tutto il castello il quale, a grande stupore dei cinque spettatori, si ergeva al di sopra di un unico gigantesco ingranaggio dorato che roteava in senso orario. 
I membri della missione, disposti perfettamente in fila l'uno accanto all'altro a mezz'aria, ammirarono l'imponente struttura muoversi su sé stessa; era così grande ed immensa che loro sembrarono dei piccoli moscerini in confronto. Inoltre, una volta avvicinatosi, si poté facilmente notare come la nube gialla e malsana fosse di gran lunga più diradata tutta intorno alla struttura, lasciando il paesaggio ben più nitido e contemplabile. Ciò forniva un passaggio sicuro ai combattenti, i quali scesero lentamente sino a trovarsi di fronte ad un varco nelle lastre di ferro, un varco squadrato che poteva facilmente essere considerato l'entrata itinerante della fortezza. 

«Non ci sono dubbi: siamo nel posto giusto» asserì Goku seguendo con gli occhi l'apertura tra l'acciaio muoversi in senso antiorario fino a scomparire. 
«O in quello sbagliato, dipende dalla fine che faremo entrando là dentro» puntualizzò Mirai Vegeta, affievolendo così l'entusiasmo del rivale del passato.
«Beh, non lo scopriremo di certo fin che staremo qui impalati, andiamo!» li spronò Vegeta sporgendosi leggermente in avanti in posizione di partenza, venendo però interrotto bruscamente da Mirai Trunks, il quale si posizionò di fronte a lui e agli altri combattenti con le braccia spalancate. 
«Fermi! Qual è il nostro piano?»
«Abbiamo un piano?» domandò Mirai Goku alzando un sopracciglio, cercando una conferma o una disconferma negli occhi dei suoi alleati.
«No, ma non sarebbe una brutta idea formularne uno» propose Mirai Trunks con tono preoccupato. «Vegeta, tu che hai conosciuto il nostro nemico, hai delle idee?»
«Tsk, non dire sciocchezze, nel combattimento non servono piani! Uccidiamo quel bastardo e andiamo via di qua!» si intromise il padre prima che la sua copia del passato potesse rispondere. 
«Tuurmerik è imprevedibile, ma da ciò che ho capito preferisce darsi alla fuga piuttosto che combattere» spiegò Vegeta trovandosi in disaccordo con la sua copia del futuro, comprendendo solo in quel momento quanto anche il suo stile di lotta si fosse discostato dalla mera imprudenza che lo caratterizzava quand'era più giovane. Se c'era una cosa che aveva imparato nel corso degli anni e delle battaglie affrontate era che alla base di un buon combattimento ci fosse una strategia intelligente e ben pensata. Agire solo d'istinto e di rabbia aveva comportato per lui delle grosse sconfitte e umiliazioni. Proprio per quel motivo, a fatica, si era messo di impegno per migliorarsi e discostarsi dagli attacchi alla cieca, preferendo lo studio del nemico e la valutazione del rischio. Non sarebbe mai stato un campione in tutto ciò, in quanto la base aggressiva e la troppa fiducia in sé stesso che contraddistinguevano il suo carattere avrebbe sempre preso il sopravvento dei momenti più difficili. Eppure aveva deciso che si sarebbe impegnato a fondo per tenere a bada quegli istinti a favore di un esponenziale miglioramento in battaglia.
«Ad ogni modo» continuò Vegeta, «il Padrone del Tempo è mio, lasciatelo a me. Ho già fatto esperienza delle sue mosse e ho capito come combatterlo. Voi pensate a trovare Trunks».
Gli occhi del principe dei saiyan si discostarono per qualche secondo da quelli dei suoi interlocutori, temendo che dalle sue iridi scure si potesse intravedere una certa titubanza dovuta al fatto che egli nascondesse un segreto ben più importante dalla semplice voglia di combattere. Naturalmente Mirai Vegeta non si dimostrò particolarmente felice di questo piano, ma per mantenere alto il livello di complicità decise di non controbattere, non in quel momento per lo meno. Era sicuro del fatto che, prima o poi, il suo sosia avrebbe richiesto l'aiuto del pubblico e lui sarebbe stato pronto ad entrare in battaglia per sfoderare tutte le sue carte e, perché no, dimostrare a Mirai Kaarot quanto fosse diventato più forte di lui. 
«Io ci sto, ma mi raccomando con tutti voi: non facciamo mosse stupide o avventate. C'è in gioco la sopravvivenza di due mondi» specificò Mirai Trunks, il quale era perfettamente a conoscenza dell'impulsività dei due Vegeta e dell'ingenuità dei Goku. Proprio in quel momento si ricordò di quando suo padre, quello del passato, aveva lasciato che Cell assorbisse uno dei due androidi per il puro piacere di combattere contro un nemico più forte. Rabbrividì. Rabbrividì poiché sapeva che Mirai Vegeta in quel momento avrebbe potuto operare in maniera analoga. 
«Ragazzino, non ci insegnare come si combatte! Siamo tutti saiyan, qui» lo rimbeccò appunto suo padre con una smorfia di sdegno. 
«È proprio questo che mi preoccupa» ribatté Mirai Trunks con il sorriso sulle labbra, sorriso che si insinuò contagioso sui visi di tutti i combattenti, compreso quel burbero principe del futuro. Erano tutti a conoscenza dell'impulsività tipica della loro razza. 
«Forza, azzeriamo le nostre auree e andiamo a mettere la parola fine a questa storia!» concluse Vegeta stringendo i pugni in un gesto di incoraggiamento.
Tutti insieme sfrecciarono in volo alla ricerca dell'ingresso, indugiando solo un poco di fronte ad esso prima di addentrarvici.
Cinque saiyan, cinque combattenti di altissimo livello erano pronti ad una nuova grande battaglia. Una delle prove più difficili che avrebbero mai dovuto affrontare li attendeva silenziosamente immersa nell'oscurità di una totale incertezza. Sarebbero riusciti a mettere in salvo i loro mondi?


 


Angolo autrice:
Hola gente! Quanto mi sono divertita a scrivere questo capitolo... la squadra PentaSaiyan è senza dubbio una delle più forti ma al contempo bizzarre dell'intera saga di Dragon Ball, a mio parere! Quanto sarebbe bello che succedesse veramente di vederli operare insieme in qualche film xD 
Beh, che dire... ci siamo quasi. Molto probabilmente hanno scovato il "castello" di Tuurmerik... ma cosa li aspetta là dentro? Avranno vita facile? Temo che sappiate già la risposta!
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro i quali sono arrivati fino a questo punto insieme a me e i nostri protagonisti, un grazie speciale a chi puntualmente mi lascia un parere costruttivo o semplicemente un commento, ma grazie anche ai lettori silenziosi che semplicemente seguono la storia... mi piacerebbe ugualmente ricevere il vostro parere, prima o poi, quando avrete tempo e voglia (Non vi mangio! Non sono mica Majin-Bu! xD). 
Non disperate, non sto scrivendo tutto questo poema perché siam giunti al gran finale... certo, abbiam già fatto il giro di boa, ma ho ancora in serbo parecchie sorprese per voi!
In occasione del trentesimo capitolo avrei voluto pubblicare un orribile collage homemade con tutti i protagonisti di GA, ma ho indugiato un attimo appunto perché è abbastanza orrendo. Però oggi mi sento particolarmente menefreghista e quindi  :

Ecco la squadra di Dragon Ball GA :D 

Eevaa
  
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